a “piante e animali perduti” omaggio al pastoralismo con
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a “piante e animali perduti” omaggio al pastoralismo con
C O M U N E D I G U A S TA L LA Provincia di Reggio Emilia Città sostenibile delle Bambine e dei Bambini 1° Premio Anno 2000 Piazza Mazzini, 1 42016 GUASTALLA Tel. (0522) 839711 Fax (0522) 824834 [email protected] Guastalla, 21 settembre 2016 COMUNICATO STAMPA A “PIANTE E ANIMALI PERDUTI” OMAGGIO AL PASTORALISMO CON “PECUS”, UN PATRIMONIO DI SAPERI, TRADIZIONI, RITI, RAZZE ANIMALI AUTOCTONE, PRODOTTI E GASTRONOMIA DA SALVAGUARDARE E RILANCIARE “Piante e animali Perduti”, uno dei principali eventi italiani dedicati alla biodiversità, in programma il 24 e 25 settembre a Guastalla (RE), in occasione della sua ventesima edizione presenta una curiosa novità. Quest'anno dedica ai pastori, alle transumanze e al pastoralismo una sezione intitolata “Pecus”, realizzata nell’area del pratone (sul retro di Palazzo Ducale) in collaborazione con il festival del Pastoralismo di Bergamo. Tra l'altro il territorio di Guastalla è stato terra di transumanza. “Pecus” è, dunque, un punto di incontro e di confronto per operatori, studiosi, istituzioni, appassionati che condividono l’interesse per la salvaguardia di una cultura dai tratti molti particolari che si è evoluta nei secoli e che ha contribuito a 'disegnare' il paesaggio e, spesso, a determinare la nascita e l'affermarsi degli insediamenti umani. Incontri “Dai bergamini ai sikh” e mostre di campanacci – Nell’ambito di Pecus sono in programma incontri, mostre e laboratori che vedono la partecipazione del prof. Michele Corti, docente di zootecnica all' Universita' degli Studi di Milano, e autore del volume La civiltà dei bergamini. (Centro studi valle Imagna, Sant’Omobono), e del prof. Giovanni Mocchi dell’ Università degli Studi di Pavia, appassionato alpinista e docente di Didattica della Musica e multimedialità. Corti (domenica 24 settembre ore 11.00 Palazzo Ducale Pratone) affronterà il tema delle caste pastorali “Dai bergamini ai sikh”. Per lungo tempo la civiltà dei bergamini - i mandriani transumanti che per cinque secoli scendevano in inverno dalle valli a 'svernare' in pianura e in primavera con le mandrie si dirigevano in montagna - è stata stranamente sottovalutata dagli studiosi della storia e dell'economia preindustriale. In realtà molte delle grandi industrie casearie del novecento (Invernizzi, Locatelli, Galbani) sono originate proprio dal rapporto con i bergamini stabilitisi poi definitivamente in campagna o nelle città in pianura. Alla base delle imprese zootecniche e casearie di bergamini, grandi allevatori e produttori di formaggi per circa sei secoli, dal 1300 al 1900, c'erano in primo luogo la solidarietà familiare, un capitale mobile, il bestiame, e il patrimonio costituito da una conoscenza tecnica in campo caseario custodite e tramandate dalle famiglie. Ormai da un ventennio sono i bergamini indiani, in particolare i sikh provenienti dallo stato indiano del Punjab, ad aver colmato la mancanza di manodopera italiana nell’industria casearia ed aver permesso la produzione di eccellenze come il Parmigiano Reggiano ed il Grana Padano che vengono servite sulle tavole di tutto il mondo. Mostra di Campanacci. I greggi e le mandrie delle regioni italiane, dell’Europa, dei Continenti –I campanacci nascono come amuleti per benedire gli animali attraverso il suono del metallo, forgiato con un rito di terra, aria, fuoco e acqua dal fabbro-sciamano. Soltanto più tardi rispondono anche all’esigenza di rintracciare la bestia al pascolo brado. Di questa sua origine magico-religiosa resta tutt’oggi testimonianza nella consuetudine di apporre sul campanaccio simboli sacri come croci, iscrizioni, icone sacre. La ‘Mostra di campanacci’, a cura