Prima caratterizzazione e valutazione delle comunità a macrofite

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Prima caratterizzazione e valutazione delle comunità a macrofite
ascasc
Studi Trent. Sci. Nat., 86 (2009): 23-31
ISSN 2035-7699
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© Museo Tridentino di Scienze Naturali, Trento 2009
Atti XVIII Convegno Gadio 2008: Un mondo che cambia: successioni ecologiche, invasioni biologiche ed alterazioni antropiche
Sessione 2 - Comunicazione orale: Aspetti funzionali, tassonomici e nuove emergenze in ambito botanico
Prima caratterizzazione e valutazione delle comunità a macrofite acquatiche nei
corsi d’acqua della Provincia di Cosenza
Antonella Mezzotero1, Maria Rita Minciardi2, Concita Daniela Spada2*, Lucio Lucadamo1, Luana
Gallo1 & Andrea De Filippis1
Laboratorio di Ecologia Generale ed Applicata, Università della Calabria, Cubo 6b, Arcavacata di Rende, 87036 (CS), Italia
ENEA Sezione di Biologia Ambientale e Conservazione della Natura, C.R ENEA Strada per Crescentino, 13040 Saluggia
(VC), Italia
*
E-mail dell’Autore per la corrispondenza: [email protected]
1
2
rIASSUNTO - Prima caratterizzazione e valutazione delle comunità a macrofite acquatiche nei corsi d’acqua della Provincia di Cosenza - A
partire dalla primavera del 2007 sono state avviate ricerche per la caratterizzazione e la valutazione ecologica delle cenosi a macrofite
presenti lungo alcuni corsi d’acqua della provincia di Cosenza. La comunità a macrofite acquatiche è compresa tra gli elementi di
qualità ambientale individuati dalla Direttiva 2000/60/CE e deve essere indagata nell’ambito di routinari piani di monitoraggio; tale
comunità è ampiamente utilizzata quale comunità indicatrice, già da diversi anni, in molti paesi europei. Nel studio, si è privilegiata la
ricerca di stazioni caratterizzate dalla presenza di pressioni antropiche nulle o fortemente contenute. Sono state individuate 12 stazioni
localizzate soprattutto in ambito montano. Nelle stazioni scelte sono stati effettuati 2 campionamenti durante la stagione vegetativa
2007. I dati derivanti dai rilievi stazionali sono stati elaborati utilizzando gli Indici Macrofitici europei principalmente finalizzati alla
valutazione dello stato trofico. Lo studio ha condotto ad una prima caratterizzazione delle comunità ed alla validazione degli Indici
Macrofitici utilizzati.
SUMMARY - A first assessment and characterization of aquatic macrophytes in Cosenza (South Italy) rivers - Since spring 2007 some
studies finalized to the characterization and ecological assessment of macrophytes communities have carried out for the rivers of
Cosenza province. Aquatic macrophytes community is one of the biological quality elements provided for WFD 2000/60/CE and it
must be survey in ordinary monitoring systems. From many years, aquatic macrophytes are usually used as indicator community for
running waters in many European States. This research considers twelve sampling located mostly in mountain region and characterized
by poor or none anthropic impacts. For each site two macrophytes surveys have been carried out during the seasonal development of
vegetation, for the year 2007 (on May-June and on September). The data surveys have been developed using two european macrophyte
indices for the assessment of river, mainly for the assessment of trophic state. This study allows to determine a first characterization of
aquatic macrophytes communities and it has allowed to validate the used trophic macrophyte indices too.
Parole chiave: macrofite acquatiche, indici macrofitici, ecologia fluviale
Key words: aquatic macrophytes, macrophyte indices, stream ecology
1.
Introduzione
Le macrofite acquatiche comprendono numerosi taxa
vegetali che hanno in comune le dimensioni macroscopiche
e l’essere rinvenibili sia in prossimità sia all’interno di acque dolci superficiali (lotiche e lentiche) tra le macrofite
sono comprese molte angiosperme, un piccolo contingente
di pteridofite, numerose briofite, numerose alghe, qualche
lichene (Bielli et al. 1999; AFNOR 2003; CEN 2003; Minciardi et al. 2003). La comunità a macrofite acquatiche è
compresa tra gli elementi di qualità ambientale individuati
dalla Direttiva Quadro sulle Acque della Comunità Europea 2000/60/CE e deve, quindi, essere indagata nell’ambito
di routinari piani di monitoraggio (sorveglianza, operativo,
di indagine); tale comunità è, peraltro, ampiamente utiliz-
zata quale comunità indicatrice, già da diversi anni, in molti paesi europei (Newman et al. 1997; Haury et al. 2000;
AFNOR 2003; Schneider & Melzer 2003; Meilinger et al.
