Notiziario - FIGC Settore Tecnico Coverciano

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Notiziario - FIGC Settore Tecnico Coverciano
Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Roma
N° 3/2011
PEP GUARDIOLA
A COVERCIANO
L’
allenatore del Barcellona Pep Guardiola ha fatto visita lo scorso 7
luglio al Centro tecnico di Coverciano, ricevuto da Roberto Baggio,
suo ex compagno di squadra nel Brescia e ora presidente del Settore Tecnico Figc. Presenti, tra gli altri, anche il ct della Nazionale Cesare Prandelli e il direttore della Scuola allenatori Renzo Ulivieri. Successivamente
Guardiola si è incontrato con gli allievi del corso di Seconda categoria.
SOMMARIO
ORGANIGRAMMA DEL SETTORE TECNICO
4
CALCIO GIOVANILE
FRETTA DI GIOCARE E DI VINCERE
di Aldo Dolcetti e Silvio Valanzano
UEFA/NEWS
EPATITI NEL CALCIO PROFESSIONISTICO
di Marco Viani
11
di Isabella Croce
14
ALLENATORI ALLO SPECCHIO DI FRANCESCO: LA MIA FILOSOFIA CALCISTICA?
L’INTERVISTA
CERCARE IL RISULTATO CON IL BEL GIOCO
6
METODOLOGIA
DELL’ALLENAMENTO
LO SVILUPPO DELLA FORZA
DEGLI ARTI SUPERIORI
di Nicolò Prandelli
18
SCUOLA ALLENATORI
LA FASE OFFENSIVA NEL MODULO 4-2-3-1
di Alfredo Aglietti
24
SCUOLA ALLENATORI
COME MANTENERE E RINNOVARE
L’ATTENZIONE ALTRUI
di Felice Accame
37
STUDI E RICERCHE
LA VIDEO TRAINING ANALISI
di Mauro Testa
39
Impaginazione,
disegni e stampa
Arti Grafiche Boccia S.p.a.
Via Tiberio Claudio Felice, 7
84131 Salerno
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non verrà restituito.
La riproduzione di articoli o
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citata la fonte.
Direttore
Fotografie
Poste Italiane s.p.a
Roberto Baggio
Archivio Settore Tecnico FIGC
AS foto
Foto CGE
Foto SABE
GMT
Maurizio Pittiglio
Sabattini
Antonio Trogu
Ufficio Stampa FIGC
Sped. in abb. Post. D.L. 353/2003
Direttore Responsabile
Franco Morabito
Hanno collaborato a questo numero
Felice Accame, Alfredo Aglietti, Isabella Croce, Aldo Dolcetti,
Roberto Guidotti, Gianfranco Laperuta, Paolo Piani, Niccolò
Prandelli, Maria Grazia Rubenni, Carlo Salvadori, Mauro Testa,
(conv. in L. 27/02/2004 n. 46)
art. 1, comma 2, DCB ROMA
Registrazione del Tribunale di Firenze
del 20 maggio 1968 n. 1911
Il n. 3/2011 del Notiziario
è stato chiuso in tipografia
il 12 settembre 2011
Renzo Ulivieri, Silvio Valanzano, Marco Viani
3
ORGANIGRAMMA DEL SETTORE TECNICO
CONSIGLIO DIRETTIVO
Presidente
Vice Presidenti
Osvaldo Carbonari (Lega Nazionale Dilettanti)
Roberto Baggio
Enrico Demarchi (Lega Pro)
Giuseppe Marotta (Lega Nazionale Serie A)
Componenti
Diego Bonavina (A.I.C.)
Enrico Castellacci (L.A.M.I.C.A.)
Giovanni Gardini (Lega Nazionale Serie B)
Stefano Fiorini (A.I.P.A.C.)
Vittorio Petrone (F.I.G.C.)
Cesare Prandelli (C.t. Squadra Nazionale)
Giuliano Ragonesi (A.I.A.C.)
Carlo Regalia (A.DI.SE.)
Gianni Rivera (S.G.S.)
Alfredo Trentalange (A.I.A.)
COMITATO ESECUTIVO
Componenti
Roberto Baggio (Presidente)
Osvaldo Carbonari (Vicepresidente)
Enrico Demarchi (Vicepresidente)
Giuseppe Marotta (Vicepresidente)
Diego Bonavina
Vittorio Petrone
Giuliano Ragonesi
SEGRETARIO E DIRETTORE DEL CENTRO TECNICO FEDERALE
Paolo Piani
SCUOLA ALLENATORI
Direttore
Renzo Ulivieri
4
SEZIONE PER LO SVILUPPO DEL CALCIO GIOVANILE E SCOLASTICO
Responsabile
Gianni Rivera
Componenti
Vittorio Petrone (Coordinatore)
Giancarlo Camolese (Vice coordinatore)
Barbara Benedetti (Attività scolastica)
Stefano D’Ottavio (Metodologie didattiche)
Riccardo Manno (Calcio a 5)
Enrico Maria Sbardella (Calcio femminile)
Maurizio Viscidi (Attività agonistica giovanile)
Paolo Zeppilli (Medicina)
SEZIONE MEDICA
Responsabile
Coordinatore
Paolo Zeppilli
Luca Gatteschi
LABORATORIO DI METODOLOGIA DELL’ALLENAMENTO
E BIOMECCANICA APPLICATA AL CALCIO
Responsabile
Carlo Castagna
CENTRO STUDI E RICERCHE
Responsabile
Coordinatore
Paolo Piani
Felice Accame
UFFICIO STAMPA E DIREZIONE NOTIZIARIO
Franco Morabito
COMMISSIONE DISCIPLINARE
Presidente
Vicepresidente
Alberto Maria Bruni
Giovanni Taddei Elmi
Componenti
Gaetano Casale
Salvatore Scarfone
5
CALCIO GIOVANILE
FRETTA DI GIOCARE E DI VINCERE
di Aldo Dolcetti* e Silvio Valanzano**
PREMESSA PER UNA CONSIDERAZIONE TECNICA
il nostro attuale panorama calcistico: “Difesa folta, marcature rigide, con-
Ormai sono diversi anni che in Italia si parla assiduamente di calcio spa-
tropiedi e spunti individuali; un sistema di gioco che in Italia può dare risul-
gnolo e Barcellona. Se ne parla dappertutto e di continuo soprattutto
tati ma con tutti i limiti che il calcio europeo ha evidenziato; portieri che non
perché quel calcio ha vinto molto in concomitanza con i nostri insuc-
partecipano al gioco, attaccanti estranei agli schemi, centrocampista prepo-
cessi (con l'unica eccezione dell'Inter mourinhiana): la nazionale spa-
sto più a rompere che a costruire e mezzapunta che deve dare emozioni e
gnola è campione d'Europa e campione del Mondo in carica, le nazionali
fare quello che vuole in un contesto non definito; spero di essere smentito
giovanili hanno vinto 5 competizioni europee negli ultimi 5 anni, il Bar-
ma in Europa senza un calcio ‘diverso’ dalle nostre tradizioni, la vedo dura”.
cellona ha primeggiato in quasi tutti i tornei più recenti ai quali ha par-
Lo sottolineo come premessa fondamentale perché il nostro calcio è
tecipato. È uno dei cicli più vincenti di un singolo paese nella storia del
sempre stato proiettato alla vittoria da raggiungere in un modo o nell’al-
calcio, che abbina ai risultati ottimali una filosofia di gioco chiara e rico-
tro. Già nel 1965, Gianni Brera scriveva: “Negli anni ’40 le nostre squadre
noscibile. Il “pase y control”, passaggio e controllo, il “tic-toc”, il rintocco
eccellevano quando riuscivano a fondere il calcio atletico del Nord Europa
dell'orologio, come lo ha definito uno dei suoi interpreti più efficaci, il
e il calcio giocolieristico del Sud America. Siamo infatti simili ai danubiani,
centrocampista catalano Xavi, scandisce il tempo di un gioco fraseggiato
quindi era normale che le propensioni più schiette le nutrissimo per quel cal-
all'inverosimile, quasi ipnotico, che vede l'austera semplicità di un pas-
cio improntato dal vigore atletico ma anche da un discreto giocolierismo; a
saggio assumere d'incanto grazia e maestosità nel suo moltiplicarsi. È
quello noi italiani abbiamo aggiunto lo scatto naturale delle punte e la mas-
un'interpretazione orchestrale originale, basata soprattutto sulla legge-
siccia potenza dei difensori; il modulo dominante era la difesa chiusa e il
rezza di strumenti a fiato e sulla rinuncia alle percussioni, dove la fisicità
contropiede e la nazionale aveva ottenuto, grazie a quel modulo, risultati
sbalordisce davanti all’impalpabile, dove il singolo giocatore è avvicina-
largamente superiori all’effettivo livello tecnico vigente nel Paese”.
bile ma il gioco corale imprendibile. Un'idea di gioco arrivata al culmine,
Insomma, da sempre siamo molto pragmatici, per cui altre e diverse in-
coltivata con pervicacia e costanza, anche e ancora quando i risultati
terpretazioni di gioco (di alcuni allenatori italiani pionieristici, di alcuni al-
non arridevano. Lo scrittore francese Honoré de Balzac affermava che
lenatori stranieri o della rivoluzione sacchiana) non hanno mai attecchito
“la pazienza è ciò che più assomiglia al procedimento che la natura usa nelle
completamente, non hanno portato ad un reale cambiamento, ossia ad
sue creazioni”, e calza perfettamente con l'impianto di gioco spagnolo
un’uniforme ed evidente scuola calcistica più, diciamo, coraggiosa e pro-
che colpisce proprio per la naturalezza finale del suo fluire. Un impianto
positiva. Si è creato invece uno scenario contaminato, irrisolto e in verità
di base, lasciato in fermentazione inalterata negli anni, rabboccato di
anche prezioso. Il campionato italiano risulta infatti essere il più difficile
volta in volta con nuove energie, ma senza mai intaccare la primogeni-
per la varietà di intendimenti tattici, per l’assenza di partite semplici e
tura di un'estetica di fondo che ha rincorso a lungo l'utopia della bel-
per l’esagerata pressione del mondo mediatico e dei tifosi.
lezza fino a trovare alla fine, quasi per incanto, la scintilla illuminante
Ne viene fuori che non abbiamo un pensiero forte: se facciamo risultato
dell'efficacia che ne accendesse il covato splendore. Difficile pensare che
siamo a posto, altrimenti non va bene niente.
un tipo di calcio così possa essere mutuato altrove, specie in un paese,
come il nostro, che viene da tradizione radicalmente diversa, aggrappata ad un concetto molto più speculativo. Arrigo Sacchi sintetizza così
6
*Allenatore Milan Primavera
**Collaboratore Settore Tecnico FIGC
Ecco perché se i risultati non fossero stati così brutti, dopo il Mondiale
ciatori, migliori da ogni punto di vista. La ricetta non sta nell’assunto che
vinto nel 2006 nessuno avrebbe decantato il calcio spagnolo. Avrebbero
“oggi i difensori non sanno più marcare”, come se fosse quella la strada
detto: sì, giocano bene, ma poi non vincono!
per ritornare alle nostre vittorie. Nemmeno nel retorico “non deve con-
Quello che è stato detto e si continua a dire dell’Olanda o come, ad
tare il risultato ma la prestazione”, perché in realtà l’obiettivo vittoria è
esempio, si può dire ancora oggi per il Portogallo, fino a quando per un
importante, al pari della modalità per raggiungerla. Meglio quindi l’ov-
qualche motivo inizieranno a vincere un trofeo ed allora tutti sposte-
vietà alla Catalano (e in questo caso non c’entra la regione spagnola): “è
ranno l’attenzione su di loro, sui loro vivai e sulla loro espressione di
importante giocare bene e vincere”. Meglio ancora di più pensare come
gioco. Nazioni come Spagna, Olanda e Germania esprimono un gioco
mettere maggiormente alla prova il giovane calciatore di 16-17-18-19
propositivo! Con una mentalità acquisita in casa: giovani che crescono at-
anni in contesti più competitivi e intensi.
traverso un lavoro mirato! Niente di casuale!
Il percorso è lungo e complesso, si deve pensare a tutto il movimento
Il Barcellona non è imitabile? È vero, questa squadra è una creatura unica.
calcistico italiano, l’attività di base e quella agonistica di tutte le Società
Ha preso una fisionomia che forse nemmeno Guardiola avrebbe pensato,
professionistiche e dilettanti. Uno dei cardini potrebbe coincidere al-
al punto che l’osservazione svela una semplicità di concetti dietro cui c’è
meno con una segnalazione banale: i giovani calciatori devono es-
però un’elevatissima abilità tecnica e mentale. Le metodologie di allena-
sere formati a non avere paura di giocare la palla. Tutti i giocatori,
mento della Cantera prevedono sempre l’utilizzo della palla e lo scou-
ogni ruolo, compreso il portiere! Questo semplice pensiero nasconde
ting ha come priorità assoluta la bravura tecnica e tattica, quindi via
però una serie di implicazioni che, se gli allenatori non comprendono e
libera ai piccoletti e leggeri. Il gioco prevede che quando hanno palla gli
trasferiscono, lasciano campo al risultato di sempre: giocatori che hanno
interpreti corrono indietro e quando la perdono corrono in avanti.
fretta di giocare, ossia che cadono in frenesia e panico con passaggi
Di tutti questi e altri discorsi, è interessante evidenziare il fatto che il Bar-
forzati o errati perché sentono di rischiare alla minima difficoltà. Ci sono
cellona comanda il gioco con azioni che durano parecchio e con
invece alcune considerazioni da mettere a fuoco.
tanti passaggi: se lo attacchi in zona avanzata elude il pressing e prende
Dal punto di vista tecnico-tattico nel giocare sempre palla c’è almeno
velocità subito, se lo aspetti a ridosso della propria area “palleggia” fin-
una cosa che noi italiani non riusciamo a digerire: il passaggio indietro e
ché non trova un pertugio per velocizzare comunque la finalizzazione.
quindi l’utilizzo dello spazio retrostante. Molti allenatori, dirigenti, giorna-
Questo perché gioca senza nessuno in zona centrale di attacco! Questo
listi e tifosi si sentono male al solo pensiero del passaggio indietro, non
perché manovra palla in superiorità numerica a centrocampo e difesa!
capiscono che può servire per andare meglio avanti. È chiaro che - se-
Questo perché produce un possesso palla d’alta qualità che attira e con-
condo aspetto - il presupposto per cercare la manovra in zone anche pe-
sente di finalizzare l’azione soltanto quando c’è la sicura convinzione di
ricolose, sta in una condizione mentale ben equilibrata.
poter sfruttare lo spazio creato alle spalle degli avversari! Per fare quel
Ci vuole convinzione, sicurezza, coraggio, freddezza ma non supponenza,
tipo di calcio che ha vantaggi di vario tipo tra cui l’esaltazione e il rispar-
eccessiva tranquillità e superficialità. Il calciatore deve conoscere il ri-
mio energetico, ci vogliono super qualità tecniche, ma anche morali. Si
schio per domarlo ed evitarlo: per scegliere anche di spazzare quando è
nota infatti un altruismo diffuso, un altruismo non debole, un altruismo
l’opzione migliore. Terza cosa perché si realizzi la padronanza del giocare
a cui non ci si può sottrarre.
palla è il muoversi dei compagni, anche il solo posizionarsi, sfruttando ap-
Se questo gioco non è imitabile, se il calcio olandese è troppo “volante”
pieno lo spazio del terreno di gioco. Soltanto dopo possiamo parlare
e se quello tedesco non attira definitivamente, dovrebbero almeno pro-
della bravura tecnica del giovane o vecchio calciatore, il suo saper con-
vocare in noi italiani uno sperato cambiamento di mentalità, partendo
trollare palla ed effettuare un passaggio preciso, valutando in anticipo il
dai Settori giovanili che hanno la reale possibilità di formare giovani cal-
da farsi ed agire con la velocità ed intensità necessaria.
7
CALCIO GIOVANILE
Tre sono invece le complicazioni tra loro collegate: il senso verticale, l’alta
RELAZIONE DIRETTA TRA IL CALCIO GIOVANILE E
intensità e la fase di transizione. Se è vero che con il possesso palla si può
QUELLO PROFESSIONISTICO
comandare la gara, è vero anche che si rischia di abbassare il ritmo, di
Nel panorama calcistico italiano l'importanza rivestita dal settore
agire troppo per vie orizzontali e di non toccare le vette dell’intensità ne-
giovanile è spesso sottovalutata. Si conferisce grande risalto ai
cessarie per superare l’avversario. E quando si recupera palla, si rischia
risultati della prima squadra, come è giusto che sia, ma si fini-
per lo stesso motivo di non sfruttare la situazione, non confezionando
sce per dare troppo poco rilievo al lavoro di formazione dei gio-
un pronto contropiede in favore della gestione palla abituale.
vani calciatori. In realtà ogni movimento deve essere considerato
Insomma ci sono sempre i pro e i contro in ogni cosa, ma è fuor di dub-
nel suo complesso e valutato in una visione necessariamente di
bio che sia più semplice assimilare tutte le gamme del calcio se si inizia
insieme, molti organi formano il corpo, ma uno solo è il loro
dal saper giocare palla.
respiro: così anche nel valutare il sistema calcio occorre avere
una analoga visione unitaria. Una squadra è fatta di tante com-
TABELLA 1
SQUADRE EUROPEE QUALIFICATE ALLE COMPETIZIONI GIOVANILI
2011
SQUADRE
NAZIONALI
TOT.
U21
UNDER 20 UNDER 19 UNDER 17
PRESENZE EUROPEI MONDIALI EUROPEI EUROPEI
AUSTRIA
1
BELGIO
1
BIELORUSSIA
1
CROAZIA
DANIMARCA
X
una società è fatta soprattutto di tante squadre che devono essere cucite insieme da un unico filo conduttore. E se una prima
squadra ha il compito di raggiungere i migliori risultati possibili, le squadre giovanili perseguono il medesimo scopo lavo-
X
rando sulla stessa falsariga, solo che nel loro caso l'obiettivo
X
1
1+1
ponenti: giocatori, allenatori, dirigenti, medici, preparatori, ma
da raggiungere è quello, complesso ma appagante, della forma-
X
X OSP*
EIRE
1
FRANCIA
2
GERMANIA
1
GRECIA
1
INGHILTERRA
3
X
ISLANDA
1
X
OLANDA
1
PORTOGALLO
1
X
zione. Lo stesso scenario di una valutazione unisona trova spec-
X
X
X
X
X
X
e quello delle nazionali maggiori.
Al riguardo, sotto il profilo storico giova ricordare che l'ultimo
grande successo del calcio italiano, la vittoria della nostra na-
X
REP. CECA
3
X
X
ROMANIA
1+1
X OSP*
X
SERBIA
1+1
X
SPAGNA
3
X
SVIZZERA
1
X
TURCHIA
1
UCRAINA
1
X
TOTALE
30
8
X
dove, almeno per quanto riguarda il panorama europeo, esiste
un nesso ancor più stretto tra i risultati delle nazionali giovanili
X
X
X
chio e compimento anche nel campo delle squadre nazionali,
X OSP*
zionale ai mondiali tedeschi del 2006, fu preceduta dalle affermazioni europee ottenute dall'Under 19 (nel 2003) e dall'Under
21 (nel 2004) che costituiscono anche le nostre ultime afferma-
X
zioni giovanili in campo internazionale. Questa correlazione asX
sume ancor più rilievo da un'analisi più recente e approfondita
8
dei risultati degli ultimi campionati del mondo (Sudafrica
*La specifica OSP indica che la nazione in oggetto partecipa in qualità di paese organizzatore
2010) nei quali le tre nazioni europee che hanno ottenuto i ri-
6
8
sultati migliori - la Spagna, poi vincitrice, la Germania e
l'Olanda, semifinaliste - hanno tutte ottenuto, negli anni imme-
8
diatamente precedenti, significative affermazioni nelle competi-
l'80% dei tornei giovanili europei dell'ultimo quinquennio e la
zioni internazionali giovanili. La Germania, infatti, ha ottenuto 3
Spagna, in particolare, campione d'Europa e del mondo in carica
vittorie (Europei Under 19 2008, Europei Under 17 2009, Euro-
con la nazionale maggiore, è andata in finale nella metà esatta
pei Under 21 2009); l'Olanda 2 vittorie (Europei Under 21 2006
delle competizioni giovanili disputate **, a riprova di un modello
e 2007, cui vanno aggiunti gli Europei Under 17 appena dispu-
e di un sistema complessivamente vincente.
tati); la Spagna 4 vittorie (Europei Under 19 del 2006 e del 2007,
**Nei complessivi 14 tornei europei giovanili dell’UEFA dal 2006
Europei Under 17 2007 e 2008, cui vanno aggiunti gli Europei
al 2011 (5 campionati Under 17, 5 campionati Under 19, 4 cam-
Under 21 da poco conclusi). In termini assoluti le tre formazioni
pionati Under 21) la Spagna ha ottenuto oltre alle 5 vittorie indi-
sopra indicate hanno dunque vinto complessivamente circa
cate anche 2 finali.
