Rimanelli e Cherchi ospiti della Scuola Italiana
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Rimanelli e Cherchi ospiti della Scuola Italiana
IL GIORNALINO della Scuola Italiana di Middlebury Numero 4 - 25 luglio - estate 2016 Rimanelli e Cherchi ospiti della Scuola Italiana Giose Rimanelli Vincitore del prestigioso American Book Award per il suo romanzo d’avanguardia, Benedetta a Guysterland, del 1994, Giose Rimanelli è autore di numerosi romanzi, raccolte di poesie, raccolte di saggi e articoli di innumerevoli riviste e recensioni. È, inoltre, da lungo tempo un pittore in entrambi oli e acquarelli. Il suo romanzo d’esordio, Tiro al piccione (1952, Il giorno del Leone [1954]) è stato successivamente trasformato in un film di Giuliano Montaldo. È professore emerito di letteratura comparata al SUNY di Albany. Divide il suo tempo tra Lowell, Massachusetts, e Pompano Beach, Florida, con frequenti viaggi in Italia. Paolo Cherchi Professore emerito di letteratura italiana e spagnola all’Università di Chicago. Cherchi si concentra sulla letteratura del Medioevo e tardo-rinascimentale. I suoi interessi includono: filologia romanza; la critica testuale, e la letteratura comparata. Tra i suoi libri e raccolte pubblicati negli ultimi dieci anni troviamo: Andreas and the Ambiguity of Courtly Love (University of Toronto Press, 1994); La metamorfosi dell’Adone (Longo Editore, Ravenna, 1996); ed. di Tomaso Garzoni, La Piazza universale di tutte le professioni del mondo (Torino, Einaudi, 2 voll., 1996); Polimatia di riuso - Mezzo secolo di plagio (1539-1589) (Bulzoni Editore, “L’Europa delle Corti”, 1998); L’alambicco in biblioteca: distillati rari (Ravenna, Longo, 2000); Ministorie di microgeneri (Ravenna, Longo, 2003); e Il re Adone (Palermo, Sellerio, 1998). Nello stesso periodo ha anche curato tre volumi del seminario della Susan e Donald Mazzoni, e pubblicato centoquindici saggi e recensioni di libri. In questo numero: - Rimanelli e Cherchi ospiti della Scuola Italiana - Viaggio attraverso il palato - Pensieri e riflessioni sulla gita a Muir Woods - Poesie, storie, saggi con parole obbligatorie - Pensavi che Bellini fosse solo un cocktail? - Pensieri e opinioni casuali da Orchard Meadow - Mi sento come Superwoman - Foto della settimana “Scongiurare il peggio per raggiungere il meglio” Naturalmente: riflessioni sulla gita a Muir Woods di Stephen Blackwood Small Come si descrive una settimana tipica alla Scuola Italiana? Tra lezioni, proiezioni di film, pasti veloci e lingue diverse, il tempo passa a una velocità così alta che spesso accade che l’estate finisca prima che ci si renda conto del fatto. Alla fine di un’altra settimana, mi sono alzato presto domenica mattina per salire su un pullman che avrebbe portato me e alcuni dei miei migliori colleghi e amici dal campus e—in quale altro luogo—nel mezzo della foresta. La scrittrice americana Barbara Ehrenreich scrive che «l’ambiente artificiale è monotono fino al punto di stancarci mentalmente, cioè che ogni mattone e tegola assomiglia a tutti gli altri. La natura, invece, si distingue nell’arte delle sottigliezze. Nessun ramo è identico, come sono distinte anche le nuvole e le onde. Ogni cosa esige la nostra completa attenzione». Appena uscito dal pullman mi sono ritrovato in un mondo così vicino ma anche sconosciuto: mi colpivano mille sfumature di un verde brillante, ascoltavo una canzone in aria cantata da uccelli invisibili. Ma quanto è bella la foresta! Lo sapeva anche il presidente americano Theodore Roosevelt quando nel 1908 dichiarò che Muir Woods sarebbe diventato un parco nazionale che verrà protetto per sempre nell’interesse delle future generazioni: noi. In questi giorni, quando vi sentirete sopraffatti dai compiti o dal lavoro, vi suggerisco di fare un ritorno immaginario nella foresta, in quel luogo meraviglioso, e così riflettere anche voi sulla bellezza selvatica della natura che ci aspetta sempre fuori. Pensavi che