Trattamento endoscopico del diverticolo di Zenker
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Trattamento endoscopico del diverticolo di Zenker
Standard of Practice Trattamento endoscopico del diverticolo di Zenker Roberta Maselli1, Milena Di Leo1, Alessandro Repici2 InTRODUZIONE Il diverticolo di Zenker (DZ) è un diverticolo da pulsione che si sviluppa in un’area di debolezza dell’ipofaringe posteriore, area conosciuta come “triangolo di Killian” (figura 1). È una condizione clinica relativamente rara, con una prevalenza complessiva stimata intorno allo 0.11% nella popolazione americana. Si riscontra maggiormente negli uomini tra la 7° e la 8° decade di età. La fisiopatologia del diverticolo di Zenker non è completamente conosciuta. L’ipotesi fisiopatologica maggiormente accettata è che anomalie motorie a carico dello sfintere esofageo superiore (UES) possano facilitare l’erniazione della mucosa esofagea attraverso il triangolo di Killian, fino alla formazione di un vero e proprio diverticolo (1). L’alterato rilascio sfinteriale in seguito all’elevata pressione del bolo alimentare, associato a ridotta compliance della parete dell’ipofaringe posteriore, sono quindi le determinanti fisiopatologiche principali del diverticolo di Zenker. Il DZ può essere clinicamente silente o può essere responsabile di un ampio range di sintomi che comprendono disfagia, rigurgiti, tosse, alitosi, sensazione di corpo estraneo, perdita di peso (2). I meccanismi responsabili dei tale sintomatologia sono in relazione sia alla disfunzione motoria dello sfintere esofageo, sia meccanicamente all’accumulo di materiale ingesto nella tasca diverticolare, e sono dipendenti dalla grandezza del diverticolo (3). Per tali motivi il razionale del trattamento del DZ prevede la miotomia dei muscoli che compongono lo UES, con o senza sospensione del diverticolo stesso e resezione della tasca diverticolare. verticoli di piccole dimensioni (< 3 cm) (4), nonostante sia il trattamento di scelta in molti centri, per difficoltà tecniche dovute alla lunghezza della suturatrice. Il trattamento con endoscopio flessibile (flexible endoscopic septum division, FESD) è un’opzione terapeutica che può presentare alcuni vantaggi rispetto agli altri due: non necessita di anestesia (necessaria invece nell’approccio chirurgico) né di iperestensione del collo (necessaria nell’approccio con endoscopio rigido) (5,6). Inoltre la FESD può essere ripetuta in caso di fallimento di un precedente trattamento (sia esso chirurgico o endoscopico); al contrario un re-intervento dopo diverticulectomia/miotomia chirurgica può essere tecnicamente molto complesso per il rischio di fistola salivare e danno del nervo ricorrente, riportanti rispettivamente dell’1.8% e del 3.2% nelle maggiori casistiche. Questo approccio può inoltre essere idealmente proposto ad ogni tipo di paziente, indipendentemente dalla grandezza del diverticolo e dalle condizioni cliniche del soggetto, essendo eseguibile anche in pazienti anziani e/o non candidabili a chirurgia. Figura 1 Diverticolo di Zenker: Rx con mezzo di contrasto * Indicazioni Il trattamento del DZ può essere chirurgico (open) attraverso un’incisione cervicale sinistra (miotomia cricofaringea con o senza resezione del diverticolo), transorale con endoscopio rigido o con endoscopio flessibile. L’approccio transorale con endoscopio rigido prevede l’utilizzo di una suturatrice endoscopica introdotta attraverso un endoscopio rigido; è generalmente non indicata per di1 Asterisco: tasca diverticolare Freccia: lume esofageo Department of Gastroenterology, Digestive Endoscopy Unit, Humanitas Research Hospital 2Humanitas University di Rozzano (MI) Giorn Ital End Dig 2015;38:279-283 SoP 279 La tabella 1 e la tabella 2 riassumono rispettivamente i vantaggi della FESD ed il confronto tra le metodiche. Attraverso l’approccio con endoscopio flessibile è possibile effettuare la miotomia del setto diverticolare, che consiste nell’incisione della mucosa e delle fibre muscolari che compongono il setto diverticolare. Lo scopo del trattamento consiste nell’effettuare una miotomia parziale del muscolo cricofaringeo e nel ricreare un passaggio attraverso il quale il bolo alimentare possa agevolmente transitare senza raccogliersi nella tasca diverticolare. anziani o defedati, non in grado di tollerare la sedazione profonda, oppure preferenzialmente in sedazione profonda con infusione continua di propofol, senza intubazione oratracheale (15). Alcuni autori personalizzano la sedazione a seconda dello stato del paziente: in questi casi sono riportati interventi effettuati in sedazione cosciente, profonda o in anestesia generale. Solamente due studi in letteratura riportano l’uso routinario dell’anestesia generale (16). Infine molti autori usano somministrare terapia antibiotica profilatticamente (17). Tecnica endoscopica, devices e varianti Tabella 1 Vantaggi della FESD Sedazione profonda Posizione operatoria (no iperestensione del collo) Assenza di incisioni cutanee Minor tempo operatorio Minor discomfort post-operatorio Minore degenza Possibilità di trattare pazienti non candidabili a chirurgia Possibilità di trattare pregressi fallimenti chirurgici Procedura endoscopica L’approccio endoscopico con endoscopio flessibile fu introdotto per la prima volta nel 1995 (6,7). Da allora numerose varianti della tecnica sono state proposte, soprattutto riguardo ai diversi