TABELLA 2
ELENCO GIOCATORI GIOVANI CHE HANNO GIOCATO LA 1a DI SERIE A 2011-2012
NOMINATIVO
ALIAS
SQUADRA
DATA
NASCITA
MG
PS
ROMA
2-04-1990
97
1
UDINESE
2-12-1990
96
1
BOLOGNA
21-05-1990
95
1
Abel Hernandez
PALERMO
8-08-1990
76
1
Bojan Krkic
ROMA
28-08-1990
59
1
LECCE
10-10-1991
54
1
PALERMO
15-01-1992
49
1
CAGLIARI
19-08-1990
46
1
Bertolacci Andrea
LECCE
11-01-1991
42
1
Obi Joel Chukwuma
INTER
22-05-1991
33
1
FIORENTINA
28-03-1993
29
1
ROMA
23-03-1991
17
1
PARMA
16-08-1991
16
1
ATALANTA
26-11-1991
11
1
UDINESE
14-03-1990
4
1
Pjanic Miralem
Agyemang-Badu Emmanuel
Badu
Krhin René
Platero Hernandez Abel Mathias
Krkic Pérez Bojan
Giandonato Manuel
Acquah Afriyie
Ibarbo Guerrero Segundo Víctor
Víctor Ibarbo
Nastasic Matija
Borini Fabio
Eduardo de Araujo Josè
Zé Eduardo
Gabbiadini Manolo
Piccoli Neuton Sergio
Neuton
9
CALCIO GIOVANILE
RELAZIONE DIRETTA TRA L'ESPERIENZA E LA CRESCITA DEI GIOCATORI
Nel percorso di crescita e di formazione dei calciatori un ele-
pari età ai massimi livelli pone interrogativi sul percorso di for-
mento centrale è sicuramente rappresentato dal livello di com-
mazione degli stessi e sulle politiche che sono state portate
petitività dei rispettivi campionati di appartenenza. Appare cioè
avanti dalle società italiane negli ultimi anni. Esse appaiono tut-
di tutta evidenza che quanto maggiore sia il livello tecnico e
tora orientate, qualora pure intendano puntare sui giovani, più
agonistico del contesto di gara e di allenamento, tanto mi-
a importare da altri paesi i giocatori piuttosto che a creare strut-
gliore e rapido sarà il completamento dello sviluppo del gio-
ture adeguate alla loro formazione diretta.
vane giocatore.
La minor competitività attuale dei nostri vivai è oltremodo ben
A tal proposito è interessante paragonare la rosa dei giocatori
evidenziata dal fatto che nell'anno in corso e per la prima volta
della Spagna recente campione d'Europa Under 21 a quella della
nella storia, non siamo riusciti a qualificare nessuna rappresen-
nostra nazionale di pari categoria, che ha invece fallito pochi
tativa giovanile ad almeno una della fasi finali delle principali
mesi prima la qualificazione alla fase finale della competizione.
competizioni di categoria ***.
Sommando le presenze che i calciatori spagnoli hanno raccolto
Il dato è ancora più significativo considerando che alle stesse,
nei soli campionati di massima serie e confrontandole con
come riportato nella tabella 1 e senza contare le squadre ospi-
quelle invece totalizzate dai giocatori italiani nella medesima
tanti, ammesse di diritto ai tornei, partecipano 27 squadre in
categoria, si evidenzia una differenza notevole.
rappresentanza di ben 20 nazioni europee diverse.
La “rosa” spagnola ha raggiunto un totale di 1.338 presenze,
In prevalenza le società professionistiche italiane nel momento in
per una media di circa 58 partite a singolo giocatore; la “rosa”
cui hanno deciso di investire sui giovani hanno scelto di acqui-
italiana ha assommato 497 presenze complessive, per una
sire ragazzi già formati. Il fatto di puntare sui giovani, in defini-
media di circa 24 partite a singolo giocatore.
tiva, ha semplicemente abbassato l'età di acquisizione dei
Questa forte sperequazione, circa il 170% in più a favore degli
giocatori, senza invece un ruolo formativo. Giova ricordare a tal
spagnoli, porta due ordini di considerazioni, strettamente con-
proposito che circa la metà dei giocatori schierati nel campionato
nesse tra di loro: da una parte, la maggior esperienza e consue-
di serie A della stagione scorsa non era di nazionalità italiana.
tudine di partite a grandi livelli agevola e rafforza sicuramente la
competitività e la qualità di gioco dei giovani giocatori spagnoli,
***Europei Under 21; Europei Under 19; Europei Under 17;
dall'altra la difficoltà che i nostri giovani trovano nell'imporsi a
Europei Under 20.
Al momento della chiusura dell’articolo la Serie A 2011-2012 aveva gio-
La strada è lunga e in salita, ma è meglio che le Società (soprattutto
cato una sola giornata, per cui l’indagine non è molto attendibile ma già
quelle di prima fascia!) inizino a comprenderla e percorrerla per formare
significativa. Su 15 giocatori giovani utilizzati, nati come minimo nel ’90,
giovani calciatori pronti veramente a giocare in prima squadra.
soltanto 4 sono italiani. Meglio nella Serie B dove dopo 4 giornate su 100
giovani ben 70 sono di nazionalità italiana.
10
UEFA/NEWS
EPATITI NEL CALCIO PROFESSIONISTICO
a cura di Marco Viani*
N
el numero 19 (aprile 2011) di Medicine Matters, il supplemento sui più
viene abitualmente prescritto non sembra, in base a recenti studi, accele-
importanti temi della medicina e del calcio che la UEFA pubblica
rare la guarigione. Mentre una persona comune può essere in grado di de-
a cadenza regolare, il dottor Michael Jacobs del Royal Free Hospital di Lon-
cidere autonomamente di tornare all’attività fisica, il giocatore di calcio
dra, e Ian Beasley della Football Association inglese hanno affrontato il tema
potrebbe essere costretto a restare assente dal terreno di gioco per molte
di tre infezioni virali molto comuni: l’epatite A, B e C.
settimane, e, anche se più raramente, per parecchi mesi.
In effetti, nonostante questi tre virus provochino una epatite, vale a dire
una infiammazione del fegato, non hanno alcun legame tra di loro. Inoltre,
Prevenzione
sono diversi sia i rischi di infezione che i mezzi di prevenzione.
Adeguate misure igieniche, come il lavarsi spesso le mani, risultano importanti nella prevenzione delle varie infezioni, e fra queste l’epatite A. Inoltre,
Epatite A
risulta oggi disponibile un vaccino molto efficace nei confronti dell’epatite
L’epatite A è un’infezione diffusa in tutto il mondo. Il virus passa nelle feci
A e sicuro. Due sole dosi offrono una protezione pressoché completa per
e pertanto si può avere contaminazione delle mani dei soggetti infetti, del
circa 6-12 mesi e non provocano, se non molto raramente, effetti secondari.
cibo che questi toccano, così come si può avere contaminazione dell’acqua.
Il virus si trasmette per via orale, cioè per ingestione; il rischio maggiore
Raccomandazioni specifiche per calciatori professionisti
di infezione si ha nel caso di contatto con persona infetta o di viaggi in zone
Tutti i giocatori ed i membri dello staff più esposti, cioè quelli che viag-
dove vigono scarse condizioni igieniche. Altro elemento di rischio è
giano con la squadra, dovrebbero essere vaccinati contro l’epatite A.
il consumo di frutti di mare poco cotti. Nonostante l’epatite A sia una malat-
Alcuni giocatori, in particolare quelli che vengono da Paesi con un ele-
tia benigna, nel bambino, può causare una profonda spossatezza e, talvolta,
vato tasso di epatite A, potrebbero aver contratto il virus in età infantile
un lungo periodo di malattia nell’adulto. I primi sintomi compaiono da due
senza saperlo e, anche se l’infezione pregressa offre una protezione a vita
a sette settimane di distanza dall’infezione e comprendono uno stato feb-
nei confronti di una nuova infezione, non appare necessario effettuare un
brile e una grande stanchezza. A distanza di qualche giorno compare un it-
test per verificare l’avvenuta immunizzazione prima di procedere alla vac-
tero, ossia una colorazione giallastra della cute e della sclera (la parte bianca
cinazione. Il vaccino risulta efficace nella quasi totalità dei casi. Non è
dell’occhio), dopodiché la persona non risulta più infetta. Nonostante il virus
dunque necessario testare l’immunizzazione dopo la vaccinazione. Si con-
dell’epatite A non sia in grado di determinare infezioni croniche e che
sidera opportuno tenere un registro delle vaccinazioni, in modo tale da
la maggior parte delle persone guarisca completamente senza alcun tratta-
evitare che un soggetto venga vaccinato due volte o che non lo sia af-
mento, la malattia si può protrarre a lungo. Alcune persone (ca il 15%) non
fatto, in caso di passaggio ad altro club.
hanno ancora pienamente recuperato a distanza di tre mesi dall’infezione.
Epatite B
Implicazioni per i calciatori
Contrariamente all’epatite A, l’epatite B è un virus che non si trasmette via
I viaggi internazionali, sempre più frequenti nel mondo del calcio, espon-
orale, ma per contatto con liquidi biologici della persona infetta. Nei Paesi in
gono i giocatori ai rischi di infezione. Uno dei sintomi dell’epatite A è
*Collaboratore Settore Tecnico FIGC
la grande stanchezza, che può durare alcuni mesi. Il riposo assoluto che
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UEFA/NEWS
via di sviluppo la principale via di trasmissione è quella verticale dalla madre
rei e nella fattispecie, il caso di ferite sanguinanti. In alcune squadre si sono
al figlio, o tra soggetti in età infantile. La maggior parte delle persone infet-
avuti più casi di epatite B, e ciò è molto probabile avvenga quando non si ri-
tate nei primi anni di vita non riesce a guarire completamente e sviluppa
spettano rigorosamente le norme precauzionali. Anche per quanto riguarda
un’infezione a lungo termine (epatite B cronica, HCB) che spesso si protrae
l’epatite B è disponibile un vaccino molto efficace e sicuro. Nella maggior
per tutta la durata della vita. Si stima in 350 milioni il numero di persone
parte dei casi sono sufficienti tre dosi per garantire una protezione completa
affette da HCB nel mondo, e, in numerose regioni del mondo quali l’Africa sub-
contro l’epatite B, e raramente si verificano effetti secondari.
sahariana ed il Sud-Est asiatico, ne risulta affetto almeno l’8% della popolazione. La maggior parte delle persone affette da HCB non presenta sintomi, ma
Raccomandazioni specifiche per calciatori professionisti
alcuni individui sviluppano una progressiva cicatrizzazione del fegato che, con
Ogni club dovrebbe avere un regolamento riguardo le misure di preven-
gli anni, può evolvere in cirrosi. Allo stesso modo, in questi soggetti, risulta
zione generali. Tutti i giocatori professionisti dovrebbero essere sottopo-
molto più elevato anche il rischio di sviluppare un cancro del fegato. L’epatite
sti ad esami del sangue per l’individuazione dell’HCB. I giocatori infetti
B può essere contratta anche in età adulta attraverso il contatto con i liquidi
dovrebbero essere inviati a specialisti perché siano seguiti nel tempo e
biologici. In questo caso la trasmissione avviene principalmente attraverso i
sottoposti a trattamenti, quando necessari. Il trattamento dell’HCB è
rapporti sessuali, lo scambio di siringhe (tra tossicodipendenti od utilizzatori di
molto efficace, poiché impedisce al virus di replicarsi e previene la pro-
sostanze dopanti), trattamenti medici e dentistici a rischio, i tatuaggi ed i pier-
gressione della malattia epatica, anche se non permette, generalmente,
cing. Gli adulti infettati sviluppano frequentemente una malattia simile all’epa-
la guarigione del paziente. Tenuto conto di quanto detto, al giocatore
tite A, anche se con un tempo di incubazione più lungo (da due a sei mesi).
affetto da HCB non dovrebbe essere vietata la competizione.
Così come avviene per l’epatite A, alcuni sintomi quali la fatica, possono pro-
Gli altri componenti della squadra ed i membri dello staff che potreb-
trarsi a lungo. Tuttavia, la maggior parte degli adulti guarisce completamente
bero entrare in contatto con i liquidi biologici del giocatore (allenatore,
e, contrariamente ai bambini, solo il 5% dei soggetti sviluppa una HCB.
fisioterapista, magazziniere…) dovrebbero essere vaccinati contro l’epatite B, a meno che non siano già immuni (a seguito di una precedente in-
Implicazioni per i calciatori
fezione o vaccinazione). L’immunizzazione dovrebbe essere poi verificata
Le persone nate e cresciute in Paesi dove la prevalenza dell’epatite B è ele-
mediante un esame ematico ed i soggetti che non rispondono in ma-
vata presentano un rischio maggiore di avere una HCB senza sintomi e non
niera adeguata a tale immunizzazione dovrebbero essere inviati a con-
diagnosticata. La partecipazione di individui affetti da HCB a competizioni
sulto specialistico. Appare conveniente tenere un registro delle vaccinazioni
sportive di élite è un fenomeno ben noto. Dunque, il rischio di trasmissione
per evitare che un soggetto sia vaccinato due volte o, al contrario, per niente,
sul terreno di gioco tra un giocatore infetto ed un altro giocatore, od
in caso di cambiamento di club.
un membro dello staff, esiste, soprattutto nel caso di ferite sanguinanti.
Questo rischio è difficile da quantificare, ma sembra minore, e viene gene-
Epatite C
ralmente considerato molto meno importante rispetto al rischio che i gio-
L’epatite C è un’altra comune infezione che colpisce qualcosa come 170
catori corrono al di fuori del campo per comportamenti legati ad esempio
milioni di individui nel mondo. La trasmissione avviene generalmente
a rapporti sessuali non protetti.
attraverso il sangue. Nei Paesi sviluppati, il rischio è legato essenzialmente allo scambio di siringhe o altro materiale per le iniezioni come
12
Prevenzione
avviene talora tra i tossicodipendenti o negli utilizzatori di sostanze a
Per prevenire la trasmissione dell’infezione risulta essenziale l’assoluto
scopo dopante. Anche gli utilizzatori di cocaina possono andare incon-
rispetto delle norme di precauzione generali che riguardano i liquidi corpo-
tro all’infezione a seguito di contatto con il sangue di soggetto infetto,
nel caso di scambio degli strumenti per inalare. Anche i tatuaggi ed
Ai giocatori affetti da CHC non dovrebbe essere preclusa l’attività spor-
i piercing possono rappresentare un rischio, quando effettuati in scarse
tiva. Dovrebbero essere inviati allo specialista per considerare un even-
condizioni igieniche. Nei Paesi meno sviluppati i principali responsabili
tuale trattamento, che risulta essere pesante e a lungo termine
della trasmissione del virus sono i trattamenti medici a rischio (trasfu-
(attualmente almeno sei mesi), ma che può dimostrarsi curativo.
sioni sanguigne, riutilizzo di materiali ecc…). Raramente il virus dell’epatite C causa una malattia acuta con ittero, e quindi l’infezione passa
Note conclusive
spesso inosservata. Tuttavia, la maggioranza delle persone infettate non
Le epatiti virali sono infezioni comuni che possono avere conseguenze
guarisce e sviluppa un’epatite cronica C (HCC). Così come l’epatite B,
gravi per i calciatori professionisti. Bisogna che il calcio professionistico
l’epatite C può causare una progressiva cicatrizzazione del fegato che
si interessi seriamente di questo problema. La messa in atto su vasta scala
può sfociare in cirrosi e/o cancro del fegato. Le persone affette da HCC
di buone misure di igiene e di generali precauzioni ha fortemente ridotto
possono presentare una grande varietà di sintomi aspecifici, inclusa
il rischio di trasmissione nel mondo dello sport, e queste misure dovreb-
la fatica e la difficoltà di concentrazione. Questi sintomi possono limi-
bero essere adottate nel calcio a tutti i livelli. I rischi per i calciatori sono
tare la loro capacità a praticare uno sport di élite.
molto più elevati al di fuori del terreno di gioco che non sul terreno di
gioco. Appare essenziale educare i giocatori e lo staff dei club calcistici
Implicazioni per i calciatori
sugli aspetti preventivi di questo tipo di infezioni. Non vi sono dati per
In teoria, in caso di ferita sanguinante, il rischio di trasmissione da un gioca-
dire quale sia la miglior pratica da seguire nel calcio professionistico e si
tore infetto ad un altro giocatore o ad un membro dello staff, esiste. Tutta-
rendono necessari studi più approfonditi (soprattutto riguardo alla fre-
via, il rischio appare minimo.
quenza delle infezioni tra i giocatori). Nel frattempo, il calcio professionistico dovrebbe avere un approccio pragmatico ed utilizzare tutte le
Prevenzione
risorse disponibili, compresa la vaccinazione generalizzata per prevenire
La prevenzione nei confronti dell’epatite C si basa sull’evitare compor-
queste infezioni, e l’identificazione delle persone venute in contatto con
tamenti a rischio. L’epatite C è meno infettiva dell’epatite B e una diffu-
il virus per indirizzarle verso gli specialisti.
sione di casi nel mondo dello sport è largamente improbabile, tranne
che in casi eccezionali, come la mancanza totale di norme igieniche (ad
Il dr. Michael Jacobs è consulente medico e specialista in malattie infettive
es. l’uso condiviso di secchio e spugna per lavare ferite aperte o lo scam-
al Royal Free Hospital di Londra, oltre che Responsabile di malattie infettive
bio di siringhe nel caso di pratiche dopanti). Non esiste vaccino per
al Centre for Human Health and Performance. Ha una vasta esperienza per
l’epatite C.
quanto riguarda le epatiti e le malattie infettive in genere, ed è un attivo ricercatore in questo campo, con un interesse particolare riguardo le malattie infettive
Raccomandazioni specifiche per calciatori professionisti
del giocatore di calcio. Ha lavorato con vari club per lo sviluppo di politiche locali
I giocatori devono essere informati riguardo ai comportamenti al di fuori
per quanto riguarda le malattie da trasmissione ematica e segue giocatori af-
del terreno di gioco che li possono esporre al rischio di contrarre un’epa-
fetti da epatiti virali.
tite C, perché un’infezione di questo tipo può mettere a repentaglio la
loro carriera. Procedere ad esami ematici di routine per l’individuazione
Un ringraziamento alla dottoressa Maria Grazia Rubenni della Sezione
dei soggetti infettati dal virus dell’epatite C non appare necessariamente
medica del Settore Tecnico per la collaborazione prestata alla stesura
giustificato. Risulta, invece, ragionevole indagare quei giocatori che
di questo articolo.
hanno avuto, anche in un lontano passato, comportamenti a rischio.
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ALLENATORI ALLO SPECCHIO, L’INTERVISTA
DI FRANCESCO: LA MIA FILOSOFIA CALCISTICA?
CERCARE IL RISULTATO CON IL BEL GIOCO
di Isabella Croce*
Breve curriculum professionale
“Per diventare allenatore ho fatto il classico percorso formativo: corso di base, di
seconda categoria e, l’anno scorso, ho
completato il master a Coverciano”.
Come e quando è nata l’idea di diventare allenatore?
“Quando ero calciatore non ci pensavo proprio, anzi fare l’allenatore era l’ultimo dei miei pensieri. Mi ci è voluto del tempo prima di capire.
Infatti, appena ho finito di giocare, mi sono dedicato ad altro per ben due
anni. Ho smesso di fare il calciatore per acciacchi vari ma soprattutto perché sentivo di non riuscire più a farlo bene. Ho quindi gestito uno stabilimento balneare insieme ad un mio ex collega.
Più il tempo passava, però, più sentivo che mi mancava qualcosa di importante: l’erba del campo, lo spogliatoio, un certo ritmo di vita. Il mio mondo
era un altro rispetto a quello che stavo facendo. Ho capito allora che mi sarei
realizzato solo tornando nel calcio. Ho provato a fare il consulente tecnico
della Polisportiva Val di Sangro. Prima ho fatto anche il team manager nella
Roma, ma non mi piaceva. Dovevo curare i rapporti tra società, squadra e
allenatore, ma non faceva per me. Per curiosità ho partecipato al corso base
frontarsi, usare l'empatia. Rispetto al passato, adesso i giocatori ci giudicano
per diventare allenatore ma era un modo per rientrare nel mio ambiente piut-
di più. Sono più atleti e valutano maggiormente le nostre competenze e co-
tosto che una convinzione di voler svolgere il lavoro di allenatore. Invece poi
noscenze. Prima gli allenatori si ponevano di più come dei padri di famiglia
ho fatto anche il corso di seconda ed alla fine eccomi qua”.
per gestire il proprio gruppo, ma ora ci vuole qualcosa di più.
Oggi come oggi, le difficoltà, per la nostra categoria, sono più legate a fat-
Quali a tuo avviso i punti forti e i punti deboli di questa figura al
tori esterni allo spogliatoio.
giorno d’oggi?