2005; Pall & Moser 2006).
L’applicazione della Direttiva 2000/60/CE in Italia
deve necessariamente comportare l’individuazione delle comunità di riferimento per le diverse tipologie fluviali; solo
sulla base dell’individuazione di tali comunità è possibile
valutare, come richiesto dalla Direttiva, quanto le comunità
presenti nelle stazioni di monitoraggio si discostino dalle
comunità di riferimento attese. La gran parte degli Indici
Macrofitici formalizzati ed utilizzati in Europa è prioritariamente finalizzata alla valutazione dello stato trofico del
corso d’acqua indagato; si tratta, quindi, di Indici sostanzialmente non conformi a quanto richiesto dalla Direttiva
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Mezzotero et al.
Fig. 1 - Area si studio.
Fig. 1 - Research area.
ma che, comunque consentono di stimare un parametro
fondamentale per la caratterizzazione degli ecosistemi delle acque correnti superficiali.
La caratterizzazione delle comunità a macrofite presenti nei diversi ambiti fluviali presenti nel territorio nazionale è, quindi, propedeutica alla definizione di metodologie
di valutazione dello stato ecologico conformi alla Direttiva
2000/60/CE.
Le sperimentazioni condotte negli ultimi anni nel
nostro Paese circa l’uso delle macrofite acquatiche (Azzollini et al. 2003; Minciardi et al. 2003; Morgana et al. 2005)
hanno interessato soprattutto i corsi d’acqua dell’Italia
settentrionale e, quindi, risulta particolarmente importante
il reperimento di dati relativi all’Italia meridionale. Ritenendo prioritaria la caratterizzazione delle comunità anche
rispetto alla validazione dell’efficienza di Indici Macrofitici, si è privilegiata la scelta di stazioni caratterizzate dalla
presenza di pressioni antropiche nulle o, almeno, fortemente contenute in modo da poter contribuire prioritariamente
alla definizione di comunità di riferimento. Tale scelta ha
condotto a selezionare le stazioni prevalentemente in ambito montano, essendo i corsi d’acqua di pianura comunque
soggetti alla compresenza di pressioni antropiche diffuse e
localizzate.
2.
AREA DI STUDIO
Lo studio è stato condotto nel territorio della provincia di Cosenza, in corrispondenza di otto bacini: Argentino,
Abatemarco, Rosa, Occido, Coscile, Bagni, Arente, Busento. Tra questi l’Argentino è un affluente del Lao, mentre il
Rosa, l’Occido, il Coscile, l’Arente e il Busento sono affluenti del Crati (Fig. 1).
I bacini di Argentino, Abatemarco, Rosa, Occido e
Coscile sono collocati nella parte settentrionale della provincia di Cosenza all’interno del massiccio montuoso del
Pollino e si caratterizzano per la presenza di substrati basici quali dolomie cristalline, calcari marnosi e dolomitici e,
secondariamente, conglomerati e sabbie. I bacini di Bagni,
Arente e Busento pur derivanti da zone montuose distinte (catena appenninica costiera per il primo ed altopiano
della Sila per i secondi) dal punto di vista geologico sono
Macrofite acquatiche in provincia di Cosenza
accomunati dalla prevalenza di substrati acidi quali graniti,
granodioriti, granuliti filladi e micascisti.
Per quanto riguarda l’analisi delle pressioni, i bacini
dell’Argentino, Abatemarco, Rosa e Occido, rientrando in
gran parte all’interno dei confini amministrativi del Parco
Nazionale del Pollino; nelle porzioni montane sono caratterizzati da livelli di antropizzazione decisamente contenuti.
