LAC Lugano Arte e Cultura
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LAC Lugano Arte e Cultura
2015/16 Programma espositivo/Exhibition Programme LAC Lugano Arte e Cultura 86 Museo d’arte della Svizzera italiana 2015/16 Programma espositivo/Exhibition Programme LAC Lugano Arte e Cultura 1 Museo d’arte della Svizzera italiana 2015 /16 Calendario Calendar p. LAC 12.09.15 –10.01.16 Orizzonte Nord–Sud Protagonisti dell’arte europea ai due versanti delle Alpi 14 1840–1960 Leading Figures of European Art North and South of the Alps 1840–1960 Palazzo Reali 12.09.15 –28.02.16 In Ticino Presenze d’arte nella Svizzera italiana 1840–1960 52 Anthony McCall Zimoun Collezione Giancarlo e Danna Olgiati Arte delle avanguardie del XX e XXI secolo 18 p. LAC 30.01.16 – 01.05.16 LAC 27.02.16 – 08.05.16 LAC 27.02.16 –26.02.17 12.09.15 –31.01.16 LAC 12.09.15 –10.01.16 Spazio -1 12.09.15 –10.01.16 – 18.03.16 –22.05.16 Spazio -1 Palazzo Reali 12.09.15 –10.01.16 21.11.15 –20.03.16 2 Spazio -1 18.03.16 –22.05.16 22 Palazzo Reali 19.03.16 –19.06.16 64 Palazzo Reali 19.03.16 –19.06.16 28 32 Sulla Croce Armand Schulthess Che c’è di nuovo? Uno sguardo sulla scena artistica emergente in Ticino 72 58 60 A Look at the Emerging Art Scene in Ticino LAC Modern Art of the XX and XXI centuries Teatro di Mnemosine Giulio Paolini d’après Watteau Roberto Donetta MASI 24 Works from the Museum’s Collections Art in Italian–speaking Switzerland 1840–1960 LAC Markus Raetz Aleksandr Rodčenko Nuove consonanze Opere dalle collezioni del museo 28.05.16 –14.08.16 36 Paul Signac Antonio Calderara Marco Scorti 40 Works from the Annette and Peter Nobel Collection 68 LAC 03.09.16 –08.01.17 LAC 01.10.16 –22.01.17 LAC 19.11.16 –05.02.17 56 2015/16 Press Art Opere dalla Collezione Annette e Peter Nobel 3 Museo d’arte della Svizzera italiana 44 48 Nel suo primo anno di attività, il Museo d’arte della Svizzera italiana (MASI), nato dall’unione fra il Museo Cantonale d’Arte e il Museo d’Arte della Città di Lugano, si presenta al pubblico attraverso una serie di mostre di diversa natura e dimensione che contribuiscono a definirne l’identità culturale, anticipando i principali filoni tematici che saranno portati avanti dall’istituto nei prossimi anni. A ospitare l’ampio programma espositivo sono le due sedi del nuovo museo: il LAC e Palazzo Reali, sede storica del Museo Cantonale d’Arte. For its first year of events, the Museo d’arte della Svizzera italiana (MASI), born out of the unification of Lugano’s Museo Cantonale d’Arte and Museo d’Arte, presents itself to the public through a series of exhibitions of different styles and dimensions which set out its own cultural identity and anticipate the main themes the institute plans to promote in the years to come. The rich programme of exhibitions will be hosted at both of the museum’s locations: the LAC and Palazzo Reali, the latter historically home to the Museo Cantonale d’Arte. Museo d’arte della Svizzera italiana Lugano Uffici/Administration Indirizzo postale/ Postal address Via Canova 10 6900 Lugano +41 (0)91 815 79 71 [email protected] www.masilugano.ch © 2015 Prolitteris, Zürich 4 MASI 2015/16 5 Museo d’arte della Svizzera italiana Marco Franciolli Direttore Museo d’arte della Svizzera italiana Lugano Il compito di delineare i peculiari riferimenti artistico-culturali della nostra regione, da sempre soggetta a fenomeni migratori e attraversata da flussi di transito lungo l’asse Nord-Sud è affidato alla mostra inaugurale: Orizzonte Nord-Sud. Interrogandosi sui modelli, i linguaggi, i temi e i miti che concorrono a definire la nostra identità culturale, l’esposizione avanza alcune possibili risposte attraverso le opere di alcuni tra i massimi protagonisti dell’arte svizzera e italiana. In concomitanza con questa mostra, a Palazzo Reali è possibile visitare l’esposizione In Ticino, dove vengono illustrate le esperienze artistiche che hanno caratterizzato il territorio ticinese fra metà Ottocento e metà Novecento. Con queste due proposte espositive tra loro complementari, il MASI sottolinea il legame inscindibile con la storia e il patrimonio artistico del territorio in cui si colloca, vera ragione d’essere dell’Istituto. A fare da corollario alle due mostre principali, nei primi mesi di apertura del LAC, vi sono altre tre esposizioni. Nella grande sala che a partire da febbraio 2016 ospiterà opere dalle collezione del museo, le quattro sculture luminose dell’artista anglo-americano Anthony McCall avvolgono il visitatore in un’esperienza dal forte impatto visivo e sensoriale. Nell’atrio del secondo piano, l’opera cinetica del giovane artista bernese Zimoun, connotata da una marcata dimensione ritmica e sonora, inaugura invece l’attività del museo nell’ambito dell’arte emergente. Infine, nello Spazio -1, lo spazio dedicato alla Collezione Giancarlo e Danna Olgiati che ha sede nelle immediate vicinanze del nuovo centro culturale, è visibile la mostra Teatro di Mnemosine. Giulio Paolini d’après Watteau. Questa esposizione è frutto della proficua collaborazione che si è instaurata da alcuni anni fra i collezio- nisti e il museo ed è emblematica di un rapporto fra pubblico e privato che potrà in futuro contribuire in maniera sostanziale alla crescita e allo sviluppo del MASI. Il calendario 2015 si chiude in novembre a Palazzo Reali, con l’esposizione dedicata a Roberto Donetta, fotografo ticinese d’inizio Novecento, al quale il Museo Cantonale d’Arte aveva dedicato per la prima volta una mostra nel 1993. Il lungo processo di studio e valorizzazione dell’opera del fotografo bleniese, condotta in collaborazione con la Fondazione svizzera per la fotografia, è all’origine di questa iniziativa che si propone di consolidare la figura di Donetta all’interno del panorama svizzero, confermando al contempo il ruolo di primo piano che la fotografia avrà anche in futuro nella programmazione del MASI. Ad aprire la stagione espositiva 2016, sono le monografiche di Markus Raetz e Aleksandr Rodčenko che, in modi diversi, affrontano un tema fondamentale in ambito artistico come quello della percezione. Markus Raetz, artista svizzero fra i più noti e significativi della sua generazione, pone al centro della sua opera il tema dell’anamorfosi e i fenomeni percettivi attraverso i quali l’immagine prende forma. Ludiche e poetiche, le sue opere trasformano l’osservatore in un soggetto attivo e dinamico, invitandolo a cercare la prospettiva che svela il mistero dell’immagine. Dal canto suo, Aleksandr Rodčenko, esponente delle Avanguardie della prima metà del Novecento, ha rivoluzionato il modo con il quale osserviamo la realtà. Le sue elaborazioni grafiche, i suoi collage e le sue fotografie sono divenute autentiche icone del XX secolo ed hanno contribuito in modo decisivo a rinnovare il “punto di vista” con il quale l’arte e la fotografia guardano al mondo. Marco Franciolli Director Museo d’arte della Svizzera italiana Lugano The task of the opening exhibition Orizzonte Nord-Sud is to outline the specific artistic and cultural references of our region, an area that has been characterised by migration and transit flows traditionally. Questioning the models, languages, themes and myths which contribute to the definition of our cultural identity, the exhibition offers some possible answers through works from major figures within both Swiss and Italian art. Simultaneously, Palazzo Reali hosts an exhibition entitled In Ticino, presenting the artistic experiences which characterised the Ticinese region between the mid-19th and mid-20th Centuries. By means of these two complementary exhibitions, MASI is seeking to stress its inescapable connection with both the history and the artistic heritage of its region of reference, the true raison d’être of the Institution. The months following the opening of the LAC are set to see a number of side-exhibitions flanking the two headline events. The large hall that is due to be home to the Collections from January 2016, will house four light-sculptures from British-born American artist Anthony McCall and envelop the visitor in an experience of very powerful visual and sensory impact. Meanwhile, in the LAC’s second floor entrance hall, a kinetic work from Zimoun, the young artist from Bern, that is strongly defined by sound and rhythm, and celebrates the start of the Museum’s activities in the field of emerging art. Finally, Spazio -1, home to the Giancarlo and Danna Olgiati Collection and located very close to the LAC, offers Teatro di Mnemosine. Giulio Paolini d’après Watteau. This exhibition is the product of a fruitful collaborative relationship between the private collectors and the Museum which has now been developing for a number of years: it is a model for a type of relationship between the public and the private which, in future, it is hoped will allow the MASI to significantly grow and develop further. The 2015 programme concludes in November at Palazzo Reali, with an exhibition dedicated to Roberto Donetta, a Ticinese photographer from the early 20th century whose work the Museo Cantonale d’Arte exhibited for the first time in 1993. A long process of study and valorisation of the work of the photographer from the valley of Blenio, undertaken in collaboration with the Swiss Foundation of Photography, has led to the realisation of this event, which aims to conclusively position the Ticinese photographer within the Swiss context and, at the same time, highlight the prominent role that photography will also play in the future in MASI’s programme. Opening the exhibition season of 2016 are solo exhibitions dedicated to Markus Raetz and Alexander Rodchenko which will, in different ways, tackle a fundamental theme of artistic expression: perception. Indeed, Markus Raetz, a Swiss artist who is undoubtedly among the most renowned and significant of his generation, places the theme of anamorphosis and all the perceptive events relating to the way an image forms right at the centre of his work. Playful and poetic, his pieces transform the observer into an active and dynamic subject, inviting them to look for the perspective that reveals the mystery of the image. Alexander Rodchenko, a figure from the avant-garde of the early 20th century, has revolutionised the way we look at reality. His graphic elaborations, collages and photographs have become true icons of the last century and impacted deeply on the “point of view” 6 MASI 2015/16 7 Museo d’arte della Svizzera italiana 8 Nel 2016, l’impegno del museo nell’ambito dell’arte più attuale si concretizza in due appuntamenti: a marzo ritorna a Palazzo Reali Che c’è di nuovo?, la rassegna triennale dedicata all’arte emergente in Ticino, mentre in autunno, nella sede del LAC viene ospitata una mostra di Marco Scorti, vincitore dell’edizione ticinese del Premio Manor, il premio più prestigioso all’interno della scena contemporanea svizzera. Per un museo che si occupa di arte moderna e contemporanea, il tema del rapporto fra arte e vita, così come quello tra cultura alta e cultura popolare è ineludibile. La mostra Press Art che presenta le opere della collezione Annette e Peter Nobel, una raccolta dedicata esclusivamente a opere che hanno come tema il giornale, offre spunti di riflessione sull’attualità più recente e sulla storia del XX e del XXI secolo. Grazie alla varietà di approcci e stili inclusi in questa collezione, il percorso espositivo che si estende sui due piani del LAC costituisce un’occasione unica per indagare le relazioni tra arte e media nel nostro tempo. Rientra nel vasto capitolo arte-vita anche il