devices utilizzati per la miotomia. Nella maggior parte degli studi effettuati, la miotomia consiste tecnicamente in una singola incisione effettuata perpendicolarmente alla metà del setto diverticolare (4,6,8-12). Gestione del paziente Il trattamento endoscopico può essere effettuato in sedazione cosciente (con una combinazione di midazolam, meperidina e lidocaina topica) (13,14) in pazienti molto Con paziente in decubito laterale sinistro, l’endoscopio flessibile viene introdotto attraverso la cavità orale fino a visualizzare il diverticolo. Un sondino naso-gastrico (SNG) viene inserito in esofago, su filo guida precedentemente posizionato; lo scopo del SNG è quello di separare il lume esofageo dal diverticolo e permettere di conseguenza una migliore visualizzazione del setto da incidere. Alcuni centri si avvalgono dell’ausilio di un diverticoloscopio morbido “a becco d’anatra”, (ZD overtube Cook Medical - USA) (figura 2) un overtube composto da due estremità di cui la più lunga da posizionare nel lume esofageo e la più corta nel lume diverticolare; il diverticoloscopio è stato appositamente progettato per esporre e “stirare” il setto, così da facilitare la successiva miotomia. Questo device è disponibile in Europa ed in Canada, ma non ancora approvato per il mercato statunitense. Al posto del diverticoloscopio, per esporre correttamente il setto, alcuni operatori utilizzano un cappuccio distale morbido posizionato all’estremità dell’endoscopico. Indipendentemente dalla modalità con la quale il setto viene esposto, lo step successivo prevede l’incisione del setto stesso con un dissettore; anche in questo caso è stato riportato l’utilizzo di diversi devices (needle knife, hook knife, SB knife) (figura 3). La tecnica con il needle knife (Olympus, Japan) prevede un’incisione a partire dal margine prossimale del Tabella 2 Confronto tra le metodiche chirurgiche ed endoscopiche Tipo di intervento Sedazione Indicazioni Miotomia +/- Diverticulectomia Anestesia Generale Potenzialmente ogni tipo di diverticolo. Solo per pazienti eligibili per chirurgia Trattamento con Endoscopio Rigido Miotomia Anestesia Generale No piccoli diverticoli (<3cm) Trattamento con Endoscopio Flessibile Miotomia Sedazione Profonda Potenzialmente ogni tipo di diverticolo e di paziente Trattamento Chirurgico Open 280 ZD overtube (Cook Medical - USA) muscolo, procedendo a sezionare le fibre muscolari trasverse fino a sezionare distalmente, completamente e fino in fondo, il muscolo stesso. Anche utilizzando l’Hook knife (Olympus, Japan) si procede fino a quando il muscolo non sia completamente sezionato, ma in questo caso le singole fibre vengono afferrate dall’uncino, trazionate prossimalmente e quindi sezionate (figura 4). È stato inoltre proposto l’utilizzo dell’SB knife (Sumitomo Bakelite, Japan), forbice endoscopica con lame isolate esternamente, che consente di afferrare le fibre muscolare, trazionarle prossimalmente e quindi sezionarle, permettendo un taglio preciso e controllato. Indipendentemente dal device scelto, viene utilizzata per la miotomia una corrente di taglio standard. Recentemente Battaglia e colleghi hanno proposto una variante della tecnica con l’esecuzione di due incisioni standard of practice Figura 2 Diverticoloscopio morbido “a becco d’anatra” parallele sul setto e con la rimozione finale del setto stesso compreso tra le due incisioni con l’ausilio di un’ansa da polipectomia (14). In un gruppo limitato di pazienti, il gruppo di Wahab ha proposto l’utilizzo della coagulazione con argon plasma per dissecare il diverticolo. In generale è consigliabile valutare attentamente la profondità della miotomia, per evitare che sia troppo profonda e possa esitare in perforazione mediastinica, o al contrario sia troppo superficiale, quindi non completa, quindi possa portare a recidiva. Terminata la miotomia, alcuni autori appongono alcune clip emostatiche (in numero da 1 a 3) con lo scopo di prevenire perforazioni e sanguinamenti. Come precedentemente accennato, scopo della sezione del setto è quello di riconnettere la tasca diverticolare con il normale lume esofageo, oltre che sezionare il muscolo cricofaringeo che sembrerebbe essere primariamente implicato nella formazione della tasca stessa. Per tali motivi possono essere necessarie più di una sessione per raggiungere lo scopo. Tecniche sperimentali In un modello animale, Tang et al hanno sperimentato una variante della tecnica con l’ausilio di un needle knife e di un particolare “settotomo” fatto su misura, consistente in un cappuccio da EMR (endoscopic mucosal resection) provvisto di incavature che mimano un diverticoloscopio di Van Overbeek; il device è provvisto di filo di taglio fissato al cappuccio, perpendicolarmente, ed utilizzato per dissecare il setto diverticolare. Secondo gli autori il settotomo non necessita di particolare competenza ed abilità per poter essere manovrato e permette di eseguire una buona miotomia e viene quindi A A: SB knife (Sumitomo Bakelite, Japan) B B: Hook knife (Olympus, Japan) C C: Needle Knife (Olympus, Japan) Giorn Ital End Dig 2015;38:279-283 Figura 3 Devices endoscopici per miotomia 281 Figura 4 Momenti endoscopici durante la miotomia. Si noti il cappuccio distale trasparente montato sulla punta dell’endoscopio A: sondino nasogastrico posizionato nel lume esofageo, per esporre correttamente il setto diverticolare B: inizio dell’incisione