LAC Lugano Arte e Cultura

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LAC Lugano Arte e Cultura
2015/16
Programma espositivo/Exhibition Programme
LAC Lugano Arte e Cultura
86
Museo d’arte della Svizzera italiana
2015/16
Programma espositivo/Exhibition Programme
LAC Lugano Arte e Cultura
1
Museo d’arte della Svizzera italiana
2015
/16
Calendario
Calendar
p.
LAC
12.09.15
–10.01.16
Orizzonte
Nord–Sud
Protagonisti dell’arte europea ai due versanti delle Alpi
14
1840–1960
Leading Figures of European Art North and South of the Alps
1840–1960
Palazzo
Reali
12.09.15
–28.02.16
In
Ticino
Presenze d’arte nella Svizzera italiana 1840–1960
52
Anthony McCall
Zimoun
Collezione Giancarlo
e
Danna Olgiati
Arte delle avanguardie del XX e XXI secolo
18
p.
LAC
30.01.16
– 01.05.16
LAC
27.02.16
– 08.05.16
LAC
27.02.16
–26.02.17
12.09.15
–31.01.16
LAC
12.09.15
–10.01.16
Spazio -1
12.09.15
–10.01.16
–
18.03.16
–22.05.16
Spazio -1
Palazzo
Reali
12.09.15
–10.01.16
21.11.15
–20.03.16
2
Spazio -1
18.03.16
–22.05.16
22
Palazzo
Reali
19.03.16
–19.06.16
64
Palazzo
Reali
19.03.16
–19.06.16
28
32
Sulla Croce
Armand Schulthess
Che
c’è di nuovo?
Uno sguardo sulla scena artistica emergente in Ticino
72
58
60
A Look at the Emerging Art Scene in Ticino
LAC
Modern Art of the XX and XXI centuries
Teatro di Mnemosine
Giulio Paolini
d’après Watteau
Roberto Donetta
MASI
24
Works from the Museum’s Collections
Art in Italian–speaking Switzerland 1840–1960
LAC
Markus Raetz
Aleksandr Rodčenko
Nuove
consonanze
Opere dalle collezioni del museo
28.05.16
–14.08.16
36
Paul Signac
Antonio Calderara
Marco Scorti
40
Works from the Annette and Peter Nobel Collection
68
LAC
03.09.16
–08.01.17
LAC
01.10.16
–22.01.17
LAC
19.11.16
–05.02.17
56
2015/16
Press
Art
Opere dalla Collezione Annette e Peter Nobel
3
Museo d’arte della Svizzera italiana
44
48
Nel suo primo anno di attività, il Museo d’arte
della Svizzera italiana (MASI), nato dall’unione
fra il Museo Cantonale d’Arte e il Museo d’Arte
della Città di Lugano, si presenta al pubblico
attraverso una serie di mostre di diversa natura
e dimensione che contribuiscono a definirne
l’identità culturale, anticipando i principali filoni
tematici che saranno portati avanti dall’istituto
nei prossimi anni.
A ospitare l’ampio programma espositivo sono
le due sedi del nuovo museo: il LAC e Palazzo
Reali, sede storica del Museo Cantonale d’Arte.
For its first year of events, the Museo d’arte
della Svizzera italiana (MASI), born out of
the unification of Lugano’s Museo Cantonale
d’Arte and Museo d’Arte, presents itself
to the public through a series of exhibitions
of different styles and dimensions which
set out its own cultural identity and anticipate
the main themes the institute plans to promote in the years to come.
The rich programme of exhibitions will be hosted at both of the museum’s locations: the
LAC and Palazzo Reali, the latter historically
home to the Museo Cantonale d’Arte.
Museo d’arte
della Svizzera italiana
Lugano
Uffici/Administration
Indirizzo postale/
Postal address
Via Canova 10
6900 Lugano
+41 (0)91 815 79 71
[email protected]
www.masilugano.ch
©
2015 Prolitteris, Zürich
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MASI
2015/16
5
Museo d’arte della Svizzera italiana
Marco Franciolli
Direttore
Museo d’arte della
Svizzera italiana
Lugano
Il compito di delineare i peculiari riferimenti artistico-culturali della
nostra regione, da sempre soggetta a fenomeni migratori e attraversata
da flussi di transito lungo l’asse Nord-Sud è affidato alla mostra
inaugurale: Orizzonte Nord-Sud. Interrogandosi sui modelli,
i linguaggi, i temi e i miti che concorrono a definire la nostra identità
culturale, l’esposizione avanza alcune possibili risposte attraverso
le opere di alcuni tra i massimi protagonisti dell’arte svizzera e italiana.
In concomitanza con questa mostra, a Palazzo Reali è possibile
visitare l’esposizione In Ticino, dove vengono illustrate le esperienze
artistiche che hanno caratterizzato il territorio ticinese fra metà
Ottocento e metà Novecento. Con queste due proposte espositive tra
loro complementari, il MASI sottolinea il legame inscindibile con la
storia e il patrimonio artistico del territorio in cui si colloca, vera ragione
d’essere dell’Istituto.
A fare da corollario alle due mostre principali, nei primi mesi
di apertura del LAC, vi sono altre tre esposizioni. Nella grande sala che
a partire da febbraio 2016 ospiterà opere dalle collezione del museo,
le quattro sculture luminose dell’artista anglo-americano Anthony
McCall avvolgono il visitatore in un’esperienza dal forte impatto visivo
e sensoriale. Nell’atrio del secondo piano, l’opera cinetica del giovane
artista bernese Zimoun, connotata da una marcata dimensione ritmica
e sonora, inaugura invece l’attività del museo nell’ambito dell’arte
emergente. Infine, nello Spazio -1, lo spazio dedicato alla Collezione
Giancarlo e Danna Olgiati che ha sede nelle immediate vicinanze
del nuovo centro culturale, è visibile la mostra Teatro di Mnemosine.
Giulio Paolini d’après Watteau. Questa esposizione è frutto della
proficua collaborazione che si è instaurata da alcuni anni fra i collezio-
nisti e il museo ed è emblematica di un rapporto fra pubblico e privato
che potrà in futuro contribuire in maniera sostanziale alla crescita e allo
sviluppo del MASI.
Il calendario 2015 si chiude in novembre a Palazzo Reali, con
l’esposizione dedicata a Roberto Donetta, fotografo ticinese d’inizio
Novecento, al quale il Museo Cantonale d’Arte aveva dedicato per la
prima volta una mostra nel 1993. Il lungo processo di studio e valorizzazione dell’opera del fotografo bleniese, condotta in collaborazione con
la Fondazione svizzera per la fotografia, è all’origine di questa iniziativa
che si propone di consolidare la figura di Donetta all’interno del
panorama svizzero, confermando al contempo il ruolo di primo piano
che la fotografia avrà anche in futuro nella programmazione del MASI.
Ad aprire la stagione espositiva 2016, sono le monografiche
di Markus Raetz e Aleksandr Rodčenko che, in modi diversi, affrontano
un tema fondamentale in ambito artistico come quello della percezione. Markus Raetz, artista svizzero fra i più noti e significativi della
sua generazione, pone al centro della sua opera il tema dell’anamorfosi
e i fenomeni percettivi attraverso i quali l’immagine prende forma. Ludiche e poetiche, le sue opere trasformano l’osservatore in
un soggetto attivo e dinamico, invitandolo a cercare la prospettiva che
svela il mistero dell’immagine. Dal canto suo, Aleksandr Rodčenko,
esponente delle Avanguardie della prima metà del Novecento, ha
rivoluzionato il modo con il quale osserviamo la realtà. Le sue elaborazioni grafiche, i suoi collage e le sue fotografie sono divenute autentiche icone del XX secolo ed hanno contribuito in modo decisivo a
rinnovare il “punto di vista” con il quale l’arte e la fotografia guardano
al mondo.
Marco Franciolli
Director
Museo d’arte della
Svizzera italiana
Lugano
The task of the opening exhibition Orizzonte Nord-Sud is to outline the
specific artistic and cultural references of our region, an area that has
been characterised by migration and transit flows traditionally.
Questioning the models, languages, themes and myths which contribute to the definition of our cultural identity, the exhibition offers some
possible answers through works from major figures within both Swiss
and Italian art. Simultaneously, Palazzo Reali hosts an exhibition
entitled In Ticino, presenting the artistic experiences which characterised the Ticinese region between the mid-19th and mid-20th Centuries.
By means of these two complementary exhibitions, MASI is seeking
to stress its inescapable connection with both the history and the artistic heritage of its region of reference, the true raison d’être of the
Institution.
The months following the opening of the LAC are set to see a
number of side-exhibitions flanking the two headline events. The large
hall that is due to be home to the Collections from January 2016,
will house four light-sculptures from British-born American artist
Anthony McCall and envelop the visitor in an experience of very powerful visual and sensory impact.
Meanwhile, in the LAC’s second floor entrance hall, a kinetic
work from Zimoun, the young artist from Bern, that is strongly defined
by sound and rhythm, and celebrates the start of the Museum’s activities in the field of emerging art. Finally, Spazio -1, home to the Giancarlo
and Danna Olgiati Collection and located very close to the LAC, offers
Teatro di Mnemosine. Giulio Paolini d’après Watteau.
This exhibition is the product of a fruitful collaborative relationship between the private collectors and the Museum which has now
been developing for a number of years: it is a model for a type of relationship between the public and the private which, in future, it is hoped
will allow the MASI to significantly grow and develop further.
The 2015 programme concludes in November at Palazzo
Reali, with an exhibition dedicated to Roberto Donetta, a Ticinese photographer from the early 20th century whose work the Museo Cantonale d’Arte exhibited for the first time in 1993. A long process
of study and valorisation of the work of the photographer from the valley of Blenio, undertaken in collaboration with the Swiss Foundation
of Photography, has led to the realisation of this event, which aims
to conclusively position the Ticinese photographer within the Swiss
context and, at the same time, highlight the prominent role that
photography will also play in the future in MASI’s programme.
Opening the exhibition season of 2016 are solo exhibitions
dedicated to Markus Raetz and Alexander Rodchenko which will, in different ways, tackle a fundamental theme of artistic expression: perception. Indeed, Markus Raetz, a Swiss artist who is undoubtedly among
the most renowned and significant of his generation, places the theme
of anamorphosis and all the perceptive events relating to the way an
image forms right at the centre of his work. Playful and poetic, his pieces transform the observer into an active and dynamic subject,
inviting them to look for the perspective that reveals the mystery of the
image.
Alexander Rodchenko, a figure from the avant-garde of the
early 20th century, has revolutionised the way we look at reality.
His graphic elaborations, collages and photographs have become true
icons of the last century and impacted deeply on the “point of view”
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MASI
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Museo d’arte della Svizzera italiana
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Nel 2016, l’impegno del museo nell’ambito dell’arte più attuale
si concretizza in due appuntamenti: a marzo ritorna a Palazzo Reali Che
c’è di nuovo?, la rassegna triennale dedicata all’arte emergente in
Ticino, mentre in autunno, nella sede del LAC viene ospitata una mostra
di Marco Scorti, vincitore dell’edizione ticinese del Premio Manor, il
premio più prestigioso all’interno della scena contemporanea svizzera.
Per un museo che si occupa di arte moderna e contemporanea, il tema
del rapporto fra arte e vita, così come quello tra cultura alta e cultura
popolare è ineludibile. La mostra Press Art che presenta le opere della
collezione Annette e Peter Nobel, una raccolta dedicata esclusivamente a opere che hanno come tema il giornale, offre spunti di riflessione
sull’attualità più recente e sulla storia del XX e del XXI secolo. Grazie
alla varietà di approcci e stili inclusi in questa collezione, il percorso
espositivo che si estende sui due piani del LAC costituisce un’occasione unica per indagare le relazioni tra arte e media nel nostro tempo.