tema del rapporto fra creatività e alienazione che ha avuto un ruolo fondamentale nell’arte del Novecento. Riunite sotto la denominazione di Art Brut, queste esperienze sfidano ancor oggi ogni classificazione, mettendo in discussione i confini fra normalità e follia. Il MASI, quale prima tappa di una linea espositiva che intende approfondire queste forme artistiche, ospita a Palazzo Reali, a partire da marzo 2016, una mostra di Armand Schulthess, artista svizzero che in Ticino aveva allestito il suo personalissimo giardino enciclopedico. Le due mostre principali ospitate nell’autunno 2016 negli spazi del LAC, sono le prime di una serie di esposizioni riservate a protagoni- sti di primo piano della pittura moderna e contemporanea che intendono riflettere sugli sviluppi del linguaggio pittorico. Realizzata in collaborazione con la Fondation de l’Hermitage di Losanna, l’esposizione dedicata a Paul Signac, assieme a Seurat uno dei fondatori del Pointillisme, illustra l’attività di questo grande maestro della pittura moderna, esponente di punta del Neoimpressionismo. Provenienti da un’unica straordinaria collezione, che costituisce la più grande raccolta privata di opere di Signac, i dipinti, gli acquerelli e i disegni in mostra documentano tutte le diverse fasi del suo percorso artistico, dagli esordi impressionisti fino alle marine degli anni Venti. Parallelamente alla mostra di Signac, il museo ospita una grande antologica di Antonio Calderara, artista che ha trascorso quasi tutta la sua vita a Vacciago sul lago d’Orta, a pochi chilometri dal confine con la Svizzera. Figura singolare e appartata, che godeva però di grande stima e rispetto tra gli artisti suoi contemporanei, Calderara riscuote oggi un’attenzione crescente e merita di essere riscoperto anche dal grande pubblico. Partendo dalle opere del periodo figurativo, che molto devono all’esempio di Seurat, la mostra si snoda fino alle opere astratte della maturità in un percorso che appare dominato dal valore assoluto della luce. Affinché questo ricco e variegato programma espositivo possa rappresentare per tutti un’occasione di crescita culturale, il museo propone un ampio calendario di attività di mediazione culturale, che ci auguriamo possano contribuire a rendere la visita al MASI un’esperienza piacevole e soprattutto ricca di stimoli. through which art and photography have viewed the world. In 2016, two events reflect the Museum’s commitment to the art of today: in March, at Palazzo Reali, Che c’è di nuovo?, a three-yearly event dedicated to emerging art in Ticino, is set to return. While in the autumn the LAC offers an exhibition on Marco Scotti, winner of the Ticino section of the Manor Prize, the most prestigious award for contemporary Swiss art. For a museum focusing on modern and contemporary art, the theme of the relationship between art and life, as well as between high and popular culture, is unavoidable. The Press Art exhibition, featuring works from the Annette and Peter Nobel Collection, dedicated exclusively to works based on newspaper as their main theme, prompts reflection on current affairs and the history of the 20th and 21st centuries. Thanks to this collection’s variety of approaches and styles, the exhibition path, which takes over two floors of the LAC, represents a unique chance to explore the relationship between art and media of our time. The rich art-life topic also includes the theme of the relationship between creativity and alienation, a significant subject for 20th century art. Reunited under the Art Brut denomination, even today these experiences challenge any possibility of classification and re-define the borders between normality and insanity. MASI, as a first step in an exhibition course aimed at deepening such experiences, will host an Armand Schulthess display from March 2016 at Palazzo Reali: the Swiss artist set up his extremely original encyclopaedic garden in Ticino. The two main exhibitions of the 2016 autumn programme hosted by the LAC spaces are the first of a series dedicated to great master of modern and contemporary painting, aiming at exploring the developments of pictorial practice. Realised in collaboration with the Lausanne’s Fondation de l’Hermitage, the exhibition dedicated to Paul Signac, along with Seurat, one of the founders of Pointillism, explores the activity of this great master of Modern painting, one of the main representatives of Neo-impressionism. Coming from a unique and extraordinary collection, which represents the largest private collection of Signac’s works, the paintings, watercolours and drawings on display testify of all the various phases of his artistic path, from his Impressionist beginnings until the marine scenes of the 1920s. At the same time as the Signac’s exhibition, the Museum will host a large anthological exhibition of Antonio Calderara, an artist who has lived almost all his life in Vacciago on the banks of the lake Orta, a few kilometers away from the Swiss border. An original and reclusive figure and however very considerated and respected among his contemporary artists, Calderara today keeps gaining more and more attention and deserves to be re-discovered by a wider audience. Starting from the works of his figurative period, influenced by Seurat’s example, the exhibition unravels until the abstract works of his maturity through a path which seems to be dominated by the absolute value of light. In order for this generous and varied programme to represent for everybody a chance for cultural growth, the Museum will offer a rich programme of cultural mediation activities: our desire is to make the visit to the MASI a pleasant and inspiring experience. MASI 2015/16 9 Museo d’arte della Svizzera italiana Alberto Petruzzella Responsabile Regione Ticino di Credit Suisse Da oltre trent’anni lo sponsoring è parte integrante della strategia imprenditoriale e di comunicazione di Credit Suisse. Con questo strumento Credit Suisse si assume la propria responsabilità sociale e rende visibile e tangibile il radicamento nazionale, regionale e locale di una banca globale con radici svizzere. Sin dal 1992 Credit Suisse è sponsor del Museo d’Arte della Città di Lugano che oggi, dopo l’unione con il Museo Cantonale d’Arte, trova la sua nuova collocazione nel complesso multifunzionale LAC (Lugano Arte e Cultura), con la nuova denominazione Museo d’arte della Svizzera italiana (MASI). Siamo particolarmente lieti di continuare una lunga e proficua collaborazione diventando partner principale di entrambe le istituzioni: da un lato del MASI e dall’altro del LAC. In questo modo vogliamo confermare il nostro impegno in favore della cultura nel Canton Ticino, un territorio nel quale siamo radicati da più di un secolo e nelle cui potenzialità continuiamo a credere. Questo impegno si inserisce perfettamente nella nostra strategia che vanta collaborazioni con istituzioni di primaria importanza come il Kunsthaus Zürich, la Fondation Pierre Gianadda di Martigny o la National Gallery di Londra, solo per citarne alcune. Siamo convinti che il MASI e il LAC contribuiranno in maniera determinante allo sviluppo futuro della città di Lugano e del Cantone come polo internazionale di attrazione per appassionati d’arte e di cultura provenienti da Nord e da Sud. Alberto Petruzzella Ticino Regional Manager at Credit Suisse For over thirty years, sponsorship has been a fundamental part of our business and communication strategy at Credit Suisse. Using this instrument, Credit Suisse meets its corporate citizenship obligations and makes the national, regional, and local origins of our global bank with Swiss roots visible and tangible. Since 1992, Credit Suisse has been a sponsor of the Museo d’Arte della Città di Lugano, which now, after its merger with the Museo Cantonale d’Arte, is known as the Museo d’arte della Svizzera italiana (MASI), with space allocated to it within the LAC (Lugano Arte e Cultura) multifunctional complex. We are very pleased to continue this long and fruitful collaboration by becoming a main partner with both of these institutions, the MASI and the LAC. By so doing, we seek to confirm our commitment to culture in the Canton of Ticino, a territory in which we have been based for more than a century, and in whose great potential we continue to believe. This commitment fits perfectly with our strategy, which includes cooperation with such prestigious cultural institutions as Kunsthaus Zürich, the Fondation Pierre Gianadda in Martigny, and the National Gallery of London, to name just a few. We are convinced that the MASI and the LAC will make significant contributions to the future development of the city of Lugano and the Canton of Ticino as an international center of attraction for lovers of art and culture coming from both north and south. Ci impegniamo in favore della cultura We are committed to supporting culture 10 MASI 2015/16 11 Museo d’arte della Svizzera italiana PalazzoViaReali Canova 10 LAC Orizzonte Nord–Sud14/Anthony McCall 18/ Zimoun 22/Markus Raetz 24/ Aleksandr Rodčenko 28/ Nuove Consonanze 32/Press Art 36/ Paul Signac 40/Antonio Calderara 44/ Marco Scorti 48 Piazza Bernardino Luini 6 6900 Lugano www.masilugano.ch LAC Piazza Bernardino Luini 6 Orari Martedì, mercoledì e domenica 10:30–18:00 Giovedì, venerdì e sabato 10:30–20:00 Lunedì chiuso Opening hours Tuesday, Wednesday and Sunday 10:30–18:00 Thursday, Friday and Saturday 10:30–20:00 Closed on Monday io azccia 1 SRpiva Ca -1 Orizzonte Nord–Sud 12.09.2015 —10.01.2016 LAC Albert Anker Stillleben: Kaffee 1877 Stiftung für Kunst, Kultur und Geschichte, Winterthur Protagonisti dell’arte europea ai due versanti delle Alpi 1840–1960 Giorgio De Chirico Autoritratto con la testa di Mercurio 1923 Collezione privata Private collection Félix Vallotton L’enlèvement d’Europe 1908 Kunstmuseum Bern, Dono/Gift Prof. Hans R. Hahnloser, Bern 14 MASI 2015/16 15 Museo d’arte della Svizzera italiana A cura di Marco Franciolli Guido Comis Orizzonte Nord–Sud propone una riflessione sui riferimenti culturali che delineano il peculiare orizzonte artistico del Ticino. L’esposizione documenta l’arco cronologico che va da metà Ottocento a metà Novecento attraverso le opere di alcuni fra gli artisti più significativi in Svizzera e in Italia. La mostra si apre con Giovanni Battista Piranesi e Caspar Wolf che alle soglie dell’età romantica incarnano la polarità nord-sud. Accanto a loro Turner, pittore inglese che nel corso di ripetuti viaggi in Svizzera ritrasse sia l’asprezza delle montagne che le luminosità già mediterranee del sud delle Alpi. A partire da questa premessa l’esposizione si svolge attraverso una serie di confronti a volte collaudati, ma più spesso inediti: Böcklin e de Chirico, Hodler e Wildt, Anker e Morandi, Segantini e Medardo Rosso, Vallotton e Casorati, Bill e Veronesi. Approfondimenti sono dedicati inoltre a Balla, Depero, Taeuber-Arp e Klee, le cui creazioni sono esito dell’incontro tra una sensibilità maturata a settentrione e le atmosfere del Mediterraneo. L’itinerario si conclude con un confronto fra due artisti che rivoluzionano il rapporto con lo spazio: Fontana e Giacometti. Fontana buca e lacera le superfici così da permettere al vuoto di attraversarle, mentre Giacometti assottiglia e scarnifica le proprie figure tanto da rendere quasi palpabile lo spazio che le circonda. Si dipana così, attraverso più di centocinquanta opere, il rapporto fatto di rime e dissonanze, convergenze inaspettate e improvvisi scarti, che caratterizza i due secoli d’arte italiana e svizzera. Leading