La firma di Maria sull`Europa: le più importanti
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La firma di Maria sull`Europa: le più importanti
La firma di Maria sull'Europa: le più importanti apparizioni della Madonna LA FIRMA DI MARIA E' bellissimo e confortante sapere che se Maria ha scelto per le sue apparizioni più importanti l'Europa è perchè le radici cristiane più forti e importanti sono nate e si sono fortificate qui, è da qui quindi che Maria più spesso vuole parlare al mondo intero per cambiare uno stato di cose della nostra vita che va verso un degrado vertiginoso e rovinoso della morale e dei valori della vita di ogni creatura. Nell'arco di pochi secoli io direi soprattutto dall'ottocento a oggi si contano la maggior parte delle apparizioni della Vergine. Questo è perchè i mali più gravi hanno contaminato l'Europa a partire dalla rivoluzione francese (con il suo illuminismo ateo) per fare danni sempre più consistenti attraverso gli errori madornali delle dottrine socio-economiche e filosofico-scientifiche che sempre più hanno messo l'uomo con la sua ragione sul piedistallo dell'onnipotenza. In questi ultimi due secc. l'Europa e così anche nel mondo, poichè centro della cristianità è roma con a capo il S.Padre, è andata via via in uno stato di male sempre più dilagante, passando dall'illuminismo francese, alla rivoluzione comunista marxista, al nazismo e fascismo con le relative guerre mondiali che per poco non distruggevano il pianeta sul modello del bombardamento di Hiroshima e Nagasaki. Armi sempre più micidiali prodotte dall'odio e dalla fame di denaro insaziabile hanno portato alla guerra fredda, e in tutto questo odio fraterno Dio è stato spazzato dal mondo in nome della prevaricazione di un popolo su di un altro e dell'egemonia sul mondo. Ora pero' dovrebbe far riflettere che la presenza di Maria non ha mai smesso di aiutare e prendere per mano l'Europa provata dall'odio e dalla superbia atea nel desiderio di riportare l'occidente cristiano a riscoprire i valori nell'amore di suo Figlio, che col suo esempio di vita, con la sua parola che insegna perdono e mitezza, umiltà e carità, amore e rispetto reciproco sia tra gli uomini sia verso il Signore, riporta il Suo Regno di Pace spazzando le tenebre dell'inimicizia e dell'odio. Così infatti avvenne quando grazie alle preghiere e i digiuni dei pellegrini di Medjugorie e degli stessi abitanti del paese, la Russia ottenne di convertirsi da un pericolosissimo comunismo portatore di lotte intestine, di guerre e di filosofie atee. Di fatto Maria stessa disse che senza i digiuni e la preghiera Dio avrebbe punito la Russia e l'intera umanità per lo straripare dell'iniquità e del male sull'intero pianeta. Probabilmente sono state sventate guerre nucleari che avrebbero distrutto ogni cosa, ma soprattutto avrebbero fatto sparire la razza umana sulla terra. Pensiamoci: il digiuno e la preghiera del cuore di pochi hanno salvato il mondo intero dal laccio dell'odio e della follia inculcata dal maligno. Questo è il potere della preghiera comunitaria, poichè Dio ha scelto di richiamare il mondo al buon senso e all'amore reciproco per mezzo della Madre di tutti gli uomini, che con dolcezza e pazienza di una mamma fa ragionare e rientrare in sè i propri figli sbandati...la Mamma ci ha posto una scelta: o il mondo sceglie le vie di Dio col bene e la preghiera, oppure se imperversa l'ateismo e la visione del potere umano al centro del mondo con le sue stesse mani gli uomini si condanneranno a un futuro verso l'oblio e l'autodistruzione. Dove non c'è Dio infatti non c'è amore, non c'è giustizia ma soprattutto non c'è pace! Parleremo quindi volta per volta delle apparizioni più importanti della Mamma partendo da Rue du Bac per giungere sino a Medjugorie. Una piccola raccomandazione a chi legge le apparizioni: puntate l'attenzione su 4 cose: - i soggetti che la Madonna sceglie per parlare all'umanità intera; - con quale nome Maria si presenta; - perchè viene - che cosa chiede agli uomini. Impareremo a leggere e vedere un filo conduttore dell'opera di Dio che per mezzo del Cuore Immacolato della Madonna ha scelto di riportare tutti gli uomini del mondo a Cristo: il Re della Pace, il Salvatore di tutti e il Creatore del Mondo. Per chi volesse leggere qualcosa di bello al riguardo consiglio il libro di Padre Livio con Saverio Gaeta (Ed. Sugarco) che si intitola la Firma di Maria. La "Firma di Maria" sull'Europa 1830 – Parigi (in Rue du Bac) 1846 – La Salette (Francia) 1858 – Lourdes (Francia) 1871 – Pontmain (Francia) 1876 – Pellevoisin (Francia) 1917 – Fatima (Portogallo) 1932 – Beauraing (Belgio) 1933 – Banneux (Belgio) 1947 – Roma (alla grotta delle Tre Fontane) 1953 – La lacrimazione a Siracusa (Italia) 1981 – Medjugorje (Bosnia-Erzegovina) La firma di Maria sull'Europa: prima tappa Rue du Bac LA MADONNA APPARE A SANTA CATERINA LABOURE' A Parigi, al numero civico 140 di Rue Du Bac, c’è un Santuario, nel quale si trova la Cappella della Medaglia miracolosa: non è molto distante dal Louvre ed è comodamente raggiungibile mediante la metropolitana che ha una delle sue fermate proprio a Rue Du Bac. La Cappella della Medaglia miracolosa attira ogni anno un milione di pellegrini, persone di ogni razza e colore, che vengono qui, nel cuore di Parigi, a cercare una risposta ai loro problemi esistenziali, a chiedere grazie alla Madre che tutto sa e comprende e con cui ci si può sfogare come soltanto con una madre è possibile fare, nel più assoluto silenzio, in un clima di grande fervore e raccoglimento. È il mistero di Rue du Bac, un mistero che nasce 174 anni fa, dalle apparizioni della S. Vergine a una giovane novizia delle Figlie della Carità di S. Vincenzo de’Paoli, Caterina Labourè, a cui la Madonna affidò la realizzazione di una medaglia cosiddetta “miracolosa” che, da quasi due secoli ormai, ha conquistato con le sue innumerevoli grazie e prodigi il mondo intero. La stessa Caterina Labourè, così racconta la storia delle apparizioni: “Venuta la festa di San Vincenzo (19 luglio 1830) la buona Madre Marta (direttrice delle novizie) ci fece alla vigilia un'istruzione sulla devozione dovuta ai Santi e specialmente sulla devozione alla Madonna. Questo mi accese un gran desiderio di vedere la Santissima Vergine, che andai a letto col pensiero di vedere in quella stessa notte la mia buona Madre Celeste: era tanto tempo che desideravo vederla. Essendoci stato distribuito un pezzettino di tela di una cotta di San Vincenzo, ne tagliai una metà e l'inghiottii. Cosi mi addormentai col pensiero che San Vincenzo mi avrebbe ottenuto la grazia di vedere la Madonna. Alle undici e mezzo mi sento chiamare per nome: “Suor Labouré! Suor Labouré”. Svegliatami, guardo dalla parte donde veniva la voce, che era dal lato del passaggio del letto, tiro la cortina e vedo un Fanciullo vestito di bianco, dai quattro ai cinque anni, il quale mi dice: “Vieni in cappella; la Madonna ti aspetta”. Il Fanciullo mi condusse nel presbiterio, dove io mi posi in ginocchio, mentre il Fanciullino rimase tutto il tempo in piedi. Parendomi il tempo troppo lungo, ogni tanto guardavo per timore che le suore vegliatrici passassero dalla tribuna. Finalmente giunse il sospirato momento. Il Fanciullino mi avverti, dicendomi: “Ecco la Madonna, eccola!”. Sentii un rumore come il fruscio di vesti di seta venire dalla parte della tribuna, presso il quadro di San Giuseppe, e vidi la Santissima Vergine che venne a posarsi sui gradini dell'altare dal lato del Vangelo. Dire ciò che provai in quel momento e ciò che succedeva in me, mi sarebbe impossibile… Io, guardando la Santissima Vergine, spiccai allora un salto verso di Lei, ed inginocchiandomi sui gradini dell'altare, appoggiai le mani sulle ginocchia di Maria...Fu quello il momento più dolce della mia vita… “Figlia mia - mi disse la Madonna - Dio vuole affidarti una missione. Avrai molto da soffrire, ma soffrirai volentieri, pensando che si tratta della gloria di Dio. Avrai la grazia; dì tutto quanto in te succede, con semplicità e confidenza. Vedrai certe cose, sarai ispirata nelle vostre orazioni, rendine conto a chi é incaricato dell'anima tu a...”. Quanto tempo restassi con la Madonna, non saprei dire: tutto quello che so è che, dopo di avermi lungamente parlato, se ne andò scomparendo come ombra che svanisce, dirigendosi verso la tribuna, per quella parte da cui era venuta. Tornata a letto, sentii suonare le due e non ripresi più il sonno”. Il 27 Novembre dello stesso anno, alle 17,30, Caterina ha una nuova visione durante la meditazione in cappella: vede come due quadri animati che le passano davanti in dissolvenza incrociata. Nel primo, la Santa Vergine è in piedi su una semisfera (il globo terrestre) e tiene tra le mani un piccolo globo dorato. I piedi di Maria schiacciano un serpente. Nel secondo, dalle sue mani aperte escono raggi di uno splendore abbagliante. Nello stesso tempo Caterina ode una voce, che dice: “Questi raggi sono il simbolo delle grazie che Maria ottiene per gli uomini”. Poi un ovale si forma attorno all’apparizione e Caterina vede scriversi in un semicerchio questa invocazione, prima sconosciuta, in lettere d’oro: “O Maria concepita senza peccato prega per noi che ricorriamo a Te”. Subito dopo l’ovale della medaglia si gira e Caterina ne vede il rovescio: in alto una croce sormonta la M di Maria, in basso due cuori, l’uno incoronato di spine, l’altro trapassato da una spada. Caterina ode allora queste parole:”Fai coniare una medaglia, secondo questo modello.Coloro che la porteranno con fede riceveranno grandi grazie”. Caterina riferisce al suo confessore, il Padre Aladel, la richiesta fatta dalla Madonna circa la medaglia, ma il sacerdote reagisce negativamente ed intima alla novizia di non pensare più a queste cose. Qualche mese più tardi, pronunciati i voti, Caterina Labourè viene inviata al ricovero di Enghien per curare gli anziani. La giovane suora si mette al lavoro,. ma una voce interiore l’assilla continuamente: “Si deve far coniare la medaglia”. Caterina ne riparla al suo confessore. Intanto nel febbraio del 1832 scoppia a Parigi una terribile epidemia di colera, che provocherà più di 20.000 morti. In giugno le Figlie della Carità cominciano a distribuire le prime 2.000 medaglie, fatte coniare da Padre Aladel. Le guarigioni si moltiplicano, come le protezioni prodigiose e le conversioni spirituali. Il popolo di Parigi comincia a chiamare la medaglia “miracolosa”. Nell’autunno 1834 c’erano già più di 500.000 medaglie. Un anno dopo soltanto ne circolavano più di un milione. Nel 1839 la medaglia veniva diffusa in più di dieci milioni di esemplari, e alla morte di suor Caterina, nel 1876, si contavano più di un miliardo di medaglie! Autore: Maria Di Lorenzo dal sito www.santiebeati.it p.s: la medaglia non è un amuleto: solo la fede e una vita nell'impegno della rettitudine permette le grazie associate DEVOZIONE ASSOCIATA: la devozione alla Medaglia Miracolosa festa della Madonna della Medaglia Miracolosa: 27 Novembre Tanti Santi ne hanno promulgato la diffusione tra cui S. Massimilano Maria Kolbe che ne ha fatto un emblema per la sua Milizia dell'Immacolata. La devozione e' molto semplice: occorre portarla con fede, ed invocare più volte al giorno la Protezione della Vergine con la giaculatoria: "O Maria concepita senza peccato, prega per noi che ricorriamo a te" Questa apparizione è stata approvata dalla Chiesa e, Suor Caterina Labuorè dopo una vita spesa nell'aiuto ai poveri dell'ospizio di Enghien, a Parigi, è stata canonizzata da papa Pio XII nel 1947. Il corpo incorrotto di Santa Caterina Labourè giace nell'urna della cappella a RUE DU BAC in cui le era apparsa la Madonna. La verità di fede espressa dalle parole incise sulla Medaglia miracolosa: "O Maria concepita senza peccato.." anticipava la solenne definizione della Chiesa fatta da Pio IX° l'8 dicembre 1854, confermata poi dalla madonna a Lourdes nel 1858 con le parole dette a Bernadette nell'apparizione del 25 marzo: "Io sono L'Immacolata Concezione". PER OTTENERE LA GRAZIA 1) O Vergine Immacolata della Medaglia Miracolosa, che, mossa a pietà delle nostre miserie, scendesti dal cielo per mostrarci quanta cura prendi alle nostre pene e quanto ti adoperi per allontanare da noi i castighi di Dio e ottenerci le sue grazie, soccorrici in questa presente nostra necessità e concedi le grazie che ti domandiamo. Ave Maria. O Maria concepita senza peccato, prega per noi che ricorriamo a Te. (3 volte) 2) O Vergine Immacolata, che ci hai fatto dono della tua Medaglia, quale rimedio a tanti mali spirituali e corporali che ci affliggono, come difesa delle anime, medicina dei corpi e conforto di tutti i miseri, ecco che noi la stringiamo riconoscenti sul nostro cuore e ti domandiamo per essa di esaudire la nostra preghiera. Ave Maria. O Maria concepita senza peccato, prega per noi che ricorriamo a Te. (3 volte). 3) O Vergine Immacolata, che hai promesso grandi grazie ai devoti della tua Medaglia, se ti avessero invocato con la giaculatoria da te insegnata, noi, pieni di fiducia nella tua parola, ricorriamo a te e ti domandiamo, per la tua Immacolata Concezione, la grazia di cui abbiamo bisogno. Ave Maria. O Maria concepita senza peccato, prega per noi che ricorriamo a Te. (3 volte). NOVENA PERPETUA O Vergine Immacolata, Madre di Dio e Madre nostra, con la più viva fiducia nella Tua potente intercessione, tante volte manifestata per mezzo della tua Medaglia, umilmente ti supplichiamo di volerci ottenere le grazie che con questa Novena ti chiediamo. (formulare le richieste) O Madonna della Medaglia Miracolosa, che sei apparsa a S. Caterina Labouré, nell'atteggiamento di Mediatrice del mondo intero, e di ogni anima in particolare, noi mettiamo nelle tue mani e affidiamo al tuo cuore le nostre suppliche. Degnati di presentarle al tuo Divin Figlio ed esaudirle, se esse sono conformi alla Divina Volontà e utili alle anime nostre. E, dopo aver innalzato verso Dio le Tue mani supplichevoli, abbassale su di noi e avvolgici con i raggi delle tue grazie, illuminando le nostri menti, purificando i nostri cuori, affinché da Te guidati, raggiungiamo un giorno la beata eternità. Amen. PREGHIERA FINALE Ricordati, o piissima Vergine Maria, che non si è mai sentito dire che alcuno abbia fatto ricorso al tuo patrocinio, implorato il Tuo aiuto, chiesto la tua protezione e sia stato abbandonato. Animato da questa fiducia, anch'io ricorro a Te o Madre, Vergine delle Vergini, a Te vengo e, pentito, mi prostro davanti a te. Non respingere, o Madre del Verbo, la mia supplica, ma ascolta benigna ed esaudiscimi. Amen. Per approfondimenti sulla storia dell'apparizione e sulla visione del Santuario dall'interno visitate il sito: www.chapellenotredamedelamedaillemiraculeuse.com/it/A.asp La firma di Maria sull'europa: seconda tappa: La Salette La Madonna lungo i secoli è apparsa molte volte, lasciando messaggi, incitando alla preghiera ed al pentimento dei peccati. Per lo più Essa è apparsa a veggenti o persone di umili condizioni e di animo innocente, quasi a garanzia della veridicità degli eventi che si verificavano; così fu per l’apparizione nel 1531 di Guadalupe in Messico a s. Juan Diego Cuauhtiotatzin, un indio analfabeta; a Lourdes nel 1858 a s. Bernadette Soubirous; a Fatima nel 1917 ai tre pastorelli Giacinta, Francesco e Lucia, per citarne alcune fra le più famose. Ma dodici anni prima delle apparizioni di Lourdes, così conosciute nel mondo, la Madonna era già apparsa nella stessa Francia a La Salette, località del dipartimento dell’Isère, nel cuore del circo delle Alpi francesi, in cui scorre il fiume Drac, a circa 1800 metri di altezza. E come succederà in seguito per altre apparizioni, la Madonna si incontra anche qui con due pastorelli, Mélanie Calvat di circa 15 anni e Maximin Giraud di 11 anni; nessuno dei due era mai andato a scuola, né al catechismo; non sapevano né leggere né scrivere; molto poveri economicamente, sia di cultura, sia di affetti. Melania Calvat viveva presso i contadini dei dintorni di Corps, paese in cui era nata il 7 novembre 1831, collocata a servizio come pastorella, ritorna in famiglia solo nell’inverno, quando si soffre la fame e il freddo; per questo è di carattere introverso, timida e chiusa, di poche parole, rispondeva molte volte solo con dei si o dei no. Massimino Giraud anch’egli nato a Corps il 26 agosto 1835 è molto vivace, sempre a correre con il cane e la capretta, stà volentieri fuori casa lontano dalla matrigna, giacché è orfano di madre da quando aveva 17 mesi. Verso la metà di settembre del 1846, un contadino delle alture Ablandins, Pietro Selme ha il suo pastorello ammalato e quindi scende a Corps dal suo amico Germano Giraud a chiedere in prestito per alcuni giorni il figlio Maximin, che gli viene concesso, nonostante che il padre dica che il ragazzo è troppo distratto per fare il pastore. Così il 14 settembre il piccolo Massimino è sulle alture degli Ablandins; dal 17 settembre conosce sui pascoli Mélanie Calvat, con la quale tenta di chiacchierare, anche se la ragazza non ne ha voglia; comunque scoperto che sono nativi entrambi di Corps, decidono di venire il giorno seguente sullo stesso pascolo. Quindi il sabato 19 settembre 1846 salgono di buon’ora i versanti del monte Planeau, al di sopra del villaggio di La Salette, guidando ognuno quattro mucche a pascolare. Segue così una mattinata calma di pascolo, a mezzogiorno al suono dell’Angelus della campana del villaggio sottostante, fanno colazione con pane e formaggio e acqua fresca della cosiddetta “fontana degli uomini” per distinguerla da quella per le bestie; sono raggiunti da altri pastorelli che controllano altri bovini più giù, dopo la colazione si dividono di nuovo e Melania e Massimino attraversato un ruscello, contrariamente alle loro abitudini, si stendono sull’erba al tepore del sole di fine estate e si assopiscono. Svegliatosi di botto con il pensiero delle mucche che si erano allontanate, le ritrovano nell’altro versante e cominciano la discesa; a metà strada presso una piccola sorgente Melania per prima vede su un mucchio di pietre un globo di fuoco “come se il sole fosse caduto lì” e lo indica a Massimino. Impauriti si avvicinano al globo e una donna vi appare seduta con la testa fra le mani, i gomiti sulle ginocchia, profondamente triste. La Bella Signora si alza e parlando in francese dice loro: “Avvicinatevi figli miei, non abbiate paura; sono qui per narrarvi una grande notizia”, rincuorati essi si avvicinano e vedono che sta piangendo; è alta, luminosa, veste come le donne del luogo con lunga tunica, grande grembiule alla vita, uno scialle incrociato e annodato dietro, una cuffia da contadina: Ha delle rose che la incoronano la testa, orlano il suo scialle e i suoi calzari; sulla fronte splende una luce simile ad un diadema; sulle spalle ha una lunga catena, un’altra catenina trattiene sul petto un crocifisso sfavillante sui cui lati vi è un martello e una tenaglia. I due pastorelli raccontano in seguito ai loro interlocutori, inquirenti o semplici pellegrini, che la Signora piangeva per tutto il tempo che parlò loro e sostanzialmente con piccole sfumature essi, insieme o separatamente, riferiscono le stesse parole del messaggio della Signora, che è bene ricordare, essi non riconobbero in quel momento come la Madonna. La Vergine parlò molto in questa unica apparizione a La Salette, le frasi dette hanno tutte un significato, che si è in seguito cercato di capire e chiarire nella loro sostanza di messaggio salvifico, cita oltre a problemi generali, mondiali, anche episodi locali, con riferimenti personali ad episodi della famiglia di Massimino, si esprime in francese ma anche nel dialetto di Corps, parlato dai ragazzi; fa riferimento ad esempi di vita dei campi agricoli. Non è possibile riportare in questo breve spazio tutto il messaggio e la sua necessaria interpretazione, ne citiamo solo alcuni brani: “Se il mio popolo non vuole sottomettersi, sono costretta a lasciare libero il braccio di mio Figlio. Esso è così forte e così pesante che non posso più trattenerlo”; “Da quanto tempo soffro per voi!”; “Se voglio che mio Figlio non vi abbandoni, sono incaricata di pregarlo incessantemente e voi non ci fate caso. Per quanto pregherete e farete, mai potrete compensare la pena che mi sono presa per voi”; “Vi ho dato sei giorni per lavorare, mi sono riservato il settimo e non me lo volete concedere. È questo che appesantisce tanto il braccio di mio Figlio”; “ E anche quelli che guidano i carri non sanno che bestemmiare il nome di mio Figlio. Queste sono le due cose che tanto appesantiscono il braccio di mio Figlio”. Poi parla separatamente ai due ragazzi, in modo che solo uno riesce ad ascoltarla; alla fine Ella oltrepassa il ruscello e inizia a salire il versante opposto e senza più voltarsi dice: “Andiamo figli miei, fatelo conoscere a tutto il mio popolo”, e giunta sulla cima del colle, seguita dai ragazzi, s’innalza da terra e man mano sparisce, lasciando stupefatti i due pastorelli. Scesi alle loro cascine dove lavoravano, essi raccontano l’incontro con la bella Signora per giustificare anche il ritardo nel tornare; l’indomani domenica, scendono dal Parroco a raccontargli l’incontro, il parroco intuisce e si commuove nella predica domenicale; il sindaco informato, per tutta la sera cercherà di far ritrattare Melania, promettendo, minacciando, ma lei risponde “la Signora mi ha detto di dirlo e lo dirò”; il sindaco di La Salette scende anche a Corps da Massimino, nel frattempo rientrato in famiglia e può constatare che il racconto del candido ragazzo corrisponde a quello di Melania. La sera stessa, i datori di lavoro dei ragazzi, con un loro vicino hanno la felice idea di mettere per iscritto, sotto dettatura di Melania, le parole della Vergine, che grazie a loro diventerà il primo documento scritto all’indomani dell’Apparizione, e che viene controfirmato da loro tre. Rapidamente la notizia si diffonde, arrivano giornalisti, funzionari, inquirenti inviati dal vescovo di Grenoble, cui spetta di diritto pronunciarsi sul fatto avvenuto nella sua Diocesi. Nonostante che il vescovo sia convinto della verità di quanto accaduto e dell’incapacità di ingannare dei due pastorelli, egli nomina una commissione d’inchiesta, i ragazzi vengono ripetutamente ascoltati, si prendono informazioni, si dà libertà di parola ai contraddittori; solo dopo cinque anni d’indagini, il 19 settembre 1851, mons. Filiberto de Bruillard vescovo di Grenoble, pubblica finalmente il suo Decreto. “Noi dichiariamo che l’Apparizione della Madonna a due pastorelli, il 19 settembre 1846, su una montagna della catena delle Alpi, situata nella parrocchia de La Salette, vicaria foranea di Corps, reca in se stessa tutti i caratteri della verità ed i fedeli hanno fondate ragioni per crederla indubitabile e certa”. Inoltre il 1° maggio 1852 mons. de Bruillard annuncia con lettera ufficiale la costruzione di un santuario sul luogo e la fondazione di un corpo di missionari diocesani per l’assistenza spirituale dei pellegrini e che si chiameranno “Missionari di Nostra Signora de La Salette”. Il 19 settembre 1855 il nuovo vescovo di Grenoble, riassumeva così la situazione: “ La missione dei fanciulli è terminata, comincia quella della Chiesa”. La Vergine Maria non è venuta a La Salette per insegnarci qualcosa di nuovo. È venuta per manifestare la presenza, nel nostro mondo e nella nostra vita, della forza di salvezza che è in Cristo Gesù: viene a supplicarci in lacrime a farci caso. Questa è la base del suo intervento. Le lacrime di Maria sono i segni della sua impotenza di fronte alla nostra libertà, allorché rifiutiamo la salvezza che ci è proposta. Sono nel contempo i segni del suo amore, l’estremo argomento di una madre che ha solo i suoi occhi per piangere, per commuovere i nostri cuori induriti. (Padre Roger Castel, MS) Il 2 febbraio 1858 i primi sei sacerdoti “Missionari di N. S. de La Salette” pronunciano i primi voti e da quel giorno la Congregazione cresciuta di numero si espande in tutto il mondo, modellando la sua organizzazione di Comunità religiosa con l’opera illuminata di padre Silvano-Maria Giraud, coadiuvato da altri uomini di valore. Si sono aperte Chiese e Case di spiritualità mariana e sociali in tante Nazioni in cui sono presenti i ‘Missionari’ coadiuvati dal ramo femminile delle “Suore di Nostra Signora de La Salette” che comprende dal 1955, i primi due movimenti religiosi salettini sorti nei primi anni dopo l’apparizione e all’inizio del Novecento: le ‘Religiose Riparatrici’ e le Suore ‘Missionarie di N. S. de La Salette’. Infine sul luogo dell’Apparizione, a 1800 metri sorse dal 1861 al 1879 una basilica in stile neoromanico, gestita dalla ’Associazione dei Pellegrini de La Salette’, affidata loro insieme al complesso ricettivo, dalla diocesi di Grenoble. I Missionari e le Suore di N. S. de La Salette ne assicurano la funzionalità e la spiritualità, essendo questa ormai la loro culla e Casa Madre. I due pastorelli primi testimoni del Messaggio di Maria non ebbero una vita felice, furono sottoposti singolarmente ad interrogatori, a volte creduti a volte no; Maximin Giraud nei tre anni successivi, perse il padre, la matrigna e il fratellastro; venne accusato di fosco bugiardo, perfino dal collaboratore del santo Curato d’Ars; viaggiò molto, andò in collegio e in seminario; fu seminarista, poi impegnato in un ospizio, studente in medicina, bocciato alla laurea, lavorò in farmacia, si arruolò come zuavo pontificio, dopo poco tempo si dimise. Venne sfruttata la sua notorietà da un mercante di liquori che lo fa suo socio; a 39 anni torna a La Salette nel 1874, rifà per l’ultima volta, davanti ad un grande uditorio, il racconto della visione mariana. La sera del 1° marzo 1875 muore, il suo corpo riposa nel cimitero di Corps, ma il suo cuore è nella basilica di La Salette, vicino all’organo come