mucosa e della miotomia con Hook Knife (Olympus) C-D-E: prosecuzione della miotomia fino all’incisione completa delle fibre muscolari, procedendo dall’estremo prossimale fino distalmente alla fine del setto. Nelle immagini appaiono ben visibili le fibre muscolari F: completamento della miotomia proposto nella pratica clinica come device di più facile ed immediato utilizzo rispetto alla tecnica standard (18). Anche il gruppo di Seaman ha sperimentato un device similare al precedente (un cappuccio distale da EMR montato con un filo di taglio), anch’esso con buoni risultati tecnici (19). Rieder et al hanno infine utilizzato una forbice endoscopica bipolare per effettuare la miotomia, anche se solamente in un modello animale. Tale tecnica viene nel loro studio comparata con il needle knife, con risultati a favore del device sperimentale, migliore a giudizio degli autori grazie alla forma ed al controllo durante l’incisione che essa permette (20). 282 Risultati e complicanze Nonostante non sia ancora stato validato uno specifico score system per la valutazione dei sintomi, coì come non esista al momento attuale una chiara definizione di successo e recidiva, prendendo in considerazione i principali sintomi clinici del DZ (disfagia, rigurgiti, tosse), gli studi clinici presenti in letteratura riportano complessivamente un iniziale successo che varia dal 56.4% al 100% (media 91.2%). Gli studi presenti in letteratura sono disomogenei anche dal punto di vista del follow-up post-operatorio (range da 1 giorno a 48 mesi). Pur considerando tale limite, il tasso di recidiva varia dallo 0% al 31.8% (media 10.5%). Gli eventi avversi sono riportati in un range che Conclusioni Il primo trattamento chirurgico del diverticolo di Zenker fu proposto ed effettuato più di 50 anni fa; nonostante i progressi tecnologici e l’introduzione di trattamenti sempre meno invasivi per il paziente, al momento attuale non esiste ancora un intervento ideale. L’approccio con endoscopico flessibile è ampiamente riconosciuto per la sua sicurezza ed efficacia, ma non è ancora del tutto standardizzato e tecniche differenti possono essere effettuate con strumenti differenti, dipendentemente dall’esperienza e dalle preferenze personali dell’operatore. Corrispondenza ROBERTA MASELLI Department of Gastroenterology Digestive Endoscopy Unit Humanitas Research Hospital Via Manzoni, 56 - 20089 Rozzano (MI) Tel. + 39 02 82242579 Fax + 39 02 82242292 E-mail: [email protected] Bibliografia 1.Fulp SR, Castell DO. Manometric aspects of Zenker's diverticulum. Hepatogastroenterology 1992;39(2):123-26. 2.Negus VE. 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Endoscopy 1995;27(6):433-37. • L’approccio con endoscopio flessibile consente di effettuare la miotomia del setto diverticolare, che consiste nell’incisione della mucosa e delle fibre muscolari che compongono il setto diverticolare standard of practice Take home message • Il trattamento del DZ può essere chirurgico (open), transorale con endoscopio rigido o con endoscopio flessibile • L’approccio con endoscopico flessibile è ampiamente riconosciuto per la sua sicurezza ed efficacia, ma non è ancora del tutto standardizzato e tecniche differenti possono essere effettuate con strumenti differenti, dipendentemente dall’esperienza e dalle preferenze personali dell’operatore 8.Costamagna G et al. Flexible endoscopic Zenker’s diverticulotomy: cap assisted technique vs. diverticuloscope-assisted technique. Endoscopy 2007;39:146-52. 9.Repici A et al. Endoscopic flexible treatment of Zenker’s diverticulum: a modification of the needle-knife technique. 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Giorn Ital End Dig 2015;38:279-283 varia dallo 0% al 36.4% (media 14.1%). In particolare la complicanza più frequente è la perforazione (sia intraoperatoriamente diagnosticata o indirettamente nel postoperatorio per la presenza di enfisema sottocutaneo, cervicale o mediastinico); la perforazione è riportata nel 6.5% dei pazienti. Altre possibili complicanze includono polmonite (4.8%), febbre (18.3%), sanguinamento (25%). 283 1. DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE ASACOL 400 mg compresse gastroresistenti ASACOL 800 mg compresse gastroresistenti ASACOL 400 mg capsule a rilascio modificato ASACOL 500 mg supposte ASACOL 1g supposte ASACOL 2 g/50 ml sospensione rettale ASACOL 4 g/50 ml sospensione rettale ASACOL 4 g/100 ml sospensione rettale ASACOL 2 g granulato per sospensione rettale ASACOL 2 g schiuma rettale ASACOL 4 g schiuma rettale ASACOL 1 g schiuma rettale 2. COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA ASACOL 400 mg compresse gastroresistenti Ogni compressa contiene: Principio attivo Mesalazina (acido 5-aminosalicilico, 5-ASA): 400 mg ASACOL 800 mg compresse gastroresistenti Ogni compressa contiene: Principio attivo Mesalazina (acido 5-aminosalicilico, 5-ASA): 800 mg ASACOL 400 mg capsule a rilascio modificato Ogni capsula contiene: Principio attivo Mesalazina (acido 5-aminosalicilico, 5-ASA): 400mg ASACOL 500 mg supposte Ogni supposta contiene: Principio attivo Mesalazina (acido 5-aminosalicilico, 5-ASA): 500 mg ASACOL 1 g supposte Ogni supposta contiene: Principio attivo Mesalazina (acido 5-aminosalicilico, 5-ASA): 1 g ASACOL 2g/50 ml sospensione rettale Ogni contenitore monodose da 50 ml contiene: Principio attivo Mesalazina (acido 5-aminosalicilico, 5-ASA): 2 g ASACOL 4 g/50 ml