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LA STAMPA
QUOTIDIANO FONDATO NEL 1867
MARTEDÌ 21 GENNAIO 2014 • ANNO 148 N. 20 • 1,30 € IN ITALIA (PREZZI PROMOZIONALI ED ESTERO IN ULTIMA) SPEDIZIONE ABB. POSTALE - D.L. 353/03 (CONV. IN L. 27/02/04) ART. 1 COMMA 1, DCB - TO www.lastampa.it
Fatturato e ordini: segnali positivi dopo 22 mesi di calo
L’industria italiana
torna a crescere:
merito dell’export
Al via i negoziati di Ginevra sulla Siria
LA SPERANZA L’Onu invita
DALLE PERIFERIE
MARIO DEAGLIO
Q
ualche mese fa, «La
Stampa» aveva paragonato la congiuntura italiana a un campo alla fine della
A novembre +0,4% sul 2012
Piemonte, Lombardia ed Emilia:
tre regioni tirano la volata
Baroni e Sodano ALLE PAGINE 6 E 7
CONTINUA A PAGINA 23
TEHERAN
NON LASCIA ASSAD
l’Iran, poi fa
marcia indietro
MAURIZIO MOLINARI
INVIATO A MONTREUX
T
empesta diplomatica sulla
conferenza di pace sulla Siria alla vigilia dell’apertura
dei lavori nel Palace di Montreux.
Tempesta diplomatica
sulla conferenza aperta
a sorpresa all’alleato di Assad
Paolo Mastrolilli ALLE PAG. 10 E 11
CONTINUA A PAGINA 10
In direzione 111 a favore, 34 astenuti. Alfano: ora battaglia sulle preferenze. Malumore dei 5Stelle: così siamo irrilevanti
BUROCRAZIA E SALUTE
Legge elettorale, via libera del Pd
CASO STAMINA
Il segretario piega la minoranza, è scontro aperto con Cuperlo
LA SIMULAZIONE
RIFORMA C’è governabilità
IMPORTANTE
COMPROMESSO
RAGIONEVOLE
ELISABETTA GUALMINI
A
lla ricerca della
«dignità perduta», il caterpillar Renzi ha
messo sul tavolo della segreteria Pd un
pacchetto di riforme istituzionali già chiuso. Nel giro
di due direzioni e di 4 giorni, il neo-segretario ha portato a casa il sì di Berlusconi, Alfano e Letta. E’ un
pacchetto all inclusive,
prendere o lasciare, senza
vie di mezzo, con tempi e
scadenze fissate, proprio
come nel famoso foglio
Excel. Ma se si vuole fare
gli schizzinosi e cambiare
qualche ingrediente (come
chi chiede di farsi togliere
la cipolla dall’hamburger)
tutto si sfarina e si rimane a
mani vuote. E il Pd ha colto
l’offerta al volo, con una
stragrande maggioranza.
E’ un doppio successo per
il segretario del Pd. Primo.
Ha rimesso in moto un pachiderma che da decenni pareva privo di vita, disegnando una riforma su tre livelli
che, se tenuta tutta insieme,
potrebbe davvero segnare
l’inizio di una stagione nuova. Secondo: ha dimostrato,
se ci fossero ancora dubbi,
che la leadership conta, che
in politica le cose si fanno se
qualcuno tira e dà la spinta,
ed è capace di negoziare da
posizioni di forza. Se c’è un
leader. Punto.
senza i mini partiti
Ma come superare il nodo
delle liste bloccate?
Bresolin e Grignetti A PAGINA 5
1 Il
doppio turno alla Renzi
vince i malumori Pd. La Direzione del partito, dopo un attacco del segretario a Gianni Cuperlo che abbandona, vota a favore della proposta elettorale
ribattezzata «Italicum»: passa
con 111 sì. C’è l’ok di massima di
Alfano.
Bertini, Geremicca,
La Mattina, Magri, Malaguti,
Schianchi e Sorgi DA PAG. 2 A PAG. 5
UNA CATENA
DI RESPONSABILITÀ
MARIO CALABRESI
Q
NUOVE INTERCETTAZIONI
Riina in carcere: Di Matteo
deve fare la fine del tonno
Dal boss minacce al pm con un compagno di cella
«Mi sono divertito a vedere saltare in aria Chinnici»
Riccardo Arena E UN ’ANALISI DI FRANCESCO LA LICATA A PAGINA 9
IL MAESTRO, SENATORE A VITA, SCOMPARSO A 80 ANNI. NAPOLITANO: HA ONORATO L’ITALIA, L’EUROPA, IL MONDO
Abbado, addio al signore della musica
uando potremo finalmente guardare alla
vicenda Stamina con
un po’ di distanza e di freddezza non potremo non
chiederci come sia potuto
accadere.