da suo desiderio. Mélanie Calvat invece rimane quattro anni presso le Suore della Provvidenza a Corps, ha poca memoria e poca attitudine allo studio, diventata oggetto di attenzioni e premure dei visitatori, ella si vincola troppo al suo modo di vedere, al punto che il vescovo non le concede di ammetterla ai voti. Dando ascolto a persone sbagliate, imbevute di profezie popolari e di teorie pseudo mistiche apocalittiche, ne resterà segnata per tutta la vita, prende a fare profezie che lei ricollega all’Apparizione, però sconfessata dal vescovo. Pilotata dal talento di un Léon Bloy crea una corrente di pensiero che si richiama a La Salette, che non ha nulla a che vedere praticamente, con le verità di fede della Chiesa richiamate dalla Vergine, abbandonandosi al dominio sterile delle fantasie. Entra ed esce da vari conventi in alcune Nazioni europee, poi si stabilisce a Castellammare di Stabia (Na) per 17 anni, scrivendo i suoi “segreti”, cercando di fondare un’Istituzione anche negli anni successivi quando ritorna in Francia. Nel 1892 è di nuovo in Italia, a Lecce poi in Sicilia, scrive un’autobiografia piuttosto romanzata dove s’inventa una infanzia straordinaria, ma quando va pellegrina a La Salette il 18 e 19 settembre 1902, il suo racconto ritrova la semplicità e la lucidità della prima volta, conforme a quello di Maximin. Ritornata in Italia muore a 73 anni ad Altamura (Bari) il 14 dicembre 1904; il suo corpo, al termine di tanto vagabondare riposa in questa città in un convento di suore, sulla sua tomba un bassorilievo presenta la Madonna che accoglie in cielo la pastorella de La Salette, che pur avendo vissuta una vita difficile e povera, era rimasta sempre fedele e devota alla sua prima testimonianza. Maggiori notizie, sul Messaggio della Madonna, sulle interpretazioni delle parole e dei simboli dell’Apparizione, come per tutte le attività del Santuario e delle Congregazioni religiose, si possono chiedere a: ‘Missionari de La Salette’ - Via Andersen, 15 - 00168 Roma Autore: Antonio Borrellida www.santiebeati.it DEVOZIONE ASSOCIATA: Festa dell'Apparizione della Madonna della Riconciliazione di La Salette: 19 settembre NOVENA ALLA BEATA VERGINE MARIA DI LA SALETTE (da iniziarsi il 10 di ogni settembre o fare quando lo si desidera) O nostra Signora di La Salette, vera Madre addolorata, ricordati delle lacrime che hai versato per me sul Calvario; ricordati anche della cura che hai sempre avuto per me nel sottrarmi alla giustizia di Dio e guarda se, dopo aver fatto tanto per questo tuo figlio, puoi abbandonarlo. Rianimato da tale consolante pensiero, mi prostro ai tuoi piedi, nonostante le mie infedeltà e ingratitudini. Non respingere la mia preghiera, o Vergine riconciliatrice, ma convertimi e fammi la grazia di amare Gesù sopra ogni cosa, e anche di consolare Te con una santa vita, affinché io possa un giorno contemplarti in Cielo. Così sia. Nostra Signora di La Salette, riconciliatrice dei peccatori, ottienimi la grazia di santificare le feste e la domenica, giorno del Signore, come Egli chiede ai suoi figli. Intercedi inoltre, Madre addolorata, affinché sia estirpato dalla nostra Patria il grave peccato della bestemmia. Nostra Signora di La Salette, prega per me che ricorro a Te. da "IL LIBRO DELLE NOVENE", Editrice Ancilla, C.P. 228, 31015 Conegliano TV (mail: [email protected]) La firma di Maria sull'europa: terza tappa: Lourdes IL MESSAGGIO DI LOURDES Si chiama "Messaggio di Lourdes" i gesti e le parole che si sono scambiati la Vergine e Bernadette, alla Grotta di Massabielle, nel corso delle 18 Apparizioni, dall'11 febbraio 1858 al 16 luglio 1858. Per comprendere bene gli eventi che si sono svolti e imparare meglio il "Messaggio di Lourdes", bisogna conoscere il contesto delle Apparizioni di cui Bernadette ha beneficiato. Lourdes, nel XIX° secolo, è un capo luogo di cantone con circa 4000 abitanti, fra i quali ci sono dei notabili: notai, avvocati, medici, ufficiali, ma anche operai, carrettieri, lavoratori dell'ardesia, ed i piccoli artigiani, come i mugnai. I mulini sono numerosi, molti sorgono fuori della città, lungo uno dei torrenti che si gettano nel Gave: il Lapaca. Bernadette Soubirous nascerà in uno di loro, il mulino di Boly, il 7 gennaio 1844. Nel 1858, la famiglia Soubirous è in rovina, ridotta a vivere al cachot. L'11 febbraio 1858, Bernadette, sua sorella Antonietta e la loro amica Giovanna Abadie, vanno in cerca di legna. Si dirigono verso "il luogo dove il torrente si getta nel Gave". Arrivano dinanzi alla Grotta di Massabielle. Antonietta e Giovanna attraversano l'acqua ghiacciata del torrente. Bernadette, per il problema della sua asma cronica, esita a fare altrettanto. E' in quel momento che "sente un rumore come un colpo di vento", ma "nessun albero si muove". "Alzando la testa, vede, nella cavità della roccia, una piccola ragazza, avvolta di luce, che la osserva e le sorride". È la prima Apparizione di Nostra Signora. Al tempo di Bernadette, la Grotta era un luogo sporco, oscuro, umido e freddo. Si chiamava questa Grotta "Grotta dei maiali", perché era il luogo dove si conducevano i maiali. È in questo luogo che Maria, tutto biancore, tutta purezza, segno dell'amore di Dio, cioè segno di ciò che Dio vuole fare in ciascuno di noi, ha voluto apparire. C'è un contrasto immenso tra questa Grotta oscura, umida, e la presenza di Maria Vergine, "l'Immacolata Concezione". Questo ci richiama il Vangelo: l'incontro tra la ricchezza di Dio e la povertà dell'uomo. Il Cristo è venuto a cercare ciò che era perduto. A Lourdes, Maria è apparsa in una Grotta sporca ed oscura, in questo luogo che si chiama Massabielle, la vecchia roccia, per dirci che Dio viene a raggiungerci dovunque siamo, nel pieno delle nostre miserie, di tutte le nostre cause perse. La Grotta non è soltanto il luogo dell'evento, un luogo geografico, è anche un luogo dove Dio ci da un segno per svelarci il suo cuore ed il nostro cuore. È un posto dove Dio ci lascia un messaggio che non è diverso che quello del Vangelo. Dio viene a dirci che ci ama - ecco tutto il contenuto del "Messaggio di Lourdes" -, e che ci ama così come siamo, con tutti i nostri successi, ma anche con tutte le nostre ferite, le nostre fragilità, i nostri limiti. Al tempo della terza Apparizione, il 18 febbraio, la Vergine parla per la prima volta. A Bernadette che le presenta un pezzo di carta ed una matita perché scriva il suo nome, "la Signora" risponde: "non è necessario". È una parola straordinaria. Ciò vuole dire che Maria vuole entrare con Bernadette in una relazione di amore, che si situa al livello del cuore. Il cuore, nella Bibbia, significa il centro anche della personalità, di ciò che c'è più di profondo nell'uomo. Bernadette è di primo acchito invitata ad aprire le profondità del suo cuore a questo messaggio d'amore. Alla seconda parola della Vergine: "potreste avere la gentilezza di venire qui durante quindici giorni?", Bernadette è frastornata. È la prima volta che le danno del "voi". Spiegherà questa parola dicendo: "Lei mi guardava come una persona guarda un'altra persona". L'Uomo, creato a immagine e alla rassomiglianza di Dio, è una persona. Bernadette, che si sente così rispettata e amata, fa lei stessa l'esperienza di essere una persona. Siamo tutti con dignità agli occhi di Dio. Perché ognuno è un amato da Dio. La terza parola della Vergine: "non vi prometto di rendervi felice in questo mondo, ma nell'altro". Conosciamo il mondo della violenza, della menzogna, della sensualità, del profitto, della guerra. Ma conosciamo anche il mondo della carità, della solidarietà, della giustizia. Quando Gesù, nel Vangelo, ci invita a scoprire il regno dei cieli, ci invita a scoprire, nel mondo così come è, un "altro mondo". Dove c'è l'amore, Dio è presente. Questa realtà non occulta l'orizzonte del messaggio che è il cielo. La Vergine Maria trasmette a Bernadette la certezza di una terra promessa che potrà essere raggiunta soltanto al di là della morte. Sulla terra, ci sono i fidanzamenti; le cerimonie nuziali sono per dopo, per il cielo. Fare l'esperienza di Dio, questo non è altro che fare l'esperienza dell'amore su questa terra. A chi ha saputo scoprire questo, Gesù dichiara: "non sei lontano dal regno di Dio". Nonostante la sua miseria, la sua malattia, la sua ignoranza, Bernadette è sempre stata profondamente felice. È questo il Regno di Dio, il mondo del vero amore. Durante le prime sette Apparizioni di Maria, Bernadette ha mostrato un viso raggiante di gioia, di felicità, di luce. Ma, tra l'ottava e la dodicesima apparizione tutto cambia: il viso di Bernadette diventa teso, triste, preoccupato e soprattutto compie gesti incomprensibili. Camminare sulle ginocchia fino in fondo alla Grotta. Baciare la terra, ancora tutta sporca e disgustosa, di questa Grotta. Mangiare delle erbe amare. Raspare il suolo e, per tre volte, provare a bere acqua fangosa, sorbirne un pò, poi sputarla. Prendere del fango tra le mani e sfregarselo sulla faccia. Quindi, Bernadette osserva la folla allargando le sue braccia. Allora tutti dicono: "è pazza". Molte volte, Bernadette ripeterà gli stessi gesti. Cosa significa tutto questo? Nessuno ha capito nulla! Siamo proprio nel cuore del "Messaggio di Lourdes". Questi gesti sono, infatti, gesti biblici. Perché "la Signora" gliel'ha chiesto. Bernadette diventa la immagine dell'Incarnazione, la Passione e la Morte del Cristo. Andare in ginocchio fino al fondo della Grotta: è il gesto dell'Incarnazione, dell'abbassamento di Dio che si fa uomo. Bernadette bacia la terra per significare che quest'abbassamento è giustamente il gesto dell'amore di Dio per gli uomini. Mangiare le erbe amare ricorda la tradizione ebrea che si trova nel Vecchio Testamento. Quando gli ebrei volevano significare che Dio aveva preso su di sè tutte le amarezze, tutti i peccati del mondo, uccidevano un agnello, lo svuotavano, lo riempivano di erbe amare e pronunciavano su lui la preghiera: "ecco l'Agnello di Dio che prende su di sé tutte le disgrazie, che toglie tutte le amarezze, tutti i peccati del mondo". Questa preghiera è ripetuta nella messa. Imbrattare la figura: il profeta Isaia mostra il Messia, il Cristo, sotto le caratteristiche del servo sofferente. "Perché portava su lui tutti i peccati degli uomini, il suo viso non aveva più figura umana". "Era", precisa Isaia, "come una pecora condotta al macello e, sul suo passaggio, la gente rideva di lui". Ecco, alla Grotta, Bernadette sfigurata dal fango, e la folla che grida: "è diventata pazza". Apparizione della Madonna a Bernadette I gesti che Bernadette compie sono gesti di liberazione. La Grotta è liberata dalle sue erbe, dal suo fango. Ma perché bisogna liberare questa Grotta? Perché nasconde un tesoro immenso che occorre assolutamente aggiornare. Così, alla nona Apparizione, "la Signora" chiederà a Bernadette di andare a raschiare il suolo, in fondo a questa "Spelonca per i maiali", dicendole: "andate alla fonte, berrete e lavatevi". Ed ecco che un po' d'acqua fangosa inizia a sgorgare, sufficientemente perché Bernadette possa berne. Ed ecco che quest'acqua diventa, poco a poco, trasparente, pura, limpida. Con questi gesti, ci è rivelato il mistero stesso del cuore del Cristo: "Un soldato, con la sua lancia, trapasserà il cuore e, immediatamente, scaturisce sangue e acqua". Ma anche le profondità del mistero del cuore dell'uomo, creato a immagine e somiglianza di Dio: "l'acqua che ti darò, diventerà in te sorgente di vita eterna". Il cuore dell'uomo, ferito dal peccato, è significato dalle erbe e dal fango. Ma in fondo a questo cuore, c'è la vita stessa di Dio, significata dalla fonte. Chiedono a Bernadette: "la Signora ti ha detto qualcosa ?" E lei risponde: "Sì, di tanto in tanto diceva: - Penitenza, penitenza, penitenza. Pregate per i peccatori - . Per "penitenza", si intende conversione. Per la Chiesa, la conversione consiste, come il Cristo l'ha insegnata, nel rivolgere il proprio cuore verso Dio, verso i propri fratelli. "Pregate per i peccatori". Pregare, fa entrare nello Spirito di Dio. Così possiamo capire che il peccato non fa la felicità dell'uomo. Il peccato è tutto ciò che si oppone a Dio. In occasione della tredicesima Apparizione, Maria si rivolge a Bernadette: "direte ai sacerdoti che si costruisca qui una cappella e che ci si venga in processione". "Che si venga in processione" significa andare, in questa vita, sempre presso i nostri fratelli. "Che si costruisca una cappella". A Lourdes, tante cappelle sono state costruite per accogliere la folla dei pellegrini. Ma, queste cappelle sono soltanto i segni di questa comunione fondata sulla carità, alla quale tutti sono chiamati. La cappella, è "la Chiesa" che dobbiamo costruire, là dove siamo, nella nostra famiglia, sul nostro luogo di lavoro, nella nostra parrocchia, nella nostra diocesi. Qualsiasi cristiano trascorre la sua vita costruendo la Chiesa, vivendo in comunione con Dio e i suoi fratelli. Il 25 marzo 1858, giorno della sedicesima Apparizione, Bernadette si reca alla Grotta dove, per volere di don Peyramale, parroco di Lourdes, chiede "alla Signora" di dire il suo nome. Per tre volte, Bernadette rivolge la domanda. Alla quarta richiesta, "la Signora" le risponde in dialetto: "Que soy era Immaculada Counceptiou", "Io sono l'Immacolata Concezione". Bernadette non ha capito immediatamente il senso di questa parola. L'Immacolata Concezione, così come lo insegna la Chiesa, è "Maria concepita senza peccato, grazie ai meriti della croce del Cristo" (definizione del dogma promulgato nel 1854). Bernadette si reca immediatamente dal signor parroco, per trasmettergli il nome "della Signora". Lui capirà che è la Madre di Dio che appare alla Grotta di Massabielle. Più tardi, il vescovo di Tarbes, Mgr Laurence, la autentificherà. La "firma" del messaggio avviene dopo 3 settimane di Apparizioni e 3 settimane di silenzio (dal 4 al 25 marzo). Il 25 marzo è il giorno dell'Annunciazione, del "concepimento" di Gesù nel ventre di Maria. La Signora della Grotta dice quale è la sua missione: Lei è la Madre di Gesù, tutto il suo essere è quello di concepire il Figlio di Dio, Lei è tutta per Lui. Per questo, è Immacolata, abitata da Dio. Così, la Chiesa e tutti i cristiani devono lasciarsi abitare da Dio per diventare immacolati, radicalmente perdonati ed in modo da essere, anche loro, testimoni di Dio. Sarà la vocazione di Bernadette. Il 7 aprile, durante l'Apparizione, la fiamma della candela passerà tra le sue dita senza bruciarla: diventa trasparente di luce, può, lei pure, comunicare la luce di Dio. Maria ci dice che è ciò che dobbiamo diventare. Il giorno della sua 1a Comunione (3 giugno 1858), Bernadette prolunga quest'esperienza unendosi al dono di Dio. Tratto dal sito Lourdes-france.org devozioni associate: Festa dell'apparizione della Vergine Immacolata a Lourdes: 11 febbraio e dell'Immacolata Concezione l'8 dicembre ROSARIO DELL’IMMACOLATA Si inizia col segno di croce, il Credo, Io credo in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra; e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito da Spirito Santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente; di la verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen. “Gesù mio, perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell’inferno, porta in cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della tua misericordia”. La Madonna a Mariefried nel 1946 chiese anche di pregare il Rosario dell’Immacolata. Lei disse che questo è il “Rosario delle Grazie” . E’ una potente preghiera per strappare il potere a satana per l’intercessione di Maria. Dopo i consueti misteri ad ogni Ave Maria si prega: 1° Mistero – per la tua Immacolata concezione salvaci. 2° Mistero – per la tua Immacolata concezione proteggici. 3° Mistero – per la tua Immacolata concezione guidaci. 4° Mistero – per la tua Immacolata concezione santificaci. 5° Mistero – per la tua Immacolata concezione governaci. Alla fine di ogni diecina si aggiunge: Tu Mediatrice grande, tu Mediatrice fedele, tu Mediatrice di tutte le grazie, prega per noi. MISTERI GAUDIOSI (Lunedì – Giovedì) 1° Mistero gaudioso: si contempla l’Annunciazione dell’Angelo a Maria. Pater, 10 Ave, Gloria, Gesù mio. 2° Mistero gaudioso: si contempla la visita di Maria S.S. a S. Elisabetta. Pater, 10 Ave, Gloria, Gesù mio. 3° Mistero gaudioso: si contempla la nascita di Gesù a Betlemme. Pater, 10 Ave, Gloria, Gesù mio. 4° Mistero gaudioso: si contempla la presentazione di Gesù al Tempio. Pater, 10 Ave, Gloria, Gesù mio. 5° Mistero gaudioso: si contempla il ritrovamento di Gesù nel Tempio. Pater, 10 Ave, Gloria, Gesù mio, Salve Regina… MISTERI DOLOROSI (Martedì-Venerdì) 1° Mistero doloroso: si contempla l’Agonia di Gesù nell’orto degli ulivi. Pater, 10 Ave, Gloria, Gesù mio. 2° Mistero doloroso: si contempla la Flagellazione di Gesù. Pater, 10 Ave, Gloria, Gesù mio. 3° Mistero doloroso: si contempla l’Incoronazione di spine di Gesù. Pater, 10 Ave, Gloria, Gesù mio. 4° Mistero doloroso: si contempla la salita di Gesù al Calvario. Pater, 10 Ave, Gloria, Gesù mio. 5° Mistero doloroso: si contempla la morte di Gesù in Croce. Pater, 10 Ave, Gloria, Gesù mio, Salve Regina MISTERI GLORIOSI (Mercoled-Sabato-Domenica) 1° Mistero glorioso: si contempla la Resurrezione di Gesù. Pater, 10 Ave, Gloria, Gesù mio. 2° Mistero glorioso: si contempla l’Ascensione di Gesù al Cielo. Pater, 10 Ave, Gloria, Gesù mio. 3° Mistero glorioso: si contempla la discesa dello Spirito Santo su Maria S.S. e gli Apostoli nel Cenacolo. Pater, 10 Ave, Gloria, Gesù mio. 4° Mistero glorioso: si contempla l’Assunzione di Maria S.S. al cielo. Pater, 10 Ave, Gloria, Gesù mio. 5° Mistero glorioso: si contempla l’incoronazione di Maria S.S. Regina del Cielo e della terra. Pater, 10 Ave,Gloria, Gesù mio, Salve Regina Salve, Regina, madre di misericordia, vita, dolcezza e speranza nostra, salve. A te ricorriamo, esuli figli di Eva; a te sospiriamo gementi e piangenti in questa valle di lacrime. Orsù dunque, avvocata nostra, rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi. E mostraci, dopo questo esilio, Gesù, il frutto benedetto del tuo seno. O clemente, o pia, o dolce Vergine Maria. web cam sulla grotta di Massabielle per chi desidera pregare innanzi alla Madonna di Lourdes: http://www.lourdes-radio.com/player_live/player_live_fr/player-token_fr.php LITANIE DELL'IMMACOLATA CONCEZIONE Queste litanie, furono approvate dal papa Sisto V nel 1587. Signore, pietà. Cristo, pietà. Signore, pietà. Cristo, ascoltaci. Cristo, esaudiscici. Dio Padre, nostro creatore, abbi pietà di noi Dio Figlio, nostro redentore, abbi pietà di noi Dio Spirito, nostro santificatore, abbi pietà di noi Santa trinità, unico Dio e Signore, abbi pietà di noi Vergine immacolata tra tutte le Vergini, prega per noi Vergine immacolata nella tua Concezione, prega per noi Figlia immacolata di Dio Padre, prega per noi Sposa immacolata dello Spirito Santo, prega per noi Tempio immacolato della Santa Trinità, prega per noi Immagine immacolata della saggezza di Dio, prega per noi Aurora Immacolata del sole di giustizia, prega per noi Arca vivente ed Immacolata ove riposa Gesù Cristo, prega per noi Porta Immacolata che conduci a Gesù, prega per noi Vergine Immacolata che trionfi sul peccato, prega per noi Vergine Immacolata che schiacci la testa del serpente, prega per noi Regine Immacolata del cielo e della terra, prega per noi Porta Immacolata della Gerusalemme celeste, prega per noi Dispensatrice Immacolata delle grazie di Dio, prega per noi Stella Immacolata del mare, prega per noi Torre Immacolata della Chiesa militante, prega per noi Rosa Immacolata tra le spine, prega per noi Ulivo immacolato del campo mistico del Signore, prega per noi Modello immacolato di ogni perfezione, prega per noi Causa Immacolata della nostra gioia, prega per noi Colonna Immacolata della nostra fede, prega per noi Fontana Immacolata del Divino Amore, prega per noi Segno immacolato e certo di salvezza, prega per noi Regola Immacolata della più perfetta obbedienza, prega per noi Casa Immacolata del pudore e della castità, prega per noi Ancora Immacolata della nostra salvezza, prega per noi Luce Immacolata dei saggi, prega per noi Corona Immacolata dei patriarchi, prega per noi Gloria Immacolata dei profeti, prega per noi Dottore immacolato degli apostoli, prega per noi Forza Immacolata dei martiri, prega per noi Sostegno immacolato dei confessori, prega per noi Purezza Immacolata delle vergini, prega per noi Gioia Immacolata di coloro che sperano in te, prega per noi Avvocata Immacolata dei peccatori, prega per noi Madre Immacolata della nostra piccola famiglia, prega per noi Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo Perdonaci, o Signore. Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo Ascoltaci, o Signore. Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo Abbi pietà di noi. Prega per noi, santa Madre di Dio. Perché siamo fatti degni delle promesse di Cristo. Preghiamo: Dio onnipotente ed eterno che ordini alla tua Chiesa di celebrare la gloria dell'Immacolata Concezione della Madre del Tuo Divin Figlio, ti supplichiamo affinché coloro che la onorano devotamente sulla terra, possano gioire un giorno nel cielo dell'eterna beatitudine. Così sia. Solennità dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria Lunedì, 8 dicembre 2003 del Santo Padre Giovanni Paolo II 1. Regina della pace, prega per noi! Nella festa della tua Immacolata Concezione torno a venerarti, o Maria, ai piedi di quest’effigie, che da Piazza di Spagna consente al tuo sguardo materno di spaziare su questa antica, e a me tanto cara, città di Roma. Sono venuto qui, stasera, a renderti l’omaggio della mia devozione sincera. E’ un gesto nel quale si uniscono a me, in questa Piazza, innumerevoli romani, il cui affetto mi ha sempre accompagnato in tutti gli anni del mio servizio alla Sede di Pietro. Sono qui con loro per iniziare il cammino verso il cento cinquantesimo anniversario del dogma che oggi celebriamo con gioia filiale. 2. Regina della pace, prega per noi! A Te si volge il nostro sguardo con più forte trepidazione, a Te ricorriamo con più insistente fiducia in questi tempi segnati da non poche incertezze e timori per le sorti presenti e future del nostro Pianeta. A Te, primizia dell’umanità redenta da Cristo, finalmente liberata dalla schiavitù del male e del peccato, eleviamo insieme una supplica accorata e fidente: Ascolta il grido di dolore delle vittime delle guerre e di tante forme di violenza, che insanguinano la Terra. Dirada le tenebre della tristezza e della solitudine, dell’odio e della vendetta. Apri la mente e il cuore di tutti alla fiducia e al perdono! 3. Regina della pace, prega per noi! Madre di misericordia e di speranza, ottieni per gli uomini e le donne del terzo millennio il dono prezioso della pace: pace nei cuori e nelle famiglie, nelle comunità e fra i popoli; pace soprattutto per quelle nazioni dove si continua ogni giorno a combattere e a morire. Fa’ che ogni essere umano, di tutte le razze e culture, incontri ed accolga Gesù, venuto sulla Terra nel mistero del Natale per donarci la “sua” pace. Maria, Regina della pace, donaci Cristo, pace vera del mondo! NOVENA ALLA MADONNA DI LOURDES da iniziare il 3 febbraio Qualunque sia l'aspetto talvolta disperato delle situazioni, questa novena ottiene sempre particolari grazie di forza e di pace. Occorre tuttavia tener presente che essa é legata a qualche atto cristiano che impegna. E' dunque meglio non cominciarla neppure, se non si è più che decisi a compiere qualcuno di questi atti il meglio possibile. 1° giorno. Nostra Signora di Lourdes, Vergine Immacolata, prega per noi. Nostra Signora di Lourdes, eccomi ai tuoi piedi per sollecitare questa grazia: la mia fiducia nel tuo potere d'intercessione è incrollabile. Tutto tu puoi ottenere dal tuo divin Figlio. 3 ave maria Proposito: Fare un atto di riconciliazione nei confronti di una persona ostile o da cui ci si è allontanati per naturale antipatia. 2° giorno. Nostra Signora di Lourdes, che hai scelto per interprete una debole e povera fanciulla, prega per noi. Nostra Signora di Lourdes, aiutami ad adottare ogni mezzo per diventare più umile e più abbandonato a Dio. So che è cosi che potrò piacerti e ottenere la tua assistenza. 3 ave maria Proposito: Scegliere una data prossima per confessarsi, attenersi. 3° giorno. Nostra Signora di Lourdes, diciotto volte benedetta nelle tue apparizioni, prega per noi. Nostra Signora di Lourdes, ascolta oggi i miei voti supplicanti. Esaudiscili se, realizzandosi, potranno procurare la gloria di Dio e la salvezza delle anime. 3 ave maria Proposito: Fare una visita al Santissimo Sacramento in una chiesa. Affidare nominatamente a Cristo i parenti, gli amici o relazioni in difficoltà. Non dimenticare i defunti. 4° giorno. Nostra Signora di Lourdes, tu, a cui Gesù nulla può rifiutare, prega per noi. Nostra Signora di Lourdes, intercedi per me presso il tuo divin Figlio. Attingi a piene mani nei tesori del suo Cuore e spandili su coloro che pregano ai tuoi piedi. 3 ave maria Proposito: Recitare oggi un rosario meditato. 5° giorno. Nostra Signora di Lourdes che mai nessuno ha invocato invano, prega per noi. Nostra Signora di Lourdes, se tu lo vuoi, nessuno di quelli che oggi ti invocano se ne andrà senza aver sperimentato l'effetto della tua potente intercessione. 3 ave maria Proposito: Fare a mezzogiorno o alla sera di quest'oggi un parziale digiuno in riparazione dei propri peccati, e anche secondo le intenzioni di quelli che pregano o pregheranno la Madonna con questa novena. 6° giorno. Nostra Signora di Lourdes, salute dei malati, prega per noi. Nostra Signora di Lourdes, Intercedi per la guarigione dei malati che ti raccomandiamo. Ottieni loro un aumento di forza se non la salute. 3 ave maria Proposito: Recitare di tutto cuore un atto di consacrazione alla Madonna.. 