lavoro - Comune di Empoli

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lavoro - Comune di Empoli
IL CORSO DI VETRATE ARTISTICHE, di Domenico Ricciarelli (docente)
Quando don Renzo, il cappellano, mi chiamò per dirmi che il progetto per il Carcere del Pozzale, era stato
approvato, corsi subito a casa sua. Erano passati ben due anni da quando assieme a lui lo avevo ideato per poi presentarlo, ed ormai non mi aspettavo più nessuna risposta. Pensavo invece che non se ne
sarebbe fatto di nulla e che così sarebbe stato meglio, dato che in fondo mi immaginavo di entrare in
un ambiente difficile e ostile. Mi ero sbagliato. In realtà, fin dal primo giorno, mi sono sentito circondato da una atmosfera positiva in tutti i sensi, nella quale ho riscontrato simpatia e cordialità da parte di
tutti, dalla direzione del carcere al personale di sorveglianza, alle detenute. Questo mi ha permesso di
cominciare il corso con grande entusiasmo e questo, credo, sia servito come stimolo anche alle allieve che, da parte loro, hanno dimostrato grande risolutezza e convinzione per superare le difficoltà iniziali. Ora che i primi oggetti sono terminati, a dimostrazione della validità del corso, mi sento di dire che
nei prossimi mesi, così facendo, sarà possibile raggiungere una buona padronanza delle varie tecniche.
Esprimere se stessi nella realizzazione di una vetrata artistica non è cosa facile, ma le motivazione che ho riscontrato
nelle ragazze, in questo periodo, sono assai forti, e quindi credo siano auspicio di ottimi risultati nel futuro. Da parte mia,
seguirò il loro apprendistato aggiustando via via il programma anche rispetto alle loro possibilità e sono convinto che tutto
ciò sarà loro molto utile in un futuro fuori dal carcere.
IL MIO ARRIVO IN REDAZIONE, di Antonella Di Stadio
Dal 4 gennaio 2001, la mia vita all’interno dell’istituto è cambiata, esco tutte le mattine alle 8 e rientro alle 15,30.
Era tanto che aspettavo di poter iniziare ad usufruire dell’articolo 21 per recarmi al lavoro, sapevo che il lavoro c’era, ma
non sapevo quando avrei iniziato perché i tempi per i problemi burocratici sono sempre lunghi, figuratevi poi per una detenuta che deve andare a lavorare all’interno del Comune. Già, avete capito bene, lavoro come redattrice per il periodico
“Empoli” assieme alla Patty che chi ci legge da tempo, ormai conosce. Mi posso definire fortunata se penso che normalmente chi esce a lavorare nelle mie stesse condizioni, spesso fa parte di qualche cooperativa che lavora a ritmo sfrenato facendo la stessa cosa per ore e ore. Il mio lavoro è cosa ben diversa, consiste nel raccogliere tutto il materiale da
assessori, gruppi consiliari, associazioni e mi vede giornalmente a contatto con una miriade di persone che operano all’interno dell’amministrazione comunale. Certo, si lavora, a volte a ritmo sfrenato anche noi , specialmente quando c’è l’impaginazione, ma è un bel lavorare, ho “aggeggiato” molto con il computer nei due anni che stavo solo in istituto , poi
sono passata alle uscite presso la cooperativa ESAD, per imparare ulteriormente e se oggi mi trovo ad avere questo incarico devo ringraziare l’istituto per avere avviato un corso di computer di base, il resto è tutto raccolto della mia semina in
questi anni… ne è valsa proprio la pena visto dove mi trovo no? Insomma, una vera e propria redazione curata da me e
Patty, con il coordinamento di Barbara Antoni e del quale sono responsabili il sindaco Vittorio Bugli e il capo del suo staff
Maria Assunta Cappellini. Non pensate che questo lavoro sia nato per caso, è stato costruito, studiato, elaborato nei
minimi particolari per dare la possibilità alle “Ragazze Fuori” di fare un salto di qualità, occupandosi di tutto quello che