Bisogna imporsi, nel senso di portare avanti il proprio pensiero, più con i ri-
“Come punti forti, perché mi piacciono e ci credo in particolar modo, metto
sultati che non con il lavoro fatto durante la settimana. Infatti, si può lavo-
l'essere coerenti e leali nei confronti dei giocatori, del proprio staff tecnico,
rare bene durante gli allenamenti ma se i risultati non arrivano si mette tutto
dei dirigenti. Avere un profondo rispetto per il lavoro proprio e altrui, per
in discussione molto velocemente, troppo! Il tempo a disposizione è poco e
quello che si sta facendo insieme. Poi c'è la conoscenza e la capacità di saperla trasmettere ai giocatori, tenendo conto dell'aspetto psicologico.
Con questo intendo soffermare l'attenzione sul sapere interagire, capire, con14
*Psicologa, specializzata in Psicologia dello sport
precario. Diventa quindi fondamentale avere la capacità di sfruttare al me-
Quali sono le caratteristiche fondamentali che dovrebbe avere un
glio il tempo che si ha a disposizione”.
allenatore?
“Non mi stancherò mai di dirlo, tutto ruota attorno al concetto di rispetto.
Come si dovrebbero impostare i rapporti con gli altri ruoli?
Tu devi fare rispettare le regole, il tuo modo di pensare, di vedere le cose, avendo,
“Nel calcio moderno ci si confronta con tante figure professionali diverse. In-
al tempo stesso, rispetto per gli altri. Bisogna quindi conoscere chi si ha davanti
teragire con il ds, che è il tramite tra la società e l'allenatore, è fondamentale.
e avere un confronto leale, fatto di crescita reciproca. Fare capire che quello che
Non ci dovrebbe essere, quindi, nessun tipo di prevaricazione fra questi due
stai facendo, le tue decisioni, sono fatte in base a quello che vedi e a quello che
ruoli. Il rapporto con il presidente deve essere schietto e leale.
credi sia meglio, non sulla base di simpatie o antipatie. Tutto questo lo si acqui-
Le proprie idee devono essere portate avanti senza scendere a compromessi
sisce con il tempo, con la qualità del lavoro svolto in campo. Per farsi apprez-
per via della formazione da schierare.
zare bisogna mettere a servizio dei giocatori la propria conoscenza insieme alla
Le persone devono sbagliare con la propria testa. Questo discorso, natural-
propria onestà e franchezza nei confronti di quello che si fa. Sono i valori quelli
mente, non significa non voler o dover ascoltare quello che dicono gli altri.
che contano, e anche se a volte se ne parla con troppa facilità, vanno portati
Un'altra figura importante, perché si lega molto al nostro lavoro, è quella del
avanti con coerenza. È soprattutto nelle difficoltà che vengono fuori le persone. In
preparatore atletico. Infine, all'interno dello staff, vorrei sottolineare il ruolo
questi momenti, inoltre, si può valutare bene chi si ha di fianco o di fronte.
del massaggiatore. Per me è il termometro della squadra, perché è quella fi-
Spesso è vero il detto che il mister è un uomo solo ma è anche vero che ci si
gura che riesce a fare esternare ai giocatori le cose belle e brutte”.
sente meno soli quando è possibile scegliere le persone che ci si porta dietro.
Secondo me è importante potersi portare dietro il proprio staff, ne va a beneficio della qualità del lavoro. Sapere di poter contare su persone che hanno la
tua stessa mentalità, che ti seguono ma che, al tempo stesso, ti riprendono se
esci dal tuo filo logico, diventa, nel calcio di oggi, fondamentale”.
Quali sono stati gli allenatori che sotto il profilo della gestione tattica
e umana hanno influenzato il tuo modo di allenare?
“In tutte le esperienze che ho fatto, sia in senso positivo che negativo, ho appreso qualche cosa dagli allenatori che ho avuto. Uno in particolare, però,
vorrei citare: Zeman, che mi ha insegnato molto sia dal punto di vista tattico che per quanto riguarda le modalità di lavoro e nel modo di porsi nei
confronti degli altri”.
Che cosa ti ha colpito maggiormente del loro modo di porsi?
“Come dicevo prima, di Zeman non ti colpiscono solamente gli aspetti inerenti al gioco ma anche e soprattutto i valori che è in grado di trasmetterti
con un'estrema facilità: l'integrità morale, il rispetto verso i propri uomini e gli
avversari, la sportività vera e propria.
Attraverso la calma, la freddezza, la flemma, uno sguardo, lui trasmetteva
veramente tanto. Per questo motivo mi ha lasciato dentro un gran bel ricordo
15
ALLENATORI ALLO SPECCHIO, L’INTERVISTA
che, sommato ai miei errori di calciatore, costituisce un utile bagaglio di espe-
Ho fatto il calciatore ad alti livelli e di conseguenza ho avuto buoni punteggi
rienze da portarmi appresso. Anche quello che non mi piaceva, delle moda-
per poter accedere ai corsi per allenatori. Nella mia esperienza, il fatto di es-
lità di relazionarsi dei miei allenatori, mi è stato molto utile perché cerco di
sere stato un ex calciatore conosciuto è stato un fattore positivo, un aiuto.
non metterlo in pratica e di stare molto attento a fermarmi, qualora mi ri-
Come primo impatto infatti, il mio passato mi è servito. Poi è ovvio ed è giu-
trovassi a proporre ai miei ragazzi certi atteggiamenti che da giocatore non
sto che questo aspetto favorevole vada mantenuto e guadagnato con il la-
mi piacevano proprio”.
voro e le competenze”.
Qual è la tua filosofia calcistica?
Attualmente quali sono gli aspetti positivi e quelli negativi del
“Prima ho citato un mio allenatore che mi ha molto influenzato nel mio
processo formativo di un allenatore?
credo calcistico: cercare il risultato con il gioco. Tutti vorremmo giocare bene
“Anche se i vari corsi per alcuni aspetti sono simili, a me è servito riprendere
ed io parto dal presupposto che insegnare a giocare ed il lavoro di campo
alcuni concetti in tempi e modi diversi. Mi ha aiutato a mantenere viva la
sono fondamentali. Tramite questi due ingredienti è possibile realizzare gli
mia preparazione. L'incontro ed il confronto con i colleghi, inoltre, offrono
obiettivi che ci si è prefissati”.
molti spunti di riflessione e di crescita. Quando sei calciatore spesso fai le
cose perché devi farle; invece, se ci sono le giuste spiegazioni che stimolino
16
Quali sono state le maggiori difficoltà incontrate finora nel tuo per-
la condivisione e la partecipazione, è possibile aumentare la motivazione e
corso formativo?
la determinazione per raggiungere gli obiettivi stabiliti. Per questo è impor-
“Fortunatamente è una domanda che non tocca il mio percorso formativo.
tante ed è giusto aggiornarsi continuamente per essere più preparati”.
Se tu dovessi elencare per ordine di impor-
LA SCHEDA
tanza le competenze specifiche di un alle-
EUSEBIO DI FRANCESCO
natore…
Nato a Pescara l’8 settembre 1969
“Direi la competenza tecnico/tattica e la capacità
di fare sentire tutti importanti, sia a livello di staff,
inclusi anche i magazzinieri, che di squadra”.
A tuo avviso come dovrebbe essere la formazione di un allenatore dei settori giovanili?
In che cosa dovrebbe essere maggiormente
supportato?
“Nel corso di base si parla maggiormente dei giovani ma poi tutto va a quel paese perché non c'è
una cultura di fondo che parli di crescita dei ragazzi. Quindi bisognerebbe fare un discorso ancora più ampio per sviluppare la cultura in
generale, partendo dai dirigenti e passando dai
genitori. In questo modo è più facile fare arrivare
dei messaggi ad un ragazzo se c'è una certa sin-
CURRICULUM CALCIATORE
tonia di intenti fra gli adulti. Così anche l'idea di rispettare l'avversario avrebbe maggiore valenza
educativa”.
CURRICULUM ALLENATORE
Dati aggiornati al 4 agosto 2011
17
METODOLOGIA DELL'ALLENAMENTO
LO SVILUPPO DELLA FORZA
DEGLI ARTI SUPERIORI
di Nicolò Prandelli*
Introduzione e filosofia di lavoro
gli arti inferiori. Utilizzando però distretti muscolari non direttamente
È fortunatamente ormai superata la concezione secondo cui un’ipertro-
coinvolti nel gioco diventa molto più semplice proporre all’atleta questo
fia della muscolatura del tronco fa male perché rallenta, imballa, lega e
tipo di lavoro ed ottenere benefici nel tempo.
così via. Gli sprinter di altissimo livello sono infatti la prova dell’opposto
Durante la stagione appena trascorsa dunque, ho cercato di program-
e cioè di come una palese ipertrofia del tronco e degli arti superiori del
mare un lavoro specifico di forza per gli arti superiori, che potesse es-
corpo non interferisce negativamente con la velocità di corsa ma sem-
sere portato avanti per tutta la stagione agonistica. La proposta di tale
mai, al contrario, la favorisce. La spiegazione tecnico-scientifica sta nel
lavoro è stata comunque facoltativa per tutti gli atleti del gruppo anche
fatto che durante uno sprint, ad ogni spinta si verifica uno spostamento
se su 27 giocatori 15 lo hanno seguito per l’intero campionato, 5 hanno
laterale del bacino che, se troppo accentuato, non consentirebbe di ot-
preferito autogestire questo tipo di lavoro e i restanti 7 non si sono quasi
timizzare la spinta propulsiva orizzontale che permette l’avanzamento.
mai approcciati allo sviluppo di questa capacità.
Per questa ragione, i velocisti cercano di stabilizzare il bacino “appesantendo”il busto tramite un’ipertrofia della sua muscolatura, ottenendo in-
La programmazione del lavoro
dubbi vantaggi in termini di velocità di avanzamento. Inoltre un
Durante il ritiro estivo siamo partiti con un lavoro iniziale di prevenzione
aumento di massa magra in generale permette di aumentare la cosid-
per il cingolo scapolo-omerale (lavoro sulla cuffia dei rotatori prevalen-
detta “forza di reazione al suolo”.
temente per gli extra), potenziamento generale per i dorsali e per i pet-
Per mia esperienza nel mondo del calcio, lo sviluppo della Forza degli
torali a carico naturale per un totale di 10 sedute:
arti superiori del corpo inizialmente era proposta obbligatoriamente solo
•
3 SEDUTE PREVALENTEMENTE PREVENTIVE CON ELASTICI E MANUBRI;
per gli atleti con una massa muscolare corporea (determinata con la pli-
•
4 SEDUTE CON PREVENZIONE E LAVORO DORSALI CARICO NATURALE
cometria) inferiore ai limiti da noi prefissati (meno del 45%).
IN CIRCUITO;
Dalla stagione scorsa ho evoluto il sistema di lavoro della forza partendo
•
dal concetto di SISTEMA ATLETA. L’esperienza maturata giocando 3 par-
Terminate queste 10 sedute gli atleti venivano sottoposti al secondo
tite settimanali mi ha permesso di constatare l’impossibilità di svolgere
ciclo di lavoro che prevedeva 3 settimane di lavoro con l’obiettivo del-
una seduta di Forza per gli arti inferiori del corpo a causa di DOMS nei
l’ipertrofia. Dato il poco tempo a disposizione utilizzavamo come meto-
distretti interessati, faticabilità e contusioni. È nata dunque la necessità
dologia le serie giganti alternando nelle 2 sedute settimanali lavoro sia
di proporre all’atleta uno stimolo di forza dal punto di vista ormonale e
per il petto sia per il dorso .
di attivazione neuro-muscolare continuo per tutta la durata della sta-
Terminata anche la seconda fase tutti gli atleti eseguivano due test per
gione seguendo una programmazione senza interruzioni settimanali do-
il calcolo dei massimali:
vute alle partite di coppa (che nella scorsa stagione sono state 14 tra
•
1rm in panca piana;
champions e coppa italia - su 44 settimane totali abbiamo giocato 14
•
1rm alla lat machine.
3 SEDUTE CON PREVENZIONE E LAVORO PETTORALI A CARICO NATURALE.
infrasettimanali di coppa e 3 di campionato - ). Essendo l’atleta un sistema, le risposte endocrine e neuro-muscolari dopo una seduta di forza
per arti superiori non cambiano da quelle avute dopo una seduta per
18
*Tesi finale del Corso 2010-2011 per l’abilitazione a Preparatore atletico. Nell'elaborato l'autore fa riferimento al lavoro specifico effettuato al Parma nel corso
della stagione sportiva 2010-2011
Questi 2 esercizi sono infatti a mio avviso
CICLO DI LAVORO ( introduttivo) ritiro Levico Terme
gli esercizi fondamentali per gli arti superiori, coinvolgono oltre al gruppo musco-
1)PREVENZIONE
lare che si vuole sollecitare il maggior
2)DORSALI
7)PREVENZIONE
3)PETTORALI
8)DORSALI
4)PREVENZIONE
9)PETTORALI
5)DORSALI
10)DORSALI
6)PETTORALI
Ciclo di lavoro 2: ipertrofia con sedute di sintesi
Seduta sintesi 1
Seduta sintesi 2
Seduta sintesi 3
Seduta sintesi 4
Seduta sintesi 5
Seduta sintesi 6
numero di gruppi muscolari sinergici a
quest’ultimo. Inoltre, grazie all’utilizzo di
un encoder che misura la velocità di spostamento (Smartcoach) veniva calcolata
CICLO DI LAVORO 3 TEST + LAVORO COSTRUZIONE FORZA MASSIMA E FORZA ESPLOSIVA
DORSALI TEST
PANCA TEST
POTENZA E
1RM
1RM
2 SEDUTE SETTIMANALI COSÌ
SUDDIVISE
la curva della potenza in panca piana al
multipower. Una volta calcolati i massimali e i valori di riferimento per lo sviluppo
della potenza e della forza esplosiva in
panca piana il lavoro prevedeva 2 sedute
settimanali così organizzate:
MARTEDÌ
LAVORO DI F. MAX
DORSALI
settimana 1) Lavoro di forza massimale
GIOVEDÌ
LAVORO DI F. ESPLOSIVA
DORSALI
SETTIMANA SUCCESSIVA
per i dorsali (il martedi) e lavoro di forza
esplosiva sempre per i dorsali (giovedì o
venerdì);
MARTEDÌ
LAVORO DI F. MAX
PETTORALI
GIOVEDÌ
LAVORO DI F.
ESPLOSIVA/potenza PETTORALI
settimana 2) Lavoro di forza massimale
IL TUTTO RIPETUTO PER 4 SETTIMANE E POI RIEFFETTUATI I TEST
per i pettorali (il martedì) e lavoro di forza
esplosiva o a potenza in base alle carenze
della curva analizzata sempre per i pettorali (giovedì o venerdì).
Questo ciclo di 2 settimane con l’obiettivo di lavorare sia sulla forza massima
Ciclo di lavoro 4: mantenimento forza massima dorsali e lavoro personalizzato sulle carenze
FORZA MAX DORSALI
LAVORO PERSONALIZZATO PETTORALI
FORZA MAX DORSALI
LAVORO PERSONALIZZATO PETTORALI
FORZA MAX DORSALI
LAVORO PERSONALIZZATO PETTORALI
3° E ULTIMO TEST IN PANCA PIANA SIA 1RM CHE CURVA POTENZA (SOLO PER ALCUNI ATLETI)
che sulla forza esplosiva/potenza veniva
ripetuto per 4 volte e poi gli atleti venivano ritestati.
I test
L’ultimo ciclo di lavoro (ciclo 4) prevedeva infine una settimana tipo con
La tipologia di test utilizzati sono stati 3. Questi sono serviti inizialmente“per
l’obiettivo di mantenere alti i livelli di forza massima.
fotografare” gli atleti ed avere dei carichi di riferimento per allenare le varie
Nella prima seduta del martedì abbiamo introdotto per il lavoro dei dorsali
espressioni della forza. I follow up seguenti sono serviti per monitorare l’an-
le trazioni alla sbarra anche con sovraccarico qualora l’atleta riusciva ad ef-
damento nel tempo delle varie espressioni di forza. Purtroppo devo essere
fettuare più di 10 rip.
molto critico nei miei confronti: avere solo 2/3 test a stagione per monito-
La seconda seduta della settimana era incentrata sul lavoro per i pettorali
rare le caratteristiche di forza è poco per sviluppare un vero lavoro di qualità.
anche se con differenziazioni interindividuali: analizzando i valori di potenza
Chi ha una certa conoscenza dei principi metodologici dell’allenamento di
e di forza massima si decideva se lavorare su una di queste due qualità di
forza è perfettamente a conoscenza del fatto che i vari parametri dell’allena-
forza in base ai deficit dell’atleta.
mento necessitano di una verifica continua (almeno ogni 2-3 SETTIMANE).
19
METODOLOGIA DELL'ALLENAMENTO
Test 1rm lat machine
Valori medi su 15 atleti
Questo test è stato eseguito durante la stagione 2 volte.
TEST
PESO MEDIO ATLETI
SETTEMBRE/OTTOBRE
76 KG
DICEMBRE
76 KG
Il calcolo del carico massimale 1rm veniva effettuato in maniera diretta secondo questo protocollo alla lat machine:
1RM MEDIO ATLETI
89 KG
95 KG
+ 7%
%1RM/BW
17%
25%
PANCA PIANA 1RM
MIGLIORAMENTO
DEL 7%
1. CARICO 50%1RM DEL PREVISTO 5 RIP 1’ REC;
100
2. CARICO 65%1RM DEL PREVISTO 3 RIP 1’ REC;
80
60
3. CARICO 75%1RM DEL PREVISTO 3 RIP 2’REC;
SETTEMBRE/OTTOBRE
40
4. CARICO 85% 1RM DEL PREVISTO 2 RIP 2’ REC;
DICEMBRE
20
0
5. CARICO 95%1RM DEL PREVISTO 1 RIP 3’ REC;
PESO MEDIO
ATLETI
1RM MEDIO
ATLETI
6. CARICO 100% 1RM DEL PREVISTO 1 RIP 3’ REC;
7. SE FATTO IL 100% SI INCREMENTA DI 2,5 % OGNI VOLTA SEMPRE CON
RECUPERO 3’.
Tabella e grafico 2: Test 1rm in panca piana valori medi
Test di potenza
Test di potenza in panca piana effettuato al multipower (con asta standardiz-
Valori medi su 15 atleti
TEST
PESO MEDIO ATLETI
SETTEMBRE/OTTOBRE
76 KG
DICEMBRE
76 KG
zata a 18 kg) utilizzando un sistema di controllo della velocità chiamato
1RM MEDIO ATLETI
85 KG
94 KG
+ 11%
TEST LAT MACHINE
%1RM/BW
12%
24%
MIGLIORAMENTIO
DELL’11%
100
Smartcoach. L’analisi dei dati rilevati mediante il software Smartcoach ci ha
permesso di valutare la curva della Potenza, il carico e la velocità del picco
di potenza, la velocità massima teorica, la zona di allenamento della forza
esplosiva, la forza massima isometrica teorica in kg.
80
60
Picco di Max
potenza in kg, m/s e
wa
SETTEMBRE/OTTOBRE
40
DICEMBRE
20
0
PESO MEDIO
ATLETI
Vel max teorica in
m/s
1RM MEDIO
ATLETI
Tabella e grafico 1: Test 1rm alla lat machine valori medi
Zona allenamento
forza esplosiva
Test 1rm panca piana
Forza massima
isometrica teorica in
kg
Questo test è stato eseguito durante la stagione 2 volte e solamente con alcuni atleti siamo riusciti a farlo la 3a volta. Il calcolo del carico massimale 1rm veniva effettuato in maniera diretta secondo questo protocollo alla panca piana:
Grafico A : esempio di curva potenza in rosso e retta velocità-carico in blu
1. CARICO 50%1RM DEL PREVISTO 5 RIP 1’REC;
2. CARICO 65%1RM DEL PREVISTO 3 RIP 1’REC;
Protocollo test potenza:
3. CARICO 75%1RM DEL PREVISTO 3 RIP 2’REC;
•
effettuare un breve riscaldamento per il cingolo scapolo-omerale;
4. CARICO 85% 1RM DEL PREVISTO 2 RIP 2’REC;
•
in panca piana al multipower, effettuare 3 spinte alla massima velocità
5. CARICO 95%1RM DEL PREVISTO 1 RIP 3’REC;
nella fase concentrica, partendo sempre da una posizione di bilanciere
6. CARICO 100% 1RM DEL PREVISTO 1 RIP 3’REC;
al petto escludendo il riutilizzo di energia elastica dalla fase eccentrica;
7. SE FATTO IL 100% SI INCREMENTA DI 2,5 % OGNI VOLTA SEMPRE CON
RECUPERO 3’.
20
•
4 carichi 18-38-58-78 kg 3 ripetizioni per carico, 2’di recupero tra le serie.