Bellini fosse solo un cocktail? di Megan Biondi Pensieri su Muir Woods di Nicole Campisano Il 10 luglio la Scuola Italiana ha esplorato Muir Woods. È stata una bella giornata che è cominciata con una passeggiata nel bosco, e c’era una guida che ha spiegato (in italiano) la storia e l’importanza di questo monumento nazionale. L’atmosfera era tranquilla mentre abbiamo camminato all’ombra delle sequoie. Le sequoie sono famose per la loro altezza, ed è stata un’esperienza straordinaria vederle dal vivo. Poi, abbiamo mangiato il pranzo e abbiamo fatto una passeggiata vicino al mare a Sausalito. È stata una bellissima gita! È anche un compositore famoso del primo Ottocento, un contemporaneo di Donizetti, vissuto dal 1801 al 1835. È spesso caratterizzato per il suo stile che viene chiamato “Bel canto”. Le caratteristiche del Bel canto sono le frasi lunghe e le melodie elaborate. Bellini mette molta enfasi sulla melodia rispetto a Rossini, per esempio, che scrive musica ritmica con parole veloci e ripetute. Bellini invece, scrive molto attentamente le melodie adatte al testo, sceglie con molta cura il timbro strumentale, e allunga le frasi musicali per enfatizzare la parola. Queste scelte musicali da parte di Bellini sono innovativi per il suo tempo e marcano un passaggio importante fra il rossiniano e il romanticismo. Mi sento come Superwoman Poesia di Gessica Garten dedicata a Gaia, Elisabetta, Daria e Daniela Il 15 luglio Ho messo la maschera di Gelsomina Perché? Ho scelto lei Siamo gemelle Incastrate nelle catene che la società ha messo sopra Suona la canzone ‘Innamorata’ di Laura Pausini “Tu non sai cosa può fare una donna innamorata, una donna innamorata della vita come me” Posso ballare come un robot Va bene, mi diverte lo stesso Lì in quella sala Circondata dall’amore vero che viene dall’amicizia vera Ogni estate le catene sono meno strette Particolarmente nel mese di luglio Poi si rimettono più strette di prima quando torno a casa Anche con catene nelle caviglie Sorrido Rido Sogno Ballo Tolgo la maschera Gelsomina vive però Sa ballare 20 luglio Comincia la musica dello swing Il mare Guaderò i miei amici ballando Scappa una risata Lunga Vola via la paura, la solitudine, tutto Pensavo Inevitabilmente ricevo un altro pezzo del mio sogno Camminerò la strada di Jordan A Bloomington O forse Prendo la metro a NYU Il punto è che un giorno Molto presto Mi chiameranno dottoressa Insegnerò cinema Scriverò un libro anzi due no tre Studio moltissimo Mi impegno moltissimo Guardando le donne che stimo tantissimo ballando Volano via le catene Batto il ritmo con le stampelle Uno due tre e quattro, cinque sei sette e otto Fai lo “swing out”? Se cominci a farlo Cambierà la tua vita Viaggio attraverso il palato Riflessioni sulla degustazione del vino con Vittorio Vettori - di Velissa Vera Erano le 19:45 di martedì scorso. Eravamo riuniti in una tiepida sala accanto al “Tea Shop” affiancata da alberi che indossavano il bagliore della luna piena. Sette anime rinchiuse dentro delle bottiglie, aspettavano ansiose il momento della liberazione. Volevano far gioire il nostro palato e il nostro cuore. Il momento è arrivato! Tutti i nostri sensi erano pronti allo stimolo e anche noi che volevamo intraprendere il viaggio per le regioni dove erano nate quelle anime: la Toscana e il Piemonte. 1, 2, 3 bicchieri... sapori, profumi, colori. 4, 5, 6 bicchieri... contadini, radici, uva, sole, venticello, sorrisi. 