succede nel Comune di Empoli, oltre a quello che ruota intorno al “nostro mondo” all’interno dell’istituto. Devo confessarvi che seppure io sia una persona “facile” nei rapporti interpersonali, a sapere che dovevo venire a lavorare per il
Comune, quel minimo di ansia mi era venuta, ma mi trovavo avvantaggiata perché sapevo che c’era Patty con me, per
cui tutto quello che all’inizio mi sarebbe potuto sembrare “arabo”, lei me lo avrebbe spiegato nel giro di poco e così sono
entrata quasi da subito nell’ottica del lavoro. Devo anche dire che sebbene noi ragazze del Pozzale siamo conosciute nel
Circondario, sappiamo bene che la discriminazione esiste sempre, eppure io qui, non ho avuto un attimo in cui mi sia
potuta sentire in disagio. Tutte le persone che incontro ogni mattina sono spontanee nei miei confronti, non so quante
persone sappiano che io sono una detenuta, mi conoscono per Antonella della redazione del periodico “Empoli”, sicuramente chi non è al corrente lo verrà a sapere, anche solo da questo pezzo che sto scrivendo, ma nel frattempo avrà
avuto modo di conoscermi come una persona “normale” che ogni mattina si reca al posto di lavoro. Prossimamente
“Ragazze Fuori”, essendo stato integrato con il periodico del Comune, verrà messo in rete con un link nel sito del
Comune, anche quello sarà un’ulteriore crescita del nostro giornale, per cui sarà un contatto con l’esterno in tutti i sensi,
perché saremo in grado di ricevere posta per e-mail e rispondere in tempo reale, oltre ad avere un proprio numero di telefono con il quale sarà possibile contattarci per qualsiasi iniziativa o anche per uno scambio di opinioni. Che dire… io cercherò di fare del mio meglio, con la speranza di non deludere chi ha creduto in me.
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AD
UN CERTO PUNTO… QUALCUNO TI
DICE “COMINCIA A COSTRUIRE”, di Patrizia
Tellini
La storia è lunga e raccontarla tutta vi procurerebbe una
noia pazzesca. Così mi impegnerò ad essere breve e …
allegra! Sono una ex detenuta della Custodia Attenuata di
Empoli, il “Pozzale”, che ha continuato il suo percorso
riabilitativo nella Comunità “Buon Pastore” a Varazze
(Savona), concludendolo dopo quindici mesi di fatiche,
lotte, stati d’animo non sempre brillanti. All’inizio non
accettavo il distacco dal Pozzale e da quel gruppo che con
le sue osservazioni mi aveva fatto capire che vivere di
sostanze e di delinquere portava al vuoto della persona.
Piano piano ho compreso che anche la Comunità era
un’opportunità grande e che se ero lì non era certo un
caso, nonostante il mio cuore “amasse” quelle bimbe e
quello staff. Mi sono messa in discussione, sono diventata “umana”, non ho più nascosto il mio pezzetto di
realtà e ho iniziato a fidarmi di coloro che in quel momento mi erano vicini. La Comunità fin dal primo giorno ha considerato il buon lavoro che Empoli aveva svolto su di me
per farmi arrivare ad un nuovo cammino di recupero e
infatti hanno cercato di allentarmi sull’abitudine ormai radicata dalle strutture di protezione, mandandomi al negozietto nel centro di Varazze dove noi ragazze presentavamo
tutti i lavori artigianali che vengono fatti nelle Comunità
(pittura su stoffa, ceramica, confezionamento di bomboniere, ricami). Cominciavo a sentire dentro di me nuove
sensazioni che l’esterno sano mi stava dando e non pensavo che per me potesse arrivare il giorno del “via” per
continuare a costruire la mia vita fuori dalla istituzione
“carcere”. Invece questo “via” c’è stato! Suor Paola,
responsabile della Comunità di Varazze, mi disse: “Ora è
il momento di concretizzare, di confrontarti con la realtà di
Empoli, di prendere tra le mani la Patrizia in autonomia.
