Davittimaadaccusato “Nonrivelachiglisparò”

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Davittimaadaccusato “Nonrivelachiglisparò”
12 45
40 .Novara e provincia
STAMPA
.LA
VENERDÌ 1 MAGGIO 2015
NOVARA, L’AUTOTRASPORTATORE FU COLPITO NEL MAGGIO 2009. A PROCESSO ANCHE LA COMPAGNA
NOVARA
Da vittima ad accusato
“Non rivela chi gli sparò”
“Timbrava e poi faceva la spesa”
Guardia penitenziaria nei guai
L’uomo fu gambizzato in pieno centro. I pm: “Favoreggiamento”
MARCO BENVENUTI
NOVARA
Da vittima di una gambizzazione si trova lui sul banco degli imputati. «Ha visto chi è
stato a sparargli ma non collabora», sostiene la Procura.
Una storia quasi paradossale
quella che vede protagonista
Francesco Secolo, 48 anni,
autotrasportatore camerese
che l’8 maggio 2009 era caduto in un agguato in centro a
Novara: verso le cinque del
pomeriggio, all’angolo tra via
Dominioni e via Carotti,
un’auto in corsa aveva esploso quattro colpi di arma da
fuoco. Secolo si era accasciato al suolo, ferito a gamba.
La denuncia dei colleghi
Una truffa simile a quelle più
volte raccontate da «Striscia
la notizia» quella che vede
sotto accusa in tribunale
R.N., 63 anni, trecatese assistente della polizia penitenziaria contro cui alcuni colleghi, nell’estate del 2012, avevano presentato un esposto.
Tutto era partito da lì. Il via
vai della donna dall’Uepe, ufficio esecuzione penale
esterna (in sostanza quello
che si occupa della gestione
dei detenuti ammessi al lavoro fuori dal carcere), non era
stato gradito.
Di qui la segnalazione in
Procura. Assieme a lei era
stata indagata anche la responsabile dell’ufficio, già
assolta in udienza preliminare con rito abbreviato.
«Omertà e reticenza»
A distanza di sei anni da quell’episodio il «gambizzato» si
trova a processo per favoreggiamento. La stessa accusa
grava anche sulla compagna
Laura Ciocloava e su Consolato Minniti, 55 anni, presente vicino al luogo dei fatti. Per
gli inquirenti sanno, hanno visto, e non vogliono parlare. A
tale conclusione si era arrivati dopo mesi di indagine, verifiche, intercettazioni, sospetti, ma anche tanta omertà e
reticenza. La polizia si era fatta un’idea di chi potesse essere stato (non ci furono però
elementi per mandarlo a giudizio), ma vittima e testimoni
hanno sempre negato o comunque detto: «Non l’abbiamo visto in viso». L’autotrasportatore camerese non era
stato ferito in modo grave. Interrogato dalla polizia, aveva
detto di non sapere neppure il
movente della sparatoria. Da
quanto era stato possibile ricostruire, l’uomo stava camminando a piedi in via Dominioni quando alle sue spalle
aveva udito una macchina
«sgommare» e poi esplodere i
colpi d’arma da fuoco, forse
una pistola. Due lo avevano
raggiunto a una gamba, gli altri due erano andati a vuoto.
Le intercettazioni
Secolo, difeso dall’avvocato
Patrizia Bartaloni, oltre ad
aver ostacolato le indagini
avrebbe anche dato una ver-
Le indagini e la difesa
L’angolo fra via Dominioni e via Carotti dove avvenne l’agguato l’8 maggio 2009
Era in servizio a Oleggio
«Puntòlapistolaallatestadellaex»
Carabiniereinaulaperminacce
1 Nel corso di una violenta discussione aveva affer-
rato la moglie al collo, l’aveva buttata sul letto e, puntandole la pistola alla testa, l’aveva minacciata di morte. L’arma era detenuta regolarmente perché lui è un
carabiniere, all’epoca in servizio alla stazione di Oleggio. Oggi, trasferito a Como, A.B., 29 anni, è sul banco
degli imputati con le accuse di minaccia aggravata, lesioni e violazione di domicilio. Vittima l’ex convivente,
una quarantenne che si è costituta parte civile per chiedere i danni. L’aveva denunciato nell’estate del 2011
dopo mesi di violenze tra le mura domestiche. A luglio,
quando era già stato allontanato da casa, il militare si
era presentato una domenica sera a casa della ex, con
la scusa di notificarle un atto giudiziario. Evidentemente, visto il giorno e l’ora solo una scusa per aggredirla. Infatti era riuscito a entrare nell’appartamento e,
dopo aver saputo che lei andava a una festa, l’aveva
presa a schiaffi per costringerla a stare a casa. [M.BEN.]
ROMENTINO
Musica alta in piena notte e atti osceni
La guerra fra vicini finisce in tribunale
La sua fobia sono le tapparelle. Quando sente i vicini che le
alzano o le abbassano, inizia a
insultarli. E poi il «ciabattio»,
o il rumore delle sedie da ufficio (quelle con rotelle) che si
spostano. Lo fanno andare su
tutte le furie: minacce, parole
offensive. Per «vendicarsi»,
in piena notte, anche alla 4,
accende lo stereo a tutto volume con musiche da film
horror. Una vita d’inferno
quella descritta da una coppia di Romentino ieri in tribunale. Gli ultimi sei anni, da
quando hanno sporto denuncia contro il vicino molesto,
sono stati trascorsi così: «Ci
rende la vita impossibile». Il
figlio di lei ha addirittura pau-
Pur avendo timbrato in ufficio, usciva e andava a fare la
spesa nel vicino supermercato. Non una o due volte.