sospensione rettale Ogni contenitore monodose da 50 ml contiene: Principio attivo Mesalazina (acido 5-aminosalicilico, 5-ASA): 4g ASACOL 4g/100 ml sospensione rettale Ogni contenitore monodose da 100 ml contiene: Principio attivo Mesalazina (acido 5-aminosalicilico, 5-ASA): 4 g ASACOL 2 g granulato per sospensione rettale Ogni bustina contiene: Principio attivo Mesalazina (acido 5-aminosalicilico, 5-ASA): 2 g ASACOL 2 g schiuma rettale Ogni contenitore monodose contiene: Principio attivo Mesalazina (acido 5-aminosalicilico, 5-ASA): 2 g ASACOL 4 g schiuma rettale Ogni contenitore monodose contiene: Principio attivo Mesalazina (acido 5-aminosalicilico, 5-ASA): 4 g ASACOL 1 g schiuma rettale Ogni singola dose del contenitore multidose contiene: Principio attivo Mesalazina (acido 5-aminosalicilico, 5-ASA): 1 g Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere sezione 6.1. 3. FORME FARMACEUTICHE Compresse gastroresistenti, Capsule a rilascio modificato, Supposte, Sospensione rettale, Granulato per sospensione rettale, Schiuma rettale. 4. INFORMAZIONI CLINICHE 4.1 Indicazioni terapeutiche COMPRESSE GASTRORESISTENTI E CAPSULE A RILASCIO MODIFICATO Colite ulcerosa e Morbo di Crohn. SUPPOSTE Colite ulcerosa nella localizzazione a livello rettale. SOSPENSIONE RETTALE E GRANULATO PER SOSPENSIONE RETTALE Colite ulcerosa nella localizzazione a livello retto-sigmoideo. SCHIUMA RETTALE Colite ulcerosa localizzata alle parti distali dell’intestino, dal colon trasverso sino al sigma ed all’ampolla rettale. ASACOL è indicato sia nel trattamento delle fasi attive della malattia che nella prevenzione delle recidive. Nella fase attiva di grado severo é consigliabile l’associazione con trattamento cortisonico. 4.2 Posologia e modo di somministrazione La posologia va adattata al singolo paziente in base all’estensione ed alla gravità della malattia. Lo schema indicativo, modificabile secondo le prescrizioni del Medico, é il seguente: COMPRESSE GASTRORESISTENTI Adulti:1-2 compresse da 400 mg, oppure 1 compressa da 800 mg, tre volte al giorno. La posologia può essere aumentata sino a 10 compresse da 400 mg oppure sino a 5 compresse da 800 mg al giorno in pazienti con forme gravi, oppure secondo il giudizio del Medico. Le compresse vanno deglutite intere, senza frazionarle né masticarle, preferibilmente con un bicchiere d’acqua e lontano dai pasti. Bambini oltre i due anni: dosi proporzionalmente ridotte a giudizio del Medico. Esiste solo una limitata documentazione sugli effetti nei bambini (età 6 – 18 anni). Bambini dai 6 anni di età: • Fase attiva della malattia: la posologia deve essere determinata individualmente, a partire da 30-50 mg / kg / die in dosi frazionate. Dose massima: 75 mg / kg / die in dosi frazionate. La dose totale non deve superare i 4 g / die (dose massima negli adulti). • Trattamento di mantenimento: la posologia deve essere determinata individualmente, a partire da 15-30 mg / kg / die in dosi frazionate. La dose totale non deve superare i 2 g / die (dose raccomandata negli adulti). E’ generalmente raccomandato che ai bambini fino ad un peso corporeo di 40 kg possa essere somministrata metà della dose degli adulti e ai bambini sopra i 40 kg la normale dose degli adulti CAPSULE A RILASCIO MODIFICATO Adulti: 1-2 capsule da 400 mg, tre volte al giorno. La posologia può essere aumentata sino a 10 capsule al giorno nei pazienti con forme gravi. Le capsule vanno deglutite preferibilmente intere con un bicchiere d’acqua e lontano dai pasti, i pazienti che, per vari motivi, non fossero in grado di deglutire le capsule intere, possono aprire la capsula ed assumere tutti i microgranuli dopo averli dispersi in soluzione acquosa. In questo caso è fondamentale non masticare i microgranuli stessi. Bambini oltre i due anni: dosi proporzionalmente ridotte a giudizio del Medico. Esiste solo una limitata documentazione sugli effetti nei bambini (età 6 – 18 anni). Bambini dai 6 anni di età: • Fase attiva della malattia: la posologia deve essere determinata individualmente, a partire da 30-50 mg / kg / die in dosi frazionate. Dose massima: 75 mg / kg / die in dosi frazionate. La dose totale non deve superare i 4 g / die (dose massima negli adulti). • Trattamento di mantenimento: la posologia deve essere determinata individualmente, a partire da 15-30 mg / kg / die in dosi frazionate. La dose totale non deve superare i 2 g / die (dose raccomandata negli adulti). E’ generalmente raccomandato che ai bambini fino ad un peso corporeo di 40 kg possa essere somministrata metà della dose degli adulti e ai bambini sopra i 40 kg la normale dose degli adulti. Per le forme orali: in caso di primo trattamento, è opportuno incrementare gradualmente il dosaggio per qualche giorno prima di raggiungere la posologia massima. SUPPOSTE Adulti: in media 3 supposte da 500 mg al giorno, divise in 2-3 somministrazioni, oppure 1 supposta da 1 g una volta al giorno, per via rettale. Per ottenere un miglior effetto terapeutico è importante che la supposta venga trattenuta per almeno 30 minuti, meglio, se trattenuta per più lunghi periodi (ad esempio per tutta la notte). SOSPENSIONE RETTALE E GRANULATO PER SOSPENSIONE RETTALE Adulti: in media 1 dose da 2 g di Mesalazina in 50 ml 1-2 volte al giorno (mattina e/o sera prima di coricarsi), oppure 1 dose da 4 g in 50 ml o da 4 g 100 ml, una volta ai giorno (preferibilmente la sera prima di coricarsi). La