Rassegna stampa del 02 Novembre 2016

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Rassegna stampa del 02 Novembre 2016
USTICA LINES
Mercoledì, 02 novembre 2016
USTICA LINES
Mercoledì, 02 novembre 2016
Trasporti marittimi
01/11/2016 TP24
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Collegamenti con le isole, nuovi orari per la Siremar
02/11/2016 Avvenire Pagina 19
EUGENIO FATIGANTE
Nello scontro tra armatori il governo dà ragione a Moby
02/11/2016 La Repubblica (ed. Palermo) Pagina 2
Là dove c' era una città ora c' è l' erba il sogno...
02/11/2016 La Sicilia (ed. Enna) Pagina 22
Approfondimenti sugli enti locali e sull' Europa
SARA SCARAFIA
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1 novembre 2016
TP24
Trasporti marittimi
Collegamenti con le isole, nuovi orari per la Siremar
La Siremar comunica che da oggi entra in
vigore il nuovo orario valido sino al 31
dicembre prossimo riguardante i collegamenti
con le Isole minori. La società comunica inoltre
che la nave tragetto "Laurana" in servizio sulla
rotta Milazzo­Eolie­ Napoli effettuerà il viaggio
di andata secondo l' orario estivo. Al ritorno
rispetterà le tabelle in vigore da domani. La
motonave "Paolo Veronese" in servizio sulla
rotta Porto Empedocle­Pelagie, partirà
regolarmente alle ore 23,55 effettuando da
domani gli scali secondo i nuovi orari in
allegato. Per aggiornamenti in tempo reale
consultare il sito www.siremar.it . Qui potete
scaricare la tabella con i nuovi orari.
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Avvenire
Trasporti marittimi
Nello scontro tra armatori il governo dà ragione a
Moby
Dalla delocalizzazione alla
'debandierizzazione'. Facendo passare il
neologismo, si può sintetizzare così l' ultima
puntata della battaglia dei mari che ormai da
mesi vede contrapposti i 'big' delle acque
italiane, gli armatori Vincenzo Onorato,
'numero uno' di Moby Lines e patron di
Mascalzone Latino (il team velico che prese
parte a due Coppa America), ed Emanuele
Grimaldi, che oltre all' omonima compagnia
guida Confitarma, la confederazione degli
armatori. Al centro della contesa è la riforma
del governo Renzi, il decreto legislativo 321
che rivisita i benefici fiscali e contributivi già
previsti dalla legge 30 del 1998. Un atto ­ il
decreto ­ che ha ricevuto il 26 ottobre il parere
favorevole delle commissioni della Camera ed
è pronto alla pubblicazione sulla Gazzetta
ufficiale, che farebbe scattare i 18 mesi del
periodo transitorio per adeguarsi alle nuove
norme, rivolte a limitare la concessione degli
aiuti (che arrivano fino all' esenzione totale
d a l l e i m p o s t e s u l l a v o r o ) a l l e navi c h e
imbarcano personale italiano o comunitario e
che operano fra due porti distanti almeno 100
miglia nautiche.
In prima linea c' è appunto Onorato, che ricorre a ogni media per comunicare la sua linea. Nei giorni
scorsi, a esempio, dopo l' ultimo passaggio in Parlamento ha messo su Facebook un post titolato
'Grazie Matteo (Renzi, ndr), il primo governo che si prende a cuore i marittimi italiani' e poi 'Uniti
vinceremo!', arrivando a parlare addirittura di «schiavi del terzo millennio» per i la­ voratori stranieri
imbarcati sulle navi.
Toni forti, bilanciati da quelli di Grimaldi che la settimana scorsa ha 'infiammato' l' assemblea di
Confitarma svelando quella che potrebbe essere la nuova frontiera: il cosiddetto ' flagging out'. «Se il
governo non modifica la norma sulle regole d' imbarco dei marittimi ­ ha detto Grimaldi ­ trasferirò le
mie navi sotto bandiera estera. Ho discorsi già avviati con i ministeri di vari Paesi, tra cui Svezia, Regno
Unito, Finlandia e Malta». In questo modo, le navi della flotta Grimaldi potrebbero aggirare il decreto.
