STORIA DEL DUOMO DI MILANO – CRONOLOGIA EVENTI

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STORIA DEL DUOMO DI MILANO – CRONOLOGIA EVENTI
STORIA DEL DUOMO DI MILANO – CRONOLOGIA EVENTI SALIENTI
Il Duomo di Milano è lungo 158 metri, largo 93, alto 108 metri compresa la Madonnina (4m) .
Al suo esterno e interno sono presenti 3600 statue (senza altorilievi), 135 guglie, 96 giganti, 150
doccioni, 164 finestroni di cui 55 con vetri istoriati > vetrate , schema e foto
E’ nel centro preciso della città antica e da esso si irradiano le strade e la numerazione civica >
pianta milano antica (1800)
1386 : E’ la data attestata della posa della prima pietra > lapide di fine ‘500 (1 campata dx),
ma si pensa che i lavori siamo iniziati anche vent’anni prima. Non esistono documenti ne
disegni di progetto, soltanto uno > schema geometrico dell’alzato di G. Scovaloca, 1390
La costruzione inizia dal retro, l’abside proseguendo verso la facciata > vista abside
Sul sito c’erano le chiese di S. Maria Maggiore (836, più volte ricostruita) e S.Tecla (1° chiesa
di Milano, fine 300, al tempo in rovina) > piantine prima e dopo piazza Duomo
Si voleva quindi una cattedrale solida e grandiosa, che sorgesse sulle due chiese precedenti e i
battisteri vicini (S. Stefano e S.Giovanni).
Il nome può derivare da Domus (casa di Dio) e/o D.O.M. (Deo Optimo Maximo “ A Dio
buonissimo grandissimo”)
Ancora non completamente confermato se voluto da Gian Galeazzo Visconti > ritratto G.De
Grassi, 1370 , nuovo Duca di Milano o piuttosto dal cugino, l’Arcivescovo Antonio da Saluzzo.
Si dice costruito anche come voto per far tornare a nascere figli maschi a Milano, latenti da
tempo. E infatti a Gian Galeazzo nascono subito dopo due figli.
I milanesi si affezionano subito al nuovo progetto, dimostrandolo anche con le numerosissime
donazioni di soldi, cibo, materiali e ore lavorative da parte di molte categorie di cittadini alla
Veneranda Fabbrica, commissione composta fino a 300 membri per l’edificazione della
cattedrale.
> Guglia Carelli (1° guglia con i soldi del Donatore, 35.000 scudi d’oro = 1 Milione Euro)
La decisione di utilizzare il marmo di Candoglia > (foto marmo) invece dell’usuale mattone (in
Lombardia) deriva dall’offerta da parte del Conte di Virtù delle Cave di sua proprietà nel sito
(in Val d’Ossola). G.G Visconti, da parte sua azzererà le tasse (A.U.F. Ad Usum Fabricae >
Uffa!) , pedaggi per il trasporto dei blocchi di marmo lungo la via fluviale : Toce-Lago
Maggiore-Ticino-Naviglio Grande-Laghetto S.Eustorgio e poi da metà ‘400 fino al Naviglio
S.Sofia in Via Laghetto (Università Statale). Per la struttura delle fondamenta che reggono i
piloni viene utilizzato invece il marmo Serizzo.
Simone d’Orsenigo > capitello raffigurante (forse) fu il 1° Ingegnere certificato dalla Fabbrica
(con i maestri Campionesi) affiancato negli anni seguenti da altri architetti stranieri, per dare al
Duomo connotati internazionali (ed infatti si ispira alla Cattedrale di Bourges e Le Mans):
Nicola de Bonaventura, Parler, Mignot i quali non assumeranno però mai ruoli decisivi: a
Nicola De Bonaventura si attribuisce forse l’abside.
Quando nel 1400 scoppiò la peste, i lavori ebbero un primo stallo per la mancanza di fondi,
anche se alcune fonti dicono che nei primi 50-60 anni venne costruito per quasi la metà (e dopo
toccheranno altri 400 anni per finirlo). Ciò che è appurato è che negli anni del massimo impiego
iniziale lavorarono circa 2000 nelle cave e nei trasporti e 3500 scalpellini in cantiere, su circa
550.000 blocchi di varia grandezza di marmo.
Nel 1402 morì G.G. Visconti e due anni dopo pure l’Arcivescovo Saluzzo. Subentrò alla guida
del Ducato il figlio Giovanni Maria (incapace) che durò solo dieci anni e il secondo figlio
Filippo Maria almeno permise di ricominciare con la costruzione. Nel 1418 venne consacrato
l’altare Maggiore dal Papa Martino V.
Fino al 1450 le maggiori opere consistono nella demolizione progressiva di S.Maria Maggiore
(circondata progressivamente dal Duomo > pianta Duomo con segni livello facciata S. Maria
Maggiore) S.Tecla e i battisteri.
Quando nel 1450 conquista il potere Francesco Sforza introduce il suo architetto di fiducia, il
Filarete (a cui fa risistemare il Castello, dove alloggerà e costruire l’Ospedale della Ca’ Granda)
il quale non viene però accolto dalla Fabbrica.
Francesco Sforza muore nel 66, subentra il figlio Galeazzo Maria, ucciso nel 74, senza lasciar
traccia. Suo fratello Ludovico prende allora il potere e sotto il suo regno viene indetto il
concorso per il Tiburio con 3 progetti rifiutati (si interessano anche Leonardo e Bramante).
Vinsero Giovanni Amadeo (che realizza anche la seconda guglia > guglia detta Amadeo fino al
‘700) e Dolcebuono, già Architetti della Fabbrica > sezione e illustrazione Tiburio
Il tiburio viene completato nel 1500, mentre i francesi sconfiggono Ludovico. Dopo più di
vent’anni di cambio alla guida della città fra francesi e gli Sforza, nel 1524 Carlo V di Spagna
entra a Milano ma lascia Francesco Sforza II al trono (1535).