Figures of European Art North and South of the Alps 1840–1960 The exhibition Orizzonte Nord–Sud explores the cultural references which compose the artistic horizon of the Canton of Ticino. The exhibition documents the period between mid-19th and mid-20th century through some of the most significant artists active in Switzerland and in Italy. The show is opened by Giovanni Battista Piranesi and Caspar Wolf who, on the threshold of the Romantic era, embody the North–South polarity. Beside them are presented works by Turner, the celebrated English painter who portrayed both the threatening allure of the Swiss Alps as well as the Mediterranean transparency of the skies of Ticino. After this introduction the show is arranged through a series of comparisons some of which have already been analyzed, but in most cases are unexpected: Böcklin and de Chirico, Hodler and Wildt, Anker and Morandi, Segantini and Medardo Rosso, Vallotton and Casorati, Bill and Veronesi. Autonomous sections are dedicated to the work of Balla, Depero, Taeuber-Arp and Klee, who combines a Nordic sensibility with the atmospheres of the Mediterranean. The final section presents a comparison between Fontana and Giacometti, two artists who have revolutionized the notion of space. Fontana punctures and slits surfaces letting the void through the apertures, while Giacometti extenuates and strips the flesh away from his figures so that the space that surrounds them becomes palpable. Through more than 150 art works, the exhibition thus unfolds in a succession of echoes and dissonances, of unexpected affinities and surprising differences, which characterize two centuries of Italian and Swiss art. Curated by Marco Franciolli Guido Comis Felice Casorati Bambina che gioca su un tappeto rosso: effetto di sole 1912 Museum voor Schone Kunsten, Gent. Deposito della Comunità Fiamminga Extended loan from the Flemish Community 16 MASI 2015/16 17 Museo d’arte della Svizzera italiana Anthony McCall 12.09.2015 —31.01.2016 LAC A cura di Bettina Della Casa Inglese di nascita, ma residente a New York dal 1973, dai primi anni Settanta, Anthony McCall (1946) si è dedicato alla realizzazione di sculture di luce: proiezioni luminose, piane, curve o coniche attraversano lo spazio espositivo completamente oscurato, delineando volumi e stanze nel fumo leggero che pervade l’ambiente. La sua ricerca indaga lo statuto del mezzo cinematografico collocandosi tra scultura, performance, disegno e cinema. La semplicità degli elementi dispiegati rimanda all’estetica minimalista, mentre il riferimento alla cinematografia è evidente nel ricorso a immagini proiettate. Particolarmente innovativo è l’uso degli strumenti del cinema: negli anni Settanta, l’artista rivestì, infatti, un ruolo di spicco nel movimento dell’Expanded Cinema, ambito di ricerca sperimentale che metteva in questione le convenzioni della settima arte come semplice forma di narrazione per indagarne gli elementi costitutivi, ovvero la luce e il tempo. All’inizio degli anni Duemila, dopo una pausa dalla ricerca artistica di quasi trent’anni, McCall ritorna alla sperimentazione avvalendosi delle potenzialità della recente rivoluzione digitale: nuovi software, videoproiettori ad alta definizione e sofisticate macchine del fumo hanno permesso all’artista di perfezionare le tecniche disponibili agli esordi della sua carriera con esiti allora inimmaginabili. Ogni sua opera è un’esperienza sensoriale in grado di sovvertire le abitudini percettive dell’osservatore: la luce assume “consistenza tattile” e le installazioni, prive di materialità, sono permeabili al corpo. Il museo diventa così teatro del rapporto dinamico che si instaura fra opera di luce, spazio e visitatore: l’osservatore, immerso nel buio, vive un’irripetibile esperienza di partecipazione diretta, che non si verificherebbe nelle abituali condizioni di illuminazione. Curated by Bettina Della Casa Born in England, Anthony McCall (1946) moved to New York in 1973. Since the early 1970s, he has applied himself to the creation of light sculptures: flat, curved or tapered beams of projected light which delineate new volumes and planes in a totally dark exhibition room, filled with haze. His research investigates the status of the cinematographic means positioning itself between sculpture, performance, drawing and cinema. The simplicity of the elements that he uses, recalls the minimalist aesthetics, whilst the reference to cinematography is obvious in the projected images. Particularly innovative is the use of cinema technologies: in the 1970s McCall played an important role in the Expanded Cinema movement, an experimental research area that called into questions the convention which considered the “seventh art” as a simple form of narration electing to study its constituent parts: light and time. At the beginning of the 2000s, after a long pause, McCall resumed his artistic research benefiting from the potential given by the recent digital revolution: new softwares, high-definition video projectors and haze machines allowed the artist to reach results that were unthinkable before. Every work of art is a sensorial experience capable of subverting the perceptual habits of the observer: light assumes “tactile consistency” and the installations, that aren’t material, are permeable to the body. The museum becomes the theatre that shows the dynamic connection between the light sculpture, the visitor and the space: the observer, plunged into darkness, lives a unique experience of direct involvement with the work of art. Solid Light Works Anthony McCall Meeting You Halfway II 2009 Veduta dell’installazione Installation view MASI, Lugano Foto/Photo: Stefania Beretta 18 MASI 2015/16 19 Museo d’arte della Svizzera italiana Anthony McCall Face to Face 2013 Veduta dell’installazione Installation view MASI, Lugano Foto/Photo: Stefania Beretta 20 MASI 2015/16 21 Museo d’arte della Svizzera italiana Zimoun 12.09.2015 —10.01.2016 LAC A cura di Guido Comis Fra i più interessanti artisti svizzeri emergenti, Zimoun (1977) ha concepito per il Museo d’arte della Svizzera italiana un’opera cinetica e sonora composta da 171 parallelepipedi in cartone entro i quali oscilla una pallina di cotone fissata a un’asta vibrante. L’installazione è collocata nell’atrio del secondo piano del museo: un luogo di transito e dunque di congiunzione fra i diversi spazi che compongono l’edificio e le sue diverse destinazioni. Arte, architettura, design e musica: gli elementi che concorrono all’opera di Zimoun riassumono in sé le diverse anime del LAC, quella visiva e quella musicale, quella architettonica e quella performativa. Il visitatore che si avvia verso l’ingresso del museo al secondo piano è accolto dal fruscio vagamente ritmico prodotto dalle palline che rimbalzano o strisciano contro i bordi delle scatole. Così, pur essendo composta di elementi che assecondano e quasi si fondono con quelli dell’architettura, l’opera se ne differenzia con un effetto straniante. L’insieme degli elementi solo apparentemente ordinati è sede di un brulicare che ricorda quello degli insetti in un ambiente che si presume asettico e di un ticchettio che rimanda alla pioggia in un luogo, il museo, per definizione impermeabile. Si genera dunque un cortocircuito fra atteso e inaspettato, fra elementi parallelepipedi e movimenti centrifughi, fra ordine e caos. Curated by Guido Comis Zimoun (1977), considered to be amongst one of the most interesting emerging Swiss artists, has conceived for the Museo d’arte della Svizzera italiana at the LAC a kinetic and sound work of art composed by 171 cardboard boxes drummed by a small fabric ball fixed to a vibrating pole. The installation may be found in the museum’s second floor lobby: an area of transit connecting the different spaces of the building and its different purposes. Art, architecture, design and music are elements competing with Zimoun’s work of art, summarizing the different facets and souls of the LAC: the visual, the musical, the architectural as well as the performative. A visitor heading towards the entrance of the museum on the second floor is welcomed by a rustling noise which is initially confused by the sound of the escalator and progressively becomes more prominent. Arranged by indulging elements that almost blend in with the architecture, the work of art emerges creating an alienating effect. The ensemble of elements which appears to be orderly is in fact a site of buzzing sounds that remind us of swarms of insects in an environment presumed to be aseptic while the ticking sound evokes raindrops in a museum which is by definition recognized as being a waterproof site. The generated result is a short-circuit of the expected and unexpected, parallelepiped elements and centrifuge movements, between order and chaos. Zimoun 171 prepared dc-motors, cotton balls, cardboard boxes 60x20x20 cm 2015 22 MASI 2015/16 23 Museo d’arte della Svizzera italiana Markus Raetz 30.01 —01.05.2016 LAC A cura di Marco Franciolli Francesca Bernasconi La prima mostra monografica ospitata dal MASI è dedicata a Markus Raetz (1941), uno dei protagonisti della scena artistica svizzera contemporanea, e nasce da una collaborazione con il Kunstmuseum di Berna e il Musée Jenisch di Vevey che ne hanno ospitato le prime tappe nel 2014. A Lugano la mostra assume particolare rilevanza, è infatti la prima personale a lui dedicata in Ticino e include una nuova installazione realizzata appositamente per l’occasione. Oltre 150 opere ripercorrono il percorso artistico di Raetz dagli anni Settanta ad oggi e quindi le tematiche che ne costituiscono il fil rouge, in primo luogo il costante interesse per il fenomeno della percezione che egli esplora grazie a una serie di soggetti ricorrenti come le parole, i paesaggi e le vedute o ancora le fisionomie e i volti. Grazie a un approccio al tempo stesso ludico e concettuale Raetz crea incisioni, disegni e sculture in cui questi soggetti, in apparenza semplici e accessibili, rivelano la complessità della realtà che ci circonda. Ampio spazio viene dedicato all’opera incisa, ambito prediletto dall’artista che negli anni ha esplorato le varie tecniche calcografiche alla ricerca di una libertà creativa non sempre raggiungibile attraverso la pittura e il disegno. Le sperimentazioni grafiche di Raetz sono accompagnate da una parallela ricerca in ambito plastico come testimoniano le numerose sculture incluse nell’allestimento: si tratta sovente di opere che si trasformano sotto lo sguardo dello spettatore mutando aspetto e significato a seconda del punto di vista scelto. Una parola può quindi trasformarsi nel suo esatto contrario e il profilo di un uomo con un cappello apparire al tempo stesso come la sagoma di una lepre: nelle sculture di Raetz coesistono gli opposti e niente è come appare di primo acchito. Curated by Marco Franciolli Francesca Bernasconi The first monographic exhibition, hosted by the Museum, is dedicated to Markus Raetz (1941), one of the protagonists of the Swiss contemporary art scene. Realized in collaboration with the Kunstmuseum Bern and the Musée Jenisch of Vevey, that were its first venues in 2014, the exhibition in Lugano acquires particular significance: it is in fact the first solo exhibition dedicated to Raetz in the Canton of Ticino and it includes a new installation conceived by the artist especially for this occasion. More than 150 art works retrace Raetz’s fascinating career, from the 1970s until now, and thus the themes he has explored: first of all the perception phenomena which he