A rimorchio sempre degli altri

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A rimorchio sempre degli altri
SCUDO dei CARABINIERI
“Ente morale a tutela dei doveri e diritti dei
Carabinieri e Cittadini”
FederScudo
A rimorchio sempre degli altri
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Quando capita qualcosa di storto ai militari e ai poliziotti, vengono fuori le solite lamentele e in
molti starnazzano. In questo campo eccellono in modo particolare i sindacati di polizia, che facendo poco
o nulla per il personale, si abbandonano alla protesta fracassona. Dal 1945 militari e poliziotti contano in
Italia quanto il due di coppe quando la briscola è a bastoni. Costoro, soprattutto i vertici, invece di dire
“BASTA” a coloro che umiliano i poliziotti, sono soliti chinare il capo a questi politici pusillanimi, incapaci e
truffaldini, svendendosi per fare carriera e per ottenere un posto al sole. Dice un vecchio proverbio:
“Nella vita non contano i passi che fai, né le scarpe che usi, ma le impronte che lasci”.
Ne cito un altro: ”Quando la strada non c’è, inventala” Quando vado alla Scuola Ufficiali
Carabinieri, guardo i quadri dei tanti Comandanti Generali che hanno comandato l’Arma. Ce ne fosse uno
che avesse lasciato non dico un’impronta, ma almeno un piccolo segno per essere riconosciuti come colui
che ha fatto quella cosa lì. Questi due proverbi bene si addicono a quasi tutti i vertici attuali delle Forze
Armate e di polizia, che da troppo tempo si turano il naso davanti alle nefandezze di questi politici, che
stanno succhiando il sangue agli Italiani. Sono accaduti di recente due fatti molto gravi:
un 33enne, Mauro Guerra, è stato ucciso a Carmignano Sant'Urbano, nel Padovano, da un colpo esploso
dalla pistola di un carabiniere. Il militare, assieme ad altri colleghi e al personale sanitario, era
intervenuto per calmare la vittima, che stava dando in escandescenze dopo una lite in famiglia. Un
secondo militare è rimasto gravemente ferito da Guerra, che lo ha colpito fratturandogli il cranio, la
mandibola e sei costole. Il Carabiniere aggredito è stato ricoverato in ospedale e le sue condizioni di
salute sono gravi;
guerriglia urbana al quartiere romano del Pigneto: una quarantina di extracomunitari, molti originari del
Gambia, hanno aggredito una pattuglia di carabinieri per impedire l'arresto di due pusher. I militari sono
stati accerchiati e affrontati fisicamente da alcune persone. C'è stato anche un fitto lancio di bottiglie
di birra verso i militari. Lo scontro è avvenuto nell'isola pedonale della zona, centro della movida
capitolina.
I due spacciatori, originari del Gambia, erano stati sorpresi dai militari mentre vendevano dosi di
hashish e di eroina. Tra gli altri spacciatori, tutti africani, subito accorsi per impedire il fermo dei due
compagni, sette sono poi stati arrestati. Ovviamente la magistratura indaga a senso unico, in ciò
sostenuta da una stampa che a noi non perdona più nulla, dando pure ragione ai tifosi, che si scatenano
negli stadi.
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Se ci scappa il morto poliziotto o militare, nessuno si turba. Se invece il morto è un delinquente, un
esagitato, che non ha mai responsabilità, allora apriti cielo. Si cerca il pelo nell’uovo, come è successo a
Genova qualche anno fa con un tale Giuliani, oggi glorificato, nonostante avesse cercato di lanciare un
estintore contro un carabiniere. Del carabiniere, massacrato a Padova, nessuno si preoccupa. Invece
suscita scandalo il fatto che il morto sia un civile ucciso da un carabiniere. Qualcuno ha scritto che
quando muore lo sbirro è tutto più semplice, al limite c’è una vedova da indennizzare con una pensione, ci
sono i funerali di stato, le belle parole, la passerella delle autorità. Il problema a questo punto è che non
essendo morto lo sbirro, ma l’altro, che non può essere un cattivo, salta tutto il sistema, che vuole che le
armi non si debbano mai usare, nemmeno quando ti fracassano il cranio. Deve essere lo sbirro che deve
lasciare moglie, figli, famiglia, per fare contenti da una parte quella inaccettabile cultura che una certa
classe politica ha diffuso fra la gente, e dall’altra alcuni vertici di polizia, che preferiscono dare medaglie
piuttosto che occuparsi della vita dei propri uomini. Mi dicono tanti poliziotti e carabinieri che non se la
sentono più di esporre la propria vita per salvare un sistema, che invece va accantonato al più presto. Se
andiamo a guardare le continue aggressioni che subiscono le Forze dell’Ordine, i dati sono allarmanti: una
ogni quattro ore! Più di 2.200 Poliziotti e Carabinieri sono finiti in ospedale per aggressioni subite solo
durante i controlli effettuati in strada e non durante la gestione dell’ordine pubblico. E in 490 casi (il
21,6% del totale), l’aggressore ha fatto uso di armi come bastoni, coltelli, crick o della stessa automobile
per travolgere il Poliziotto. I più colpiti sono stati i Carabinieri, con il 48,9% delle aggressioni a loro
carico (1.107 sul totale di 2.266). Le aggressioni sono avvenute soprattutto nel Nord Italia (970, il 42,8%
del totale). Al Sud se ne sono contate 740 (il 32,7% del totale), al Centro 556 (24,5%). E tutto questo
avviene nell’indifferenza pressoché totale dell’opinione pubblica e della stessa politica. Sono stato
Comandante di Compagnia Carabinieri per oltre 10 anni e ho vissuto insieme ai miei uomini tante situazioni
difficili. I Carabinieri, in ogni parte del territorio nazionale sono sottoposti a turni di servizio stressanti,
sono a contatto con cittadini perbene, ma anche con tanti delinquenti e esagitati, che non esitano ad
aggredirli e a offenderli, anche con pesanti espressioni verbali. In Inghilterra, se ti permetti di sfiorare
un poliziotto con una piuma, dalla galera non esci più. In Italia molti magistrati si divertono a rimettere in
libertà il delinquente dopo solo pochi minuti che è stato arrestato. Tanto sono quei fessi dei carabinieri e
poliziotti che stanno sulla strada non lui, che viaggia scortato e superprotetto. I poliziotti invece sono
figli di nessuno. Ma noi di Federscudo, che riunisce Carabinieri e Imprenditori, ci siamo stancati di
guardare e di limitarci a lamentarci. Diciamo ai poliziotti e carabinieri: “Se vi succede qualcosa, venite
da noi, non per sentire chiacchiere o inutili lamentele, ma per avere tanto di avvocati del tutto
gratuitamente che vi difenderanno contro le aggressioni dei delinquenti e i soprusi di uno Stato che
dimentica!
Antonio Pappalardo e Marco Paccagnella