Come è potuto accadere
che un uomo che non aveva
alcuna competenza scientifica come Davide Vannoni
sia arrivato a far sperimentare un presunto metodo di
cura delle più svariate malattie - tutte con la caratteristica di essere considerate
praticamente incurabili - in
un ospedale pubblico?
Le risposte non potranno
essere né semplici né univoche, perché le responsabilità
sono molte e diffuse.
CONTINUA A PAGINA 22
TERZO MONDO
Ma la povertà
non sarà
una condanna
BILL E MELINDA GATES
D
GIUSEPPE MOCCIA/ANSA
Claudio Abbado è morto a Bologna
Cappelletto, Gallarati, Pestelli, Satragni E UN INTERVENTO DI Salvatore Accardo DA PAG. 24 A PAG. 27
C’ERA PERFINO UN PREMIO
A MILANO UNIVA I SALOTTI
PER I SUOI FANS ITINERANTI
ALBERTO MATTIOLI
CONTINUA A PAGINA 23
E LE PIAZZE DEI CORTEI
EGLE SANTOLINI
A PAGINA 25
A PAGINA 26
Roma, indagata la figlia del costruttore Armellini
Vucinic all’Inter, scoppia la rivolta della curva
Ha 1243 immobili
ma non paga le tasse
Guarin alla Juve
I tifosi frenano Thohir
GRAZIA LONGO
MARCO ANSALDO
ROMA
TORINO
P
rotagonista delle serate nei salotti romani, dov’è stata spesso fotografata accanto all’ex compagno Bruno
Tabacci, leader del Centro democratico, stavolta finisce sotto i riflettori per una miliardaria evasione fiscale. Angiola Armellini, figlia del «re del mattone» del boom economico degli Anni 70 - Renato Armellini morto per un infarto
nel ’93, ha nascosto al fisco 2 miliardi e 100 mila euro.
CONTINUA A PAGINA 15
S
ul mercato irrompe lo scambio tra Vucinic e Guarin, con il quale sono entrate in scena le due
«grandi» che non si erano mosse: la Juve e l’Inter.
L’operazione è fatta ma non è conclusa per una di quelle stranezze del calcio, dove anche il certo è imponderabile, soprattutto se una delle parti ha il corpo a Milano e la testa in Indonesia.
CONTINUA A PAGINA 34
a quasi ogni punto di
vista oggi il mondo va
meglio di come sia
mai andato nella sua storia.
La gente vive
più a lungo e in
salute. La povertà più estrema è stata dimezzata negli
ultimi 25 anni.
La mortalità
infantile sta diBill Gates
minuendo molto velocemente. Sempre più
nazioni, un tempo destinatarie di aiuti, oggi sono autosufficienti.
CONTINUA A PAGINA 22
22 .Lettere e Commenti
.MARTEDÌ 21 GENNAIO 2014
CASO STAMINA
UNA CATENA
DI RESPONSABILITÀ
MARIO CALABRESI
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
eri sulle pagine di questo giornale tre
professori, tra i più illustri che abbiamo in Italia, hanno duramente polemizzato con la trasmissione televisiva
«Le Iene» accusandola di aver fatto
del sensazionalismo e di essere stata cassa
di risonanza di un inganno. Davide Parenti,
ideatore del programma, ha respinto le accuse sottolineando di aver preso a cuore le
vicende di un gruppo di famiglie abbandonate a se stesse di fronte alla malattia e
senza risposte dallo Stato. Ma soprattutto
ha spostato l’oggetto dell’accusa, puntando
l’indice su tutte le responsabilità istituzionali che hanno permesso la cosiddetta sperimentazione.
Io penso che Parenti sottovaluti la forza
I
del mezzo che usa e del format che ha inventato: «Le Iene» sono vissute da moltissimi
cittadini come un vendicatore di ingiustizie:
così nel momento in cui io vedo in tv un bambino gravemente malato e mi si spiega che gli
sono state interrotte le cure allora penso immediatamente che tutto ciò sia ingiusto e che
chi le ha interrotte sia per lo meno una persona schifosa.
Il problema è interrogarsi sul perché e non
lasciarsi prendere dalla rabbia. E questo non significa non avere a cuore i malati, perché il rispetto passa dal coraggio della verità non dal
lasciarli in mano ai ciarlatani o ai truffatori. Per
questo da settimane a «La Stampa» scaviamo
in questa storia cercando di capire come è potuta nascere e crescere senza barriere e freni.