Solo nei tratti vallivi di Abatemarco e Occido l’agricoltura
diventa prevalente mentre sono decisamente modeste le dimensioni dei centri urbani presenti. Il Coscile è caratterizzato da un uso del suolo prevalentemente agricolo (60%
della superficie) e dalla presenza di centri urbani di discrete
dimensioni. L’idrologia dell’Abatemarco è sensibilmente
compromessa a causa di captazione a fini idropotabili e per
la presenza di numerose briglie distribuite lungo l’asta fluviale. Un buon livello di naturalità caratterizza i bacini di
Rosa e Argentino, sebbene anche quest’ultimo sia caratterizzato da parziale compromissione dell’idrologia a causa
della presenza di briglie presenti nel tratto vallivo. Nei bacini di Busento e Arente è prevalente l’agricoltura intensiva
e sono presenti centri urbani di piccole dimensioni. Nel bacino del torrente Bagni è presente solo una modesta attività
agricola, concentrata solo nella parte inferiore del bacino.
3.
METODI
Lo studio delle macrofite acquatiche è stato condotto tra l’autunno 2006 e l’autunno del 2007.
Nel corso dell’autunno del 2006 sono state condotte
indagini finalizzate alla scelta delle stazioni più idonee in
termini di entità delle pressioni e individuazione di tipologie fluviali; si sono compiuti sopralluoghi per la scelta delle
stazioni che sono state individuate e georeferenziate.
Nel corso del 2007 sono state effettuate due campagne di campionamento: una in maggio-giungo ed una in
settembre.
Nel territorio oggetto di studio sono state individuate 12 stazioni: due stazioni per asta fluviale su Argentino
(Argentino superiore-ARG1-N 39°48' E 15°57', Argentino
inferiore-ARG2-N 39°48' E 15°53'), Abatemarco (Abatemarco superiore-AB1-N 39°44' E 15°57', Abatemarco inferiore-AB2-N 39°45' E 15°50'), Rosa (Rosa superiore-R1-N
39°40' E 15°59', Rosa inferiore-R2- N 39°38' E 16°02') ed
Arente (Arente superiore-AR1-N 39°22' E 16°16', Arente
inferiore-AR2-N 39°22' E 16°15') ed una stazione per asta
fluviale su Coscile (Coscile-CO-N 39°51' E 16°07'), Occido (Occido-OC-N 39°41' E 16°02'), Bagni (Bagni-BA-N
39°28' E 15°59') e Busento (Busento-B-N 39°11' E 16°12')
(Fig. 1). La maggior parte delle stazioni è collocata in ambito pedemontano fatta eccezione di quelle sul Busento
(781 m s.l.m.), sul Coscile (565 m s.l.m.) e delle stazioni
individuate in corrispondenza del tratto inferiore dei fiumi
Argentino ed Abatermarco (87 m s.l.m. e 67 m s.l.m., rispettivamente). Le stazioni individuate sui fiumi Busento
e Coscile sono collocate entrambe in notevole vicinanza
all’area sorgiva (rispettivamente 1,6 km e 0,2 km). Le altre
stazioni individuate sono tutte ascrivibili al metarhithron
con dominanza di massi e ciottoli.
La fascia di vegetazione arborea riparia appare, in
media, abbastanza ben preservata con sviluppo di un ombreggiamento apprezzabile sebbene in alcune stazioni appaia diradata, come nel caso delle stazioni sui fiumi Coscile, Arente
Studi Trent. Sci. Nat., 86 (2009): 23-31
inferiore, Abatemarco superiore ed Argentino inferiore.
La scelta delle stazioni ha privilegiato tratti in cui
l’antropizzazione fosse trascurabile o contenuta al fine di
consentire il rinvenimento di comunità a significativa integrità allo scopo prioritario di consentire una caratterizzazione delle comunità presenti nel territorio in esame.
Il campionamento è stato effettuato secondo quanto
previsto dalla norma UNI EN 14184:2004 già applicata al
territorio nazionale in precedenti sperimentazioni ENEA
(Azzollini et al. 2003; Minciardi et al. 2003) e che sta divenendo di consolidata applicazione in Italia. Tale metodologia di campionamento consente, successivamente, il calcolo della totalità degli Indici Macrofitici europei rinvenibili
in letteratura (sia di valutazione dello stato trofico sia di
valutazione dello stato ecologico).
