La corsa per salvare un secolo d`Arno

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La corsa per salvare un secolo d`Arno
Rari Nantes e Canottieri tra abusi, condoni e rischio idraulico: da ottobre gi tutto
Sono 1.500 gh sportivi con il fiato sospeso, dovranno traslocare ('1 conella
La corsa per salvare un secolo d'Arno
La legge è legge, anche se
scritta iu anni fa. E le ruspe sono pronte a demolire un bel
pezzo di storia culturale e sportiva di Firenze lungo l'Arno. Si
tratta degli immobili, in parte
abusivi ed in parte condonati,
che per la procura, in caso di
piena, ostruirebbero il deflusso delle acque, aumentando il
rischio di alluvione. Siamo in
lungarno Ferrucci, riva sinistra,
dove più di un secolo fa iniziò
la storia della Rari Nantes Florentia, gloriosa società di pallanuoto che vanta scudetti e miriadi di campioni. E dove trent'anni dopo fu costruito il primo accesso all'Arno della
Canottieri Comunali. Due realtà sportive frequentate dal almeno 1.500 tra bambini e adulti. In mezzo alle sedi delle due
società, a formare un blocco
unico tra cemento e strutture
in tubi Innocenti, c'è poi il mitico ex Teatro Lido. Ma è quasi
tutto da demolire: si salverà solo la storica palazzina in stile
Liberty della Rari Nantes, di
certo non l'ex ristorante La
Greppia, sopra alla Canottieri,
dove hanno mangiato almeno
due generazioni di fiorentini. t
però doveroso segnalare che,
nel corso degli anni, le due società sportive hanno costruito
terrazze, tettoie, un ristorante e
la piscina della Rari, inaugurata poco prima dell'alluvione del
'66 alla quale ha resistito.
Di come salvare questo pezzo di storia, mitico sì ma controverso dal punto di vista edi-
lizio, le istituzioni discutono da
più di 3o anni, senza soluzione.
Del resto interpretare e applicare una legge di oltre un secolo fa è roba da azzeccagarbugli.
Stiamo parlando del Regio decreto 523 del 19oq, che al comma 96 lettera F dice in sostanza
che non si può costruire niente
a meno di io metri dalle sponde di un fiume. Limite, metro
alla mano, violato da buona
parte delle strutture contestate
dalla procura. A spingere l'inchiesta, iniziata dopo le alluvioni in Lunigiana a e Maremma, c'è soprattutto la forte e
rinnovata sensibilità sul rischio
idrogeologico. Il pm Luigi Bocciolini, nel gennaio 2013, arriva
a sequestrare piscina e ristorante della Rari. Andrea Barducci, ai tempi presidente della
Provincia (ente responsabile
della tutela delle sponde), finisce così indagato assieme a Stefano Lombardi, direttore regionale del Demanio, ente responsabile dell'alveo del fiume. Il
motivo? Entrambi avrebbero
consentito l'occupazione abusiva sulle sponde del fiume con
«strutture in cemento armato
adibita a terrazze» e così favorito il rischio di un'inondazione.
La linea dura scatta dopo che,
nel luglio 2012, la procura aveva
ordinato l'immediata demolizione di tutti gli abusi costruiti
attorno al Torrino Santa Rosa,
un paio di chilometri più a valle. Mentre sei mesi dopo, a rafforzare le restrizioni del Regio
decreto, arriva la legge con cui
la Regione blocca il cemento a
ridosso dei corsi d'acqua.
Così, per provare a superare
le contestazioni della procura,
nell'ottobre 2013 Comune e Provincia firmano un accordo per
demolire Rari, Canottieri ed ex
Teatro Lido. Un piano da attuare
nell'arco di quattro anni, per
consentire al Comune di costruire un nuovo polo dell'acqua
(canottaggio più piscina) nel
parco dell'Anconella. Entro il
prossimo ottobre, terrazze e ristorante della Rari saranno sbriciolate a colpi di benna. Mentre
entro la fine di ottobre 2017
(quando come previsto nel regolamento urbanistico dovrebbe essere pronto il polo d'acqua
dell'Antonella) le ruspe cancelleranno anche la storica piscina, la sede della Canottieri e l'ex
ristorante Greppia. Resta però
da stabilire dove stia l'equilibrio
tra la tutela della vita sociale di
almeno 1.5oo persone, la messa
in sicurezza del fiume e le ragioni della procura, al corrente che
in quel tratto di Arno (nonostante le strutture contestate)
l'Autorità di Bacino certifica il
rischio idrogeologico come medio-basso.
Claudio Bozza
© RIPRODUZIONE RISERVATA
la vicenda
II Regio
decreto del
1904 impone il
divieto
assoluto di
costruire entro
10 metri dalle
sponde dei
fiumi
Nel gennaio
2013, il pm
sequestra la
piscina della
Rari, poi
dissequestrata
Lo striscione di protesta sulla terrazza della Rari
Nantes. Nella foto grande: la piscina coperta, le
terrazze contestate e la struttura Liberty del 1904