Valori medi su 15 atleti
Media team
BW
O obre
Dicembre-gennaio
76
76
0%
Esempio seduta 1 ciclo 2 (ipertrofia pettorali)
V.
MAX
1,86
1,92
+3,2%
KG MAX
POT
47,29
48,43
+2,4%
WATT MAX
POT
449,57
474,29
+5,5%
WATT PRO
KG
5,84
6,27
+7,4%
F.MAX
ISO
98,86
106,75
+8%
1°
CARICO REPS
70%
PANCA PIANA 1rm
5
CROCI MANUBRI 70%1rm
5
DIPS
bw
5
REC 2'
Il terzo test della stagione è stato eseguito solamente per pochi atleti e quindi poco
rilevante in termini statistici
2°
TEST POTENZA PANCA PIANA
7,4%
8,0%
7,0%
TRAZIONI
TIRATA E SPINTA
PULLEY
8,0%
In serie giganti, recupero di 2’
ripetere 5-6 volte
CARICO REPS
bw
5
20 kg+
5
70%1rm
5
In serie giganti, recupero di 2’
ripetere 5-6 volte
5,5%
6,0%
5,0%
3,2%
4,0%
2,4%
3,0%
MIGLIORAMENTO PERCENTUALE
2,0%
1,0%
0,0%
0,0%
BW
V. MAX KG MAX
POT
WATT
MAX
POT
WATT
PRO KG
F.MAX
ISO
Tabella e grafico 3: test potenza valori medi
Esempio seduta 1 ciclo 3 (forza max pettorali)
•
riscaldamento rot ex spalle con manubri 2 kg 30 reps x2 o con elastici;
•
CHEST PRESS METÀ PESO CORPOREO 10x2;
PANCA PIANA
metodo
a contrasto
Metodologia mezzi ed esercizi
1RM
massimale
103
KG
Qui di seguito riporto una tabella con la descrizione di obiettivi, metodolo4 REPS
80%
1RM
KG
83
gia, mezzi ed esercizi utilizzati nei vari cicli di lavoro.
sessione
Ciclo 1
Ciclo 2
Ciclo 3
Ciclo 4
obie vo
Prevenzione cingolo
scapolo-omerale, dida ca
e sensibilizzazione dei
movimen!,ada"amento
biologico tendini e
ar!colazioni
Ipertrofia
Aumento forza massimale
e forza esplosiva/potenza
Mantenimento forza max
e lavoro individuale sulle
carenze di potenza
metodologia
Metodo delle serie
Metodo a
esaurimento
Metodo delle serie
gigan!
Metodo delle serie
Metodo piramidale
Metodo dinamico
Metodo degli sforzi
massimali
Metodi a contrasto
Metodo delle serie
Metodo piramidale
Metodo dinamico
Metodo degli sforzi
massimali
Metodi a contrasto
mezzi
Carico naturale,
trx,macchine
isotoniche ,elas!ci,
manubri
Bilancieri, macchine
isotoniche,manubri,
carico naturale
Bilancieri, macchine
isotoniche, manubri
Bilencieri, macchine
isotoniche, manubri,
carico naturale
esercizi
Vedi scheda
rec
2'
4 REPS
80%
1RM
KG
83
6 REPS
rec
40% 1RM 2'
KG
43
4 REPS
80%
1RM
KG
83
6 REPS
40%
1RM
KG
43
5 reps
7 resp
KG
KG
85
55
chef
press
presa
stretta
chest
press
presa
stretta
Vedi scheda
5 reps
Vedi scheda
Vedi scheda
Tabella 4: obiettivi, metodologia mezzi ed esercizi utilizzati nei vari cicli di lavoro
7 reps
KG
KG
85
55
5 reps
rec
2'
7 reps
KG
KG
85
55
rec
2'
Esempio seduta 2 ciclo 3 (lavoro a potenza pettorali)
•
RISCALDAMENTO CON ELASTICI ROT ESTERNA 15x3;
•
RISCALDAMENTO CON ELASTICI ROT INTERNA 15-15;
•
CHEST PRESS 10-10x2 30 KG VELOCE rec 1’;
•
PANCA PIANA 5x4 SERIE AL CARICO DELLA MAX POTENZA CON CON-
Esempio seduta 1 ciclo 1 (prevenzione cingolo scapolo-omerale e
forza generale dorsali)
6 REPS
40%
1RM
KG
43
TROLLO VELOCITÀ REC 2’;
•
PIEGAMENTI ESPLOSIVI SU PLINTO 5-5x4 REC 1’30’’.
•
ROTAZIONE ESTERNA ELASTICO 10-10x3 rec 45’’;
•
ROTAZIONE INTERNA ELASTICO 10-10x2 rec 45’’;
Esempio seduta 1 ciclo 4 (mantenimento forza massimale pettorali)
•
Trazioni orizzontali alla sbarra 15x3 rec 1’;
•
riscaldamento rot ex spalle con manubri 2 kg 30 reps x2 O CON ELASTICI;
•
Rotazione esterna con manubrio 2 kg 15-15x3 rec 1’;
•
CHEST PRESS METÀ PESO CORPOREO 10x2.
•
Pulley al trx 12x3 rec 1’.
21
METODOLOGIA DELL'ALLENAMENTO
Esempio lavoro di potenza sulle carenze
Questi ultimi, effettuavano in aggiunta durante i vari cicli di lavoro
sedute standard di ipertrofia
Carenze individuali a livello
del picco di potenza rispe o
alla sua curva e non per
valori assolu!. L’atleta in
ques!one ha lavorato a
ques! carichi con le velocità
di riferimento o enute dal
test.
ATLETA
Atleta 1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
MEDIA
DEV ST
Figura 2: test potenza di un singolo atleta con carenze zona potenza e forza esplosiva
•
Panca piana 5x4 serie con 61 kg e vel di riferimento 1,04 m/s recupero 2’;
•
Lanci pliometrici con palla medica 6x4 rec 1’.
Quantificazione del lavoro
Purtroppo, come spesso succede nel mondo del calcio, ciò che viene
programmato non coincide sempre con ciò che effettivamente poi viene
eseguito dagli atleti.
Questo piano di lavoro annuale, intrapreso da 15 atleti durante la stagione
è stato portato a termine soltanto da 9 atleti fino in fondo anche se siamo
riusciti a testare almeno 2 volte durante la stagione tutti i 15 atleti.
preventivi per le spalle.
ARTI
SUPERIORI
107
91
83
78
63
57
56
54
41
30
29
25
25
23
21
52,2
27,7
Tabella 5: n° di sedute annuali di arti superiori vs arti inferiori per i vari atleti
In alcuni periodi della stagione infatti, gli impegni agonistici si susse-
SEDUTE PER OBIETTIVO
guono a ritmo serrato (5 infrasettimanali giocati quest’anno), gli impegni
di alcuni giocatori in nazionale, gli infortuni e i continui “ritiri punitivi”
FORMA
ARTI
INFERIORI
38
43
23
15
31
40
30
32
38
20
24
10
13
33
39
28,6
10,6
per bicipiti e tricipiti e lavori
PREVENZIONE
IPERTROFIA
TEST
F.MAX
F ESPLOSIVA/POTENZA
non permettono di lavorare in maniera continuativa. Sono comunque
23%
soddisfatto del lavoro fatto durante la stagione visto che, nonostante
19%
tutte queste complicazioni, la media di sedute degli arti superiori è stata
di 52,2 sedute annuali su 44 settimane effettive di lavoro.
A testimonianza di ciò che ho detto prima è la differenza inter-indivi-
19%
27%
12%
duale un dato significativo (deviazione standard 27,7).
Alcuni atleti non hanno concluso tutto il piano mentre altri hanno persino fatto lavori aggiuntivi.
22
Grafico 4: suddivisione delle sedute per obiettivo (valori medi)
% mensile/totale
16%
14%
12%
10%
8%
6%
4%
2%
0%
settimane di lavoro (44). Per questo, da qualche anno, sono
un sostenitore del lavoro di forza per gli arti superiori.
Sicuramente questo tipo di lavoro non permette di migliorare nell’immediato la performance della domenica, ma
consente a mio avviso di ottenere una serie di risposte
neuro-endocrine simili all’allenamento della forza per gli
arti inferiori “risparmiando”, se così possiamo dire, quei distretti muscolari direttamente coinvolti nel gioco.
Diventa infatti molto più semplice proporre all’atleta questo tipo di lavoro ed ottenere benefici a medio e lungo ter-
Grafico 5: % di lavoro mensile sul totale di un singolo atleta (scelto perché è riuscito a
eseguire in maniera continuativa il lavoro di arti superiori per tutta la stagione)
mine. Grazie ad un lavoro di forza strutturato per il tronco
possiamo ottimizzare il dissipamento di energia nelle accelerazioni, de-
Conclusioni
celerazioni, nei cambi di direzione e aumentare la forza nei contrasti di
È ormai un dato di fatto l’importanza della forza negli sport di squa-
gioco. Un miglioramento del rendimento in tutti questi cambi di attività
dra (Wisloff et al.). Le problematiche legate al numero di partite, alla
(quantificati nell’ordine di 700-800 a gara) penso non sia poco.
programmazione settimanale e alla continuità delle competizioni
La stagione appena conclusa mi permette perciò di affermare che un la-
creano però numerosi problemi ad uno sviluppo della forza in modo
voro di questo tipo può essere fatto con buona costanza (52 sedute
programmatico e costante durante tutta la stagione.
medie-annue per 15 atleti) ottenendo inoltre discreti risultati in termini
Basti vedere il valore medio del numero di sedute nella stagione (28) di
di miglioramento sulla forza massima (11% alla lat-machine e 7% in
una squadra di serie A (senza competizioni europee) per capire che non
panca piana) e sulla potenza di picco (5%). La mia filosofia di lavoro mira
si riesce neppure ad effettuare un numero di sedute pari al numero di
infatti a sviluppare tutte le varie componenti della forza.
Un calciatore necessita sì
di un buon trofismo muscolare (ipertrofia), ma non
deve assolutamente sfociare in calciatore-narcisista-culturista. È pertanto
necessario, a mio avviso,
uno sviluppo di tutte le
componenti della forza
anche per gli arti superiori
del corpo.
23
SCUOLA ALLENATORI
LA FASE OFFENSIVA NEL MODULO 4-2-3-1
di Alfredo Aglietti*
PRESENTAZIONE
Avendo iniziato la mia carriera di allenatore in squadre dilettantistiche, ho
LEGENDA
capito attraverso queste esperienze quanto sia importante allenare la fase
offensiva, oltre a quella difensiva.
Non avendo avuto in quei periodi calciatori di elevato tasso tecnico, avevo
la necessità di semplificare le giocate di chi era in possesso della palla o i
movimenti di chi doveva dettare il passaggio.
Spesso si ricorre alla qualità dei singoli, ma non sempre siamo nelle condizioni
di avere a disposizione calciatori che possano risolvere le partite da soli e, se
anche li avessimo, non possiamo affidarci solo alle loro giocate.
Una squadra deve avere la consapevolezza che il singolo può fare la differenza in qualche occasione , ma è solo grazie al lavoro di gruppo che si raggiungono risultati importanti.
Noi allenatori tendiamo il più delle volte a concentrarci sulla fase difensiva perché la nostra è una mentalità difensiva, quindi il lavoro tattico, anche per ragioni di tempo, è prevalentemente rivolto alla fase di non possesso palla, e si
passando così ad un 4-4-2 o ad un ultraoffensivo 4-2-4. Le squadre che
concentra più sul limitare gli avversari, che non sull’esaltare le nostre qualità.
per prime hanno iniziato a giocare con il 4-2-3-1 sono state l’Olanda e la
Io, invece, sono convinto che possiamo incidere molto anche per quello che
Francia, alla fine degli anni novanta.
riguarda l’aspetto offensivo: nelle difficoltà, la squadra organizzata riesce
L’Olanda è stata la nazionale che per prima ha adottato questo modulo, gio-
ad uscirne attraverso le conoscenze apprese.
cando un ottimo calcio, fatto di possesso palla insistito, alternato ad acce-
L’organizzazione deve permettere alla squadra di arrivare fino agli ultimi metri,
lerazioni improvvise, non dando mai punti di riferimento agli avversari.
poi è normale che la qualità del singolo possa fare la differenza. Il nostro lavoro
La qualità del calcio proposto però non è andata di pari passo con i risultati
è quello però di non darlo per scontato.
ottenuti, che, come da tradizione olandese, non ha portato a vincere niente.
La squadra che invece ha vinto tutto, utilizzando questo modulo, è stata
CENNI STORICI
la Francia, la quale ha trionfato nei mondiali del 1998, disputati peraltro
Il 4-2-3-1 è un modulo che facilmente si adatta a tutte le situazioni tat-
in casa, e negli europei del 2000, centrando così una doppietta storica,
tiche che si vengono a creare durante una partita. È infatti possibile te-
per una nazione che fino a quegli anni aveva vinto poco o niente.
nere bloccati i terzini e abbassare gli esterni, per farlo così diventare un
Questo grazie anche al 4-2-3-1 che ha esaltato le doti di quei calciatori
4-4-1-1. Allo stesso tempo, i terzini possono alzarsi e avere un atteggia-
che componevano quella nazionale, primo fra tutti uno stratosferico
mento molto più offensivo, componendo con gli esterni alti, catene di
attacco imprevedibili, fatte di tagli e sovrapposizioni.
Anche gli attaccanti si possono disporre sia in verticale, sia in orizzontale,
24
* Tesi finale del Corso Master 2010-2011 per l’abilitazione ad Allenatore
professionista di Prima categoria Uefa Pro
Zinedine Zidane, splendido interprete nel ruolo di trequartista.
Questa è la formazione della Francia che ha vinto tutto: la nazionale fran-
La differenza che caratterizzava le due nazionali era che l’Olanda in fase
cese, che trionfò sia agli europei che ai mondiali, era composta da gio-
di possesso palla portava un difensore centrale a ridosso dei due me-
catori molto tecnici e molto offensivi.
diani, formando così una sorta di rombo a centrocampo.
Infatti, sugli esterni giocavano due punte, portate ad attaccare meno
La nazionale francese, invece, non utilizzava questo tipo di movimento.
l’ampiezza e più la profondità e di conseguenza la porta, creando molte
difficoltà centralmente alle squadre avversarie.
REIZIGER
OLANDA 1998/2000
I due c/centrali erano bravi sì nel possesso, ma lo erano molto di più nel
VAN DER SAR
dare equilibrio alla squadra, in quanto, spingendo molto anche con i ter-
BOGARDE
BLIND VAN BRONCKHROST
zini, dovevano essere molto attenti nelle coperture.
Vieira, più di Deschamps, si inseriva con i tempi giusti a cercare la sor-
COCU
DAVIDS
OVERMARS
BERGKAMP
ZENDEN
presa, e spesso la trovava, rendendosi molto pericoloso in fase offensiva
e segnando più di un gol.
Zidane era il fulcro del gioco offensivo, dettando i tempi a tutta la squadra,
KLUIVERT
molto bravo a tirarsi fuori dalla sua zona per favorire i tagli degli esterni, che
Questa è la formazione dell’Olanda che affrontò l’Italia nella semifinale degli
lui puntualmente serviva; se il gioco si sviluppava invece in ampiezza, anche
europei del 2000. Come si può vedere era caratterizzata da esterni veri e pro-
lui andava a chiudere i cross provenienti dai terzini, arrivando da dietro.
pri, che attaccavano in ampiezza; esterni piccoli, velocissimi, che ricercavano
La punta centrale non faceva molto movimento, concentrandosi sulla fina-
sempre situazioni di 1>1 per creare superiorità numerica.
lizzazione della manovra.
Tipico modello olandese erano sì gli esterni, ma anche i due c/centrali, anche
loro non proprio dei giganti, molto bravi tatticamente e tecnicamente: ri-
LE CARATTERISTICHE DEL 4-2-3-1
cercavano, con l’aiuto del trequartista, un possesso palla continuo, a volte
In una costruzione ideale della mia squadra, potendo scegliere i calciatori
stucchevole, ma comunque efficace per liberare appunto gli esterni.
partendo da zero, questo sarebbe il modulo con cui preferirei iniziare il la-
La punta centrale, forte fisicamente, permetteva loro, in caso di necessità, di
voro, fermo restando il fatto che la mia è un’utopia e che spesso noi alle-
alzare la palla e accorciare sulla respinta. Bravo poi ad attaccare i cross, era il
natori ci troviamo ad allenare squadre in cui il nostro pensiero difficilmente
terminale offensivo della manovra.
viene ascoltato. Per esigenze della società, che vanno dal budget al tipo di
progetto e all’obiettivo stagionale da raggiungere, spesso ci troviamo a dispo-
THURAM
FRANCIA 1998/2000
sizione del materiale umano che noi dobbiamo esaltare, ma che spesso viene
BARTHEZ
sopravvalutato. Un bravo allenatore riesce non a scegliere, ma a sfruttare il
DESAILLY
LEBOUEF
LIZARAZU
modulo in base alle caratteristiche dei calciatori che ha a disposizione.
Si ritiene, spesso sbagliando, che il modulo adottato dall’allenatore sia alla
(BLANC)
VIERA
DUGARRY
base di un calcio difensivo o offensivo. Io ritengo invece che, aldilà del moDESCHAMPS
ZIDANE
TREZEGUET
HENRY
dulo, sia l’interpretazione che viene data alla fase offensiva, sia come mentalità, che come calciatori che vanno a proporsi nell’attaccare, quello che
fa la differenza. Si vedono squadre che giocano con due punte più un trequartista che fanno fatica a creare occasioni perché poi non vengono accompagnati dagli altri compagni.
25
SCUOLA ALLENATORI
Così come invece squadre che giocano con una sola punta, ma che hanno
e leggere le situazioni che via via lo coinvolgano; saper galleggiare
inserimenti e sovrapposizioni costanti che mettono in difficoltà gli avver-
tra le linee e/o aprirsi quando la situazione tattica lo richieda.
sari. Tra l’altro, è più difficile contrastare un avversario che vede il gioco e
È forse il calciatore più importante per questo modulo.
si può inserire in uno spazio creando una sorpresa, che non un attaccante
Andiamo ora a vedere le caratteristiche specifiche dei principali interpreti.
con le spalle girate che fa solo movimenti incontro alla palla.
Tornando al 4-2-3-1 si pensa appunto che sia un modulo abbastanza difensivo,
LE CARATTERISTICHE PRINCIPALI, RUOLO PER RUOLO, NELLA FASE
in quanto prevede l’utilizzo di una sola punta di ruolo. Io non la vedo così, anzi,
OFFENSIVA
vedremo come sarà possibile portare 5/6 calciatori oltre la linea della palla.
PORTIERE
Credo che questo modulo sia uno dei più efficaci per la varietà e la facilità con
Qualità tecnico - tattiche:
cui si possono effettuare delle trame di gioco e organizzare efficaci ripartenze.
Il portiere deve essere sveglio, ma molto sveglio.
Chiaramente, oltre alle caratteristiche dei singoli, è altresì determinante la
Occorre che presti la massima attenzione in fase di possesso palla, poiché,
meticolosa organizzazione che l’allenatore dovrà saper dare ai suoi uomini.
in fase di costruzione del gioco da dietro, dovrà rappresentare un porto si-
L’allenatore deve coinvolgere il proprio gruppo di calciatori.
curo dove attraccare.
I singoli interpreti, non solo devono credere nel progetto, ma se lo de-
Deve avere buone doti tecniche; negli arti inferiori dovrà essere sempre in
vono sentire addosso, come un vestito cucito apposta per loro: questo di
costante appoggio ai difensori e stare alto quando poi l’azione si sviluppa
sicuro accrescerà l’autostima e la convinzione e solo così si potranno ot-
nella metà campo degli avversari.
tenere risultati importanti, forse superiori a tutte le attese. In linea gene-
Deve saper leggere le situazioni: se il proprio compagno dovesse aver biso-
rale il modulo 4-2-3-1 nella fase offensiva è caratterizzato dalla presenza di:
gno del suo apporto, lui deve essere in grado di garantirlo.
Deve possedere inoltre un buon calcio, per il rinvio da terra o con le mani.
•
•
•
•
•
•
26
Difensori centrali con personalità e buone doti tecniche; devono es-
Qualità fisiche:
sere all’occorrenza dei centrocampisti aggiunti, in quanto la manovra
Il portiere non può prescindere dall’avere grande struttura fisica.
può partire dai loro piedi.
Per quello che mi riguarda però, dovrà avere anche una buonissima tecnica
Terzini bravi nello spingere con continuità, buon piede, che arrivino
di base; saper giocare con i piedi è molto importante, in quanto, come già
spesso al cross e abbiano buoni tempi di inserimento.
detto, deve essere in grado di partecipare alla manovra, se necessario.
Esterni in grado di ripartire e rientrare con la medesima efficacia, bravi
nell’1>1, possibilmente un destro e un sinistro (da poter così giocare
DIFENSORE CENTRALE
anche a piede invertiti), con buona propensione al gol; devono es-
Qualità tecnico - tattiche:
sere all’occorrenza degli attaccanti aggiunti.