In corrispondenza delle stazioni è stato indagato un
tratto di corso d’acqua di circa 50 m. Nel corso del rilievo
si è provveduto alla raccolta di campioni di tutte le macrofite presenti ed all’attribuzione di percentuali di copertura a
ciascun taxon. Sono stati rilevati anche numerosi parametri
stazionali (tra cui ampiezza, profondità, granulometria prevalente, condizioni idrologiche, vegetazione delle rive, uso
del suolo nel territorio circostante), secondo una scheda di
campo messa a punto da ENEA (Minciardi et al. 2003). è
stata eseguita la misurazione dei valori di diverse proprietà
chimico-fisiche della colonna d’acqua, alcune delle quali
determinate direttamente in campo mediante sonde multiparametriche, quali pH, temperatura, conducibilità elettrica,
potenziale redox, solidi disciolti totali (Hanna Instruments,
modello HI 991 300) ossigeno disciolto e percentuale di
saturazione dell’ossigeno (Hanna Instruments modello HI
9 143). Sono stati prelevati campioni d’acqua per condurre opportune determinazioni analitiche (NH4+, NO3-, NO2-,
PO43-, alcalinità, B.O.D., C.O.D.).
Fanerogame e Pteridofite sono state determinate sino
al livello di specie secondo Pignatti (1982), le Briofite sono
state anch’esse determinate a livello di specie secondo Smith
(1996, 2000). Le alghe sono state determinate al genere,
come usualmente richiesto dai protocolli di applicazione dei
vari Indici Macrofitici, secondo Bourrelly (1966).
L’analisi delle comunità macrofitiche rilevate è stata
eseguita tramite analisi dei cluster (utilizzando la distanza
“euclidea” e Ward quale metodo di formazione dei cluster)
applicata ai due diversi campionamenti (maggio-giugno,
settembre). Inoltre, ai fini dell’individuazione dei fattori
limitanti ritenuti più rilevanti nell’esercitare un controllo
sulle caratteristiche tassonomiche e di abbondanza delle
comunità macrofisiche, i dati di copertura, previa trasformazione (x3), sono stati sottoposti ad analisi multivariata
(Canonical Correspondence Analysis).
Entrambe le analisi multivariate sono state realizzate utilizzando il software PC-ORD 4.
Sulla base di studi precedentemente condotti in altre regioni italiane (Azzollini et al. 2003; Minciardi et al.
2003; Minciardi et al. 2005; Morgana et al. 2005; Abati
2008) si è scelto di utilizzare due tra gli Indici Macrofitici
più diffusi in ambito europeo: il Mean Trophyc Rank MTR
(Newman et al. 1997) e l’Indice biologique macrophyitique
en rivière IBMR (AFNOR 2003). Si tratta di due indici finalizzati alla valutazione dello stato trofico che si fondano
su cospicue liste di taxa indicatori con buona applicabilità
anche in Italia.
L’Indice biologique macrophyitique en rivière
25
IBMR (AFNOR 2003) comprende una lista di circa 250
taxa indicatori a ciascuno dei quali è associato un indice
specifico di sensibilità (Csi) compreso tra gli interi 0-20 e
un valore indicatore (E) che può assumere valore 1, 2, 3. In
funzione dei valori di copertura raggiunti è previsto associare a ciascun taxon rilevato un coefficiente di copertura/
abbondanza (Ki) che può assumere valore 1, 2, 3, 4, 5.
Il valore dell’indice è espresso dalla formula:
(1)
IBMR = Σ [ Ei x Ki x Ci]/ Σ Ei x Ki
L’IBMR può assumere un valore compreso tra 0 e 20;
la metodologia consente di classificare la stazione in termini di
livello trofico, secondo cinque livelli di trofia a cui sono associati cinque colori, secondo le disuguaglianze:
IBMR> 14
12< IBMR ≤ 14
10< IBMR ≤ 12
8< IBMR ≤ 10
IBMR≤ 8 trofia MOLTO LIEVE
trofia LIEVE
trofia MEDIA
trofia ELEVATA
trofia MOLTO ELEVATA
blu
verde
giallo
arancio
rosso
Il Mean Trophyc Rank MTR (Newman et al. 1997)
comprende una lista di circa 150 taxa indicatori a ciascuno
dei quali è associato un indice specifico di sensibilità (Csi)
compreso tra gli interi 1-10. In funzione dei valori di copertura raggiunti è previsto associare a ciascun taxon rilevato
un coefficiente di copertura/abbondanza (Ki) che può assumere un valore compreso tra gli interi 1-9.