investigates through several recurring subjects, like words, landscapes, views, physiognomies and faces. Through a playful and conceptual approach the artist manages to create engravings, drawings and sculptures where the subjects, which at a first glance appear simple and accessible, reveal the complexity of the reality that surrounds us. Particular relevance is given to printmaking, a favorite area of interest of the artist. Throughout the years he has explored the various engraving techniques experimenting new applications in search of a creative freedom that isn’t always possible with painting and drawing. The artist’s graphic research was developed alongside a parallel investigation of the plastic arts, as demonstrate the numerous sculptures included in the exhibition. These are often art works which transform under the eyes of the spectator, changing form, and thus meaning, according to the chosen point of view. A word can transform in its exact opposite and the profile of a man with a hat mutates into the shape of a hare: in Raetz’ sculptures the opposites coexist and nothing is as it seems. Markus Raetz ME–WE (Dix. Muhammad Ali) 2007 24 MASI 2015/16 25 Museo d’arte della Svizzera italiana Markus Raetz Binocular View 2001 Markus Raetz Zwei Pole 1994−2014 Kunstmuseum Bern, Hermann und Margrit Rupf Stiftung Markus Raetz Hasenspiegel 2000 26 MASI 2015/16 27 Museo d’arte della Svizzera italiana Aleksandr Rodčenko 27.02 —08.05.2016 LAC Aleksandr Rodčenko Copertina del libro di Vladimir Majakovskij “Di questo” 1923 Moscow House of Photography Aleksandr Rodčenko Gradini 1930 Moscow House of Photography < Aleksandr Rodčenko Lilija Brik. Ritratto per il manifesto “Knigi” 1924 Moscow House of Photography 28 MASI 2015/16 29 Museo d’arte della Svizzera italiana A cura di Olga Sviblova L’Avanguardia russa del Novecento è stata un fenomeno unico non solo nella cultura sovietica, ma rispetto a ogni epoca e luogo. La sorprendente energia creativa espressa dagli artisti di quella età dell’oro alimenta ancora oggi i movimenti artistici contemporanei e trova riflesso anche nelle più recenti forme del design e della grafica. Aleksandr Rodčenko (1891–1956) è stato uno dei principali generatori di idee creative di quella stagione straordinaria e ne ha incarnato la temperie spirituale. La mostra, comprendente 316 opere, documenta la carriera di Rodčenko includendo anche le creazioni nate dalla collaborazione con altri artisti, primo fra tutti l’amico poeta Vladimir Majakovskij: si incontrano sia i celebri manifesti pubblicitari e gli straordinari fotomontaggi di propaganda politica, che le fotografie in cui, da punti di ripresa inaspettati, Rodčenko documenta la Mosca degli anni Venti, fra scene di vita quotidiana e arditi scorci architettonici, parate militari ed eventi sportivi. Per elaborare la propria estetica l’artista guardò alle avanguardie dell’epoca, come Futurismo, Dadaismo, Neoplasticismo, Suprematismo, e da esse seppe attingere i principi per la creazione di opere del tutto nuove. I fotomontaggi e i manifesti dell’artista russo riprendono le forme dinamiche del Futurismo, mettono a frutto la semplificazione formale neoplastica e suprematista, fanno proprio il gusto della composizione propria dei fotomontaggi dadaisti per ottenere la massima efficacia comunicativa. Molte forme espressive da lui ideate rimangono tuttora attuali. Rodčenko estese anche alla fotografia i principi del Costruttivismo; il suo stile è caratterizzato da composizioni diagonali, scorci arditi e inusuali, che riflettono il desiderio utopistico di dare rappresentazione visiva alla realtà e alla vita che la nuova estetica aveva cercato di creare. Curated by Olga Sviblova The Russian Avant-garde of the 20th century is a unique phenomenon not only with respect to Soviet culture, but also in an international and historical perspective. The amazing creative energy developed by the artists of this great age is still providing nourishment for today’s artistic culture and it often inspires contemporary graphic and design. Aleksandr Rodchenko (1891–1956), who was one of the main generators of creative ideas of the time, embodies the spirit of the Avant-garde. The exhibition presents more than 316 art works documenting the career of Rodchenko and it includes the creations born from collaborations with other artists, such as the poet Vladimir Mayakovsky. On display are the famous advertising posters and the astonishing photomontages of political propaganda as well as the photographs taken from unexpected point-of-view in which Rodchenko documents Moscow in the 1920s, capturing everyday-life scenes and bold architectural views, military parades and sport events. Rodchenko looked at contemporary Avant-gardes such as Futurism, Dadaism, Neo-Plasticism and Suprematism in order to define the principle of his revolutionary aesthetics. His photomontages and posters evoke the dynamic forms of Futurism and make the most of the formal Neo-Plastic and Suprematist simplification while exploiting the Dadaist taste for composition in order to obtain the maximum communication efficacy. Many of the expressive forms he experimented with are still in use today. Rodchenko introduced Constructivist ideology into photography: his style is characterized by diagonal compositions and unexpected and unusual views. These reflect the utopian desire to give a visual representation of the reality and life that the Avant-garde tried to promote. Aleksandr Rodčenko Guardia presso la torre Šukov 1929 Moscow House of Photography 30 MASI 2015/16 31 Museo d’arte della Svizzera italiana Nuove consonanze 27.02.2016 —26.02.2017 LAC A cura di Marco Franciolli Il MASI presenterà le sue collezioni, a partire da febbraio 2016, nelle due sedi museali in concomitanza con le attività espositive, permettendo così al pubblico di cogliere il nesso fra il patrimonio artistico custodito dall’istituto e la programmazione espositiva. È infatti a partire dalle opere presenti nelle collezioni, dalla loro storia e dal legame con il contesto nel quale l’istituto è portato ad operare che si elabora l’identità del museo. Oggi l’unione fra il Museo Cantonale d’Arte e il Museo d’Arte della Città di Lugano offre nuove e importanti opportunità per lo studio e la valorizzazione delle collezioni riunite nel MASI. Al LAC la collezione sarà prevalentemente incentrata sull’arte del XX e XXI secolo, con allestimenti rielaborati annualmente. In tal modo si potranno costruire nuovi percorsi di lettura dei contenuti delle collezioni con l’intento di offrire al pubblico una reale opportunità per ammirare, e talvolta scoprire, protagonisti e linguaggi dell’arte attuale, dalle sue fondamenta agli esiti più recenti. Inoltre verranno presentate negli spazi della permanente le nuove acquisizioni, donazioni o depositi di particolare significato con iniziative puntuali. Negli allestimenti della collezione permanente a Palazzo Reali si sottolineerà il legame con il territorio, con un approccio aperto al confronto con il contesto nazionale e internazionale. L’arco cronologico considerato si estenderà dalla storia dell’arte del Rinascimento ad oggi. Anche in questa sede del MASI la presentazione non sarà statica, ma verrà regolarmente rinnovata in percorsi filologici impostati didatticamente in accordo con l’impegno del museo nell’ambito dell’educazione all’arte. La collezione permanente, in entrambe le sedi, avrà un ruolo essenziale per le attività didattiche durante tutto l’anno. Works from the Museum’s Collections From February 2016, MASI will display its collections at both its locations in conjunction with temporary exhibitions thus allowing visitors to fully appreciate the connection between the artistic heritage preserved within the institution and the exhibition programme. The identity of a museum is indeed determined, among other factors, by the works of its collections, their history and connection with the context within which the Museum operates. Today, the unification between the Museo Cantonale d’Arte and Museo d’Arte della Città di Lugano offers new and significant opportunities for the study and the enhancement of the collections reunited in the MASI. At the LAC the collection will focus on 20th and 21st century art, with displays rearranged annually. This will offer new opportunities for the interpretation of the collections’ content: the public will be offered a real opportunity to admire, and sometimes discover, the main representatives and languages of today’s art, from its foundations to the most recent output. In addition, the permanent exhibition will present new acquisitions, donations and deposits, through specific projects. At Palazzo Reali’s the display of the collection will explore the connection with the region, with an approach open to the juxtaposition of the national and international context. Time-wise, the display will extend and include artworks spanning from the Renaissance up to today. Here as well, the presentation will not be static: instead, it will be regularly revisited with a philological and educational approach, according to the Museum’s commitments as regards art education. The permanent collection, at both sites, will play a fundamental role for educational activities year round. Opere dalle collezioni del museo Curated by Marco Franciolli Rineke Dijkstra Oostenda, Belgium, August 7, 1992 1992 MASI, Lugano Collezione Cantone Ticino 32 MASI 2015/16 33 Museo d’arte della Svizzera italiana Max Bill Strahlung aus Durchdringung 1966–1969 MASI, Lugano Collezione Cantone Ticino Donazione/Donation UBS Camille Pissarro Paysage à l’Hermitage, Pontoise 1875 MASI, Lugano Collezione Cantone Ticino Umberto Boccioni Treno che passa 1908 MASI, Lugano Collezione Città di Lugano Donazione/Donation Chiattone Urs Lüthi The Champion 1976 MASI, Lugano Collezione Cantone Ticino Franz Gertsch “Gräser” Bagatelle III 2003 MASI, Lugano Collezione Cantone Ticino Donazione/Donation BSI 34 MASI 2015/16 35 Museo d’arte della Svizzera italiana Press Art 28.05 —14.08.2016 LAC Opere dalla collezione Annette e Peter Nobel 36 MASI 2015/16 A cura di Elio Schenini Christoph Doswald Il giornale è probabilmente uno degli oggetti nei quali più di ogni altro si incarna lo spirito della vita moderna. Dalla metà dell’Ottocento a scandire la vita di tutti i giorni sono infatti le immagini e i quotidiani, sulle cui pagine prende corpo il nostro rapporto con lo scorrere del tempo e le vicende del mondo: accadimenti che possono diventare sempre più minuscoli e insignificanti, fino a dissolversi nell’oblio, o che al contrario si trasformano nei grandi eventi epocali che segnano i passaggi della storia. Non è dunque un caso se, nell’intreccio sempre più inestricabile tra arte e vita che i movimenti artistici del primo Novecento hanno inaugurato, il giornale sia diventato uno dei soggetti privilegiati delle sperimentazioni linguistiche, a partire dalle quali gli artisti hanno interrogato e continuano a interrogare la realtà. L’uso artistico che da allora è stato fatto della carta stampata, quale soggetto, supporto, elemento compositivo o referente concettuale, è alla base della straordinaria collezione raccolta dai coniugi Annette e Peter Nobel nell’ultimo quarto di secolo: partendo da dipinti, disegni e collage di esponenti del Cubismo, del Dadaismo e del Surrealismo - Braque, Arp, Schwitters, Miró e Giacometti - e proseguendo con rappresentanti delle Neoavanguardie degli anni Sessanta, quali de Kooning, Warhol, Beuys, Boetti, Christo e Polke, giunge fino ai nostri giorni, includendo alcune delle