Rientra nel vasto capitolo arte-vita anche il tema del rapporto
fra creatività e alienazione che ha avuto un ruolo fondamentale nell’arte
del Novecento. Riunite sotto la denominazione di Art Brut, queste
esperienze sfidano ancor oggi ogni classificazione, mettendo in
discussione i confini fra normalità e follia. Il MASI, quale prima tappa di
una linea espositiva che intende approfondire queste forme artistiche,
ospita a Palazzo Reali, a partire da marzo 2016, una mostra di Armand
Schulthess, artista svizzero che in Ticino aveva allestito il suo personalissimo giardino enciclopedico.
Le due mostre principali ospitate nell’autunno 2016 negli spazi
del LAC, sono le prime di una serie di esposizioni riservate a protagoni-
sti di primo piano della pittura moderna e contemporanea che intendono riflettere sugli sviluppi del linguaggio pittorico. Realizzata in
collaborazione con la Fondation de l’Hermitage di Losanna, l’esposizione dedicata a Paul Signac, assieme a Seurat uno dei fondatori del
Pointillisme, illustra l’attività di questo grande maestro della pittura
moderna, esponente di punta del Neoimpressionismo. Provenienti da
un’unica straordinaria collezione, che costituisce la più grande raccolta
privata di opere di Signac, i dipinti, gli acquerelli e i disegni in mostra
documentano tutte le diverse fasi del suo percorso artistico, dagli
esordi impressionisti fino alle marine degli anni Venti.
Parallelamente alla mostra di Signac, il museo ospita
una grande antologica di Antonio Calderara, artista che ha trascorso
quasi tutta la sua vita a Vacciago sul lago d’Orta, a pochi chilometri
dal confine con la Svizzera. Figura singolare e appartata, che godeva
però di grande stima e rispetto tra gli artisti suoi contemporanei,
Calderara riscuote oggi un’attenzione crescente e merita di essere
riscoperto anche dal grande pubblico.
Partendo dalle opere del periodo figurativo, che molto devono
all’esempio di Seurat, la mostra si snoda fino alle opere astratte della
maturità in un percorso che appare dominato dal valore assoluto
della luce.
Affinché questo ricco e variegato programma espositivo
possa rappresentare per tutti un’occasione di crescita culturale,
il museo propone un ampio calendario di attività di mediazione
culturale, che ci auguriamo possano contribuire a rendere la visita
al MASI un’esperienza piacevole e soprattutto ricca di stimoli.
through which art and photography have viewed the world.
In 2016, two events reflect the Museum’s commitment to the art of
today: in March, at Palazzo Reali, Che c’è di nuovo?, a three-yearly event
dedicated to emerging art in Ticino, is set to return. While in the
autumn the LAC offers an exhibition on Marco Scotti, winner of the
Ticino section of the Manor Prize, the most prestigious award for contemporary Swiss art.
For a museum focusing on modern and contemporary art,
the theme of the relationship between art and life, as well as between
high and popular culture, is unavoidable. The Press Art exhibition,
featuring works from the Annette and Peter Nobel Collection, dedicated
exclusively to works based on newspaper as their main theme, prompts
reflection on current affairs and the history of the 20th and 21st
centuries. Thanks to this collection’s variety of approaches and styles,
the exhibition path, which takes over two floors of the LAC, represents
a unique chance to explore the relationship between art and media
of our time.
The rich art-life topic also includes the theme of the relationship between creativity and alienation, a significant subject for 20th
century art. Reunited under the Art Brut denomination, even today these
experiences challenge any possibility of classification and re-define
the borders between normality and insanity. MASI, as a first step in an
exhibition course aimed at deepening such experiences, will host
an Armand Schulthess display from March 2016 at Palazzo Reali: the
Swiss artist set up his extremely original encyclopaedic garden in
Ticino.
The two main exhibitions of the 2016 autumn programme
hosted by the LAC spaces are the first of a series dedicated to great
master of modern and contemporary painting, aiming at exploring the
developments of pictorial practice. Realised in collaboration with the
Lausanne’s Fondation de l’Hermitage, the exhibition dedicated to Paul
Signac, along with Seurat, one of the founders of Pointillism, explores
the activity of this great master of Modern painting, one of the main
representatives of Neo-impressionism. Coming from a unique and
extraordinary collection, which represents the largest private collection
of Signac’s works, the paintings, watercolours and drawings on
display testify of all the various phases of his artistic path, from his Impressionist beginnings until the marine scenes of the 1920s.
At the same time as the Signac’s exhibition, the Museum
will host a large anthological exhibition of Antonio Calderara, an artist
who has lived almost all his life in Vacciago on the banks of the lake
Orta, a few kilometers away from the Swiss border. An original and
reclusive figure and however very considerated and respected among
his contemporary artists, Calderara today keeps gaining more and
more attention and deserves to be re-discovered by a wider audience.
Starting from the works of his figurative period, influenced by Seurat’s
example, the exhibition unravels until the abstract works
of his maturity through a path which seems to be dominated
by the absolute value of light.
In order for this generous and varied programme to represent
for everybody a chance for cultural growth, the Museum will offer a rich
programme of cultural mediation activities: our desire is to make the
visit to the MASI a pleasant and inspiring experience.
MASI
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Museo d’arte della Svizzera italiana
Alberto Petruzzella
Responsabile
Regione Ticino
di Credit Suisse
Da oltre trent’anni lo sponsoring è parte integrante della strategia
imprenditoriale e di comunicazione di Credit Suisse. Con questo
strumento Credit Suisse si assume la propria responsabilità sociale
e rende visibile e tangibile il radicamento nazionale, regionale
e locale di una banca globale con radici svizzere.
Sin dal 1992 Credit Suisse è sponsor del Museo d’Arte
della Città di Lugano che oggi, dopo l’unione con il Museo Cantonale
d’Arte, trova la sua nuova collocazione nel complesso multifunzionale
LAC (Lugano Arte e Cultura), con la nuova denominazione Museo
d’arte della Svizzera italiana (MASI).
Siamo particolarmente lieti di continuare una lunga e proficua
collaborazione diventando partner principale di entrambe le istituzioni:
da un lato del MASI e dall’altro del LAC. In questo modo vogliamo
confermare il nostro impegno in favore della cultura nel Canton Ticino,
un territorio nel quale siamo radicati da più di un secolo e nelle cui
potenzialità continuiamo a credere.
Questo impegno si inserisce perfettamente nella nostra
strategia che vanta collaborazioni con istituzioni di primaria importanza
come il Kunsthaus Zürich, la Fondation Pierre Gianadda di Martigny o
la National Gallery di Londra, solo per citarne alcune. Siamo convinti che
il MASI e il LAC contribuiranno in maniera determinante allo sviluppo
futuro della città di Lugano e del Cantone come polo internazionale
di attrazione per appassionati d’arte e di cultura provenienti da Nord
e da Sud.
Alberto Petruzzella
Ticino Regional
Manager
at Credit Suisse
For over thirty years, sponsorship has been a fundamental part of our
business and communication strategy at Credit Suisse. Using this
instrument, Credit Suisse meets its corporate citizenship obligations
and makes the national, regional, and local origins of our global bank
with Swiss roots visible and tangible.
Since 1992, Credit Suisse has been a sponsor of the Museo
d’Arte della Città di Lugano, which now, after its merger with the
Museo Cantonale d’Arte, is known as the Museo d’arte della Svizzera
italiana (MASI), with space allocated to it within the LAC (Lugano Arte e
Cultura) multifunctional complex.
We are very pleased to continue this long and fruitful collaboration by becoming a main partner with both of these institutions, the
MASI and the LAC. By so doing, we seek to confirm our commitment
to culture in the Canton of Ticino, a territory in which we have been
based for more than a century, and in whose great potential we continue
to believe.
This commitment fits perfectly with our strategy, which
includes cooperation with such prestigious cultural institutions
as Kunsthaus Zürich, the Fondation Pierre Gianadda in Martigny, and
the National Gallery of London, to name just a few. We are convinced
that the MASI and the LAC will make significant contributions to
the future development of the city of Lugano and the Canton of Ticino
as an international center of attraction for lovers of art and culture
coming from both north and south.
Ci impegniamo
in favore
della cultura
We are committed
to supporting
culture
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MASI
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Museo d’arte della Svizzera italiana
PalazzoViaReali
Canova 10
LAC
Orizzonte Nord–Sud14/Anthony McCall 18/
Zimoun 22/Markus Raetz 24/
Aleksandr Rodčenko 28/
Nuove Consonanze 32/Press Art 36/
Paul Signac 40/Antonio Calderara 44/
Marco Scorti 48
Piazza Bernardino
Luini 6
6900 Lugano
www.masilugano.ch
LAC
Piazza Bernardino Luini 6
Orari
Martedì, mercoledì
e domenica
10:30–18:00
Giovedì, venerdì
e sabato
10:30–20:00
Lunedì chiuso
Opening hours
Tuesday, Wednesday
and Sunday
10:30–18:00
Thursday, Friday
and Saturday
10:30–20:00
Closed on Monday
io
azccia 1
SRpiva Ca
-1
Orizzonte
Nord–Sud
12.09.2015
—10.01.2016
LAC
Albert Anker
Stillleben: Kaffee
1877
Stiftung für Kunst, Kultur
und Geschichte, Winterthur
Protagonisti dell’arte europea
ai due versanti delle Alpi
1840–1960
Giorgio De Chirico
Autoritratto con la testa
di Mercurio
1923
Collezione privata
Private collection
Félix Vallotton
L’enlèvement d’Europe
1908
Kunstmuseum Bern,
Dono/Gift Prof. Hans R.
Hahnloser, Bern
14
MASI
2015/16
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Museo d’arte della Svizzera italiana
A cura di
Marco Franciolli
Guido Comis
Orizzonte Nord–Sud propone una riflessione sui riferimenti culturali
che delineano il peculiare orizzonte artistico del Ticino. L’esposizione
documenta l’arco cronologico che va da metà Ottocento a metà
Novecento attraverso le opere di alcuni fra gli artisti più significativi
in Svizzera e in Italia. La mostra si apre con Giovanni Battista Piranesi
e Caspar Wolf che alle soglie dell’età romantica incarnano la polarità
nord-sud. Accanto a loro Turner, pittore inglese che nel corso di
ripetuti viaggi in Svizzera ritrasse sia l’asprezza delle montagne che
le luminosità già mediterranee del sud delle Alpi.
A partire da questa premessa l’esposizione si svolge attraverso una
serie di confronti a volte collaudati, ma più spesso inediti: Böcklin
e de Chirico, Hodler e Wildt, Anker e Morandi, Segantini e Medardo
Rosso, Vallotton e Casorati, Bill e Veronesi. Approfondimenti sono
dedicati inoltre a Balla, Depero, Taeuber-Arp e Klee, le cui creazioni
sono esito dell’incontro tra una sensibilità maturata a settentrione
e le atmosfere del Mediterraneo. L’itinerario si conclude con un
confronto fra due artisti che rivoluzionano il rapporto con lo spazio:
Fontana e Giacometti. Fontana buca e lacera le superfici così da
permettere al vuoto di attraversarle, mentre Giacometti assottiglia
e scarnifica le proprie figure tanto da rendere quasi palpabile lo spazio
che le circonda. Si dipana così, attraverso più di centocinquanta opere,
il rapporto fatto di rime e dissonanze, convergenze inaspettate e
improvvisi scarti, che caratterizza i due secoli d’arte italiana e svizzera.