7° giorno. Nostra Signora di Lourdes che preghi incessantemente per i peccatori, prega per noi. Nostra Signora di Lourdes che hai guidato Bernardette fino alla santità, donami quell'entusiasmo cristiano che non indietreggia davanti ad alcun sforzo perché regni maggiormente la pace e l'amore tra gli uomini. 3 ave maria Proposito: Visitare un malato o una persona sola. 8° giorno. Nostra Signora di Lourdes, sostegno materno di tutta la Chiesa, prega per noi. Nostra Signora di Lourdes, proteggi il nostro Papa e il nostro vescovo. Benedici tutto il clero e in modo particolare i sacerdoti che ti fanno conoscere e amare. Ricordati di tutti i sacerdoti defunti che ci hanno trasmesso la vita dell'anima. 3 ave maria Proposito: Far celebrare una messa per le anime del purgatorio e comunicarsi con questa intenzione. 9° giorno. Nostra Signora di Lourdes, speranza e consolazione dei pellegrini, prega per noi. Nostra Signora di Lourdes, giunto al termine di questa novena, voglio già ringraziarti per tutte le grazie che mi hai ottenuto nel corso di questi giorni, e per quelle che mi otterrai ancora. Per meglio riceverle e ringraziarti, prometto di venire a pregarti il più sovente possibile in uno dei tuoi santuari. 3 ave maria Proposito: fate una volta nell'anno un pellegrinaggio ad un santuario mariano, anche molto vicino alla propria residenza, oppure partecipare ad un ritiro spirituale. Litanie della Madonna di Lourdes Signore pietà, Signore pietà; Cristo pietà, Cristo pietà; Signore pietà, Signore pietà; Nostra Signora di Lourdes, Vergine Immacolata prega per noi; Nostra Signora di Lourdes, Madre del Divin Salvatore prega per noi; Nostra Signora di Lourdes, che hai scelto come interprete una debole e povera fanciulla prega per noi; Nostra Signora di Lourdes, che hai fatto sgorgare sulla terra una sorgente che dà contorto a tanti pellegrini prega per noi; Nostra Signora di Lourdes, dispensatrice dei doni del Cielo prega per noi; Nostra Signora di Lourdes, a cui Gesù nulla può rifiutare prega per noi; Nostra Signora di Lourdes, che nessuno ha mai invocato invano prega per noi; Nostra Signora di Lourdes, consolatrice degli afflitti prega per noi; Nostra Signora di Lourdes, che guarisci da ogni malattia prega per noi; Nostra Signora di Lourdes, speranza dei pellegrini prega per noi; Nostra Signora di Lourdes, che preghi per i peccatori prega per noi; Nostra Signora di Lourdes, che ci inviti alla penitenza prega per noi; Nostra Signora di Lourdes, sostegno della santa Chiesa prega per noi; Nostra Signora di Lourdes, avvocata delle anime del purgatorio prega per noi; Nostra Signora di Lourdes, Vergine del Santo Rosario prega per noi; Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo perdonaci Signore; Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo ascoltaci o Signore; Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo abbi pietà di noi; Prega per noi, Nostra Signora di Lourdes Affinché siamo fatti degni delle promesse di Cristo. Preghiamo: Signore Gesù, noi ti benediciamo e ti ringraziamo per tutte le grazie che, per mezzo della Madre tua a Lourdes, hai sparso sul tuo popolo in preghiera e sofferente. Fa' che anche noi, per l'intercessione di Nostra Signora di Lourdes, possiamo aver parte di questi beni per meglio amarti e servirti! Amen. La firma di Maria sull'europa: quarta tappa: Pontmain LA MADONNA A PONTMAIN Pontmain, 17 gennaio 1871 La sera del 17 gennaio 1871, mentre le truppe prussiane capeggiate dal generale von Schmidt avanzavano verso Laval, la popolazione bretone decide di iniziare delle veglie di preghiera alla Vergine Maria per ottenere la fine della guerra e la liberazione di Parigi. Il luogo prescelto è la celebre basilica di Nostra Signora delle Vittorie, ad Avesnières l’ora dalle otto alle nove di sera, per permettere la partecipazione di tutti. Nessuno lo sa, ma la Madonna ha già risposto in un paesetto poco lontano: Pontmain, un tempo celebre per il suo castello, che è stato distrutto nel XV, ed ora ridotto ad un villaggio di campagna dove 5oo abitanti sono dispersi in 17 frazioni! Qui alle sei di quel fatidico giorno la Vergine Maria apparve ad un gruppo di bambini e ragazzi, tra cui Eugenio e Giuseppe Barbedette. Era vestita con un abito blu cosparso di stelle d’oro, come il cielo di quella notte gelida e serena, portava una corona d’oro ornata da un nastro rosso ed intorno a lei brillavano tre stelle disposte a triangolo, quasi a separare lo spazio sacro dal resto del cielo. Guardava i ragazzi in silenzio, con le mani giunte ed il viso sorridente. A poco a poco gli abitanti del villaggio si raccolgono e pur non vedendo la Madonna distinguono le tre stelle assolutamente nuove rispetto a quelle comunemente viste in cielo. Quando arriva il parroco, don Michel Guérin, sul cuore della Vergine si stampa una piccola croce rossa, mentre tutta la visione è circondata da un ovale blu, con quattro candele spente. Il parroco invita la folla a recitare il rosario e l’apparizione sembra seguire attentamente la preghiera, anche se non parla; alla fine del rosario si apre sotto ai suoi piedi uno striscione dove si stampano a poco a poco le lettere d’oro che compongono un messaggio. I ragazzi più grandi leggono ad alta voce: «Ma pregate, miei fanciulli, Dio vi esaudirà in breve tempo mio Figlio si lascia commuovere»a queste parole la gente acclama Maria quale Madre della speranza, i ragazzi saltano di gioia ripetendo «Oh, com’è bella». All’improvviso appare davanti alla Madonna un crocifisso rosso sangue, con la scritta “Gesù Cristo” ed Ella diventa profondamente triste, mentre una stella si sposta ed accende ad una ad una le candele. Man mano che la loro luce si diffonde il crocifisso scompare e la Vergine riacquista il suo dolce sorriso, stende di nuovo le mani e sulle sue spalle compaiono due piccole croci bianche, vuote. Infine alle 21 circa, mentre si recitava la preghiera della sera, si alza dal cielo un velo bianco in cui la visione scompare a poco a poco. Poco lontano, a Laval, arriva l’ordine di ritirare le truppe, l’indomani a Saint-Melaine, che dista due chilometri da Laval, le truppe francesi riescono ad avere la meglio sul nemico ed undici giorni dopo venne firmata la pace. Il 2 febbraio 1872 il vescovo di Laval, Mgr. Wicard, riconobbe come autentica l’apparizione e da allora la Madonna è qui venerata come Regina della Pace e Madre della Speranza. Nella sentenza si legge: “Noi dichiariamo che l’Immacolata Vergine Maria, Madre di Dio, apparve veramente il 17 gennaio del 1871 a Eugène e Joseph Barbedette, Françoise Richer and Jeanne-Marie Lebossé, nel villaggio di Pontmain”. Diciassette anni più tardi sul luogo dell’apparizione sorge una basilica che ripropone lo stile gotico dell’epoca delle grandi cattedrali, ritenendolo il più adatto alla preghiera. Qui le candele brillano giorno e notte, mentre 300.000 pellegrini all’anno rispondono alla chiamata della Vergine. Due centri d’accoglienza affiancano la basilica, per permettere ai pellegrini di ristorarsi, ma il rettore del santuario raccomanda a tutti di formare dei gruppi di preghiera a casa propria, per continuare ogni giorno a pregare per la Pace e la Speranza, in unione col santuario stesso. dal sito: madonnadimedju.altervista.org Pontmain e Beshwat Nella storia dell’apparizione di Maria a Pontmain compare centotrenta anni dopo un piccolo villaggio del Libano, Beshwat, dove c’è una piccola chiesetta in cui si venera una statua della Madonna di Pontmain, portata un secolo fa da un padre gesuita. Da alcuni anni questo centro è diventato meta di numerosi pellegrinaggi dal momento che sono state attribuite alla Vergine di Pontmain una serie di prodigi e di guarigioni repentine e inspiegabili; il fatto curioso è che alcune tra queste guarigioni hanno riguardato fedeli islamici e persino Siham Dalloul, moglie di un ex ministro della Difesa libanese e musulmana, dice di aver avuto una visione. Numerosi quindi sono i musulmani che vi si recano (si deve considerare che l’Islam, considerando Gesù un profeta, rispetta Maria). La notizia ha avuto larga diffusione grazie al settimanale “Oggi” che ne ha parlato nel numero del 12 novembre 2008, riportando alcune significative testimonianze. (pezzo tratto da www.wikipedia.org) DEVOZIONE ASSOCIATA Ave Maris Stella Ave, stella del mare Eccelsa madre di Dio E sempre Vergine, Felice porta del cielo Accogliendo quell'"Ave" dalla bocca di Gabriele, donaci la pace, mutando la fama di Eva. Sciogli i vincoli per i rei, dà luce ai ciechi, scaccia i nostri mali, dacci ogni bene. Mostrati Madre di tutti, offri la nostra preghiera, Cristo l'accolga benigno, lui che si è fatto tuo Figlio. Vergine santa fra tutte, dolce regina del cielo, rendi innocenti i tuoi figli, umili e puri di cuore. Donaci giorni di pace, veglia sul nostro cammino, fa' che vediamo il tuo Figlio, pieni di gioia nel cielo. Sia lode a Dio Padre, gloria al Cristo Signore, e allo Spirito Santo unico onore alla Santa Trinità. Amen. PREGHIERE INNALZATE DAL POPOLO DURANTE L'APPARIZIONE: « Madre della speranza, il cui nome è così dolce proteggete la nostra Francia, Pregate, Pregate per noi ». “Mio dolce Gesù, è il tempo di perdonare ai nostri cuori pentiti Noi non offenderemo mai più la vostra immensa bontà, Gesù!” CANTO DEL PARCE DOMINE Perdona Signore, il tuo popolo, non rimanere in eterno adirato con noi. Plachiamo l’ira vendicatrice, piangiamo di fronte al Giudice, chiamiamolo con voce supplicante, inchiniamoci tutti al volere di Dio. Con le nostre colpe abbiamo offeso la Tua clemenza. Tu che perdoni, infondi su di noi la Tua indulgenza. Concedici di lavare con il pianto il nostro cuore, perché la tua carità è sempre viva. La firma di Maria sull'europa: quinta tappa: Pellevoisin L'evento di Pellevoisin del 1876 sembra essere difforme dalle precedenti apparizioni mariane che avevano avuto una significativa relazione con ciò che si manifestava negli avvenimenti umani (vicende francesi del 1870/71, anticipate dai messaggi di Rue du Bac). A Pellevoisin, un piccolo paese nel centro della Francia, le manifestazioni della Vergine sono orientate alla conversione e alla guarigione personale della veggente Estelle Faguette. Torniamo alla figura della veggente e al suo grave stato di salute che nel 1875 la spinse a far depositare una lettera nella grotta di Lourdes, nella quale implorava: «Impetratemi dal vostro divin Figlio, per la sua gloria, la salute di questo mio corpo. Vedete il dolore dei miei genitori, e sapete che hanno solo me come sostegno. Essi sono sul punto di dover mendicare un tozzo di pane e io non posso pensarci senza esserne addolorata profondamente. Mi ridia la salute, se così gli piace: ma sia fatta la sua volontà, e non la mia. Mi conceda almeno una piena rassegnazione ai suoi disegni, e tutto serva per la mia salvezza e per quella dei miei genitori». Quando scrisse quella lettera, Estelle aveva 32 anni ed era ormai considerata in fin di vita per le conseguenze di gravi patologie che l'avevano colpita nell'arco di tredici anni: il vaiolo cancrenoso, la peritonite acuta, la tubercolosi polmonare e un tumore al fianco sinistro. Il 14 febbraio 1876 la donna si trovava e letto, in quella stessa stanza che oggi fa da piccolo santuario, e scriveva: «(...) ogni momento cercavo di ripetere "Mio Dio, sia fatta la tua volontà". Il giorno in cui ricevetti l'unzione degli infermi divenni più calma e ripetei spesso, dopo aver ricevuto la santa comunione: "Signore, voi sapete meglio di me quello di cui ho bisogno: fate ciò che volete, ma aiutatemi a offrire il mio sacrificio con generosità!. Veramente queste parole mi sgorgarono dall'intimo del cuore. E Dio accolse la mia preghiera». Nella notte fra il 14 e il 15 febbraio, infatti, Estelle ebbe un'apparizione, ma non fu quella che si aspettava: ai piedi del letto comparve il diavolo, anche se subito dopo si presentò pure la Vergine. Riflettendo si può dedurre è che, quando siamo in stato di peccato, evidentemente il diavolo ha dei diritti su di noi, e quindi ha motivo per essere presente e per cercare di contrastare l'azione della Madonna. Qui a Pellevoisin si esplicitò una vera e propria contesa fra satana e Maria, perchè quest'ultima reagì con forza alle pretese del diavolo: «Che fai lì? Non vedi che porta la divisa mia e quella di mio Figlio?», gli disse a brutto muso. Dunque a ragione la Vergine potè rassicurarla: «Non temere, sai bene che mi sei figlia». In effetti Estelle si era iscritta del 1857 all'associazione delle Figlie di Maria. La Madonna continuò ad apparire nelle quattro nottate successive e, via via, condusse rapidamente Estelle lungo l'itinerario del pentimento e della conversione, con il diavolo che in ciascuna occasione si manifestava sempre più in lontananza, quasi a esplicitare la graduale purificazione della donna. Lo sviluppo delle prime cinque apparizioni mostra anche che il cammino di guarigione di Estelle procedette di pari passo sia sotto l'aspetto fisico che sotto l'aspetto spirituale. Nella prima apparizione la Madonna, riferendosi alla lettera di Estelle, le disse: «Soffrirai ancora cinque giorni, in onore delle cinque piaghe di Gesù. Sabato, o sarai morta o sarai guarita. Se mio Figlio ti darà vita, voglio che tu celebri la mia gloria». La notte successiva continuò il discorso: «Mio Figlio ti ha guardata con tenerezza e ti lascia vivere: sabato sarai guarita»; e dinanzi all'obiezione della donna: «Madre buona, se potessi scegliere preferirei morire finchè sono ben preparata», la Madonna rispose: «Ingrata! Se mio Figlio ti dà la vita è perchè ne hai bisogno. Non credere che, vivendo, non soffrirai. Al contrario! Ma è la sofferenza ad accrescere il valore della vita». E, durante al'apparizione, dinanzi agli occhi di Estelle si manifestarono tutte le colpe che aveva sino ad allora commesso. Nella terza apparizione la Vergine mostrò alla donna anche le buone azioni da lei compiute: «Io sono tutta misericordiosa e padrona di mio Figlio. Queste poche buone azioni, queste preghiere ferventi che mi hai rivolto, hanno commosso il mio cuore di madre. D'ora innanzi cerca di essere fedele. Non sprecare le grazie che ricevi: celebra la mia gloria». Nella quarta e nella quinta apparizione , Maria si avvicinò sempre più a Estelle, incitandola a perseverare. Poi le disse: «Se vuoi servirmi, sii semplice e le tue azioni corrispondano alle tue parole. Ci si può salvare in qualsiasi situazione; anche lì dove sei puoi fare molto bene e celebrare la mia gloria». C'è tutta una catechesi mariana in queste cinque prime apparizioni. Quello che la Madonna ha voluto mostrarci attraverso tale percorso è appunto che le guarigioni da lei operate esigono come presupposto che ci sia una purificazione dal male, la rinuncia al peccato e l'accettazione della volontà di Dio. Estelle visse altri cinquantatrè anni secondo la modalità che le aveva preannunciato la Vergine: «Seppi dalle labbra di questa Madre buona che dovevo subire calunnie, asprezze, menzogne, abbandono, sofferenze di ogni genere, anche le più infamanti, al punto che, quando i fatti accaddero, non ne fui sorpresa». Nelle apparizioni di Pellevoisin risaltano tre cicli. Dopo il gruppo delle prime cinque apparizioni, ce n'è uno transitorio di tre (dall'1 al 3 luglio), in ciascuna delle quali la Vergine ribadì a Estelle: «Sii calma». Infine, ci sono le ultime sette, nelle quali si palesò lo specifico messaggio. In tutto sono dunque quindici, cosicchè ancora una volta il simbolismo del rosario torna a farsi presente. Nella prima apparizione di quest'ultimo gruppo, la Madonna si rivolse a Estelle con un tocco finemente umoristico: «Hai proprio il carattere francese: vuoi sapere tutto prima di imparare e comprendere tutto prima di sapere». In qualche modo è un'osservazione che si rivolge all'intera l'umanità, cui imputa l'incapacità di fidarsi di lei, senza prima aver compreso tutto razionalmente. E invece lei la sollecita all'atteggiamento opposto, non della cecità certamente, bensì della fede. Il messaggio di Pellevoisin Per comprendere bene il messaggio di Pellevoisin, occorre tenere presente che questa calma e questa fiducia si innestano nella forza delle sue affe rmazioni: «Io sono tutta misericordiosa e padrona di mio Figlio. SOno venuta per la conversione dei peccatori. I tesori di mio Figlio sono aperti. Raccomando la calma, non soltanto per te, ma per la Chiesa e per la Francia. Io scelgo i piccoli e i deboli». Nella quinta apparizione la Vergine disse inoltre a Estelle: «Ciò che mi affligge maggiormente è la mancanza di rispetto verso mio Figlio nella santa comunione e l'irriverenza della preghiera fatta con lo spirito occupato in divagazioni: dico questo anche per le persone che pretendono di essere pie». Nell'ultima apparizione, mostrando alla veggente il proprio scapolare, le confidò: «Io sarò molto contenta di vedere che i miei figli lo portano e cercano di riparare agli oltraggi che mio Figlio riceve nel sacramento del suo amore. Vedi le grazie che spando su quanti lo porteranno con fiducia? Queste grazie sono di mio Figlio, io le prendo nel suo cuore ed egli non me le rifiuta». Sembra di udire l'eco delle precedenti occasioni di Rue du Bac, quando la Vergine disse che voleva dare ogni grazia agli uomini, e di Pontmain, quando sollecitò la preghiera per ottenere l'esaudimento delle richieste. Tratto da: "La Firma di Maria" (edizioni Sugarco) 2005 [Padre Livio & Saverio Gaeta DEVOZIONE ASSOCIATA: L'ABITINO O SCAPOLARE DEL SACRO CUORE O DEL CARMELO Per approfondire questa seria devozione tanto voluta e chiesta da nostra Madre, visitare il sito: http://www.preghiereagesuemaria.it/sala/lo%20scapolare%20della%20madonna%20del%20carmel o.htm La firma di Maria sull'europa: sesta tappa: Fatima LE APPARIZIONI DELLA MADONNA Prima Apparizione (13 maggio 1917) Scritto da Lucia di Fatima (Suor Maria del Cuore Immacolato) nel 1941 per ordine di sua ecc. mons. José Alves Correia da Silva, che le ordinò di scrivere qualsiasi altra cosa che ricordasse sugli avvenimenti di Fatima. Mentre stavo per giocare con Giacinta e Francesco, in cima al pendio della Cova da Iria, a fare un muretto intorno a una macchia, vedemmo, all'improvviso, qualcosa come un lampo. - È meglio che ce n'andiamo a casa - dissi ai miei cugini - perché sta lampeggiando. Potrebbe venire un temporale. - Sì, andiamo. E cominciammo a scendere il pendio, spingendo le pecore verso la strada. Arrivati all'incirca a metà pendio, quasi vicino a un grande leccio che c'era lì, vedemmo un altro lampo e, fatti alcuni passi più avanti, vedemmo sopra un'elce una Signora, tutta vestita di bianco, più brillante del sole che diffondeva luce più chiara e intensa di un bicchiere di cristallo pieno di acqua cristallina, attraversata dai raggi del sole più ardente. Sorpresi dall'apparizione, ci fermammo. Eravamo così vicini, che ci trovammo dentro alla luce che la circondava o che Lei diffondeva. Forse a un metro e mezzo di distanza, più o meno. Allora la Madonna ci disse: - Non abbiate timore. Io non vi faccio del male. - Di dove siete? - le domandai. - Sono del cielo. - E che cos'è che volete da me? - Sono venuta a chiedervi che veniate qui sei mesi di seguito, il giorno 13 a questa stessa ora. Poi dirò chi sono e che cosa voglio. Poi tornerò ancora qui una settima volta. - E anch'io andrò in cielo? - Sì, ci andrai. - E Giacinta? - Anche lei. - E Francesco? - Pure, ma deve recitare molti Rosari. Mi ricordai allora di chiedere di due ragazze che erano morte da poco. Erano mie amiche e stavano in casa mia per imparare a tessere con la mia sorella più vecchia. - Maria das Neves è già in cielo? - Sì. (Mi pare che avrà avuto più o meno sedici anni). - E Amelia? - È in purgatorio fino alla fine del mondo. (Mi pare che avrà avuto da diciotto a vent'anni). - Volete offrirvi a Dio per sopportare tutte le sofferenze ch'Egli vorrà inviarvi, in atto di riparazione dei peccati con cui Egli è offeso e di supplica per la conversione dei peccatori? - Sì, vogliamo. - Avrete dunque molto da soffrire, ma la grazia di Dio sarà il vostro conforto. Fu al pronunciare queste parole («la grazia di Dio ecc.»), che aprì per la prima volta le mani, comunicandoci una luce molto intensa, come un riflesso che da esse usciva, che ci penetrava nel petto e nel più intimo dell'anima, facendoci vedere noi stessi in Dio, che era quella stessa luce, più chiaramente di quanto non ci vediamo nel migliore degli specchi. Allora, per un impulso intimo, anch'esso comunicato, cademmo in ginocchio e ripetemmo intimamente: «O Santissima Trinità, io vi adoro. Mio Dio, mio Dio, io vi amo nel Santissimo Sacramento». Passati i primi momenti, la Madonna aggiunse: «Recitate il Rosario tutti i giorni per ottenere la pace per il mondo e la fine della guerra». Subito dopo, cominciò a elevarsi serenamente, salendo verso levante, fino a scomparire nell'immensità della distanza. La luce che la circondava apriva come un sentiero tra la massa degli astri, motivo per cui alcune volte abbiamo detto di aver visto il cielo aprirsi. Seconda Apparizione (13 giugno 1917) Scritto da Lucia di Fatima (Suor Maria del Cuore Immacolato) nel 1941 per ordine di sua ecc. mons. José Alves Correia da Silva, che le ordinò di scrivere qualsiasi altra cosa che ricordasse sugli avvenimenti di Fatima. Dopo aver recitato il Rosario con Giacinta e Francesco ed altre persone presenti, vedemmo di nuovo il riflesso della luce che si avvicinava (e che noi chiamavamo «lampo»); e, subito dopo, la Madonna sopra l'elce, tutto come nel mese di maggio. - Che cosa volete da me? - domandai. - Voglio che veniate qui il 13 del prossimo mese, che recitiate il Rosario tutti i giorni e che impariate a leggere. Poi dirò quello che voglio. Chiesi la guarigione di un malato. - Se si converte, guarirà durante l'anno. - Vorrei chiedervi di portarci in cielo. - Sì, Giacinta e Francesco li porterò presto. Ma tu resterai qua ancora per un po'. Gesù vuol servirsi di te per farmi conoscere e amare. Lui vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato. - Resto qui sola? - domandai afflitta. - No, figlia. E tu soffri molto per questo? Non ti scoraggiare. Io mai ti lascerò. Il mio Cuore Immacolato sarà il tuo rifugio e il cammino che ti condurrà fino a Dio. Fu nell'istante in cui disse queste ultime parole, che aprì le mani e ci comunicò per la seconda volta il riflesso di quella luce immensa. In essa noi ci vedevamo come immersi in Dio. Giacinta e Francesco pareva che stessero nella parte di quella luce che si elevava verso il cielo e io in quella che si diffondeva sulla terra. Davanti al palmo della mano destra della Madonna c'era un cuore circondato di spine, che pareva vi stessero conficcate. Comprendemmo che era il Cuore Immacolato di Maria, oltraggiato dai peccati dell'umanità, che voleva riparazione. Ecco, eccellenza reverendissima, a che cosa ci riferivamo quando dicevamo che la Madonna ci aveva rivelato un segreto in giugno. La Madonna non ci ordinava ancora, questa volta, di mantenere il segreto. Ma sentivamo dentro che Dio a questo ci spingeva. Terza Apparizione (13 luglio 1917) Scritto da Lucia di Fatima (Suor Maria del Cuore Immacolato) nel 1941 per ordine di sua ecc. mons. José Alves Correia da Silva, che le ordinò di scrivere qualsiasi altra cosa che ricordasse sugli avvenimenti di Fatima. Alcuni momenti dopo essere arrivati alla Cova da Iria, vicino all'elce, tra una numerosa folla di popolo, mentre dicevamo il Rosario, vedemmo il riflesso della luce familiare e, subito dopo, la Madonna sopra l'elce. - Che cosa volete da me? - domandai. - Voglio che veniate qui il 13 del prossimo mese, che continuiate a recitare il Rosario tutti i giorni in onore della Madonna del Rosario per ottenere la pace del mondo e la fine della guerra, perché solo Lei vi potrà aiutare. - Vorrei chiedervi di dirci chi siete, e di fare un miracolo con il quale tutti credano che Voi ci apparite. - Continuate a venire qui tutti i mesi. In ottobre dirò chi sono, quello che voglio e farò un miracolo che tutti vedranno per credere. A questo punto feci alcune richieste, che non ricordo bene quali furono. Quel che mi ricordo è che la Madonna disse che era necessario recitare il Rosario per ottenere le grazie durante l'anno. E continuò: «Sacrificatevi per i peccatori e dite molte volte, specialmente quando fate qualche sacrificio: "O Gesù, è per vostro amore, per la conversione dei peccatori e in riparazione dei peccati commessi contro il Cuore Immacolato di Maria"». Mentre diceva queste ultime parole, aprì di nuovo le mani come nei due mesi passati. Il riflesso parve penetrare la terra e vedemmo come un mare di fuoco, immersi in questo fuoco i demoni e le anime come se fossero braci trasparenti e nere o abbronzate, con forma umana, che fluttuavano nell'incendio, sollevate dalle fiamme che da loro stesse uscivano insieme a nuvole di fumo, e ricadevano da tutte le parti, simili al cadere di faville nei grandi incendi, senza peso né equilibrio, tra grida e gemiti di dolore e di disperazione, che terrorizzava e faceva tremare di paura. (Dev'essere stato l'impatto con questa visione che mi fece pronunciare quell'«ahi» che dicono di aver sentito da me). I demoni si distinguevano per forme orribili e schifose di animali spaventosi e sconosciuti, ma trasparenti come neri carboni accesi. Spaventati e come per invocare soccorso alzammo gli occhi verso la Madonna, che ci disse con bontà e tristezza: «Avete visto l'inferno, dove vanno le anime dei poveri peccatori. Per salvarle, Dio vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato. Se faranno quello che io vi dirò, molte anime si salveranno e ci sarà pace. La guerra sta per finire, ma, se non smetteranno di offendere Dio, sotto il regno di Pio XI, ne comincerà un'altra peggiore. Quando vedrete una notte illuminata da una luce sconosciuta, sappiate che è il grande segno che Dio vi dà che sta per punire il mondo dei suoi crimini per