La risorsa acqua in Italia e in Europa

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La risorsa acqua in Italia e in Europa
Padania Acque S.p.A
Via del Macello, 14 – 26100 Cremona
Tel. 03724791 Fax. 0372479239
[email protected]
www.padania-acque.it
Comunicato stampa 2 dicembre 2016
“La risorsa acqua in Italia e in Europa”, un convegno sulle eccellenze, sul presente
e sul futuro del sevizio idrico integrato.
Si è tenuto ieri presso Palazzo Cittanova il convegno “La risorsa acqua in Italia ed
Europa” organizzato da Padania Acque, con la collaborazione del Comune di
Cremona. L’occasione è stata offerta dalla mostra presso il Museo del Violino dedicata
all’illustre cittadino cremonese ed europeo Janello Torriani. La figura di questo
ingegnere cosmopolita ante litteram ha dato alla società gestore del ciclo idrico
integrato l’occasione di presentare una fotografia delle frontiere della ricerca, delle
eccellenze tecnologiche e dei piani di sviluppo ambientali legati alla risorsa idrica. Una
panoramica volta ad anticipare e spaziare il più possibile lungo gli asset legati al
presente e al futuro del servizio idrico. Un convegno, dove la presenza e la caratura
degli ospiti, anche internazionali, ha permesso di respirare l’aria non solo
dell’eccellenza italiana ma anche europea.
Ha aperto il convegno il presidente di Padania Acque, Claudio Bodini, che ha
sottolineato il contesto territoriale dove opera Padania Acque «nell’unica provincia in
Italia completamente in pianura, con un’abbondanza di corsi d’acqua, ma che necessita
di un grande lavoro di estrazione dalle falde, di potabilizzazione e di depurazione.
Padania Acque è una delle poche società completamente governate dai cittadini
attraverso i sindaci di ogni comune della provincia: esempio virtuoso ed efficiente di
amministrazione del servizio pubblico».
Terminato l’intervento del presidente, è seguito il momento dei saluti istituzionali del
sindaco del Comune di Cremona, Gianluca Galimberti, il quale ha ricordato la
centralità della risorsa acqua, dal punto di vista industriale – ha ricordato, infatti, che
con Padania Acque è nata, nella nostra provincia una multi-utility, che si inserisce in
modo competitivo all’interno del panorama lombardo, europeo e nazionale – e dal
punto di vista politico e territoriale, e basterebbe citare solo il neonato Contratto di
Fiume.
Dopo i saluti istituzionali, la parola è passata al presidente dell’Ordine degli ingegneri,
Adriano Faciocchi, il quale ha ricordato la grande occasione formativa – il convegno
si rivolgeva e offriva crediti formativi all’Ordine degli ingegneri, degli architetti e il
collegio dei periti e dei geometri – e la pregnanza della figura di Torriani, orgoglio
dell’ingegneria del passato e moderna.
L’intero seminario è stato moderato dal professor Carlo Collivignarelli, ordinario
dell’Università di Brescia, grande studioso del trattamento delle acque e dall’ingegner
Roberto Mazzini, cremonese, coordinatore del gruppo di lavoro acque reflue Utilitalia
e rappresentante italiano nella Commission two waste water di EurEau.
Ma veniamo ai relatori.
C.F., P.I. e R.I. CR: 00111860193 R.E.A. di Cremona n.133186 Capitale Sociale € 33.749.473,16 i.v.
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Vanni Vignoli ha relazionato l’esperienza tecnologica dell’azienda Caprari, la cui
competenza si esprime in ambito idrico, in ossequio all’affidabilità, all’efficienza e alle
frontiere di ricerca e sviluppo, ma soprattutto nel rispetto delle normative applicate.
Brian Lumb, rappresentante di Anglian Water, società dell’idrico britannica, ha
riportato invece il lavoro sinergico, soprattutto in ambito tecnologico, con Schneider
Electrics e ha introdotto il concetto di “smart water utility”: un gestore dell’acqua la
cui efficienza è basata sull’analisi dei big data e sui sistemi di controllo da remoto ed
automatizzati, cui contribuisce il know-how di Schneider Electrics.
Mauro d’Ascenzi, vicepresidente di Utilitalia ha invece disegnato una visione
d’insieme legata alla risorsa acqua, illustrando i mega-trends del settore e non solo:
mutamenti climatici, crescita della popolazione urbana e migrazioni. Dopo i trend
globali, è stata messa a fuoco la reazione da parte del comparto idrico a questi
cambiamenti di respiro globale: un rafforzamento dell’assetto organizzativo delle
multi-utilities e, tra i moltissimi temi trattati e di interesse per i gestori dell’acqua, il
problema dell’impatto delle acque meteoriche.
Viviane Iacone è intervenuta in quanto dirigente del settore Struttura Pianificazione,
tutela e riqualificazione delle risorse idriche di Regione Lombardia. Iacone ha
presentato il Piano di Tutela delle acque e gli investimenti necessari per il rispetto della
qualità delle acque previsto dalla normativa, ricordando che il piano per la risorsa idrica
e il ciclo idrico integrato – in sintesi il piano ATO – raggiungerà in Regione Lombardia
la quota di 1miliardo e 636 milioni da qui al 2019.