figure di primo piano del panorama artistico, tra i quali Muntadas, Kentridge, Signer e Muniz. Composto da un’ampia selezione di opere appartenenti alla raccolta, il percorso espositivo, in cui si mescolano racconto sociale, riflessione esistenziale, critica politica, indagine fenomenologica e sovversione ironica, costituisce l’occasione di un confronto avvincente con l’evoluzione dei linguaggi dell’arte dall’inizio del Novecento ad oggi e con la storia del nostro tempo. Works from the Annette and Peter Nobel Collection The newspaper is probably one of the objects which better characterises the spirit of modern life. From the mid-19th century, everyday life has been articulated around daily newspapers and their images. On their pages we build our relationship with the flow of time and world affairs: events may become ever-more minuscule and insignificant, until they dissolve into oblivion or, on the contrary, assert themselves as defining moments of an epoch, historical landmarks. It is therefore not by chance when, amid the ever-closer intertwining between art and life begun by the artistic movements at the start of the 20th century, the newspaper becomes one of the favourite subjects of linguistic experimentation, used by artists, now as then, to question reality. The artistic use of printed material, whether as subject, support, as an element of the composition or conceptual reference, is the foundation for an extraordinary collection gathered by Annette and Peter Nobel during the final quarter of the last century: starting from paintings, drawings and collages by representatives of Cubism, Dadaism and Surrealism - Braque, Arp, Schwitters, Miró and Giacometti - through representatives of the neo-avant-gardes of the 1960s such as de Kooning, Warhol, Beuys, Boetti, Christo and Polke, it reaches right to the present day, including some of the major representatives from the current artistic scene, including Muntadas, Kentridge, Signer and Muniz. Comprising a wide selection of works belonging to the collection, the exhibition display which blends social narrative, contemplative reflection, political criticism, phenomenological enquiry and ironic subversion, represents an exciting opportunity to reflect oan the evolution of artistic languages from the beginning of the 20th century until today and on the history of today’s reality. Curated by Elio Schenini Christoph Doswald 37 Museo d’arte della Svizzera italiana < Sigmar Polke Gegen die zwei Supermächte für eine rote Schweiz 1976 Sammlung Annette und Peter Nobel Vik Muniz Jorge 2003 Sammlung Annette und Peter Nobel 38 MASI Kurt Schwitters Man soll nicht asen mit Phrasen 1930 Sammlung Annette und Peter Nobel 2015/16 39 Museo d’arte della Svizzera italiana Paul Signac 03.09.2016 —08.01.2017 LAC A cura di Marina Ferretti Bocquillon Una delle due mostre ospitate nel periodo autunnale nella sede del museo al LAC è dedicata a uno dei massimi protagonisti dell’arte di fine Ottocento e grande precursore della pittura moderna: Paul Signac (1863–1935). La mostra, frutto di una collaborazione con la Fondation de l’Hermitage di Losanna, comprende oltre 150 opere fra dipinti, disegni, acquerelli e incisioni, appartenenti a un’eccezionale collezione privata svizzera. Una collezione che costituisce la più vasta raccolta privata di opere dell’artista e che offre una panoramica del suo intero percorso, dai primi quadri impressionisti, agli anni del Neoimpressionismo, fino alla sua produzione più tarda. Il percorso espositivo ripercorre le diverse fasi che hanno segnato l’evoluzione creativa e stilistica di Signac partendo dagli esordi, quando, abbandonati gli studi di architettura, decise di dedicarsi da autodidatta alla pittura. Dopo i contatti con alcuni esponenti del gruppo degli Impressionisti, fu soprattutto l’incontro con Georges Seurat, avvenuto a Parigi nel 1884, a segnare una svolta decisiva nel suo percorso artistico. Legati da quel momento da una stretta amicizia, i due artisti fondarono, assieme a Odilon Redon, la Société des artistes indépendants, dando avvio, l’anno seguente, alla corrente artistica del Neoimpressionismo. Sotto l’influenza di Seurat, Signac abbandonò la breve e veloce pennellata impressionista per sperimentare il Pointillisme, una tecnica pittorica caratterizzata dalla costruzione dell’immagine attraverso piccoli punti di colore puro e improntata alle coeve ricerche scientifiche sulla luce. Per la sua opera pittorica e per i suoi contribuiti teorici, Signac divenne una figura di riferimento per molti esponenti della generazione successiva attivi nell’ambito del Fauvismo o del Cubismo. Curated by Marina Ferretti Bocquillon Of the two exhibitions being hosted over the Autumn at the LAC, one is dedicated to a major representative of art from the end of the 19th century, and great precursor of modern painting: Paul Signac (1863–1935). The exhibition, the product of fruitful collaboration with Lausanne’s Fondation de l’Hermitage, comprises more than 150 works from an exceptional Swiss private collection, and includes paintings, drawings, watercolours and engravings. This collection in fact represents the largest privately held body of the artist’s work and offers a remarkable view of his entire artistic journey, from the early Impressionist paintings and his period of Neo-impressionism right through to his final work. The exhibition path itself traces the various phases which marked out Signac’s creative and stylistic evolution, starting from the point at which he abandoned his study of architecture and decided to dedicate himself, self-taught, to painting. Although he had already had some prior contact with figures within the Impressionist group, his meeting with Georges Seurat in Paris in 1884 was to prove pivotal to his artistic development. From that moment on, the two maintained a close personal friendship and founded, alongside Odilon Redon, the Société des artistes indépendants, which the following year gave rise to the Neo-impressionism artistic movement. Under the influence of Seurat, Signac abandoned the short, quick brush-strokes of the Impressionists, in order to experiment with Pointillism, a pictorial technique which based the construction of the image on minute points of pure colour and drew its inspiration from contemporary scientific research into light. Thanks to both his pictorial work and theoretical contributions, Signac became a figure of reference for many within subsequent generations, not least those active in the fields of Fauvism and Cubism. Paul Signac Saint-Tropez. Fontaine des Lices 1895 Collezione privata Private collection 40 MASI 2015/16 41 Museo d’arte della Svizzera italiana Paul Signac Saint-Briac. Les balises 1890 Collezione privata Private collection 42 MASI 2015/16 43 Museo d’arte della Svizzera italiana Antonio Calderara 01.10.2016 —22.01.2017 LAC A cura di Elio Schenini Antonio Calderara (1903–1978), figura singolare e appartata del panorama artistico italiano, per molti versi paragonabile a quella di Giorgio Morandi, si avvicina all’arte da autodidatta negli anni Venti, dopo aver abbandonato gli studi in ingegneria al Politecnico di Milano. Caratterizzata da semplificazioni plastiche e da una luce chiara in cui si avvertono gli echi di Piero della Francesca e di Seurat, la sua pittura appare segnata nei decenni successivi da un intimismo stilizzato, vicino alle esperienze del Realismo magico. A segnare una svolta nella sua pittura è il passaggio, nel 1959, all’astrazione. Un’astrazione che non conosce molti altri esempi in area italiana per la sua radicalità, perfettamente in sintonia con le coeve esperienze europee che tendono al grado zero della pittura. La geometria nel suo caso non ha però mai la rigidità dell’arte concreta ma è dominata da delicate e sottili vibrazioni luministiche ottenute attraverso velature sovrapposte. Nei dipinti degli anni Sessanta e Settanta, quasi sempre di piccolo formato, prende così corpo una luce-colore, che traduce la sua aspirazione a “dipingere il nulla, il vuoto, che è il tutto, il silenzio, la luce, l’ordine, l’armonia. L’infinito”. Prima grande retrospettiva di Calderara in Svizzera dopo quella curata da Jean Christophe Ammann al Kunstmuseum di Lucerna nel 1969, l’esposizione prende avvio dalle opere del periodo figurativo, per poi soffermarsi sulle diverse fasi che segnano la sua produzione astratta. La mostra include inoltre un’ampia selezione di opere provenienti dalla collezione che l’artista costituì attraverso una serie di scambi con artisti a lui legati da rapporti di amicizia o di stima, quali Josef Albers, Lucio Fontana, Piero Manzoni, Yves Klein, Dadamaino, François Morellet, Jan Schoonhoven, Max Bill e Gianni Colombo. A Light Without Shadow Antonio Calderara (1903–1978), an original but reclusive figure in the Italian artistic milieu, comparable in many ways to Giorgio Morandi, began his life as a self-taught artist in the 1920s, after abandonding his study of engineering at Milan’s Polytechnic Institute. In the decades that followed, his painting, which features sculptural simplifications and a bright light reminiscent of Piero della Francesca and Seurat, was also distinguished by the appearance of a stylised intimism that approaches experiences of Magical Realism. A turning point in his painting came with the transition, in 1959, to abstraction. Such abstraction was relatively unique in Italy due to its rather drastic character, but perfectly in line with the contemporary experience in Europe and its tendency towards the zero degree of painting. However, in his case, geometry never features the rigidity of concrete art; instead, it is dominated by delicate and subtle vibrations of light obtained through the superimposition of thin layers of paint. In his works from the 1960s and 1970s, which were almost always on a small scale, there emerges a ‘light/colour’ which translates his aspiration to “paint the null, the void, which is everything, silence, light, order, harmony. The infinite”. This first, large, Calderara retrospective in Switzerland since the exhibition curatedy by Jean Christophe Ammann at Lucerne’s Kunstmuseum in 1969, begins with pieces from his figurative period before dwelling on the various phases which distinguish his abstract output. In addition, the exhibition includes a large selection of works from the artist’s own collection, amassed through a series of exchanges with other artists with whom he was linked by friendship or mutual respect, including Josef Albers, Lucio Fontana, Piero Manzoni, Yves Klein, Dadamaino, François Morellet, Jan Schoonhoven, Max Bill and Gianni Colombo. Una luce senza ombre Curated by Elio Schenini 44 MASI 2015/16 45 Museo d’arte della Svizzera italiana Antonio Calderara Milano, il Naviglio 1928 Fondazione Calderara, Vacciago di Ameno > Antonio Calderara La finestra e il libro 1935 Fondazione Calderara, Vacciago di Ameno < Antonio Calderara Misura di luce 1964 Collezione privata Private collection Antonio Calderara Peso ottico giallo e grigio in rettangoli sovrapposti 1960 Fondazione Calderara, Vacciago di Ameno 46 MASI 2015/16 47 Museo d’arte della Svizzera italiana Marco Scorti 19.11.2016 —05.02.2017 LAC Premio Manor Ticino 2016 A cura di Elio Schenini La mostra realizzata in occasione della quinta edizione del Premio Manor Ticino, presenta una serie di dipinti di Marco Scorti, giovane artista ticinese nato a Lugano nel 1987 che attualmente vive e lavora tra il Ticino e Ginevra, città in cui ha svolto la sua formazione artistica e dove si è diplomato alla Haute