I difensori centrali hanno un ruolo importante nella costruzione della ma-
Centrocampisti centrali con buone doti di palleggio, ma bravi anche
novra, soprattutto quando si affrontano squadre che giocano ad una sola
tatticamente e nella riconquista, buone doti di inserimento (nella mia
punta. L’uscita dei difensori nel 2>1 che si verrà a creare, diventa fondamen-
interpretazione del modulo, non sono la dote principale… anzi).
tale per lo sviluppo successivo della manovra.
Un attaccante centrale forte fisicamente, bravo a difendere la palla e
Devono saper giocare in modo semplice ma efficace, scegliere la giocata
ad attaccare la profondità; deve saper fare reparto da solo.
giusta: quindi, anche una buona dose di intelligenza calcistica.
Il trequartista deve avere doti importanti a livello tecnico, deve saper
Inoltre, devono avere grande personalità: la palla la devono gestire senza
fare l’ultimo passaggio, creare superiorità in zone centrali, saper gio-
buttarla a caso, la giocata deve essere effettuata con palla a terra; solo se la
care anche spalle alla porta; deve essere intelligente calcisticamente
squadra avversaria effettuerà un pressing ultra offensivo, si dovrà cercare il
lancio lungo, accorciando poi in avanti. Importanti sono poi gli scarichi che
avranno la possibilità. Devono avere proprietà di palleggio e saper difen-
riusciranno a dare ai terzini e ai centrocampisti centrali. I miei difensori cen-
dere la palla, sia dalla pressione degli avversari, sia dopo l’avvenuta ri-
trali ideali dovrebbero essere: un destro a dx e un sinistro a sx, in modo così
conquista, con passaggi semplici ed efficaci.
da avere più facilità di uscita.
Possedere un buon tiro dalla distanza e capacità nella conduzione con
Qualità fisiche:
palla al piede.
Il difensore centrale deve essere dotato di forza fisica, essere possibilmente
L’ideale sarebbe avere sia un destro, che un mancino, in modo da poter
ben strutturato e possedere un ottimo colpo di testa.
sfruttare con improvvisi cambi di gioco l’ampiezza del campo e avere
Deve essere veloce per cercare l’anticipo e accorciare sul ricevitore di palla;
maggiore velocità e imprevedibilità, così da mettere in ulteriore difficoltà
essere bravo nei recuperi, quando viene saltato o superato.
la difesa avversaria.
In fase di non possesso, devono essere bravi tatticamente posizionan-
TERZINO
dosi sulle linee di passaggio. Si devono dare sempre copertura reciproca
Qualità tecnico - tattiche:
senza farsi sorprendere alle spalle.
L’esterno difensivo di una difesa a 4 deve essere molto propositivo.
Devono andare spesso a raddoppiare: quando sono scavalcati central-
Dovrà sovrapporsi con continuità con e senza palla, per garantire la su-
mente, sugli attaccanti; sugli esterni, quando l’azione avversaria si svi-
periorità numerica necessaria a mettere in difficoltà gli avversari.
luppa in ampiezza.
Questo lo dovrà fare con i tempi giusti; infatti se il proprio compagno di
Devono essere rapidi nelle chiusure e pronti nel tamponare gli inseri-
catena è attaccato dal terzino avversario, questi dovrà garantire l’appog-
menti in profondità degli avversari.
gio e quindi lo scarico.
Qualità fisiche:
I tempi di gioco sono fondamentali, deve avere per cui ottime letture
I centrocampisti centrali devono, se possibile, essere ben strutturati.
situazionali.
Avere grandi capacità aerobiche e buone capacità nel gioco aereo.
Deve possedere una buona tecnica di base e avere buone doti di palleg-
Avere forza fisica, per poter contrastare con efficacia.
gio, in quanto è un punto di riferimento importante per lo sviluppo della
manovra con palla a terra, avere una buona guida della palla, e possedere
ESTERNO
un buon cross in corsa.
Qualità tecnico - tattiche:
Qualità fisiche:
La maggiore qualità che richiedo a questi calciatori è quella di essere
Il difensore esterno deve essere molto resistente e elastico. Deve avere
molto bravi nell’ 1>1.
ottima velocità poiché ha una zona molto ampia da coprire e può avere
Devono essere intraprendenti, mettendo in difficoltà gli avversari, an-
la necessità di recuperare la posizione rapidamente.
dando a puntarli con continuità.
Possedere ottima struttura fisica è importante, ma non fondamentale.
Essere in grado di rifinire l’azione con cross dal fondo o passaggi filtranti.
Saper chiudere l’azione: con tiri dalla media distanza, quando riceve la
CENTROCAMPISTA CENTRALE
sponda dell’attaccante centrale; chiudere il cross, quando l’azione si svolge
Qualità tecnico - tattiche:
dalla parte opposta; attaccare alle spalle il terzino, quando ha palla il trequar-
I miei centrocampisti centrali devono avere grande personalità, in quanto
tista per andare al tiro. Insomma, deve essere bravo anche nel cercare il gol.
dovranno essere un punto di riferimento importante per i propri compa-
Deve creare superiorità numerica, saltando il proprio avversario. Alter-
gni, farsi dare la palla, dettare i tempi di gioco, saper giocare sia corto sia
nare movimenti in profondità, ampiezza e tagli interni, con e senza palla.
lungo, cambiare spesso fronte del gioco e saper verticalizzare quando ne
Sapersi smarcare è una qualità molto importante, perché deve fornire un
27
SCUOLA ALLENATORI
punto di riferimento importante per lo sviluppo della manovra di attacco.
Tiro in porta e freddezza sono doti indispensabili, in quanto questo calciatore
Qualità fisiche:
rappresenterà la finalizzazione di tutta, o quasi, la manovra della squadra.
Velocità e resistenza sono le doti principali per questo ruolo.
Qualità fisiche:
Velocità per mettere in difficoltà gli avversari nell’ 1>1.
Le doti fisiche dell’attaccante centrale si dovranno sposare bene con
Resistenza perché comunque deve lavorare anche in fase di non pos-
quelle degli altri calciatori del reparto avanzato.
sesso, e quindi riproporsi con efficacia.
Per quello che mi riguarda, il centravanti deve essere forte fisicamente,
avere grande velocità e potenza.
TREQUARTISTA
Qualità tecnico - tattiche:
COSTRUZIONE DEL GIOCO ATTRAVERSO LANCIO LUNGO
Il trequartista centrale deve essere molto abile tecnicamente, nella lettura
Attraverso il lancio lungo si cerca di fare avanzare velocemente la palla
del gioco, nell’effettuare l’ultimo passaggio e nell’inserirsi sia centralmente,
verso la porta avversaria. Importante sarà avere un attaccante capace di
sfruttando il lavoro della prima punta, sia in ampiezza, attaccando alle spalle
tenere palla, per fare salire la squadra, e forte nel gioco aereo, per giocare
i terzini quando questi accorciano sulle mezze punte laterali.
eventualmente di sponda per gli inserimenti dei compagni.
Possibilmente non deve farsi mai trovare spalle alla porta (facilmente at-
I vantaggi di questo tipo di costruzione sono:
taccabile), ma saper galleggiare tra le linee sempre ricevendo di fianco,
•
immediato ribaltamento dell’azione;
così da velocizzare la giocata se attaccato, oppure controllare e andare a
•
eludere immediatamente il pressing degli avversari;
puntare la difesa, se il difensore è in ritardo.
•
bassissimo rischio di perdere palla in zone pericolose, concedendo
Qualità fondamentale è quella di essere bravo nell’1>1, cercando così di
creare superiorità numerica.
Altra dote importante è il fiuto del gol: non dimentichiamoci che questo
ripartenze importante;
•
possibilità di arrivare in zone pericolose in breve tempo, saltando il
centrocampo avversario.
calciatore è a tutti gli effetti un attaccante.
Andiamo ora ad analizzare le varie soluzioni possibili, partendo sia dal
Qualità fisiche:
difensore centrale, che dal difensore esterno.
Le doti fisiche, in questo calciatore, non sono molto importanti: passano
in secondo piano rispetto alla sua qualità e all’intelligenza calcistica.
CENTRAVANTI
Qualità tecnico - tattiche:
L’attaccante centrale deve dare profondità, allungare la difesa avversaria,
favorendo così anche il trequartista che lavora tra le linee, oppure muoversi in direzione della palla lavorando di sponda.
Deve essere un punto di riferimento importante in qualsiasi situazione di
gioco, deve permettere alla squadra di appoggiarsi su di lui per poter salire, favorire gli inserimenti centrali o esterni.
Deve avere un’ottima scelta di tempo nel colpo di testa, per poter attaccare i cross che provengono dagli esterni (primo palo). Essere abile nello
scatto e nei tagli in profondità, quando la palla viene giocata centralmente.
28
Costruzione attraverso lancio lungo 1
Palla dal difensore centrale al centravanti. Quest’ultimo controlla e gioca per il trequartista
che si è proposto in appoggio. I due esterni attaccano lo spazio alle spalle della punta centrale.
Il trequartista ricevuta palla potrà: puntare la difesa e andare al tiro oppure verticalizzare per
uno dei due esterni.
Costruzione attraverso lancio lungo 2
Esce il difensore centrale, che cerca il centravanti. Il trequartista e l’esterno di parte attaccano la profonditàallespalledellapuntacentrale,perl’eventualespizzicata.L’esternooppostorimanelargoper
ricevereilpossibilecambiogioco,nelcasoincuil’attaccantecentraleriescaadappoggiarsialcentrocampista centrale, venuto nel frattempo a dare sostegno.
Costruzione attraverso lancio lungo 5
Dal difensore centrale al terzino. Ricevuta palla il terzino cerca il trequartista. Quest’ultimo,di
prima o dopo un controllo, cerca la prima punta che a sua volta restituisce palla al trequartista.
Costruzione attraverso lancio lungo 3
Palla al difensore centrale che, trovando chiusa la giocata centrale, cerca un cambio gioco sull’esterno
opposto. Il terzino andrà in sovrapposizione esterna. L’esterno controlla verso l’interno del campo e
cercalapuntacentrale.Ilcentravantichiuderàlagiocataperilterzinocherifiniràtramitecross.
Costruzione attraverso lancio lungo 6
Palla al terzino. L’esterno di parte effettua un movimento incontro al terzino e taglia dentro al
campo. Il trequartista vede il taglio dell’esterno e si sfila.Viene a ricevere la punta centrale che
appoggia sull’esterno che ha tagliato. Quest’ultimo, ricevuta palla, ha due possibilità: giocarla
sul trequartista che attacca la profondità oppure passarla all’esterno opposto.
COSTRUZIONE MANOVRATA
La possibilità di iniziare la manovra partendo da dietro, dipende molto
anche da dove gli avversari iniziano il pressing. Questa situazione però
permette di avere molteplici soluzioni.
Anche la disposizione tattica degli avversari influenza il tipo di costruzione. Ad esempio, se siamo contrapposti ad un attacco a due punte più
un trequartista, sarà più facile appoggiarsi sui nostri terzini, che si presume abbiano una buona libertà di azione.
Costruzione attraverso lancio lungo 4
Riceve palla il terzino destro. L’esterno di parte effettua un movimento corto-lungo; il trequartista viene incontro al terzino ma non riceve. L’esterno opposto rimane in posizione di attesa, pronto ad attaccare la porta o allargarsi. Il terzino gioca sulla punta centrale che scarica
sul trequartista venuto in appoggio. Ricevuta palla il trequartista verticalizza per l’esterno
opposto oppure effettua un tiro in porta.
Quando invece avremo davanti un attacco con una punta centrale e due
ali, sarà più semplice l’uscita con uno dei due nostri difensori centrali,
sfruttando il 2>1 che si verrà a creare centralmente.
29
SCUOLA ALLENATORI
Comunque oltre che l’aspetto tattico, ci sono alcune regole per costruire
l’azione partendo da dietro, vediamo quali:
•• Il calciatore che conquista palla deve effettuare un passaggio semplice e preciso, per consolidare l’avvenuta riconquista.
•
Il passaggio deve essere rapido, per mandare a vuoto l’eventuale
pressione che l’avversario ci porterà dopo che avrà perso palla.
•
Il passaggio può essere laterale o meglio ancora di scarico (indietro).
•
Se si è in difficoltà, e non c’è la possibilità di giocare corto, sarà opportuno effettuare un lancio lungo a cercare la punta.
•
Dopo aver consolidato il possesso della palla, sarà importante andare a cercare l’esterno, dove si presuppone che ci possa essere più
tempo e spazio per giocare.
•
Costruzione manovrata 2
Riceve il terzino dopo un giro palla e verticalizza per il trequartista. Quest’ultimo, essendo marcato, scarica sul centrocampista centrale. Quest’ultimo effettua un secondo passaggio sul compagno di reparto, a sua volta venuto in appoggio. L’esterno sinistro taglia dentro al campo per
favorire la sovrapposizione del terzino oppure per ricevere lui stesso. Il centrocampista centrale
ha due soluzioni: giocare sull’esterno che ha tagliato oppure cercare il terzino.
Dopo aver spostato palla in ampiezza, sarà importante farla avanzare
con passaggi diagonali, verticali e di scarico. In questa fase sarà importante il lavoro dei centrocampisti che dovranno venire a prendere palla per impostare l’azione e non dovranno mai essere
posizionati sulla stessa linea. Si dovranno dare sempre appoggio
l’uno con l’altro.
Andiamo a vedere ora alcune soluzioni per costruire la manovra.
Costruzione manovrata 3
Dopo un giro palla, riceve il terzino. L’esterno alto, dopo un movimento lungo-corto riceve sui
piedi, controlla e scarica sul centrocampista centrale che, a sua volta, verticalizza per la punta
centrale. La prima punta gioca in appoggio sul trequartista che nel frattempo si è sfilato. Il
trequartista gioca sull’esterno opposto.
Costruzione manovrata 1
Dopo un giro palla, la stessa arriva al terzino che gioca sul centrocampista centrale di parte.
Quest’ultimo, pressato, scarica sul compagno di reparto venuto in appoggio che, a sua volta,
ricevuta palla, allarga sull’esterno.
Costruzione manovrata 4
Palla al terzino. L’esterno effettua un movimento corto-lungo. Il terzino gioca sul centrocampista centrale che, di prima, gioca sul trequartista venuto incontro al possessore della palla.
Il trequartista, se possibile ad un tocco, gioca sull’esterno che ha attaccato la profondità.
30
Costruzione manovrata 5
Chiusura cross della situazione precedente. Esterno destro al cross. Centravanti attacca il primo
palo. Trequartista chiude centralmente. Esterno sinistro chiude sul secondo palo. Centrocampisti centrali: opposto al limite pronto per l’eventuale ribattuta, mediano di parte a sostegno.
CONTRAPPOSIZIONE AGLI ALTRI MODULI: COME E DOVE ATTACCARE
4-2-3-1 contro 4-4-2 situazione 1
Il difensore centrale gioca sul terzino. Il terzino gioca sul centrocampista centrale. La punta
centrale attacca la profondità, il trequartista galleggia tra le due linee. Dopo avere ricevuto
palla, il centrocampista centrale ha tre soluzioni: cercare di prima il centravanti in profondità; dopo il controllo cercare il trequartista tra le linee; la terza soluzione, sempre dopo il
controllo della palla, è il cambio gioco sull’esterno opposto.
GLI ALTRI MODULI
Oltre ai movimenti e agli schemi che abbiamo visto, ci sono delle situazioni specifiche, in base alla disposizione tattica degli avversari ed in
campo dovremo cercare di sviluppare degli attacchi che vadano a colpire
i punti deboli degli avversari. A seconda del modulo adottato dagli avversari, noi dovremo cercare di metterli in difficoltà, andando a sfruttare quelle
zone poco coperte, con tagli, sovrapposizioni e smarcamenti mirati.
In successione vediamo questa contrapposizione dei moduli.
4-2-3-1 > 4-4-2
Quando affrontiamo una squadra disposta con il 4-4-2 fondamentale diventa
il movimento e la posizione del trequartista, che dovrà stazionare tra le linee
4-2-3-1 contro 4-4-2 situazione 2
Dal difensore centrale al terzino. Il centrocampista centrale di parte, essendo pressato, si alza,
creando così lo spazio per ricevere dal centrocampista opposto. Quest’ultimo, ricevuta palla,
la gioca subito tra le linee, dove riceve il trequartista che si è mosso dietro le spalle dei mediani avversari. La punta centrale deve dare profondità e allungare così la difesa
avversaria per favorire la ricezione del trequartista. Ricevuta palla, il trequartista può:
puntare la difesa; scaricare largo per l’esterno; verticalizzare per la punta centrale.
di centrocampo e difesa avversaria, cercando di non alzarsi troppo per non
fare uscire uno dei loro centrali difensivi, e non abbassarsi a ricevere davanti
ai loro centrocampisti centrali, favorendo la pressione degli stessi. Importante
in questo caso è il compito della punta centrale che dovrà allungare la difesa
avversaria con movimenti in profondità. Il trequartista deve riuscire a ricevere
in posizione intermedia, in modo da poter poi distribuire il gioco sugli esterni
o puntare immediatamente la difesa avversaria. Importante sarà anche cambiare spesso fronte del gioco, passando velocemente da una parte all’altra
del campo, attaccando così la zona debole della difesa. Altre soluzioni importanti sono sia i tagli degli esterni verso l’interno del campo, sia le sovrapposizioni dei terzini per cercare la superiorità numerica.
Vediamo in grafica alcuni movimenti.
4-2-3-1 contro 4-4-2 situazione 3
Palla al terzino. L’esterno di parte taglia, il trequartista si sfila e la punta centrale viene incontro.
Il terzino effettua un passaggio per il centravanti che scarica per l’esterno che ha tagliato.
L’esterno, dopo aver ricevuto palla, può: puntare la difesa avversaria; verticalizzare per il trequartista; servire l’esterno opposto che taglia per ricevere il passaggio.
31
SCUOLA ALLENATORI
4-2-3-1 > 4-3-3
Quando incontriamo una squadra disposta con questo modulo sarà importante sfruttare il 2>1 dei difensori centrali contro la loro punta.
L’uscita con la palla del difensore centrale può permetterci di creare subito superiorità in mezzo al campo, costringendo così a far uscire un
centrocampista.
Se questo avviene, si libererà uno dei nostri due c/centrali che dovranno
4-2-3-1 contro 4-4-2 situazione 4
Il difensore centrale verticalizza per l’esterno alto. Pressato dal terzino avversario l’esterno si
appoggia al centrocampista centrale. A sua volta pressato, quest’ultimo effettua un secondo
passaggio di scarico per il centrocampista centrale opposto. Ricevuta palla, quest’ultimo ha
due soluzioni: passaggio per l’esterno alto che effettua un taglio interno oppure giocare sul
terzino che ha attaccato lo spazio lasciatogli dall’esterno. Importante sono come sempre i
tempi delle giocate. Giocare a due tocchi, controllo e passaggio.
farsi vedere in zona luce, ricevere e impostare la manovra.
Se il centrocampista avversario non esce, il d/centrale avrà a disposizione
tempo e spazio per cercare la giocata.
Un'altra alternativa che si potrebbe venire a creare è quella che sul nostro
d/centrale possa uscire l’attaccante esterno: in questo caso il gioco verrà
spostato immediatamente sui nostri terzini.
In ogni caso, comunque, dovremo cercare di dare ampiezza al gioco, per
evitare così la loro densità centrale.
Vediamo ora qualche soluzione.
4-2-3-1 contro 4-4-2 situazione 5
Dal difensore centrale all’esterno alto. Il terzino di parte inizia ad alzarsi. L’esterno alto riceve
e gioca sul trequartista, venuto incontro al compagno. Il trequartista cerca subito la giocata
per il terzino andato in sovrapposizione.
4-2-3-1 contro 4-3-3 situazione 1
I due difensori centrali si allargano per sfruttare il 2>1. Il terzino si alza per preparare la
sovrapposizione. Esce il difensore centrale destro che gioca sull’esterno alto, pressato dal
terzino avversario. L’esterno controlla la palla verso l’interno del campo e gioca sul centrocampista centrale venuto in appoggio. Il centrocampista effettua un passaggio in profondità per il nostro terzino che ha attaccato lo spazio.
4-2-3-1 contro 4-4-2 situazione 6
Chiusura del cross dopo la sovrapposizione del terzino. Centravanti sul primo palo. Trequartista chiude centralmente. Esterno sinistro sul secondo palo. Esterno destro per il passaggio
dietro. Centrocampisti centrali in copertura preventiva.
32
posto in zona luce. Il centrocampista centrale non viene pressato dal vertice basso, avendo
così tempo e spazio per la giocata. Il trequartista non troverà spazio per ricevere tra le linee,
quindi la giocata sarà indirizzata su uno dei due esterni oppure verticalizzerà per la punta
centrale che ha attaccato la profondità.
