Speaking Notes Bonino

Transcript

Speaking Notes Bonino
ITALIAN FORUM FOR WOMEN ENTREPRENEURS
Milano, 5 Marzo 2007
Intervento del
Ministro del Commercio Internazionale
On. Emma BONINO
• Buongiorno a tutti. Ed in particolare a TUTTE voi, che
avete aderito così numerose, e con tanto entusiasmo a
questo invito. Ve ne sono grata, anche a nome del
Governo.
• Vorrei anche ringraziare qui nuovamente per l’aiuto
prezioso e per la partecipazione le Autorità che ci hanno
consentito di organizzare questo evento qui a Milano : in
primis il Presidente Formigoni, il Presidente Penati ed
Presidente Sangalli; ed in particolare l’amica sindaco,
Letizia Moratti, per la quale l’imprenditoria femminile è
parte del patrimonio genetico e della storia personale.
• Spero vi abbiano colpito – come avevano colpito me
qualche mese fa – le immagini della straordinaria
esposizione fotografica all’ingresso di questo splendido
Palazzo, dedicata a tante donne invisibili : “Invisibile
Women”, appunto.
Sono tante, ancora oggi, le donne invisibili, in tanti
Paesi nel mondo.
2
Invisibili, ma solo socialmente : che forza, che energia
si sprigiona da quelle foto, non appena un lampo di
luce, o di colore illumina ed esalta la carica vitale, e la
bellezza umana di queste donne! Che restano tuttavia
umili, marginali, poco visibili ai più. A volte scoperte
solo grazie al riflesso, al prisma di un particolare
domestico : un secchio; un tappeto; del cibo lasciato ad
essiccare.
A giudicare dal colpo d’occhio che ho davanti,
potremmo essere lontani anni luce da quella realtà. Ci
sono oggi qui, in questa sala, oltre 400 donne fra le più
visibili nelle rispettive società. Sfiderei chiunque a non
vedervi!
Donne d’impresa, le cui decisioni pesano nei Consigli
d’Amministrazione come nelle decisioni dei mercati spesso dei Governi. Io stessa, ho avuto la fortuna
inestimabile di una carriera politica che mi ha in più
occasioni offerto il privilegio di influire in decisioni
economiche importanti, e persino di guidare delle
delegazioni economiche e imprenditoriali.
3
E tuttavia, ho insistito molto per avere quelle immagini
di donne invisibili così vicine a questa sala.
Non solo per un doveroso atto di riconoscimento a
tanto lavoro, a tanti gesti indispensabili di economia
familiare e sociale, che passano inosservati nel vivere
quotidiano. Ma anche per un’ altrettanto doverosa
presa di coscienza : che quella presente qui oggi è in
realtà una avanguardia sul piano economico e sociale.
Una avanguardia che può fungere in qualche modo da
modello e da traino. Per un’intera generazione di donne
nei nostri Paesi, pronte a seguire il vostro esempio se
ne avranno l’opportunità.
• Mi fermo qui. Questa non vuole essere una riunione
dedicata
ai
diritti
delle
donne;
né
una
riunione
corporativa al femminile, con sottofondo di azione
positiva. C’è un gran bisogno di lavorare su questi temi;
io stessa vi ho dedicato molte energie e continuerò a
farlo. Ma non qui.
4
Questo Forum, e gli incontri imprenditoriali che
seguiranno a Milano e nei distretti produttivi selezionati,
hanno due obiettivi precisi:
- quello di stimolare una maggiore partecipazione
dell’imprenditoria femminile
nell’internazionalizzazione crescente ed inevitabile
dei rapporti economicifra i nostri Paesi, grazie
anche ad un aumento delle attività di network;
- quello di contribuire, anche tramite questo “relais”
addizionale, ad una intensificazione dei flussi
commerciali e di investimento infra-regionali, che
restano al di sotto del potenziale complessivo.
• Questa sala dimostra, se ancora ce ne fosse bisogno,
quanto
vitale
dell’imprenditoria
sia
il
fenomeno
femminile
in
della
tutto
il
crescita
mondo:
• Qualche dato: Negli Stati Uniti le donne detengono la
maggioranza delle oltre 10 milioni d’imprese private e
danno vita al 55% di quelle nuove (775 mila start-up ogni
anno!). Aggiungo che le imprese guidate da donne sono
tra le più dinamiche: tra il 1997 e il 2002 sono infatti
cresciute del 19,8%, rispetto a una media del 7%. Non è
5
un
caso
che
sul
fenomeno
ci
siano
statistiche
accuratissime.
• In Europa, l’occupazione femminile raggiunge
ormai il 56% e il ruolo delle imprenditrici è in
crescita, ma le informazioni cominciano ad essere
meno facilmente reperibili, indice di un’attenzione
inferiore.
• Nei paesi emergenti, in particolare nelle economie
che possiamo oramai definire “emerse” come Cina
e India, è dimostrato che la crescita nel lavoro
femminile è ciò che sta facendo la differenza sul
piano dei tassi di sviluppo.