7 bicchieri... risate e cuore pieno di gioia! Che viaggio meraviglioso! La nostra ammirabile guida è stata inviata da Bacco. Grazie Vittorio Vettori, perché con la Sua dedizione ci ha fatto sentire l’umanità di sette squisiti vini italiani. Aizza, aizza, aizza a cala, a cala, a cala accosta, accosta, accosta alla salute nostra! Poesie, storie, saggi con parole obbligate dai primi tre livelli - conversazione Una canzone d’amore di Veronica Jensen (con le parole: ora, fiaccola, ribollita) Appena sveglia, la mattina, io penso alla tua faccia, che è come un raggio di sole, per me. Mentre bevo il mio caffè. Devo solo raccogliere il coraggio per sopravvivere a quest’ora senza di te, senza una coccola. Sono una donna al buio, perduta, senza una luce, senza una fiaccola. Tu sei confortante come una ribollita tu mi darai nutrimento, tu mi darai una nuova vita. La vita triste di Paige Brigham (con le parole: solitario, viso, mesogastrio, rotolare, ultraterrena) Un giorno un uomo è morto perché stava camminando tutto solitario con un viso felice quando è stato sparato nel mesogastrio. Poi lui è caduto, è rotolato sulla schiena e ha detto... - Caro Dio, c’è una vita ultraterrena??? E Dio ha detto... - forse Fine. Conquistare il mondo... o no? di Livia Somkuti (con le parole: solforico, impaziente, emocromo, ironia) C’era una volta una scienziata cattiva che si chiamava Dott.ssa Solforico. Si chiamava così perché il suo elemento preferito era l’acido solforico. A lei piaceva molto l’idea di poterlo usare per conquistare il mondo. Il suo piano era di inventare un nuovo elemento, da introdurre nell’acqua per controllare la mente di tutte le persone del mondo. Sarebbe incredibile se tutte le persone facessero quello che lei vuole! Ha provato a farlo molte volte ma non c’è mai riuscita perché ogni volta la polizia la arrestava. La Dottoressa Solforico diventava perciò sempre più triste e impaziente, perché voleva il potere. Un giorno ha pensato a un’altra idea fantastica per conquistare il mondo. Ha deciso di creare un gattino cattivo da usare per versare una bottiglietta del nuovo elemento nell’acqua dell’acquedotto. Nessuna persona sospetterebbe di un gattino! Gli ingredienti del gattino erano: una goccia di acido solforico, pelo di gatto, sale, sangue e un pezzo di coda. Ha messo tutto in un calderone e puff! c’era un gattino. Carino, rossiccio, con striature bianche. La prima cosa che il gattino ha fatto era una coccola alla Dott.ssa Solforico. “Questo non è corretto!!! Cos’è successo???” - si chiedeva lei. Ha guardato il sangue e si è accorta che aveva messo un tipo di sangue con un emocromo buono. Il gattino continuava a fare le fusa e qualcosa si è fuso nel cuore della Dottoressa. Si è resa conto che non aveva bisogno di controllare il mondo, e che aveva solo bisogno della compagnia di gattini carini. “Che ironia!” - ha pensato la Dottoressa. Così lei ha deciso di chiamare “Iro” il suo gattino. Quel giorno stesso ha aperto un gattile di gattini carini. E tutti vissero felici e contenti! Disobbedire di Shahrazad Shareef (con le parole: disobbedire, medaglia, applicazione, muovere) Il campo dei gigli di Lilia Jiménez (con le parole: municipio, giglio, cacciatore, ponte) Nella filosofia e nella teoria politica ci sono due tipi di momenti – i momenti negativi e i momenti positivi. Penso che i momenti negativi determinino la distruzione, mentre, i momenti positivi producano qualcosa. Disobbedire ha una connotazione negativa nella nostra società. Di solito, è un momento negativo. Se disobbedisci, non riceverai una medaglia. La Treccani offre molti esempi di persone e cose a cui si può disobbedire. Per esempio, i genitori, il maestro, un comando, la legge, una norma morale. In altre parole, il dizionario elenca le applicazioni teoriche. Vale a dire che la Treccani non parla delle leggi economiche. Quelle sono le leggi più importanti nel capitalismo! Però, sono sottaciute. La storia del movimento operaio (e Foucault) insegna che il momento in cui il popolo disobbedisce può essere costruttivo. Il rifiuto del lavoro, per esempio, è un momento costruttivo perché mostra il potere della classe operaia e interrompe l’accumulazione del plusvalore (quando i prodotti muovono dai mercati alle case dei consumatori, il capitalismo produce il plusvalore). C’era una volta una donna che lavorava nel municipio di una città. Lei lavorava diligentemente ogni settimana, ma lei voleva andare fuori della città per tutto