Leading Figures
of European
Art North and South
of the Alps
1840–1960
The exhibition Orizzonte Nord–Sud explores the cultural references
which compose the artistic horizon of the Canton of Ticino.
The exhibition documents the period between mid-19th and mid-20th
century through some of the most significant artists active in Switzerland and in Italy. The show is opened by Giovanni Battista Piranesi
and Caspar Wolf who, on the threshold of the Romantic era, embody
the North–South polarity. Beside them are presented works by
Turner, the celebrated English painter who portrayed both the
threatening allure of the Swiss Alps as well as the Mediterranean
transparency of the skies of Ticino.
After this introduction the show is arranged through a series of
comparisons some of which have already been analyzed, but in most
cases are unexpected: Böcklin and de Chirico, Hodler and Wildt,
Anker and Morandi, Segantini and Medardo Rosso, Vallotton and
Casorati, Bill and Veronesi. Autonomous sections are dedicated
to the work of Balla, Depero, Taeuber-Arp and Klee, who combines
a Nordic sensibility with the atmospheres of the Mediterranean.
The final section presents a comparison between Fontana and
Giacometti, two artists who have revolutionized the notion of space.
Fontana punctures and slits surfaces letting the void through the
apertures, while Giacometti extenuates and strips the flesh away from
his figures so that the space that surrounds them becomes palpable.
Through more than 150 art works, the exhibition thus unfolds in
a succession of echoes and dissonances, of unexpected affinities
and surprising differences, which characterize two centuries
of Italian and Swiss art.
Curated by
Marco Franciolli
Guido Comis
Felice Casorati
Bambina che gioca
su un tappeto rosso:
effetto di sole
1912
Museum voor Schone
Kunsten, Gent.
Deposito della Comunità
Fiamminga
Extended loan from the
Flemish Community
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MASI
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Museo d’arte della Svizzera italiana
Anthony
McCall
12.09.2015
—31.01.2016
LAC
A cura di
Bettina Della Casa
Inglese di nascita, ma residente a New York dal 1973, dai primi anni
Settanta, Anthony McCall (1946) si è dedicato alla realizzazione
di sculture di luce: proiezioni luminose, piane, curve o coniche attraversano lo spazio espositivo completamente oscurato, delineando volumi
e stanze nel fumo leggero che pervade l’ambiente. La sua ricerca
indaga lo statuto del mezzo cinematografico collocandosi tra scultura,
performance, disegno e cinema. La semplicità degli elementi dispiegati rimanda all’estetica minimalista, mentre il riferimento alla cinematografia è evidente nel ricorso a immagini proiettate. Particolarmente
innovativo è l’uso degli strumenti del cinema: negli anni Settanta,
l’artista rivestì, infatti, un ruolo di spicco nel movimento dell’Expanded
Cinema, ambito di ricerca sperimentale che metteva in questione le
convenzioni della settima arte come semplice forma di narrazione per
indagarne gli elementi costitutivi, ovvero la luce e il tempo.
All’inizio degli anni Duemila, dopo una pausa dalla ricerca artistica di
quasi trent’anni, McCall ritorna alla sperimentazione avvalendosi delle
potenzialità della recente rivoluzione digitale: nuovi software, videoproiettori ad alta definizione e sofisticate macchine del fumo hanno
permesso all’artista di perfezionare le tecniche disponibili agli esordi
della sua carriera con esiti allora inimmaginabili. Ogni sua opera è
un’esperienza sensoriale in grado di sovvertire le abitudini percettive
dell’osservatore: la luce assume “consistenza tattile” e le installazioni,
prive di materialità, sono permeabili al corpo. Il museo diventa così
teatro del rapporto dinamico che si instaura fra opera di luce, spazio e
visitatore: l’osservatore, immerso nel buio, vive un’irripetibile esperienza di partecipazione diretta, che non si verificherebbe nelle abituali
condizioni di illuminazione.
Curated by
Bettina Della Casa
Born in England, Anthony McCall (1946) moved to New York in 1973.
Since the early 1970s, he has applied himself to the creation of light
sculptures: flat, curved or tapered beams of projected light which
delineate new volumes and planes in a totally dark exhibition room,
filled with haze.
His research investigates the status of the cinematographic
means positioning itself between sculpture, performance, drawing
and cinema. The simplicity of the elements that he uses, recalls
the minimalist aesthetics, whilst the reference to cinematography
is obvious in the projected images. Particularly innovative is the
use of cinema technologies: in the 1970s McCall played an important
role in the Expanded Cinema movement, an experimental research
area that called into questions the convention which considered the
“seventh art” as a simple form of narration electing to study its
constituent parts: light and time. At the beginning of the 2000s, after
a long pause, McCall resumed his artistic research benefiting from
the potential given by the recent digital revolution: new softwares,
high-definition video projectors and haze machines allowed the
artist to reach results that were unthinkable before. Every work of art
is a sensorial experience capable of subverting the perceptual habits
of the observer: light assumes “tactile consistency” and the installations, that aren’t material, are permeable to the body. The museum
becomes the theatre that shows the dynamic connection between
the light sculpture, the visitor and the space: the observer, plunged
into darkness, lives a unique experience of direct involvement
with the work of art.
Solid Light Works
Anthony McCall
Meeting You Halfway II
2009
Veduta dell’installazione
Installation view
MASI, Lugano
Foto/Photo: Stefania Beretta
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MASI
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Museo d’arte della Svizzera italiana
Anthony McCall
Face to Face
2013
Veduta dell’installazione
Installation view
MASI, Lugano
Foto/Photo: Stefania Beretta
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Museo d’arte della Svizzera italiana
Zimoun
12.09.2015
—10.01.2016
LAC
A cura di
Guido Comis
Fra i più interessanti artisti svizzeri emergenti, Zimoun (1977) ha
concepito per il Museo d’arte della Svizzera italiana un’opera cinetica
e sonora composta da 171 parallelepipedi in cartone entro i quali
oscilla una pallina di cotone fissata a un’asta vibrante. L’installazione
è collocata nell’atrio del secondo piano del museo: un luogo di
transito e dunque di congiunzione fra i diversi spazi che compongono
l’edificio e le sue diverse destinazioni. Arte, architettura, design e
musica: gli elementi che concorrono all’opera di Zimoun riassumono
in sé le diverse anime del LAC, quella visiva e quella musicale, quella architettonica e quella performativa. Il visitatore che si avvia verso
l’ingresso del museo al secondo piano è accolto dal fruscio vagamente
ritmico prodotto dalle palline che rimbalzano o strisciano contro
i bordi delle scatole. Così, pur essendo composta di elementi che
assecondano e quasi si fondono con quelli dell’architettura, l’opera se
ne differenzia con un effetto straniante. L’insieme degli elementi solo
apparentemente ordinati è sede di un brulicare che ricorda quello degli
insetti in un ambiente che si presume asettico e di un ticchettio che
rimanda alla pioggia in un luogo, il museo, per definizione impermeabile. Si genera dunque un cortocircuito fra atteso e inaspettato, fra
elementi parallelepipedi e movimenti centrifughi, fra ordine e caos.
Curated by
Guido Comis
Zimoun (1977), considered to be amongst one of the most interesting
emerging Swiss artists, has conceived for the Museo d’arte della
Svizzera italiana at the LAC a kinetic and sound work of art composed
by 171 cardboard boxes drummed by a small fabric ball fixed to a
vibrating pole. The installation may be found in the museum’s second
floor lobby: an area of transit connecting the different spaces of the
building and its different purposes. Art, architecture, design and music
are elements competing with Zimoun’s work of art, summarizing
the different facets and souls of the LAC: the visual, the musical, the
architectural as well as the performative. A visitor heading towards
the entrance of the museum on the second floor is welcomed by a
rustling noise which is initially confused by the sound of the escalator
and progressively becomes more prominent. Arranged by indulging
elements that almost blend in with the architecture, the work of
art emerges creating an alienating effect. The ensemble of elements
which appears to be orderly is in fact a site of buzzing sounds that
remind us of swarms of insects in an environment presumed
to be aseptic while the ticking sound evokes raindrops in a museum
which is by definition recognized as being a waterproof site.
The generated result is a short-circuit of the expected and unexpected,
parallelepiped elements and centrifuge movements, between
order and chaos.
Zimoun
171 prepared dc-motors,
cotton balls, cardboard
boxes 60x20x20 cm
2015
22
MASI
2015/16
23
Museo d’arte della Svizzera italiana
Markus
Raetz
30.01
—01.05.2016
LAC
A cura di
Marco Franciolli
Francesca Bernasconi
La prima mostra monografica ospitata dal MASI è dedicata a Markus
Raetz (1941), uno dei protagonisti della scena artistica svizzera
contemporanea, e nasce da una collaborazione con il Kunstmuseum
di Berna e il Musée Jenisch di Vevey che ne hanno ospitato le prime
tappe nel 2014. A Lugano la mostra assume particolare rilevanza, è
infatti la prima personale a lui dedicata in Ticino e include una nuova
installazione realizzata appositamente per l’occasione. Oltre 150
opere ripercorrono il percorso artistico di Raetz dagli anni Settanta
ad oggi e quindi le tematiche che ne costituiscono il fil rouge, in primo
luogo il costante interesse per il fenomeno della percezione che
egli esplora grazie a una serie di soggetti ricorrenti come le parole,
i paesaggi e le vedute o ancora le fisionomie e i volti. Grazie a un
approccio al tempo stesso ludico e concettuale Raetz crea incisioni,
disegni e sculture in cui questi soggetti, in apparenza semplici e
accessibili, rivelano la complessità della realtà che ci circonda. Ampio
spazio viene dedicato all’opera incisa, ambito prediletto dall’artista
che negli anni ha esplorato le varie tecniche calcografiche alla ricerca
di una libertà creativa non sempre raggiungibile attraverso la pittura e
il disegno. Le sperimentazioni grafiche di Raetz sono accompagnate
da una parallela ricerca in ambito plastico come testimoniano le
numerose sculture incluse nell’allestimento: si tratta sovente di opere
che si trasformano sotto lo sguardo dello spettatore mutando aspetto
e significato a seconda del punto di vista scelto. Una parola può quindi
trasformarsi nel suo esatto contrario e il profilo di un uomo con un
cappello apparire al tempo stesso come la sagoma di una lepre: nelle
sculture di Raetz coesistono gli opposti e niente è come appare di
primo acchito.
Curated by
Marco Franciolli
Francesca Bernasconi
The first monographic exhibition, hosted by the Museum, is dedicated to Markus Raetz (1941), one of the protagonists of the
Swiss contemporary art scene. Realized in collaboration with the
Kunstmuseum Bern and the Musée Jenisch of Vevey, that were its
first venues in 2014, the exhibition in Lugano acquires particular
significance: it is in fact the first solo exhibition dedicated to Raetz
in the Canton of Ticino and it includes a new installation conceived
by the artist especially for this occasion. More than 150 art works
retrace Raetz’s fascinating career, from the 1970s until now, and thus
the themes he has explored: first of all the perception phenomena
which he investigates through several recurring subjects, like words,
landscapes, views, physiognomies and faces. Through a playful
and conceptual approach the artist manages to create engravings,
drawings and sculptures where the subjects, which at a first glance
appear simple and accessible, reveal the complexity of the reality
that surrounds us. Particular relevance is given to printmaking, a
favorite area of interest of the artist. Throughout the years he has
explored the various engraving techniques experimenting new applications in search of a creative freedom that isn’t always possible
with painting and drawing. The artist’s graphic research was developed alongside a parallel investigation of the plastic arts, as demonstrate the numerous sculptures included in the exhibition. These
are often art works which transform under the eyes of the spectator,
changing form, and thus meaning, according to the chosen point of
view. A word can transform in its exact opposite and the profile of a
man with a hat mutates into the shape of a hare: in Raetz’ sculptures
the opposites coexist and nothing is as it seems.