Sospensione rettale pronta va agitata bene prima dell’uso per ottenere una sospensione omogenea, con una leggera pressione rompere il tappo ed inserire la cannula rettale annessa al contenitore di plastica. Il granulato per sospensione rettale contenuto in una bustina va versato nel contenitore di plastica; aggiungere acqua fino al segno, agitare bene per ottenere una sospensione omogenea ed avvitare la cannula rettale al contenitore. Per l’applicazione sdraiarsi sul lato sinistro mantenendo diritta la gamba sinistra e piegando la gamba destra. Introdurre completamente la cannula nell’orifizio anale spingendola delicatamente; quindi premere il contenitore con pressione graduale e costante sino a completa espulsione del contenuto. SCHIUMA RETTALE (confezione monodose) Adulti: in media 1 dose da 2 g, 1-2 volte al giorno, la mattina e/o la sera prima di coricarsi, oppure 1 dose da 4 g, 1 volta al giorno, la sera prima di coricarsi. Agitare energicamente il contenitore; inserire l’apposita cannula rettale nella sua sede, situata nel cappuccio del contenitore, fino a che risulti bloccata; strappare il sigillo a collarino tutto attorno alla base del cappuccio del contenitore; sdraiarsi sul lato sinistro, mantenendo diritta la gamba sinistra e piegando la gamba destra; impugnare il contenitore capovolto, tenendo l’indice sopra il cappuccio del contenitore; introdurre completamente la cannula nell’orifizio anale spingendola delicatamente; senza estrarre la cannula, premere il cappuccio del contenitore 3-5 volte, ad intervalli di alcuni secondi, fino a completa erogazione della dose. SCHIUMA RETTALE (confezione multidose) Adulti: in media, due erogazioni consecutive pari a 2 g di Mesalazina, 1-2 volte al giorno, la mattina e/o la sera prima di coricarsi, oppure tre-quattro erogazioni consecutive pari a 3-4 g di Mesalazina, una volta al giorno, la sera prima di coricarsi. Agitare energicamente la bombola; inserire l’apposita cannula rettale nella sua sede, situata sotto il cappuccio della bombola, spingendo la cannula fino in fondo; strappare il sigillo alla base del cappuccio della bombola; sdraiarsi sul lato sinistro, mantenendo diritta la gamba sinistra e piegando la gamba destra; impugnare la bombola capovolta tenendo l’indice sopra il cappuccio della bombola; introdurre la cannula nell’orifizio anale e spingerla delicatamente fino in fondo; senza estrarre la cannula, premere fino in fondo il cappuccio della bombola e poi rilasciarlo completamente, per erogare la prima dose (pari a 1 g di Mesalazina); dopo alcuni secondi, ripetere l’operazione per erogare la seconda dose, e così via, secondo la posologia raccomandata, tenendo conto che ogni erogazione corrisponde ad 1 g di Mesalazina. Per le sospensioni rettali e le schiume rettali: dopo l’introduzione del preparato girarsi alcune volte sui due fianchi per facilitare una migliore distribuzione del farmaco e rimanere coricati per almeno 30 minuti. Una migliore efficacia del prodotto si ottiene trattenendo il farmaco il più a lungo possibile o, meglio, lasciandolo in sede per tutta la notte. Perciò è preferibile che almeno una delle applicazioni giornaliere sia effettuata prima di coricarsi. Per tutte le forme rettali: bambini oltre i 2 anni: dosi proporzionalmente ridotte a giudizio del Medico. Esiste poca esperienza e solo una limitata documentazione sugli effetti nei bambini. Durata del trattamento prevista per le fasi attive è mediamente di 4-6 settimane e può variare a giudizio del Medico, secondo le condizioni del paziente e l’evoluzione della malattia. Nei trattamenti a lungo termine, per prevenire le recidive, il dosaggio quotidiano e la durata del trattamento devono essere stabiliti dal Medico secondo le condizioni del paziente e l’evoluzione della malattia. 4.3 Controindicazioni Ipersensibilità al principio attivo, a sostanze strettamente correlate dal punto di vista chimico o ad uno qualsiasi degli eccipienti (in particolare verso i salicilati e, per - ASACOL sospensione rettale e ASACOL schiuma rettale monodose, i metabisolfiti). Nefropatie gravi. Ulcera gastrica e duodenale. Diatesi emorragica. Non somministrare nelle ultime settimane di gravidanza e durante l’allattamento (vedi anche sezione 4.6). Non somministrare nei bambini di età inferiore ai 2 anni. Evitare l’uso delle compresse nei bambini di età inferiore ai 6 anni. 4.4 Avvertenze speciali e precauzioni d’impiego Prima di iniziare il trattamento con ASACOL il paziente deve essere sottoposto alle indagini cliniche necessarie per precisare la diagnosi e le indicazioni terapeutiche. Nei pazienti con ridotta funzionalità renale ed epatica il prodotto va usato con cautela. Sono stati segnalati casi di insufficienza renale, incluse nefropatia a lesioni minime, e nefrite interstiziale acuta/ cronica in associazione a preparazioni contenenti Mesalazina e profarmaci di Mesalazina. Nei pazienti con disfunzione renale nota, occorre valutare il rapporto rischi-benefici del trattamento con Mesalazina ed esercitare cautela in questi pazienti. Si raccomanda una scrupolosa valutazione della funzione renale per tutti i pazienti prima di iniziare la terapia, e periodicamente in corso di trattamento, specialmente nei pazienti con precedenti patologie renali. A seguito di trattamento con Mesalazina, sono stati segnalati rari casi di discrasie ematiche gravi. Nel caso in cui il paziente sviluppasse emorragie di non chiara