Ma le obiezioni di Parenti mi hanno spinto
a rimettere in fila i fatti e a vedere come le
responsabilità siano davvero molte e vadano
al di là dell’elenco delle persone che sono og-
MA LA POVERTÀ
NON SARÀ
UNA CONDANNA
BILL E MELINDA GATES
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
no si immaginerebbe che questi
strabilianti progressi dovrebbero essere adeguatamente festeggiati e celebrati; che tutti si diano da
fare per raffinare questa «ricetta» che sta funzionando
così bene, in modo da poterla
diffondere sempre più. Ma
non è così. Anzi: è sorprendente notare che solo una minoranza pensa che le cose nel
mondo vadano meglio, e che
al contrario sono tantissimi
quelli che sono convinti che il
mondo stia peggiorando.
Secondo noi, questo avviene anche perché tante
persone sono preda di una
serie di miti: ovvero, idee errate che contrastano con i
fatti e la realtà. I miti più
dannosi? Che i poveri siano
condannati a rimanere poveri; che tutti gli sforzi compiuti per aiutarli siano condannati al fallimento; che
salvare delle vite contribuisca soltanto a peggiorare ulteriormente la situazione.
Il mito secondo cui i Paesi
poveri sono condannati a restare poveri è diffusissimo,
ma la maggior parte delle
volte lo sentiamo quando si
parla di Africa. Basta fare
una rapida ricerca sul Web:
sono decine i titoli di giornali o di libri del genere: «Co-
U
me mai i paesi ricchi sono diventati ricchi e perché quelli
poveri resteranno poveri»,
«Perché un povero resterà tale», e così via.
Per fortuna questi libri non
sono dei bestseller: anche perché la loro premessa di fondo è
falsa. Al contrario, la verità è
quasi dappertutto - Africa
compresa – indicatori come
quelli del reddito o altri indici
del benessere delle persone segnano un miglioramento.
In primo luogo, nessuno si
può permettere di affermare
che oggi l’Africa stia peggio di
come stava cinquant’anni fa. Al
contrario, il reddito pro capite
dell’Africa sub sahariana è cresciuto in questo arco di tempo; e
in alcuni Paesi del Continente è
cresciuto notevolmente. Il reddito pro capite medio dell’Africa
sub sahariana diminuì fortemente negli Anni 80, segnati dalla crisi del debito, ma successivamente e fino al 1998 registrò
un forte aumento, passando da
poco più di 1.300 dollari all’anno
a quasi 2.200 dollari. Oggi sono
molti i Paesi africani che si segnalano perché godono di economie a sviluppo forte e sostenuto; altri seguiranno il loro
esempio. Sette dei 10 Paesi del
mondo che hanno visto la crescita più forte, negli ultimi cinque
anni, sono di Paesi africani.
Secondo, l’Africa ha compiuto
grandi passi avanti dal punto di
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REDAZIONE
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vista della salute e dell’istruzione. Dal 1960 a oggi la speranza di
vita per una donna dell’Africa
Nera è passata da 41 a 57 anni,
nonostante l’epidemia del virus
Hiv. Se non esistesse questa terribile malattia, sarebbe salita a
61 anni. La percentuale di bambini che frequentano la scuola è
passata dal 40% circa del 1970 a
più del 75 per cento di oggi. Sempre meno persone soffrono la fame; sempre più persone invece
fruiscono di una buona alimentazione. Se è vero che avere abbastanza da mangiare, poter andare a scuola, vivere più a lungo
sono indicatori di una buona vita, ebbene allora senza ombra di
dubbio in Africa la vita sta migliorando. E questi miglioramenti, tra l’altro, non si esauriscono qui: sono il fondamento
per ulteriori progressi futuri.
Non c’è dubbio che le «medie» nascondano le grandi differenze che pure ci sono tra
Paese e Paese. In Etiopia il reddito medio è di soli 800 dollari
l’anno pro capite. In Botswana
si arriva quasi a 12.000 dollari
annui. E questi grandi squilibri si osservano anche all’interno dei singoli Stati: la vita di
una grande area metropolitana come quella di Nairobi ha
ben poco a che vedere con
quella di un villaggio rurale del
Kenya. Dunque, bisogna considerare con grande scetticismo
chi riduce un intero continente
getto dell’inchiesta del procuratore Guariniello. Penso a quelle responsabilità che in
questa storia spesso si presentano nella forma di omissioni.
Perché quando una vicenda va così lontano
bisogna innanzitutto chiedersi dove siano finiti i
meccanismi di controllo che dovrebbero esistere per proteggere i malati e i loro familiari. Primo tra tutti penso al Comitato etico degli Spedali di Brescia, che ha dato il via libera alle infusioni: ma non si sono interrogati sul rapporto
rischi-benefici e non è suonato nelle loro teste
nessun campanello d’allarme?