Il valore dell’indice è espresso dalla formula:
(2)
MTR = {Σ [Ki x Csi]/ Σ Ki } x 10
Tale metodologia non consente direttamente la classificazione della stazione ma solo una valutazione del livello
del rischio di eutrofizzazione a cui è soggetto il corpo idrico
in cui si trova la stazione, secondo le disuguaglianze:
MTR> 65 stazioni non tendenti all’eutrofia
25< MTR < 65 stazioni a rischio eutrofia
MTR< 25 stazioni fortemente compromesse in senso eutrofico
Le analisi di correlazione lineare non parametrica
(Spearman) tra i valori degli Indici Macrofitici e quelli dei
fattori limitanti presi in esame sono state realizzate utilizzando il software MINITAB realease 13.2.
4.
RISULTATI
La flora censita comprende 22 generi algali, 6 specie
di epatiche, 20 specie di muschi, 1 sola specie tra le felci, 13
specie di angiosperme (Appendice 1).
Nella quasi totalità delle stazioni, salvo Coscile e
Arente inf., la comunità è costituita esclusivamente da briofite ed alghe.
Le specie muscinali che sono state rinvenute con
maggiore frequenza che sono caratterizzate da classi di copertura più abbondanti sono state Palustriella commutata
(Hedw.) Ochyra e Platyhypnidium riparioides (Hedw.) Dixon seguite da Oxyrrhynchium speciosum (Brid.) Warnst. e
Cratoneuron filicinum (Edw.) Spruce, quest’ultimo soprattutto in associazione con epatiche. Sono state rinvenute anche alghe rosse Lemanea sp. Bory e Bangia atropurpurea
Mezzotero et al.
Macrofite acquatiche in provincia di Cosenza
Asse 2
26
Asse 2
Asse 1
Fig. 2 - CCA primo campionamento.
Fig. 2 - CCA first sampling.
Asse 1
Fig. 3 - CCA secondo campionamento.
Fig. 3 - CCA second sampling.
(Roth) C. Agardh. I muschi e le alghe rosse risultati più frequenti sono stati quelli tipici di ambienti acquatici montani
e pedemontani caratterizzati da acque fredde e, soprattutto
velocemente correnti. Le epatiche Marchantia polymorfa
(L.) e Pellia endiviifolia (Dicks.) Dumort., anch’esse molto diffuse, sono state solitamente rinvenute in corrispondenza delle rive. Tra le alghe sono state frequentemente
rinvenute anche alcune alghe azzurre, tra cui soprattutto
Nostoc sp. (Vaucher) Bornet et Flahault, Oscillatoria sp.
(Vaucher) Gomont e Lyngbya sp. (C. Agardh) Gomont; tra
le alghe verdi la specie più presente è risultata Cladophora
glomerata (L.) Kützing.
Durante i rilievi effettuati è stato sempre possibile riscontrare la presenza di una comunità macrofitica (solo nella
stazione Arente inf. non è stato effettuato il campionamento
autunnale perché in secca), la comunità è stata sempre caratterizzata da coperture complessivamente maggiori del 10 %
e si è giunti sino a coperture circa del 60-70 %.
La cluster analysis, applicata ai due diversi campionamenti (maggio-giugno, settembre), ha apparentato, per
entrambe le campagne di rilevamento, le comunità rilevate
in tre gruppi. É emersa chiaramente la diversità della comunità presente nella stazione Coscile caratterizzata dalla
prevalenza di Angiosperme. Nelle altre stazioni, invece,
sono state censite comunità fortemente caratterizzate dalla
presenza di muschi. Nelle stazioni Occido, Argentino sup.,
Rosa sup., Abatemarco sup. la comunità è risultata caratterizzata la presenza del muschio P. commutata. Le stazioni
Rosa inf., Abatemarco inf., Arente sup., Argentino inf, Bagni, Busento sono risultate, invece, connotate dalla rilevante presenza del muschio P. riparioides.