École d’Art et Design nel 2013. Da allora il suo lavoro ha suscitato un rapido e crescente interesse e ha riscosso importanti riconoscimenti, portandolo ad essere incluso tra i dieci artisti svizzeri con meno di trent’anni che nel 2014 sono stati insigniti del Premio Kiefer-Hablitzel. Al centro della sua ricerca pittorica vi sono quei luoghi banali e anonimi della quotidianità che stanno ai bordi dello spazio urbanizzato. Realizzati partendo da collage visivi e da ricostruzioni mentali, questi spazi della contemporaneità diventano, anche grazie alla sapiente padronanza tecnica, il palcoscenico di una narrazione sospesa e misteriosa nella quale la figura umana è completamente assente. In occasione della mostra l’artista presenta una serie di lavori espressamente realizzati per l’occasione. Istituto per la prima volta nel 1982 su iniziativa di Philippe Nordmann, il Premio Manor rappresenta uno dei riconoscimenti più prestigiosi e ambiti e uno degli strumenti di promozione più efficaci all’interno della scena artistica contemporanea svizzera. Presente in dodici città o regioni svizzere, il premio si rivolge ad artisti attivi nei diversi ambiti delle arti visive che abbiano meno di quarant’anni. Obiettivo del premio, che viene assegnato ogni due anni, è quello di far conoscere a un pubblico più ampio il lavoro di artisti giovani non ancora molto noti e di dare un impulso alla loro carriera artistica. Manor Award Ticino 2016 This exhibition, presented for the occasion of the 5th edition of the Manor Award Ticino, comprises a series of paintings by Marco Scorti, the young Ticinese artist born in Lugano in 1987, who currently divides his time between Ticino and Geneva, the city where he undertook his artistic training and received his Diploma from the Haute École d’Art et Design in 2013. Since his graduation, his work has become the subject of rapidly growing interest, garnering major awards and leading to him joining a select group of only ten artists under 30 years of age who have received the the KieferHablitzel Prize. The ordinary and anonymous places of everyday life, on the boudaries of urbanised space, lie at the heart of Scorti’s pictorial research. Created from visual collages and mental reconstructions, these spaces of the present become, thanks in no small part to his technical mastery, scenes of mysterious, suspended narration from which the human figure is completely absent. The exhibition includes a number of works realized by the artist especially for this occasion. Established in 1982 on the initiative of Philippe Nordmann, the Manor Award now stands as not only one of the most prestigious and coveted prizes, but also one of the most effective means of promotion in the contemporary Swiss art scene. With a presence in twelve Swiss cities and regions, the award targets artists under forty years of age from across the full range of the visual arts. The objective of the prize, which is awarded every two years, is to offer a wider audience to the work of artists who have not yet gained particular renown, and thereby add significant impetus to their artistic careers. Curated by Elio Schenini Marco Scorti Untitled #3 2009 48 MASI 2015/16 49 Museo d’arte della Svizzera italiana PalazzoViaReali Canova 10 Palazzo Reali In Ticino 52/Roberto Donetta 56/ Armand Schulthess 58/ Che c’è di nuovo? 60 Via Canova 10 6900 Lugano www.masilugano.ch LAC Piazza Bernardino Luini 6 Orari Martedì 14:00–17:00 Mercoledì – domenica 10:00–17:00 Lunedì chiuso Opening hours Tuesday 14:00–17:00 Wednesday–Sunday 10:00–17:00 Closed on Monday io azccia 1 SRpiva Ca -1 In Ticino 12.09.2015 —28.02.2016 Palazzo Reali Presenze d’arte nella Svizzera italiana 1840–1960 A cura di Cristina Brazzola Cristina Sonderegger La mostra indaga la realtà artistica della Svizzera italiana in un periodo contraddistinto da una importante storia di emigrazione e immigrazione di artisti. Introducono il percorso espositivo i pittori Serodine e Mola e gli architetti Maderno e Borromini, a testimonianza dell’emigrazione artistica ticinese tra Seicento e Settecento. Una particolare attenzione è dedicata a Giocondo Albertolli, a cui si deve la diffusione di modelli architettonici e decorativi neoclassici. Il percorso prosegue con la sezione dedicata a Vincenzo Vela, figura fondamentale per il consolidamento delle relazioni con la nascente realtà artistica elvetica. Seguono due sale dedicate alla realtà artistica ticinese a cavallo tra Ottocento e Novecento, con artisti quali Berta, Franzoni, Rossi e Feragutti Visconti che si muovono tra Scapigliatura, Divisionismo e Simbolismo, dando vita a un’arte frutto di diverse influenze culturali e originale rispetto alla produzione dei colleghi italiani ed elvetici con cui sono messi a confronto. La seconda parte del percorso è dedicata all’immigrazione artistica verso il Canton Ticino: la chiusura delle frontiere nel 1914 porta numerosi artisti e intellettuali a rifugiarsi in Svizzera. La presenza della colonia del Monte Verità rese Ascona molto attrattiva, in modo particolare per alcuni artisti vicini al movimento Dada quali Werefkin e Jawlensky. Nel Mendrisiotto giungono gli espressionisti del gruppo Rot-Blau, mentre nel Locarnese si ritrovano Epper, Pauli e Schürch. Il percorso espositivo si conclude con l’evocazione dell’esperienza del complesso di atelier per artisti voluto a Locarno da Remo Rossi e che tra la fine degli anni Cinquanta e gli anni Sessanta è stato un luogo di incontro e di scambio creativo per autori dell’arte astratta europea, quali Arp, Richter, Glarner, Bissier, Nicholson e Valenti. Art in Italian– speaking Switzerland 1840–1960 The exhibition explores the orientations of art in the Italian-speaking part of Switzerland during a period characterised by artists’ emigration and immigration. The introductory section begins with the painters Serodine and Mola and the architects Maderno and Borromini, all of whom bear witness to the emigration artists from Ticino between the 17th and 18th centuries. Special attention is given to Giocondo Albertolli: it is to him that we owe the widespread popularity of neoclassical architectural and decorative models. The exhibition continues with a section devoted to the sculptor Vincenzo Vela, who played an important role in the relationships with the growing Swiss artistic scene. The two following rooms are dedicated to the exploration of art in Ticino at the turn of the19th and 20th centuries, through artists like Berta, Franzoni, Rossi and Feragutti Visconti who roamed between Scapigliatura, Divisionism and Symbolism and who gave rise to an art that was the product of various cultural influences and thus more original than the one produced by their Swiss and Italian colleagues. The second part is devoted to artistic immigration in Ticino: the closing of the borders in 1914 led many artists and intellectuals to seek refuge in Switzerland. The Monte Verità community made Ascona an alluring destination, especially for a number of artists who were close to Dadaism, such as Werefkin and Jawlensky. Expressionists from the Rot-Blau group settled in the Mendrisiotto, whilst Epper, Pauli and Schürch moved to the region of Locarno. The exhibition closes with a focus on the ateliers that Remo Rossi created in Locarno which between the late 1950s and the 1960s became an important place to meet up and exchange creative ideas for many artists of the european abstract movement such as Arp, Richter, Glarner, Valenti, Bissier and Nicholson. Curated by Cristina Brazzola Cristina Sonderegger 52 MASI 2015/16 53 Museo d’arte della Svizzera italiana Hermann Scherer Autoritratto in un paesaggio ticinese 1926 MASI, Lugano Collezione Cantone Ticino Luigi Rossi Il canto dell’aurora 1910–1912 MASI, Lugano Collezione Città di Lugano Giocondo Albertolli Testa d’ariete - Tratto da una scultura in bronzo di Benvenuto Cellini Fiorentino 1796 ca. Archivio di Stato del Cantone Ticino, Bellinzona Alexej von Jawlenksy Variation. Ascona 1918 Collezione privata Private collection < Edoardo Berta Ritorno dal Corpus Domini 1906 ca. MASI, Lugano Collezione Cantone Ticino Deposito della/Extended loan from Confederazione Svizzera, Ufficio Federale della Cultura, Berna 54 MASI 2015/16 55 Museo d’arte della Svizzera italiana Roberto Donetta 20.11.2015 —20.03.2016 Palazzo Reali A cura di Gianfranco Ragno L’esposizione antologica dedicata al fotografo ticinese Roberto Donetta (1865–1932) costituisce un originale e inedito racconto per immagini del Ticino alle soglie della modernità, attraverso lo sguardo di uno dei suoi maggiori e più noti autori. Roberto Donetta, venditore ambulante di sementi, scopre la fotografia e vi si applica, come autodidatta, con crescente passione. Con questo mezzo fissa la vita quotidiana, i riti, le feste e i gruppi: ritrae giovani e anziani così come matrimoni, battesimi e funerali, non tralasciando quegli eventi che trasformano la valle segnando il suo ingresso nella modernità. La sua immensa curiosità, unita ad una personalità marcata, lo porta verso sperimentazioni formali audaci che superano le antiche categorie di genere e anticipano gli approcci artistici e giornalistici al mezzo fotografico. La mostra rivolge un nuovo sguardo verso il grande archivio lasciatoci da Donetta, già oggetto di un’esposizione monografica nel 1993, poco tempo dopo la fortunata riscoperta delle sue cinquemila lastre. Recuperato solo mezzo secolo dopo la sua morte, che risale al 1932, l’archivio restituisce la giusta dimensione all’autore e a noi tutti un patrimonio iconografico di grande valore storico, documentario e artistico. In esposizione vi sono un centinaio di fotografie, tra cui alcune che hanno fatto conoscere Donetta in questi decenni. La mostra verrà presentata in seguito a Winterthur, presso la Fondazione svizzera per la fotografia. Curated by Gianfranco Ragno The anthological exhibition consecrated to Roberto Donetta (1865– 1932) offers an original and unusual insight in the life of Ticino on the threshold of modernity, through the point of view of one of its most well-known photographers. A traveling vendor of seeds, Donetta discovers photography and devotes himself to it as an autodidact with growing passion. He captures everyday life, the rituals, the parties -weddings, baptisms and funerals- and portrays young and older people alike, without neglecting to document the events that in that era transformed life in the Blenio valley determining its entry in the modern world. His curiosity and his strong personality lead him to experiment with the photographic medium, producing works which anticipate future artistic and journalistic photographic approaches. The exhibition presents a new insight into the large archive Donetta left us after the 1993 monographic exhibition organized following the fortunate discovery of 5000 plates. The archive was retrieved only 50 years after his death, permitting a new appraisal of his work and entrusting the community with an iconographic heritage of the highest historical and artistic importance. The exhibition features more than 100 images among which are some of the pictures that made him famous over the last years. This important initiative will subsequently be presented at the Swiss Foundation for Photography in Winterthur. Roberto Donetta Senza titolo 1900–1932 Archivio Donetta, Corzoneso 56 MASI 2015/16 57 Museo d’arte della Svizzera italiana Armand Schulthess 19.03 —19.06.2016 Palazzo Reali A cura di Lucienne Peiry Armand Schulthess (1901—1972) all’età di 50 anni lascia il suo lavoro di funzionario