Vai ad Empoli e vedi quello che hai!” In pochi giorni tutto
lo staff operativo di Empoli, a partire dal Sindaco Vittorio
Bugli e i suoi collaboratori, alla Direttrice delle Custodia
Attenuata Margherita Michelini, agli operatori dell’équipe
del Pozzale, ai Ser.T sia di Empoli che di Pisa, alla
Direttrice del giornalino interno del Pozzale “Ragazze
Fuori” Barbara Antoni, si sono attivati per definire quel
progetto tanto atteso. Oggi lavoro nella redazione del giornale del Comune, “Empoli” insieme ad un’altra ragazza
della Custodia Attenuata e ho dei punti fermi che mi permettono di essere autonoma. Ho ancora tutto da fare e da
affrontare perché adesso è il momento di mettere in pratica la “teoria” di tutti questi anni, però riconosco in umiltà
che la Comunità mi ha fermato in quei punti della mia persona che non volevo che gli altri vedessero e tutto ciò lo
porterò per sempre dentro di me. Ringrazio, per il sostegno che mi hanno dato, i volontari della Misericordia e il
parroco di Avane, Renzo Fanfani.
Sto cominciando a costruire fuori dalle protezioni… il mio
cuore batte… i miei occhi luccicano… ho imparato a stare
bene con me stessa ma soprattutto con gli altri… senza
le sostanze!
Questo è il discorso che ho scritto per il 14 novembre
2000 giorno della presentazione del giornale di “Empoli”.
TORNARE DENTRO…, IN ARTICOLO 17, di
Patrizia Tellini
Non avrei mai pensato di riuscirci o forse non avevo vissuto una situazione che mi permettesse di vedermi
impegnata all’interno di un carcere non come detenuta
ma bensì come “esterna” in articolo 17, seguendo sempre il cammino del giornalino “Ragazze Fuori”, dato che
la redazione operativa è la stessa di “Empoli” il giornale
del Comune. Ne avevo parlato con Barbara, la nostra
responsabile, perché il pensiero di poter lavorare con le
ragazze, stando fuori l’ho sempre trovato costruttivo e
intelligente. Un modo per confrontarsi e continuare a
credere in tutto ciò che facciamo, sia dentro che fuori.
Dovremo rinnovare il nostro giornalino e credo che
ognuna di noi dovrà proporre e pensare idee nuove.
Sono contenta di “entrare” da esterna e di dare il mio
umile contributo in tutto ciò che insieme faremo. Il gruppo è nuovo per me, del vecchio è rimasto la mia collega
di lavoro, Antonella e la mia cuoca Anna; conosco anche
altre ragazze, come Sabrina, Fabrizia, Cinzia e rivederle
nella circostanza inversa, poterle abbracciare da amica
del fuori, mi fa sentire felice. Ci saranno altre occasioni
per tenervi informata su quello che “combineremo”
insieme. Credo che questa opportunità servirà a me per
arricchirmi e alle ragazze per continuare un rapporto di
amicizia basato veramente su altri valori e principi, diversi daprima.
A SCUOLA DI
BRICOLAGE, di
Cinzia Piccinato e
Valentina Saponara
Assieme al corso del vetro
è cominciato anche il
corso di bricolage che dura 80 ore e comprende più cicli:
bigiotteria decoupage, l'arte di recuperare piatti vecchi,
brocche, scatole, su cui incollare dei disegni presi da
qualsiasi rivista e passarci dello smalto trasparente…
risultato? Sorprendente!! Il corso di bricolage è per chi ha
pazienza, e molta anche, con un filo di ottone e un fil di
ferro e delle perline puoi vedere realizzato un bouquet,
ogni tipo di fiore per la bellezza degli occhi e la soddisfazione di aver creato qualcosa di troppo bello, utile, in
tutte le occasioni, di buon gusto. Lo Stencil, sono disegni
colorati su stoffa, su qualsiasi tipo di stoffa dei colorati
e variopinti: asciughini, tovaglie, vestiti. La nostra insegnante, Mariangela Bettarini, è una volontaria della
Misericordia , una donna fuori dal comune per la sua personalità , dolce e forte allo stesso tempo, una donna che
sa darti tanto con la sua sensibilità; che si è inventata
questo corso, che sa trasformare un pezzo di carta in un
petalo che dona amore a che gli è accanto a prescindere
dal credo e dall'estrazione sociale. Noi tutte le vogliamo
bene e la ringraziamo di questa magnifica occasione che
ci ha donato, con la speranza che anche per voi ci possano essere…
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