mezzo della guerra, della fame e di persecuzioni alla Chiesa e al santo Padre. Per impedirla, verrò a chiedere la consacrazione della Russia al mio Cuore Immacolato e la Comunione riparatrice nei primi sabati. Se ascolteranno le mie richieste, la Russia si convertirà e ci sarà pace; se no, diffonderà i suoi errori nel mondo promuovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa; i buoni saranno martirizzati; il Santo Padre avrà molto da soffrire; varie nazioni saranno distrutte. Alla fine il mio Cuore Immacolato trionferà. Il Santo Padre mi consacrerà la Russia che si convertirà e sarà concesso al mondo un periodo di pace. In Portogallo si conserverà sempre il dogma della fede. Ecc. Questo non lo dite a nessuno. A Francesco, sì, potete dirlo. Quando recitate il Rosario, dite dopo ogni mistero: "O mio Gesù, perdonateci, liberateci dal fuoco dell'inferno, portate in cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose"». Seguì un istante di silenzio e domandai: - Non volete più nulla da me? - No, oggi non voglio più nulla. - E, come al solito, cominciò a elevarsi verso levante fino a scomparire nell'immensa distanza del firmamento. [Ecc. è il terzo segreto affidato da Maria] Quarta Apparizione (15 agosto 1917) Scritto da Lucia di Fatima (Suor Maria del Cuore Immacolato) nel 1941 per ordine di sua ecc. mons. José Alves Correia da Silva, che le ordinò di scrivere qualsiasi altra cosa che ricordasse sugli avvenimenti di Fatima. Andando con le pecore in compagnia di Francesco e di suo fratello Giovanni, in un luogo chiamato Valinhos e intuendo che qualche cosa di soprannaturale si stava avvicinando e ci avvolgeva, supponendo che la Madonna sarebbe venuta ad apparirci, e dispiacendomi che Giacinta restasse senza vederla, chiedemmo al suo fratello Giovanni che andasse a chiamarla. Siccome non voleva andarci, gli diedi due ventini e così partì correndo. Nel frattempo, vidi insieme a Francesco il riflesso della luce, che noi chiamavamo lampo e, arrivata Giacinta, un istante dopo, vedemmo la Madonna sopra un'elce. - Che cosa volete da me? - Voglio che continuiate ad andare alla Cova da Iria il 13 e che continuiate a recitare il Rosario tutti i giorni. L'ultimo mese farò il miracolo perché tutti credano. - Che cosa volete che si faccia con i soldi che il popolo lascia alla Cova da Iria? - Facciano due bussole: una portala tu insieme a Giacinta e ad altre due bambine vestite di bianco; l'altra che la porti Francesco con altri tre bambini. I soldi delle bussole sono per la festa della Madonna del Rosario e quello che avanza è per la costruzione di una cappella che mi faranno fare. - Vorrei chiedervi la guarigione di alcuni malati. - Sì, alcuni li guarirò durante l'anno. E, assumendo un aspetto più triste: - Pregate, pregate molto e fate sacrifici per i peccatori, perché molte anime vanno all'inferno perché non hanno chi si sacrifichi e preghi per loro. E, come al solito, cominciò ad elevarsi verso levante. Quinta Apparizione (13 settembre 1917) Scritto da Lucia di Fatima (Suor Maria del Cuore Immacolato) nel 1941 per ordine di sua ecc. mons. José Alves Correia da Silva, che le ordinò di scrivere qualsiasi altra cosa che ricordasse sugli avvenimenti di Fatima. Quando l'ora fu vicina, andai con Giacinta e Francesco, tra numerose persone, che a malapena ci lasciavano camminare. Le strade erano piene zeppe di gente perché tutti volevano vederci e parlarci. Lì non c'era rispetto umano. Numerose persone, e perfino signore e signori, riuscendo ad aprirsi un varco tra la folla che si stringeva attorno a noi, venivano a prostrarsi in ginocchio davanti a noi, chiedendo che presentassimo alla Madonna le loro necessità. Altri, non riuscendo ad arrivare vicino a noi, gridavano da lontano: Per amor di Dio chiedete alla Madonna che mi guarisca il figlio che è zoppo. Un altro: che guarisca il mio che è cieco. Un altro: il mio che è sordo. Che mi riporti mio marito, mio figlio che è in guerra; che mi converta un peccatore; che mi dia la salute, perché sono tisico, ecc. ecc. Lì apparivano tutte le miserie della povera umanità e alcuni gridavano perfino dalla cima degli alberi e dai muretti, dove salivano al fine di vederci passare. Dicendo agli uni di sì, dando la mano agli altri per aiutarli ad alzarsi dalla polvere della terra, andavamo avanti grazie ad alcuni signori che ci aprivano un passaggio tra la folla. Quando leggo adesso nel Nuovo Testamento certe scene così affascinanti di quando Nostro Signore passava attraverso la Palestina, mi ricordo di queste a cui ancora così piccina, Nostro Signore mi ha fatto presenziare, nei poveri sentieri e strade da Aljustrel a Fatima e alla Cova da Iria. E rendo grazie a Dio, offrendogli la fede del nostro buon popolo portoghese. E penso: «Se questa gente si umilia così davanti a tre poveri bambini, solo perché ad essi è concessa misericordiosamente la grazia di parlare con la Madre di Dio, che cosa non farebbero se vedessero davanti a sé Gesù Cristo in persona?». Comunque tutto questo non c'entra niente qui; è stata più che altro una distrazione della penna che mi è andata dove io non volevo. Pazienza! Una cosa inutile in più; non la tolgo per non sciupare il quaderno. Arrivammo finalmente alla Cova da Iria, vicino all'elce e cominciammo a dire il Rosario con il popolo. Poco dopo vedemmo il riflesso della luce e, subito dopo, la Madonna sull'elce. - Continuate a recitare il Rosario per ottenere la fine della guerra. In ottobre verrà anche Nostro Signore, la Madonna Addolorata e del Carmine, S. Giuseppe col Bambino Gesù per benedire il mondo. Dio è contento dei vostri sacrifici, ma non vuole che dormiate con la corda, portatela solo durante il giorno. - Mi hanno chiesto di chiedervi molte cose: la guarigione di alcuni malati, di un sordomuto. - Sì, alcuni li guarirò, altri no. In ottobre farò il miracolo perché tutti credano. E cominciando a elevarsi scomparve, come al solito. Sesta Apparizione (13 ottobre 1917) Scritto da Lucia di Fatima (Suor Maria del Cuore Immacolato) nel 1941 per ordine di sua ecc. mons. José Alves Correia da Silva, che le ordinò di scrivere qualsiasi altra cosa che ricordasse sugli avvenimenti di Fatima. Uscimmo di casa abbastanza presto, tenendo conto dei ritardi dell'andata. Il popolo era presente in massa. La pioggia, torrenziale. Mia madre, temendo che quello fosse l'ultimo giorno della mia vita, con il cuore a pezzi per l'incertezza di quello che sarebbe successo, volle accompagnarmi. Durante il cammino, le scene del mese passato, più numerose e commoventi. Nemmeno il fango dei sentieri impediva a quella gente d'inginocchiarsi nell'atteggiamento più umile e supplichevole. Arrivati alla Cova da Iria vicino all'elce, spinta da un movimento interiore, chiesi al popolo di chiudere gli ombrelli per recitare il Rosario. Poco dopo vedemmo il riflesso della luce e subito dopo la Madonna sull'elce. - Che cosa volete da me? - Voglio dirti che si faccia qui una cappella in mio onore, che sono la Madonna del Rosario, che si continui sempre a recitare il Rosario tutti i giorni. La guerra sta per finire e i soldati torneranno presto alle loro case. - Io avevo molte cose da chiedervi: se guarivate alcuni malati, se convertivate alcuni peccatori, ecc. - Alcuni sì, altri no. È necessario che si correggano, che domandino perdono dei loro peccati. E assumendo un aspetto più triste: - Non offendano più Dio Nostro Signore, che è già molto offeso. E aprendo le mani le fece riflettere sul sole e, mentre si elevava, continuava il riflesso della sua luce a proiettarsi sul sole. Ecco, eccellenza reverendissima, il motivo per cui gridai di guardare verso il sole. Il mio scopo non era richiamare da quella parte l'attenzione del popolo, perché non mi rendevo nemmeno conto della sua presenza. Lo feci solo perché trasportata da un movimento interiore che a ciò mi spinse. Scomparsa la Madonna nell'immensa distanza del firmamento, vedemmo accanto al sole san Giuseppe col Bambino e la Madonna vestita di bianco con un manto azzurro. San Giuseppe e il Bambino parevano benedire il mondo, con i gesti che facevano con la mano, in forma di croce. Poco dopo, svanita questa apparizione, vidi Nostro Signore e la Madonna che mi dava l'impressione d'essere la Madonna Addolorata. Nostro Signore pareva benedire il mondo come aveva fatto san Giuseppe. Svanì questa apparizione e mi parve di vedere ancora la Madonna nelle vesti della Madonna del Carmine. DEVOZIONE ASSOCIATA: I PRIMI CINQUE SABATI DEL MESE AL CUORE IMMACOLATO DELLA MADONNA E PROMESSA DI SALVEZZA E LA RECITA QUOTIDIANA DEL SANTO ROSARIO LA GRANDE PROMESSA 10 dicembre 1925 Scritto da Lucia di Fatima (Suor Maria del Cuore Immacolato) nel 1927. Il rev. P. José Aparício da Silva visitò Lucia nella casa di noviziato a Tuy. Parlarono della devozione dei primi sabati. Egli le disse di mettere questo argomento per iscritto. Lei si sentì imbarazzata a farlo in prima persona e chiese di scriverlo in terza persona. Il 10 dicembre 1925, le apparve la Santissima Vergine e, al suo fianco, sospeso su una nuvola luminosa, Gesù Bambino. La Santissima Vergine mise la mano sulla spalla di Lucia e, mentre lo faceva, le mostrò un Cuore circondato di spine che aveva nell'altra mano. Allo stesso tempo, Gesù Bambino disse: «Abbi compassione del Cuore della tua Santissima Madre, che è coperto di spine, che gli uomini ingrati in tutti i momenti vi infiggono, senza che vi sia chi faccia un atto di riparazione per toglierle». In seguito, la Santissima Vergine disse: «Guarda, figlia mia, il mio Cuore circondato di spine, che gli uomini ingrati in tutti i momenti vi infiggono, con bestemmie e ingratitudini. Tu, almeno, cerca di consolarmi, e di' che tutti quelli che per cinque mesi, il primo sabato, si confesseranno, riceveranno la Santa Comunione, reciteranno una corona del Rosario e mi faranno quindici minuti di compagnia meditando sui quindici misteri del Rosario, con l'intenzione di offrirmi riparazione, io prometto di assisterli nell'ora della morte con tutte le grazie necessarie alla loro salvezza». Il 15 febbraio del 1926, le apparve di nuovo Gesù Bambino. Le domandò se aveva diffuso la devozione alla sua Santissima Madre. Lei gli espose le difficoltà che il confessore aveva e gli disse che la madre superiora era pronta a diffonderla; ma che il confessore aveva detto che lei da sola non poteva fare niente. Gesù rispose: «È vero che la madre superiora, da sola, non può niente; ma, con la mia grazia, può tutto». Fece presente la difficoltà che alcune anime avevano a confessarsi al sabato, e chiese se potesse essere valida la confessione di otto giorni. Gesù rispose: «Sì. Può essere anche di molti più giorni, basta che siano in grazia il primo sabato, quando mi ricevono; e si siano confessati con l'intenzione di offrire riparazione al Sacro Cuore di Maria». Lei domandò: «Mio Gesù! E coloro che si dimenticassero di formare questa intenzione?». Gesù rispose: «Possono formarla in seguito in un'altra confessione seguente, approfittando della prima occasione che avranno di confessarsi». Scritto da Lucia di Fatima (Suor Maria del Cuore Immacolato) nel 1930, in risposta alla domanda del rev. P. José Bernardo Gonçalves: Perché devono essere «5 sabati» e non 9 oppure 7 in onore dei dolori della Madonna? Mentre ero in cappella con Nostro Signore, parte della notte tra il 29 e il 30 di questo mese di maggio del 1930 e parlavo a Nostro Signore delle due domande, la IV e la V, mi sentii all'improvviso posseduta più intimamente dalla divina presenza; e, se non erro, mi fu rivelato quanto segue: «Figlia mia, il motivo è semplice: sono cinque le specie di offese e bestemmie proferite contro il Cuore Immacolato di Maria: Le bestemmie contro l'Immacolata Concezione. 2. Contro la sua Verginità. 3. Contro la Maternità Divina, rifiutando al tempo stesso di riceverla come Madre degli uomini. 4. Coloro che cercano d'infondere nei cuori dei bambini l'indifferenza, il disprezzo e perfino l'odio contro questa Immacolata Madre. 5. Coloro che la oltraggiano direttamente nelle sue sante immagini. 1. Ecco, figlia mia, il motivo per cui l'Immacolato Cuore di Maria mi ha portato a chiedere questa piccola riparazione; e, per riguardo ad essa, a muovere la mia misericordia al perdono per quelle anime che hanno avuto la disgrazia di offenderla. Quanto a te, cerca senza posa, con le tue preghiere e sacrifici, di muovermi a misericordia verso quelle povere anime». tratto da: www.madonnadimedju.altervista.org PER LA DEVOZIONE AL SANTO ROSARIO VISITA LA CATEGORIA A LATO SITO "IL SANTO ROSARIO" OPPURE IL SITO: WWW.SANTOROSARIO.NET SITO UFFICIALE DEL MESSAGGIO DI FATIMA http://www.santuario-fatima.pt/portal/index.php?lang=IT LA FIRMA DI MARIA IN EUROPA: SETTIMA TAPPA: BEAURAING GUARDATE! LA MADONNA CAMMINA SUL PONTE Beauraing è una piccola cittadina nel sud del Belgio. E’ qui che a partire dal 29 novembre 1932 la Madonna appare a cinque ragazzi per 33 volte, fino 3 gennaio 1933. I veggenti sono: Fernande Voisin, di 15 anni, Andrée Degeimbre, 14 anni, sua sorella Gilberte di 9, Albert Voisin di 11 anni e sua sorella Gilberte. Nella sera del 29 novembre Albert si reca assieme a Fernande, Andrée e Gilberte al convento delle Suore dove la sorella Gilberte resta abitualmente fino alle 18.30 per studiare. Dopo essere passati all’altezza della piccola grotta di Lourdes, di fronte alla ferrovia che costeggia il giardino del convento, si dirigono verso la porta del convento e suonano il campanello. Mentre i ragazzi attendono che qualcuno gli venga ad aprire, Albert si volta per guardare verso il terrapieno della ferrovia. E li vede qualcosa che lo lascia attonito; indicando agli altri la direzione con la mano, grida: «Guardate! La Madonna cammina sul ponte» In un primo momento le ragazze rimangono incredule ma poi anche loro vedono la figura luminosa di una donna vestita di bianco che cammina, lentamente, con le mani giunte e sostenuta da una nuvola che Le nasconde i piedi. Quando la sorella di Albert, Gilberte, va ad aprire alla porta del convento ancora non si è accorta di quello che sta succedendo ma quasi subito anche lei nota quella meravigliosa Signora vestita di bianco. I ragazzi all’inizio si sentono attratti dalla prodigiosa visione ma poi si fanno sopraffare dalla paura e fuggono senza neanche voltarsi indietro. Nei giorni seguenti essi si recheranno ogni sera nel luogo dell’apparizione, accanto ad un albero di biancospino vicino alla grotta, per recitare il Rosario ed attendere la venuta della Signora. Ma la Madonna non apparirà tutte le sere. I piccoli veggenti col passare dei giorni vengono accompagnati al loro appuntamento con la Vergine da una folla di gente che si fa di volta in volta sempre più numerosa. Quando inizia l’apparizione i ragazzi cadono in ginocchio tutti e cinque simultaneamente sul duro ciottolato della strada, con una forza tale da lasciare esterrefatti i presenti. Eppure pare che i ragazzi non abbiano mai riportato alcun genere di ferita o contusione. Le persone che assistevano rimanevano meravigliate anche dall’insolito tono di voce dei ragazzi quando pregavano, molto più alto di quello abituale. Quando gli veniva chiesto di descrivere la Madonna, i ragazzi erano concordi nel dire che la "bellissima Signora" era vestita con una veste bianca e teneva le mani giunte come se pregasse, con raggi di luce intorno alla testa. I MESSAGGI Nell’apparizione del 5 dicembre Albert chiede alla Signora: «Siete la Vergine Immacolata?», la Signora, sorridendo, annuisce con un cenno del capo; allora Albert le domanda: «Che cosa ci chiedete?» e la Madonna risponde: «Di essere molto buoni»; «In che giorno dobbiamo tornare» chiede allora Albert, «Il giorno dell’Immacolata Concezione» risponde la Madonna. Il 13 dicembre i ragazzi chiedono ancora una volta alla Madonna: «Che cosa volete che facciamo per Voi?», «Una cappella» risponde la Madonna. Nell’apparizione del 21 dicembre Maria rivela ai ragazzi il suo nome: «Sono la Vergine Immacolata». Martedì 23 dicembre, Fernande Le chiede «Perché venite qui?»; la Madonna risponde: «Perché si venga qui in pellegrinaggio». Il 27 la Beata Vergine appare solo a Fernande con un cuore d’oro circondato di raggi; questo cuore viene visto anche dagli altri veggenti nell’apparizione del 30 dicembre. La Vergine dice a Fernande: «Pregate, pregate molto!». Il 28 dicembre la Madonna annuncia ai ragazzi: «La Mia ultima apparizione avverrà presto». Nell’apparizione del 1 gennaio Maria dice ai ragazzi: «Pregate sempre!» e il 2 gennaio annuncia: «Domani dirò qualcosa a ciascuno di voi in particolare». Il giorno dell’ultima apparizione l’afflusso di gente è enorme: 25.000-30.000 persone. Per chilometri e chilometri la strada che porta al luogo delle apparizioni è gremita di visitatori e file di automezzi. I ragazzi iniziano la recita del Rosario e dopo le prime due decine quattro di loro cadono in ginocchio in estasi; Fernande allora scoppia in lacrime perché non vede la Madonna come gli altri. Maria affida a Gilberte una promessa: «Convertirò i peccatori». Ad Andrée dice: «Sono la Madre di Dio, la Regina del Cielo. Pregate sempre» e quindi scompare. Alla fine dell’apparizione, mentre i quattro ragazzi vengono interrogati, Fernande rimane ancora in ginocchio. Improvvisamente la ragazza ed altre persone presenti sentono come un rumore di tuono e vedono una palla di fuoco sul biancospino. La Vergine appare a Fernande e le chiede: «Amate Mio Figlio? Mi amate?», la ragazza risponde di sì e la Madonna allora le dice: «Allora sacrificatevi per Me». In quel momento la Beata Vergine iniziò a risplendere di una luce brillantissima, estese le braccia e i ragazzi poterono vedere il Suo Cuore d’oro. Prima di scomparire la Madonna li salutò dando loro un "Addio" che significava la fine definitiva delle apparizioni. Durante le estasi che si verificavano nel corso delle apparizioni i ragazzi venivano sottoposti da medici e scienziati a tutta una serie di test per studiare la loro reazione agli stimoli esterni e l’eventuale insensibilità al dolore, e questo con lo scopo di stabilire la reale natura delle loro presunte esperienze mistiche. Dai test emerse che i cinque ragazzi mostravano un’assoluta insensibilità a qualunque stimolo ambientale e alle punture e bruciature che gli venivano praticate. dal sito:[email protected] LA FIRMA DI MARIA IN EUROPA: OTTAVA TAPPA: BANNEAUX Le apparizioni di Banneux (1933) Banneux Notre-Dame, piccolo villaggio del comune di Louveigné, si trova sull'altopiano delle Ardenne, a 352 metri sul livello del mare. È incorniciato dalle belle vallate dell'Amblève, della Vesdre e della Hoegne e situato a 25 chilometri da Liegi, capoluogo dell'omonima provincia e grande città industriale. Il paese è raggruppato attorno alla chiesa e la regione è povera. Sulla sinistra della strada che va da Louveigné a Pepinster, a un chilometro dalla chiesa parrocchiale, c'è una modesta casa di operai, abitata dalla famiglia Beco. Il luogo, umido e paludoso, è chiamato La Fange (il fango). Di fronte, dall'altro lato della strada, cominciano i grandi boschi di abeti che si estendono su tutta la parte orientale del Belgio e arrivano fino alle foreste dell'Eifel. Davanti alla casa, un piccolo fazzoletto di terra, lavorato a giardino e orto. Nel 1933 la famiglia era composta dal padre, dalla madre e da sette bambini, ai quali se ne sarebbero aggiunti altri quattro. La maggiore di loro, Mariette, è nata il 25 marzo 1921, festa dell'Annunciazione e quell'anno Venerdì santo, giorno nel quale la Chiesa venera solennemente la croce di Cristo. Ma presso i Beco non c'era alcuna croce... perché in quell'ambiente poverissimo erano trascurate le pratiche religiose e Mariette non si sottraeva a quell'atmosfera familiare. PRIMA APPARIZIONE Domenica, 15 gennaio 1933, la neve e il ghiaccio hanno coperto La Fange; il vento soffia gelido e tagliente. Sono le 19 e la bambina, guardando dai vetri della finestra della cucina, attende il ritorno del fratello Julien, uscito di casa fin dal mattino con alcuni suoi compagni. Nello stesso tempo sorveglia René che è malato. D'un tratto, vede a pochi metri, nel buio del giardino, una bella signora con il capo splendente, e questa luce sembra quasi illuminarle tutto il corpo. Mariette si sposta per osservarla meglio, poi ritorna alla finestra e dice: «Mamma, Dio mio!... vedo una signora nel giardino... è così ben vestita e così elegante!... Dio mio - mamma - si direbbe la santa Vergine!». La bimba prende una corona del rosario che aveva trovato sulla strada per Tancrémont e recita qualche Ave Maria mentre contempla con stupore l'apparizione. A un certo punto, la signora apre le mani, alza la destra e, con l'indice le fa un cenno di invito. Mariette va verso l'ingresso, ma la mamma le impedisce di uscire chiudendo la porta a chiave. Mariette ritorna alla finestra, però la bella signora è sparita e la notte ha ripreso il suo dominio su La Fange. SECONDA APPARIZIONE Mercoledì 18 gennaio, La Fange è nello scenario di domenica sera. All'improvviso, verso le 19, Mariette esce di casa senza dir nulla. Incuriosito, suo padre apre la porta e la vede inginocchiata, con le mani giunte, sul sentiero che dalla soglia di casa va alla siepe del giardino. Mariette prega a bassa voce e guarda nella stessa direzione verso la quale, la domenica, aveva visto la figura luminosa. Poi d'un tratto tende le braccia: al di sopra degli abeti, piccolissima, appare la Signora che man mano le si avvicina, fermandosi a qualche passo. Una piccola nube grigia la separa dal terreno gelato. Mariette continua a pregare sottovoce, tenendo il rosario in mano e lo sguardo rivolto verso l'alto. La signora, sorridendo dolcemente, muove graziosamente le labbra come se pregasse. Questo dialogo orante dura una ventina di minuti, poi l'apparizione le fa cenno di seguirla e si allontana indietreggiando lungo la strada per Tancrémont. Mariette fiduciosa si incammina. Il padre la vede varcare lo steccato e chiama la piccola, ma lei senza voltarsi gli risponde: «Lei mi chiama». I testimoni seguono a distanza. All'improvviso si ferma, si inginocchia, recita alcune Ave, poi si rialza e prosegue. Pochi passi, poi si inginocchia e di nuovo si rialza: la Signora ha ripreso a spostarsi. Con sicurezza volta a destra verso una sorgente che scorre lungo il bordo della strada, si inginocchia ancora sull'orlo del fossato mentre la Bella Signora si posa al di sopra della scarpata. Rivolgendosi a Mariette le dice: «Immergi le mani nell'acqua». Senza esitare la bimba obbedisce, disgiunge le mani per bagnarle e il rosario le scivola nell'acqua. La Signora le dice ancora: «Questa sorgente è riservata per me». Poi si congeda salutandola così: «Buona sera, arrivederci!». Si allontana indietreggiando al di sopra degli abeti vicini alla sorgente, con lo sguardo rivolto alla piccola, scomparendo lentamente nel cielo. TERZA APPARIZIONE Giovedì 19 gennaio, Mariette indossa un vecchio cappotto e verso le 19 va a inginocchiarsi in giardino come la sera precedente. Il tempo è inclemente e il terreno coperto di neve gelata. Mariette prega sottovoce. Alla seconda decina del rosario, stende le braccia e grida: «Eccola!». Un attimo di silenzio, poi ancora: «Chi siete mia Bella Signora?». «Io sono la Vergine dei Poveri» risponde. Mariette si alza e seguendola si dirige verso il cancello, imbocca la strada, cammina tranquillamente sostando e inginocchiandosi nei punti dove si era fermata la sera prima. Giunta alla sorgente si inginocchia nuovamente, volgendo lo sguardo verso l'alto: la Madonna si è fermata al di sopra del pendio. Mariette le domanda: «Bella Signora, voi ieri avete detto: "Questa sorgente è riservata per me". Perché per me?». E così dicendo porta la mano al petto, indicando se stessa. In modo amabile la Vergine accentua il suo sorriso e le risponde: «Questa sorgente è per tutte le nazioni... per gli ammalati». La bambina ripete queste parole con voce nitida aggiungendo: «Grazie, grazie!». La Madonna dolcemente soggiunge: «Pregherò per te. Arrivederci», quindi si allontana rimpicciolendo al di sopra degli abeti. QUARTA APPARIZIONE Avendo dormito male la notte precedente, Mariette resta a letto tutto il giorno, ma ciò non le impedisce di uscire alla solita ora. È venerdì 20 gennaio, c'è molto buio e vi è più gente della sera prima. La bambina si inginocchia in giardino, recita il rosario e dopo qualche Ave grida: «Eccola!». Poi domanda: «Cosa desiderate, mia Bella Signora?». La Madonna risponde: «Desidererei una piccola cappella». Trascorre qualche istante, la Vergine disgiunge le mani e le stende orizzontalmente senza staccarle dal petto. Con la destra traccia un segno di croce, benedice la piccola e allontanandosi lentamente scompare nel cielo. Mariette perde i sensi. Aiutato da un vicino, il padre, intimorito e commosso, la riporta in casa dove riprende presto conoscenza, per poi addormentarsi tranquillamente. INTERVALLO Dal 21 gennaio all'11 febbraio, puntualmente Mariette esce di casa alle 19 per andare a pregare al solito posto. Il freddo pungente e la temperatura rigida si alternano a neve e pioggia battenti, ma lei resta fedele aspettando la Madonna e persevera nella preghiera. Mariette stessa dirà parecchie volte: «Devo uscire, bisogna che vada. Ella mi chiama!». Per la fede di Mariette l'attesa sarà veramente ricolmata di grazia dalla Vergine dei Poveri che le riapparirà. QUINTA APPARIZIONE Sabato 11 febbraio, alle 19 Mariette è inginocchiata in giardino: è notte di luna piena e soffia la tramontana. È presente un gruppetto di persone. Dopo aver recitato la seconda corona, di scatto si alza, si dirige verso la siepe del giardino, in direzione della sorgente, inginocchiandosi nei medesimi punti delle altre volte. Giunta alla fonte si china, immerge le mani nell'acqua, poi si segna con il crocifisso del rosario. Qualche istante e la Madonna le dice: «Io vengo ad alleviare la sofferenza». La fanciulla