Markus Raetz
ME–WE
(Dix. Muhammad Ali)
2007
24
MASI
2015/16
25
Museo d’arte della Svizzera italiana
Markus Raetz
Binocular View
2001
Markus Raetz
Zwei Pole
1994−2014
Kunstmuseum Bern,
Hermann und Margrit Rupf
Stiftung
Markus Raetz
Hasenspiegel
2000
26
MASI
2015/16
27
Museo d’arte della Svizzera italiana
Aleksandr
Rodčenko
27.02
—08.05.2016
LAC
Aleksandr Rodčenko
Copertina del libro di
Vladimir Majakovskij
“Di questo”
1923
Moscow House
of Photography
Aleksandr Rodčenko
Gradini
1930
Moscow House
of Photography
<
Aleksandr Rodčenko
Lilija Brik. Ritratto per
il manifesto “Knigi”
1924
Moscow House
of Photography
28
MASI
2015/16
29
Museo d’arte della Svizzera italiana
A cura di
Olga Sviblova
L’Avanguardia russa del Novecento è stata un fenomeno unico non
solo nella cultura sovietica, ma rispetto a ogni epoca e luogo.
La sorprendente energia creativa espressa dagli artisti di quella età
dell’oro alimenta ancora oggi i movimenti artistici contemporanei
e trova riflesso anche nelle più recenti forme del design e della grafica.
Aleksandr Rodčenko (1891–1956) è stato uno dei principali generatori
di idee creative di quella stagione straordinaria e ne ha incarnato la
temperie spirituale. La mostra, comprendente 316 opere, documenta
la carriera di Rodčenko includendo anche le creazioni nate dalla
collaborazione con altri artisti, primo fra tutti l’amico poeta Vladimir
Majakovskij: si incontrano sia i celebri manifesti pubblicitari e gli
straordinari fotomontaggi di propaganda politica, che le fotografie
in cui, da punti di ripresa inaspettati, Rodčenko documenta la Mosca
degli anni Venti, fra scene di vita quotidiana e arditi scorci architettonici, parate militari ed eventi sportivi. Per elaborare la propria estetica
l’artista guardò alle avanguardie dell’epoca, come Futurismo, Dadaismo,
Neoplasticismo, Suprematismo, e da esse seppe attingere i principi
per la creazione di opere del tutto nuove. I fotomontaggi e i manifesti
dell’artista russo riprendono le forme dinamiche del Futurismo,
mettono a frutto la semplificazione formale neoplastica e suprematista, fanno proprio il gusto della composizione propria dei fotomontaggi dadaisti per ottenere la massima efficacia comunicativa. Molte
forme espressive da lui ideate rimangono tuttora attuali. Rodčenko
estese anche alla fotografia i principi del Costruttivismo; il suo stile
è caratterizzato da composizioni diagonali, scorci arditi e inusuali,
che riflettono il desiderio utopistico di dare rappresentazione visiva
alla realtà e alla vita che la nuova estetica aveva cercato di creare.
Curated by
Olga Sviblova
The Russian Avant-garde of the 20th century is a unique phenomenon
not only with respect to Soviet culture, but also in an international
and historical perspective. The amazing creative energy developed by
the artists of this great age is still providing nourishment for today’s
artistic culture and it often inspires contemporary graphic and design.
Aleksandr Rodchenko (1891–1956), who was one of the main generators of creative ideas of the time, embodies the spirit of the Avant-garde.
The exhibition presents more than 316 art works documenting the
career of Rodchenko and it includes the creations born from collaborations with other artists, such as the poet Vladimir Mayakovsky.
On display are the famous advertising posters and the astonishing
photomontages of political propaganda as well as the photographs
taken from unexpected point-of-view in which Rodchenko documents Moscow in the 1920s, capturing everyday-life scenes and bold
architectural views, military parades and sport events.
Rodchenko looked at contemporary Avant-gardes such as Futurism,
Dadaism, Neo-Plasticism and Suprematism in order to define the
principle of his revolutionary aesthetics. His photomontages and
posters evoke the dynamic forms of Futurism and make the most of
the formal Neo-Plastic and Suprematist simplification while exploiting
the Dadaist taste for composition in order to obtain the maximum
communication efficacy. Many of the expressive forms he experimented with are still in use today. Rodchenko introduced Constructivist
ideology into photography: his style is characterized by diagonal
compositions and unexpected and unusual views. These reflect the
utopian desire to give a visual representation of the reality and life that
the Avant-garde tried to promote.
Aleksandr Rodčenko
Guardia presso la torre
Šukov
1929
Moscow House
of Photography
30
MASI
2015/16
31
Museo d’arte della Svizzera italiana
Nuove
consonanze
27.02.2016
—26.02.2017
LAC
A cura di
Marco Franciolli
Il MASI presenterà le sue collezioni, a partire da febbraio 2016, nelle
due sedi museali in concomitanza con le attività espositive, permettendo così al pubblico di cogliere il nesso fra il patrimonio artistico
custodito dall’istituto e la programmazione espositiva. È infatti
a partire dalle opere presenti nelle collezioni, dalla loro storia e dal
legame con il contesto nel quale l’istituto è portato ad operare che
si elabora l’identità del museo. Oggi l’unione fra il Museo Cantonale
d’Arte e il Museo d’Arte della Città di Lugano offre nuove e importanti opportunità per lo studio e la valorizzazione delle collezioni riunite
nel MASI. Al LAC la collezione sarà prevalentemente incentrata
sull’arte del XX e XXI secolo, con allestimenti rielaborati annualmente.
In tal modo si potranno costruire nuovi percorsi di lettura dei contenuti delle collezioni con l’intento di offrire al pubblico una reale
opportunità per ammirare, e talvolta scoprire, protagonisti e linguaggi dell’arte attuale, dalle sue fondamenta agli esiti più recenti. Inoltre
verranno presentate negli spazi della permanente le nuove acquisizioni, donazioni o depositi di particolare significato con iniziative
puntuali. Negli allestimenti della collezione permanente a Palazzo
Reali si sottolineerà il legame con il territorio, con un approccio
aperto al confronto con il contesto nazionale e internazionale. L’arco
cronologico considerato si estenderà dalla storia dell’arte del
Rinascimento ad oggi. Anche in questa sede del MASI la presentazione non sarà statica, ma verrà regolarmente rinnovata in percorsi
filologici impostati didatticamente in accordo con l’impegno
del museo nell’ambito dell’educazione all’arte. La collezione permanente, in entrambe le sedi, avrà un ruolo essenziale per le attività
didattiche durante tutto l’anno.
Works from
the Museum’s
Collections
From February 2016, MASI will display its collections at both its
locations in conjunction with temporary exhibitions thus allowing
visitors to fully appreciate the connection between the artistic
heritage preserved within the institution and the exhibition programme. The identity of a museum is indeed determined, among
other factors, by the works of its collections, their history and connection with the context within which the Museum operates. Today, the
unification between the Museo Cantonale d’Arte and Museo d’Arte
della Città di Lugano offers new and significant opportunities for the
study and the enhancement of the collections reunited in the MASI.
At the LAC the collection will focus on 20th and 21st century art, with
displays rearranged annually. This will offer new opportunities for
the interpretation of the collections’ content: the public will be offered
a real opportunity to admire, and sometimes discover, the main
representatives and languages of today’s art, from its foundations to
the most recent output. In addition, the permanent exhibition will
present new acquisitions, donations and deposits, through specific
projects. At Palazzo Reali’s the display of the collection will explore
the connection with the region, with an approach open to the juxtaposition of the national and international context. Time-wise, the
display will extend and include artworks spanning from the Renaissance up to today. Here as well, the presentation will not be static:
instead, it will be regularly revisited with a philological and educational
approach, according to the Museum’s commitments as regards
art education. The permanent collection, at both sites, will play a
fundamental role for educational activities year round.
Opere dalle
collezioni del museo
Curated by
Marco Franciolli
Rineke Dijkstra
Oostenda, Belgium,
August 7, 1992
1992
MASI, Lugano
Collezione Cantone Ticino
32
MASI
2015/16
33
Museo d’arte della Svizzera italiana
Max Bill
Strahlung aus
Durchdringung
1966–1969
MASI, Lugano
Collezione Cantone Ticino
Donazione/Donation UBS
Camille Pissarro
Paysage à l’Hermitage,
Pontoise
1875
MASI, Lugano
Collezione Cantone Ticino
Umberto Boccioni
Treno che passa
1908
MASI, Lugano
Collezione Città di Lugano
Donazione/Donation
Chiattone
Urs Lüthi
The Champion
1976
MASI, Lugano
Collezione Cantone Ticino
Franz Gertsch
“Gräser” Bagatelle III
2003
MASI, Lugano
Collezione Cantone Ticino
Donazione/Donation BSI
34
MASI
2015/16
35
Museo d’arte della Svizzera italiana
Press Art
28.05
—14.08.2016
LAC
Opere dalla collezione
Annette
e Peter Nobel
36
MASI
2015/16
A cura di
Elio Schenini
Christoph Doswald
Il giornale è probabilmente uno degli oggetti nei quali più di ogni altro
si incarna lo spirito della vita moderna. Dalla metà dell’Ottocento a
scandire la vita di tutti i giorni sono infatti le immagini e i quotidiani, sulle
cui pagine prende corpo il nostro rapporto con lo scorrere del tempo
e le vicende del mondo: accadimenti che possono diventare sempre più
minuscoli e insignificanti, fino a dissolversi nell’oblio, o che al contrario
si trasformano nei grandi eventi epocali che segnano i passaggi della
storia. Non è dunque un caso se, nell’intreccio sempre più inestricabile
tra arte e vita che i movimenti artistici del primo Novecento hanno
inaugurato, il giornale sia diventato uno dei soggetti privilegiati delle
sperimentazioni linguistiche, a partire dalle quali gli artisti hanno
interrogato e continuano a interrogare la realtà. L’uso artistico che da
allora è stato fatto della carta stampata, quale soggetto, supporto,
elemento compositivo o referente concettuale, è alla base della straordinaria collezione raccolta dai coniugi Annette e Peter Nobel nell’ultimo
quarto di secolo: partendo da dipinti, disegni e collage di esponenti del
Cubismo, del Dadaismo e del Surrealismo - Braque, Arp, Schwitters,
Miró e Giacometti - e proseguendo con rappresentanti delle Neoavanguardie degli anni Sessanta, quali de Kooning, Warhol, Beuys, Boetti,
Christo e Polke, giunge fino ai nostri giorni, includendo alcune delle
figure di primo piano del panorama artistico, tra i quali Muntadas,
Kentridge, Signer e Muniz. Composto da un’ampia selezione di opere
appartenenti alla raccolta, il percorso espositivo, in cui si mescolano
racconto sociale, riflessione esistenziale, critica politica, indagine
fenomenologica e sovversione ironica, costituisce l’occasione di un
confronto avvincente con l’evoluzione dei linguaggi dell’arte
dall’inizio del Novecento ad oggi e con la storia del nostro tempo.
Works from the
Annette and Peter
Nobel Collection
The newspaper is probably one of the objects which better characterises the spirit of modern life. From the mid-19th century, everyday life
has been articulated around daily newspapers and their images.
On their pages we build our relationship with the flow of time and
world affairs: events may become ever-more minuscule and insignificant, until they dissolve into oblivion or, on the contrary, assert
themselves as defining moments of an epoch, historical landmarks.