Paolo Romano, AD SMAT Torino (Società Metropolitana Acque Torinesi), ha
presentato il piano di sicurezza generale legato alla rete acquedottistica di oltre 12mila
chilometri: un sistema che dev’essere globale e integrato per garantire affidabilità e
protezione della salute dei cittadini che usufruiscono del sistema idropotabile. Ciò
comporta l’elaborazione di un sistema omogeneo e flessibile, capace di adattarsi alle
diversità dei contesti e dei territori. Non ultimo, la capacità di elaborare algoritmi
capaci di prevedere il rischio e di tenere costante la buona qualità dell’acqua.
L’intervento di Romano si è concluso con una simpatica chicca sull’acqua fornita agli
astronauti, che Smat Torino tiene monitorata nella qualità attraverso un sistema
tecnologico automatizzato.
Michele Falcone, direttore generale di CAP Holding – omologa di Padania Acque per
la provincia di Milano – ha mostrato il trend della governance dell’acqua: da una forma
di parcellizzata e poco strutturata – qui a Cremona terminata con la fusione di tutte le
micro-realtà in un gestore unico e interamente pubblico – a un gestore idrico che deve
sapersi relazionare a un contesto energetico, amministrativo e urbanistico preciso.
L’acqua non ha confini – ha detto Falcone – e perciò la gestione della risorsa idrica
deve approdare a una visione olistica e reticolare, dove le società dialogano all’interno
di una cornice condivisa. Ciò ha l’ambizione di fare Water Alliance, la joint venture
che lega i maggiori gestori pubblici dell’acqua in Lombardia, in modo da guadagnare
posizioni nella fase interlocutoria e privilegiata con i decisori nazionali.
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Bruno Tisserand ha parlato in qualità di presidente di EurEau, voce dei servizi idrici
a Bruxelles, rappresentante di operatori pubblici e privati. La ragione della sede a
Bruxelles è evidente: l’80% della legislazione che regola le nostre vite ha origine
proprio a Bruxelles. EurEau rappresenta, perciò, un tramite fondamentale per poter
ragionare su uno dei maggiori asset dello sviluppo futuro dal punto di vista
occupazionale – rappresenterà un’importante fonte di reddito e di posti di lavoro – e
dal punto di vista delle energie rinnovabili: basti pensare al riutilizzo delle acque reflue
e dei fanghi di depurazione.
La mattinata è stata chiusa con l’intervento dell’AD di Padania Acque Alessandro
Lanfranchi, che ha ricordato gli 89 milioni di investimenti per il futuro, previsti dalla
Pianificazione d’ambito territoriale nella direzione di un miglioramento ed
efficientamento delle strutture. Ha ricordato quindi l’affiatamento della gestione della
risorsa, gestita in sinergia e secondo le direttive della Regione Lombardia. Oltre a ciò,
ha ricordato dell’importante istituzione solidarista della Banca dell’Acqua, che si
occupa delle morosità incolpevoli e rappresenta un tramite tra l’azienda e le fasce più
deboli del nostro territorio.
I lavori sono ripresi con il professor Miquel Salgot dell’Università di Barcellona, il
quale ha presentato un piano di riuso delle acque reflue all’interno dell’area
metropolitana di Barcellona, composta da 36 municipalità, sita all’interno di una
complicata rete fluviale, con zone dove l’insediamento abitativo è elevato e
l’agricoltura intensiva. Un lavoro immenso date le dimensioni dell’area metropolitana.
Paolo Vicentini ha relazionato sull’importantissimo lavoro svolto dal laboratorio
analisi di Padania Acque, in qualità di suo responsabile: una panoramica sull’attività
di un laboratorio certificato e accreditato – che dunque si muove sempre
nell’ottemperanza di un preciso quadro normativo – all’interno di un determinato
contesto ambientale e obiettivi che si confanno a moderni criteri di efficienza
aziendale.
Enrico Rolle, professore presso l’Università La Sapienza di Roma ha posto al centro
della sua riflessione i rapporti tra green economy e servizio idrico. Un quadro poco
confortante per l’Italia, ma con un margine di miglioramento: dallo smart metering –
un sistema di misurazione automatizzato – alle reti intelligenti, capaci di rilevare le
eventuali perdite ed incidere in maniera efficace e diretta sull’efficientamento delle
reti.
Ettore Zuccato ha relazionato i risultati di una ricerca che ha portato alla luce una
nuova fonte di inquinamento, la quale riguarda soprattutto le acque superficiali, cioè
l’acqua dei fiumi, causato dai farmaci antropici. Se non c’è nulla da temere per l’acqua
da bere – le falde da cui l’acqua viene prelevata è a una profondità che la rende immune
da quel tipo di inquinamento antropico –l’ambiente rischia forse invece di più.
Per Pierangela Cristiani, docente e biologa, che svolge attività di ricerca presso il
gruppo energetico RSE S.p.A. – ma che in precedenza ha collaborato anche con ENEL
e il mondo accademico – l’idea è quella di produrre anziché consumare energia: uno
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sguardo inevitabilmente dal medio lungo termine, ma importante spunto per un lavoro
che diventerà sempre più necessario.
Per ulteriori informazioni può rivolgersi a
Ufficio Comunicazione
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