esclama con voce nitida: «Grazie! Grazie!». La Vergine la saluta: «Arrivederci» e si allontana. SESTA APPARIZIONE Passa ancora qualche giorno, poi la sera di mercoledì 15 febbraio la Madonna si mostra di nuovo agli occhi estasiati della bambina: «Santa Vergine, il signor cappellano mi ha pregato di chiedervi un segno». Alla domanda della piccola la Madonna risponde: «Credete in me, io crederò in voi». Poi la Vergine confida un segreto a Mariette e al momento di allontanarsi aggiunge: «Pregate molto, arrivederci». SETTIMA APPARIZIONE Lunedì 20 febbraio, c'è neve e fa molto freddo. Al termine della seconda decina del rosario, Mariette tende all'improvviso le braccia e la sua preghiera si fa più concitata. La Bella Signora è discesa come al solito e conduce la bambina alla sorgente. Mariette si inginocchia nei soliti punti e prega senza interruzioni. Giunta alla sorgente, la Madonna, sorridendo come di solito, le dice: «Mia cara bambina, prega molto». Detto ciò, la Vergine, cessando di sorridere, aggiunge, prima di andarsene: «Arrivederci». OTTAVA APPARIZIONE La sera di giovedì 2 marzo continua a piovere a dirotto. Quando Mariette sta per iniziare la recita della terza corona, improvvisamente cessa la pioggia, il cielo si rasserena e brillano le stelle. Subito la bambina tace e tende le braccia. La Madonna le appare, ma sul suo volto si è spento il sorriso. La Vergine dice: «Io sono la Madre del Salvatore Madre di Dio» e mentre un velo di tristezza continua a coprire il suo viso, consegna a Mariette la sua ultima raccomandazione: «Pregate molto», poi stende le mani sulla bambina, con la destra la benedice tracciando un segno di croce e si congeda definitivamente dicendole: «Addio». Nel corso di queste otto apparizioni, la Madonna ha voluto ricordarci il suo compito nel mistero della salvezza: lei è la serva del Signore che ci conduce a Gesù, Sorgente della grazia che dona l'acqua viva. Maria viene per suscitare in noi la fede e la preghiera, atteggiamenti indispensabili per unirci a Gesù Salvatore del mondo. L'autenticità delle otto apparizioni è stata riconosciuta dalla Chiesa nella lettera pastorale di monsignor L. J. Kerkhofs, vescovo di Liegi, il 22 agosto 1949, che aveva ricevuto l'incarico dalla Santa Sede nel 1942 di occuparsi del caso. IL MESSAGGIO Nella notte buia la Vergine è venuta a risvegliare la luce della fede e la gioia di avvicinarci al Signore. Maria sceglie la strada della povertà e dei poveri per essere in linea con il Vangelo annunciato da Gesù e per vivere la missione della Chiesa: «I poveri li avrete sempre con voi» (Mt 26, 11). La Madonna accompagna la piccola Mariette alla sorgente che ha detto essersi riservata per donarla a tutte le nazioni, agli ammalati. Cristo Gesù è il cuore del mondo e solo lui può offrirci l'acqua viva che disseta la nostra sete di salvezza. Maria è colei che ci è accanto per condurci a Gesù percorrendo con noi la strada della perseveranza e della peregrinazione nella fede. Il messaggio di Banneux ha una luce particolarmente evangelica in cui riverbera l'intensità delle beatitudini: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli» (Mt 5, 3). Apparendo a La Fange Maria ci dice che la fonte è riservata a tutte le nazioni perché riconoscano che solo Dio può donare la luce vera, quella che illumina ogni uomo. In modo speciale agli ammalati nel corpo o nello spirito è offerta la sorgente perché trovino sollievo nelle loro sofferenze e possano viverle con Gesù, avendo accanto la Madre. Alla piccola Mariette la Vergine chiede di immergere le mani nell'acqua e di pregare molto: è un gesto che mostra la confidenza che il credente deve riporre solo in Dio, per rimanere nel suo amore. DAL SITO MERAVIGLIOSO: http://www.madonnadimedju.altervista.org La firma di Maria sull'europa: nona tappa: Roma Le 3 Fontane Le apparizioni de Le Tre Fontane (1947) IL VEGGENTE Bruno Cornacchiola nasce a Roma il 9 maggio 1913. La sua famiglia, povera materialmente, è addirittura squallida nei valori spirituali. Sua madre, assillata dal lavoro fuori casa, non può dedicarsi alla loro educazione. Suo padre, quasi sempre ubriaco, lo picchia spesso, tanto che ad un certo momento decide di non rincasare più la sera e passa la notte in qualche grotta della periferia di Roma o nei locali presso la Scala Santa. Bruno racconta di sé: "Viaggiavo in ferrovia e non pagavo il biglietto perché mi nascondevo sotto i sedili delle carrozze quando passava il bigliettaio e se si presentava l'occasione rubavo, preoccupato soltanto di non farmi prendere dai carabinieri. ..". A 23 anni si sposa con Iolanda Lo Gatto. Non vuole però ricevere il Sacramento del Matrimonio e solo per accontentare la futura moglie accondiscende a celebrarlo in sacrestia. Durante la guerra civile in Spagna parte come volontario, attratto dal miraggio della buona remunerazione, e vi rimane tre anni. Fa amicizia con un soldato tedesco, protestante, che gli instilla l'odio per la Chiesa e il Papa. Finita la guerra di Spagna, prima di ritornare in patria entra in un'armeria a Toledo e compra un pugnale, sul cui manico scrive: "A morte il Papa". Arrivato in patria, è preoccupato nella ricerca di un lavoro e per il problema religioso che lo sconvolge. In quei giorni stende il suo piano: "Per salvare l'umanità dovrò uccidere i preti in qualunque luogo, cercherò in tutti i modi di distruggere la Chiesa cattolica e sarà mio dovere pugnalare il Papa". Vuole convincere la moglie ad abbandonare la sua fede cattolica e spesso la picchia. Un giorno la moglie, esasperata, fa con lui uno strano patto: "Bruno, tu vuoi che io entri con te a far parte della Chiesa protestante. .. Accetto, ma ad una condizione: ti devi confessare e ricevere la comunione nei primi nove venerdì del mese. Se alla fine di questa pia pratica vorrai ancora cambiare religione ti seguirò anch'io, se no continueremo insieme nella fede del nostro battesimo". L'uomo acconsente e riceve per nove volte, ogni primo venerdì del mese, l'Eucaristia, ma non muta parere; così, fallita la prova, la moglie passa con lui al protestantesimo. Ma Cristo lo attende al varco. L'APPARIZIONE Il 12 aprile 1947, sabato, decide di andare con i suoi figlioli al lido di Ostia, ma giunto alla stazione ostiense, il treno era già partito. Allora si dirige verso la località "Tre Fontane", nello spiazzo antistante l'abbazia dei Trappisti. Si rivolge ai bambini: - "Gianfranco, Carlo, Isola, voi potete giocare a palla, ma non allontanatevi troppo". Essi partono immediatamente, sparendo e apparendo tra le piante con grida festose, mentre Bruno si siede su un muretto, ai margini del boschetto di eucalipti, per preparare uno scritto contro la Vergine Maria. Si è portato una Bibbia e dei fogli e subito getta su un foglio le prime battute: "La Madonna non è Vergine, non è Immacolata, non è Assunta in cielo...". Frattanto i bambini lo chiamano: - "Papà, abbiamo perduto la palla, vieni a cercarla con noi!" . Egli si alza e incontrato Carlo, il più grandicello, si dispone con lui a ispezionare il terreno. Isola si sposta e raccoglie fiori. Gianfranco siede in disparte per sfogliare un giornalino. Cornacchiola racconta: "Carlo ed io scendemmo nella scarpata verso via Laurentina per trovare la palla, ma non la vedemmo. Desiderando assicurarmi che il più piccolo non si fosse allontanato dal luogo assegnatogli, lo chiamavo per nome ed egli mi rispondeva. Ad un certo momento, però, non lo sentii più e pur avendo alzato la voce, non ebbi nessuna risposta. Preoccupato risalii, mi portai verso i cespugli vicino alla grotta dove l'avevo lasciato, ma non lo vidi. Perciò gridai ancora più forte: - "Gianfranco, dove sei?" - Invano. Sempre più preoccupato lo cercavo affannosamente tra i cespugli e le rocce e finalmente trovai il bambino inginocchiato all'ingresso di una grotta, a sinistra di chi la guarda. Teneva le mani giunte come se pregasse e guardava all'interno con viva attenzione, sorridendo e bisbigliando qualcosa. Mi avvicinai di più e udii distintamente tali parole: - "Bella Signora!... Bella Signora!..." . - "Che dici, Gianfranco, - chiesi - che cosa fai?" . Credevo fosse un gioco di bambini, poiché nessuno in casa aveva insegnato a lui, non ancora battezzato, quell'atteggiamento di preghiera. Allora chiamai: - "Isola, vieni giù, spiegami tu qualcosa!" . Mi obbedì e... - "Cosa c'è là dentro? - domandai - Vedi niente tu?" - "No papà" - risponde, e nello stesso tempo anch'essa cadde in ginocchio a destra del fratellino. I fiori le uscirono dalle mani, mentre lo sguardo era fisso all'interno della grotta. Anche lei sottovoce bisbigliava: - "Bella Signora!... Bella Signora!..." . Io, stizzito più che mai, mi chiedevo la motivazione del curioso modo di fare dei figli che, in ginocchio, guardavano incantati verso l'interno della grotta, ripetendo le stesse parole. Pensai di chiamare Carlo che stava ancora cercando la palla e... - "Vieni anche tu qui - pregai - e spiegami che fanno i tuoi fratelli in quella curiosa posizione... Forse l'avete preparato voi questo gioco?" . - "Ma cosa dici - egli osservò - di quale gioco parli?... Non lo conosco e non lo so fare!" . Appena pronunciate simili parole anche lui cadde in ginocchio a destra di Isola, con le mani giunte e gli occhi fissi ad un punto che lo affascinava entro la grotta, ripetendo le stesse parole: - "Bella Signora!...". - "È troppo! - gridai - Anche tu mi prendi in giro!". Non ne potevo più e con i nervi a pezzi: - "Carlo, - imposi - via di qui". E, poiché non si muoveva, cercai di alzarlo, ma non ci riuscii. Sembrava di piombo. Allora ebbi paura. Mi avvicinai trepidante alla bambina e: - "Isola - la invitai - alzati e non fare come Carlo!". Quella non rispose. Tentai di smuoverla ma non ci riuscii. Invaso dal terrore, nell'osservare le pupille dilatate dei figli estatici e il pallore dei loro volti, abbracciai il più piccolo e: - "Su alzati. - dissi - È possibile che le mie braccia siano state private di tanta energia?". A questo punto: - "Ma che cosa succede qui? - esclamai - Ci sono forse delle streghe nella grotta oppure qualche diavolo?...". Poi, istintivamente: - "Chiunque tu sia, fossi anche un prete, vieni fuori!". Entrai nell'antro, deciso di prendere a pugni lo strano essere, ma la grotta era vuota". Cornacchiola esce allora in preda alla disperazione e, piangendo convulsamente, alza le braccia e gli occhi al cielo e grida: - "Dio, salvaci tu!”. "Quand'ecco - egli dice - emessa l'invocazione, vidi improvvisamente due candidissime mani che si muovevano verso di me e sentii che mi sfioravano la faccia. Ebbi la sensazione che mi si strappasse qualcosa dagli occhi. In quell'istante provai un certo dolore e rimasi nell'oscurità più profonda... A questo punto io non vedevo più né la cavità né ciò che vi stava dentro, ma fui invaso da un'insolita gioia". In quell'istante è rapito dalla visione di una giovanile figura di donna, avvolta nello splendore di una luce d'oro, ferma e dolcemente statica. Bruno la fissa con trasporto, vinto dal fascino di tanta bellezza, attratto da quella luce che, pur intensissima, non offende la vista ma lo inonda di soavità sovrumana. La donna veste una tunica bianca e luminosa, stretta ai fianchi da una fascia rosa. Ha capelli neri, un tantino sporgenti dal velo verde-prato che la copre dalle spalle ai piedi. Da sotto la vesta escono i piedi nudi e verginali, fermi sopra un masso di tufo anch'esso circondato di luce. Nella mano destra regge, appoggiandolo al petto, un libro di colore grigio, su cui tiene pure l'altra mano. Soprattutto è affascinato dal volto di quella creatura, un volto in cui si fondono il candore innocente della puerizia, la vaghezza e la grazia della verginità, la gravità maestosa della sublime maternità. Continua il veggente: "Vidi che la bella Signora lentamente muoveva la mano sinistra ed indicava qualcosa ai suoi piedi. Guardai e vidi a terra un drappo nero sostenente una croce spezzata". Cornacchiola pensa che quel drappo nero, simile a una veste stracciata, e la croce spezzata, volessero alludere all'abito talare, con ogni altro segno di distinzione, da molti religiosi e sacerdoti ormai messo da parte. "Il mio primo impulso fu quello di lanciare un grido, ma la voce mi moriva in gola". L'Apparizione, quasi offrendo il libro che teneva in mano, con tono ineffabilmente dolce disse: - "Sono Colei che sono nella Trinità Divina". - "Sono la VERGINE DELLA RIVELAZIONE”. - "Tu mi perseguiti, ora basta! Entra nell'ovile santo, corte celeste in terra. Il giuramento di Dio è e rimane immutabile: i nove venerdì del Sacro Cuore, che tu facesti, amorevolmente spinto dalla tua fedele sposa prima di iniziare la via dell'errore, ti hanno salvato!". Intanto un profumo misterioso e indefinibile inonda l'ambiente e sembra coprire la sporcizia del suolo, triste strascico di squallidi incontri. Dopo essersi così presentata, la celestiale Signora tiene una prolungata allocuzione al figlio che sta per ritornare a Dio, parte della quale è rivolta a lui stesso e a tutti i fedeli, l'altra invece contiene un messaggio segreto per il Santo Padre. Poi continua: - "Desidero darti una sicura prova della divina realtà che stai vivendo, perché tu possa escludere ogni altra motivazione del tuo incontro, compresa quella del nemico infernale. E questo è il segno: Quando incontrerai un sacerdote nella chiesa o per via, avvicinalo e rivolgigli questa espressione: "Padre, le devo parlare!". Se costui ti risponderà: "Ave Maria, figliolo, cosa vuoi?" pregalo di fermarsi perché è quello da me scelto. A lui manifesterai ciò che il cuore ti dirà e obbediscilo, ti indicherà infatti un altro sacerdote con queste parole: "Quello fa per il tuo caso". - "Ti recherai poi dal Santo Padre, il supremo pastore della cristianità e gli consegnerai personalmente il mio messaggio. Ti condurrà dal Papa qualcuno che io ti indicherò". - "Alcuni a cui tu narrerai questa visione non ti crederanno, ma non lasciarti deprimere...". Poi, con atteggiamento di materna benignità e serena mestizia, l'incantevole Signora gira su se stessa e si allontana. Nel messaggio, la Madonna chiede con insistenza a tutti la preghiera ed invita alla recita del Rosario: - "Si preghi assai e si reciti il Rosario quotidiano per la conversione dei peccatori, degli increduli e per l'unità dei cristiani. Le Ave Maria che voi dite con fede e amore, sono tante frecce d'oro che raggiungono il Cuore di Gesù". Ed ecco, quasi a premio di coloro che ascolteranno il suo materno messaggio, la Vergine promette celesti favori: - "Con questa terra di peccato opererò potenti miracoli per la conversione degli increduli". Nella sua bontà Ella vuole anche svelare il Figlio nei misteri della sua vita intima, legata alla Augusta Trinità: - "Il mio corpo non poteva marcire e non marcì. Mio Figlio e gli angeli mi vennero a prendere al momento del mio trapasso". Il 9 dicembre 1949 il Santo Padre Pio XII invitò i tranvieri di Roma, accompagnati da padre Rotondi, a recitare con lui il Rosario nella sua cappella privata. Lasciamone la descrizione a Cornacchiola: "Tra i lavoratori c'ero anch'io; portavo con me il pugnale e la Bibbia sulla quale stava scritto: "Questa è la morte della Chiesa Cattolica, col Papa in testa". Volevo consegnare al Santo Padre il pugnale e la Bibbia. Finito il Rosario il Papa disse: - "Qualcuno di voi mi vuol parlare?". Io mi inginocchiai e dissi: - "Santità, sono io!". Gli altri lavoratori fecero largo per il passaggio del Papa; egli si chinò verso di me, mi pose la mano sulla spalla, avvicinò il suo volto al mio e chiese: - "Cosa c'è, figlio mio?". - "Santità, qui c'è la Bibbia protestante che interpretavo erroneamente e con la quale ho ucciso molte anime". Piangendo consegnai anche il pugnale sul quale stava scritto "Morte al Papa" e sussurrai: - "Chiedo perdono di aver osato solo pensare a tanto. Avevo progettato di ucciderla con questo pugnale!". Il Santo Padre prese quegli oggetti, mi guardò, sorrise e osservò: - "Caro figlio, con ciò non avresti fatto altro che dare un nuovo martire alla Chiesa, ma a Cristo una vittoria dell'amore.." Tratto da: "La Vergine della Rivelazione" (ediz. Roma) Mons. Fausto Rossi La firma di Maria sull'europa: decima tappa: Siracusa Lungo i secoli del Cristianesimo, Maria è apparsa varie volte, di tanto in tanto, quasi ad accompagnare l’umanità, che gli fu affidata da Gesù sulla Croce, nel cammino faticoso della vita di ognuno e delle Nazioni. Le apparizioni più conosciute e riconosciute dalla Chiesa, sono quella di Guadalupe in Messico all’indio Juan Diego nel 1548; quella del 1830 a Parigi, alla suora Figlia della Carità s. Caterina Labouré; quella di La Salette in Francia nel settembre 1846, ai due pastorelli Maximin Giraud e Mélanie Calvat; quella di Lourdes nel 1858 all’umile Bernadetta Soubirous, quella di Castelpetroso (Isernia) nel 1888, alle due contadine Serafina e Bibiana; quella di Fatima nel 1917 a tre pastorelli Lucia Dos Santos, Giacinta e Francesco Marto. E man mano in tempi più vicini ed in attesa della conferma ufficiale della Chiesa, a Medjugorje in Bosnia nel 1981 a sei veggenti e la recente lacrimazione di una statuetta a Civitavecchia. Fra tutte queste apparizioni e manifestazioni prodigiose, bisogna inserire la lacrimazione della Madonna a Siracusa, avvenuta nel 1953. Non c’era ancora la televisione, ma la radio, i cinegiornali e la stampa, diedero molto risalto al prodigio miracoloso, diffondendolo in tutta Italia e nel mondo. Raccontiamo in breve ciò che accadde. Due giovani coniugi, Angelo Iannuso e Antonina Lucia Giusti, sposatisi il 21 marzo del 1953, abitavano in una modesta casa in Via degli orti di S. Giorgio a Siracusa. La signora Antonina era in attesa del primo bambino, ma la gravidanza però si presentava difficile, al punto che a volte le procurava l’abbassamento della vista; il 29 agosto verso le 3 di notte, quel disturbo si acuì a tal punto, da renderla completamente priva di vista. Lo scoraggiamento fu totale, procurandole molta sofferenza, ma inaspettatamente verso le 8,30 del mattino, la vista tornò come prima e alzando lo sguardo verso il quadretto di gesso attaccato a capo del letto, incredula e meravigliata vide grosse lacrime scendere sul viso della Madonnina. Immediatamente richiamò l’attenzione del marito gridando: “La Madonnina piange”. Come era da aspettarselo, la notizia si sparse velocemente in tutta Siracusa e da lì nel mondo, suscitando enorme scalpore; la casa dei coniugi Iannuso si trasformò in meta di pellegrinaggio, che le foto dell’epoca documentano, perché tutti volevano vedere la “Madonnina che piange”. La statuetta-quadretto era un mezzo busto di gesso, raffigurante il Cuore Immacolato di Maria ed era un regalo di nozze, ricevuto dai giovani sposi. La misteriosa lacrimazione si protrasse a più riprese dal 29 agosto al 1° settembre; l’atteggiamento della Chiesa in questo frangente, fu di opportuna prudenza; il parroco di allora don Giuseppe Bruno, con il permesso della Curia arcivescovile di Siracusa, si recò il 1° settembre verso le 11 in casa Iannuso, con alcuni dottori del Laboratorio di Igiene e Profilassi della Provincia. Questi esperti, tra cui il dottor Michele Cassola, dichiaratamente ateo, e che in seguito presiederà la Commissione scientifica, una volta sul luogo, divennero testimoni oculari della lacrimazione; gli occhi di Maria si manifestarono gonfi di lacrime come di una persona presa da forte emozione, che presero a scendere rigando il delicato volto, andando a raccogliersi nel cavo della mano. Anche se alcuni presenti riuscirono ad assorbire con del cotone qualche lacrima, come già nei giorni precedenti, i chimici con la loro provetta, riuscirono ugualmente a raccoglierne una parte di circa un centimetro cubo. Dopo questo prelievo la Madonna non pianse più; quasi aspettasse questa raccolta ufficiale. Il quadro fu poi nei giorni seguenti sottoposto all’esame di una Commissione scientifica, che ne diede un’ampia relazione; riportiamo solo alcuni punti salienti; la parte di apparente maiolica dell’effige della Vergine, fu staccata dal vetro nero di supporto e si poté constatare che era costituita da uno spessore di gesso da 1 a 2 cm ca. e che al momento dell’esame era completamente asciutta; poi il liquido raccolto venne sottoposto ad una serie di analisi chimicofisico-biologiche, che confrontate con il secreto lacrimale di un adulto e di un bambino di due anni e sette mesi, facevano riscontrare la stessa composizione e le stesse sostanze escretorie del tipo di lacrime umane; la relazione porta la firma dei componenti e dello stesso presidente della Commissione, dottor Cassola, il quale pur essendo ateo e non credente, non sapeva spiegarsi scientificamente il fenomeno; la data è del 9 settembre 1953. Dopo la pubblicazione di questo documento, tre mesi dopo, il 12 dicembre 1953, l’episcopato della Sicilia, unanimemente dichiarò autentica e senza dubbio la lacrimazione prodigiosa. Un anno dopo papa Pio XII, il 17 ottobre 1954 diffuse nel mondo un radiomessaggio, dicendo tra l’altro: “Comprenderanno gli uomini l’arcano linguaggio di quelle lacrime? Oh, le lacrime di Maria!”. (Si era in pieno periodo della cortina di ferro sovietica e della Chiesa del silenzio, perseguitata). Il 19 settembre 1953, il quadro ripristinato nella sua interezza, fu sistemato in una stele di pietra bianca in Piazza Serapide; il grande culto sviluppatosi, fece accorrere negli anni milioni di fedeli e si rese necessario nel tempo la costruzione di un degno Santuario. Il quadretto rimase a Piazza Serapide fino al 1968, quando fu spostato sull’altare della cripta dell’erigendo Santuario; qui rimase dal 1968 al 1987 e dal 1° maggio 1994 al 4 novembre 1994. Il nuovo tempio fu iniziato nel 1989, magnifico nella struttura e alto circa 103 metri; l’ardita realizzazione è opera degli architetti francesi Andrault e Parat, la sua forma sembra indicare una lacrima caduta dal cielo; ha la capienza di 11.000 posti in piedi e 6.000 a sedere, con 16 cappelle; la cripta ha 18 ingressi e una capienza di 3.000 posti. Il santuario venne consacrato con solennità da papa Giovanni Paolo II il 6 novembre 1994; dal suo discorso pronunciato in quell’occasione riportiamo: “….Le lacrime della Madonna appartengono all’ordine dei segni: esse testimoniano la presenza della Madre nella Chiesa e nel mondo. Piange una madre quando vede i suoi figli minacciati da qualche male, spirituale o fisico”. Le lacrime sono state raccolte in un artistico e prezioso reliquiario, opera del prof. Biagio Poidimani di Siracusa, è a tre ripiani sovrapposti e alla base, ai quattro angoli, vi sono le statuine di s. Lucia, patrona di Siracusa, s. Marziano, primo vescovo della città e quelle dei santi apostoli Pietro e Paolo. E questo reliquiario fu richiesto sul letto di morte nel 1973, dal dottor Cassola (ateo), il quale se lo strinse al petto e dopo un po’ singhiozzando, chiese un confessore, dicendo: “Prima, vedevo davanti a me come una muraglia invalicabile. Ora quella muraglia, grazie al pianto della Madonna, è crollata”. Il nuovo santuario accoglie circa un milione di pellegrini all’anno, provenienti da tutto il mondo. Il prodigio miracoloso di Siracusa si distingue da tutti gli altri eventi eccezionali, che hanno visto la Madonna come protagonista e stimolatrice dell’umanità. Per prima cosa Ella non ha parlato, come del resto anche nelle apparizioni di Guadalupe e di Castelpetroso, ma in questo caso a Siracusa ha pianto, ma nessuna parola poteva superare l’eloquenza del suo silenzio unito al pianto. Bisogna dire che le apparizioni della Madonna, non l’hanno vista mai ridere o sorridere allegra, ma sempre mesta, addolorata e a La Salette anche piangente, sempre in colloqui ed esortazioni a convertirsi, a non offendere più con il peccato e l’oltraggio il Cuore di suo Figlio; avvertendo dell’approssimarsi di sconvolgimenti mondiali e ideologici. Ma se a Fatima, Lourdes, Parigi, La Salette, ha fatto conoscere il suo dolore e la sua esortazione al pentimento, attraverso veggenti e umili ragazzi; qui a Siracusa parlò con il suo pianto, a migliaia di persone e quasi a confermare il prodigio, affinché fosse creduto, si è sottoposta a fredde analisi scientifiche e da laboratorio, perché a differenza di tutte le altre visioni e apparizioni, il prodigio di Siracusa resta comprovato dalla scienza. In un suo studio, il teologo Stefano De Fiores diceva nel 1978: “Maria piange per lanciare alla società, un ultimo monito a non rifiutare il regno di Dio e a non respingere ostinatamente i messaggi profetici dei suoi umili veggenti. Il suo è un pianto estremamente serio, saturo di tristi presagi, un richiamo a non respingere gli inviti divini, onde non incorrere nella rovina”. Autore: Antonio Borrelli da www.santiebeati.it Festa ricorre il 29 agosto SITO UFFICIALE DEL SANTUARIO DELLA MADONNA DELLE LACRIME DI SIRACUSA: www.madonnadellelacrime.it 29 Agosto: Solennità della Madonna della Guardia di Genova e della Madonna delle Lacrime di Siracusa MADONNINA DELLE LACRIME Lungo i secoli del Cristianesimo, Maria è apparsa varie volte, di tanto in tanto, quasi ad accompagnare l’umanità, che gli fu affidata da Gesù sulla Croce, nel cammino faticoso della vita di ognuno e delle Nazioni. Le apparizioni più conosciute e riconosciute dalla Chiesa, sono quella di Guadalupe in Messico all’indio Juan Diego nel 1548; quella del 1830 a Parigi, alla suora Figlia della Carità s. Caterina Labouré; quella di La Salette in Francia nel settembre 1846, ai due pastorelli Maximin Giraud e Mélanie Calvat; quella di Lourdes nel 1858 all’umile Bernadetta Soubirous, quella di Castelpetroso (Isernia) nel 1888, alle due contadine Serafina e Bibiana; quella di Fatima nel 1917 a tre pastorelli Lucia Dos Santos, Giacinta e Francesco Marto. E man mano in tempi più vicini ed in attesa della conferma ufficiale della Chiesa, a Medjugorje in Bosnia nel 1981 a sei veggenti e la recente