Quando poi sia i Nas dei carabinieri che
l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) bloccarono
la sperimentazione - eravamo a maggio del 2012
- perché il ministero della Sanità e il Parlamento
non ebbero il coraggio di andare subito a fondo
della questione e di essere conseguenti? Invece
la politica mise il suo timbro. Il Senato addirittura, sollecitato dall’attivismo della senatrice
a una massa indifferenziata di
povertà e malattie.
In conclusione: i Paesi poveri non sono condannati a restare poveri. Alcune delle cosiddette nazioni in via di sviluppo
sono oggi da considerare già
sviluppate. Molte altre stanno
seguendo la stessa strada. I
Paesi che devono ancora trovare la via verso lo sviluppo
non stanno cercando di compiere un’impresa inaudita e
senza precedenti. Hanno ottimi esempi da cui imparare.
Di questa verità siamo tanto
sicuri e convinti da sentirci di
arrischiare una previsione. Entro il 2035 non ci saranno praticamente Paesi poveri nel mondo (stando alla nostra attuale
definizione di povertà; in altre
parole, nel 2035 quasi nessun
Paese sarà povero come i 35 Paesi definiti «poveri» dalla World
Bank). Quasi tutti i Paesi del
mondo potranno essere annoverati tra quelli che oggi chiamiamo «Paesi a reddito mediobasso», o andranno oltre questo
livello di ricchezza. Le nazioni
impareranno dai loro vicini più
produttivi; si avvantaggeranno
di innovazioni come nuovi vaccini, sementi migliorate, e dagli
effetti della rivoluzione digitale.
La forza lavoro di quei Paesi, potenziata da una migliore istruzione ed educazione, attirerà
nuovi investimenti.
Sarebbe un risultato davvero notevole. Quando eravamo
ragazzi, la maggior parte delle
nazioni del mondo erano povere. Nei prossimi due decenni,
la presenza di Paesi drammaticamente poveri diventerà
un’eccezione, e non sarà più la
regola. Miliardi di persone saranno salvate dall’estrema povertà. L’idea che tutto questo
possa accadere nel corso della
nostra vita è semplicemente
meraviglioso.
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Paolo; Carta di Credito telefonando al numero 011-56.381 oppure collegandosi al sito www.lastampashop.it; presso gli sportelli del Salone La Stampa, via Lugaro 21, Torino.
Bonfrisco, arrivò a votare all’unanimità un
emendamento che prevedeva fosse data la possibilità della sperimentazione a tutti coloro che
hanno malattie rare in Italia. Un plebiscito figlio
di una deriva emotiva che non è tollerabile da
chi ha la responsabilità delle leggi e della tenuta
del sistema sanitario. Grazie al cielo l’emendamento venne cancellato da un sussulto di senso
di realtà della Camera.
C’è da chiedersi inoltre se l’Istituto superiore
di sanità come il Centro nazionale trapianti
(chiamato in causa in quanto il metodo Stamina
voleva essere presentato come un trapianto che
esula quindi dal controllo dell’Aifa) non debbano essere delle sentinelle di ciò che accade nella
nostra sanità, con una maggiore indipendenza
dalla politica.
Infine c’è il grande punto interrogativo gigantesco relativo ai Tar e ai tribunali del lavoro,
decine di giudici che hanno deciso, senza avere
competenze specifiche, a chi, in che modo e per
quanto tempo l’ospedale di Brescia fosse obbligato a garantire le infusioni.
È su questo terreno, di burocrazie, di teste
girate opportunamente dall’altra parte, di viltà
e di ignoranza che è potuto proliferare il metodo
Stamina. Oggi siamo alle ultime battute dell’inchiesta penale, ma restano danni permanenti
alla nostra credibilità, alla tenuta del nostro sistema, alla fiducia reciproca e resta la rabbia di
quelle famiglie che pensavano di avere trovato
una via di salvezza. Uno Stato forte e credibile è
quello che è capace da un lato di cacciare i ciarlatani e di ristabilire la verità, ma che dall’altro
si fa carico di quei malati, che a quel punto sono
vittime due volte, e nel momento della massima
difficoltà gli resta vicino.
LA STAMPA
Quotidiano fondato nel 1867
1
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MARIO CALABRESI
VICEDIRETTORI
MASSIMO GRAMELLINI, FRANCESCO MANACORDA (RESPONSABILE MILANO),
CESARE MARTINETTI, LUCA UBALDESCHI
REDATTORI CAPO CENTRALI
FLAVIO CORAZZA, GUIDO BOFFO
MARCO BARDAZZI (DIGITAL EDITOR)
LAURA CARASSAI
(RESPONSABILE EDIZIONI PIEMONTE E VALLE D’AOSTA)
CAPO DELLA REDAZIONE ROMANA
PAOLO BARONI
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REDAZIONI
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