4-2-3-1 > 4-3-1-2
Affrontando una squadra disposta con questo modulo, la densità centrale è accentuata dalla presenza delle due punte e del trequartista. Sarà
quindi fondamentale indirizzare subito la giocata sull’esterno, cercando
con insistenza i due terzini.
4-2-3-1 contro 4-3-3 situazione 2
Il difensore centrale viene pressato dall’attaccante esterno. Si libera così la giocata per il
terzino che riceve, gioca sull’esterno di parte che sfrutta l’ampiezza e attacca lo spazio.
L’esterno gioca verso l’interno del campo per il trequartista. Il trequartista chiude la giocata
sul terzino partito in sovrapposizione. La sovrapposizione del terzino potrà essere interna
o esterna, dipenderà dalla posizione del terzino avversario. Se il difendente resta largo
con il nostro esterno, il terzino sovrappone internamente. Se l’avversario copre l’interno del
campo, il terzino sovrappone esternamente.
L’obiettivo sarà quello di sfondare subito dalla parte in cui si è indirizzata la giocata.
Se questo non riesce, per la scalata degli avversari, dovremo cambiare
fronte del gioco e cercare la parte debole della difesa, sfruttando l’ampiezza con i nostri due esterni.
Il trequartista dovrà riuscire a trovare la zona luce alle spalle del vertice
basso avversario. Se non trova spazio in quella zona, dovrà cercare, attraverso movimenti di taglio, l’ampiezza.
Vediamo alcuni esempi.
4-2-3-1 contro 4-3-3 situazione 3
Il difensore centrale, attaccato dall’interno di centrocampo, gioca sul nostro mediano che si
è posto in zona luce. Pressato dal vertice basso avversario, il centrocampista centrale potrà
giocare sul trequartista, anche lui mossosi in zona luce alle spalle dell’avversario uscito in
pressione. Ricevuta palla, il trequartista potrà puntare la difesa ed avere più soluzioni: proseguire con un’azione personale; verticalizzare per il centravanti che si è mosso in profondità; giocare per l’esterno di parte che attacca lo spazio alle spalle del terzino.
4-2-3-1 contro 4-3-1-2 situazione 1
Il difensore centrale gioca sul terzino che ha spazio. L’esterno effettua un contro movimento
seguito dal terzino avversario, liberando così spazio alle spalle del terzino. Il trequartista
provvederà quindi a sfruttare lo spazio liberatosi. Il terzino ha due possibilità: cercare il trequartista lungo linea oppure l’esterno che ha effettuato il taglio. Quest’ultimo, se è solo,
punta la difesa. Se invece viene seguito dal terzino avversario, gioca sul centrocampista
centrale, venuto in appoggio che quindi cambia gioco sull’esterno opposto.
4-2-3-1 contro 4-3-3 situazione 4
Il difensore centrale, attaccato da un interno avversario, gioca sul nostro mediano che si è
33
SCUOLA ALLENATORI
4-2-3-1 > 3-5-2
Quando troviamo squadre disposte con questo modulo, è importante
cercare di alzare molto i due esterni di centrocampo. Facendo questo, i
due esterni che compongono il centrocampo avversario, sono costretti
ad abbassarsi, andando a creare così una linea di difesa composta da
cinque uomini, ma permettendoci di alzare a nostra volta i terzini.
L’ampiezza da coprire per i restanti tre centrocampisti avversari sarà
molto larga e non sempre riusciranno ad arrivare con i tempi giusti.
4-2-3-1 contro 4-3-1-2 situazione 2
Il difensore centrale gioca sul terzino. L’interno avversario esce in pressione. Il centrocampista centrale di parte si alza, seguito dal trequartista avversario. Viene a ricevere il centrocampista centrale opposto, che effettuerà un cambio gioco sull’esterno, con il terzino che si
propone in sovrapposizione, creando così una situazione di 2>1 che dovremo sfruttare.
Questo ci consentirà di trovare subito in partenza una situazione di 2>1
esterna che andrà sfruttata con velocità, precisione e costanza.
Importante il lavoro del trequartista e della punta che dovranno cercare
di giocare vicini in zona palla, creando una situazione di 2>2 centrale e
lasciando il difensore più distante solo, in un’esclusiva, quanto poco probabile, copertura.
Questo 2>2 dovrà essere sfruttato con giocate strette e corte, in combinazione tra di loro.
Andiamo a vedere alcuni esempi.
4-2-3-1 contro 4-3-1-2 situazione 3
Il difensore centrale gioca direttamente sull’esterno alto che a sua volta controlla e si fa attaccare dal terzino avversario. L’esterno scarica sul nostro terzino rimasto in appoggio e
quindi taglia verso l’interno del campo. Il terzino ha due soluzioni: giocare sul trequartista
che si è aperto alle spalle del terzino, oppure cercare la punta centrale. Quest’ultimo, a sua
volta, può appoggiarsi sull’esterno che ha effettuato il taglio oppure chiudere il triangolo per
il trequartista.
4-2-3-1 contro 3-5-2 situazione 1
Palla dal difensore centrale al terzino. L’esterno di parte effettua un contro movimento
lungo-corto. Il terzino gioca palla sull’esterno e va in sovrapposizione interna. L’esterno
gioca palla sul trequartista. Il trequartista chiude il triangolo per il terzino.
4-2-3-1 contro 4-3-1-2 situazione 4
Chiusura cross: il trequartista effettua il cross. La punta centrale attacca il primo palo.
L’esterno sinistro il secondo palo. L’esterno destro chiude centralmente. Il centrocampista
centrale di parte pronto a dare sostegno, l’opposto al limite per l’eventuale respinta.
34
4-2-3-1 > 3-4-3
Oltre al 3-5-2, possiamo incontrare anche altri moduli che adottano la
difesa a tre. Il 3-4-3 è uno di questi. Si differenzia dal 3-5-2 per avere un
centrocampista in meno ed un attaccante in più. L’uscita con la palla
quindi non sarà più concentrata sugli esterni, ma dovremo sfruttare il
2>1 dei difensori centrali contro il loro centravanti.
Spesso, sia gli esterni di attacco e di centrocampo ripiegano, andando così
a formare una difesa a cinque e rimanendo a quattro a centrocampo, ma
4-2-3-1 contro 3-5-2 situazione 2
Palla dal difensore centrale al terzino. L’esterno di parte si alza. Il terzino gioca palla sull’esterno che effettua un controllo orientato verso l’interno del campo. Il trequartista viene incontro. L’esterno, dopo il controllo, gioca una palla veloce per il trequartista che effettua una
esca a favore del centravanti. Il centravanti chiude il triangolo con il trequartista che potrà girare sopra o sotto la linea della palla.
con gli attaccanti esterni nel ruolo di centrocampisti. Dovremo sfruttare
anche qui i tagli degli esterni, lasciando spazio ai terzini per le sovrapposizioni: facendo ciò costringeremo gli attaccanti esterni avversari a ripiegare
molto. Questa situazione ci avvantaggerà, perché così facendo, le ripartenze
avversarie prevedranno pochi calciatori sopra la linea della palla, agevolando
la nostra riconquista e, di conseguenza, la transizione positiva.
Importante oltremodo la posizione tra le linee del trequartista, altra soluzione che dovremo cercare di sfruttare. Vediamo alcune soluzioni.
4-2-3-1 contro 3-5-2 situazione 3
Palla dal difensore centrale al terzino. Pressato dall’interno di centrocampo, il terzino gioca
sul centrocampista centrale. Quest’ultimo effettua un cambio gioco per l’esterno opposto che
sfrutta l’ampiezza del campo. Il terzino effettua una sovrapposizione interna, l’esterno gioca
palla sulla corsa del terzino che rifinisce tramite cross.
4-2-3-1 contro 3-4-3 situazione 1
Il difensore centrale sfrutta il 2>1 ed entra dentro al campo. Il terzino inizia a salire mentre l’esterno taglia dentro al campo e riceve. Le punte effettuano un movimento contrario:
il trequartista va via sfilandosi, il centravanti viene incontro. L’esterno che ha ricevuto palla
ha due possibilità: giocare per la punta centrale che chiude il triangolo per il terzino oppure giocare una palla filtrante per il trequartista.
4-2-3-1 contro 3-5-2 situazione 4
Chiusura cross. Terzino al cross. Punta centrale sul primo palo. Trequartista chiude centralmente. Esterno destro sul secondo palo. Esterno sinistro riceve l’eventuale passaggio indietro. Centrocampisti centrali in copertura preventiva.
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SCUOLA ALLENATORI
ristretti e tatticamente noi allenatori siamo tutti molto preparati. Cercare di riuscire, attraverso movimenti prestabiliti, a creare difficoltà agli
avversari è molto importante.
La conoscenza dei movimenti può, in molti casi, risolvere delle difficoltà
che si presentino nell’immediato: ritrovare soluzioni conosciute porta a
superare i problemi e giocare con più sicurezza.
Tutto questo non deve intaccare quelle che sono le qualità individuali
dei calciatori, anzi; attraverso l’organizzazione si riesce a metterli nelle
condizioni ideali per esaltare le loro caratteristiche.
4-2-3-1 contro 3-4-3 situazione 2
Il difensore centrale sfrutta il 2>1 ed entra dentro al campo. Il terzino inizia a salire, l’esterno
taglia dentro al campo, riceve palla e la scarica sul centrocampista centrale. Quest’ultimo ha
due possibilità: chiudere il passaggio per la sovrapposizione del terzino oppure cambiare
gioco per l’esterno opposto.
Sono dell’ idea che una squadra ben organizzata riesca ad arrivare, tramite il possesso della palla, fino alla trequarti avversaria; dopo di che le
qualità dei calciatori diventano fondamentali.
In tutto questo, l’allenatore deve riuscire a trasmettere il proprio pensiero. Un conto è la teoria e un altro la pratica: deve quindi essere convincente e, attraverso il lavoro svolto quotidianamente, far assimilare
totalmente il concetto del progetto tattico, trasmettendo con convinzione le proprie idee. I calciatori devono credere in modo incondizionato in quello che viene loro proposto.
Queste sono le mie attuali convinzioni, frutto della mia esperienza, che
fanno parte di un percorso professionale che mi auguro si possa sviluppare nel tempo.
4-2-3-1 contro 3-4-3 situazione 3
Il difensore centrale gioca sul terzino. L’esterno effettua un contro movimento: taglia dentro al campo e poi riacquista ampiezza alle spalle del terzino avversario. Il terzino ha la possibilità di giocare direttamente per l’esterno oppure può cercare il trequartista che
successivamente chiuderà il triangolo per l’esterno.
Conclusioni
Io credo che un allenatore debba in ogni modo semplificare il compito
del giocatore, dando loro soluzioni, conoscenze, sicurezza e tranquillità.
Sapere a memoria i movimenti dei compagni, e quindi facilitare il com-
Bibliografia
Libri:
Modulo 4-2-3-1
di Raffaele Cherubini
Edizioni: www.allenatore.net
pito di chi è in possesso della palla, conoscere dove, come e quando si
muoverà un mio compagno, non può che essere un vantaggio. Lavorare sui tempi di gioco è fondamentale in un calcio dove gli spazi si sono
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Articoli:
Vari, raccolti sul sito www.allenatore.net
SCUOLA ALLENATORI
COME MANTENERE E RINNOVARE
L’ATTENZIONE ALTRUI
di Felice Accame*
Il professor Felice Accame in aula durante una lezione; al tavolo il direttore della Scuola Allenatori del Settore Tecnico, Renzo Ulivieri
N
ella storia più recente della neurobiologia le risposte alla do-
del modo in cui il fenomeno viene rappresentato con un disegno) del-
manda sull’eventuale individuazione e localizzazione della fun-
l’attenzione “scende”, “cade”, “crolla”. Questa idea è così diffusa che, in
zione che comunemente chiamiamo “attenzione” sono molteplici.
una versione o nell’altra, la ritrovo alla base di molte domande che mi
C’è chi ne parla come una funzione svolta da particolari gruppi di neu-
vengono rivolte durante le mie lezioni ai Corsi di Coverciano, inducen-
roni, chi ne parla come fosse una funzione diffusa tra aree cerebrali di-
domi anche ad affrontare l’argomento qui di seguito e suggerendo le
verse e interconnesse, oppure chi ne parla come una funzione assolta
mie soluzioni a quello che, comunque, è pur sempre un problema.
da frequenze particolari del funzionamento elettrico dell’intero cer-
Innanzitutto, voglio sottolineare come l’attenzione sia una risorsa am-
vello. In ogni caso – sia come sia la risposta –, mai si parla dell’atten-
piamente rinnovabile. Pertanto, in caso di necessità, l’allenatore – come
zione in termini di qualcosa che, nel suo funzionamento, sia
chiunque altro sia chiamato a guidare insiemi di altri – può anche per-
condizionato da una durata. Ciò nonostante, spesso, si sente affermare
perentoriamente che, dopo dieci-quindici minuti (o mezz’ora, o un’ora,
*Docente di Teoria della Comunicazione e Coordinatore del Centro Studi e Ricerche
del Settore Tecnico FIGC
nei casi più ottimistici) la “curva” (una metafora che risente palesemente
37
SCUOLA ALLENATORI
mettersi il lusso di tenere discorsi alla
squadra abbastanza lunghi.
Nel rispetto, tuttavia, di particolari condizioni.
La prima è quella di rimanere – per l’intera
sua durata – unica fonte di comunicazione
(nessun movimento alle proprie spalle,
possibilmente in luogo chiuso, aboliti nei
limiti del possibile i rumori di fondo) garantendo il contatto visivo ai suoi interlocutori. Vedere chi parla, infatti, rinforza il
processo di comunicazione grazie ai linguaggi complementari (corporeità e po-
38
sture, espressioni del viso, gestualità).
libri gialli) e venendo a scoprire passo dopo passo le cause che l’hanno
La seconda è quella di comunicare ad un alto tasso di informatività.
prodotto (l’”assassino” o, meglio e più presumibilmente, “gli assassini”).
Senza esagerare, però. Un concetto nuovo per ogni frase pronunciata
La quarta condizione ha una sua intrinseca delicatezza.
obbligherebbe gli interlocutori ad un lavorìo mentale di percezione, di
Credo di poter sostenere che, aumentando l’interattività con i propri
categorizzazione e di classificazione eccessivamente oneroso, ma un ec-
interlocutori, chi parla aumenti anche le probabilità di una loro atten-
cesso di ridondanza - di ripetitività - farebbe risultare la comunicazione
zione costante.
decisamente noiosa, stucchevole, pian piano sempre più scontata.
Tuttavia, per essere davvero efficace, questa interattività dev’essere rea-
Alla stessa stregua – come ridondanza, inutilità – va evitata la pesan-
lizzata nel rispetto di un principio basilare – quello dell’ininterrotto
tezza retorica, ovvero quell’arte del “convincere a tutti i costi” che ha
coinvolgimento di tutti i partecipanti.
caratterizzato un’epoca del rapporto tra chi sa e chi no – tra chi co-
Chi parla, chi, arricchendo la situazione relazionale, interviene sul di-
manda e chi può solo obbedire – che è ormai tramontata da tempo.
scorso altrui, nel farlo, deve rendere partecipi tutti gli altri. In caso con-
La terza è quella di comunicare avendo l’avvertenza di articolare i con-
trario, all’attività di qualcuno viene a far riscontro la forzata, quasi
cetti in una ordinata struttura narrativa. Qualsiasi argomento – dalla
obbligata, passività degli altri.
teoria della relatività alla biologia molecolare – può risultare avvincente
Basta che chi interviene non tenga il tono di voce giusto, basta, a volte,
– e coinvolgere dal suo inizio alla sua fine gli interlocutori – se è inse-
che dia le spalle alla maggior parte dei propri compagni, basta – al li-
rito in una storia, se spiegato in forma di narrazione. I racconti polizie-
mite – che uno solo, il più lontano, non possa sentire perfettamente
schi ce lo insegnano: accade qualcosa – qualcosa di non spiegato
quel che dice che, in pochi secondi, la compattezza d’ascolto dell’in-
immediatamente – e la nostra attenzione rimane vigile, costantemente
sieme si sgretola – la squadra perde coesione e consistenza.
sollecitata, fino alla soluzione conclusiva.
La magia della condivisione svanisce. È per questo motivo che consiglio
A volte siamo fin disposti a leggere seicento pagine pur di sapere “chi è
di attivare numerose interazioni con i propri interlocutori soltanto
l’assassino”. Anche l’allenatore può tenere desta l’attenzione dei propri
quando, fra tutti, sia diffusa una certa consapevolezza sui modi migliori
giocatori “indagando” sulle origini di un errore (l’analogo del “morto” nei
per rendere veramente proficui i momenti di confronto in comune.
STUDI E RICERCHE
LA VIDEO TRAINING ANALISI
di Mauro Testa*
Dati (da campo e non) raccolti durante l’allenamento
•
Si valutano gli aspetti legati alla tattica individuale;
L
•
Si raccolgono informazioni relative alle capacità condizionali e coordi-
a periodizzazione dei test è prassi comune per molti staff nel calcio;
attraverso questi si cerca di avere informazioni e dati relativi allo stato
native espresse settimanalmente nel micro ciclo settimanale. In questo
di forma della rosa. Purtroppo occorre comunque segnalare anche
modo possiamo costruire diagrammi prestativi per ogni singolo gioca-
una certa ritrosia per molti addetti del nostro sport alla tecnologia.
tore utili a capirne il momento di forma oppure utili in caso di infortu-
Il calcio, inteso come ambiente, è molto conservativo e spesso ancora (pur-
nio a riportarlo ai valori di forma ottimale;
troppo) legato a superstizioni anche simpatiche se confrontate al periodo in
•
Possiamo fare allenamento ideomotorio per i portieri e per altri gioca-
cui viviamo.
tori in ruoli che necessitano di informazioni e stimoli per migliorarsi tec-
Un’importante realtà del nostro calcio, il Milan, ha creato una nuova scuola
nicamente;
di pensiero nel nostro ambiente circa l’uso della tecnologia e l’importanza
•
Si conoscono meglio pregi e difetti di giocatori che fanno parte della
derivata dalla raccolta di dati utili alla personalizzazione dell’allenamento
rosa della squadra, conoscendo meglio ad esempio chi eccelle nella
raggiungendo così due importanti obiettivi:
forza esplosiva e chi nella resistenza.
•
Analizzare, là dove è possibile la performance;
•
Prevenire infortuni.
Materiali e metodi per la raccolta dati
Riguardo a questo ultimo punto, penso che da solo basterebbe per con-
Come già descritto in altri elaborati, la metodica da me proposta si configura
vincere i ritrosi a raccogliere informazioni sui propri atleti anche con l’uti-
come una soluzione innovativa per la raccolta di informazioni utili ad avere
lizzo di test, magari semplici, abbinati alla più semplice della tecnologia
una sorta di “fotografia” dello stato fisico dell’atleta in quello specifico mo-
oggi disponibile.
mento della stagione sportiva.
I costi, in termini economici e di mancato risultato (o di spettacolo), che
Perché innovativa? Non tanto perché usa una strumentazione sconosciuta
questi infortuni producono è altissimo, tali costi giustificherebbero i Club
o tecnologie mai apparse prima, ma in quanto al modo in cui mette insieme
calcistici ad investire in tecnologia “preventiva”e “prestativa”.
le stesse con lo scopo di ottenere risultati di analisi mai avuti prima.
In questo elaborato proporrò alcuni test e relativi risultati rilevati dal campo
La metodica è sicuramente operatore-dipendente e richiede quindi da que-
attraverso la metodica da me sviluppata, la Video training Analisi (VtA).
st’ultimo una preparazione sufficiente per utilizzare la strumentazione e
Nel successivo elaborato analizzerò infortuni e opportunità oggi disponibili
la metodica con il minimo indice di errore.
per prevenirli.
È utile allo scopo descrivere meglio la strumentazione, configurare un esempio applicativo e rifacendoci a quanto già descritto precedentemente (in
VALUTAZIONE DI ESERCIZI FISICI E DEGLI ALLENAMENTI
termini di conoscenze) in altri elaborati pubblicati sulla medesima rivista,
Valutare l’allenamento potendo raccogliere da esso dati ed informazioni è
vedere come si possono applicare vari metodi o protocolli allo scopo di ot-
utile per diverse ragioni.
tenere dati dal campo durante l’allenamento.
•
Si analizzano gli atteggiamenti e le motivazioni dei giocatori;
La strumentazione da me usata per raccogliere i dati è alquanto comune,
•
Si correggono eventuali difetti tecnici che possano essere riscontrati
dall’immagine video;
*Biomeccanico
39
STUDI E RICERCHE
essendo semplici foto e videocamere.
tronico Excel, e sincronizzare i dati in essi contenuti con il video stesso.