L’uso della CCA, per entrambe le stagioni di campionamento, evidenzia come, nella quasi totalità delle
stazioni, siano risultati quali fattori limitanti più rilevanti,
la velocità della corrente e la granulometria del substrato
(Figs. 2, 3).
Solo nelle stazioni Coscile ed Arente inf. le comunità
sono risultate determinate anche dalla concentrazione di nutrienti (Figs. 2, 3). In tali stazioni si è rinvenuta, peraltro, una
concentrazione di nutrienti maggiore rispetto alle altre.
Per l’applicazione degli Indici Macrofitici è stata
verificata, in primo luogo, l’applicabilità degli indici stessi.
Tale valutazione è stata effettuata in funzione del raggiungimento di soglie di abbondanza riferite alla comunità indicatrice (in termini di copertura dei taxa indicatori rispetto
alla copertura complessiva della comunità e in termini di
n° di taxa indicatori rispetto al complesso dei taxa totali)
(Minciardi et al. 2003). Sulla base del raggiungimento di
tali soglie, i risultati derivanti dall’applicazione degli Indici
Macrofitici IBMR e MTR sono stati ritenuti affidabili o non
affidabili.
É risultata evidente la maggiore applicabilità
dell’IBMR rispetto all’MTR: sul totale di 23 campionamenti, l’IBMR fornisce risultati affidabili in 20 campionamenti, l’MTR solo in 15 (Tab. 1).
L’applicazione dell’IBMR ha condotto a classificare
la maggioranza delle stazioni come caratterizzate da trofia
lieve (II) o media (III); le stazioni Rosa superiore, Abatemarco superiore, Argentino superiore e Busento sono risultate ascrivibili, almeno in occasione di uno dei due campionamenti, ad un livello di trofia molto lieve e (ad eccezione
della stazione Busento) ad un livello di trofia lieve in occasione dell’altro campionamento. Le stazioni Abatemarco
inferiore (in settembre) e Busento (in maggio-giugno) sono
state classificate come caratterizzate da un livello di trofia
elevato.
Le stazioni poste più a valle sono risultate, mediamente, caratterizzate da maggiore trofia rispetto a quelle a
monte, collocate in corrispondenza di ambiti a minore antropizzazione. In quelle stazioni in cui, a fronte di risultati
affidabili, sono state riscontrate grosse differenze tra campionamento estivo ed autunnale (Busento), è stata riscon-
Studi Trent. Sci. Nat., 86 (2009): 23-31
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Tab. 1 - Risultati IBMR e MTR.
Tab. 1 - IBMR and MTR results.
IBMR
maggio/giugno
Busento (B)
Arente sup (AR1)
Arente inf (AR2)
Bagni GP (BA)
Coscile (CO)
Rosa sup (R1)
Rosa inf (R2)
Occido (OC)
Abatemarco sup (AB1)
Abatemarco inf (AB2)
Argentino sup (ARG1)
Argentino inf (ARG2)
9,75
11,26
10,54
11,54
11,76
15
11,54
12,26
14,14
10,04
12,5
11,09
applicabilità
MTR
settembre
20
12,87
no acqua
12,33
11,95
11,19
12,54
13,41
13,55
9,78
14,5
11,86
applicabilità
maggio/giugno
29,17
44,12
55
40
47,04
50
36,36
44
70
18,33
38,67
28,13
applicabilità
settembre
applicabilità
38,57
42
no acqua
43,33
46,67
20
30
31,82
65
22,5
33,08
30
trofia molto lieve
trofia lieve
trofia media
trofia forte
trofia molto elevata
non a rischio di eutrofizzazione
a rischio di eurofizzazione
staz danneggiate da eutrofizzazione, inquinamento organico (e/o tossicità, fisicamente alterate)
trata un’abbondanza di taxa indicatori (rispetto agli indici
utilizzati) abbastanza bassa rispetto al complesso dei taxa
presenti (Tab. 1).
L’applicazione dell’MTR ha condotto a risultati mediamente peggiorativi: solo la stazione Abatemarco sup. è
risultata non a rischio di eutrofizzazione; ben 10 stazioni
sono risultate a rischio di eutrofizzazione, la stazione Abatemarco inf. compromessa (Tab. 1).
