ita. DANTE ALIGHIERI _sintesi opere minori_
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ita. DANTE ALIGHIERI _sintesi opere minori_
DANTE ALIGHIERI: Sintesi delle opere “minori” Sono 6, le prime 3 scritte in lingua volgare le altre tre scritte in latino. LE RIME (1283 – 1305) sono una raccolta di poesie che comprendono 20 anni della vita di Dante. Si evidenzia proprio il cambiamento dello stile del poeta. La lingua di Dante è importantissima: essa non è monocorde, o uno stile unico (Petrarca), perché Dante utilizza stili e linguaggi diversi. Passa dal linguaggio comico a quello più alto e complesso. Dante è POLILINGUISTA: leggendo le “rime” noteremo questa evoluzione. All’interno di questa raccolta troviamo le “rime petrose” dedicate ad una donna chiamata Pietra (pseudonimo): una donna dal cuore duro e insensibile. L’ultima sezione riguardano le poesie che scrisse in esilio (come Cavalcanti). LAVITA NOVA: prima opera di Dante. E’ una raccolta sia di poesie che di prosa che si alternano nel testo. Prima opera che prevede brani scritti in lingua volgare. Parla della vita rinnovata con Beatrice, racconta la storia di questo amore dalla prima vista fino alla morte di Beatrice. Troviamo i temi del “dolce stil novo”: donna angelicata, donna che funge da tramite fra uomo e Dio. IL CONVIVIO terza opera in volgare, una specie di banchetto della cultura, iniziato quando Dante è in esilio nel 1304. Tratta dei temi più diversi: politici, filosofici, d’amore. É scritto in volgare proprio perché lui accetta la sfida di scrivere in volgare anche argomenti considerati alti e per i quali ci si aspettava fossero scritti in latino. É LA PRIMA OPERA DI DIFFUSIONE CHE C’É IN ITALIA. Doveva contenere 15 libri, si ferma a 4. BEATRICE PORTINARI, all’età di 20 anni si sposa ma non con Dante, muore a 24 anni. Dante fantastica su questa donna, inventa una storia su Beatrice. Ma nella realtà lei era una donna comune di cui però Dante da giovane si era innamorato, apprezzando di lei l’eleganza e la nobiltà d’animo. OPERE MINORI SCRITTE IN LATINO DE VULGARI ELOQUENTIA: il tema è appunto la questione della lingua, valuta le possibilità che ha il volgare di sostituirsi al latino. Ma quale volgare? Pur essendo fiorentino non dice che il suo è il migliore, lui vuole fare una lingua nazionale che abbia 4 caratteristiche: illustre: elegante, importante cardinale: cioè da cardine, il perno attorno a cui tutte le popolazioni devono fare riferimento. aulica: importante, colta curiale: cioè adatta sia alle corti che agli uffici IL MONARCHIA: si parla di politica. Un momento storico importante per Dante è la discesa in Italia dell’imperatore Enrico VII durante le lotte per le investiture. Dante ha grande fiducia in lui e spera che egli possa sedare le liti tra papato e impero. Qui espone la teoria dei due soli: ognuno deve illuminare le aree di rispettiva pertinenza, potere politico e spirituale non devono mai scontrarsi. Questo trattato fu scritto che Dante era già in esilio e lui sperava che Enrico VII potesse risolvere le cose tale da poter fare tornare a Firenze i guelfi bianchi (di cui faceva parte Dante). E’ molto moderno questo trattato nella sua idea centrale: divisione dei poteri, il papa non può intervenire e dire che una legge non va bene, e neanche l’imperatore può mettere bocca sulle scelte spirituali del papa e sulla nomina dei vescovi. Enrico VII però muore. LE EPISTOLE: scritte tra 1304 al 1317 in esilio. Queste lettere scritte in latino vengono inviate sia ad illustre personalità della politica fiorentina sia ai suoi amici, ma anche ai fiorentini in genere, dunque è un artifizio letterario per poter scrivere un trattato sia su argomenti politici che su argomenti letterari e sociali.