La particolarità in queste ultime, che mi colpì molto, è nella loro capacità di
Questa opzione del software è importantissima in quanto permette di ve-
rallentare il movimento.
dere a video i grafici e i dati di strumenti biomedicali, come ad esempio
Come avviene questo? Normalmente quando filmiamo a velocità normale,
accelerometri, pedane di forza, cardiofrequenzimetri e molto altro.
cioè alla velocità con cui vediamo le cose, registriamo a 30 frame al secondo.
Inoltre la possibilità di utilizzare questa tecnologia software con una Video
Questo significa che inseriamo nello spazio di un secondo di filmato 30
camera ad infrarossi per la termografia mi permette di analizzare l’immagine
frame o fotogrammi che visti sequenzialmente ci danno l’idea del movi-
termografica in modo quantitativo, il vantaggio sta nell’avere l’informazione
mento così come lo abbiamo realmente visto e vissuto. Registrare a 30 frame
a bordo campo con allenamento in corso.
al secondo significa anche che diamo temporalmente a ogni frame il valore
L’ultima introduzione alla mia metodica comprende la visione stereosco-
di 1/30 di secondo.
pica e quindi il 3D. Tale tecnologia dovrebbe avere a mio avviso un for-
Analizzare però i movimenti a velocità normale non ci permette di studiare
tissimo impatto sull’apprendimento motorio attraverso l’allenamento
quei movimenti che, essendo molto rapidi, non possono essere visti e regi-
ideomotorio.
strati con il tempo di 1/30 di secondo a immagine.
Per esempio gli appoggi al suolo di un piede in corsa sono nell’ordine dei
Esempio di un esercizio rilevato con la video analisi
centesimi di secondo e richiedono per essere visti o analizzati metodi di mi-
Il test in programma, scelto dal Preparatore atletico, comprende una serie
sura più precisi.
di navette per lo sviluppo della velocità: viene richiesto di analizzare i tempi
Le Video camere da me introdotte nella mia metodica registrano a 300 frame
di esecuzione ricavando la velocità e i tempi di appoggio ad ogni passo.
per secondo, o a 600 frame per secondo o a 1.200 frame per secondo, cioè
Si sceglie di video registrare a 300 frame per secondo, questa velocità
a 10, 20, 40 volte la velocità normale.
ci permette di analizzare i tempi di esecuzione del test e quelli degli
Questo significa inserire nello spazio di un secondo molti fotogrammi in più
appoggi podalici.
e quindi molte informazioni in più , potendo assumere che ogni frame equi-
Un altro vantaggio nel registrare a questa velocità è quello di poter facil-
vale a 1/300 , 1/600 e 1/1200 di secondo si possono avere quindi calcoli dei
mente calcolare il tempo della prova, infatti il software di default continuerà
tempi con una precisione che nessun cronometro o fotocellula può dare
ad assegnare un valore di 0.033 sec ad ogni frame dando un tempo finale
anche perché è l’operatore a scegliere il momento in cui far partire il tempo.
molto alto, ma sarà sufficiente spostare la virgola di un decimale, dividendo
Un diverso metodo di valutazione della quantità delle informazioni che le
per dieci, per ottenere il valore reale del test.
diverse velocità della video camera possono dare è nel numero dei foto-
Questo perché ricordiamo, registrare a 300 frame al secondo significa regi-
grammi che servono per descrivere un gesto; un tempo di appoggio è ge-
strare 10 volte in più rispetto alla velocità normale che è di 30 frame per se-
neralmente di 0,200 sec, cioè 6 fotogrammi circa a 30 frame per sec e ben 60
condo. Appare anche ovvia la grandissima precisione della misura.
a 300 frame per secondo.
40
Oltre alla video camera occorreva un software in grado di prelevare il filmato
Preparazione del test
e di permettermi di analizzarlo visionandolo frame per frame.
Cominciamo a considerare cosa possiamo ottenere da una semplice prova
L’elaborazione video Dartfish permette non solo analisi di questo tipo, ma
di questo tipo e come la possiamo elaborare, ricordando che all’atleta non
anche molte altre valutazioni come la raccolta di distanze, con un riferimento
è richiesta collaborazione né tanto meno è richiesto un tempo superiore al
metrico all’interno del video, di angoli corporei e molto altro ancora.
test e quindi all’allenamento. Abbiamo diviso il test come da fig. 1, cioè
Gli editori e scrittori del software hanno inoltre sviluppato la funzione con
un test navetta che comprenda i primi 5 metri in accelerazione, i successivi
la quale è possibile importare nel video file CSV, quindi formato foglio elet-
10 metri in velocità massima e gli ultimi 5 in decelerazione.
Esecuzione del test
Il test viene eseguito“in batteria”, cioè l’intera rosa della squadra lo esegue insieme scaglionando una partenza dall’altra di pochi secondi.
In base alla quantità dei giocatori (esempio 30 giocatori in rosa), suggerisco
una pausa un po’ più lunga nelle partenze ogni 10 giocatori, questo vuol
dire passare da pause medie di 5/6 secondi tra un giocatore e l’altro ad una
pausa di 12/15 secondi ogni 10 atleti.
Questo ha uno scopo pratico: mi permette di salvare il filmato nella mia viFig. 1: Fasi dell’appoggio, registrazione a 300 frame per secondo, la virgola va spostata a
sinistra di un numero; dato finale 0,243 sec.
deocamera ogni dieci giocatori riducendo così la grandezza del file e quindi
Consapevoli, nel programmare il test in questo modo, di due cose: che
Ho calcolato i tempi di salvataggio delle video camere e vanno da 3 sec a 15
la velocità massima la si raggiunge dopo 20/30 metri di accelerazione
sec. A seconda del tipo di video camera che uso o a seconda della lunghezza
ma anche consapevoli che normalmente i percorsi e gli spazi di corsa in
del filmato registrato. Questi tempi comprendono anche il tempo di chiu-
gara sono più vicini al nostro test che a quelli riportati nella teoria clas-
sura del filmato con il pulsante“off”e quello di apertura del nuovo con il pul-
sica, quindi concordiamo insieme come staff che il test è significativo.
sante “open”.
la difficoltà poi a spedirlo e a elaborarlo.
Il soggetto parte da fermo, c’è quindi una fase di trasformazione cinestetica (elemento valutabile). Tale abilità è la capacità di trasforma-
Elaborazione del test
zione: ciò che l’atleta compie in base ai cambiamenti della situazione
Raccolti tutti i filmati sul computer e aperto il programma di elaborazione
che sono stati percepiti o previsti mentre si sta eseguendo un'azione,
video DARTFISH, inizio dal primo dei tre file che ho raccolto .
adattando il programma motorio alle nuove esigenze.
Il primo dato da raccogliere è il tempo di reazione dei 10 giocatori contenuti in
Il soggetto può partire in seguito a stimolo o a volontà propria, con
questo file; occorre standardizzare per evitare che il test non sia riproducibile.
il piede dominante o alternandoli nella successione delle partenze; que-
•
La prima cosa da fare (ma questo dovevamo averlo già previsto sul
ste sono variabili che possono permetterci di raccogliere altre informa-
campo) è controllare che il tempo di apparizione dello stimolo sia
zioni. Ad esempio se parte ad uno stimolo e questo è visibile a video,
uguale per tutti gli atleti e il più corto possibile.
basterà calcolare con lo scorrere dei frame nel software il tempo passato
•
Poi dovrò decidere quando fermare il tempo, che ho fatto partire nella
dalla presentazione dello stesso alla prima reazione motoria dell’indivi-
funzione cronometro presente nel programma e che usa i frame del
duo, oppure lasciando libero il piede di partenza capiamo il lato di do-
video per calcolare lo stesso. Mentre esso parte alla presenza dello sti-
minanza dell’atleta ecc.
molo il momento in cui lo dovrò fermare è fondamentale.
L’area test viene suddivisa come da figura e la video camera è posta la-
Generalmente il calcolo dei tempi di reazione di un atleta, con metodi con-
teralmente, il cavalletto su cui poniamo la video camera è all’incirca al-
venzionali è un’operazione complessa e a mio avviso poco precisa; con
l’altezza del cingolo pelvico degli atleti per evitare errori dovuti al
il mio metodo non lo è, anzi la complessità è legata alla mole di informazioni
parallasse.
che se ne può ricavare.
Si decide di far partire la prova con un stimolo, (una palla che si muove,
Normalmente, con attrezzature ordinarie, il tempo di reazione è calcolato
una palla calciata, una palla da tennis lasciata dalla mano, un braccio che
dallo stimolo alla partenza dell’esecuzione motoria. Ma a seguito dell’elabo-
si alza, una pettorina che sventola, una luce ecc.) e facciamo in modo
razione di ormai migliaia di file di questo tipo mi sono reso conto che que-
che l’apparizione dello stimolo sia visibile a video.
sto metodo non è corretto.
41
STUDI E RICERCHE
Per mia convenzione personale ho infatti diviso quello che vedo in tre tempi
frame in una fotografia ingrandibile a poster 1 metro per 70 cm.
diversi di cui due fanno parte del tempo di reazione (13):
Posso facilmente a questo punto dividere i tempi per le aree del test, cioè
1. Tempo di decisione, cioè il tempo che misuro dall’apparizione dello sti-
avere il tempo sui primi 5 metri, sui successivi 10 e sugli ultimi 5. Chiara-
molo alla prima perturbazione motoria che potrebbe anche essere scol-
mente posso avere anche il tempo totale sui 20 metri, così come posso fa-
legata dal gesto finale, nel nostro esempio alcuni iniziano il movimento
cilmente ricavare velocità ed accelerazione per ogni segmento di prova.
partendo dalla testa, altri anteponendo le spalle, altri spostando i piedi
A questo punto ho raccolto i dati sul tempo o meglio sui tempi di prova del
altri piegando le ginocchia ecc. Questi tempi variano da 0.200 sec a
test da noi decisi.
0.400 sec.;
Mi viene anche però richiesto il calcolo dei tempi di appoggio per ogni fal-
2. Tempo di aggiustamento posturale, cioè quel tempo necessario al-
cata all’interno della prova potendo per ogni atleta calcolare come si modi-
l’atleta per perturbare il suo stato da immobile a in movimento e come
ficano nelle tre aree del test; questo non è complesso, avendo letto sin qui
anticipato nel punto 1 in questo tempo si vedono movimenti spesso
vi sarà chiaro che potendo avanzare il filmato frame per frame ed avendo
scollegati a ciò che poi l’atleta dovrà fare (correre) e sembrano più quasi
300 frame in un secondo non solo posso vedere facilmente il momento in
gesti coreici di una danza e ogni atleta ha i suoi e a mio avviso rappre-
cui l’avampiede o il retro piede (dipende dalla velocità) tocca il suolo ma
sentano la sua impronta digitale motoria figlia delle esperienze motorie
anche il momento preciso in cui esso lo lascia. Potrei aggiungere anche altri
passate e credo che anche questi gesti siano ottimizzabili con l’allena-
dati difficilmente ottenibili come il tempo di rolling e di swing del piede.
mento ideomotorio. Questi tempi variano da 0.300 fino a 1 sec.;
Con lo stesso metodo posso calcolare tempo di volo e tempo totale delle fal-
3. Tempo di esecuzione della prova, cioè il tempo effettivo di effettuazione del test.
cate e numero delle stesse con il numero degli appoggi anche suddivisi per
area del piede.
Il punto 1 e 2 a mio avviso fanno parte di quel più generale tempo definito
come tempo di reazione.
Decido quindi di calcolare i tempi di reazione secondo questo termine, di far
terminare il tempo 2 e di far partire il tempo 3 al primo appoggio di spinta
dell’atleta, cioè al primo appoggio propulsivo che è quindi nella direzione
dell’obbiettivo vero del test, cioè correre. Saranno gli appoggi a dare inizio e
fine al calcolo del tempo.
Calcolerò la fine del test con l’appoggio successivo ai segnali visivi posti nell’area test e quindi nel video (pali, conetti, coni ecc.) e quindi potrò, come nel
nostro caso, suddividere l’area in tre aree di test, basterà fermare il cronometro alla fine dei 5 metri, farlo partire nello stesso momento per l’area dei 10
metri ecc. e magari avere un cronometro totale che controlla l’esattezza dell’operazione. Questa scelta mi permette anche di poter replicare uniformemente su tutti gli atleti l’elaborazione del test e di poterlo fare con una
precisione altissima in quanto avanzando il filmato frame per frame ed avendone 300 in un secondo l’informazione visiva del momento in cui c’è l’appoggio è sicuramente presente ben identificabile e in HD cioè in alta
definizione senza scie e sgranature al punto tale di poter trasformare questo
42
Fig 2 a,b,c,d,e: Fasi dell’appoggio, registrazione a 300 frame per secondo, la virgola va
spostata a sinistra di un numero; dato finale
0,243 sec.
Dati aggiuntivi
bisogna dunque che lo staff razionalizzi la sua raccolta per evitare dati
Con questo metodo posso raccogliere altri dati da un test come questo,
inutili e ridondanti.
per esempio:
Per ultimo ricordo che gli esercizi che vedrete sono proposti dal Preparatore sul
•
Calcolare lo spostamento in avanti del baricentro e relazionarlo
quale, se non richiesto, non interferisco circa le sue decisioni e i suoi protocolli.
all’appoggio;
•
Misurare l’oscillazione del baricentro nella corsa;
Esempi di test e di dati raccolti con gli stessi
•
Analizzare gli angoli di corsa di gambe e braccia;
Uno dei test, o per meglio dire percorsi allenanti, che mi è capitato di
•
Misurare la lunghezza della falcata o delle falcate;
analizzare è la corsa in salita.
•
Misurare l’angolo di attacco alla corsa di arto posteriore – tronco;
Il Club per il quale ho raccolto questi dati possiede nel suo Centro di allena-
•
Misurare l’angolo nella fase di stacco prima del tempo di volo;
mento un percorso in salita, usato soventemente dal Preparatore per alle-
•
Misurare i movimenti del capo sul piano verticale durante la corsa;
nare la squadra. Come già detto, ribadisco che la VtA si inserisce nei
•
Misurare le accelerazioni nelle varie fasi del test con accelerometro;
protocolli allenanti dei Preparatori potendo raccogliere dati dagli stessi.
•
Misurare su la spinta tra arto destro e sinistra è simmetrica.
Le corse vengono eseguite alla massima velocità dagli atleti in batteria
in un percorso in salita con una pendenza del 10%, il percorso ha una
Faccio breve riferimento a due delle diverse voci citate sopra;
lunghezza di circa 12 metri.
1. Misurare la lunghezza della falcata; generalmente preferisco fare questa
Possono essere registrati i tempi di ogni ripetizione per ogni giocatore,
misura in uno spazio minimo (5 metri) per evitare gli errori da parallasse,
ottenuti i tempi si possono ricavare le velocità e le accelerazioni per sin-
per misurare le distanze mi serve sul piano della corsa un riferimento me-
gole parti del percorso in salita.
trico (un conetto =20 cm di diametro, un cono =30 cm in altezza ecc.),
Nel nostro test abbiamo voluto confrontare la prima ripetizione con l’ul-
avendo il riferimento e notificandolo al software esso è in grado di elabo-
tima allo scopo di valutarne le differenze e eventuali decadimenti della
rare le distanze su quel piano di movimento. Ho verificato la validità della
prestazione per singolo atleta.
misura mettendo sotto una porta diverse persone di cui non conoscevo
I dati scritti a lato della tabella evidenziano quanto ha perso il giocatore
le altezze, prendendo come riferimento i 2,44 metri di altezza del palo, ho
nel corso della prova o se eventualmente ha guadagnato.
potuto calcolare con una precisione al centimetro le altezze di ognuno.
Per mia esperienza è sempre bene tenere all’oscuro il giocatore di quello
2. Misurare se la spinta tra gli arti è simmetrica, come già precedentemente
che stiamo rilevando, ad esempio nel percorso in analisi, pur chiedendo il
descritto posso sincronizzare al video il dato di un accelerometro cosi
massimo dall’atleta ad ogni prova egli potrebbe risparmiarsi nelle prime
come quello di qualunque altro strumento (cardiofrequenzimetro ecc.),
prove per avere dati positivi dal test, inoltre il semplice fatto di sapere di es-
l’accelerometro mi trasferisce le accelerazioni e quindi le spinte sui tre assi
sere sotto osservazione è un fattore psicologicamente influenzante.
cartesiani X-Y-Z. Nello strumento da me in uso (Free Sense – Sensorize) vi
La figura di chi riprende l’allenamento deve essere molto discreta e poco
sono anche le velocità angolari attorno a tali assi calcolate da giroscopi
invasiva in termine di presenza, l’atleta deve allenarsi come farebbe ogni
triassiali. Se un soggetto spinge maggiormente con l’arto sinistro vi sarà
giorno senza che alcuno lo possa distrarre.
sull’asseY un’oscillazione a destra con una maggiore velocità angolare sul-
Sarà poi compito dello Staff, una volta avuti i dati dell’allenamento a
l’asse Z in quella direzione, sarà semplice dunque quantificarla ed eviden-
decidere se e come avvertire gli atleti. La mia esperienza suggerisce
ziarne le differenze.
che questo passaggio debba essere fatto: è bene e giusto che il gioca-
Da quanto sopra si comprende come il rischio maggiore , nell’uso di que-
tore sappia come sta atleticamente e se lo desidera è ottimo che si ana-
sta metodica, non sia l’imprecisione del dato ma la quantità dello stesso,
lizzi a video.
43
STUDI E RICERCHE
0.200 millesimi di secondo al mezzo secondo, un tempo enorme se pensiamo
a quanto poco basta per arrivare in ritardo su una palla e quindi a condizionare
in positivo o negativo un’azione.
Tale capacità generalmente è già allenabile a 9 anni, ma come detto precedentemente, è un’abilità difficilmente calcolabile e monitorabile con i mezzi convenzionali; la video analisi consente di raccogliere dati anche sull’argomento.
In gara, capiterà sovente
di dover cambiare decisione d’azione o durante
Fig. 3: Corse in salita, valore della pendenza.
RI
MA
WA
TH
BA
RA
MI
DI
SE
DI
PA
ED
CO
1 perc.
8 perc.
3,09 sec
2,64
2,65
2,34
2,56
2,29
2,27
2,37
2,53
2,48
2,29
2,37
2,29
2,85
2,49
2,76
2,68
2,49
2,48
2,58
2,45
2,53
2,42
2,56
2,42
2,65
un balzo o in una situa0,24
0,15
-0,11
-0,34
0,07
-0,19
-0,31
-0,08
0
0,06
-0,27
-0,05
-0,36
Tab. 1: I tempi delle corse in salita
zione di disequilibrio.
Inoltre l’atleta è bombardato da molti stimoli (per
lo più uditivi e visivi) che Fig. 4: Tempo di reazione al segnale (personale).
L’esercizio da noi proposto è uno dei tanti che si possono im-
lo indurranno a decidere piegare con la video analisi. L’atleta esegue un percorso con
una serie di piccoli balzi, raggiunge un tappeto elastico, com-
come sviluppare il gesto pie un salto e durante la fase di volo gli viene presentato un
e l’azione, la lunghezza di segnale a colore, dovrà decidere di andare nella direzione dei
conetti con lo stesso colore, l’apprendere in volo la direzione
tale decisione è predit- coinvolge una serie di abilità coordinative che sono necessariamente coinvolte nella buona esecuzione dell’esercizio.
tiva su molti aspetti, abilità e capacità anche psicologiche che coinvolgono l’atleta sia in gara che in
Test di reazione
Una delle abilità difficilmente monitorabile e dove, invece, esistono margini
importanti di possibile miglioramento è quella della capacità reattiva.
Per capacità reattiva intendiamo il tempo di risposta dell’atleta ad uno stimolo
che gli imponga un mutamento di azione o di gesto, dove comunque vi sia
anche un problema decisionale.
Se ricordiamo quanto trattato nella letteratura, siamo consapevoli che tale processo decisionale conseguente ad uno stimolo, generalmente visivo e sonoro, è
allenabile e migliorabile.
Preparare situazioni che siano le più vicine possibili alle situazioni e agli stimoli
che si ricevono in gara ci consente di costruire un substrato di informazioni
allenamento sia con palla che senza.
Colonna1
Lu
Ra
Di
Se
Ed
Si
Ma
Th
Wa
Pa
Li
Di
1^serie
0,286
0,27
0,35
0,427
0,297
0,237
0,31
0,317
0,26
0,333
0,367
0,473
2^serie
0,33
0,32
0,337
0,39
0,247
0,52
0,24
0,213
0,27
0,283
0,337
0,226
3^serie
0,34
0,203
0,317
0,283
0,307
0,313
0,23
0,26
0,3
0,23
0,517
0,273
4^serie
0,286
0,14
0,38
0,357
0,303
0,49
0,243
0,246
0,25
0,316
0,571
0,306
Totale
1,242
0,933
1,384
1,457
1,154
1,56
1,023
1,036
1,08
1,162
1,792
1,278
Media
0,3105
0,23325
0,346
0,36425
0,2885
0,39
0,25575
0,259
0,27
0,2905
0,448
0,3195
Tab. 2: Quattro ripetizioni, tempi di decisione per ripetizione, totale e medie di ogni singolo
giocatore
nella corteccia motoria dell’atleta utile a costruire un feedback che gli consen-
Da questi dati possiamo ricavare grafici elaborabili con Excel che ci danno le
tirà di programmare un feedforward, cioè una capacità maggiore di previsione
indicazioni di tendenza per ogni singolo atleta.
di come andrà a finire l’azione o di dove andrà a cadere la palla ecc., che gli per-
44
metterà di ridurre i tempi di decisione e quindi quelli di reazione.