Gli archi rampanti all’esterno > foto non hanno necessità statica, ma invece rispondono allo
stile a cui ci si ispira, delle cattedrali d’oltralpe (Notre Dame)
E’ con l’arrivo di Carlo Borromeo, Arcivescovo dal 1565 che Milano riparte sull’onda della
controriforma fortemente voluta dal religioso, poi Santo. Egli fa costruire i due pulpiti per la
predicazione dell’antico e nuovo testamento > pulpito. Carlo Borromeo, il quale subirà anche
un attentato, intanto chiude le due porte gotiche nel transetto per evitare il passaggio di
chiunque all’interno della chiesa, e introduce il suo architetto di fiducia Pellegrino Tibaldi, che
presenta un progetto per la facciata > progetto Pellegrino Tibaldi, ancora da costruire (nel
frattempo e fino all’inizio del 1800 rimane in piedi quella della chiesa precedente > dipinto con
facciata S.Maria Maggiore e Duomo construendi, 1670) e gli fa realizzare il > Coro ligneo
Jemale per lo “Scurolo”, la parte di chiesa sottostante al presbiterio. Egli realizzaerà anche un
disegno per il pavimento realizzato nel 1585.
C.B. ,sopravissuto alla peste del 1576, muore nel 1584, il Tibaldi poco dopo cosicchè il progetto
della facciata, pure ritoccato successivamente da Francesco Maria Richini, viene abbandonato
fino al 1643, quando un’altro, dell’Arch. Carlo Buzzi, meno legato allo stile “Romano” del
Tibaldi, e più in linea con lo stile gotico internazionale dell’edificio, viene scelto > progetto
Carlo Buzzi a Colori e confronto con Tibaldi. D’ora in poi le successive modifiche e
realizzazioni saranno tutte improntate a uno stile neogotico, abbandonando la volontà di
impiegare lo stile attuale del tempo.
Dal 1706 caduti gli spagnoli sono gli austriaci a prendere il potere con Eugenio di Savoia. Dopo
altre temporanee dominazioni, dal 1739 l’imperatrice Maria Teresa d’Austria dominò Milano
per 60 anni in cui, come d’altraparte i secoli prima, pochi fondi vennero riservati alla Fabbrica.
Nel 1769 venne decisa l’erezione della > guglia maggiore per opera di Francesco Croce,
mentre nel 1774 viene eretta la statua in rame dorato (e non come previsto marmo perchè troppo
pesante) della Madonnina (preferita al Cristo pensato a fine ‘300). I decenni di fine ‘700 si
realizzarono moltissime statue e guglie > giganti e doccioni.
Manca però ancora incredibilmente la facciata che è sempre sostituita dalla precedente,
addirittura traslata avanti per coprire il vuoto davanti > illustrazione 1773.
Nei decenni successivi si continuano a demolire i palazzi attorno che ostruiscono i lati
dell’edificio > illustrazione 1840
Nel 1805 con l’incoronazione di Napoleone a Re d’Italia, finalmente si da il via alla costruzione
della facciata voluta personalmente da Napoleone in fretta sulla base dell’ultimo progetto
selezionato (Buzzi) ma modificato nel tempo da Leopoldo Pollack e infine semplificato
dall’Amati > foto facciata ‘800. Fu completata nel 1813, senza ancora le porte in bronzo.
Al 1860 mancano ancora due dei quattro gugliotti a coronamento della guglia maggiore (dopo
quello dell’Amadeo e del Pestagalli del 1847).
Ricostruite le vetrate dell’abside (distrutte), riprendono i lavori per le altre guglie e statue e si
inizia a pensare anche alla piazza, istituendo una lotteria per i fondi necessari ed un concorso
per il progetto della piazza. Fra i molti viene scelto quello di Giuseppe Mengoni (che realizzò
anche la Galleria Vittorio Emanuele II nel 1877).
Nel 1906 la prima porta in bronzo è di Luciano Pogliaghi. Piero Portaluppi sistema due decenni
dopo il sagrato. > cartolina inizio ‘900
Durante il regime fascista viene demolita l’ala destra di Palazzo Reale per costruire l’Arengario
e si progetta anche il campanile (mai realizzato). La seconda guerra mondiale fece non pochi
danni alle terrazze guglie statue (40), porzioni del basamento e finestroni.
Nel 1960 si stacca l’intonaco della decorazione delle volte interne, cosicchè si decide di
elimianrlo del tutto perchè pericoloso per la sua caduta, mentre negli anni 80 si restaurano
pesantemente i piloni, ormai deteriorati e a rischio di crollo con l’intera struttura.
Tutt’ora la Veneranda Fabbrica del Duomo è attiva nel continuo restauro di statue, guglie,
elementi decorativi e sostituzione di marmi.
Altre Opere al suo interno:
3° campata dx: Arca x donatore Carelli, 1408
6° campata dx: Altare di S. Agata con Pala Federico Zuccari (1599)
Transetto meridionale dx: statua S.Bartolomeo di Marco d’Agrate (1562)
Al centro della volta sopra il coro ligneo : il Santo Chiodo
Nella parte nord del presbiterio: 17 statue seicentesche rappresentative stile lombardo
Nel retrocoro : monumento a Martino V di Jacopino da Tradate (1424)
Portale della Sacrestia settentrionale: parte originaria del Duomo, del 1389 con teste di profeti
di Giovannino de Grassi. All’interno tela del Cerano su San Carlo.
Davanti all’altare sta il > Candelabro trivulziano in bronzo, donato nel 1562
In grassetto immagini relative