eziologia, ematomi, porpora, anemia, febbre oppure laringite, dovranno essere condotte indagini ematologiche. Nel caso di sospetto di discrasia ematica, il trattamento dovrà essere interrotto. (vedi anche sezioni 4.5 e 4.8). Sono state segnalate rare reazioni di ipersensibilità cardiaca indotte da Mesalazina (miocardite e pericardite). Occorre usare cautela nel prescrivere questo farmaco a pazienti con patologie che predispongono a miocardite o pericardite. La Mesalazina è stata associata a una sindrome di intolleranza acuta che potrebbe essere difficilmente distinguibile da una recidiva di malattia infiammatoria intestinale. Nonostante non sia ancora stabilita l’esatta frequenza, tali casi si sono verificati nel 3% dei pazienti nell’ambito di studi clinici controllati condotti su Mesalazina oppure Sulfasalazina. Fra i sintomi sono inclusi crampi, dolore addominale acuto e diarrea con sangue, talvolta febbre, cefalea ed eritema. Nel caso di sospetta sindrome da intolleranza acuta, è necessario interrompere il trattamento immediatamente. Sono stati segnalati casi di aumenti dei livelli degli enzimi epatici nei pazienti trattati con preparazioni contenenti Mesalazina. Recidive della sintomatologia obiettiva e soggettiva possono verificarsi sia dopo la sospensione dell’assunzione del farmaco, sia durante un trattamento di mantenimento inadeguato. Nei pazienti con una digestione gastrica eccezionalmente lenta o con stenosi pilorica, si potrà talora avere, dopo assunzione delle compresse e delle capsule a rilascio modificato, una liberazione di Mesalazina già nello stomaco, con possibile irritazione gastrica ed una perdita di efficacia del farmaco. L’eventuale comparsa di reazioni di ipersensibilità comporta l’immediata interruzione del trattamento (vedi anche sezione 4.8). ASACOL sospensione rettale e schiuma rettale monodose, contengono metabisolfito. Tale sostanza può provocare in soggetti sensibili e particolarmente negli asmatici reazioni di tipo allergico e attacchi asmatici gravi (vedi anche sezione 4.3 e 4.8). 4.5 Interazioni con altri medicinali e altre forme di interazione Per le forme orali: va evitata la contemporanea somministrazione di Lattulosio o di altre preparazioni che, abbassando il pH del colon, possono ostacolare il rilascio della Mesalazina. Si raccomanda cautela nell’uso concomitante di Mesalazina e sulfaniluree di cui può essere potenziato l’effetto ipoglicemizzante. Si raccomanda cautela nell’uso concomitante di Mesalazina con cumarinici, metotressato, probenecid, sulfinpirazone, spironolattone, furosemide e rifampicina in quanto non si possono escludere interazioni. Si raccomanda cautela nell’uso concomitante di Mesalazina ed agenti di cui è nota la tossicità renale, inclusi i farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) ed azatioprina, poiché questi farmaci possono aumentare il rischio di reazioni avverse a carico dei reni. Nei pazienti trattati con azatioprina oppure 6-mercaptopurina, si raccomanda cautela nell’uso concomitante di Mesalazina, poiché potrebbe aumentare il rischio di discrasie ematiche (vedi anche sezioni 4.4 e 4.8). E’ possibile il potenziamento di effetti indesiderati dei corticosteroidi a livello gastrico. 4.6 Gravidanza e allattamento Gravidanza Non sono stati effettuati studi adeguati e ben controllati con Mesalazina nelle donne in stato di gravidanza. Poiché è noto che la mesalazina attraversa la barriera placentare, in caso di gravidanza accertata o presunta, somministrare solo in caso di effettiva necessità e sotto stretto controllo del Medico. Comunque l’uso dei preparati andrà evitato nelle ultime settimane di gravidanza (vedi anche sezione 4.3). Allattamento Data la limitata esperienza acquisita su donne in allattamento trattate con Mesalazina, l’uso dei preparati andrà evitato durante l’allattamento (vedi anche sezione 4.3). 4.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari Non vi sono evidenze che ASACOL possa compromettere la capacità di guidare veicoli o di usare macchinari. 4.8 Effetti indesiderati Gli effetti indesiderati rilevati negli studi di tollerabilità generale sono stati generalmente lievi e non hanno mostrato un aumento d’incidenza dipendente dalla dose. Sono stati segnalati disturbi gastrointestinali (nausea, epigastralgia, diarrea e dolori addominali) e cefalea. L’insorgenza di reazioni di ipersensibilità (eruzioni cutanee, prurito) o di episodi di intolleranza intestinale acuta con dolore addominale, diarrea ematica, crampi, cefalea, febbre e rash, richiede la sospensione del trattamento. Esistono inoltre sporadiche segnalazioni di: leucopenia, neutropenia, trombocitopenia, anemia aplastica, pancreatite, epatite, nefrite interstiziale, sindrome nefrosica e insufficienza renale, pericardite, miocardite, polmonite eosinofila e polmonite interstiziale. ASACOL sospensione rettale e schiuma rettale monodose, contengono metabisolfito. Tale sostanza può provocare in soggetti sensibili e particolarmente negli asmatici reazioni di tipo allergico e attacchi asmatici gravi (vedi anche sezioni 4.3 e 4.4). La tabella seguente riassume le classi di eventi descritti. (Vedi anche sezioni 4.4 Avvertenze speciali e precauzioni d’impiego e 4.5 Interazioni con altri medicinali e altre forme di interazioni). Patologie Cardiache Molto rare (≤1/10.000) Pericardite, miocardite Patologie del sistema emolinfopoietico Molto rare (≤1/10.000) Leucopenia, neutropenia, trombocitopenia, anemia aplastica Patologie del sistema nervoso Comune (≥1/100 a ≤1/10) Cefalea Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Comuni (≥1/100 a ≤1/10) Rash ed altre eruzioni cutanee non specifiche Non comuni (≥1/1.000 a ≤1/100) Prurito Patologie epatobiliari Molto rare (≤1/10.000) Epatite Patologie gastrointestinali Comuni (≥1/100 a ≤1/10) Nausea, diarrea Non comuni (≥1/1.000 a ≤1/100) Epigastralgia, diarrea ematica, crampi e dolori addominali Molto rare (≤1/10.000) Pancreatite Patologie renali e urinarie Molto rare (≤1/10.000) Nefrite interstiziale, sindrome nefrosica e insufficienza renale Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Molto rare (≤1/10.000) Polmonite eosinofila, polmonite interstiziale Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Molto rare (≤1/10.000) Iperpiressia 4.9 Sovradosaggio Per quanto riguarda le compresse e le capsule a rilascio modificato, ricorrere al lavaggio gastrico ed alla infusione venosa di soluzioni elettrolitiche. Non è noto un antidoto specifico. Non sono noti casi di sovradosaggio a seguito di somministrazioni rettali. 5. PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE Categoria farmacoterapeutica: Acido aminosalicilico ed analoghi. Codice ATC: A07E C02. 5.1 Proprietà farmacodinamiche La Mesalazina (acido 5-aminosalicilico o 5-ASA) è un farmaco di dimostrata utilità nelle malattie infiammatorie croniche intestinali, essendo dotato di effetto antinfiammatorio topico sui tratti della mucosa intestinale interessati dalle lesioni. La sua presenza nel lume intestinale a concentrazioni sufficienti è in grado di inibire efficacemente la biosintesi di derivati del metabolismo dell’acido arachidonico, quali la prostaglandina E2, il trombossano 132 e i leucotrieni, i cui livelli sono abnormemente alti in campioni bioptici prelevati dalla mucosa rettale di pazienti con colite ulcerosa in fase di riacutizzazione. La Mesalazina è la frazione attiva della salicilazosulfapiridina (SASP), farmaco già impiegato in queste forme cliniche. ASACOL compresse gastroresistenti da 400 mg e ASACOL capsule a rilascio modificato da 400 mg contengono Mesalazina in una quantità equivalente a quella teoricamente disponibile dalla completa rottura del legame diazotato rispettivamente di 1 g di SASP. La cessione della Mesalazina a livello dell’ileo terminale e del colon assicura un effetto antinfiammatorio lungo tutto tale tratto. ASACOL sospensione rettale, schiuma rettale e supposte sono forme farmaceutiche che determinano un pronto ed efficiente effetto locale di tipo antinfiammatorio sulle lesioni ulcerative a carico dei tratti terminali dell’intestino. 5.2 Proprietà farmacocinetiche Le compresse gastroresistenti e le capsule a rilascio modificato, rilasciano la Mesalazina nell’ileo terminale e nel colon, grazie alla particolare preparazione farmaceutica che ha la caratteristica di disgregare il proprio rivestimento a pH superiore a 7. Le indagini radiologiche dimostrano che le compresse gastroresistenti e le capsule a rilascio modificato restano integre nello stomaco e nell’intestino tenue e si disgregano nell’ileo terminale e nel colon destro. Assorbimento L’assorbimento della Mesalazina a livello del colon è modesto. La sostanza viene in gran parte eliminata con le feci e i livelli plasmatici sono bassi. In seguito a somministrazione unica di ASACOL compresse gastroresistenti, in dose corrispondente a 2,4 g di Mesalazina, si ottiene un picco plasmatico di 1,3 µg/ml dopo 6 ore. Distribuzione La Mesalazina ha un volume di distribuzione relativamente piccolo di circa 18 L, confermando che la penetrazione extravascolare di farmaco disponibile a livello sistemico è minima, dato che è in linea con l’assenza di qualsiasi effetto farmacologico secondario significativo. La Mesalazina si lega per il 43% alle proteine plasmatiche quando le concentrazioni plasmatiche in vitro sono pari a 2,5 µg/ml. Biotrasformazione La quota assorbita è rapidamente acetilata ad opera della mucosa intestinale e del fegato ad acido acetil-5-aminosalicilico, si lega per la maggior parte alle proteine plasmatiche e viene eliminata nelle urine. Eliminazione La Mesalazina viene eliminata principalmente per via renale nelle urine. La clearance renale dell’acido aceti-5-aminosalicilico è di 201 ml/min. Circa il 20% della dose di 1,6 g si ritrova nelle urine delle 24 ore, quasi completamente in forma acetilata. Le sospensioni rettali, le schiume rettali e le supposte di ASACOL rilasciano la Mesalazina nella parte terminale dell’intestino.Presentano un assorbimento sistemico molto scarso, pari a circa il 10% della dose somministrata nei soggetti con forme infiammatorie intestinali in fase attiva. 