Lavoro di forza in palestra con bilanciere
Anche una decisione semplice può portare un impiego di tempo che va dai
Vengono fatti eseguire all’atleta una serie di balzi con un bilanciere sulle spalle.
Vengono analizzate le altezze, gli angoli
comunque un gesto di tipo esplosivo, nasce l'esigenza di "condizionare"
di squat del ginocchio tra un salto e l’al-
i distretti muscolari maggiormente a rischio con un tipo di lavoro consono
tro ed inoltre il disequilibrio che si crea
a questa particolare esigenza.
durante l’esecuzione dell’esercizio.
Lo YO- YO è utilizzato negli staff di diverse squadre professionistiche proprio
con lo scopo di prevenire infortuni durante il lavoro eccentrico nel calcio.
Colonna1
1 atto
2 atto
3 atto
4 atto
5 atto
6 atto
Fig. 5: Maggiore è l’area di
squilibrio, maggiore è il costo
dell’esercizio per l’atleta.
Angoli squat
92,2
105,2
102,3
102,1
94,2
92,7
Altezze
24
24
26
21
22
23
I dati relativi al giocatore possono essere così raccolti:
Tab. 3: Esempio di un’analisi
eseguita con i dati ricavati
dal test.
Analisi del lavoro svolto allo Yo – Yo squat:
Lo Yo-Yo è una macchina per il lavoro eccentrico in catena cinetica chiusa.
Lo strumento nasce negli anni 80 per il lavoro fisico in assenza di gravità
Fig. 7: Dal grafico si evincono le 8 ripetizioni con le accelerazioni eseguite dall’atleta, con
linea di tendenza.
esigenza per chi come gli astronauti devono soggiornare a lungo nello
L’accelerometro è triassiale ed è anche presente un giroscopio per cui si possono
spazio in queste condizioni con assenza di forza peso propria.
avere informazioni sul modo e con che efficacia è stato eseguito il lavoro fisico.
Sappiamo dalla letteratura che queste situazioni di vita determinano un au-
Il giroscopio infatti mi dà gli angoli con cui i tre assi cartesiani corrispondenti
al soggetto si muovono durante il test.
Quindi posso ad esempio vedere se, per mantenere la performance, l’atleta
usa altre catene muscolari durante il lavoro in estensione, quindi ad esempio ruotare il bacino in torsione o le spalle.
La linea di tendenza (in nero) mostra la regolarità con cui l’atleta ha svolto il
lavoro eccentrico.
Posso inoltre avere il grafico e il dato relativo al lavoro svolto attraverso la
misurazione in centimetri dello spostamento di un punto materiale dal centro del disco dell’inerziale.
Fig. 6: Analisi dello Yo-Yo squat. (personale)
mento dei processi di osteoporosi e di ipotrofia muscolare, ed è allo scopo di
risolvere questi problemi che nacque lo YO YO.
Il muscolo si presenta particolarmente vulnerabile nel momento in cui sia sottoposto ad una contrazione di tipo eccentrico, soprattutto quando quest'ultima sia di notevole entità, come nel caso di uno sprint, di un balzo o di
Fig. 8: Come le accelerazioni vengono qui registrati gli spazi in altezza percorsi nell’esercizio dal punto materiale.
45
STUDI E RICERCHE
Quest’ultimo dato è confrontabile con il dato di altri atleti o con i dati
dello stesso atleta in tempi diversi.
Quindi chiaramente se un atleta periodicamente peggiora il suo dato,
questo peggioramento dovrebbe sollevare domande, nello staff, a cui si
dovrebbero dare delle risposte.
Test della Velocità, 20 metri su pista di atletica
La velocità, come detto precedentemente è una capacità condizionale, cioè
allenabile.
Fig. 9: Percorso ripreso da due telecamere, 10 metri per ciascuna.
Proprio perché allenabile e data la sua importanza per la prestazione la sua
analisi entra spesso nei test di valutazione periodica ed è spesso indicazione
di un certo stato energetico dell’atleta in un certo momento della stagione.
I test che servono a valutarla sono diversi ed ognuno ha la sua validità a seconda dello scopo per cui è programmato o usato.
Come già precedentemente affermato scopo di questo mio trattato non è
quello né di analizzare i test eseguiti e le loro metodiche né di crearne di nuovi
ma semplicemente di suggerire un nuovo metodo di raccolta dati per gli stessi.
5 metri
10 metri
B
2° perc.
Bi
2° perc.
C
2° perc.
T
2° perc.
Fe
2° perc.
Pa
2° perc.
F
2° perc.
C
2° perc.
P
2° perc.
Ce
2° perc.
L
2° perc.
G
2° perc.
M
2° perc.
P
2° perc.
R
2° perc.
Co
2° perc.
Ma
2° perc.
V
2° perc.
Mar
2° perc.
0.743
0.734
0.667
0.667
0.8
0.767
0.767
0.867
1.067
1.101
0.767
0.767
0.767
0.8
0.7
0.7
0.734
0.734
0.7
0.7
0.7
0.7
0.7
0.7
0.633
0.667
0.767
0.767
0.667
0.667
0.767
0.734
0.8
0.8
0.8
0.767
0.834
0.633
1.558
1.601
1.568
1.401
1.401
1.568
1.501
1.601
1.901
1.901
1.601
1.534
1.601
1.434
1.501
1.368
1.434
1.401
1.534
1.601
1.501
1.534
1.568
1.568
1.368
1.368
1.634
1.634
1.601
1.468
1.701
1.668
1.735
1.768
1.668
1.668
1.801
1.368
10-20 metri tot. 20 metri
1.167
1.134
1.568
1.401
1.401
1.568
1.267
1.334
1.201
1.234
1.201
1.201
1.134
1.234
1.101
1.234
1.301
1.267
1.134
1.167
1.134
1.101
1.134
1.167
1.334
1.323
1.234
1.267
1.368
1.234
1.201
1.234
1.267
1.301
1.234
1.201
1.301
1.301
2.725
2.735
1.568
1.401
1.401
2.835
2.768
2.935
3.102
3.135
2.802
2.735
2.735
2.668
2.605
2.602
2.735
2.668
2.668
2.768
2.635
2.635
2.702
2.735
2.702
2.691
2.868
2.901
2.969
2.702
2.902
2.902
3.002
3.069
2.902
2.869
3.102
2.669
Tab. 4: Tempi sui 10+10 metri, gli atleti l’hanno effettuato due volte.
Mi perdonerà quindi il lettore che non si troverà d’accordo con un esercizio
le scarpe sono diverse, contenenti tacchetti e dove anziché una pista rego-
da me proposto (tutti gli esercizi in letteratura sono discutibili) ma compren-
lare c’è l’erba con la sua impredicibilità sia nella consistenza (stagione con-
derà che l’esercizio è stato scelto“a caso”con lo scopo di descrivere le poten-
dizioni atmosferiche, umidità, ecc.) sia nella sua uniforme planarità. Ma
zialità della video analisi nella raccolta dei dati.
abbiamo cercato di raccogliere il dato puro sviluppato in condizioni ripeti-
Lo staff del Club ha deciso che doveva essere analizzata la velocità sulla pista
bili e con ridotte variabili.
di atletica adiacente al nostro campo di allenamento con le scarpe da run-
Dalla tabella 4 possiamo calcolare la velocità dei due percorsi o dei primi
ning in dotazione ad ogni atleta.
dieci metri rispetto ai secondi 10.
Si è deciso per un percorso con partenza da fermi e senza segnale di via da
Possiamo da questo comprendere come“accelera”l’atleta, oppure calcolare
parte di un operatore, quindi con scelta libera dell’atleta sia per i tempi di par-
direttamente l’accelerazione con la formula:
tenza sia per il piede di partenza.
Si è consapevoli che tale situazione è distante dalla situazione di gara, dove
46
Nomi
Un aspetto che mi ha incuriosito è il tempo che impiega l’atleta dal mo-
Nomi
Tempo Sn.
Tempo dx.
Questo esercizio è particolar-
mento della decisione cosciente di perturbare il suo stato di quiete in stato
B
3.803
3.703
mente utile se lo si periodizza,
Bi
3.837
3.903
di movimento, aspetto già trattato precedentemente.
C
3.803
3.903
cioè se lo si utilizza, insieme
Cioè il tempo e le strategie corporee da esso impiegate da quando compie
T
4.704
3.837
ad altri, durante la stagione
Fe
4.137
3.67
Pa
3.837
3.803
per la valutazione periodica
dell’atleta.
il primo movimento, partendo da un’immobilità relativa, al sollevamento del
F
3.837
3.737
C
3.703
3.903
P
3.87
3.803
Ce
3.903
3.803
L
3.436
3.837
G
3.503
3.837
ginocchia“si siede”poi butta in avanti il tronco e dopo parte, c’è chi butta su-
M
3.603
3.603
un’idea della difficoltà del-
bito il tronco in avanti ma deve recuperare l’equilibrio per compiere il primo
P
3.87
4.17
l’atleta a compiere il CdD.
piede opposto a quello di appoggio (il dominante).
Si potrebbe pensare che i due tempi coincidano, invece non è così; prima di
partire con il gesto deciso, cioè la corsa, ognuno di noi ha una strategia gestuale diversa con l’obbiettivo di prepararsi al movimento, c’è chi piega le
gesto ecc., ognuno ha il suo corredo motorio con il suo schema di prepara-
In più il confronto dei dati di
questo test con quelli del
test navetta in linea ci dà
Tab. 5: Tempi sui 10 più 10 metri con CdD.
zione motoria.
Con i metodi convenzionali tali movimenti e i
tempi ad essi correlati non sono registrabili, ma
comprenderete invece quanto sia importante conoscerli.
Quattrocento, seicento millisecondi in più o
in meno fanno nel tempo di valutazione
un’enorme differenza! Inoltre conoscere tali strategie ci permetterà di capire come l’atleta
si muoverà sul campo, infatti al partire di
Fig. 10: Confronto tra i tempi destra e sinistra.
un’azione impiegherà gli stessi schemi di preparazione al movimento in
quanto questi gli sono propri.
Test dello Squat Jump
Possiamo allenarli, migliorali e ridurli tali schemi? Non ho una risposta ma
Obiettivo:calcolareforzaepotenza,misuraindirettadell’idrolisidellafosfocreatina.
credo sia possibile e che comunque valga la pena provarci in quanto farlo
sicuramente non comporta nessun rischio per l’atleta perché ogni miglioramento verrebbe fatto su base volontaria da parte dello stesso.
Valutazione di una navetta con cambio di direzione
Un altro dei test possibili per valutare la capacità condizionale della velocità è un esercizio a navetta con interposto un cambio di direzione.
Il CdD viene inserito alla metà della navetta di 20 metri, una volta il CdD
è a destra e la seconda volta a sinistra.
Con questo esercizio possiamo fare una valutazione delle capacità coordinative abbinate allo sviluppo, da parte dell’atleta, della sua massima velocità.
Fig. 11: Squat jump.
47
STUDI E RICERCHE
Lo Squat Jump viene utilizzato nel calcio come test di valutazione della ca-
zione importante agli infortuni oltre che di “warning” a quelli che
pacità di stacco del calciatore durante azioni tecniche che prevedono una
potrebbero essere problemi a carico dell’atleta (ipometria, atteggia-
fase di volo accentuata (es: capacità di stacco durante il colpo di testa).
mento scoliotico, riabilitazione incompleta ecc.).
L’atleta parte con gli arti inferiori flessi di circa 90 gradi, le mani sui fianchi e
3- Il lavoro in forza eccentrica è il lavoro di elezione per la prevenzione
il busto eretto leggermente piegato in avanti; quindi effettua un salto il più
agli infortuni, avere la possibilità di valutarla è perciò importante.
alto possibile, sfruttando la forza esplosiva degli arti inferiori. I contromovi-
Contrazione eccentrica La contrazione di tipo eccentrico è un particolare tipo
menti verso il basso vanno assolutamente evitati.
di attivazione muscolare durante la quale il muscolo produce forza, anziché ac-
Norme:
corciandosi come durante il lavoro concentrico, allungandosi.
Maggiore è l’altezza raggiunta, migliore sarà la valutazione della forza esplo-
La ragione della maggior incidenza traumatica a livello muscolare, riscontrabile
siva sviluppata dagli arti inferiori. La video analisi è un’alternativa alla pedana
durante una situazione di contrazione eccentrica, è soprattutto imputabile alla
di forza, in più si rilevano gli angoli di squat tra un balzo e l’altro e si analiz-
maggior produzione di forza registrabile nel corso di quest'ultima, rispetto a
zano gli stessi a video.
quanto non avvenga nella modalità di attivazione di tipo concentrico od iso-
Ho sviluppato un diverso modo di analizzare la performance attraverso lo
metrico.
Squat Jump.
Infatti, durante una contrazione eccentrica, effettuata alla velocità angolare di
L’uso di accelerometri (Sensorize Free Sense) abbinati all’analisi video mi con-
90° sec, la forza espressa dal distretto muscolare risulta essere di ben tre volte
sentono di avere informazioni diverse dal classico test Squat Jump, informa-
maggiore di quella espressa, alla stessa velocità, durante una contrazione con-
zioni diverse ma non meno importanti;
centrica. Inoltre, durante una contrazione eccentrica, risulta maggiore anche la
1. Accelerazione verticale (anziché altezza del salto);
forza prodotta dagli elementi passivi del tessuto connettivo del muscolo sotto-
2. Oscillazione laterale del tronco e quindi dominanze a carico
posto ad allungamento. Soprattutto con riferimento a questo ultimo dato, oc-
degli arti inferiori;
3. Valutazione del lavoro eccentrico e concentrico tramite la lettura della Velocità angolare.
dell'elongazione, possa giocare un ruolo importante nell'insorgenza dell'evento
traumatico, visto che questo ultimo può verificarsi, sia in un muscolo che si pre-
1- Questo aspetto è importante perché mi dà la capacità di accelera-
senti attivo durante la fase di stiramento, come in un distretto muscolare che sia
zione al momento dello stacco da parte dell’atleta e questo è sicu-
passivo durante la fase di elongazione. Durante la contrazione eccentrica il mu-
ramente frutto di quella parte di muscolatura che usa la
scolo è, in effetti, sottoposto ad un fenomeno di "overstretching" che, in quanto
fosfocreatina come elemento energetico per il movimento. Un
tale, può determinare l'insorgenza di lesioni a livello dell'inserzione tendinea,
atleta con maggior capacità di lavoro anti gravitario è un atleta pre-
della giunzione muscolo-tendinea, oppure a livello di una zona muscolare resa
stativo con una buona capacità di progressione. Queste caratteri-
maggiormente fragile da un deficit di vascolarizzazione. È interessante notare
stiche sono a carico della muscolatura ricca di fibre muscolari veloci,
come siano i muscoli pluriarticolari quelli maggiormente esposti ad insulti trau-
quelle che per l’appunto usano la fosfocreatina come primo ele-
matici, proprio per il fatto di dover controllare, attraverso la contrazione eccen-
mento per la creazione di ATP, la vera moneta energetica della mac-
trica, il range articolare di due o più articolazioni). Anche la diversa tipologia delle
china motoria umana. Inoltre un atleta con buona reattività nel
fibre muscolari presenta una differente incidenza d'evento traumatico. Le fibre
momento dello stacco dal suolo (vedi dopo) è un atleta dotato si-
a contrazione rapida (FT), sono, infatti, maggiormente esposte a danni struttu-
curamente di piedi elastici, elemento fondamentale se si vogliono
rali rispetto a quelle a contrazione lenta (ST), probabilmente a causa della loro
evitare traumi da sovraccarico negli arti inferiori.
maggior capacità contrattile, che si traduce in un'accresciuta produzione di forza,
2- La valutazione delle asimmetrie nelle spinte è un fattore di preven48
corre sottolineare come anche il fenomeno puramente meccanico
e di velocità di contrazione, rispetto alle fibre di tipo ST.
Inoltre i muscoli che presentano un'alta percentuale di FT, sono generalmente
quale fasi del gesto esso descrive.
più superficiali e normalmente interessano due o più articolazioni, fattori entrambi predisponenti al danno strutturale. Inoltre è interessante notare come
Fig.13: Il grafico dell’accelerazione
verticale.
l'insulto traumatico sia prevalentemente localizzato a livello della giunzione muscolo-tendinea, a testimonianza del fatto che in questa zona, come del resto
nella porzione finale della fibra muscolare, avvenga il maggior stress meccanico.
In ultimo occorre sottolineare il particolare aspetto metabolico connesso alla
contrazione di tipo eccentrico. Durante la contrazione di tipo eccentrico, poi-
ché la vascolarizzazione muscolare è interrotta, il lavoro svolto è Fig. 14 a, b, c, d: I quattro momenti dello squat jump presi in considerazione.
di tipo anaerobico, questo determina, sia un aumento della
temperatura locale, che dell'acidosi, oltre ad una marcata anossia cellulare. Questi eventi metabolici si traducono in un'aumentata fragilità muscolare ed in una possibile necrosi cellulare, sia
a livello muscolare, che del connettivo di sostegno.
Considerando quindi il fatto che il muscolo si presenta partico- 1. Carico pliometrico
2. Massima accelerazione 3. Fase di volo
4. Ammortizzamento
larmente vulnerabile nel momento in cui sia sottoposto ad una
contrazione di tipo eccentrico, soprattutto quando quest'ultima
sia di notevole entità, come nel caso di uno sprint, di un balzo
o di comunque un gesto di tipo esplosivo, nasce l'esigenza
di "controllare" i distretti muscolari maggiormente a rischio con
un tipo di analisi consono a questa particolare esigenza.
1 - Valutazione delle accelerazioni verticali
Fig. 15 a, b, c, d: Le quattro fasi del salto analizzate.
Da quanto sopra appare evidente di come si possa analizzare da una prospettiva diversa, ma altrettanto interessante, un gesto di base nel calcio come il salto.
2 - La valutazione delle asimmetrie
Nessuno di noi è perfettamente simmetrico, ma avere una forte asimmetria
potrebbe essere un importante segnale di attenzione.
Infatti, le cause che possano portare un atleta a saltare usando prevalentemente
un arto sono diverse; potrebbe avere un’ipometria, potrebbe essere portatore
Fig. 12: Le accelerazioni verticali metri/sec quadro della squadra in esame.
di un atteggiamento scoliotico, potrebbe psicologicamente proteggere un arto
dolente, potrebbe avere dopo un infortunio ancora una protezione inconscia
Ma come si legge e interpreta un grafico di accelerazione?
“da dolore”, potrebbe essere portatore di un’importante differenza di forza tra i
Vediamo di seguito come appare il grafico dell’accelerazione verticale e
due arti a motivo di un uso quasi esclusivo di un arto durante l’attività fisica.
49
STUDI E RICERCHE
Tutti questi fattori e altri ancora possono portare all’insorgere di un infortu-
Conclusione
nio “da sovraccarico”.
I percorsi allenanti proposti in questo elaborato sono ovviamente solo un
piccolo esempio di quello che possiamo ricavare con l’uso della VtA, per
esempio è semplice analizzare nei salti le differenze di spinta tra un arto e l’altro, il lavoro eccentrico e la capacità prestativa di un atleta.
Credo che avere un metodo da campo che ci permetta di analizzare la prestazione sia utile, soprattutto se riusciamo a portare e confrontare questi dati
con quelli presi dalla gara, cosa oggi possibile.
Fig. 16: Diverse dominanze all’interno di una squadra.
3 - La valutazione del lavoro eccentrico
Vista l’importanza della fase di lavoro muscolare eccentrica, diviene rilevante
ai fini preventivi la sua valutazione ed altrettanto rilevante la medesima valutazione nel corso della stagione al fine di intercettare pericolose cadute
prestative a carico della stessa.
Fig. 17: In blu il lavoro eccentrico per ogni atleta, in rosso il concentrico.
È compito ovviamente di ogni preparatore essere poi in grado di interpretare e utilizzare al meglio per la propria attività di preparazione fisica i dati che
la Video training Analisi è in grado di raccogliere.
In questo elaborato, necessariamente breve, ho portato ad esempio esercizi in grado di valutare alcune capacità condizionali dell’atleta e di come si
possano registrare dati da tre gesti fondamentali del calcio: la corsa, il salto
e il cambio di direzione.
Ovviamente non è tutto, ma a titolo di esempio spero di aver aiutato il lettore a comprendere le potenzialità della VtA.
50
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