Ridurremo la presenza nella Cassa cercando nuove alleanze e servizi
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Ridurremo la presenza nella Cassa cercando nuove alleanze e servizi
B R U N O P I R A C C I N I ( F O N D A Z I O N E CARISP CESENA) «Ridurremo la presenza nella Cassa cercando nuove alleanze e servizi» quale la Fondazione ha concentrato la maggior parte del suo patrimonio, e la necessità, imposta anche da un protocollo siglato dall'Acri, Associazione delle Casse di Risparmio Italiane, di diversificare gli investimenti riducendo sotto al 33% quello su una sola banca. Partiamo da quest'ultimo argomento. PRESIDENTE Bruno Piraccini di PAOLO MORELLI CON la nomina di Guido Pedrelli a vice presidente, la Fondazione Cassa di Risparmio di Cesena ha completato il rinnovo dei propri organi direttivi. Si tratta di una organizzazione complessa poiché prevede, partendo dal basso: l'assemblea dei soci formata da 131 persone o enti che restano in carica dieci anni e sono rinnovabili per altri dieci (quelli nominati prima del 1992, quando ci fu la riforma delle casse di risparmio, sono soci a vita); il consiglio generale formato da venti membri con compito di indirizzo; il consiglio d'amministrazione formato da otto persone, e il presidente. Per garantire la continuità dell'attività della Fondazione, le scadenze del consiglio generale e del consiglio d'amministrazione (restano in carica quattro anni) sono sfalsate di due anni, mentre il presidente viene eletto insieme al consiglio d'amministrazione. Bruno Piraccini è stato confermato presidente della Fondazione Carisp; per lui saranno quattro anni molto impegnativi su almeno due fronti: la carenza di risorse causata dalla mancata distribuzione di dividendo da parte della Cassa di Risrarmio di Cesena, nella «Siamo ben consapevoli dell'esigenza di diversificare i nostri investimenti - dice Bruno Piraccini -, tanto che abbiamo conferito da tempo un incarico alla banca d'af- kk EROGAZIONI E INVESTIMENTI Dobbiamo fare i conti con le risorse disponibili ma grazie ai fondi accontonati daremo continuità agli impegni feri Rothschild l'incarico di cercare istituti bancari disposti ad aggregazioni strategiche o collaborazioni. Non abbiamo solo l'obiettivo di ridurre la nostra partecipazione in Carisp, ma di arricchire la banca con alleanze e nuovi servizi finanziari. Entro fine anno dovremmo avere i primi risultati». Si parla di una trattativa con la banca francese Credit Agricole... «Le manifestazioni d'interesse per una quota di capitale della Cassa di Risparmio di Cesena sono molteplici da parte di investitori italiani e stranieri, ma non è il momento di fare nomi. La situazione è molto fluida, anche a causa della situazione economica e delle frequenti variazioni della normativa europea». In che senso? «È in corso una profonda trasformazione che riguarderà le banche popolari e anche le banche di credito cooperativo. Inoltre c'è incertezza sugli indici di patrimonializzazione che saranno richiesti in futuro. Certe decisioni non vanno prese in fretta e a cuor leggero». Da decenni si parla della creazione di un sistema romagnolo delle casse di risparmio. A che punto siamo? «In passato poteva avere un senso, ma ha sempre prevalso la logica dei campanili. Oggi non c'è interesse a un discorso di questo genere, ma per il futuro, se le condizioni mutassero...». I prossimi quattro anni della Fondazione Carisp si annunciano difficili a causa delle risorse che si riducono mentre le esigenze di sostegno aumentano. «È vero, nonostante qualche segnale incoraggiante, la crisi economica continua a mordere anche nel nostro territorio e le esigenze di intervento sono in aumento. La Fondazione deve fare i conti con le risorse disponibili, dovremo utilizzare fondi accantonati negli anni scorsi e cercare di stare un po' sotto il budget di 1,2 milioni per le erogazioni, dando continuità alle linee seguite negli ultimi anni. Ma sul fronte della solidarietà saranno attivate azioni aggiuntive attraverso la Fondazione Romagna Solidale, mentre sul fronte dello sviluppo economico sta iniziando l'attività operativa Sir, Sviluppo Imprese Romagna, che ha 1,150 milioni di euro da investire. Quindi privilegeremo gli interventi a sostegno dei più bisognosi e per lo sviluppo del territorio, ma senza 'lasciare a piedi' cultura, salute, istruzione e ricerca. Speriamo che la contrazione delle risorse sia limitata a quest'anno e di poter aumentare la disponibilità nei