• Ma anche nei paesi più poveri, sono le piccole
imprese femminili quelle che hanno maggior
successo,
grazie
anche
all’accesso
al
microcredito. Come dice il mio amico, il premio
Nobel Yunus : E’ meglio concedere prestiti alle
donne piuttosto che ai loro mariti……
6
• Se guardo all’Italia, l’Imprenditoria Femminile
presenta diversi
aspetti incoraggianti: una volta
essenzialmente
concentrata
nei
settori
dell’Agricoltura, Turismo, Servizi quali Formazione
e Sanità, oggi comincia a crescere anche nei
settori delle Utilities (12 %), Costruzioni (+8%),
Informatica
e
Ricerca
Telecomunicazioni
(+7%),
(5%),
Trasporti
e
Intermediazione
Finanziaria (3.5%).
• Oggi tuttavia, qualsiasi impresa – a conduzione
femminile o meno – ha bisogno per crescere di allargare
i propri orizzonti; di aprirsi all’esterno e compiere passi
decisi verso l’internazionalizzazione.
• Questa sala così affollata, oggi, dimostra quanto sia
sentito, in Italia come nei 18 paesi qui rappresentati,
proprio
questo
desiderio
di
crescere
ed
internazionalizzarsi, di confrontarsi, di imparare una
dall’altra, superando differenze culturali e stereotipi.
• Perché gli stereotipi – quali che siano : da quelli che
fanno sorridere, sulle donne mediterranee o meridionali
7
sempre preda di angosce familiari, o alimentari; a quelli
più
seriosi,
che
vedono
le
attività
economiche
perpetuamente ostaggio di conflitti politici e religiosi
inestinguibili – non aiutano. Non aiutano noi ad
avanzare, né gli altri a comprendere.
• Per quanto mi riguarda, me ne tengo alla larga, da
tempo. E pregherei tutte voi di fare altrettanto in questi
giorni. L’ultima cosa che vogliamo, è funestare questo
incontro con posizioni e formalismi pseudo-politici, o con
riflessi
condizionati
dal
linguaggio
delle
capitali.
Lasciamo la politica e i conflitti fuori da questo incontro :
a coloro e alle sedi che hanno per compito di
occuparsene.
• Questa vuole essere invece un’occasione per
parlare d’affari, per conoscersi e costruire delle
relazioni che in futuro potranno svilupparsi e
contribuire alla crescita delle vostre aziende.
• E’
un’occasione
dedicata
alle
imprenditrici,
perché l’imprenditoria femminile,pur essendo in
crescita ovunque, è un fenomeno relativamente
8
giovane e non dispone ancora di quel patrimonio
di
relazioni,
soprattutto
internazionali,
che
richiedono più tempo e investimenti. Vuole
essere un primo tentativo di creare una rete, una
rete di imprenditrici che si conoscono e che
possono decidere di entrare in relazione d’affari.
• Ed è anche importante che questo primo
esperimento sia dedicato al Mediterraneo ed ai
paesi del Golfo. Un’area in cui la Storia, oltre che
la geografia, ha portato i nostri popoli a
condividere scienza e cultura; commercio e flussi
migratori; risorse naturali e povertà.
• Una regione – mi sia consentito – che potrebbe
nell’era dell’economia globale essere anch’essa
attraversata e percorsa da linee di business più
fitte, vista la nostra vicinanza e la storica
consuetudine a commerciare. Se indosso per un
attimo il mio cappello di Ministro del Commercio
Internazionale, noto con un po’ di inquietudine
che, con qualche limitata eccezione, l’export
italiano verso la somma dei 18 paesi (Meda più
9
Golfo)
sfiora
appena
l’8.5
%
(5.6
+2.88)
dell’export totale. E che anche sull’import, se si
tralascia la fattura energetica che insiste per
quasi 50% del totale, c’è spazio di miglioramento
in volume e soprattutto in dinamismo.
• Possiamo fare meglio, in tutte le direzioni. Spero
sinceramente che gli oltre 1000 incontri “BtoB”,
organizzati per voi dall’ ICE con la consueta
professionalità, siano forieri di contatti economici
durevoli ed ispirati a mutua fiducia, e reciproca
curiosità imprenditoriale.
• Vorrei concludere ricordando, anche se può
apparire
banale,
che
anche
nell’era
della
globalizzazione, c’è il rischio di rimanere ai
margini
del
cambiamento
produttivo
e
tecnologico. C’è il rischio di rimanere “NO
GLOBAL”, anche se non lo vogliamo.
• Uno
dei
“testi
sacri”
della
letteratura
globalizzante, di Thomas Friedman, ha come
paradigma un Mondo “Piatto” (“The World is
10
Flat”). L’immagine che accompagna il logo di
questo Forum : quello di una donna energetica,
sportiva, impegnata nel free-climbing, ci ricorda
che non è sempre piatto. Non per tutte. C’è
ancora chi deve arrancare, con convinzione, per
raggiungere, in ascesa, la sua meta.
• Auguro a tutte buon lavoro.
11