Camorracomix - liceo De Chirico
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Camorracomix - liceo De Chirico
16 marzo 2009 Torre Annunziata: barzellette per ridicolizzare i boss e la camorra v f p Un’iniziativa anti-camorra che parte proprio da un territorio dove l’emergenza criminalità è più forte. Torre Annunziata, da sempre terra fertile della camorra, vede nascere una singolare idea per “sbeffeggiare” i clan. Barzellette e pannelli con fumetti in cui la camorra viene ridicolizzata dai ragazzi dell’Istituto d’Arte “de Chirico”. Un’iniziativa nata dalla voglia degli insegnati, in particolare i professori Foscolo e Ferro, e quella degli studenti di trovare un modo per parlare di un tema serio interagendo in modo concreto. “Ci abbiamo pensato e dopo un’assemblea – ha spiegato Felicio Izzo dirigente scolastico del “de Chirico”– è stato dato l’ok a questa iniziativa nell’intento di affrontare temi importanti in maniera diversa che servisse a coinvolgere attivamente i ragazzi ed a sollevare la loro attenzione e sensibilità sulla questione camorra”. Allora ecco che sono nate delle tavole con barzellette e fumetti che prendono in giro i camorristi. “Abbiamo sostituito i protagonisti delle classiche barzellette sui carabinieri o sui mariti traditi – ha spiegato Felicio Izzo – con i camorristi. E’ una maniera di rappresentare i componenti dei clan in maniera irridente”. Un’iniziativa apprezzata anche dai ragazzi. A creare le tavole sono stati, infatti, gli studenti della 3C e della 5E utilizzando le tecniche apprese durante le lezioni che hanno permesso loro di poter esporre queste opere alla chiesa S. Francesco di Paola, a Napoli, in occasione della marcia anti-camorra prevista per il 21 marzo. Proprio riguardo la manifestazione i ragazzi hanno tenuto a precisare come “abbiamo incontrato don Ciotti la settimana scorsa ed è stato un momento bellissimo in cui ha parlato anche delle nostre tavole-barzellette contro la camorra”. L’intero istituto De Chirico parteciperà, infatti, alla marcia organizzata dall’associazione Libera in occasione della giornata anti-camorra. Intanto ad esprimere la sua soddisfazione in merito all’iniziativa dei ragazzi dell’Istituto d’Arte è stato proprio il Dirigente Scolastico Felicio Izzo che ha sottolineato come : “I ragazzi sono stati straordinari ed hanno dimostrato di avere molta sensibilità nei confronti di temi delicati e sempre attuali che nei nostri territori sono particolarmente sentiti”. “Viviamo in una città dove la presenza della camorra è innegabile – ha precisato Izzo – e spesso i nostri ragazzi fuggono per cercare un futuro che qui non riuscirebbero ad avere. Segnali come questo servono a dimostrare che qualcosa sta cambiando e che anche Torre Annunziata cambia”. Ma quella della de Chirico non è la prima realizzazione anticamorra: qualche mese fa infatti furono creati dei cortometraggi che come set avevano lo stesso utilizzato nel film “Fortapache” sul giornalista Giancarlo Siani. Questo un esempio di barzelletta ridicolizzante: “Due camorristi decidono di andare a prostitute. Il primo torna e, scontento, racconta: – Ma ‘o saje ca nun m’è piaciuto propeto… È meglio muglierema! E il secondo: – È overo: È meglio mugliereta!”. I ragazzi presenteranno quindi aneddoti, gag, vignette e freddure per prendere in giro i camorristi e manifestare il loro dissenso. Un segnale forte che parte dai giovani di Torre Annunziata che alzano la voce per dire “no” alla camorra, “no” alla criminalità, “no” al sangue versato da innocenti. 