Intuibili sono le ricadute in chiave occupazionale di tale minaccia. Grimaldi parla di 1.500 posti di lavoro
a rischio nel nostro Paese per i soli traghetti. Più grave è il quadro tracciato da Onorato, per questa
ragione uscito da tempo da Confitarma «sbattendo la porta», che arriva a parlare di 20mila posti (per di
più in un settore che vede già migliaia di italiani disoccupati) e presenta la sua come una «battaglia
etica». Non contro gli immigrati, ma per garantire parità nei trattamenti di lavoro. A differenza di
Grimaldi, che ne fa una questione di «competitività », sostenendo come «nella pratica abbiamo provato
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Trasporti marittimi
che l' imbarco regolato di extracomunitari traina l' occupazione anche italiana». La questione è
essenzialmente economica, come la riassume Alessandro Pico, segretario nazionale di Federmar­
Cisal: «Il fatto è che la norma del '98 è stata troppo spesso aggirata, con l' assenso di alcuni sindacati.
Specie sulle tratte con uno scalo internazionale, tipo la rotta Civitavecchia­Sardegna­ Tunisi, basta una
dichiarazione concordata per far sì che alcune compagnie assumano in prevalenza extracomunitari
pagati 6­700 euro netti al mese, anziché gli italiani a 1.500 euro. E in più intascano lo stesso gli aiuti
fiscali. Una evidente distorsione della concorrenza». Le visioni restano diametralmente opposte. A
mediare, non senza difficoltà, ci prova il ministro delle Infrastrutture: «Non vogliamo creare problemi alle
imprese», ha affermato Graziano Delrio. Un compromesso possibile ­ si dice ­ potrebbe essere quello
di limitare l' obbligo a imbarcare 'comunitari' non a tutto l' equipaggio, ma al minimo previsto dalle
norme di sicurezza. Ma Onorato rilancia: «NOn si può scherzare, la sicurezza dipende molto dalla
qualità dei marittimi».
RIPRODUZIONE RISERVATA Vincenzo Onorato Emanuele Grimaldi.
EUGENIO FATIGANTE
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La Repubblica (ed.
Palermo)
Trasporti marittimi
Là dove c' era una città ora c' è l' erba il sogno delle
maxi­opere diventa incubo
Passante e anello ferroviario al rallentatore. Il
Politeama aspetta il piano salva­palme Nei
recinti fra via Sicilia e viale Campania solo
spazzatura e verde incolto SARA SCARAFIA
Le erbacce alte più di un metro lambiscono il
muro di acciaio. Le piante infestanti spuntano
qua e là, tra cumuli di terra e spazzatura. Il
teatro Politeama è a due passi. Il cantiere dell'
anello ferroviario nel cuore della città è
diventato il simbolo del degrado: in piazza
Castelnuovo i lavori sono fermi da quasi un
anno e la grande bruttezza avanza. Nello
spazio recintato crescono erbacce che
nessuno taglia, si accumulano rifiuti che
nessuno raccoglie. Lo stesso accade in via
Sicilia, viale Lazio e viale Campania, dove in
mezzo alle sterpaglie sono spuntati anche i
fiori dell' abbandono, quelle finte margherite
che crescono solo dove nessuno cura il verde.
Degrado e spazzatura pure in vicolo Bernava:
lì dove si è arenato il cantiere del passante
ferroviario ­ fermo per una galleria lunga due
chilometri e incompleta per 56 metri ­ l' area
recintata sembra uno spazio dal quale si è
fuggiti in fretta, molto tempo fa.
C' ERA UNA VOLTA UNA PIAZZA «Rispetto a
una anno fa i nostri affari sono crollati: se il
cantiere andasse avanti, stringeremmo i denti. Ma così è inaccettabile », si sfoga Mauro Aliotta, del bar
"Il Golosone" di piazza Castelnuovo. «Una bruttezza inaccettabile », gli fa eco Alessandro Bruno, dell'
associazione "Palermo indignata". Il Comune la settimana scorsa ha chiesto a Rfi di sapere perché
piazza Castelnuovo rimane trincerata se il cantiere è fermo: qui dove secondo il progetto sorgerà la
stazione ferroviaria, i lavori sono bloccati in attesa della variante che dopo le proteste dei cittadini
risparmierà le palme. «Ma quanto tempo ci vuole? ­ si domanda "Palermo indignata" ­ E perché nell'
attesa la piazza rimane negata e abbandonata al degrado?». Da Rfi, committente dell' opera, ieri non è
stato possibile ottenere alcuna risposta. «Attendiamo di sapere se la piazza può essere
temporaneamente liberata e ripulita», dice il vicesindaco Emilio Arcuri.
IL DESERTO DI VIA LAZIO I ritardi, di per sé difficili da digerire, diventano intollerabili quando invece
dell' opera agognata avanza il degrado. Anche in viale Campania, viale Lazio e via Sicilia le aree
recintano solo erbacce e spazzatura: i residenti sono esasperati. E del resto come potrebbe l' opera
avanzare senza nuove risorse, nuovi mezzi e nuovi operai?