5.3 Dati preclinici di sicurezza Dati pre-clinici, basati su studi convenzionali di tollerabilità, tossicità di dosi ripetute, genotossicità, potenziale carcinogenetico, tossicità riproduttiva, non hanno rivelato rischi particolari per l’uomo. 6. INFORMAZIONI FARMACEUTICHE 6.1 Elenco degli eccipienti COMPRESSE GASTRORESISTENTI Mannitolo, Povidone K30, Povidone K90, Sodio amido-glicolato Tipo A, magnesio stearato, Talco, Silice colloidale anidra, Copolimero tipo B dell’acido metacrilico, Trietilcitrato, Ferro ossido rosso (E 172), Ferro ossido giallo (E 172), Macrogol 6000. CAPSULE A RILASCIO MODIFICATO ldrossipropilcellulosa, Copolimero dell’acido metacrilico (acido metacrilico-metile metacrilato copolimero 1:2), Trietilcitrato, Talco, Silice colloidale anidra, Gelatina, Ferro ossido rosso (11172), Ferro ossido giallo (11172), Titanio diossido. SUPPOSTE Gliceridi semisintetici solidi (con lecitina vegetale). SOSPENSIONE RETTALE Silice colloidale, Povidone, Metilcellulosa, Sodio benzoato, Potassio metabisolfito, Acido fosforico, Acqua. GRANULATO PER SOSPENSIONE RETTALE Povidone, Metilcellulosa, Silice colloidale. SCHIUMA RETTALE (Confezione monodose) Gomma xantano, Polisorbato 20, Macrogol monostearato, Sodio edetato, Potassio metabisolfito, Sodio benzoato, Acqua depurata, Propano, Isobutano, n-Butano. SCHIUMA RETTALE (Confezione multidose) Glicole propilenico, Gliceridi caprilico/caprico ossietilenati, Polisorbato 20, Cera emulsionante, Acido citrico monoidrato, Sodio idrossido, Ascorbile palmitato, Acido ascorbico, Metile paraidrossibenzoato, Propile paraidrossibenzoato, Acqua depurata, Isobutano, Propano, n-Butano. 6.2 Incompatibilità Non sono note. 6.3 Periodo di validità 2 anni per compresse gastroresistenti, supposte, sospensione rettale, granulato per sospensione rettale, schiuma rettale; 3 anni per capsule a rilascio modificato, a confezionamento integro. 6.4 Speciali precauzioni per la conservazione Per le compresse: conservare a temperatura non superiore a 30° C. Per le supposte: conservare a temperatura non superiore a 30° C. Per le capsule: prodotto sensibile alla luce: conservare all’interno della confezione originale. Non usare il prodotto se la confezione presenta segni visibili di deterioramento. Non usare oltre la data di scadenza indicata sulla confezione. 6.5 Natura e contenuto dei contenitori COMPRESSE GASTRORESISTENTI Blister di accoppiato PVC/alluminio inseriti in astuccio di cartoncino assieme al foglio illustrativo. 30 compresse gastroresistenti da 400 mg 60 compresse gastroresistenti da 400 mg 24 compresse gastroresistenti da 800 mg 60 compresse gastroresistenti da 800 mg 96 compresse gastroresistenti da 800 mg CAPSULE A RILASCIO MODIFICATO Blister di accoppiato PVC/PVdC/alluminio, inseriti in astuccio di cartoncino, assieme al foglio illustrativo. 50 capsule a rilascio modificato da 400 mg SUPPOSTE Striscia di valve con alveoli preformati di materiale plastico (PVC/PE) rigido, sigillate mediante termosaldatura, ed inserite in astuccio di cartoncino assieme al foglio illustrativo. 10 supposte da 500 mg 20 supposte da 500 mg 28 supposte da 1 g SOSPENSIONE RETTALE Flaconi di politene morbido, inseriti in un astuccio di cartoncino assieme alle cannule rettali, in politene rigido, ed al foglio illustrativo. Sospensione rettale 2 g/50 ml - 7 contenitori monodose 50 ml Sospensione rettale 4 g/100 ml - 7 contenitori monodose 100 ml Sospensione rettale 4 g/50 ml - 7 contenitori monodose 50 ml GRANULATO PER SOSPENSIONE RETTALE Bustine termosaldate di materiale accoppiato (carta - alluminio - politene) inserite in un astuccio di cartoncino assieme al foglio illustrativo. Granulato per sospensione rettale 2 g - 10 bustine SCHIUMA RETTALE (confezioni monodose) Bombolette monodose in alluminio con valvole erogatrici ed annesse cannule rettali, in politene rigido, inserite in un astuccio di cartoncino assieme al foglio illustrativo. Schiuma rettale da 2 g - 7 contenitori monodose Schiuma rettale da 4 g - 7 contenitori monodose SCHIUMA RETTALE (confezione multidose) Bombola multidose in alluminio con valvola erogatrice ed annesse cannule rettali, in politene rigido, inserite in un astuccio di cartoncino assieme al foglio illustrativo. Schiuma rettale da 1 g - 1 contenitore da 14 dosi Schiuma rettale da 1 g - 2 contenitore da 14 dosi 6.6 Istruzioni per l’impiego e la manipolazione Vedi sezione 4.2 Posologia e modo di somministrazione. 7. TITOLARE DELL’AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIO Titolare AIC: GIULIANI S.p.A. Via Palagi 2, 20129 Milano Tel: 0220541. Fax:022054209 Concessionario esclusivo per la vendita in Italia: ZAMBON ITALIA srl Via Lillo del Duca 20091 Bresso (MI) 8. NUMERO DELL’AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIO 30 compresse gastroresistenti da 400 mg A.I.C. 026416014* 60 compresse gastroresistenti da 400 mg A.I.C. 026416329 24 compresse gastroresistenti da 800 mg A.I.C. 026416242* 60 compresse gastroresistenti da 800 mg A.I.C. 026416317 96 compresse gastroresistenti da 800 mg A.I.C. 026416293* 50 capsule a rilascio modificato da 400 mg A.I.C. 026416255 10 supposte da 500 mg A.I.C. 026416127* 20 supposte da 500 mg A.I.C. 026416139 28 supposte da 1 g A.I.C. 026416305 Sospensione rettale 2 g/50 ml - 7 contenitori monodose 50 ml A.I.C. 026416141 Sospensione rettale 4 g/100 ml - 7 contenitori monodose 100 ml A.I.C. 026416154 Sospensione rettale 4 g/50 ml - 7 contenitori monodose 50 mi A.I.C. 026416166* Granulato per sospensione rettale 2 g - 10 bustine A.I.C. 026416091* Schiuma rettale da 2 g - 7 contenitori monodose A.I.C. 026416216 Schiuma rettale da 4 g - 7 contenitori monodose A.I.C. 026416230 Schiuma rettale da 1 g - 1 contenitore da 14 dosi A.I.C. 026416267* Schiuma rettale da 1 g - 2 contenitori da 14 dosi A.I.C. 026416279* *Confezioni non in commercio 9. DATA DI PRIMA AUTORIZZAZIONE/RINNOVO DELL’AUTORIZZAZIONE Data di prima autorizzazione: 30 Luglio 1987. Data rinnovo: 1 giugno 2005. 10. DATA DI REVISIONE DEL TESTO Luglio, 2012 Depositato presso AIFA in data 7/03/2014 - Cod. ZASA049X14B Alla prova del tempo In prima linea da 25 anni