Sant`Agostino, l`asta milionaria di fine anno premia la

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Sant`Agostino, l`asta milionaria di fine anno premia la
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Sant’Agostino, l’asta milionaria di fine anno premia la
cavallina di Stoccarda
Date : 23 dicembre 2015
Sono le Porsche le regine dell’asta Sant’Agostino del 14 dicembre scorso. Le vetture tedesche
spuntano oltre 2.000.000 € sui 2.700.000 in totale. Va via liscia l’Isotta Fraschini, e la Fiat 500,
buone quotazione per le marche italiane, Ferrari e Lamborghini in testa. Deludenti i risultati di
Jaguar, Rolls-Royce e Bentley, oltre che di Mercedes, a conferma che la Porsche è l’auto del
momento. In complesso un risultato più che positivo che dovrebbe aprire la via ad altre battute
all’incanto in Italia nel 2016. Testo di Tommaso M. Valinotti, immagini archivio Casa d’Aste
Sant’Agostino
TORINO – C’era molta attesa per l’asta delle auto classiche e da collezione che la
casa Sant’Agostino ha organizzato a Torino per lunedì 14 dicembre. La casa d’aste torinese
con questa sessione si presentava in un difficile settore come quello automobilistico, per lei
assolutamente nuovo e che, soprattutto, non ha mai riscosso grande successo sui palcoscenici
italiani. L’asta torinese ha visto aggiudicati 18 lotti sui 48 battuti, per un totale di 2.700.00,500
€ di valore di vendita.
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Bisogna subito dire che ben 1.650.000 € oltre i diritti d’asta sono stati spesi per la vettura più
importante della serata la Porsche 959 Komfort del 1988, la versione stradale della vettura che
la Porsche costruì per imporsi nella Parigi-Dakar. Presentata al Salone di Francoforte del 1983,
costruita in soli 288 esemplari, quattro ruote motrici, 317 km/h che la facevano la vettura di
serie all’epoca più veloce al mondo, vinse la Dakar del 1984 con René Metge-Dominique
Lemoyne e la versione stradale venne acquistata, fra gli altri anche dal grande direttore
d’orchestra Herbert von Karajan. Con un simile palmares non c’è da stupirsi che abbia
raggiunto in pochi minuti una quotazione stellare, partendo da una base d’asta di 800.000 €,
per altro solo leggermente superiore a quelle registrate presso i siti di vendita specializzata.
D’altro le Porsche stanno ottenendo sui mercati internazionali prestazioni da capogiro,
decisamente in crescita esponenziale rispetto a quello che era il mercato di un paio di anni or
sono. Infatti sono passate di mano anche una Porsche 356 B Coupé del 1961, che ha scalato
rapidamente la salita da 70.000 a 200.000 €, e una Porsche 356 A Cabriolet carrozzata
Reutter del 1957 che si è fermata a 150.000 € nonostante il maggior prestigio e rarità della
vettura rispetto alla gemella chiusa e l’ottimo stato di restauro. Non tutte le Porsche hanno fatto
scintille: venduta anche una Porsche 911 Turbo del 1991 che da una base d’asta di soli
60.000 € è salita a 100.000 €, quando nel libero mercato si leggono richieste che a volte
superano i 200.000 €, mentre è tornata al suo precedente proprietario una Porsche 928 del
1991, base d’asta 40.000 €, non capita allora e nemmeno oggi, e una Porsche 993 iper
vitaminizzata dal tuner tedesco Gemballa che aveva una base d’asta di 150.000 €. Insomma,
Porsche, ma di pregio.
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L’asta di Torino presentava in copertina una stupenda Isotta Fraschini 8 A Faux Cabriolet
del 1928 carrozzata da Cesare Sala, che rappresentava il non plus ultra dell’epoca in fatto di
leganza, prestigio e costo di acquisto, facendo concorrenza a Rolls-Royce ed Hispano-Suiza.
Partita da una base di 400.000 €, ha ottenuto un solo rilancio a quota 405.000 €, che ha
lasciato un po’ delusi i presenti in sala che forse si attendevano un maggiore movimento su
una proposta di simile valore, anche perché sul solito sito di vendita è proposta una Landaulet
Imperial Castagna del 1929 a 960.000 €. E non ha neppure trovato l’acquirente il motore della
8A del 1920 proposto a soli 20.000. una vera opera d’arte mettere in salotto.