federale a Berna e sceglie come luogo d’esilio geografico e mentale una casa di campagna ad Auressio, in Ticino. In rottura con il mondo esterno, dedica il resto della sua vita alla pianificazione della sua proprietà di 18˙000 m2, che sistema secondo una rete di sentieri, di passerelle, di prospettive e luoghi di riposo. Agli alberi appende più di un migliaio di placche di metallo sulle quali incide testi sulla psicanalisi, la letteratura, l’astronomia e la musica. Il giardino diventa un’enciclopedia a cielo aperto, bucolica e labirintica, che testimonia le sue preoccupazioni artistiche, filosofiche e scientifiche. Alla sua morte nel 1972, i suoi eredi e le autorità ticinesi decidono di distruggere la sua opera, di cui fortunatamente alcune creazioni furono salvate da persone sensibili a questo progetto fuori dal comune. La mostra mette in dialogo gli assemblaggi mobili, le placche di metallo dipinte, i libri rilegati e i collage di Schulthess, con le fotografie di Ingeborg Lüscher e di Hans-Ulrich Schlumpf, che riprendono l’artista e riproducono il suo ambiente poetico. Il documentario di Schlumpf intitolato Armand Schulthess. J’ai le téléphone (1974), unica testimonianza filmica di quest’opera d’arte totale, è proiettato all’interno della mostra. Schulthess ha creato una cosmogonia inventiva e ribelle che ha affascinato numerosi artisti, scrittori e intellettuali, in particolare Max Frisch e Corinna Bille, che su di lui hanno scritto, nonché Harald Szeemann e Ingeborg Lüscher che hanno portato il suo lavoro alla Documenta di Kassel del 1972. Curated by Lucienne Peiry At the age of 50 Armand Schulthess (1901—1972) quits his job as a federal officer in Bern and chooses as a geographic and mental exile place a country house in Auressio, Ticino. Isolating himself from the outside world, he dedicates the rest of his life to the planning of his property of 18˙000 m2. He builds a network paths and foot walks completed with perspectives and resting places. He hangs on the trees thousands of metal plates on which he has reproduced texts devoted to psychoanalysis, literature, astronomy and music. His garden becomes an open-air encyclopedia, a bucolic labyrinth which embodies his artistic, philosophic and scientific concerns. Upon his death in 1972 his heirs and the Ticino authorities decide to destroy his œuvre. Luckily some of his creations were saved by people who understood the importance of his outstanding project. The exhibition creates a dialogue between Schultess’ mobile assemblages, painted metal plates, books of clippings, and collages and the photographs of Ingebord Lüscher and Hans-Ulrich Schlumpf, showing the artist immersed in his poetic environment. A unique filmic testimony, the documentary Armand Schulthess. J’ai le téléphone (1974) of Schlumpf, is projected throughout the duration of the exhibition. Armand Schulthess has created an inventive and rebel cosmogony which has fascinated several artists, writers and intellectuals such as Max Frisch and Corinna Bille, who wrote about him, as well as Harald Szeemann and Ingeborg Lüscher, who celebrated him in the Documenta of 1972. Armand Schulthess Assemblage d’Armand Schulthess Foto/Photo: Hans-Ulrich Schlumpf 58 MASI 2015/16 59 Museo d’arte della Svizzera italiana Che c’è di nuovo? 19.03 —19 .06.2016 Palazzo Reali A cura di Elio Schenini Che c’è di nuovo? rappresenta da oltre un decennio un appuntamento imprescindibile per chi voglia conoscere le tendenze più recenti e i principali protagonisti che animano la scena artistica ticinese attuale. Giunta alla sua quarta edizione, la rassegna, ospitata al piano terreno e al primo piano di Palazzo Reali, offre ai visitatori l’occasione di confrontarsi con le opere di una decina di artisti con meno di 40 anni selezionati da un’apposita commissione. Inaugurata per la prima volta nel 2003, la mostra si propone di offrire ad artisti giovani e ancora poco noti la possibilità di presentare il proprio lavoro all’interno di un istituzione museale, dando contemporaneamente al pubblico l’opportunità di avere periodicamente una visione “in presa diretta” del fermento creativo che anima le nuove generazioni. Oltre a presentare una panoramica della produzione artistica emergente, attraverso una varietà di linguaggi che comprendono pittura, scultura, disegno, fotografia, video e performance, la rassegna ha come obiettivo primario quello di favorire una migliore integrazione della realtà artistica locale nel contesto nazionale. Per contribuire a promuovere ancor di più la conoscenza della scena artistica ticinese al di fuori dei confini cantonali, Che c’è di nuovo? dispone quest’anno di una “vetrina” zurighese, grazie alla collaborazione con il DIENSTGEBÄUDE Art Space, uno spazio d’arte indipendente di Zurigo, dove i giovani selezionati avranno la possibilità di esporre i loro lavori dal 2 al 30 aprile. All’esposizione, che gode del sostegno del Percento culturale Migros Ticino, è associato il Premio Migros Ticino di incoraggiamento alla creazione artistica, dotato di una borsa del valore di 10’000 franchi. A Look at the Emerging Art Scene in Ticino Che c’è di nuovo? has been representing for more than 10 years an unmissable event for those who want to discover the latest trends and the main protagonists of the artistic Ticinese scene. In its fourth edition, the show will present works of more then 10 artists under 40 years old selected by a commission. The first edition of Che c’è di nuovo? was presented in 2003 with the aim of offering to young and unknown artists the possibility to present their work in a museum institution, and allowing the public the opportunity to discover the creative ferment of the new generations. In this perspective the show documents the production of emerging artists working with different media from painting, sculpture and drawing to photography, video and performance. The exhibition also supports the integration of the local artistic reality within the national context, a commitment that has always characterized the work of the Museo Cantonale d’Arte and the Museo d’Arte di Lugano. In order to further promote the Ticino artistic scene outside the cantonal borders, Che c’è di nuovo? will have a “window” in Zurich thanks to the collaboration with the DIENSTGEBÄUDE Art Space Zürich, an independent art space, where the artists selected for the exhibition will be able to present their work from April 2 to April 30 2016. The exhibition is supported by the Percento culturale Migros Ticino and one of the artists will be honored with the Premio Migros Ticino di incoraggiamento alla creazione artistica a 10.000 Swiss francs award. Uno sguardo sulla scena artistica emergente in Ticino Curated by Elio Schenini Una Szeemann & Bohdan Stehlik Casted Shadows (Wolves and Chair) 2010 Foto/Photo: Alexandre Zveiger 60 MASI 2015/16 61 Museo d’arte della Svizzera italiana Collezione Giancarlo e Danna Olgiati PalazzoViaReali Canova 10 Spazio --1 La Collezione 64/Teatro di Mnemosine. Giulio Paolini d’après Watteau 68/ Sulla Croce 72 Riva Caccia 1 6900 Lugano www. collezioneolgiati.ch LAC Piazza Bernardino Luini 6 Orari Venerdì – domenica 11:00 – 18:00 Opening hours Friday – Sunday 11:00 –18:00 io azccia 1 SRpiva Ca -1 La Collezione 12.09.2015 —10.01.2016 A cura di Danna Olgiati A partire da settembre 2015, si rinnova la presentazione della collezione Olgiati che vede protagonista all’interno dello Spazio -1 un centinaio di opere di artisti internazionali fra i più importanti delle avanguardie del XX e XXI secolo. Si tratta della presentazione di un inedito corpus, in dialogo con i maggiori artisti italiani degli anni Cinquanta e Sessanta prevalentemente astrattisti (Fontana, Burri e Scarpitta), nonché dell’Arte Povera. A questo riguardo vanno sottolineati nuovi inserimenti quali un grande ricamo, Tutto (1986), di Alighiero Boetti e due sculture giovanili di Gianni Piacentino, collocabili tra Arte Povera e Minimalismo, di notevole importanza storiografica. Sempre in riferimento ai nuclei più importanti della collezione sono esposte opere molto significative del Gruppo Zero, di Klein, Manzoni, Castellani, e per la prima volta di Uecker, Schoonhoven e Bonalumi. Tra le opere esposte per la prima volta, come nelle passate edizioni sono presenti soprattutto lavori appartenenti all’ambito del Neo-astrattismo e del Neo-pop (Seth Price, Harold Ancart, Tauba Auerbach, Jimmie Durham, Francesco Vezzoli, Gabriel Kuri, Gabriel Sierra, Sophie Calle, Pierpaolo Campanini, Paloma Varga Weisz), recentemente acquisiti e messi in dialogo – come è appunto regola nella Collezione Olgiati – ai nuclei storici della collezione. Queste nuove acquisizioni fanno sì che lo Spazio -1, strutturato come uno Schaulager e nato nel 2012 quando i coniugi Olgiati – proprio in previsione dell’apertura del LAC – hanno siglato un accordo con la Città di Lugano per il deposito di 157 opere, sia oggi dotato complessivamente di 205 opere. Modern Art of the XX and XXI centuries From September 2015, a stunning new presentation of works from the Olgiati Collection fills Spazio-1, one-hundred or so pieces by some of the most important international artists from the Avant-gardes of the 20th and 21st centuries. The exhibition offers an unprecedented dialogue with works from major Italian artists of the Fifties and Sixties, principally representatives of Abstract art, including Fontana, Burri and Scarpitta, but also Arte Povera. Among these, new entries from two artists are of special note, not least because of their historical importance: Alighiero Boetti’s large embroidery Tutto (1986), and a pair of early scultpures by Gianni Piacentino, which can be placed between Arte Povera and Minimalism. Also on display are the most important core-pieces from the collection, remarkable artworks by Zero group, Klein, Manzoni, Castellani and, for the first time, Uecker, Schoonhoven and Bonalumi. Following the pattern established in previous years and what has become a rule for the Olgiati collection, these core historic works are set in dialogue with the exhibition’s main focus, newly acquired pieces from Neoabstraction and Neo-pop, including Seth Price, Harold Ancart, Tauba Auerbach, Jimmie Durham, Francesco Vezzoli, Gabriel Kuri, Gabriel Sierra, Sophie Calle, Pierpaolo Campanini and Paloma Varga Weisz. Thanks to these new acquisitions, Spazio -1, which is structured very much along the lines of a ‘Schaulager’ and dates from the 2012 agreement made in anticipation of the opening of the LAC between the Olgiatis and the City of Lugano for the deposit of 157 works, today boasts some 205 works in total. Arte delle avanguardie del XX e XXI secolo 18.03 —22.05.2016 Spazio -1 Curated by Danna Olgiati Vedute dello/Views of Spazio -1, Lugano 2015 Foto/Photo: Agostino Osio 64 MASI 2015/16 65 Museo d’arte della Svizzera italiana Anish Kapoor 1000 Names 1982 Collezione Giancarlo e Danna Olgiati Alighiero Boetti Tutto 1986 Collezione Giancarlo e Danna Olgiati Michelangelo Pistoletto Autoritratto con pianta 1964–65 Collezione Giancarlo e Danna Olgiati Kelley Walker I See a Bunny-Shaped Thing, But I Also See Two Little He-boys 2004 Collezione Giancarlo e Danna Olgiati 66 MASI 2015/16 67 Museo d’arte della Svizzera italiana Teatro di Mnemosine Giulio Paolini d’après Watteau 12.09.2015 —10.01.2016 Spazio -1 A cura di Bettina Della Casa Progetto realizzato con la collaborazione di Giulio Paolini Curated by Bettina Della Casa Project implemented in partnership with Giulio Paolini Giulio Paolini Studio per Trionfo della Rappresentazione 1983 Collezione