L' OPERA IN STALLO Sui lavori incombe già un ritardo di un anno. Francesco Piastra, segretario della
Fillea­Cgil, non nasconde la preoccupazione: «A settembre in prefettura è stato firmato un nuovo
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La Repubblica (ed.
Palermo)
Trasporti marittimi
cronoprogramma: ma cosa ne è stato del potenziamento della forza lavoro che era stato annunciato?
Attualmente gli operai impiegati sono una trentina e invece ne servirebbero novanta». La settimana
scorsa l' ultimo incontro tra i sindacati e il commissario straordinario di Tecnis, Saverio Ruperto, si è
chiuso con un nulla di fatto.
Sull' andamento dell' appalto pesano le difficoltà economiche: non arrivano nuovi materiali né nuovi
lavoratori. Ma a pesare è anche l' incognita Ruperto: il commissario non sa se a febbraio, quando
scadrà il suo mandato, verrà riconfermato. Nell' incertezza è tutto fermo o quasi: in via Amari ci sono
quattro trivelle ma ne funzionano solo due, mentre gli scavi in via Crispi vanno piano pure a causa del
tira e molla tra impresa e Autorità portuale per la consegna delle nuove aree e per le spese sullo
spostamento delle sottoreti. In via Amari i commercianti sono così esasperati da passare i giorni a
contare i pochi operai al lavoro.
SOS PASSANTE Oggi intanto Comune, Rfi e Sis si riuniscono in prefettura per discutere il futuro del
passante ferroviario dopo la minaccia dell' impresa a Rfi di licenziare tutti gli operai. Alla base della
tensione c' è uno scontro economico che pare rientrato. Ma sul destino dell' opera da un miliardo che
dovrebbe collegare a doppio binario Palermo con l' hinterland pesa ancora l' incognita galleria: tra via
Imera e piazza Lolli la galleria sotterranea non è stata ancora completata perché le ruspe tirano su solo
un fiume di acqua e sabbia. Per completare i lavori, Rfi ha deciso di abbattere le palazzine a ridosso
dello scavo: ma la pratica è ferma alla Regione da più di quattro mesi.
Piazza Castelnuovo, cantiere dell' anello ferroviario Via Emerico Amari, cantiere dell' anello ferroviario
Via Sicilia, cantiere dell' anello ferroviario Vicolo Bernava, cantiere del passante ferroviario.
SARA SCARAFIA
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La Sicilia (ed. Enna)
Trasporti marittimi
INIZIATIVA DI GIOVANI "DEM "
Approfondimenti sugli enti locali e sull' Europa
Giovani a confronto nella prima scuola di
formazione politica, dedicata a "Enrico Vetri",
voluta dalla federazione provinciale di Enna
dei Giovani democratici.
La due giorni di via dello stadio, nel fine
settimana, ha stimolato il confronto tra giovani
dai 14 ai 30 anni da tutta la Sicilia sul tema
"dagli enti locali all' Europa".
Quattro i momenti tematici delle giornate, "Enti
locali e rapporto tra essi e Regione Sicilia", "Il
buon governo delle risorse, "Lavoro, bilancio e
formazione", "Un' Italia più forte per un' Europa
più giusta", affrontato dai numerosi relatori tra
esponenti della politica e delle istituzioni e dei
giovani democratici locali e regionali.
La riflessione politica è andata dalle vicende
locali all' Europa, da come ci si muove in
consiglio comunale alle grandi questioni del
Mediterraneo, dalla formazione in Sicilia ai
problemi legati alle infrastrutture, dalla
questione del costo dei traghetti sullo stretto a
quello dell' utilizzo dei bandi europei destinati
alla Regione. Non sono mancate nel dibattito
con gli esponenti regionali le questioni sull'
autodromo di Pergusa e sulla mancata
prosecuzione dei lavori al Castello di
Lombardia. La partecipazione attiva dei
giovani, ha dato l' idea di una voglia enorme di fare politica, imparare, pensare e fare classe dirigente.
Dice il segretario provinciale dei Gd Adriano Licata «in due giorni, più di 80 ragazzi si sono confrontati
su temi di rilevante importanza, faccia a faccia con i rappresentanti di ogni livello istituzionale. Ringrazio
la segreteria e in particolare il responsabile alla formazione La Porta, gli ospiti e la comunità dei Giovani
democratici della federazione di Enna, la cui crescita passa da appuntamenti come questo».
T. T.
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