un giorno. La donna amava la natura e andare fuori, e le piaceva sentire il sole sulla sua faccia. Un giorno, la donna ha lasciato l’ufficio nel municipio e ha attraversato il ponte per uscire fuori dalla città. Ha trovato un campo pieno di gigli e un uomo seduto nel campo. La donna ha chiesto all’uomo che cosa faceva, e l’uomo ha detto che era stanco di lavorare come cacciatore. E per tutto il giorno, la donna e l’uomo si sono goduti il loro non lavorare, il sole, e il campo, insieme. Pensieri e opinioni casuali da Orchard Meadow: da scrittori anonimi - A mezzanotte nel corridoio troppo illuminato di OM, sembra mezzogiorno. Invece a mezzogiorno in camera, sembra mezzanotte. Non ho spiegazioni. - Sono andata alla biblioteca per restituire due libri – il che significa che ho finito (finalmente!) qualcosa. Pochi minuti dopo, il mio caro professore mi ha suggerito di prendere tre libri dalla biblioteca. E così che va la vita middleburiana… - Due feste, un concerto, e una mostra: il weekend scorso è stato proprio bello. Dopo 3 o 4 settimane qui, siamo stressati, stanchi e forse un po’ pazzi...condizioni migliori per una festa. Complimenti, Gessica, per il migliore costume e ottimo lavoro, Antonino, il nostro deejay! - Come sempre, le regine della pista da ballo al Carnevale sono le nostre belle professoresse, Gaia e Elisabetta; e tutti gli studenti del laboratorio di “swing” che non hanno fatto brutte figure! Bravi, tutti! - Gira voce che l’amore è l’impeto dietro il ballo di tutti e tre scuole. Si dice che uno della Scuola araba si innamora con un’italiana… - PACE! La guerra italiana – coreana è finita in modo molto tranquillo. Lo studente coreano è venuto a trovare l’aggressore italiana e le ha detto, “Grazie per uccidere l’ape sulla mia testa. Sto bene adesso.” È così che formiamo legami stretti tra le scuole di Middlebury, a parte l’amore… Sentito alla piscina di Mills: Un uomo sconosciuto alla piscina ci sentiva parlare italiano (ovviamente!), e ci ha raccontato questo aneddoto familiare: Suo nonno italiano era un uomo bruttissimo, e nessuna ragazza voleva sposarlo. Disperato, lui ha pagato per una pubblicità nei giornali in Italia, “Cerco moglie, vieni in America”. Una ragazza ha accettato la proposta, ed ha preso una nave per venire a trovarlo a San Francisco. All’arrivo, l’eventuale moglie era scioccata dalla bruttezza del povero uomo, ed ha scritto subito a sua madre in Italia, “Non lo sposerò mai. È troppo brutto.” La madre le ha risposto, “O lo sposi o torni in Italia sulla prossima nave.” L’aneddoto finisce qui, l’uomo sconosciuto è stato chiamato dal figlio e doveva andare. Possiamo intuire, però, che alla fine, è stato un matrimonio che è durato per anni, dato che il loro nipote ci ha raccontato questa bella storia. Osservato alla mensa: Il nostro studente Sam, a pranzo, tornava alla tavola con un bicchiere di acqua frizzante, e ha subito messo dentro il bicchiere alcune fette di limone, spremendo bene il succo. Non fuori dal normale, quest’azione. Però: Sam ha poi preso il sale e l’ha aggiunto all’acqua. Durante l’interrogazione che seguiva, veniva scoperto che Sam ha imparato questa ricetta da Stephen, il quale a sua volta l’ha imparato l’anno scorso da Milena, la bella nipote della Prof.ssa Privitera. Entrambi i ragazzi danno credito a questa ricetta per risolvere e prevenire problemi allo stomaco (qualche volta causate dalla cucina della mensa). Sono un convertito. Vi raccomando questo “Fatto in Sicilia” versione di Alka-Seltzer. Foto della settimana Il giornalino è redatto dall’ufficio stampa della Scuola Italiana coordinato da Salvatore Gallo con la collaborazione del Direttore associato Antonio Nicaso, del Direttore Vitti e lo staff. Hanno collaborato a questo numero: Giulia Tellini e i suoi studenti, Susan Seaborn, Valentina Morello, Vincenzo Nicotra, Antonino Riggio. Alla prossima settimana! Vuoi collaborare con il Giornalino? Scrivi a Salvatore: [email protected]