It is therefore not by chance when, amid the ever-closer intertwining
between art and life begun by the artistic movements at the start of
the 20th century, the newspaper becomes one of the favourite
subjects of linguistic experimentation, used by artists, now as then,
to question reality. The artistic use of printed material, whether as
subject, support, as an element of the composition or conceptual
reference, is the foundation for an extraordinary collection gathered
by Annette and Peter Nobel during the final quarter of the last century:
starting from paintings, drawings and collages by representatives of
Cubism, Dadaism and Surrealism - Braque, Arp, Schwitters, Miró and
Giacometti - through representatives of the neo-avant-gardes of
the 1960s such as de Kooning, Warhol, Beuys, Boetti, Christo and
Polke, it reaches right to the present day, including some of the major
representatives from the current artistic scene, including Muntadas,
Kentridge, Signer and Muniz. Comprising a wide selection of works
belonging to the collection, the exhibition display which blends social
narrative, contemplative reflection, political criticism, phenomenological enquiry and ironic subversion, represents an exciting opportunity
to reflect oan the evolution of artistic languages from the beginning of
the 20th century until today and on the history of today’s reality.
Curated by
Elio Schenini
Christoph Doswald
37
Museo d’arte della Svizzera italiana
<
Sigmar Polke
Gegen die zwei
Supermächte
für eine rote Schweiz
1976
Sammlung Annette
und Peter Nobel
Vik Muniz
Jorge
2003
Sammlung Annette
und Peter Nobel
38
MASI
Kurt Schwitters
Man soll nicht
asen mit Phrasen
1930
Sammlung Annette
und Peter Nobel
2015/16
39
Museo d’arte della Svizzera italiana
Paul
Signac
03.09.2016
—08.01.2017
LAC
A cura di
Marina Ferretti
Bocquillon
Una delle due mostre ospitate nel periodo autunnale nella sede
del museo al LAC è dedicata a uno dei massimi protagonisti dell’arte
di fine Ottocento e grande precursore della pittura moderna:
Paul Signac (1863–1935). La mostra, frutto di una collaborazione
con la Fondation de l’Hermitage di Losanna, comprende oltre 150
opere fra dipinti, disegni, acquerelli e incisioni, appartenenti a un’eccezionale collezione privata svizzera. Una collezione che costituisce la
più vasta raccolta privata di opere dell’artista e che offre una panoramica del suo intero percorso, dai primi quadri impressionisti, agli anni del
Neoimpressionismo, fino alla sua produzione più tarda. Il percorso
espositivo ripercorre le diverse fasi che hanno segnato l’evoluzione
creativa e stilistica di Signac partendo dagli esordi, quando, abbandonati gli studi di architettura, decise di dedicarsi da autodidatta alla
pittura. Dopo i contatti con alcuni esponenti del gruppo degli Impressionisti, fu soprattutto l’incontro con Georges Seurat, avvenuto a Parigi
nel 1884, a segnare una svolta decisiva nel suo percorso artistico.
Legati da quel momento da una stretta amicizia, i due artisti fondarono,
assieme a Odilon Redon, la Société des artistes indépendants, dando
avvio, l’anno seguente, alla corrente artistica del Neoimpressionismo.
Sotto l’influenza di Seurat, Signac abbandonò la breve e veloce
pennellata impressionista per sperimentare il Pointillisme, una tecnica
pittorica caratterizzata dalla costruzione dell’immagine attraverso
piccoli punti di colore puro e improntata alle coeve ricerche scientifiche sulla luce. Per la sua opera pittorica e per i suoi contribuiti teorici,
Signac divenne una figura di riferimento per molti esponenti della
generazione successiva attivi nell’ambito del Fauvismo o del Cubismo.
Curated by
Marina Ferretti
Bocquillon
Of the two exhibitions being hosted over the Autumn at the LAC, one is
dedicated to a major representative of art from the end of the 19th century, and great precursor of modern painting: Paul Signac (1863–1935).
The exhibition, the product of fruitful collaboration with Lausanne’s
Fondation de l’Hermitage, comprises more than 150 works from an
exceptional Swiss private collection, and includes paintings, drawings,
watercolours and engravings. This collection in fact represents the
largest privately held body of the artist’s work and offers a remarkable
view of his entire artistic journey, from the early Impressionist paintings
and his period of Neo-impressionism right through to his final work.
The exhibition path itself traces the various phases which marked out
Signac’s creative and stylistic evolution, starting from the point at
which he abandoned his study of architecture and decided to dedicate
himself, self-taught, to painting. Although he had already had some prior
contact with figures within the Impressionist group, his meeting with
Georges Seurat in Paris in 1884 was to prove pivotal to his artistic
development. From that moment on, the two maintained a close
personal friendship and founded, alongside Odilon Redon, the Société
des artistes indépendants, which the following year gave rise to the
Neo-impressionism artistic movement. Under the influence of Seurat,
Signac abandoned the short, quick brush-strokes of the Impressionists,
in order to experiment with Pointillism, a pictorial technique which
based the construction of the image on minute points of pure colour
and drew its inspiration from contemporary scientific research into light.
Thanks to both his pictorial work and theoretical contributions, Signac
became a figure of reference for many within subsequent generations,
not least those active in the fields of Fauvism and Cubism.
Paul Signac
Saint-Tropez. Fontaine des
Lices
1895
Collezione privata
Private collection
40
MASI
2015/16
41
Museo d’arte della Svizzera italiana
Paul Signac
Saint-Briac. Les balises
1890
Collezione privata
Private collection
42
MASI
2015/16
43
Museo d’arte della Svizzera italiana
Antonio
Calderara
01.10.2016
—22.01.2017
LAC
A cura di
Elio Schenini
Antonio Calderara (1903–1978), figura singolare e appartata del
panorama artistico italiano, per molti versi paragonabile a quella di
Giorgio Morandi, si avvicina all’arte da autodidatta negli anni Venti,
dopo aver abbandonato gli studi in ingegneria al Politecnico di Milano.
Caratterizzata da semplificazioni plastiche e da una luce chiara in
cui si avvertono gli echi di Piero della Francesca e di Seurat, la sua pittura appare segnata nei decenni successivi da un intimismo stilizzato,
vicino alle esperienze del Realismo magico. A segnare una svolta nella
sua pittura è il passaggio, nel 1959, all’astrazione. Un’astrazione
che non conosce molti altri esempi in area italiana per la sua radicalità,
perfettamente in sintonia con le coeve esperienze europee che
tendono al grado zero della pittura. La geometria nel suo caso non
ha però mai la rigidità dell’arte concreta ma è dominata da delicate
e sottili vibrazioni luministiche ottenute attraverso velature sovrapposte. Nei dipinti degli anni Sessanta e Settanta, quasi sempre
di piccolo formato, prende così corpo una luce-colore, che traduce
la sua aspirazione a “dipingere il nulla, il vuoto, che è il tutto, il silenzio,
la luce, l’ordine, l’armonia. L’infinito”.
Prima grande retrospettiva di Calderara in Svizzera dopo quella curata
da Jean Christophe Ammann al Kunstmuseum di Lucerna nel 1969,
l’esposizione prende avvio dalle opere del periodo figurativo, per poi
soffermarsi sulle diverse fasi che segnano la sua produzione astratta.
La mostra include inoltre un’ampia selezione di opere provenienti
dalla collezione che l’artista costituì attraverso una serie di scambi con
artisti a lui legati da rapporti di amicizia o di stima, quali Josef Albers,
Lucio Fontana, Piero Manzoni, Yves Klein, Dadamaino, François
Morellet, Jan Schoonhoven, Max Bill e Gianni Colombo.
A Light Without
Shadow
Antonio Calderara (1903–1978), an original but reclusive figure in the
Italian artistic milieu, comparable in many ways to Giorgio Morandi,
began his life as a self-taught artist in the 1920s, after abandonding his
study of engineering at Milan’s Polytechnic Institute. In the decades
that followed, his painting, which features sculptural simplifications and
a bright light reminiscent of Piero della Francesca and Seurat, was also
distinguished by the appearance of a stylised intimism that approaches
experiences of Magical Realism. A turning point in his painting came
with the transition, in 1959, to abstraction. Such abstraction was
relatively unique in Italy due to its rather drastic character, but perfectly
in line with the contemporary experience in Europe and its tendency
towards the zero degree of painting. However, in his case, geometry never
features the rigidity of concrete art; instead, it is dominated by delicate
and subtle vibrations of light obtained through the superimposition
of thin layers of paint. In his works from the 1960s and 1970s, which were
almost always on a small scale, there emerges a ‘light/colour’ which
translates his aspiration to “paint the null, the void, which is everything,
silence, light, order, harmony. The infinite”. This first, large, Calderara
retrospective in Switzerland since the exhibition curatedy by Jean
Christophe Ammann at Lucerne’s Kunstmuseum in 1969, begins with
pieces from his figurative period before dwelling on the various
phases which distinguish his abstract output. In addition, the exhibition
includes a large selection of works from the artist’s own collection,
amassed through a series of exchanges with other artists with whom he
was linked by friendship or mutual respect, including Josef Albers,
Lucio Fontana, Piero Manzoni, Yves Klein, Dadamaino, François Morellet,
Jan Schoonhoven, Max Bill and Gianni Colombo.
Una luce
senza ombre
Curated by
Elio Schenini
44
MASI
2015/16
45
Museo d’arte della Svizzera italiana
Antonio Calderara
Milano, il Naviglio
1928
Fondazione Calderara,
Vacciago di Ameno
>
Antonio Calderara
La finestra e il libro
1935
Fondazione Calderara,
Vacciago di Ameno
<
Antonio Calderara
Misura di luce
1964
Collezione privata
Private collection
Antonio Calderara
Peso ottico giallo e grigio
in rettangoli sovrapposti
1960
Fondazione Calderara,
Vacciago di Ameno
46
MASI
2015/16
47
Museo d’arte della Svizzera italiana
Marco Scorti
19.11.2016
—05.02.2017
LAC
Premio Manor Ticino 2016
A cura di
Elio Schenini
La mostra realizzata in occasione della quinta edizione del Premio
Manor Ticino, presenta una serie di dipinti di Marco Scorti, giovane
artista ticinese nato a Lugano nel 1987 che attualmente vive e lavora
tra il Ticino e Ginevra, città in cui ha svolto la sua formazione artistica
e dove si è diplomato alla Haute École d’Art et Design nel 2013.
Da allora il suo lavoro ha suscitato un rapido e crescente interesse
e ha riscosso importanti riconoscimenti, portandolo ad essere incluso
tra i dieci artisti svizzeri con meno di trent’anni che nel 2014 sono
stati insigniti del Premio Kiefer-Hablitzel. Al centro della sua ricerca
pittorica vi sono quei luoghi banali e anonimi della quotidianità
che stanno ai bordi dello spazio urbanizzato. Realizzati partendo da
collage visivi e da ricostruzioni mentali, questi spazi della contemporaneità diventano, anche grazie alla sapiente padronanza tecnica,
il palcoscenico di una narrazione sospesa e misteriosa nella quale la
figura umana è completamente assente. In occasione della mostra
l’artista presenta una serie di lavori espressamente realizzati per
l’occasione. Istituto per la prima volta nel 1982 su iniziativa di Philippe
Nordmann, il Premio Manor rappresenta uno dei riconoscimenti più
prestigiosi e ambiti e uno degli strumenti di promozione più efficaci
all’interno della scena artistica contemporanea svizzera. Presente
in dodici città o regioni svizzere, il premio si rivolge ad artisti attivi nei
diversi ambiti delle arti visive che abbiano meno di quarant’anni.
Obiettivo del premio, che viene assegnato ogni due anni, è quello
di far conoscere a un pubblico più ampio il lavoro di artisti giovani non
ancora molto noti e di dare un impulso alla loro carriera artistica.