lacrimazione di una statuetta a Civitavecchia. Fra tutte queste apparizioni e manifestazioni prodigiose, bisogna inserire la lacrimazione della Madonna a Siracusa, avvenuta nel 1953. Non c’era ancora la televisione, ma la radio, i cinegiornali e la stampa, diedero molto risalto al prodigio miracoloso, diffondendolo in tutta Italia e nel mondo. Raccontiamo in breve ciò che accadde. Due giovani coniugi, Angelo Iannuso e Antonina Lucia Giusti, sposatisi il 21 marzo del 1953, abitavano in una modesta casa in Via degli orti di S. Giorgio a Siracusa. La signora Antonina era in attesa del primo bambino, ma la gravidanza però si presentava difficile, al punto che a volte le procurava l’abbassamento della vista; il 29 agosto verso le 3 di notte, quel disturbo si acuì a tal punto, da renderla completamente priva di vista. Lo scoraggiamento fu totale, procurandole molta sofferenza, ma inaspettatamente verso le 8,30 del mattino, la vista tornò come prima e alzando lo sguardo verso il quadretto di gesso attaccato a capo del letto, incredula e meravigliata vide grosse lacrime scendere sul viso della Madonnina. Immediatamente richiamò l’attenzione del marito gridando: “La Madonnina piange”. Come era da aspettarselo, la notizia si sparse velocemente in tutta Siracusa e da lì nel mondo, suscitando enorme scalpore; la casa dei coniugi Iannuso si trasformò in meta di pellegrinaggio, che le foto dell’epoca documentano, perché tutti volevano vedere la “Madonnina che piange”. La statuetta-quadretto era un mezzo busto di gesso, raffigurante il Cuore Immacolato di Maria ed era un regalo di nozze, ricevuto dai giovani sposi. La misteriosa lacrimazione si protrasse a più riprese dal 29 agosto al 1° settembre; l’atteggiamento della Chiesa in questo frangente, fu di opportuna prudenza; il parroco di allora don Giuseppe Bruno, con il permesso della Curia arcivescovile di Siracusa, si recò il 1° settembre verso le 11 in casa Iannuso, con alcuni dottori del Laboratorio di Igiene e Profilassi della Provincia. Questi esperti, tra cui il dottor Michele Cassola, dichiaratamente ateo, e che in seguito presiederà la Commissione scientifica, una volta sul luogo, divennero testimoni oculari della lacrimazione; gli occhi di Maria si manifestarono gonfi di lacrime come di una persona presa da forte emozione, che presero a scendere rigando il delicato volto, andando a raccogliersi nel cavo della mano. Anche se alcuni presenti riuscirono ad assorbire con del cotone qualche lacrima, come già nei giorni precedenti, i chimici con la loro provetta, riuscirono ugualmente a raccoglierne una parte di circa un centimetro cubo. Dopo questo prelievo la Madonna non pianse più; quasi aspettasse questa raccolta ufficiale. Il quadro fu poi nei giorni seguenti sottoposto all’esame di una Commissione scientifica, che ne diede un’ampia relazione; riportiamo solo alcuni punti salienti; la parte di apparente maiolica dell’effige della Vergine, fu staccata dal vetro nero di supporto e si poté constatare che era costituita da uno spessore di gesso da 1 a 2 cm ca. e che al momento dell’esame era completamente asciutta; poi il liquido raccolto venne sottoposto ad una serie di analisi chimico-fisico-biologiche, che confrontate con il secreto lacrimale di un adulto e di un bambino di due anni e sette mesi, facevano riscontrare la stessa composizione e le stesse sostanze escretorie del tipo di lacrime umane; la relazione porta la firma dei componenti e dello stesso presidente della Commissione, dottor Cassola, il quale pur essendo ateo e non credente, non sapeva spiegarsi scientificamente il fenomeno; la data è del 9 settembre 1953. Dopo la pubblicazione di questo documento, tre mesi dopo, il 12 dicembre 1953, l’episcopato della Sicilia, unanimemente dichiarò autentica e senza dubbio la lacrimazione prodigiosa. Un anno dopo papa Pio XII, il 17 ottobre 1954 diffuse nel mondo un radiomessaggio, dicendo tra l’altro: “Comprenderanno gli uomini l’arcano linguaggio di quelle lacrime? Oh, le lacrime di Maria!”. (Si era in pieno periodo della cortina di ferro sovietica e della Chiesa del silenzio, perseguitata). Il 19 settembre 1953, il quadro ripristinato nella sua interezza, fu sistemato in una stele di pietra bianca in Piazza Serapide; il grande culto sviluppatosi, fece accorrere negli anni milioni di fedeli e si rese necessario nel tempo la costruzione di un degno Santuario. Il quadretto rimase a Piazza Serapide fino al 1968, quando fu spostato sull’altare della cripta dell’erigendo Santuario; qui rimase dal 1968 al 1987 e dal 1° maggio 1994 al 4 novembre 1994. Il nuovo tempio fu iniziato nel 1989, magnifico nella struttura e alto circa 103 metri; l’ardita realizzazione è opera degli architetti francesi Andrault e Parat, la sua forma sembra indicare una lacrima caduta dal cielo; ha la capienza di 11.000 posti in piedi e 6.000 a sedere, con 16 cappelle; la cripta ha 18 ingressi e una capienza di 3.000 posti. Il santuario venne consacrato con solennità da papa Giovanni Paolo II il 6 novembre 1994; dal suo discorso pronunciato in quell’occasione riportiamo: “….Le lacrime della Madonna appartengono all’ordine dei segni: esse testimoniano la presenza della Madre nella Chiesa e nel mondo. Piange una madre quando vede i suoi figli minacciati da qualche male, spirituale o fisico”. Le lacrime sono state raccolte in un artistico e prezioso reliquiario, opera del prof. Biagio Poidimani di Siracusa, è a tre ripiani sovrapposti e alla base, ai quattro angoli, vi sono le statuine di s. Lucia, patrona di Siracusa, s. Marziano, primo vescovo della città e quelle dei santi apostoli Pietro e Paolo. E questo reliquiario fu richiesto sul letto di morte nel 1973, dal dottor Cassola, il quale se lo strinse al petto e dopo un po’ singhiozzando, chiese un confessore, dicendo: “Prima, vedevo davanti a me come una muraglia invalicabile. Ora quella muraglia, grazie al pianto della Madonna, è crollata”. Il nuovo santuario accoglie circa un milione di pellegrini all’anno, provenienti da tutto il mondo. Il prodigio miracoloso di Siracusa si distingue da tutti gli altri eventi eccezionali, che hanno visto la Madonna come protagonista e stimolatrice dell’umanità. Per prima cosa Ella non ha parlato, come del resto anche nelle apparizioni di Guadalupe e di Castelpetroso, ma in questo caso a Siracusa ha pianto, ma nessuna parola poteva superare l’eloquenza del suo silenzio unito al pianto. Bisogna dire che le apparizioni della Madonna, non l’hanno vista mai ridere o sorridere allegra, ma sempre mesta, addolorata e a La Salette anche piangente, sempre in colloqui ed esortazioni a convertirsi, a non offendere più con il peccato e l’oltraggio il Cuore di suo Figlio; avvertendo dell’approssimarsi di sconvolgimenti mondiali e ideologici. Ma se a Fatima, Lourdes, Parigi, La Salette, ha fatto conoscere il suo dolore e la sua esortazione al pentimento, attraverso veggenti e umili ragazzi; qui a Siracusa parlò con il suo pianto, a migliaia di persone e quasi a confermare il prodigio, affinché fosse creduto, si è sottoposta a fredde analisi scientifiche e da laboratorio, perché a differenza di tutte le altre visioni e apparizioni, il prodigio di Siracusa resta comprovato dalla scienza. In un suo studio, il teologo Stefano De Fiores diceva nel 1978: “Maria piange per lanciare alla società, un ultimo monito a non rifiutare il regno di Dio e a non respingere ostinatamente i messaggi profetici dei suoi umili veggenti. Il suo è un pianto estremamente serio, saturo di tristi presagi, un richiamo a non respingere gli inviti divini, onde non incorrere nella rovina”. Autore: Antonio Borrelli MADONNA DELLA GUARDIA DI GENOVA MADONNA DELLA GUARDIA DI GENOVA Nell’immediato entroterra della città di Genova, sulla vetta Monte Figogna, sorge il celebre santuario di Nostra Signora della Guardia. Questo titolo attribuito alla Beata Vergine Maria è da ricondurre ad un’apparizione che vide protagonista il pastore Benedetto Pareto. Quest’ultimo, durante la bella stagione, saliva quotidianamente il pendio del Figogna che sovrasta il paese di Livellato, per fare pascolare le pecore e raccogliere la legna. La sua giornata veniva interrotta esclusivamente dal pasto che la moglie gli portava da casa, verso le dieci del mattino. Un giorno, il 29 agosto 1490, mentre Benedetto aspettava la moglie, gli si avvicinò una signora, di bell’aspetto e splendente come il sole, che si presentò come la Madre di Gesù, confortandolo e chiedendogli di costruire una cappella sul monte. Benedetto esitante replicò prontamente: “Sono tanto povero, e per fabbricare su questo monte alto e deserto occorreranno così tanti soldi che io dispero di riuscirci”. Ma Maria lo rassicurò: “Non avere paura. Sarai molto aiutato”. Pieno di entusiasmo Benedetto si precipitò a casa per raccontare alla sua famiglia l’incontro miracoloso. Sbigottita, sua moglie lo derise dicendogli: “Finora voi siete stato considerato da tutti un uomo semplice; d’ora in poi sarete ritenuto balordo o matto del tutto”. Tale parere si rivelò così convincente da dissuadere il marito dall’intraprendere qualsiasi progetto. Il giorno seguente Benedetto salì su un albero di fico, il ramo cedette al suo peso e si spezzò. La caduta lasciò conseguenze gravissime, tanto da far pensare al peggio. Infermo nel letto, Benedetto ricevette ancora la visita della Madonna che, rimproverandolo dolcemente, lo invitò nuovamente a costruire la cappella e lo guarì immediatamente da ogni infermità. Superato così ogni indugio, Benedetto si mise al lavoro, percorse tutta la valle chiedendo offerte e in breve tempo portò a compimento l’edificazione della cappella. Nel giro di pochi anni il culto della Madonna del Figogna si diffuse a tal punto da rendere necessaria una chiesa più grande, che venne costruita un po’ più in alto, quando Benedetto era ancora in vita.``Possediamo fortunatamente la cronaca dell’apparizione grazie ad una Memoria risalente al 1530, avvalorata dalla testimonianza giurata di due amici di Pasquale Pareto, figlio di Benedetto, che sostituì il padre nella cura del santuario dopo la sua morte. E’ da precisare, però, che la data tradizionalmente attribuita alla prima apparizione, cioè il 29 agosto 1490, è sicuramente errata, poiché tale giorno era domenica. Pare dunque impensabile che Benedetto Pareto violasse il riposo festivo addirittura con un’intera giornata di lavoro nei pascoli.``E’ pur vero che dagli anni successivi l’anniversario dell’apparizione fu sempre celebrato il 29 agosto. ``Un’antica tradizione, secondo la quale il giorno dell’apparizione sarebbe stato un mercoledì, ci può eventualmente far supporre che possa essere allora sbagliato l’anno, restringendo così il campo a due possibilità: 1487 e 1492. Gli studiosi propendono per il 1487, poiché nel 1488 sul vicino passo dei Giovi risultava già in costruzione una cappella dedicata a Nostra Signora della Guardia. Già nell’antichità i monti posti in posizione strategica per avvistare navi nemiche o portatrici di epidemie venivano denominati “guardie”. Questo titolo, che apparteneva senz’altro anche al Monte Figogna, venne esteso al nuovo santuario eretto sulla sua vetta, ad un altitudine di 805 metri. Questo appellativo è diventato poi simbolo della materna protezione offerta da Maria al suo santuario ed alla sua gente. La città di Genova l’ha eletta quale patrona e la venerazione nei suoi confronti si è ormai estesa ben oltre i confini della Liguria. Autore: Fabio Arduino entrambi gli articoli sono tratti dal sito www.santiebeati.it La firma di Maria sull'europa: ultima tappa: Medjugorie LA REGINA DELLA PACE Medjugorje era un piccolo paese il cui nome significa, in lingua slava, "fra i monti": da un lato il Krizevac, sul quale nel 1933 era stata innalzata una croce a ricordo dell'Anno santo della redenzione, e dall'altro il Crnica, nel cui territorio si trovano la collina del Podbrdo delle prime apparizioni e la frazione di Bijakovici dove abitano i veggenti. Il mistero si manifestò per la prima volta nel pomeriggio di mercoledì 24 giugno 1981. Era la festa di san Giovanni Battista, il precursore della fede cristiana che invitava gli uomini del proprio tempo alla conversione. Due studentesse, Ivanka Ivankovic (15 anni) e Mirjana Dragicevic (16 anni), stavano facendo una passeggiata quando videro una figura luminosa sul sentiero che costeggia il Podbrdo: una giovane donna con un bambino in braccio.Dopo un po' le raggiunsero Milka Pavlovic (12 anni) e la cugina di Ivanka, Vicka Ivankovic (17 anni). Infine arrivarono altri due ragazzi, Ivan Dragicevic (16 anni) e Ivan Ivankovic (20 anni). La Signora col bambino invitava i ragazzi a salire, ma loro scapparono impauriti. Il giorno successivo le quattro ragazze avevano deciso di tornare sulla collina, ma Milka fu bloccata dalla mamma, che aveva bisogno di aiuto, e al suo posto ci andò la sorella Marija (16 anni), accompagnata dal piccolo Jakov Colo (10 anni). Si formò così il gruppo definitivo dei sei veggenti, che chiesero alla luminosa figura chi fosse e si sentirono rispondere: «Io sono la Beata Vergine Maria». Da allora, l'anniversario delle apparizioni si celebra il 25 giugno, come del resto la Madonna stessa chiese esplicitamente il 2 febbraio 1982: «Vorrei che la festa in onore della Regina della pace fosse celebrata il 25 giugno. Proprio quel giorno, infatti, i fedeli sono venuti per la prima volta sulla collina.». É innanzitutto da sottolineare la coincidenza della prima apparizione con la festa di san Giovanni Battista, il profeta della conversione, colui che preparava il popolo di Israele alla venuta di Cristo: una scelta molto importante da parte della Madonna, che si riallaccerà poi con il giorno d'avvio dei messaggi mensili, il 25 gennaio 1987, festa della conversione di san Paolo. Si vede come la Vergine scelga con grande cura le sue date, segnalando così che il messaggio fondamentale di Medjugorje non è la preghiera (che pur è sollecitata innumerevoli volte), bensì la conversione: «Questo è il messaggio più importante che vi ho dato qui», precisò il 25 febbraio 1996. Nel contempo, l'apparizione con il bambino in braccio sta a indicare sin dall'inizio la finalità cristologica di tutte queste manifestazioni. Importante è anche il luogo nel quale la Madonna è apparsa: un Paese che allora era uno dei capisaldi del comunismo. Questa collocazione storica è molto importante, perchè la Madonna fece nell'agosto del 1991 una precisa richiesta: «Vi invito alla rinuncia durante nove giorni, affinchè con il vostro aiuto sia realizzato tutto quello che voglio realizzare attraverso i segreti che ho iniziato a Fatima». E l'8 dicembre successivo, nella solennità dell'Immacolata, i capi delle Repubbliche sovietiche si riunirono per decretare la fine dell'Unione, firmandolne gli atti solenni il 25 dicembre, giorno della natività di Cristo. Il messaggio principale, come si comprende dal nome che si da la Vergine, è la pace (nel suo significato più ampio: con Dio, con gli uomini, ma anche interiore) e i veggenti affermano che la Madonna ha indicato loro che si può raggiungere con questi cinque strumenti (detti da alcuni "le cinque pietre" paragonandole ai ciottoli scelti da Davide, armato solo di fionda e bastone, per abbattere Golia): 1. Preghiera: la Madonna richiede di pregare con il cuore (cioè non solo con la bocca, ma con attenzione, fede ed amore) e di pregare molto, in particolare ha chiesto almeno un Rosario intero ogni giorno, cioè i misteri della gioia, del dolore, della gloria e della luce. Digiuno: richiesto nei giorni di Mercoledì e di Venerdì. Il digiuno migliore, dice la Madonna, è a pane e acqua. Se si è ammalati è sufficiente fare una piccola rinuncia. Anche il digiuno è richiesto di farlo non per abitudine, ma con il cuore. 3. Lettura della Bibbia: un breve brano tutti i giorni, da leggere, meditare, credere e mettere in pratica. 4. Confessione: almeno una volta al mese, se non prima in caso di necessità. 5. Eucaristia: partecipare alla Santa Messa facendo la Comunione, se possibile, tutti i giorni. 2. Ciascuno di questi punti fanno naturalmente parte di un cammino personale, ognuno ha i suoi tempi e la sua coscienza, ma - se avete una forte fede - dice la Madonna - potete fare tutto -. Secondo i messaggi, attraverso questi strumenti la Madonna aiuta, con la sua intercessione, la conversione personale perché ogni uomo possa ricevere una fede forte che, con le opere che ne conseguono, conduca alla vera pace. Molti si chiedono: perchè così tanta preghiera? I veggenti riferiscono che la Madonna chiede soprattutto di pregare per gli altri con umiltà e amore. In particolare: per la conversione dei peccatori, per i giovani e le famiglie, per essere capaci di mettere in pratica i suoi messaggi e per essere d'esempio con la nostra vita e, più in generale, secondo le sue intenzioni. Alcuni considerano che, in un tempo in cui tutti comunicano con tutti attraverso messaggi (email) e messaggini (sms), la Madonna sembra aver precorso i tempi con i suoi messaggi regolari e ripetuti anche più volte: all'inizio solo per i veggenti, dal 1984 ogni settimana (il Giovedì) per la loro parrocchia e in seguito ogni mese (il 25) per la parrocchia e il mondo intero. Questa situazione fa si che a Medjugorje ci siano le apparizioni più lunghe di tutta la storia moderna: un evento tuttora in corso. dal sito bellissimo: madonnadimedju.altervista.org/index.php sito ufficiale di medjugorie: medjugorje.hr.nt4.ims.hr/ E' importante sottolineare che la Regina della Pace ha fatto sapere ai veggenti che Medjugorie è l'ultimo luogo dove Maria sarebbe apparsa sulla terra. Questo significa che ORA SONO I TEMPI MATURI DOVE DIO CHIAMA PER L'ULTIMA VOLTA ALLA CONVERSIONE DEI CUORI, perchè è la battaglia fra la Misericordia (Dio e il Cielo di cui Maria si fa portavoce) e il Male terrificante e abissale di Satana e dell'Inferno che giocano le ultime carte prima della venuta del Signore per strappargli quante più anime possibili. Questo non deve far paura, ma anzi deve far riflettere sul fatto che il male del mondo ha già raggiunto il suo colmo e che Dio ci sta concedendo un tempo di misericordia per riavvicinare tutti i cuori perduti e tutte le anime ammalate ingannate e sedotte dalle cose vane del mondo: beni materiali, lussi, vizi, pornografia e sesso libero, guerre, armi, danaro e potere, disgregazione della famiglia per egoismi e poco amore reciproco, traviamenti di tanti consacrati, guerre di religione sotto la minaccia di potentissime e ormai formate armi nucleari, avvelenamento terrestre per effetto del consumismo sfrenato e del sempre crescente desiderio di essere più benestanti. E in questo quadro desolante c'è l'abbandono dei cristiani del loro Papa, il Vicario di Cristo, al quale sempre più si sta scavando intorno il nulla per poterlo zittire. Ma con noi, fratelli che credete in Gesù c'è la Regina della Pace, l'ancora di salvezza che il Signore ci ha mandato con i suoi richiami continui di conversione e preghiera, digiuno e sprone all'amore fraterno, ecco che noi siamo oggi fatto oggetto della Misericordia del Signore che probabilmente chiama per l'ultima volta essendo che i tempi stanno maturando nel male troppo in fretta. Allora stringiamoci intorno al Papa, alla chiesa, seguiamo i suoi dettami, lasciamoci guarire e salvare dall'amore di Dio e da Gesù presente nei sacramenti e consacriamoci a Maria Vergine SS con la recita quotidiana del Santo Rosario. Avremo con noi il sigillo del Cielo e questo varrà a difenderci dal male. Altre apparizioni di Maria nel mondo in Europa e nel Mondo Isje (Ida) Johanna Peerdeman nacque il 13 agosto 1905 ad Alkmaar, in Olanda. Suo padre lavorava come rappresentante di tessuti. La madre morì quando Ida aveva solo 8 anni. Lei era la più piccola di cinque figli e da quel momento venne cresciuta dai suoi fratelli. All’età di 12 anni ebbe il suo primo incontro con la Madonna: mentre stava tornando a casa dalla confessione vide la figura luminosa di una donna. La ragazza riconobbe in quella figura la Beata Vergine Maria. Era il 13 ottobre 1917, lo stesso giorno dell’ultima apparizione di Fatima in cui si verificò il Miracolo del Sole, ma Ida questo non poteva ancora saperlo. La Madonna non parlava ma le sorrideva. La Signora in quello stesso mese le apparve altre due volte. Sia il padre che il confessore di Ida le consigliarono di non parlare con nessuno di quegli straordinari eventi di cui era stata protagonista, e così fece. Dopo la scuola dell'obbligo Ida volle continuare gli studi per diventare un'insegnante di asilo infantile. Dopo un certo periodo tuttavia, venne mandata via con la motivazione che non era adatta per quel lavoro, non aveva abbastanza fantasia e aveva poca creatività. Nessuno poteva prevedere a quel tempo l'importanza che questo fatto avrebbe avuto per la veggente qualche anno più tardi, quando le sue apparizioni venivano considerate da alcuni come delle semplici illusioni frutto di una fervida immaginazione. Molti anni più tardi, un esame psicologico (richiesto dal vescovo) attestò che Ida era perfettamente normale. L'esame mostrò che la veggente non aveva alcuna abilità nella rappresentazione immaginativa, e appariva assolutamente sincera. Quando aveva 18 o 19 anni, Ida andò a lavorare in una fabbrica di profumi ad Amsterdam. A quel tempo aveva molti ammiratori, per via della sua avvenenza e dei suoi modi gentili e semplici, ma lei sentiva di non essere portata per il matrimonio Le apparizioni e i messaggi della Signora di Tutti i Popoli iniziarono il 25 marzo 1945. È importante notare che nel marzo del 1945 si celebrava anche il seicentesimo anniversario del famoso Miracolo Eucaristico di Amsterdam. Ida allora aveva 40 anni e lavorava ad Amsterdam. In quel periodo la guerra non era ancora terminata e l’Olanda era ancora sotto l’occupazione nazista. Il giorno della prima apparizione Ida e sua sorella erano sedute attorno ad una stufa a parlare quando passò a far loro visita il Padre domenicano Joseph Frehe, confessore di Ida e suo buon amico. Alla presenza del sacerdote e della sorella a Ida apparve la Madonna. La donna riferì di vedere una luce in un angolo della stanza. Da quella intensa luce emerse la Madonna che disse a Ida di ripetere dopo di lei quanto le avrebbe rivelato. La Madonna parlava lentamente mostrando il rosario e invitando a recitarlo con perseveranza. Indicò poi delle date, tra cui il 5 maggio (la data della fine della guerra in Olanda). Alla veggente furono mostrati anche alcuni soldati in uniforme e le fu detto che presto sarebbero tornati a casa. Poi, sempre nella stessa visione, fu imposta a Ida una pesantissima croce che riusciva appena a sollevare e che simbolicamente faceva intendere che la sua vita futura sarebbe stata di sacrificio e servizio. Padre Frehe incaricò la sorella di Ida di scrivere tutto ciò che la veggente diceva. Le apparizioni e i messaggi della Madonna terminarono il 31 maggio 1959. Quest'ultima apparizione si concluse con una visione dell’ostia consacrata da cui si irradiava una grande luce, mentre una voce diceva: «Chi Mi mangia e Mi beve ha la vita eterna e riceve il Vero Spirito» . Ma questa non fu comunque l’ultima esperienza mistica di Ida. In seguito ebbe visioni di Gesù e brevi messaggi che ella ritenne inviati da Lui. Per 26 anni la donna ricevette quelle che lei definiva come "esperienze eucaristiche" (la maggior parte avveniva in chiesa durante la Comunione). Queste durarono fino al 1984. Ida nel corso degli anni fu oggetto di numerosi attacchi demoniaci che si verificarono da quando era giovane fino agli ultimi anni della sua vita. La donna li sopportò con pazienza rimanendo, nonostante tutto, sempre fedele alla sua missione. La veggente comprese che, in quanto portatrice dei messaggi della Corredentrice, doveva soffrire in anima e corpo. Nel corso della sua vita accettò con pazienza anche il dolore della derisione della gente e di essere messa in ridicolo dai mass-media. Neanche gli amici e i parenti si rendevano conto di quale martirio fisico e spirituale vivesse la veggente, per anni Ida sopportò tutto questo in silenzio, senza mai lamentarsi. Ida si ammalò di cancro al seno, ma, a causa della sua paura degli ospedali, si sottopose all'intervento solo molto tardi. Inoltre soffriva di cuore. Queste sofferenze, il suo silenzio di anni, la sua attesa e la sua obbedienza, sono la sua cooperazione nel piano della Madonna. La Madonna promise a Ida che non sarebbe morta prima di vedere la pubblica venerazione della Signora di Tutti i Popoli. Il 31 maggio 1996 il vescovo locale Henrik Bomers e il suo vescovo ausiliario Josef Punt hanno approvato ufficialmente la venerazione alla Madonna sotto il titolo di Signora di Tutti i Popoli, e Ida - esattamente come le aveva predetto la Madonna - visse per vedere questo agognato momento. Morì qualche giorno più tardi, il 17 giugno 1996. Ida seppe in anticipo che sarebbe morta nel 1996 perché il 1° gennaio di quello stesso anno aveva sentito la voce della Signora che le annunciava: «questo è il tuo ultimo anno. Presto ti porterò da mio Figlio. Il tuo compito è concluso! Continua ad ascoltare la voce!». La preghiera Già fin dal primo messaggio, il 25 marzo 1945, la Madonna parla della sua preghiera, come se fosse ormai conosciuta: «La preghiera deve essere divulgata». In realtà la rivela soltanto sei anni dopo, mentre la veggente era in Germania. Signore Gesù Cristo, Figlio del Padre, manda ora il Tuo Spirito sulla terra. Fa' abitare lo Spirito Santo nei cuori di tutti i popoli, affinché siano preservati dalla corruzione, dalle calamità e dalla guerra. Che la Signora di tutti i Popoli, che una volta era Maria, sia la nostra Avvocata. Amen. Il fatto che Maria abbia dettato la sua preghiera durante la visione del Concilio Vaticano II, è un chiaro segno dell’importanza di questa preghiera per la Chiesa e per il mondo. Ancora prima che la Signora incominci a parlare, Ida viene portata davanti alla Croce e resa partecipe di una grande sofferenza: «Mi trovavo ancora con la Signora davanti alla Croce e poi mi disse: "Ripeti quello che dico"... Innalzò le mani, che aveva sempre aperte e le mise insieme. Il suo viso divenne così celeste, così sublime, da non potersi descrivere. La sua figura diventò ancora più trasparente e più bella... La Signora disse allora: "Signore Gesù Cristo, Figlio del Padre...". Ma come lo diceva! Penetrava nelle ossa! Non l’ho mai sentito dire nel mondo da nessuno in quel modo. "Manda ora il tuo Spirito" accentuando "ORA" e "Fa abitare lo Spirito Santo nei cuori di tutti i popoli", dicendo con particolare enfasi la parola "TUTTI". La Signora pronunciò anche la parola "Amen" in un modo così bello, così solenne... Mentre la Signora diceva "Amen", tutto restava scritto in grandi lettere davanti a me». All’inizio, le parole "che una volta era Maria" causarono meraviglia e perplessità, non soltanto nella gerarchia ecclesiastica, ma anche nella stessa veggente e nel suo padre spirituale. Quando nella prima pubblicazione queste parole problematiche vennero semplicemente eliminate, Maria precisò in messaggi successivi che non era contenta di quel cambiamento del testo: «"Che la Signora di tutti i Popoli, che una volta era Maria, sia la nostra Avvocata": questo deve rimanere così» (06.04. 