16 marzo 2009 Torre Annunziata: barzellette sui boss per ridicolizzare la camorra L´idea di ridicolizzare i boss del napoletano è venuta agli alunni dell´Istituto d´Arte “de Chirico” di Torre Annunziata (Napoli), che hanno indetto una sorta di concorso per storielle che prendano in giro i camorristi. “È una maniera di rappresentare il camorrista in maniera irridente”, racconta Felice Izzo, dirigente scolastico del de Chirico. I ragazzi presenteranno quindi aneddoti, gag, vignette e freddure per prendere in giro i camorristi e manifestare il loro dissenso. Parte del materiale, realizzato in collaborazione con alcuni studenti di scuole siciliane, sarà presentato il 21 marzo a Napoli in occasione della Giornata Nazionale Contro le Mafie organizzata da Libera. “Crediamo – conclude Izzo – che sia una maniera per sensibilizzare sul tema bypassando conferenze e convegni”. fotografie: Massimiliano Colombo Buttiamola sul ridere: a scuola concorso di barzellette sui boss NAPOLI – concorso di barzellette sui boss. A scuola i clan si combattono con le risate. Per battere la camorra può servire anche una barzelletta. L’idea di ridicolizzare i boss del napoletano è venuta agli alunni dell’Istituto d’Arte “de Chirico” di Torre Annunziata che hanno indetto una sorta di concorso per storielle che prendano in giro i camorristi. “È una maniera di rappresentare il camorrista in maniera irridente”, racconta Felice Izzo, dirigente scolastico del “de Chirico” al Mattino. I ragazzi presenteranno quindi aneddoti, gag, vignette e freddure per prendere in giro i camorristi e manifestare il loro dissenso. Parte del materiale, realizzato in collaborazione con alcuni studenti di scuole siciliane, sarà presentato il 21 marzo a Napoli in occasione della Giornata Nazionale Contro le Mafie organizzata da Libera. “Crediamo – conclude Izzo – che sia una maniera per sensibilizzare sul tema bypassando conferenze e convegni”. BARZELLETTE CONTRO – La camorra si combatte anche con le risate. I boss ridicolizzati dagli allievi dell’artistico de Chirico 16 marzo 2009 Le barzellette nuovo strumento di legalità Aneddoti, gag e vignette sul tema della malavita e simpatiche barzellette che trasformano anche il più terribile dei camorristi in un personaggio ridicolo, goffo e insignificante. È il senso del progetto realizzato da alunni e docenti dell’Istituto d’Arte “de Chirico” di Torre Annunziata, in collaborazione con alcuni studenti siciliani e napoletani, per manifestare dissenso e distanza da una criminalità troppo diffusa e manifesta. Il materiale raccolto dai ragazzi, che vivono in un contesto sociale difficile, è già oggetto di uno spot televisivo premiato a Pagani dall’Associazione Libera e sarà presentato, in anteprima, il prossimo 21 marzo a Napoli in occasione della XIV Giornata della Memoria e dell’Impegno per le vittime delle mafie. “E’ un modo per rappresentare il camorrista in modo irridente” sottolinea il dirigente della “de Chirico”, Felice Izzo. Contenti gli alunni: “Crediamo che questa sia una maniera per sensibilizzare al tema della legalità bypassando conferenze e convegni”. 18 marzo 2009 Studenti al lavoro Combattere la camorra? Si può anche con l’ironia Gli studenti d’un istituto d’Arte di torre Annunziata e quelli d’un liceo artistico di Napoli impegnati nel progetto “camorracomix”: hanno elaborato vignette e barzellette non più sui carabinieri, ma sui camorristi. Camorristi, una risata vi seppellirà: Tutto il ridicolo degli uomini d’onore Altro che carabinieri: stavolta gli studenti ironizzano sulla brutalità dei delinquenti con pungenti barzellette Chiara Marasca NAPOLI – L’arma dell'ironia contro l’arroganza della camorra. La risata come strumento per demolire una serie di falsi miti diffusi tra i giovani (e i meno giovani). Il “camorrista” non è più il furbo, il vincente, quello che gode di ricchezza e rispetto, ma diventa un personaggio “da barzelletta”, che dispensa stupidità e rozzezza di spirito ad ogni battuta. Il progetto “Camorracomix”, curato dal docente Domenico Foscolo, nasce dalla collaborazione tra l’Istituto Statale d’Arte “Giorgio de Chirico” di Torre Annunziata, diretto da Felicio Izzo, e il Liceo Artistico Statale del centro storico di Napoli. Negli sketch, la figura del camorrista prende il posto dei protagonisti delle barzellette “classiche” (e spesso razziste), e cioè l’ebreo, il