prossimi anni». ACRI - SISTEMA FONDAZIONI ACRI - SISTEMA FONDAZIONI Pag. 1 E ora via ai salvataggi delle banche minori ma il mercato non basta:rischioaiuti di Stato IL RETROSCENA ANDREA GRECO MILANO. Con l'aumento Mps si entra operativamente nel nuovo round di riassetti, fusioni e salvataggi bancari in Italia. Ci sono 10popolaridarenderespa,econsolidare. Due banche private con Siena, Carige - da ricapitalizzare con nuovi soci. Sedici banche commissariate da cercare di salvare. E 190 miliardi di crediti in mora, al lordo di garanzie, che se non saranno presto liquidati non permetteranno agli istituti "sofferenti" di rialzarsi con le lorogambe. Per questodamesil'Abi, la Banca d'Italia e il Tesoro insistono sulla bad bank, un veicolo a capitale privato (ma a garanzie pubbliche ) che sappia intestarsi i cattivi crediti e svenderli sul mercato. Mai funzionari di Bruxelles da quell'orecchio non sentono: finora hanno bollato tutte le bozze presentate come aiuti di Stato. «Il dossier bad bankèormai politico: seaBruxelles non entra in gioco Matteo Renzi, non passa - dice un banchiere in prima linea -, Finora abbiamo tutti preso porte in faccia», n tempo passa e le banche malate non guariscono. Due dossier, minori ma non tanto, mostrano che il mercato non è sempre salvifico. E costituiscono due prove di bail in ( salvataggio a carico di azionisti e clienti) all'italiana, viatico per altri istituti quando - presto - saranno realtà le nuove regole Uè che prevedono l'azzeramento di azioni e bond prima che il denaro pubblico sia versato. Lo scorso 7 maggio il Fondo interb anc ario di tutela dei depositi - organo mutuale tra banche italiane per rimborsare tuttiiconti finoa lOOmila euro - ha deliberato di ricapitalizzare fino a 300 milioni la Cassa di Ferrara, di cui stanno scadendo i due anni canonici del commissariamento Bankitalia. Nel periodo la banca ferrarese non si è risanata a sufficienza, soprattutto non ha trovato il cavaliere bianco sperato. Così, per la prima volta, il Fondo interverrà non a fondo perso, ma partecipativo. A Ferrara i commissari stanno per pubblicare il bilancio di fine mandato: i passati azionisti sperano che ci sia capitale residuo, per poter partecipare all' aumento; ma vanno convinti i controllori europei, perché il principio del jbatfinpotrebbe chiedere il sacrificio totale dei soci. L'altro salvataggio che vede il Fondo depositi scaldarsi in panchina riguarda Banca delle Marche. Dove i commissari scadono a ottobre, ma i tempi tecnici per fare l'operazione "di mercato" scadono a giugno, eia ricerca dei fondi - coordinata da oltre un semestre dal rinnovato Fonspa «non chiude». Lo scorso autunno si stimava, negli schemi di business del Fonspa, un miliardo di fabbisogno di capitale, e una ristrutturazione che avrebbe portato la Marche a rendere l'il12% a fine piano. Ma dopo i test della Bce di ottobre il capitale richiesto alle banche per funzionare è aumentato: così quel 12% non fa più gola agli investitori, e oltre ai 3 00 milionimessi sul piatto da Fonspa, e all'interesse non formalizzato di Cariverona, c'è poco. Come per altre banche italiane in crisi, il dossier potrebbe sbloccarsi liberando la banca di parte dei vecchi crediti mal concessi; ma lo schema ideato, che prevedeva l'emissione di garanzie del Fondo interbancario a valere su sofferenze marchigiane da cartolarizzare e vendere (con attese di recupero basse), fa aggrottare le sopracciglia comunitarie, poiché favorisce i soci esistenti. Intanto il finanziamento ponte da 2,7 miliardi di Fonspa a Banca Marche è scaduto dopo otto mesi e 1,8 miliardi non sono rimborsati. Le parti hanno scelto di vendere sul mercato i titoli sottostanti che lo garantivano, in gran parte cartolarizzazioni su iB RIPRODUZIONE RISERVATA crediti in bonis tripla A. Il Fondo interbancario è il perno del prossimo aumento di Caritè e delle garanzie su Banca Marche E Bruxelles punta il mirino SISTEMA BANCARIO Pag. 2 LE COMMISSARIATE Ci sono 16 banche, tra coop, popolari, spa, commissariate dalla vigilanza. In dueannidevono tornare sul mercato o saranno liquidate La più grande è Banca delle Marche MPS E CARIGE Monte dei Paschi e Carige sono le due big che hanno fallito i test Eba eBceedevono ricapitalizzare per 3,85 miliardi entro luglio. Siena deve trovare un partner POPOLARI Dopo la riforma del governo le 10 maggiori popolari italiane devono trasformarsi in spa entro 18 mesi. Si annuncianofusioni e consolidamenti SISTEMA BANCARIO Pag. 3