1952). La Madonna spiega in modo chiaro, breve e semplice: «"Che una volta era Maria": significa che molti uomini hanno conosciuto Maria come Maria. Ora però voglio, in questo nuovo periodo, essere LA SIGNORA DI TUTTI I POPOLI. Questo è comprensibile a tutti». Ciò significa che Maria, la giovane Piena di Grazia, al principio non era la Madre di tutti gli uomini, ma con la sua fedele corrispondenza alla Grazia e per mezzo della sua sofferenza, unita a suo Figlio, diventò LA MADRE DI TUTTI I POPOLI. Lei stessa spiega perché insegna questa nuova preghiera: «Essa è data affinché scenda sul mondo il vero Spirito»" (20.09.1951). «Non puoi comprendere il valore che avrà, perché non sai ciò che il futuro apporterà» (15.04.1951). La sua richiesta speciale è rivolta al Santo Padre, affinché spieghi questa preghiera ai popoli: "Apostolo di Nostro Signore Gesù Cristo, insegna ai popoli questa semplice, ma così significativa preghiera" (10.05.1953). Maria promette ancora: «Tramite questa preghiera, la Signora salverà il mondo» (10.05.1953). «Voi non sapete quanto sia grande e significativa questa preghiera presso Dio. Egli ascolterà sua Madre, se essa vorrà essere la vostra Avvocata»(31.05.1955). «Recitate questa preghiera in ogni cosa che fate» (31.12.1951). Per quanto sia possibile, dobbiamo dire questa semplice preghiera ogni giorno davanti alla Croce, lentamente, devotamente, come desidera Maria. 1981: Ruanda, in Africa, Nostra Signora dei Dolori di Kibeho: In un piccolo lembo dell’Africa centrale è sorto un Santuario intitolato a ‘Nostra Signora dei Dolori’. Qui, 23 anni fa, la Madonna apparve ad alcune ragazze del luogo per invitarle a pregare per la salvezza del mondo. "Vi esorto a pregare con fervore affinché questo Santuario di Kibeho possa diventare il luogo da cui sorgerà un popolo rwandese rinnovato nella fede, assetato di amore per il suo Dio, deciso a dimenticare il triste passato della guerra fratricida, i cui segni terribili si riscontrano dappertutto e, in modo particolare, in questo luogo". Così esordiva, la mattina del 31 maggio di un anno fa, il Card. Crescenzio Sepe, Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, nel consacrare il nuovo Santuario mariano dedicato a "Notre Dame des Douleurs" a Kibeho, luogo oramai divenuto meta di pellegrinaggi da ogni parte dell’Africa e del mondo fin dall’inizio degli anni Ottanta. Quasi una nuova Lourdes nel cuore dell’Africa nera. Le apparizioni della Vergine a Kibeho (dal 28 novembre 1981 al 28 novembre 1989) sono le prime che si sono verificate in terra africana e sulle quali la Chiesa ha espresso il suo riconoscimento, giudicandole autentiche, al termine di una lunga inchiesta e di un rigoroso processo canonico. Una dichiarazione del Vescovo di Gikongoro, la diocesi di appartenenza di Kibeho, preparata in accordo con la Congregazione per la Dottrina della Fede, è stata resa nota in contemporanea, nel maggio 2003, in Africa e in Vaticano, per ufficializzare quello che è un evento straordinario. Un documento lungo ventitre pagine che rappresenta il frutto di una lunga e prudente inchiesta da parte della Chiesa. "La Vergine Maria è apparsa a Kibeho, nella giornata del 28 novembre 1981 – ha affermato il Vescovo Monsignor Augustin Misago – e nel corso dei mesi seguenti. Ci sono più buone ragioni per crederlo che per negarlo. A questo riguardo, solo le tre veggenti dell'inizio meritano di essere considerate come autentiche; si tratta di Alphonsine Mumureke, Anathalie Mukamazimpaka e Marie-Claire Mukangango". "Io sono la Madre del Verbo" La storia di Kibeho cominciò alle 12,35 di un sabato, il 28 novembre 1981, in un Collegio gestito da Suore locali, frequentato da poco più di un centinaio di ragazze della zona. Un Collegio rurale, povero, dove si imparava a diventare maestre oppure segretarie. Era diretto da tre Suore che fungevano anche da insegnanti. Gli altri insegnanti, una donna e cinque uomini, erano laici. Il complesso non era dotato di Cappella e, quindi, non vi era un clima religioso particolarmente sentito. Quel giorno tutte le ragazze del Collegio erano nel refettorio. La prima del gruppo a "vedere" fu Alphonsine Mumureke, di sedici anni. Secondo quanto lei stessa scrive nel suo diario, stava servendo a tavola le sue compagne, quando udì una voce femminile che la chiamava: "Figlia mia, vieni qui". Si diresse verso il corridoio, accanto al refettorio, e lì le apparve una donna di incomparabile bellezza. Era vestita di bianco, con un velo bianco sulla testa, che nascondeva i capelli, e che sembrava unito al resto del vestito, che non aveva cuciture. Era scalza e le sue mani erano giunte sul petto con le dita rivolte al cielo. La Madonna, come lei disse, non era proprio bianca (muzungu) quale si vede nei santini, ma neppure nera. Alphonsine affermerà, nella sua testimonianza, di non riuscire a dire con esattezza di che colore fosse la sua pelle. Alphonsine le domandò: "Chi sei?"; e lei rispose, in lingua rwandese: "Io sono la Madre del Verbo". la Vergine apparsa a Kibeho, con la corona di sette ‘poste’: tante quanti sono i ‘dolori’ di Maria tradizionalmente numerati. La Signora a questo punto chiese ad Alphonsine di insegnare alle sue compagne a pregare perché esse non sapevano farlo o non lo facevano abbastanza, nonché a tenere in stima la devozione a Maria, loro Madre. L’apparizione durò circa un quarto d’ora. Alla fine, la Signora scomparve lentamente, alzandosi verso il cielo. Le compagne del Collegio lì presenti avevano udito le parole di Alphonsine, ma non quelle della Signora. Pensarono subito ad un attacco di isteria o che fosse vittima di allucinazioni. Presto Alphonsine divenne il loro zimbello, sicché nelle successive visioni ella domandò alla Vergine che apparisse anche a qualche altra ragazza, in modo che tutte potessero credere. E la Madonna l’accontentò. La sera del 12 gennaio 1982, Maria apparve ad Anathalie Mukamazimpaka, che aveva allora 17 anni. Ma le ragazze del Collegio continuarono a non credere, finché due mesi più tardi, il 2 marzo 1982, la Madonna apparve anche a MarieClaire Mukangango, di 21 anni. Questa apparizione fu determinante, dal momento che Marie-Claire era la più scettica e, data anche la sua maggiore età, esercitava una grande influenza sulle altre compagne del Collegio. Per lei Alphonsine era solo matta. Sosteneva con fermezza di non credere assolutamente alle apparizioni. Ma quando pure lei dovette ammettere di aver visto la Madonna, tutte le collegiali si arresero a tale evidenza. Da quel momento la notizia delle apparizioni si diffuse assai velocemente in tutto il Rwanda, attirando a Kibeho una folla sempre più imponente di curiosi e di fedeli. Un orribile fiume di sangue Secondo il racconto delle veggenti, la Madonna apparsa a Kibeho come "Nyina wa Jambo" – in lingua locale: "Madre del Verbo" o "Madre di Dio" – vuole portare, non solo a Kibeho e alla terra africana, bensì al mondo intero, il suo messaggio evangelico, il messaggio di suo Figlio Gesù, che è poi lo stesso di tutti i tempi e per tutti i luoghi: l’amore per Dio e per il prossimo, invitando tutti gli uomini alla conversione, alla penitenza e al digiuno. Il frutto di tutto ciò sarà l’unità e la pace. Diversamente non ci potrà essere che odio ed inimicizie. È significativo, infatti, che in una delle apparizioni, e precisamente in quella del 19 agosto 1982, di fronte a oltre ventimila persone, i veggenti ebbero una spaventosa visione di quello che poi dodici anni più tardi sarebbe accaduto nel loro paese, con il genocidio rwandese. Quel giorno la "Signora" apparve ai veggenti a turno. Il suo volto era triste, sembrava assai contrariata. Alphonsine, una del gruppo, disse che piangeva. E anche i veggenti cominciarono a piangere e a battere i denti dalla paura. L’apparizione fu eccezionalmente lunga, ebbe una durata complessiva di circa otto ore; e le immagini della visione furono tremende: "un fiume di sangue, persone che si uccidevano a vicenda, cadaveri abbandonati senza che nessuno si curasse di seppellirli, teste mozzate, un albero immerso nelle fiamme, un mostro spaventoso, un abisso spalancato…". Fatti terrificanti che poi si sarebbero tristemente avverati allo scoppio della guerra civile fra le etnie degli Hutu e i Tutsi che avrebbero funestato anni dopo il Rwanda. Alcuni dei veggenti scomparvero proprio nei massacri del 1994. "Il sacrificio di migliaia di persone uccise nella vecchia chiesa e intorno ad essa – ha ricordato il Cardinale Sepe, il giorno dell’inaugurazione del Santuario mariano di Kibeho –, grida con voce forte verso tutti noi e ci invita ad incamminarci su una nuova strada, sulla strada della pace, del perdono reciproco delle colpe arrecate e sulla strada della riconciliazione. Il vero popolo di Dio non può nutrire sentimenti di odio, di divisione, di vendette, di disprezzo, che sono estranei a Dio e al suo amore". Universale messaggio di salvezza Le apparizioni di Kibeho sono state considerate per molto tempo con scetticismo e sospetto. Una Commissione medica internazionale ha condotto a suo tempo accuratissimi esami sulla salute fisica e mentale di tutti i giovani veggenti coinvolti nelle apparizioni. Altre tre ragazze (Stephanie Mukamurenzi, Agnes Kamagaju, Vestine Salima) ed un ragazzo, Emmanuel Segatashya, furono infatti coinvolti nel fenomeno delle apparizioni; ma soltanto i racconti delle prime tre veggenti (Alphonsine Mumureke, Anathalie Mukamazimpaka e Marie Claire Mukangango) sono stati ritenuti i più convincenti. Il fatto però che le apparizioni ricevute dagli altri quattro ragazzi non siano state approvate non significa necessariamente che il Vescovo le ritenga false, ma soltanto che la Commissione diocesana non ha trovato in esse elementi sufficienti per qualificarle come sicuramente attendibili. La Santa Vergine è apparsa a tre ragazze del luogo, ma i suoi messaggi si rivolgono a tutto il mondo. Disse infatti la Madonna a Marie-Claire: "Io mi rivelo dove voglio, quando voglio e a chi io voglio. Io non vengo soltanto per Kibeho, non soltanto per la diocesi di Butare, non soltanto per il Rwanda, non soltanto per l’Africa, ma per il mondo intero. Questo mondo è sull’orlo di una catastrofe. Meditate sulle sofferenze di Nostro Signore Gesù e sul profondo dolore di Sua Madre. Pregate il Rosario, specialmente i Misteri Dolorosi, per ricevere la grazia di pentirvi". Alla veggente Alphonsine, Maria disse: "Sono venuta per preparare la strada a mio Figlio, per il vostro bene, e voi non lo volete capire. Il tempo rimasto è poco e voi siete distratti. Siete distratti dai beni effimeri di questo mondo. Ho visto molti dei miei figli perdersi e sono venuta per mostrargli la vera strada…". Come per altre apparizioni mariane, il messaggio fondamentale di Kibeho è l’invito alla conversione, alla preghiera e al digiuno. Nei suoi accorati appelli, Maria sottolinea l’importanza di amare il prossimo e di non sottovalutare il reale potere della preghiera, specialmente del Santo Rosario. Alphonsine ha detto: "Se Maria sta venendo a Kibeho, è per preparare il ritorno di suo Figlio. Il mondo si sta avvicinando alla fine. Il ritorno di Gesù è vicino. Ma la fine del mondo non è una punizione. La Vergine Maria viene per avvisarci di prepararci per il ritorno di suo Figlio. Dobbiamo soffrire con Gesù, pregare ed essere apostoli per preparare il suo ritorno". Maria Di Lorenzo, tratto dalla rivista "Madre di Dio", giugno 2004 LA MADONNA DI LAUS (APPARIZIONI AVVENUTA PRIMA DI LOURDES E APPROVATE DALLA CHIESA NEL 2008) Nel piccolo paese di Saint Etienne, situato nella valle dell'Avance (Delfinato - Francia), è nata nel 1647, Benedetta Rencurel, la veggente del Laus. Insieme ai suoi genitori, viveva in uno stato prossimo all'indigenza. Per vivere non avevano che un piccolo pezzo di terra e il lavoro delle proprie mani. Ma erano cristiani ferventi e la fede era per loro la più grande ricchezza, consolandoli nella loro povertà. Benedetta passò la sua infanzia nella sua povera capanna e ricevette sulle ginocchia della mamma tutta la sua educazione che fu di una estrema semplicità. Star buona e pregar bene il Signore era tutto quello che la buona donna poteva raccomandare alla sua Benedetta. Per pregare non ebbe che il Padre Nostro, l'Ave Maria e il Credo da insegnarle. Fu la Santa Vergine che, poi, le insegnò le Litanie e una preghiera al SS.mo Sacramento. Benedetta non sapeva né leggere né scrivere. Aveva sette anni quando il padre la lasciò orfana con due sorelle, di cui una maggiore di lei. La madre, spogliata dei pochi beni ereditati da avidi creditori, non potè far studiare le figlie che furono ben presto messe al lavoro. A Benedetta fu affidato un piccolo gregge. Ma se la buona bambina ignorava le regole della grammatica, aveva però la mente e il cuore ricchi di verità religiose. Frequentava con assiduità il catechismo, ascoltava con avidità le prediche e la sua attenzione raddoppiava specialmente quando il parroco parlava della Madonna. A dodici anni, obbediente e rassegnata, lascia la sua povera casa per andare a servizio, chiedendo alla mamma per unico favore di comprarle una corona del rosario, sapendo di poter trovare solo nella preghiera la consolazione alle sue pene. Impegno: Oggi reciterò con calma e amore le Litanie alla Madonna. 2. PROTEZIONE CELESTE Agli atti di fervore, la buona pastorella sapeva pure aggiungere le esortazioni: parlava così bene di Dio, del Paradiso, dell'inferno, che anche i più ostinati ne rimanevano colpiti. Uno dei suoi due padroni era un uomo violento, spesso diventava furibondo e comandava più con i pugni che con le parole. Benedetta dolcemente gli rimproverava i suoi atti di collera, ricordandogli i doveri della carità. Gli faceva conoscere il giudizio divino e gli presentava le sofferenze che aspettano coloro che non vogliono migliorarsi. Quell'uomo, vinto dalle sue ispirate parole, finisce per rientrare in sé, convertendosi seriamente. E la vera carità si accompagna sempre alla purezza. Non molto lontano da S. Etienne si trova una limpida sorgente chiamata "Fonte chiara" che ha dato il nome a tutta quella regione. Un giorno, mentre Benedetta si trovava là col gregge, due uomini ebbero il malvagio pensiero di approfittare di quella solitudine per tentare la virtù della pastorella, pensando che una ragazza della sua età non avrebbe opposto una seria resistenza. Ma Benedetta, accortasi delle loro intenzioni, per fuggire, corse verso la palude, mettendosi così in trappola. Le acque però si solidificarono sotto i suoi piedi, mentre gli uomini che la inseguivano già avevano l'acqua oltre il ginocchio. Capirono così che Benedetta era particolarmente protetta dal Cielo e, pentendosi, tornarono indietro. Così Benedetta, a quindici anni, era pronta a morire annegata, pur di difendere la sua purezza. Ma era giunto il momento in cui doveva entrare in una relazione sempre più intima con il mondo soprannaturale. Impegno: C'è vicino a me qualcuno che ha bisogno della mia parola e del mio incoraggiamento per migliorarsi? Farò oggi qualcosa. 3. PREDILEZIONE MATERNA La valle del Laus è il teatro delle meraviglie della Madonna. Tutto è silenzioso e solitario. Un lago, oggi scomparso, le ha dato il nome. Da quelle parti la gente era molto devota e aveva una grande pena per la lontananza dalla parrocchia! É per questo motivo che pensarono di far costruire una cappella sotto il titolo di Nostra Signora del Buon Incontro: un nome ispirato dal Cielo perché proprio là Benedetta incontrerà la Vergine Maria. La cappella non era che una cameretta quadrata coperta di stoppie, con un altare di gesso, due candelieri di legno, un tabernacolo di stagno e qualche quadretto malandato. Ecco il luogo scelto da Maria SS.ma per farne il teatro delle sue meraviglie, per tutto l'arco di 54 anni, e ancor oggi! Per quattro mesi vi apparve ogni giorno e per l'altro tempo almeno una volta al mese. Dopo la morte di Benedetta la Buona Madre non apparve più, ma aveva già promesso che non avrebbe mai cessato di provare la sua presenza in quel luogo, con le sue grazie. Vicino a quel luogo, un giorno, mentre Benedetta pregava il Rosario, la sua preghiera preferita perché sapeva che la preferiva a tutte anche Maria, presso una cappella dedicata a San Maurizio, il santo le apparve dicendole: "Figlia mia, va nella valle che si trova sotto Saint Etienne: là vedrai la buona Madre di Dio". "Che dite? La S. Vergine è in Cielo, come potrò vederla in quel luogo?". " Sì - rispose il messaggero celeste - Ella è in Cielo, ma è anche in terra, quando vuole". Impegno: N.S. del Buon Incontro vuole incontrare anche me oggi: andrò da lei che mi aspetta in chiesa, vicino a Gesù. 4. IL PRIMO INCONTRO CON LA MAMMA DEL CIELO Benedetta si affretta verso la valle indicatale da San Maurizio. Al fondo, fra i due bracci del torrente, si trova nella roccia una cava di gesso. Quel luogo si chiamava 'Torni"; là Benedetta già altre volte aveva recitato il Rosario! Appena giunta davanti alla grotta, Benedetta è colpita dalla vista di una bella Signora che tiene per mano un bambino di straordinaria bellezza. Questo spettacolo la rapisce. Dagli occhi della Signora escono raggi di luce che rischiarano la valle, la sua veste emana un profumo soave da far credere che tutta la valle sia piena di fiori. Ma Benedetta, nonostante tutto questo, nonostante le parole del santo, nonostante il suo grande desiderio di contemplare il volto della Madre di Dio, non immagina neppure chi essa sia. Anzi, le chiede: "Cosa siete venuta a fare qui, bella Signora? Volete comprare del gesso?". Poi, senza attendere la risposta: "Volete lasciare a noi il bambino? Lo terremmo con gioia...". A tanta semplicità la Signora sorride, ma non dice una parola. La visione durò a lungo e solo a metà del pomeriggio Benedetta sentì di aver fame. Così, rivolgendosi alla Signora: "Volete mangiare con me? Ho del buon pane! Lo bagneremo all'acqua della fontana...". La Signora sorrise nuovamente, continuando a passeggiare vicino alla grotta. A sera, prese in braccio il bambino, entrò nella grotta e scomparve. Il giorno dopo lo stesso spettacolo, la stessa meraviglia, la stessa consolazione. Per circa quattro mesi, ogni giorno, le è dato di contemplare Colei la cui vista fa della terra un Paradiso. E Benedetta, attratta da Lei, dimentica tutto: i giorni sono troppo corti e le notti troppo lunghe. Così, dopo averle incantato il cuore con la sua bellezza celeste, la Madre di Dio rompe finalmente il silenzio. Non possiamo sapere tutto ciò che Maria disse a Benedetta, ma, quel poco che sappiamo basta per farci capire che la Madonna ha voluto consolare e nello stesso tempo istruire l'umile pastorella. Impegno: Fisserò oggi i miei occhi in quelli della Mamma, pregherò con più amore e le dirò grazie più spesso per la sua materna guida. 5. ALLA SCUOLA DI MARIA Benedetta amava la preghiera e la Vergine le conferma e aumenta questo amore. A più riprese la manda ad adorare Dio nella chiesa del paese, promettendole di rimanere lei a sorvegliare il gregge durante la sua assenza. Vuole poi che la sua allieva inviti le sue amiche, tutti gli altri a pregare, ad adorare, a recitare il Rosario. E tutti dicevano volentieri di sì, con slancio. Maria insegna a Benedetta, che non le sapeva, le Litanie, ripetendole parola per parola, come fanno le mamme con i bambini. E Benedetta ripete, senza esitare e in brevissimo tempo le impara. Ma la Madonna la guida anche a distaccarsi dalle cose, ad essere generosa e a rinunciare per amore anche a ciò che è buono. Un giorno, dopo averla mandata a Messa, la Signora condusse il gregge in un'altra valle assai lontana. Al ritorno Benedetta si mise a piangere e a cercare, ma senza perdere la pazienza. Poi la Signora torna e le dice: "Hai fatto bene a non impazientirti. Ho voluto provare la tua pazienza". Dopo la prova, le carezze. Un'altra volta la Regina del Cielo, vedendo la sua cara figlia sfinita per la fatica, l'invita a riposarsi accanto a lei. Benedetta obbedisce e si addormenta dolcemente appoggiata a lei. Impegno: Ogni volta che oggi sarò stanca, quando qualcosa mi peserà sul cuore, dirò un'Ave Maria e sarò sicura che la Mamma si prenderà cura di me. 6. LA FAMA DELLE APPARIZIONI SI DIFFONDE Tutti vogliono vedere e sentire Benedetta: essa parla a tutti di ciò che la riempie di gioia, anche se non sa ancora chi sia la bella Signora. "Che sia la Vergine quella che vede?" dice la gente. Ma Benedetta non lo suppone né cerca di saperlo: vede, ama, è felice, questo le basta. La sua padrona, stupita, vuole rendersi conto di ciò che succede alla valle dei Forni e un giorno esce di casa di nascosto raggiungendo la grotta prima di Benedetta. Quando questa arriva, la Signora le dice che la padrona è nascosta dietro una roccia. “E’ qui. Avvertila di non bestemmiare più perché se continua così non ci sarà il Paradiso per lei: la sua coscienza è in cattivissimo stato, faccia penitenza, distribuisca ai poveri il cibo e il vino che prenderebbe nei giorni di Pasqua, di Pentecoste e di Natale ed essa non si cibi che di pane e acqua in quelle tre festività". La peccatrice, dal suo nascondiglio sente tutto, si pente, convertendosi ad una vita migliore. Questo fatto convinse la gente che Benedetta vedeva davvero qualcosa di straordinario! La fama di tante meraviglie però non poteva fermarsi a Saint Etienne, sorpassò le montagne e anche nella città di Gap non si parlava altro che degli avvenimenti di Laus. Così il giudice della vallata ordinò a Benedetta di chiedere alla Signora chi fosse, accompagnandola sul posto insieme ad una processione di Figlie di Maria. La bella Signora disse di non costruire una chiesa in quel luogo perché ne aveva scelto un altro e aggiunse: "Io sono Maria, la Madre di Gesù. Tu non mi vedrai più in questo luogo, né mi vedrai più per un po"'. Impegno: Oggi voglio lodare, benedire, ringraziare spesso il Signore e Maria per me e per tutti coloro che non lo fanno. 7. "MI VEDRAI AL LAUS" La bella Signora era dunque Maria. Questo nome così dolce dovette far trasalire Benedetta, ma non la stupì: la dolcezza che fino a quel momento aveva gustato era troppo grande per poter essere aumentata da una parola c he non aveva neppure sentito il bisogno di sapere. Né alcun cambiamento si notò in lei: Benedetta continuerà a trattare con la Madre di Dio con la stessa familiarità e confidenza con cui trattava la Signora col bambino. La grotta dove la Vergine con suo Figlio ha, in un certo senso, abitato per circa quattro mesi manifestandosi all'umile pastorella divenne il luogo in cui si costruì prima un oratorio e poi una piccola cappella che porta ancora oggi il nome di Nostra Signora dei Forni. Le ultime parole di Maria ai Forni furono per Benedetta come una spada di dolore che le trapassò il cuore. Desolata e piangente vagava per la valle cercando sempre Colei che era la fonte della sua gioia. Ma un segreto richiamo l'attira altrove. Dopo un mese, al di là di un piccolo monte dove si cela il Laus, vede una luce splendente più del sole e, in quell'abbagliante aureola, la sua Signora. Più veloce del lampo vola verso quella miracolosa visione. Ansimando per la fatica e per l'emozione, sale il pendio e in pochi istanti si trova ai piedi della Madre! La saluta, ma subito si lamenta con lei per quella lunga assenza. La Vergine sorride e le dice: "Recati al Laus. Là troverai una piccola cappella dalla quale sentirai provenire un gradito profumo: là mi vedrai e mi parlerai molte volte". Il luogo di questa apparizione si chiama Pindreau e attualmente vi si vede un suggestivo monumento. Benedetta corse subito verso il luogo indicatole dalla Vergine, ma i boschi coprivano la valle e nulla sembrava distinguere il futuro palazzo della Regina del Cielo dalle povere capanne dei semplici contadini. Ma ecco che dalla porta semiaperta di una casupola ella sente un profumo che non assomiglia a nessuno di quelli terreni. "É qui !" esclama Benedetta. E infatti, ritta su un altare spoglio e polveroso, vede la sua buona Mamma che l'accoglie con materna tenerezza. Impegno: Sì, Maria è qui, è qui con me, oggi: voglio accorgermi della sua presenza offrendole una preghiera, un canto, un fiore. 