cornuto, il carabiniere, il terrone, ed esprime la somma delle qualità negative attribuite, nei racconti umoristici, a quelle categorie: ignoranza, avidità, stupidità, volgarità, violenza, superbia. “Proponiamo una specie di razzismo educativo, perché non colpisce un essere, ma un modo di essere”, spiega il professor Foscolo, che insegna “Disegno dal Vero” e che già due anni fa, all’Istituto “Europa” di Pomigliano d’Arco, aveva curato un progetto analogo. Perché la barzelletta? “Perché sfrutta un linguaggio immediato, vicino a quello degli studenti, e permette di affrontare temi delicati come la cultura antimafia senza annoiarli, coinvolgendoli”. Scrivere uno sketch, inoltre, significa esplorare ambiti disciplinari diversi: lingua, in questo caso anche il dialetto, struttura del testo, storia, sociologia, e addirittura, se pensiamo a una barzelletta sull’uso delle droghe o sui mercati illegali, scienze ed economia. Diciassette vignette e centosettanta barzellette, con l’obiettivo dichiarato (e raggiunto) di mostrare il ridicolo che si cela dietro al malcostume e ai comportamenti antisociali. Trentaquattro in tutto gli studenti che si sono cimentati nella scrittura (consulente per il dialetto Pasquale Russo) e nel disegno creativo (coordinati dalla docente Mara Ferro). Ecco, qui di seguito, un florilegio di questo loro lavoro: MIO ZIO È UN GENIO Intercettazione ambientale (Un camorrista parla con un suo amico) - Uà… zitemo è nu genï: ha pigliato ‘a garrozzeria ‘e na mercedè, ‘o mudore ‘e na ferrari, ‘e rote ‘e na fort, ‘e siggiuline ‘e na gadillàccheta... - E che ha fatto? Na machena nova? - No: duje anni ‘e calera! IL ROMBO Fiammetta Di Peto, figlia di un boss, a trentasei anni riesce ad arrivare all’esame di terza media. Dopo la prova di Geometria esce sconsolata. La sua amica del cuore, che l'aveva accompagnata, s’informa: - Comm’è juto? - Songo stada bucciata! - E pecché? - Nun ‘o saccio, m’hannu ritto: ‘e fá nu rombo… e ie aggiu fatto: “BRRRUUUMMMM... BRRRUUUMMM…” - E chille appirciò t’hannu abbucciata! T’hannu circato nu rombo… E tu n’ê fatto ruje! IL PESCE PALLA Due camorristi sono in visita all'acquario. Uno dice all’altro: - Guadda ‘a là: ‘o pisce palla! - Allora l’altro senza esitare un attimo prende la pistola e spara uccidendo il pesce! Visto, poi, lo sguardo interrogativo del primo,sentenzia: - Muto s’eva stà! IL MATRIMONIO IMPOSSIBILE Intercettazione ambientale (Il fidanzato della figlia di un boss alla ragazza) - Tesò, ma tu nu juorne me spusarraje? - Amó, penze proprito che nun è pussippila! Dint’a fameglia nosta ce sta l’appitutina ‘e ce spusà fra nuje: ‘a zia se spusaje cu ‘o zio, ‘a nonna se spusaje cu ‘o nonno, mammà se spusaje cu papà... GIORNO DI PAGA Giorno di paga nel clan dei Capavota. Il cassiere della banda chiama gli affiliati uno per volta seguendo l’elenco: - “Capa ‘e puorco”: 1.800.000 èvero. “Funa ‘n ganna”: 1.800.000 èvero. “Muorto arletto”: 1.800.000 èvero… E continua così fino alla fine della lista. Dopo aver pagato tutti, il contabile esclama: - Ma guarda nu pogo stu scemo ‘e “Totale”: è chillo ca ha d’avé chiú assaje ‘e tutte quante… Ma nun si apprisenta maje! ATTENTO A COME PARLI Qual è la cosa che non devi assolutamente dire ad un camorrista che ti chiede se la sai l'ultima? “Dai: spara!” LE TUTE MIMETICHE Intercettazione ambientale (Un camorrista parla con l’affiliato che sorveglia l’arsenale del clan) - E tiene ‘e tute mimetighe? - Sí… ma ‘un ‘e riuscimme chiú alle truvà! 