di Giovanni Mocchi, propone dal vivo (pratone di Palazzo Ducale) il suono di numerosi esemplari italiani, europei e intercontinentali. Si possono scoprire le più disparate sonorità, fogge e decorazioni, che testimoniano l’amore e la fierezza di pastori e mandriani per il proprio lavoro. Si tratta di modelli inconfondibili, che risuonano nella memoria collettiva e si ripetono immutati per generazioni. La mostra presenta i sonagli per animale usati fin dalla preistoria - campane in pietra, in semi, legno, carapace di tartaruga - quando ancora non esisteva il ferro. Procede poi nei modelli del 1700, quando sono divenuti diffusi strumenti di lavoro e documenta il loro uso per mucche, pecore, capre, cavalli, asini, elefanti, cammelli, bufali. Il percorso espositivo rappresenta le diverse aree italiane nella loro specificità, i paesi europei e i continenti. Pare quasi di poter ascoltare i greggi e le mandrie d’Europa. I modelli vanno da pochi centimetri agli enormi campanacci svizzeri da esposizione con i loro stupendi collari riccamente decorati. Per rendere con maggior realismo l’atmosfera dei pascoli, campanacci e bronze sono spesso in coppia maschio-femmina o in serie come si usa per le grandi mandrie. Laboratori di bastoni da pastore - A Guastalla, un esperto artigiano come Gianmaria Fontana di Artogne (BS), che mantiene viva l’arte di creare bastoni da pastore, condurrà laboratori di autoproduzione di bastoni pastorali con scelta del legno (spesso il bagolaro chiamato anche spaccasassi, romiglia, caccamo o lodogno), dimostrazione di piegatura a caldo, pulizia, e tecniche di “ricamo” e decorazione con il pirografo. Il Bitto - L’agricoltura e l’allevamento di montagna per secoli sono stati fonte di sostentamento insostituibile. A “Piante e animali perduti” sarà possibile ritrovare il “gusto” con la proposta di degustazioni di Pecorini dell’Appennino e soprattutto di Bitto, un formaggio a latte crudo delle vacche di razza bruna alpina e delle rare ma indispensabili capre orobiche o della Val Gerola, prodotto da una decina di alpeggi. Luvin: l’antico cane dei nostri pastori - Parlare di pastorizia significa anche parlare del luvin; l'antico cane da pastore dell’Appennino Emiliano, il Lupino del Gigante che con la scomparsa della pastorizia ha rischiato l’estinzione. L’Associazione di Volontariato Cane Lupino del Gigante presenterà questa razza che riveste una grande importanza sul territorio reggiano per la tutela e la valorizzazione della natura, delle tradizioni culturali e dell'ambiente locale. Oggi in Appennino restano circa 200 esemplari puri non incrociati con le razze canine comuni. Questo cane, che ha una innegabile parentela con il lupo, può essere impiegato come un tempo come cane da guardia per greggi, cane da guardia a scopo civile, cane da compagnia. Info: http://www.cane-luvin.eu La mostra-mercato “Piante e animali perduti” è organizzata a cura dell’architetto Vitaliano Biondi dall’ Associazione Guastallese Gemellaggi ed Eventi, con il patrocinio del Comune di Guastalla, della Provincia di Reggio Emilia e della Regione Emilia Romagna. PIANTE E ANIMALI PERDUTI 24-25 SETTEMBRE GUASTALLA (REGGIO EMILIA) Ingresso 3 euro. Info: www.pianteanimaliperduti.it facebook: Piante Animali Perduti Guastalla instagram: piante_animali_perduti Info: Arch. Vitaliano Biondi – Arvales Fratres [email protected], [email protected] tel. 0522 922111, e-mail: Ufficio Cultura, Teatro e Museo [email protected] // [email protected] - Fiorello Tagliavini 0522 839757 Paola Tarana 0522 839756 e-mail: e-mail: UIT Informazione e Accoglienza Turistica, strada Gonzaga 16, Guastalla (RE), tel. 0522 839763 [email protected] Ufficio stampa - Patrizia Paterlini 348 8080539/348 7352352 [email protected] // Rita Bertazzoni Comune di Guastalla tel. 0522/839762 [email protected]