Per quanto riguarda l’IBMR, l’applicazione del test di
Spearman ha consentito di individuare una forte correlazione
inversa tra il valore di IBMR e la concentrazione di fosfati
(mg l-1) (R= -0,734, R2= 0,538, P< 0,001) e una moderata
correlazione inversa tra il valore di IBMR e la presenza di
limo (R= -0,414, R2 = 0,171, P= 0,044); per quanto riguarda
l’MTR, invece, si evidenzia una moderata correlazione diretta tra valore di MTR e ossigeno disciolto.
5.
DISCUSSIONE
L’analisi dei fattori ecologici, conduce a ritenere
preponderanti, nella determinazione delle comunità macrofitiche, la concentrazione di nutrienti, la velocità della
corrrente, la granulometria ed il COD. Risulta, invece, scarsamente rilevante il chimismo del substrato.
La forte influenza di fattori quali la velocità della
corrente e la concentrazione di nutrienti è largamente confermata da studi precedenti in altre realtà italiane (Azzollini
et al. 2003; Minciardi et al. 2003; Minciardi et al. 2005;
Morgana et al. 2005) oltre che dalla letteratura europea degli ultimi anni (Haury et al. 2000; Meilinger et al. 2005;
Haury et al. 2006; Pall & Moser 2006). Nel caso in esame,
la concentrazione di nutrienti emerge dall’esame statistico
dei dati quale fattore determinante solo laddove supera certe
soglie (Cosciale, Abatemarco inf. e Arente inf.) (NO3- 0,88
mg/l nella stagione estiva; NO3- mg l-1 nella stagione autunnale), essendo, invece, la gran parte delle stazioni connotata
da contenuta presenza di nutrienti.
Per quanto riguarda il fattore granulometria, è noto
come i substrati duri e stabili, in rapporto alla velocità della
corrente presente, favoriscano comunità a forte dominanza
di muschi (Haury et al. 2000; Minciardi et al. 2003; Bayerisches Landesamt für Wasserwirtschaft 2005) e di alghe
rosse reofile quali Lemanea sp. (John et al. 2005). Nelle stazioni oggetto di indagine, collocate prevalentemente (salvo
Coscile ed Arente inf.) in ambiti a forte dominanza di massi e ciottoli, frequenti e spesso dominanti P. riparioides e
P. commutata, specie muscinali caratterizzate da struttura
particolarmente robusta e fisionomia adattata a resistere a
velocità di corrente sostenuta, per ambienti a forte energia.
Solo in corrispondenza delle rive, nelle zone lambite marginalmente dall’acqua e ambiti di stillicidio si rinvengono,
invece, con coperture molto ridotte alcune specie muscinali
più tipiche di bordo quali Plagiomnium spp. tra i muschi e,
tra le epatiche, M. polymorfa (L.) e P. endiviifolia.
L’applicazione degli Indici Macrofitici scelti ha condotto a risultati affidabili nella maggioranza delle stazioni
anche se sono riscontrabili ampie differenze tra i due indici
utilizzati, in termini di efficienza.
La maggior ampiezza della lista di taxa indicatori
che caratterizza l’IBMR rispetto al MTR (250 contro 150)
determina una maggiore applicabilità dell’IBMR: usando
28
Mezzotero et al.
questo indice, infatti, aumenta la rappresentatitivà della comunità indicatrice rispetto alla comunità effettivamente presente con un aumento in termini di affidabilità del risultato.
Inoltre l’MTR non consenta una reale classificazione della stazione, in termini di livello trofico, contrariamente a quanto invece è possibile fare usando l’IBMR.