Una buona quotazione (190.000 € partendo da 150.000) ha spuntato la Ferrari 430 Spider del
2007, uno degli appena sei esemplari costruiti con cambio manuale. Il poter manovrare l’asta
del cambio continua ad avere il suo fascino. Una Testarossa del 1991 è salita da 90.000 a
105.000 € senza suscitare emozioni, mentre non ha trovato acquirenti per 40.000 € una
Mondial T Cabrio del 1990. Buona performance anche per il “Toro” della Lamborghini che ha
avuto la sua punta di diamante una Diablo VT del 1995 passata da 150.000 a 200.000 €
mentre è rimasta invenduta una Gallardo LP 560-4 che non si è smossa dagli 80.000 € della
base d’asta; per proseguire con le italiane da sogno con la Maserati ha piazzato una Racing
del 1991 a 20.000 €, ovvero il valore della base d’asta, mentre non è riuscita a schiodare il
prezzo una splendida Maserati Ghibli del 1968 con base d’asta a 250.000 dalla quale si
sperava di salire a 300/350.000 , in linea con le richieste che si vedono in giro per il mondo.
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L’Alfa Romeo ha piazzato una Giulietta Spider del 1960 a 64.000 €, mentre sono state
vendute una perfetta Lancia Flaminia Touring Cabriolet del 1963 a 190.000 €, una B20 GT
del 1953 in allestimento corsaiolo a 150.000 €, mentre una Fulvia Fanalone non ha trovato
l’amatore per 60.000 €. A colpo sicuro la Fiat 500L del 1972, portata a casa per 7500 €. Fra le
altre auto che hanno trovato la corsaiola LMX Sirex 2300 del 1963 per 39.000 €, uno di quegli
esempi di piccola imprenditoria italiana per costruire vetture di prestigio da lanciare sul mercato
americano; la Heinkel Kabine 156 del 1958 per 20.000 €, una microvettura due posti in linea
che dà la sensazione di essere a bordo di un caccia della Seconda Guerra mondiale e d’altra
parte era costruita proprio dall’azienda che produsse i micidiali bombardieri per la Luftwaffe,
una Triumph Italia del 1960 disegnata da Giovanni Michelotti e costruita da Alfredo Vignale
che ha ottenuto una “battuta” per 75.000 € ed infine una poco appassionante replica della Ford
GT 40 che è passata di mano per 45.000 €, decisamente troppi.
Non ha trovato acquirenti il prototipo Hummer T-Rex realizzato nel 2002 da Coggiola che
vantava una base d’asta di 500.000 €, decisamente troppi per il valore collezionistico del
mezzo. Vero che la sua realizzazione è costata al carrozziere torinese 1.200.000 € è pur
sempre un Hummer, un fuoristrada prodotto in migliaia di esemplari. Chi esce con le ossa rotte
dall’asta di Torino sono le marche inglesi che sono riuscite a piazzare solo una stupenda
Jaguar XK-120 OTS del 1953 che non è andata oltre la base d’asta di 90.000 € (un vero affare
vista la vettura), mentre non si sono smosse le altre Jaguar, anche quelle degli anni Cinquanta,
Rolls-Royce e Bentley, pur se hanno frequentato il tappeto rosso di Wimbledon o se sono
appartenute a Sir Elton John. Né miglior fortuna hanno ottenuto il paio di Mercedes SL degli
anni Ottanta nonostante la battitrice abbia ricordato i successi e le conquiste di Richard Gere al
volante di una vettura simile nel film “American Gigolo”. La sala era prettamente maschile e le
poche donne presenti erano troppo giovani per subire l’appeal dell’affascinante attore
americano.
Per concludere l’asta Sant’Agostino di Torino ha dimostrato che anche in Italia il mercato
delle aste ha le sue possibilità (benché tutti i 18 lotti venduti non abbiano mai trovato un
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acquirente in sala, ma solo per via telefonica o attraverso Internet) e forse la stessa
Sant’Agostino o qualche altra casa d’aste potrebbe lanciarsi in questo mercato. Il mondo delle
aste è fantasioso ed affascinante. Magari diventerà ancor più divertente il giorno in cui, anche in
Italia, vedremo alzarsi le “palette” per rilanciare le offerte direttamente dalla sala.
La galleria foto dell'asta di auto storiche e da collezione di Sant'Agostino
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