Secondo quanto oggi si contesta alla donna, il suo comportamento era sistematico:
nel giro di quattro mesi le
uscite «illecite» sarebbero
state circa 150.
ra di tornare a casa e incrociare l’uomo in cortile. E spesso,
prima di rincasare, telefona alla madre per sapere se le tapparelle sono già state abbassate. Vuole evitare di prendersi
una raffica di insulti.
L’accusa è stalking
L’aula del tribunale di Novara
L’uomo, costretto a trasferirsi
in una stanzetta dopo la vendita di parte dell’immobile da lui
occupato in precedenza (e poi
acquistato dalla coppia), è a
processo per stalking e atti
osceni in luogo pubblico. Incurante del via vai di gente, infatti, avrebbe tranquillamente
preso il sole in cortile senza costume, completamente nudo.
Con un po’ di comprensibile
sione dei fatti differente rispetto a quella fornita da alcuni testimoni oculari, gente di passaggio. Anche Laura Ciocloava
aveva negato di conoscere l’autore del gesto, ma dalle conversazioni telefoniche con una sorella, intercettate qualche mese dopo, emergerebbe un quadro diverso. Diceva ai parenti
di stare tranquilli, perché sapevano cosa era avvenuto e chi
aveva premuto il grilletto.
«L’ho detto solo per non spaventare i miei familiari», si è
sempre difesa.
I passanti avevano riferito
di aver udito colpi come petardi ma di non aver visto persone armate. Lo stesso sostiene
Minniti, ora coimputato, difeso dall’avvocato Anna Russo.
La cameriera di un vicino ristorante, poco dopo gli spari,
aveva solo sentito una frase
provenire dalla strada: «Prima o poi glie la faccio pagare,
lo ammazzo».
imbarazzo ieri i vicini lo hanno
ribadito anche in aula.
La guerra di corte ha radici
che risalgono al 2009. Il 28 luglio la denuncia contro l’imputato, L.D.L., 65 anni, da parte
della famiglia di vicini: «Prima
di allora siamo andati almeno
quindici volte in caserma dai
carabinieri – raccontano -. Non
se ne poteva più. Ci aveva lasciato anche un biglietto sull’auto, dove si diceva che a disturbo avrebbe risposto con
maggiore disturbo. Le molestie
continuano tuttora». Esasperato dagli insulti, un giorno il
vicino era anche sceso a parlare con il sessantenne molesto.
Siccome lo stalker si era barricato in casa, l’altro gli aveva
sfondato la porta: «Ho sbagliato – ammette oggi – ma ho già
pagato per quello che ho fatto.
Ho subito un processo per danneggiamento. Ma ancora mi
vengono chiesti soldi. Vivo la
cosa come un’estorsione». Si
torna in aula a febbraio. [M. BEN.]
Ieri in aula il carabiniere che
ha svolto le indagini ha spiegato il motivo che ha portato
alla denuncia per truffa:
«Quando la donna andava a
fare la spesa al Carrefour
La sede dell’Uepe a Novara
utilizzata una fidelity card a lei
intestata, che lasciava una
traccia ogni qual volta passava alle casse. Ebbene, incrociando i tabulati riferiti alla
carta, è stato verificato che gli
orari della spesa rientravano
in un lasso di tempo in cui lei
avrebbe dovuto essere in ufficio, perché aveva timbrato solo in entrata». Sulla vicenda
erano state sentite diverse
persone e acquisite delle immagini.
L’imputata nega gli addebiti. Sostiene che la carta fedeltà
è stata utilizzata da altre persone, come ad esempio i familiari. Nei supermercati, infatti,
chiunque può esibirla pur non
essendone l’intestatario.
Parte offesa del processo è
il Ministero della Giustizia, dipartimento dell’amministrazione penitenziaria.
[M. BEN.]
In breve
Novara
Rapina la CariParma
armato di coltello
1 Entra
in banca con un
coltellino e a volto travisato e
si fa dare i soldi di una delle
casse, minacciando l’impiegato. E’ di 280 euro il bottino
del rapinatore solitario che
ha agito ieri nel primo pomeriggio alla filiale CariParma
di via Galilei a Novara. Sul
posto è intervenuta la Squadra Mobile della polizia, con
la Scientifica.
[M. BEN.]
Novara
Auto in fiamme
si ferma il traffico
1 Traffico
bloccato in corso Vercelli e viale Kennedy
ieri attorno alle 19 per l’in-
cendio di un’auto, nelle vicinanze della rotonda dell’Esselunga. Il rogo si è sviluppato
forse per un corto circuito. I vigili del fuoco sono riusciti a
mettere in sicurezza la zona.
La viabilità è tornata alla normalità dopo 30 minuti.
[R. L.]
Novara
Furto al Bennet
una giovane alla sbarra
1 Aveva
messo cioccolatini
nella borsa ma era stata fermata all’antitaccheggio. Per il
furto del 20 novembre 2012 alla Bennet di Castelletto Ticino
è a processo la giovane romena Cecilia Baciu, bloccata dal
personale di sicurezza. Il pm
ha chiesto 4 mesi di reclusione.
La difesa, invece, contesta la
ricostruzione del fatto. [M. BEN.]
ALL’ASSEMBLEA PROVINCIALE DELL’ACI
Longhi non arriva, assegnati cinque premi
1 Non c’era il pilota Piero Longhi ma il premio assegnato dall’Aci,
Automobile club Novara, per la vittoria del campionato F2 italian
trophy gli sarà consegnato presto dal fiduciario Enzo Poggia. Nell’assemblea provinciale di Aci, ieri a Novara, assegnati altri 5 riconoscimenti per la collaborazione degli agenti delle forze dell’ordine con Aci
in materia di sicurezza, educazione stradale e altre tematiche. [M. BEN.]