Il confronto tra i risultati derivanti dai due indici,
nelle stazioni in cui gli indici sono entrambi applicabili,
sono confrontabili e sembrano rispecchiare la realtà stazionale. L’IBMR, però, utilizzando una classificazione in cinque livelli di trofia, consente una caratterizzazione di maggior dettaglio e, la maggior consistenza della lista di taxa
indicatori ne determina maggiore sensibilità e affidabilità
L’IBMR, comunque, ha presentato, negli ambienti
montani sede di questa sperimentazione, una affidabilità
lievemente minore di quella riscontrata in altri ambiti (Abati 2008; Minciardi et al. 2005). Questa minore efficienza
dell’indice è probabilmente da imputare alla mancata presenza, tra i taxa indicatori, di alcune specie di briofite, in
particolare di epatiche. La non completa lettura della porzione di comunità probabilmente più stenoecia (rispetto a
bassi livelli di trofia) rende meno affidabili i risultati forniti
dall’indice. Nello studio in esame, proprio per tali motivi,
l’IBMR non è risultato applicabile nelle stazioni di Bagni
e Rosa. Inoltre, nella stazione di Busento, in occasione
del campionamento di maggio-giugno, una comunità prevalentemente oligotrofa non è completamente apprezzata
dall’IBMR che, invece registra la presenza, seppur contenuta, di Cladophora sp. conducendo all’assegnazione di un
livello trofico elevato; l’IBMR pur risultando formalmente
affidabile, in questa stazione, conduce, quindi, ad un risultato da ritenere poco credibile.
La forte, nonché statisticamente significativa, correlazione inversa riscontrata tra IBMR e concentrazione di fosfati (R= -0,734, P< 0,001) si spiega facilmente in funzione
delle modalità di formalizzazione dell’indice stesso. Il coefficiente indicatore Csi relativo ai vari taxa indicatori è stato,
infatti, determinato, sulla base di numerose serie di campionamenti, proprio in funzione (tra l’altro) della concentrazione di fosfati rilevata a livello stazionale (Haury et al. 1996;
AFNOR 2003; Haury et al. 2006), facendo corrispondere ad
alte concentrazioni di fosfati bassi valori dei Csi.
D’altro canto la correlazione inversa tra IBMR e
percentuale di limo appare abbastanza modesta (R= -0,414)
per cui la sua interpretazione alla luce della nota relazione
tra dominanza di substrati duri e dominanza di briofite e
alghe rosse reofile va fatta con le dovute cautele. Proprio
tali organismi sono, però, anche tra i taxa valutati come oligotrofi nell’ambito dell’IBMR.
6.
CONCLUSIONI
Lo studio condotto ha consentito di sperimentare in
ambiente mediterraneo montano le modalità di campionamento delle macrofite acquatiche formalizzate in ambito
europeo e nazionale con successo, dimostrando, innanzitutto, la diffusa presenza della comunità anche in ambiti territoriali precedentemente non indagati. è stata effettuata una
prima, seppur sommaria, caratterizzazione delle comunità a
macrofite acquatiche in ambito mediterraneo montano.
In stretta analogia a quanto avviene in altri ambiti
montani (sia alpini sia appenninici) nel nostro paese, la co-
Macrofite acquatiche in provincia di Cosenza
munità risulta connotata dalla presenza di muschi ed epatiche a cui si associano alcuni generi algali che, nei siti in cui
le pressioni sono assenti o scarsamente significative, sono
prevalentemente costituiti da alghe rosse a cui si associano,
solo secondariamente, alghe azzurre e verdi.
Gli Indici Macrofitici utilizzati hanno dimostrato
buona applicabilità. In particolare, l’IBMR è risultato ampiamente applicabile; negli ambienti montani, però, tale
indice appare metodologicamente lievemente meno “robusto” rispetto ad altri ambiti; l’applicazione dell’indice consente, comunque, di effettuare una buona lettura dello stato
trofico che caratterizza la stazione.
Gli Indici Macrofitici utilizzati non sono comunque
completamene conformi alla Direttiva 2000/60/CE che richiede la valutazione dello stato ecologico; sarà importante
poter definire metodologie di valutazione dello stato ecologico anche per il nostro paese, analogamente a quanto sta
avvenendo, non senza difficoltà, in altri paesi europei.
L’utilità di metodologie di valutazione dello stato
trofico è comunque evidente, anche a prescindere dalla
formalizzazione ed uso di indici di stato ecologico. Infatti, in molti paesi europei si usano congiuntamente due
diversi metodi di valutazione: uno per la valutazione dello
stato trofico ed uno per la valutazione dello stato ecologico (Schneider & Melzer 2003; Meilinger et al. 2005; Pall
& Moser 2006).
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30
Mezzotero et al.
Macrofite acquatiche in provincia di Cosenza
Appendice
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(Appendice 1 - continua)
(Appendix 1 - continued)
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