View conference 2016. I Videogame indie che conquistano il mondo

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View conference 2016. I Videogame indie che conquistano il mondo
View conference 2016. I Videogame indie che conquistano il
mondo e il fumetto che incontra la realtà virtuale.
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2/11/2016
Giovedì 27 ottobre alla View si è parlato molto di Videogame in ogni loro aspetto: produttivo, terapeutico e
commerciale.
A aprire la giornata è stata la conferenza di Mauro Fanelli dello studio Indie Mixed Bag. Che ha raccontato come
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abbiano fatto a essere il primo studio Indie a sviluppare un gioco per la PlayStation 4.
lo studio è nato principalmente per produrre “Forma 8”, un videogame molto ambizioso che era già stato
presentato l’anno scorso alla View e sperano di poter finire entro pochi mesi.
Gli indie in realtà sono sempre esistiti, anzi, sono stato il vero inizio del gaming. Ogni grande azienda è iniziata con
qualcuno chiuso in un garage a programmare. Ma dopo che questi hanno avuto successo hanno preso tutto lo
spazio.
L’Indie ha avuto una rinascita negli ultimi anni grazie all’apertura fatta dalla Xbox, che fin dal suo esordio iniziò a
proporre titoli indie per evitare il problema di avere pochi giochi pronti per la nuova consolle. Questo ha portato le
altre grandi case a fare lo stesso e adesso gli indie sono passati dall’essere guardati con indifferenza all’essere
molto ricercati per battere la sempre maggiore concorrenza di giochi sviluppati per Smartphone e altro.
All’inizio di Mixed Bag erano solo in due, lui come programmatore e un suo amico come designer. Mentre
lavoravano a “Forma 8” si sono resi conto che il progetto era enorme e hanno pensato di fare anche a un gioco più
semplice da presentare, così nasce “Futuridium”.
Mentre si trovano a Londra per una fiera mostrano il gioco a due persone che si rivelano della Sony e sono molto
interessate. Fu così che divennero il primo studio Indie a produrre per la PlayStation 4, il loro gioco è stato poi
adattato per PlayStation Vita e PC, ma presto uscirà anche per la Nintendo 3DS e Wii U.
Dopo hanno ripreso a lavorare a “Forma 8” con l’idea di far uscire anche questo per Sony e Nintendo. Un puzzle
game dai disegni quasi astratti su una sfere/droide che perlustra un misterioso pianeta. Inizialmente doveva durare
quattro ore. Ma aggiungendo livelli sono arrivati a più di otto e a un finale segreto.
Auguriamogli un gran successo.
Segue la conferenza di Fabio Corrirossi e Mitchell Broner Squire del gruppo Oniride. I primi a aver pensato a fare
un fumetto per la realtà virtuale e sono italiani!
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Loro vogliono fare storie belle e appassionanti, così che la gente possa seguirle e aspettare il seguito.
La realtà virtuale è un territorio ancora inesplorato di cui si devono ancora capire le potenzialità. Loro hanno iniziato
nel 2015 col fumetto “Magnetique”, storia dall’aria steampunk a cui sono seguite altre e sperano se ne
aggiungeranno sempre di più (per più info leggete questo articolo).
Nei loro fumetti VR non c’è animazione che possa rallentare la lettura, l’azione si può seguire a 360° e per renderla
scorrevole hanno dovuto trovare un modo per organizzare i disegni 2D in uno spazio virtuale adattando la
prospettiva e trovando ogni volta soluzioni efficaci per guidare i lettori verso dove si svolge l’azione.
Subito gli viene chiesto se lo lasceranno muto o avrà suoni e voci. Rispondono che in Francia quelli che l’hanno
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provato imploravano che lo lasciassero muto per non rovinare l’effetto d’immersione totale mentre in Italia gli hanno
chiesto di mettere l’audio per amplificare l’effetto d’immersione totale. La soluzione è che l’audio c’è, ma si può
scegliere se ascoltarlo o no.
Il gruppo vuole dimostrare che si può fare Realtà virtuale riuscendo a mantenere i costi. Ma devono migliorare e fare
ricerche e crescere. Per questo cercano sponsor, artisti e diffusione.
La conferenza seguente è una cosa davvero inaspettata. Daniel Fountai della State Of Play racconta come sia
possibile realizzare videogiochi fatti a mano.
Tutto iniziò con l’amore di un gruppo di gamemaker per i libri Pop-up. Si chiesero se fosse possibile rendere quella
magia in un videogioco. Fu così che nacque “Lume”. Un videogioco con scenari e ambientazioni realizzati a mano.
Qualsiasi cosa accade nel gioco hanno cercato di realizzarla dal vero, con dei modellini, per poi filmarli con una
costosa cinepresa che potevano avere solo per un giorno. I personaggi sono realizzati con l’animazione 2D, come
anche i vari puzzle da risolvere per andare avanti.
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Il successo è stato tale che hanno fatto un seguito ancora più ambizioso per storia e scenografie.
L’unico problema è stato rendere il tutto abbastanza leggero per funzionare su uno Smartphone.
Daniel Fountai concluse invitando tutti a sperimentare e cercare la propria voce nell’ampio mondo dei videogame.
La scommessa è nel fare qualcosa di nuovo che piaccia.
Aladar
5/5