8. LA MISSIONE DI BENEDETTA Alla vista della bella Signora, Benedetta si inginocchia e poi, alzando gli occhi su quel nudo altare, le offre il suo grembiule bianco perché possa poggiarvi i piedi. La Vergine glielo lascia, ma la pastorella continua a lamentarsi della povertà della cappella. Maria però desidera ora manifestarle i suoi progetti. "Non stare in pena per questo - le dice - non passerà molto tempo che qui non mancherà più nulla, né tovaglie, né ceri, né ornamenti. Voglio edificare in questo luogo una grande chiesa e una casa per la residenza di qualche sacerdote. Questa chiesa sarà costruita in onore del mio carissimo Figlio e in mio onore: sarà della lunghezza e della larghezza che io voglio. Molti peccatori vi si convertiranno e tu mi vedrai qui spessissimo". "Edificare una chiesa? ma non c'è denaro! Bisognerà stare in questa cappella così come si trova!". "Non preoccuparti insiste la Vergine - quando sarà tempo si troverà tutto ciò che è necessario. Il denaro dei poveri fornirà tutto: vedrai che non mancherà niente". Durante quei deliziosi discorsi la Santa Vergine continuava con dolcezza e pazienza a formare Benedetta alla sua futura missione, facendo nascere in lei, sempre più, un grande zelo per la conversione dei peccatori. Questo infatti era il grande fine che la Madre di Dio voleva ottenere. Si trattava di condurre in questo luogo le anime perdute nelle vie del mondo: si doveva risvegliare quelle coscienze addormentate, far loro vedere l'abisso che si scavavano sotto i piedi, infondere loro il coraggio di confessarsi per camminare definitivamente sulla via della giustizia e della santità. Per questo le risorse umane non erano sufficienti, ma la Vergine ha altri mezzi: inizia con le guarigioni, attirando così i peccatori, rendendo loro, con la vita del corpo, anche quella dell'anima. Il gran numero di prodigi attirava un gran numero di pellegrini, provenienti sia dalla Francia che dall'estero. La Madonna aveva anche detto a Benedetta che l'olio della lampada della Cappella avrebbe avuto una virtù miracolosa per guarire ogni infermità. Ma il prodigio più straordinario è quello che la Vergine operò in favore dei bambini morti senza Battesimo, proprio per ricordare la grande importanza di questo sacramento. I bambini deposti sul suo altare, almeno per un momento, tornavano in vita e subito l'acqua del Battesimo veniva fatta scendere sulla loro fronte. Di solito si riaddormentavano poco dopo, volando dal Laus al Paradiso! Impegno: Pregherò in particolare per la conversione dei peccatori, con il Rosario offerto per loro. 9. VITTIMA PER I PECCATORI Intanto l'Autorità ecclesiastica andava indagando per assicurarsi sull'origine divina di tutti quei fatti meravigliosi. E la Vergine diceva a Benedetta: "La devozione di Laus sarà molto contrastata, ma tu non perderti di coraggio, piuttosto prega con più insistenza il mio caro Figlio: i nemici di Laus saranno confusi e la devozione sarà più grande che mai". Così le inchieste terminarono e tutte in mezzo a miracoli e prodigi: questo confermò l'origine divina delle apparizioni del Laus. Ma il moltiplicarsi dei pellegrinaggi imponeva la costruzione di una cappella più vasta. Del resto questo era anche il desiderio di Maria che aveva promesso di vincere ogni ostacolo alla sua realizzazione. E infatti, in quattro anni il Santuario fu completato. Era il 1670. Nel marzo del 1892 il Papa Leone XIII accordava al Santuario il titolo di Basilica Minore. Ma non si può tacere una meraviglia che è tipica di Laus: la presenza di profumi celesti di cui la Vergine riempiva il santuario e la valle ogni volta che appariva. E il miracolo dei celesti profumi, ancor oggi, non è ancora cessato. Ma il più grande prodigio del Laus è quello operato da Maria nell'anima della sua Benedetta. Ella la arricchì delle grazie più grandi, la ornò delle virtù più rare, comunicandole anche i doni più straordinari, come quello dei miracoli e dell'intuizione delle coscienze. Benedetta, dopo aver facilitato ai peccatori il perdono delle loro colpe con una confessione sincera, con le sue parole ispirava la loro volontà a camminare fermamente sulla via della virtù. Ma come fare ad inclinare verso Dio i cuori più duri? Ci voleva un'abbodanza straordinaria di grazia, quella che si ottiene solo con la preghiera e il sacrificio. Così Benedetta si offre vittima per loro: pregherà e soffrirà per i peccatori, digiunerà per loro, farà penitenze severe. A tutto questo si aggiunsero i dolori delle stigmate e le vessazioni del demonio. Ecco il segreto di tante e durature conversioni. Impegno: Voglio fare un sacrificio perché tanti riscoprano com'è bello amare ed essere amati da Gesù e Maria. 10. NELLA LUCE DEL PARADISO Perché Benedetta compisse bene la sua missione, anche santi, angeli e Gesù stesso apparvero al Laus. Un giorno del 1678 Maria SS. apparve alla pastorella in mezzo a due sante. Una di esse portava una corona di spine e l'altra una corona di fiori. La Madonna le disse: "Figlia mia, se vuoi una corona di gloria in Cielo, devi portarne una di spine sulla terra". Benedetta disse di sì e il suo angelo le rivelò che le sante erano S. Barbara e santa Caterina da Siena. Più volte fu rallegrata dalla visione di San Giuseppe e Benedetta si affidava a lui con la confidenza e l'abbandono di una figlia. La raccomandazione che spesso il santo le faceva era di aver cura del suo gregge, dandole così il grande insegnamento che non si sale alla santità se non con l'umile e il costante adempimento dei doveri del proprio stato. Ma il 15 agosto del 1698, verso sera, Benedetta visse il momento più straordinario della sua vita. Ad un tratto le apparve la Vergine Maria che le disse: "Figlia mia, seguimi, voglio farti vedere cose che non hai mai visto e che ti daranno tanta gioia". Benedetta si sente alzare in aria, dietro la Vergine, accompagnata da due angeli, mentre ode un coro angelico cantare le Litanie della Passione. Quelle invocazioni riempirono l'anima di Benedetta di compassione e di intima consolazione, mentre veniva aperta la porta della Gerusalemme Celeste. Una folla immensa si presenta alla sua vista. "É il popolo eletto del Figlio mio" - dice Maria. "Se siete contenta, mia buona Madre, vorrei restare anch'io per sempre, qui". "Non è ancora tempo, figlia mia". E intanto a Benedetta sembrava nuotare in mezzo a fasci di luce, fra dolcissime melodie. Gli eletti erano come tanti soli, seduti su troni splendenti di gloria, erano tutti giovani e cantavano le lodi di Dio. Vede tre ordini di troni splendenti di luce e Maria le spiega: "Nell'ordine più alto si trovano i martiri, vestiti di rosso, nel secondo i vergini, vestiti di bianco, nel terzo la grande moltitudine dei credenti, vestiti di diversi colori. Più lontano, al centro del Paradiso, vede il trono più alto, avvolto di splendore. Una grande schiera di angeli lo attorniano. Passando davanti a quel trono Maria si prostra in adorazione: era il trono di Dio. Poi Benedetta, sorretta da due angeli, ridiscese sulla terra. Rapita da quanto aveva visto e udito, piena di una incontenibile gioia e consolazione, passò quindici giorni in una specie di estasi, senza prendere cibo, tutta immersa nella luce del Paradiso. Lei stessa poi, per ordine del confessore che aveva notato il grande suo cambiamento, raccontò dettagliatamente tutto quanto qui abbiamo narrato in breve. Impegno: Pregherò e mi accorgerò di più della presenza del mio Angelo Custode e gli chiederò di portare il Cielo nella mia vita, dandomi una confidenza più grande in Maria. 11. IN COMPAGNIA DEGLI ANGELI Se Benedetta passa quasi tutta la sua vita nella comunicazione intima col mondo soprannaturale, si può dire che la familiarità con gli angeli era continua. Essi la custodirono fin da bambina e poi furono i suoi protettori contro le insidie del diavolo. Ebbe la grazia di partecipare più volte alle loro cerimonie celesti. Nel Natale del 1700, dopo la Messa di mezzanotte, vide la chiesa riempirsi di una moltitudine di angeli, disposti in processione, ognuno con una candela in mano. Benedetta prese una candela dell'altare e si unì a loro. Compirono tre giri all'interno del Santuario, fra canti di una meravigliosa armonia. Cantavano il Gloria in excelsis e questo particolare canto: "Sia benedetto il Padre Celeste che ha scelto questo luogo per la conversione dei peccatori. Che il Signore benedica tutti quelli che qui vengono ad adorarlo". Benedetta non capiva il Gloria e un angelo glielo tradusse in francese. E mentre lei ripeteva ad intervalli: "Mio Dio, usatemi misericordia", un angelo le rispondeva: "Dio sarà misericordioso con te!". Ma il più grande favore che ricevette dagli angeli fu la S. Comunione ricevuta dalle loro mani quando non c'era il sacerdote e Benedetta ardeva dal desiderio di unirsi al suo Gesù. Gli angeli si presero cura anche del suo corpo, vegliando sulla sua salute. Quando per il suo zelo per la conversione dei peccatori eccedeva con gli strumenti di penitenza, gli angeli stessi glieli sottraevano! Ma è soprattutto durante le lotte che dovette sostenere col demonio che gli angeli si mostrarono particolarmente vicini a lei difendendola, consolandola, incoraggiandola e, perché Benedetta non dimenticasse che i suoi dolori avevano una mistica relazione con la Passione di Gesù, gli angeli cantavano a due cori, accompagnandola, le litanie della Passione o quelle del Nome di Gesù. Perciò possiamo proprio dire che Benedetta viveva quasi in continua compagnia di questi spiriti celesti e aveva con loro la stessa semplicità, lo stesso candore, la stessa confidenza e fiducia di una bambina con i suoi famigliari. Impegno: Reciterò con la gioia nel cuore, gustandolo intimamente unito a Maria, il Gloria a Dio. 12. CROCIFISSA CON GESÙ Tutto quello che si verificava nella valle privilegiata di Laus aveva per fine non solo la conversione dei peccatori, ma soprattutto la maggior gloria di Gesù. Ogni apparizione riempiva l'anima di Benedetta di una gioia inesprimibile e l'accendeva di un amore sempre crescente per il Salvatore. Come consumata da un fuoco divino, cercava tutti i mezzi per essere gradita al suo amato. Perciò pregava, digiunava e faceva sacrifici. Arrivò al punto di non essere più felice se non nella crocifissione perfetta e completa del suo io. Spesso pregava il Signore di farle provare qualche tormento della sua Passione. E questo desiderio fu soddisfatto con l'impressione delle Stimmate e con la partecipazione ai dolori di Gesù Crocifisso. Per uno speciale privilegio, però, solo le piaghe dei piedi erano visibili. All'ingresso della valle di Laus era stata innalzata una croce. Benedetta provava una attrattiva particolare nell'andare a pregare ai piedi di quella croce. Là si commuoveva al ricordo delle sofferenze di Gesù e piangeva tanto. E Gesù volle ricompensare un amore così grande. Si fece vedere crocifisso, agonizzante e coperto di sangue, così com'era stato un giorno sul Calvario. Intanto un angelo diceva a Benedetta: "Vedi quanto ha sofferto il tuo e il mio Signore? Vorresti soffrire anche tu per amor suo?". Questo fa crescere ancora di più il suo amore al Crocifisso e l'unione del suo spirito a Lui. Un'altra volta, nel 1673, mentre stava ai piedi della croce, Gesù le disse: "Figlia mia, io mi faccio vedere in questo stato per renderti partecipe dei dolori della mia Passione". E la parola divina si realizzò subito: da quel giorno, ogni settimana, dal giovedì sera fino a verso le quattro del sabato mattina, Benedetta riviveva sul suo letto la crocifissione. Questo durò per circa quindici anni e proprio in quell'epoca cominciò la persecuzione che l'inferno le fece subire per lo spazio di trent'anni. Impegno: Prenderò fra le mani il mio Crocifisso e chiederò a Maria di aiutarmi a contemplarlo e ad amarlo con il suo cuore. 13. IN LOTTA CON IL DEMONIO Il demonio ci odia perché ci sa infinitamente amati da Dio e da Maria e se sembra che lasci in pace gli uomini, non tormentandoli tanto come ha fatto con Benedetta, è perché Dio conosce la debolezza della maggior parte dei suoi figli e non permette che egli possa recar loro danno. Ma se il demonio ha avuto a volte un grande potere da Dio sulle anime a Lui più care è certo per accrescere il loro merito, per la loro maggior gloria in Cielo. Inoltre questa è una prova dell'esistenza del diavolo e dell'inferno, su cui però Dio sempre trionfa e dal quale salva chi crede in lui, chi lo ama e chi si affida a Maria, la Donna che ha schiacciato il capo al serpente. Per vincere le insidie del diavolo dobbiamo ricorrere più spesso a Lei e a quell'angelo che Dio ci ha dato come nostro custode. Così faceva anche Benedetta. La guerra che il demonio fece al santuario del Laus non ha riscontro nella storia degli altri santuari. Egli, non contento di tormentare in tutti i modi la povera Benedetta, fallito il tentativo di mettere in ridicolo e diffamare quel luogo, escogitò un altro piano: mandare dei sacerdoti indegni a reggere il Santuario. A quel tempo erano tanti i sacerdoti e anche i vescovi che seguivano una pericolosa eresia: il Giansenismo. Esso propagava una morale severa, piena di rigore e austerità, che non presentava Dio come Padre, così come ce lo ha rivelato Gesù, ma come un Padrone severo che esige sacrifici per placare la sua ira. Così, i sacerdoti inviati a Laus, cercarono di seminare questi errori, proprio là dove la Madonna aveva seminato il vero spirito di Gesù, la carità, la dolcezza, la misericordia. Benedetta viene sorvegliata, trattata da visionaria e il popolo viene dissuaso dal prestarle fede. La Vergine Maria le diceva: "I tuoi nemici vorrebbero che tu fossi folle, per la rovina del Santuario". Pensano a metterla in prigione, a chiuderla in un monastero, ma ogni piano svanisce. Le proibiscono però di parlare con i sacerdoti e i pellegrini e Benedetta con umiltà non si ribella. Non può più entrare in chiesa che alla domenica e solo per la Messa. Alla fine la ritengono pure indegna di ricevere i sacramenti e si rifiutano di confessarla. Impegno: Con umiltà, unito a Maria, voglio oggi accettare le contrarietà senza replicare e senza difendermi. 14. AMORE ALLE ANIME PURGANTI I miracoli però continuano a verificarsi anche se non vengono più segnalati dai sacerdoti. La Vergine non abbandona la sua valle e dice a Benedetta, nel 1697: "Questi preti vogliono distruggere il santuario, ma si danno da fare per niente perché non potranno mai impedire ai popoli di venire qui". E nel 1700 l'angelo le dice: "Questa è un'opera divina che sempre sussisterà. Questi preti se ne andranno un giorno e Laus cambierà faccia, esisterà fino alla fine del mondo". Infatti, non molto dopo, i giansenisti furono sconfessati e il santuario fu di nuovo affidato a degni e santi sacerdoti. Ma non solo il Cielo e l'inferno si manifestarono a Laus. Benedetta aveva una grande devozione per le anime del Purgatorio. Non dimenticava le loro sofferenze e offriva penitenze e preghiere perchè fossero liberate al più presto. Non escludeva nessuno dai suoi suffragi, neppure quelle persone che le avevano fatto tanto male. E accadeva spesso che le anime tornavano a ringraziarla. Una sera, mentre recitava il Rosario, vide un'anima che la guardava ansiosa e sembrava che aspettasse la fine delle sue preghiere per essere liberata! E nella festa dei Santi e durante una veglia per i morti, mentre si trovava vicino alla croce, vide una nuvola densa e lunga composta da una moltitudine di anime, sotto forma umana, ciascuna con una candela in mano. Avanzavano verso Laus e facevano sentire dei canti sacri. Poi un'anima si staccò dal gruppo dicendole: "Noi siamo peccatori e peccatrici usciti proprio ora dal Purgatorio. Durante la nostra vita siamo venuti qui a pregare con confidenza e ora la Madre di Dio ci libera in questo bel giorno. I Suoi meriti e anche le tue preghiere e sacrifici, hanno abbreviato il nostro tempo. Prima di aprirci le porte del Paradiso, Maria ci porta a ringraziare nel suo Santuario". Intanto quella moltitudine di anime passò davanti a Benedetta, entrò in chiesa, pregando e ringraziando Gesù e Sua Madre. Poi tutte uscirono e salirono in Cielo, mentre Benedetta le seguiva con lo sguardo. Impegno: Oggi, o al più presto, cercherò di partecipare ad una Santa Messa in suffragio delle anime del Purgatorio. 15. ZELO PER I PECCATORI La Vergine Maria, sosteneva Benedetta in ogni prova ed era piena di sollecitudine materna verso di lei. Non solo la metteva a parte dei suoi progetti, ma le comunicava i suoi pensieri, le rivelava la causa di tante miserie, private e pubbliche, le annunciava fortune e disgrazie e soprattutto, come una buona mamma, si preoccupava della sua anima e del suo corpo. Una sera, mentre aggiustava le tovaglie della chiesa, Benedetta sente un soave profumo e subito le appare la Vergine che le dice: "Coraggio, figlia mia, hai tanto desiderato vedermi ed io ho voluto provare la tua confidenza in Gesù e in me. Quando i peccatori non ascoltano ciò che dici loro da parte mia, non prendertela fino al punto di ammalarti. Fa tutto quello che puoi, ma poi... Mio Figlio è venuto al mondo per salvare tutti, ma non tutti vogliono approfittare delle sue grazie..." . Benedetta, assolvendo il suo compito di condurre i peccatori alla conversione, suggerisce loro anche i rimedi contro le passioni e offre consigli per non ricadere nell'errore. In generale invita alla preghiera, alla mortificazione, ad avvicinarsi frequentemente alla Confessione e alla Comunione, alla fuga delle occasioni. A volte però la passione resiste e allora, dopo aver pregato, pianto, digiunato, Benedetta finisce per ottenere da Maria la grazia che la vittoria finale dipenda anche da qualche oggetto di pietà tenuto con fede e considerato come un richiamo del Cielo: una medaglia, una corona del Rosario, una croce, una reliquia. Benedetta prega e soffre però non solo per i singoli peccatori, ma anche per i popoli, per allontanare da loro le calamità causate dal rifiuto di Dio e delle sue leggi d'amore. Inoltre Maria infonde in Benedetta la sua stessa grande predilezione per i sacerdoti: per essi la veggente di Laus pregherà sempre in modo particolare. Impegno: Pregherò per i sacerdoti e per loro offrirò questa giornata. 16. L'ULTIMA PURIFICAZIONE A misura che gli anni avanzavano, Benedetta sentiva sempre più il desiderio di appartenere totalmente a Dio, di vivere ancor più profondamente la sua consacrazione a Lui, per le mani di Maria. Ma in questo ultimo periodo della vita un altro dolore si fece più acuto in lei: non vedeva più la sua tenera Madre come prima e le sembrava di essere ormai stata abbandonata. Satana la tentava: "Ti ha abbandonata! Non puoi più ricorrere a lei!". Ma Benedetta lottava e rispondeva con fede: "Piuttosto morire mille volte abbandonata da Maria, che abbandonarla io anche per un solo istante!". Poi, pian piano, non lascia più il letto e gli angeli le rivelarono che sarebbe morta nella festa dei Santi Innocenti di quell'anno 1718. Così, nel giorno di Natale, Benedetta chiese di fare la Comunione dopo aver domandato a tutti perdono per le sue mancanze. Dopo la S. Comunione Maria SS. le apparve ancora una volta per consolarla e riempì la sua povera cameretta con i profumi del Cielo. Al mattino dell'ultimo giorno ricevette l'Unzione degli infermi e subito dopo una gioia, ben visibile a tutti, non la lascia più. Chiese che le venissero recitate le Litanie di Gesù Bambino e, serenamente, morì, mentre Maria veniva a prenderla, gli angeli le facevano corona, Gesù, con tutto il Paradiso, le apriva finalmente le porte dell'eternità. Benedetta morì così, nella pace e nella gioia, come muoiono i santi. La sua tomba si trova nel santuario di Laus e l'iscrizione dice: "Morta in odore di santità". Benedetta è infatti il capolavoro modellato pazientemente dalla santa Vergine apparsa a Laus. Impegno: Chiederò a Maria di darmi un grande amore per lei e per Gesù e per questo reciterò il Rosario. tratto dal sito: medjugorie.altervista.com 26 agosto: Solennità della Madonna di Cheztochowa, effige miracolosa Sui dolci pendii di Jasna Gòra, la “montagna luminosa”, che circonda la città di Czestochowa, il santuario è adagiato su una collina di bianche rocce, nella parte occidentale della città. I polacchi sono abituati a legare a questo Santuario le numerose vicende della loro vita: i momenti lieti come quelli tristi, le decisioni solenni, come la scelta del proprio indirizzo di vita, la vocazione religiosa oppure il matrimonio, la nascita dei figli, gli esami di maturità... Essi si sono abituati a venire con i loro problemi a Jasna Gòra per confidarli alla Madre Celeste, davanti alla sua Immagine Miracolosa. Questa Immagine si può dire che è il cuore del santuario di Jasna Gòra ed è anche quella forza, misteriosa e profonda, che attira ogni anno folle sterminate di pellegrini, dalla Polonia e da ogni altro luogo del mondo. Il dipinto della Madonna ha una storia complessa. La tradizione dice infatti che sia stato realizzato da San Luca su di un legno che formava il tavolo adoperato per la preghiera e per il cibo dalla Sacra Famiglia. L’evangelista avrebbe composto a Gerusalemme due quadri allo scopo di tramandare l’incomparabile bellezza di Maria. Uno di essi, arrivato in Italia, è tuttora oggetto di culto a Bologna; l’altro, fu dapprima portato a Costantinopoli e deposto in un tempio dall’imperatore Costantino. Successivamente fu donato al principe russo Leone, che prestava servizio nell'esercito romano, il quale trasferì l’inestimabile reliquia in Russia dove, per numerosi miracoli, fu intensamente venerata. Nel corso della guerra intrapresa da Casimiro il Grande, il quadro fu nascosto nel castello di Beltz e finalmente affidato ai principe di Opole. Questi, alla vigilia di una dura battaglia contro le truppe tartare e lituane che assediavano Beltz, aveva invocato la sacra immagine e, dopo la sospirata vittoria, indicò Maria come Madre e Regina. Si racconta anche che, durante l’assedio, un tartaro ferisse con una freccia il bellissimo volto della Vergine dalla parte destra e che, dopo la sacrilega profanazione, una fittissima nebbia, sorta d'improvviso, mettesse in difficoltà gli assedianti. Il principe, allora, approfittando del momento favorevole, si gettò con le truppe contro il nemico e lo sconfisse. Altri documenti assicurano che, terminata l’amministrazione del principe Ladislao nella Russia, il quadro fu caricato su di un carro con l’intenzione di portarlo nella Slesia ma, tra lo stupore di tutti, i cavalli, pur ripetutamente sferzati, non si muovevano. Il principe ordinò allora di attaccarne di nuovi, senza però ottenere alcun risultato. Sconvolto, si inginocchiò a terra e promise di trasferire la venerata effigie sul colle di Czestochowa, nella piccola chiesa di legno. In seguito egli avrebbe innalzato una basilica nel medesimo luogo ad onore di Dio onnipotente, della Vergine Maria e di tutti i Santi e, contemporaneamente realizzato un convento per i frati eremiti dell’Ordine di San Paolo. Ma le vicissitudini della Madonna Nera non erano ancora finite. Nel 1430 alcuni seguaci dell’eretico Giovanni Hus, provenienti dai confini della Boemia e Moravia, sotto la guida dell’ucraino Federico Ostrogki, attaccarono e predarono il convento. Il quadro fu strappato dall’altare e portato fuori dinanzi alla cappella, tagliato con la sciabola in più parti e la sacra icona trapassata da una spada. Gravemente danneggiato, fu perciò trasferito nella sede municipale di Cracovia e affidato alla custodia del Consiglio della città; dopo un accurato esame, il dipinto venne sottoposto ad un intervento del tutto eccezionale per quei tempi, in cui l’arte del restauro era ancora agli inizi. Ecco allora come si spiega che ancora oggi siano visibili nel quadro della Madonna Nera gli sfregi arrecati al volto della Santa Vergine. Secondo i critici d’arte il Quadro di Jasna Gòra sarebbe stato in origine un’icona bizantina, del genere “Odigitria” (“Colei che indica e guida lungo la strada”), databile tra il VI e il IX secolo. Dipinta su una tavola di legno, raffigura il busto della Vergine con Gesù in braccio. Il volto di Maria domina tutto il quadro, con l’effetto che chi lo guarda si trova immerso nello sguardo di Maria: egli guarda Maria che, a sua volta, lo guarda. Anche il volto del Bambino è rivolto al pellegrino, ma non il suo sguardo, che risulta in qualche modo fisso altrove. I due volti hanno un’espressione seria, pensierosa, che dà anche il tono emotivo a tutto il quadro. La guancia destra della Madonna è segnata da due sfregi paralleli e da un terzo che li attraversa; il collo presenta altre sei scalfitture, due delle quali visibili, quattro appena percettibili. Gesù, vestito di una tunica scarlatta, riposa sul braccio sinistro della Madre. La mano sinistra tiene il libro, la destra è sollevata in gesto di sovranità e benedizione. La mano destra della Madonna sembra indicare il Bambino. Sulla fronte di Maria è raffigurata una stella a sei punte. Attorno ai volti della Madonna e di Gesù risaltano le aureole, la cui luminosità contrasta con l’incarnato dei loro visi. Dopo la profanazione e il restauro, la fama del santuario crebbe enormemente e aumentarono i pellegrinaggi, a tal punto che la chiesa originaria si rivelò insufficiente a contenere il numero dei fedeli. Per questo motivo, già nella seconda metà del secolo XV, accanto alla Cappella della Madonna, fu dato avvio alla costruzione di una chiesa gotica a tre ampie navate. Nel 1717 il quadro miracoloso della Madonna di Jasna Góra fu incoronato col diadema papale e, a cominciare dal secolo scorso, numerose chiese a lei dedicate furono erette in tutto il mondo: attualmente se ne contano circa 350, di cui 300 soltanto nella Polonia. La fama sempre crescente dell’immagine miracolosa della Madre di Dio fece sì che l’antico monastero diventasse nel corso degli anni mèta costante di devoti pellegrinaggi. Il culto della Madonna Nera di Czestochowa si è esteso così fino al continente americano, in Australia, in Africa e anche in Asia. Una devozione che non ha confini, che ha toccato il cuore di molti, e che è stata particolarmente cara – come ogni polacco che si rispetti – al nostro venerato Santo Padre, Giovanni Paolo II, che di Maria è sempre stato il devoto più fedele. Autore: Maria Di Lorenzo dal sito: www.santiebeati.it