30-marzo-2009 Una risata seppellirà Gomorra Torre Annunziata La sfida di “'Camorra Comics” Le vignette antiboss nascono all’Istituto d’Arte. ANTONIO DE LORENZO TORRE ANNUNZIATA Il loro motto è “una risata vi seppellirà”. Hanno messo impegno, passione e – naturalmente – forza comica. Adesso aspettano un editore, qualcuno che possa pubblicare e diffondere i loro lavori. Su tutto il territorio nazionale, visto che la camorra ha il cuore al Sud ma il portafoglio al Nord. Battute fulminanti «C’è Tonino il killer?» «E’sotto la doccia» «Allora ho sbagliato» Sì, la camorra. Perché il camorrista è il bersaglio di “CamorraComix”, duecento barzellette affiancate da vignette satiriche pensate e realizzate dagli studenti dell’Istituto d’Arte “Giorgio de Chirico” di Torre Annunziata, nel Napoletano. Storielle che smantellano il mito del “guappo” ricco e potente, abbattono la figura del boss infallibile da imitare e – il che non guasta – fanno ridere. Perché anche con un sorriso si può sconfiggere la camorra. Ridicolizzarla, mortificarla. Come accade nella storiella che ha come protagonista il padrino Franchino, superboss del quartiere “Guasto”, in attesa fuori la sala parto. Nasce un bimbo nero. L’infermiera lo porge al capoclan e domanda: “È suo?” Un attimo di silenzio e la risposta: “Può essere, mia moglie brucia sempre tutto!” E ancora, telefonata surreale tra due famiglie di camorristi: “Pronto? Mi passate Tonino il killer?” “Certo. Vado a chiamarvelo: sta facendo la doccia”. “La doccia? Scusate, allora ho sbagliato numero”. Ma è soprattutto il binomio camorra-denaro ad essere intaccato dalla corrosiva ironia dei giovani di Torre Annunziata. Come nella storiella in cui il boss neoarricchito torna dall’antiquario presso cui ha acquistato dei mobili. “La sedia Luigi ics-vu (Luigi XV) che ho comprato la scorsa settimana…”. Il negoziante lo previene: “Non è di vostro gradimento?” Il camorrista: “No è una bella sedia, solo che io sono un po’ grassottello… Potreste farmi provare una Luigi XL?”. E anche i perniciosi luoghi comuni vengono cancellati. L’equazione napoletano=camorrista viene spazzata via con la rapidità di una freddura. Ecco un esempio. Domanda: C’è un palazzo di tre piani: al primo abitano dei napoletani, al secondo dei mafiosi, al terzo dei camorristi. Una mattina viene un terremoto fortissimo e il palazzo crolla. Muoiono tutti, eccetto i napoletani: perché? Risposta: Erano andati tutti al lavoro! “L’ironia, quella di cui hanno fatto mostra i nostri ragazzi, – spiega il professor Domenico Foscolo, che ha fatto da guida agli alunni grazie anche alla consulenza del dirigente scolastico Felicio Izzo costituisce il modo più efficace per affrontare la sostanza del problema, per spostare sul piano dell’emotività diretta un dibattito vitale, per demitizzare anche la squallida grandezza del male e farne oggetto di barzelletta, di irrisione”. Ma “CamorraComix” non è la prima iniziativa del “de Chirico” nell'ambito della legalità. “Chi mafia uccide anche te, digli di smettere” è un tentativo – riuscito – di utilizzare parole e immagini per lanciare il proprio slogan contro la mafia. Il format è stato uguale per tutti: la scritta, listata a lutto, che appare sul classico pacchetto di sigarette. Ebbene in questo spazio i giovani studenti hanno lanciato le briglie della propria creatività. Nessun premio a chi ha partecipato ai lavori. Ma la possibilità di esprimere la propria opinione e la soddisfazione di vedere il proprio lavoro utilizzato per una mostra itinerante è valso ben più di un semplice riconoscimento. E il risultato è stato stupefacente. La scritta “La camorra provoca il cancro” associata ad un discarica abusiva o l’utilizzo di un “ossimoro visibile”, contrapponendo cioè frasi rassicuranti ad immagini forti. Un esempio su tutti è la foto di una cella con la scritta “La camorra organizza villeggiature”. Adesso la ricerca si sposta fuori dalle mura dell’Istituto d’Arte. L’obiettivo è individuare un editore che possa fornire un’adeguata cassa di risonanza al progetto. “Una pubblicazione – spiegano gli insegnanti – magari con il patrocinio del Comune o della Provincia di Napoli. Tanto per ribadire che se è vero che alle nostre latitudini e in particolare nella nostra città non è facile vivere, è altrettanto se non più vero, che è ancor più difficile vederla morire senza avvertire la necessità di fare qualcosa”, concludono.