Manor Award Ticino
2016
This exhibition, presented for the occasion of the 5th edition of
the Manor Award Ticino, comprises a series of paintings by Marco
Scorti, the young Ticinese artist born in Lugano in 1987, who
currently divides his time between Ticino and Geneva, the city where
he undertook his artistic training and received his Diploma from the
Haute École d’Art et Design in 2013. Since his graduation, his
work has become the subject of rapidly growing interest, garnering
major awards and leading to him joining a select group of only ten
artists under 30 years of age who have received the the KieferHablitzel Prize. The ordinary and anonymous places of everyday life,
on the boudaries of urbanised space, lie at the heart of Scorti’s
pictorial research. Created from visual collages and mental reconstructions, these spaces of the present become, thanks in no small
part to his technical mastery, scenes of mysterious, suspended
narration from which the human figure is completely absent.
The exhibition includes a number of works realized by the artist
especially for this occasion. Established in 1982 on the initiative of
Philippe Nordmann, the Manor Award now stands as not only one
of the most prestigious and coveted prizes, but also one of the most
effective means of promotion in the contemporary Swiss art scene.
With a presence in twelve Swiss cities and regions, the award targets
artists under forty years of age from across the full range of the visual
arts. The objective of the prize, which is awarded every two years,
is to offer a wider audience to the work of artists who have not yet
gained particular renown, and thereby add significant impetus to
their artistic careers.
Curated by
Elio Schenini
Marco Scorti
Untitled #3
2009
48
MASI
2015/16
49
Museo d’arte della Svizzera italiana
PalazzoViaReali
Canova 10
Palazzo Reali
In Ticino 52/Roberto Donetta 56/
Armand Schulthess 58/
Che c’è di nuovo? 60
Via Canova 10
6900 Lugano
www.masilugano.ch
LAC
Piazza Bernardino Luini 6
Orari
Martedì
14:00–17:00
Mercoledì – domenica
10:00–17:00
Lunedì chiuso
Opening hours
Tuesday
14:00–17:00
Wednesday–Sunday
10:00–17:00
Closed on Monday
io
azccia 1
SRpiva Ca
-1
In Ticino
12.09.2015
—28.02.2016
Palazzo Reali
Presenze d’arte
nella Svizzera italiana
1840–1960
A cura di
Cristina Brazzola
Cristina Sonderegger
La mostra indaga la realtà artistica della Svizzera italiana in un
periodo contraddistinto da una importante storia di emigrazione e
immigrazione di artisti. Introducono il percorso espositivo i pittori
Serodine e Mola e gli architetti Maderno e Borromini, a testimonianza
dell’emigrazione artistica ticinese tra Seicento e Settecento.
Una particolare attenzione è dedicata a Giocondo Albertolli, a cui
si deve la diffusione di modelli architettonici e decorativi neoclassici.
Il percorso prosegue con la sezione dedicata a Vincenzo Vela, figura
fondamentale per il consolidamento delle relazioni con la nascente
realtà artistica elvetica. Seguono due sale dedicate alla realtà artistica
ticinese a cavallo tra Ottocento e Novecento, con artisti quali Berta,
Franzoni, Rossi e Feragutti Visconti che si muovono tra Scapigliatura,
Divisionismo e Simbolismo, dando vita a un’arte frutto di diverse
influenze culturali e originale rispetto alla produzione dei colleghi
italiani ed elvetici con cui sono messi a confronto. La seconda parte del
percorso è dedicata all’immigrazione artistica verso il Canton Ticino:
la chiusura delle frontiere nel 1914 porta numerosi artisti e intellettuali
a rifugiarsi in Svizzera. La presenza della colonia del Monte Verità
rese Ascona molto attrattiva, in modo particolare per alcuni artisti
vicini al movimento Dada quali Werefkin e Jawlensky. Nel Mendrisiotto
giungono gli espressionisti del gruppo Rot-Blau, mentre nel
Locarnese si ritrovano Epper, Pauli e Schürch. Il percorso espositivo si
conclude con l’evocazione dell’esperienza del complesso di atelier
per artisti voluto a Locarno da Remo Rossi e che tra la fine degli anni
Cinquanta e gli anni Sessanta è stato un luogo di incontro e di scambio
creativo per autori dell’arte astratta europea, quali Arp, Richter,
Glarner, Bissier, Nicholson e Valenti.
Art in Italian–
speaking
Switzerland
1840–1960
The exhibition explores the orientations of art in the Italian-speaking
part of Switzerland during a period characterised by artists’ emigration
and immigration. The introductory section begins with the painters
Serodine and Mola and the architects Maderno and Borromini, all of
whom bear witness to the emigration artists from Ticino between the
17th and 18th centuries. Special attention is given to Giocondo Albertolli:
it is to him that we owe the widespread popularity of neoclassical
architectural and decorative models. The exhibition continues with a
section devoted to the sculptor Vincenzo Vela, who played an important
role in the relationships with the growing Swiss artistic scene.
The two following rooms are dedicated to the exploration of art in Ticino
at the turn of the19th and 20th centuries, through artists like Berta,
Franzoni, Rossi and Feragutti Visconti who roamed between Scapigliatura, Divisionism and Symbolism and who gave rise to an art that was the
product of various cultural influences and thus more original than
the one produced by their Swiss and Italian colleagues. The second part
is devoted to artistic immigration in Ticino: the closing of the borders
in 1914 led many artists and intellectuals to seek refuge in Switzerland.
The Monte Verità community made Ascona an alluring destination,
especially for a number of artists who were close to Dadaism, such as
Werefkin and Jawlensky. Expressionists from the Rot-Blau group
settled in the Mendrisiotto, whilst Epper, Pauli and Schürch moved to
the region of Locarno. The exhibition closes with a focus on the ateliers
that Remo Rossi created in Locarno which between the late 1950s
and the 1960s became an important place to meet up and exchange
creative ideas for many artists of the european abstract movement
such as Arp, Richter, Glarner, Valenti, Bissier and Nicholson.
Curated by
Cristina Brazzola
Cristina Sonderegger
52
MASI
2015/16
53
Museo d’arte della Svizzera italiana
Hermann Scherer
Autoritratto in un paesaggio
ticinese
1926
MASI, Lugano
Collezione Cantone Ticino
Luigi Rossi
Il canto dell’aurora
1910–1912
MASI, Lugano
Collezione Città di Lugano
Giocondo Albertolli
Testa d’ariete - Tratto da
una scultura in bronzo di
Benvenuto Cellini
Fiorentino
1796 ca.
Archivio di Stato del
Cantone Ticino, Bellinzona
Alexej von Jawlenksy
Variation. Ascona
1918
Collezione privata
Private collection
<
Edoardo Berta
Ritorno dal Corpus Domini
1906 ca.
MASI, Lugano
Collezione Cantone Ticino
Deposito della/Extended
loan from
Confederazione Svizzera,
Ufficio Federale della
Cultura, Berna
54
MASI
2015/16
55
Museo d’arte della Svizzera italiana
Roberto
Donetta
20.11.2015
—20.03.2016
Palazzo Reali
A cura di
Gianfranco Ragno
L’esposizione antologica dedicata al fotografo ticinese Roberto
Donetta (1865–1932) costituisce un originale e inedito racconto per
immagini del Ticino alle soglie della modernità, attraverso lo sguardo
di uno dei suoi maggiori e più noti autori. Roberto Donetta, venditore
ambulante di sementi, scopre la fotografia e vi si applica, come
autodidatta, con crescente passione. Con questo mezzo fissa la vita
quotidiana, i riti, le feste e i gruppi: ritrae giovani e anziani così
come matrimoni, battesimi e funerali, non tralasciando quegli eventi
che trasformano la valle segnando il suo ingresso nella modernità.
La sua immensa curiosità, unita ad una personalità marcata, lo porta
verso sperimentazioni formali audaci che superano le antiche
categorie di genere e anticipano gli approcci artistici e giornalistici
al mezzo fotografico. La mostra rivolge un nuovo sguardo verso il
grande archivio lasciatoci da Donetta, già oggetto di un’esposizione
monografica nel 1993, poco tempo dopo la fortunata riscoperta delle
sue cinquemila lastre. Recuperato solo mezzo secolo dopo la sua
morte, che risale al 1932, l’archivio restituisce la giusta dimensione
all’autore e a noi tutti un patrimonio iconografico di grande valore
storico, documentario e artistico. In esposizione vi sono un centinaio
di fotografie, tra cui alcune che hanno fatto conoscere Donetta in
questi decenni. La mostra verrà presentata in seguito a Winterthur,
presso la Fondazione svizzera per la fotografia.
Curated by
Gianfranco Ragno
The anthological exhibition consecrated to Roberto Donetta (1865–
1932) offers an original and unusual insight in the life of Ticino on
the threshold of modernity, through the point of view of one of its most
well-known photographers. A traveling vendor of seeds, Donetta
discovers photography and devotes himself to it as an autodidact with
growing passion. He captures everyday life, the rituals, the parties
-weddings, baptisms and funerals- and portrays young and older
people alike, without neglecting to document the events that in that
era transformed life in the Blenio valley determining its entry in
the modern world. His curiosity and his strong personality lead him
to experiment with the photographic medium, producing works which
anticipate future artistic and journalistic photographic approaches.
The exhibition presents a new insight into the large archive Donetta
left us after the 1993 monographic exhibition organized following
the fortunate discovery of 5000 plates. The archive was retrieved only
50 years after his death, permitting a new appraisal of his work and
entrusting the community with an iconographic heritage of the highest
historical and artistic importance. The exhibition features more than
100 images among which are some of the pictures that made him
famous over the last years. This important initiative will subsequently
be presented at the Swiss Foundation for Photography in Winterthur.
Roberto Donetta
Senza titolo
1900–1932
Archivio Donetta, Corzoneso
56
MASI
2015/16
57
Museo d’arte della Svizzera italiana
Armand
Schulthess
19.03
—19.06.2016
Palazzo Reali
A cura di
Lucienne Peiry
Armand Schulthess (1901—1972) all’età di 50 anni lascia il suo lavoro
di funzionario federale a Berna e sceglie come luogo d’esilio
geografico e mentale una casa di campagna ad Auressio, in Ticino.
In rottura con il mondo esterno, dedica il resto della sua vita alla
pianificazione della sua proprietà di 18˙000 m2, che sistema secondo
una rete di sentieri, di passerelle, di prospettive e luoghi di riposo.
Agli alberi appende più di un migliaio di placche di metallo sulle quali
incide testi sulla psicanalisi, la letteratura, l’astronomia e la musica.
Il giardino diventa un’enciclopedia a cielo aperto, bucolica e labirintica,
che testimonia le sue preoccupazioni artistiche, filosofiche e
scientifiche. Alla sua morte nel 1972, i suoi eredi e le autorità ticinesi
decidono di distruggere la sua opera, di cui fortunatamente alcune
creazioni furono salvate da persone sensibili a questo progetto fuori
dal comune. La mostra mette in dialogo gli assemblaggi mobili, le
placche di metallo dipinte, i libri rilegati e i collage di Schulthess, con
le fotografie di Ingeborg Lüscher e di Hans-Ulrich Schlumpf, che
riprendono l’artista e riproducono il suo ambiente poetico.
Il documentario di Schlumpf intitolato Armand Schulthess. J’ai le
téléphone (1974), unica testimonianza filmica di quest’opera d’arte
totale, è proiettato all’interno della mostra. Schulthess ha creato
una cosmogonia inventiva e ribelle che ha affascinato numerosi artisti,
scrittori e intellettuali, in particolare Max Frisch e Corinna Bille, che
su di lui hanno scritto, nonché Harald Szeemann e Ingeborg Lüscher
che hanno portato il suo lavoro alla Documenta di Kassel del 1972.