dell’artista Collection of the artist 68 MASI 2015/16 69 Lo Spazio -1 presenta una mostra monografica dedicata all’artista italiano Giulio Paolini (1940) unitamente a un nuovo allestimento della collezione. L’esposizione si colloca nell’ambito di una serie di iniziative dedicate agli artisti in collezione e ha origine dall’opera Mnemosine (Les Charmes de la Vie/7) – acquisita nel 2007 – che appartiene al ciclo Mnemosine (Les Charmes de la Vie): un ciclo di sei opere di Paolini dedicate alla dea della memoria e realizzate nell’arco di nove anni (1981-1990), per la prima volta integralmente riunito con la sua personale supervisione. La glorificazione della dea Mnemosine trova una corrispondenza visiva nel dipinto del noto pittore francese del Settecento Jean-Antoine Watteau, Les charmes de la vie (1718 ca.), un quadro che rappresenta personaggi intenti a dilettarsi dei piaceri della vita in un ridente giardino. Il dipinto raffigura dunque, nell’interpretazione di Paolini, uno scenario ideale, designato e consacrato alle nove muse, un momento di sintesi e di celebrazione delle arti. Ognuna delle sei opere del ciclo ha al suo interno una o più tele che riproducono ogni volta uno o più particolari del quadro di Watteau che funge da comune denominatore per tutta la serie. Dall’assieme mancano però le figure disposte da Watteau in primo piano. La scena non è tuttavia disabitata, poiché l’osservatore ne diventa partecipe. Gli spettatori diventano così le comparse a cui tocca “completare” il quadro. Nel ciclo trovano espressione i temi centrali della poetica dell’artista. Legato fin dal 1967 all’Arte Povera e al contesto del concettualismo europeo, Paolini muove dalla convinzione che l’arte del nostro tempo sia possibile solo come ripensamento e ricapitolazione della sua storia, in un sottile gioco intellettuale tessuto attorno ai fondamenti stessi della pratica artistica. Alongside a new display of the collection, the Spazio -1 presents a monographic exhibition devoted to the Italian artist Giulio Paolini (1940). This is the first of a series of initiatives focusing on the artists represented in the collection and inspired by the works it contains, in this case Mnemosine (Les Charmes de la Vie/7) acquired in 2007. This piece belongs to a cycle of six works realized by Paolini in nine years (1981-1990) all bearing the same title: Mnemosine (Les Charmes de la Vie). This is the first time ever all the works in the series are reunited and for the occasion the artist himself has supervised the installation. Paolini’s glorification of Mnemosyne draws its visual inspiration from the painting Les Charmes de la Vie (ca. 1718) by the 18th century French painter Jean-Antoine Watteau. Watteau depicts a group of persons enjoying life’s pleasures in a cheerful garden. In Paolini’s interpretation, the painting represents an idealized scene consecrated to the nine Muses, and thus a synthesis and a celebration of the arts. Each of the six works in the cycle comprises one or more canvasses that reproduce some details of Watteau’s painting. The ensemble does not however include the figures Watteau arranged in the foreground. Yet the scene is not uninhabited, because we as the observers have become part of it. We are participants (actors or spectators) whose task is to “complete” the picture. The cycle embodies the major themes of Paolini’s research: he believes that the art of our time is only possible as a synthesis or a revision of its own history, as a subtle intellectual game woven around the very foundations of artistic practice. Museo d’arte della Svizzera italiana Giulio Paolini Mnemosine (Les Charmes de la Vie) Veduta dell’installazione Installation view Spazio -1, Lugano 2015 Foto/Photo: Agostino Osio 70 MASI 2015/16 71 Museo d’arte della Svizzera italiana Sulla Croce 18.03 —22.05.2016 Spazio -1 A cura di Danna Olgiati In occasione del Giubileo straordinario indetto da Papa Francesco per l’anno 2016, la Collezione Giancarlo e Danna Olgiati presenta un allestimento dedicato al simbolo della Croce. Attraverso una selezione di opere che spaziano dall’antico al contemporaneo, la mostra intende indagare la complessità e il mistero del simbolo universale della Croce nell’arte. Attestata fin dall’antichità più remota la Croce è, tra le figure geometriche, il terzo simbolo fondamentale (dopo il cerchio e il quadrato). Nel Cristianesimo ha successivamente assunto diverse raffigurazioni e significati: il Crocefisso, il Cristo, il Verbo, la Seconda Persona della Trinità. Attraverso un approccio dichiaratamente laico e, al contempo, rispettoso della dimensione del Sacro, l’allestimento propone opere di artisti che, con diverse attitudini filosofico-religiose e differenti linguaggi, hanno affrontato il tema della Croce. La mostra include opere di Roberto Ciaccio, Lucio Fontana, Jannis Kounellis e altri. Curated by Danna Olgiati For the occasion of the 2016 Jubilee announced by Pope Francis, the Collection Giancarlo and Danna Olgiati presents a display dedicated to the symbol of the Cross. Through a selection of works ranging from the ancient to the contemporary, the exhibition aims to investigate the complexity and mystery of the Cross, a universal symbol in art. The cross, in evidence from the most remote times, can be placed as the third most fundamental geometrical figure, alongside the circle and the square. Subsequently, for Christianity acquired further representations and meanings: the Crucifix, Christ, the Word, the Second Person of the Trinity. Through a deliberately secular approach which maintains the upmost respect for the sacred dimension, the exhibition features works by artists who have tackled the theme of the cross, albeit through a diverse range of philosophic and religious perspectives. On display are works from Roberto Ciaccio, Lucio Fontana, Jannis Kounellis and many others. Roberto Ciaccio Trittico per la Croce 2001 Collezione Giancarlo e Danna Olgiati 72 MASI 2015/16 73 Museo d’arte della Svizzera italiana Info Gandria Riv a erto Alb Parco Ciani Piazza Riforma PalazzoViaReali Canova 10 l li a Via Vincenzo Vel LAC 76/Palazzo Reali 77/ Spazio -1 78/ Mediazione/Education 79/ LAC Lago/Lake Via Nassa Piazza Bernardino Luini 6 Via Adamini -1 Riva Cac cia io azccia 1 SRpiva Ca Paradiso / Lugano Sud 74 MASI 2015/16 75 Museo d’arte della Svizzera italiana LAC Piazza Bernardino Luini 6 6900 Lugano Orari Martedì, mercoledì e domenica 10:30–18:00 Giovedì, venerdì e sabato 10:30–20:00 Lunedì chiuso Opening hours Tuesday, Wednesday and Sunday 10:30–18:00 Thursday, Friday and Saturday 10:30–20:00 Closed on Monday Giorni festivi 24–25 dicembre chiuso 31 dicembre 10:30–16:00 1 gennaio14:00–20:00 28 marzo 2016 10:30–18:00 16 maggio 2016 10:30–18:00 Public holydays 24–25 December closed 31 December 10:30–16:00 1st of January 14:00–20:00 28 March 2016 10:30–18:00 16 May 2016 10:30–18:00 Tariffe CHF 15.– / CHF 10.– * Biglietto combinato LAC + Palazzo Reali CHF 18.– / CHF 12.– * * (AVS/AI, over 65 anni, gruppi, studenti 17–25 anni) Admission fees CHF15.– / CHF10.– * Combined ticket LAC + Palazzo Reali CHF18.– / CHF12.– * * (AVS/AI, over 65 years old, groups, students 17–25 years old) +41 (0)58 866 42 30 [email protected] www.masilugano.ch 76 Palazzo Reali Via Canova 10 6900 Lugano +41 (0)91 815 79 71 [email protected] www.masilugano.ch Orari Martedì 14:00–17:00 Mercoledì–domenica 10:00–17:00 Lunedì chiuso Opening hours Tuesday 14:00–17:00 Wednesday–Sunday 10:00–17:00 Closed on Monday Giorni festivi 24, 25, 31 dicembre e 1° gennaio chiuso 28 marzo 2016 10:00–17:00 16 maggio 2016 10:00–17:00 Public holydays 24, 25, 31 December and 1st of January closed 28 March 2016 10:00–17:00 16 May 2016 10:00–17:00 Tariffe CHF12.– / CHF 8.– * Biglietto combinato Palazzo Reali + LAC CHF18.– / CHF12.– * * (AVS/AI, over 65 anni, gruppi, studenti 17–25 anni) Admission fees CHF12.– / CHF 8.– * Combined ticket Palazzo Reali + LAC CHF18.– / CHF12.– * * (AVS/AI, over 65 years old, groups, students 17–25 years old) Entrata gratuita <16 anni / collezione permanente / la prima domenica del mese / 1° gennaio Free entrance <16 years old / permanent collection / first Sunday of each month / 1st of January Entrata gratuita <16 anni / la prima domenica del mese Free entrance <16 years old / first Sunday of each month RailAway Biglietto combinato con una riduzione del 10% sul viaggio in treno e sull’entrata, ottenibile alla stazione di partenza oppure telefonando al Rail Service : 0900 300 300 (CHF1.19/min.) RailAway Combined ticket with a 10% discount on the train journey and exhibition admission. Purchase at the departure station or by phone: Rail Service 0900 300 300 (CHF1.19/min.) RailAway Biglietto combinato con una riduzione del 10% sul viaggio in treno e sull’entrata, ottenibile alla stazione di partenza oppure telefonando al Rail Service: 0900 300 300 (CHF1.19/min.) RailAway Combined ticket with a 10% discount on the train journey and exhibition admission. Purchase at the departure station or by phone: Rail Service 0900 300 300 (CHF1.19/min.) MASI 2015/16 77 Museo d’arte della Svizzera italiana Spazio -1 Riva Caccia 1 6900 Lugano Mediazione / Education Orari Venerdì –domenica 11:00–18:00 Opening hours Friday –Sunday 11:00–18:00 +41 (0)91 921 46 32 Venerdì/Friday –Domenica/Sunday Giorni festivi 24–25 dicembre chiuso Public holydays 24–25 December closed www. collezioneolgiati.ch Tariffe Entrata gratuita Admission fees Free entrance +41 (0)58 866 42 30 Lunedì/Monday –Giovedì/Thursday LAC / Palazzo Reali Spazio -1 78 MASI 2015/16 79 Visite guidate Guided tours 1 sede Italiano CHF 150.– + ingresso Francese, tedesco o inglese CHF 200.– + ingresso 2 sedi Italiano CHF 250.– + ingresso Francese, tedesco o inglese CHF 300.– + ingresso 1 venue Italian CHF 150.– + admission fee French, German or English CHF 200.– + admission fee 2 venues Italian CHF 250.– + admission fee French, German or English CHF 300.– + admission fee Visita guidata gratuita per singoli visitatori ogni domenica ore 15:00 Free guided tour for single visitors, every Sunday at 15:00 Il museo propone visite guidate in italiano, tedesco, francese e inglese per scuole di ogni ordine e grado. Informazioni e tariffe sono disponibili su: www.masilugano.ch Le scuole del Cantone Ticino e del Grigioni italiano usufruiscono di ingresso e visita guidata gratuiti. The museum offers guided tours in Italian, German, French and English for all types of Schools. Information and fees are available on: www.masilugano.ch LAC edu L’attività di mediazione culturale è rivolta a tutte le fasce di età e comprende, oltre alle visite guidate, laboratori, concerti e conferenze. Il calendario completo delle attività è disponibile su: www.edu.luganolac.ch LAC edu The educational activities are aimed at all ages and include, other than guided tours, workshops, concerts and lectures. The complete programme is available on: www.edu.luganolac.ch Info e prenotazioni: +41 (0)58 866 42 30 [email protected] Info and booking: +41 (0)58 866 42 30 [email protected] Visite guidate Italiano CHF 150.– + ingresso Francese, tedesco o inglese CHF 200.– + ingresso Guided tours Italian CHF 150.– + admission fee French, German or English CHF 200.– + admission fee Info e prenotazioni: +41 (0)58 866 42 30 [email protected] Info and booking: +41 (0)58 866 42 30 [email protected] Museo d’arte della Svizzera italiana Qual è il colore dell’impegno? L’arte supera i confini e amplia le vedute. Per questo sosteniamo rinomati musei come il MASILugano. credit-suisse.com/sponsoring Partner principale www.masilugano.ch