Curated by
Lucienne Peiry
At the age of 50 Armand Schulthess (1901—1972) quits his job
as a federal officer in Bern and chooses as a geographic and mental
exile place a country house in Auressio, Ticino. Isolating himself
from the outside world, he dedicates the rest of his life to the
planning of his property of 18˙000 m2. He builds a network paths
and foot walks completed with perspectives and resting places.
He hangs on the trees thousands of metal plates on which he has
reproduced texts devoted to psychoanalysis, literature, astronomy
and music. His garden becomes an open-air encyclopedia, a bucolic
labyrinth which embodies his artistic, philosophic and scientific
concerns. Upon his death in 1972 his heirs and the Ticino authorities
decide to destroy his œuvre. Luckily some of his creations were
saved by people who understood the importance of his outstanding
project. The exhibition creates a dialogue between Schultess’
mobile assemblages, painted metal plates, books of clippings, and
collages and the photographs of Ingebord Lüscher and Hans-Ulrich
Schlumpf, showing the artist immersed in his poetic environment.
A unique filmic testimony, the documentary Armand Schulthess.
J’ai le téléphone (1974) of Schlumpf, is projected throughout the
duration of the exhibition. Armand Schulthess has created an
inventive and rebel cosmogony which has fascinated several artists,
writers and intellectuals such as Max Frisch and Corinna Bille, who
wrote about him, as well as Harald Szeemann and Ingeborg Lüscher,
who celebrated him in the Documenta of 1972.
Armand Schulthess
Assemblage d’Armand
Schulthess
Foto/Photo: Hans-Ulrich
Schlumpf
58
MASI
2015/16
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Museo d’arte della Svizzera italiana
Che c’è
di nuovo?
19.03
—19 .06.2016
Palazzo Reali
A cura di
Elio Schenini
Che c’è di nuovo? rappresenta da oltre un decennio un appuntamento
imprescindibile per chi voglia conoscere le tendenze più recenti e
i principali protagonisti che animano la scena artistica ticinese attuale.
Giunta alla sua quarta edizione, la rassegna, ospitata al piano terreno
e al primo piano di Palazzo Reali, offre ai visitatori l’occasione di
confrontarsi con le opere di una decina di artisti con meno di 40 anni
selezionati da un’apposita commissione. Inaugurata per la prima
volta nel 2003, la mostra si propone di offrire ad artisti giovani e ancora
poco noti la possibilità di presentare il proprio lavoro all’interno
di un istituzione museale, dando contemporaneamente al pubblico
l’opportunità di avere periodicamente una visione “in presa diretta”
del fermento creativo che anima le nuove generazioni. Oltre a presentare una panoramica della produzione artistica emergente, attraverso una varietà di linguaggi che comprendono pittura, scultura, disegno,
fotografia, video e performance, la rassegna ha come obiettivo primario quello di favorire una migliore integrazione della realtà artistica
locale nel contesto nazionale. Per contribuire a promuovere ancor
di più la conoscenza della scena artistica ticinese al di fuori dei confini
cantonali, Che c’è di nuovo? dispone quest’anno di una “vetrina”
zurighese, grazie alla collaborazione con il DIENSTGEBÄUDE Art
Space, uno spazio d’arte indipendente di Zurigo, dove i giovani
selezionati avranno la possibilità di esporre i loro lavori dal 2 al 30
aprile. All’esposizione, che gode del sostegno del Percento
culturale Migros Ticino, è associato il Premio Migros Ticino di incoraggiamento alla creazione artistica, dotato di una borsa del valore
di 10’000 franchi.
A Look at the
Emerging Art Scene
in Ticino
Che c’è di nuovo? has been representing for more than 10 years
an unmissable event for those who want to discover the latest trends
and the main protagonists of the artistic Ticinese scene. In its fourth
edition, the show will present works of more then 10 artists under
40 years old selected by a commission. The first edition of Che
c’è di nuovo? was presented in 2003 with the aim of offering to young
and unknown artists the possibility to present their work in a museum
institution, and allowing the public the opportunity to discover the
creative ferment of the new generations. In this perspective the show
documents the production of emerging artists working with different
media from painting, sculpture and drawing to photography, video
and performance. The exhibition also supports the integration of the
local artistic reality within the national context, a commitment that
has always characterized the work of the Museo Cantonale d’Arte and
the Museo d’Arte di Lugano. In order to further promote the Ticino
artistic scene outside the cantonal borders, Che c’è di nuovo? will have
a “window” in Zurich thanks to the collaboration with the DIENSTGEBÄUDE Art Space Zürich, an independent art space, where the artists
selected for the exhibition will be able to present their work from
April 2 to April 30 2016. The exhibition is supported by the Percento
culturale Migros Ticino and one of the artists will be honored with
the Premio Migros Ticino di incoraggiamento alla creazione artistica
a 10.000 Swiss francs award.
Uno sguardo
sulla scena artistica
emergente in Ticino
Curated by
Elio Schenini
Una Szeemann
& Bohdan Stehlik
Casted Shadows
(Wolves and Chair)
2010
Foto/Photo: Alexandre
Zveiger
60
MASI
2015/16
61
Museo d’arte della Svizzera italiana
Collezione Giancarlo e Danna Olgiati
PalazzoViaReali
Canova 10
Spazio --1
La Collezione 64/Teatro di Mnemosine.
Giulio Paolini d’après Watteau 68/
Sulla Croce 72
Riva Caccia 1
6900 Lugano
www.
collezioneolgiati.ch
LAC
Piazza Bernardino Luini 6
Orari
Venerdì – domenica
11:00 – 18:00
Opening hours
Friday – Sunday
11:00 –18:00
io
azccia 1
SRpiva Ca
-1
La Collezione
12.09.2015
—10.01.2016
A cura di
Danna Olgiati
A partire da settembre 2015, si rinnova la presentazione della
collezione Olgiati che vede protagonista all’interno dello Spazio -1
un centinaio di opere di artisti internazionali fra i più importanti delle
avanguardie del XX e XXI secolo. Si tratta della presentazione di
un inedito corpus, in dialogo con i maggiori artisti italiani degli anni
Cinquanta e Sessanta prevalentemente astrattisti (Fontana, Burri
e Scarpitta), nonché dell’Arte Povera. A questo riguardo vanno
sottolineati nuovi inserimenti quali un grande ricamo, Tutto (1986),
di Alighiero Boetti e due sculture giovanili di Gianni Piacentino,
collocabili tra Arte Povera e Minimalismo, di notevole importanza
storiografica. Sempre in riferimento ai nuclei più importanti della
collezione sono esposte opere molto significative del Gruppo Zero,
di Klein, Manzoni, Castellani, e per la prima volta di Uecker,
Schoonhoven e Bonalumi.
Tra le opere esposte per la prima volta, come nelle passate
edizioni sono presenti soprattutto lavori appartenenti all’ambito del
Neo-astrattismo e del Neo-pop (Seth Price, Harold Ancart, Tauba
Auerbach, Jimmie Durham, Francesco Vezzoli, Gabriel Kuri, Gabriel
Sierra, Sophie Calle, Pierpaolo Campanini, Paloma Varga Weisz),
recentemente acquisiti e messi in dialogo – come è appunto regola
nella Collezione Olgiati – ai nuclei storici della collezione. Queste
nuove acquisizioni fanno sì che lo Spazio -1, strutturato come uno
Schaulager e nato nel 2012 quando i coniugi Olgiati – proprio in
previsione dell’apertura del LAC – hanno siglato un accordo con la
Città di Lugano per il deposito di 157 opere, sia oggi dotato complessivamente di 205 opere.
Modern Art
of the XX and XXI
centuries
From September 2015, a stunning new presentation of works from
the Olgiati Collection fills Spazio-1, one-hundred or so pieces by some
of the most important international artists from the Avant-gardes
of the 20th and 21st centuries. The exhibition offers an unprecedented
dialogue with works from major Italian artists of the Fifties and Sixties,
principally representatives of Abstract art, including Fontana, Burri
and Scarpitta, but also Arte Povera. Among these, new entries from
two artists are of special note, not least because of their historical
importance: Alighiero Boetti’s large embroidery Tutto (1986),
and a pair of early scultpures by Gianni Piacentino, which can be
placed between Arte Povera and Minimalism. Also on display
are the most important core-pieces from the collection, remarkable
artworks by Zero group, Klein, Manzoni, Castellani and, for the first
time, Uecker, Schoonhoven and Bonalumi. Following the pattern
established in previous years and what has become a rule for
the Olgiati collection, these core historic works are set in dialogue with
the exhibition’s main focus, newly acquired pieces from Neoabstraction and Neo-pop, including Seth Price, Harold Ancart, Tauba
Auerbach, Jimmie Durham, Francesco Vezzoli, Gabriel Kuri, Gabriel
Sierra, Sophie Calle, Pierpaolo Campanini and Paloma Varga Weisz.
Thanks to these new acquisitions, Spazio -1, which is structured
very much along the lines of a ‘Schaulager’ and dates from the 2012
agreement made in anticipation of the opening of the LAC between
the Olgiatis and the City of Lugano for the deposit of 157 works,
today boasts some 205 works in total.
Arte delle avanguardie
del XX e XXI secolo
18.03
—22.05.2016
Spazio -1
Curated by
Danna Olgiati
Vedute dello/Views of
Spazio -1, Lugano
2015
Foto/Photo:
Agostino Osio
64
MASI
2015/16
65
Museo d’arte della Svizzera italiana
Anish Kapoor
1000 Names
1982
Collezione Giancarlo
e Danna Olgiati
Alighiero Boetti
Tutto
1986
Collezione Giancarlo
e Danna Olgiati
Michelangelo Pistoletto
Autoritratto con pianta
1964–65
Collezione Giancarlo
e Danna Olgiati
Kelley Walker
I See a Bunny-Shaped
Thing, But I Also See Two
Little He-boys
2004
Collezione Giancarlo
e Danna Olgiati
66
MASI
2015/16
67
Museo d’arte della Svizzera italiana
Teatro di
Mnemosine
Giulio Paolini
d’après
Watteau
12.09.2015
—10.01.2016
Spazio -1
A cura di
Bettina Della Casa
Progetto realizzato
con la collaborazione
di
Giulio Paolini
Curated by
Bettina Della Casa
Project implemented
in partnership
with
Giulio Paolini
Giulio Paolini
Studio per Trionfo della
Rappresentazione
1983
Collezione dell’artista
Collection of the artist
68
MASI
2015/16
69
Lo Spazio -1 presenta una mostra monografica dedicata all’artista
italiano Giulio Paolini (1940) unitamente a un nuovo allestimento
della collezione. L’esposizione si colloca nell’ambito di una serie di
iniziative dedicate agli artisti in collezione e ha origine dall’opera
Mnemosine (Les Charmes de la Vie/7) – acquisita nel 2007 – che
appartiene al ciclo Mnemosine (Les Charmes de la Vie): un ciclo di sei
opere di Paolini dedicate alla dea della memoria e realizzate nell’arco di
nove anni (1981-1990), per la prima volta integralmente riunito con la sua
personale supervisione. La glorificazione della dea Mnemosine trova
una corrispondenza visiva nel dipinto del noto pittore francese del
Settecento Jean-Antoine Watteau, Les charmes de la vie (1718 ca.), un
quadro che rappresenta personaggi intenti a dilettarsi dei piaceri della
vita in un ridente giardino. Il dipinto raffigura dunque, nell’interpretazione
di Paolini, uno scenario ideale, designato e consacrato alle nove muse,
un momento di sintesi e di celebrazione delle arti. Ognuna delle sei
opere del ciclo ha al suo interno una o più tele che riproducono ogni volta
uno o più particolari del quadro di Watteau che funge da comune
denominatore per tutta la serie. Dall’assieme mancano però le figure
disposte da Watteau in primo piano. La scena non è tuttavia disabitata,
poiché l’osservatore ne diventa partecipe. Gli spettatori diventano
così le comparse a cui tocca “completare” il quadro. Nel ciclo trovano
espressione i temi centrali della poetica dell’artista. Legato fin dal
1967 all’Arte Povera e al contesto del concettualismo europeo, Paolini
muove dalla convinzione che l’arte del nostro tempo sia possibile
solo come ripensamento e ricapitolazione della sua storia, in un sottile
gioco intellettuale tessuto attorno ai fondamenti stessi della pratica
artistica.
Alongside a new display of the collection, the Spazio -1 presents a
monographic exhibition devoted to the Italian artist Giulio Paolini
(1940). This is the first of a series of initiatives focusing on the artists
represented in the collection and inspired by the works it contains, in
this case Mnemosine (Les Charmes de la Vie/7) acquired in 2007.
This piece belongs to a cycle of six works realized by Paolini in nine
years (1981-1990) all bearing the same title: Mnemosine (Les
Charmes de la Vie). This is the first time ever all the works in the series
are reunited and for the occasion the artist himself has supervised the
installation. Paolini’s glorification of Mnemosyne draws its visual
inspiration from the painting Les Charmes de la Vie (ca. 1718) by the
18th century French painter Jean-Antoine Watteau. Watteau depicts a
group of persons enjoying life’s pleasures in a cheerful garden. In
Paolini’s interpretation, the painting represents an idealized scene
consecrated to the nine Muses, and thus a synthesis and a celebration
of the arts. Each of the six works in the cycle comprises one or more
canvasses that reproduce some details of Watteau’s painting. The
ensemble does not however include the figures Watteau arranged in
the foreground. Yet the scene is not uninhabited, because we as the
observers have become part of it. We are participants (actors or
spectators) whose task is to “complete” the picture. The cycle
embodies the major themes of Paolini’s research: he believes that
the art of our time is only possible as a synthesis or a revision of
its own history, as a subtle intellectual game woven around the very
foundations of artistic practice.
Museo d’arte della Svizzera italiana
Giulio Paolini
Mnemosine
(Les Charmes de la Vie)
Veduta dell’installazione
Installation view
Spazio -1, Lugano
2015
Foto/Photo: Agostino Osio
70
MASI
2015/16
71
Museo d’arte della Svizzera italiana
Sulla Croce
18.03
—22.05.2016
Spazio -1
A cura di
Danna Olgiati
In occasione del Giubileo straordinario indetto da Papa Francesco
per l’anno 2016, la Collezione Giancarlo e Danna Olgiati presenta
un allestimento dedicato al simbolo della Croce. Attraverso una
selezione di opere che spaziano dall’antico al contemporaneo, la
mostra intende indagare la complessità e il mistero del simbolo
universale della Croce nell’arte.
Attestata fin dall’antichità più remota la Croce è, tra le figure
geometriche, il terzo simbolo fondamentale (dopo il cerchio e il
quadrato). Nel Cristianesimo ha successivamente assunto diverse
raffigurazioni e significati: il Crocefisso, il Cristo, il Verbo, la Seconda
Persona della Trinità.
Attraverso un approccio dichiaratamente laico e, al contempo,
rispettoso della dimensione del Sacro, l’allestimento propone opere
di artisti che, con diverse attitudini filosofico-religiose e differenti
linguaggi, hanno affrontato il tema della Croce. La mostra include
opere di Roberto Ciaccio, Lucio Fontana, Jannis Kounellis e altri.
Curated by
Danna Olgiati
For the occasion of the 2016 Jubilee announced by Pope Francis,
the Collection Giancarlo and Danna Olgiati presents a display
dedicated to the symbol of the Cross. Through a selection of works
ranging from the ancient to the contemporary, the exhibition aims
to investigate the complexity and mystery of the Cross, a universal
symbol in art.
The cross, in evidence from the most remote times, can be placed
as the third most fundamental geometrical figure, alongside the
circle and the square. Subsequently, for Christianity acquired further
representations and meanings: the Crucifix, Christ, the Word, the
Second Person of the Trinity.
Through a deliberately secular approach which maintains the
upmost respect for the sacred dimension, the exhibition features
works by artists who have tackled the theme of the cross, albeit
through a diverse range of philosophic and religious perspectives.
On display are works from Roberto Ciaccio, Lucio Fontana, Jannis
Kounellis and many others.
Roberto Ciaccio
Trittico per la Croce
2001
Collezione Giancarlo
e Danna Olgiati
72
MASI
2015/16
73
Museo d’arte della Svizzera italiana
Info
Gandria
Riv
a
erto
Alb
Parco Ciani
Piazza
Riforma
PalazzoViaReali
Canova 10
l li
a Via Vincenzo Vel
LAC 76/Palazzo Reali 77/ Spazio -1 78/
Mediazione/Education 79/
LAC
Lago/Lake
Via Nassa
Piazza Bernardino Luini 6
Via Adamini
-1
Riva
Cac
cia
io
azccia 1
SRpiva Ca
Paradiso / Lugano Sud
74
MASI
2015/16
75
Museo d’arte della Svizzera italiana
LAC Piazza Bernardino
Luini 6
6900 Lugano
Orari
Martedì, mercoledì e domenica
10:30–18:00
Giovedì, venerdì e sabato
10:30–20:00
Lunedì chiuso
Opening hours
Tuesday, Wednesday and Sunday
10:30–18:00
Thursday, Friday and Saturday
10:30–20:00
Closed on Monday
Giorni festivi
24–25 dicembre chiuso
31 dicembre 10:30–16:00
1 gennaio14:00–20:00
28 marzo 2016 10:30–18:00
16 maggio 2016 10:30–18:00
Public holydays
24–25 December closed
31 December 10:30–16:00
1st of January 14:00–20:00
28 March 2016 10:30–18:00
16 May 2016 10:30–18:00
Tariffe
CHF 15.– / CHF 10.– *
Biglietto combinato
LAC + Palazzo Reali
CHF 18.– / CHF 12.– *
* (AVS/AI, over 65 anni, gruppi,
studenti 17–25 anni)
Admission fees
CHF15.– / CHF10.– *
Combined ticket
LAC + Palazzo Reali
CHF18.– / CHF12.– *
* (AVS/AI, over 65 years old,
groups, students 17–25 years old)
+41 (0)58 866 42 30
[email protected]
www.masilugano.ch
76
Palazzo Reali Via Canova 10
6900 Lugano
+41 (0)91 815 79 71
[email protected]
www.masilugano.ch
Orari
Martedì
14:00–17:00
Mercoledì–domenica
10:00–17:00
Lunedì chiuso
Opening hours
Tuesday
14:00–17:00
Wednesday–Sunday
10:00–17:00
Closed on Monday
Giorni festivi
24, 25, 31 dicembre
e 1° gennaio chiuso
28 marzo 2016 10:00–17:00
16 maggio 2016 10:00–17:00
Public holydays
24, 25, 31 December and
1st of January closed
28 March 2016 10:00–17:00
16 May 2016 10:00–17:00
Tariffe
CHF12.– / CHF 8.– *
Biglietto combinato
Palazzo Reali + LAC
CHF18.– / CHF12.– *
* (AVS/AI, over 65 anni, gruppi,
studenti 17–25 anni)
Admission fees
CHF12.– / CHF 8.– *
Combined ticket
Palazzo Reali + LAC
CHF18.– / CHF12.– *
* (AVS/AI, over 65 years old,
groups, students 17–25 years old)
Entrata gratuita <16 anni /
collezione permanente / la prima
domenica del mese / 1° gennaio
Free entrance <16 years old /
permanent collection / first Sunday
of each month / 1st of January
Entrata gratuita
<16 anni / la prima domenica
del mese
Free entrance
<16 years old / first Sunday
of each month
RailAway
Biglietto combinato con una
riduzione del 10% sul viaggio in treno
e sull’entrata, ottenibile alla stazione
di partenza oppure telefonando
al Rail Service :
0900 300 300 (CHF1.19/min.)
RailAway
Combined ticket with a 10%
discount on the train journey and
exhibition admission.
Purchase at the departure station
or by phone: Rail Service
0900 300 300 (CHF1.19/min.)
RailAway
Biglietto combinato con una
riduzione del 10% sul viaggio in treno
e sull’entrata, ottenibile alla stazione
di partenza oppure telefonando
al Rail Service:
0900 300 300 (CHF1.19/min.)
RailAway
Combined ticket with a 10%
discount on the train journey and
exhibition admission.
Purchase at the departure station
or by phone: Rail Service
0900 300 300 (CHF1.19/min.)
MASI
2015/16
77
Museo d’arte della Svizzera italiana
Spazio -1
Riva Caccia 1
6900 Lugano
Mediazione / Education
Orari
Venerdì
–domenica
11:00–18:00
Opening hours
Friday
–Sunday
11:00–18:00
+41 (0)91 921 46 32
Venerdì/Friday
–Domenica/Sunday
Giorni festivi
24–25 dicembre
chiuso
Public holydays
24–25 December
closed
www.
collezioneolgiati.ch
Tariffe
Entrata gratuita
Admission fees
Free entrance
+41 (0)58 866 42 30
Lunedì/Monday
–Giovedì/Thursday
LAC /
Palazzo Reali
Spazio -1
78
MASI
2015/16
79
Visite guidate
Guided tours
1 sede
Italiano
CHF 150.– + ingresso
Francese, tedesco o inglese
CHF 200.– + ingresso
2 sedi
Italiano
CHF 250.– + ingresso
Francese, tedesco o inglese
CHF 300.– + ingresso
1 venue
Italian
CHF 150.– + admission fee
French, German or English
CHF 200.– + admission fee
2 venues
Italian
CHF 250.– + admission fee
French, German or English
CHF 300.– + admission fee
Visita guidata gratuita
per singoli visitatori
ogni domenica ore 15:00
Free guided tour
for single visitors,
every Sunday at 15:00
Il museo propone visite guidate in
italiano, tedesco, francese e inglese
per scuole di ogni ordine e grado.
Informazioni e tariffe sono disponibili
su: www.masilugano.ch
Le scuole del Cantone Ticino e del
Grigioni italiano usufruiscono di
ingresso e visita guidata gratuiti.
The museum offers guided tours in
Italian, German, French and English
for all types of Schools.
Information and fees are available on:
www.masilugano.ch
LAC edu
L’attività di mediazione culturale
è rivolta a tutte le fasce di età e
comprende, oltre alle visite guidate,
laboratori, concerti e conferenze.
Il calendario completo delle attività
è disponibile su:
www.edu.luganolac.ch
LAC edu
The educational activities are aimed
at all ages and include, other than
guided tours, workshops, concerts
and lectures.
The complete programme
is available on:
www.edu.luganolac.ch
Info e prenotazioni:
+41 (0)58 866 42 30
[email protected]
Info and booking:
+41 (0)58 866 42 30
[email protected]
Visite guidate
Italiano
CHF 150.– + ingresso
Francese, tedesco o inglese
CHF 200.– + ingresso
Guided tours
Italian
CHF 150.– + admission fee
French, German or English
CHF 200.– + admission fee
Info e prenotazioni:
+41 (0)58 866 42 30
[email protected]
Info and booking:
+41 (0)58 866 42 30
[email protected]
Museo d’arte della Svizzera italiana
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