Cervo volante – Lucanus cervus

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Cervo volante – Lucanus cervus
Cervo volante – Lucanus cervus
Zone Smeraldo in cui compare la specie
Le Chaumont – Bois de l’Hôpital (50)
Fully (97)
Le Landeron (46)
Monte Bré Locarno (95)
Magadino (98)
Agno (103)
Morbio (107
Descrizione
Redazione: Marco Nembrini
Rilettura: Sylvie Barbalat
Adulti:Il Lucanide Lucanus cervus (L.) è uno dei più grossi coleotteri della fauna europea: la sua lunghezza
può variare da 25 a 80 mm. Il corpo è di colore marrone s curo tendente al nero. La s pecie è caratterizzata
da un notevole dimorfismo sessuale. Il maschio, di maggiori dimensioni, può presentare mandibole
enormemente sviluppate che ricordano le corna dei cervi, da cui il nome comune di “cervo volante”; gli
esemplari con queste caratteristiche ris ultano però piuttos to rari (“maschi maggiori”); molto più frequenti
sono, invece, le forme con dimens ioni delle mandibole più contenute (“mas chi medi” e “maschi minori”)
(F ranciscolo, 1997). Le femmine hanno mandibole molto più piccole e acuminate.
Larve: La biologia larvale è poco conos ciuta, fondamentalmente per via della lunga durata dello sviluppo,
che varia da 5 a 6 anni. Esistono tre stadi larvali (degli stadi sopranumerari non sono esclusi, tenuto conto
del polimorfismo della specie). La larva è di tipo melolontoide, cioè che ass omiglia ed è arcuata come la
larva del maggiolino (Melolontha melolontha). La sua taglia può raggiungere i 100 mm per 20-30 g al
massimo della sua cres cita.
Habitat:
Questa specie s i rinviene per lo più nei bos chi maturi di latifoglie, preferibilmente cas tagneti, querceti,
faggete, lungo le siepi ai margini del bosco e nei frutteti. L’importante è che gli alberi siano maturi e isolati,
così che almeno parte del suolo, dove giacciono le larve, s ia es pos ta al sole. Il Cervo volante lo si trova
dalla pianura fino ai 1000 m di quota. Talora L. cervus si può rinvenire anche nei parchi cittadini
(F ranciscolo, 1997). Le larve abitano nel sis tema radicale dei ceppi e degli alberi maturi, come pure presso
tronchi abbattuti, travi e altre strutture in legno morto sul suolo e nel s uolo, fino addirittura le travers ine
usate in ferrovia.
Minacce
Possibili misure di tutela
La minaccia principale è rappresentata dall’estrema
lunghezza del periodo larvale (5-6 anni) e
dall’ambiente di viluppo larvale, particolarmente
legato al legno morto. Ques to infatti viene rimosso
sovente prima che lo sviluppo s ia terminato.
Mantenere in loco gli alberi stroncati per cause
naturali e preservare le ceppaie marcescenti ove
possono sviluppars i le larve, almeno per più di 5
anni.
Riduzione o dis truzione del suo habitat,
in modo particolare l’eliminazione delle
ceppaie, alberi stroncati e di alberi
maturi.
Limitare l’abbattimento nelle aree bos chive delle
piante arboree mature, soprattutto quelle deperenti
(utilizzate dalle larve per il proprio s viluppo) o quelle
che presentano ferite da cui fuoriesce linfa (alimento
per gli adulti).
Ampliare gli ambienti bos chivi di pianura,
preservando le aree
più naturali e soleggiate da interventi antropici
pesanti.
Regolamentare la raccolta degli individui adulti,
soprattutto maschi, molto ricercati dai collezionisti.
Statuto di protezione
La specie, nonos tante non sia molto rara, si deve cons iderare potenzialmente minacciata per la riduzione o
la distruzione del suo habitat; per questi motivi è stata inserita nell’Allegato II della Direttiva CEE/92/43
(Direttiva “Habitat”) (“s pecie la cui salvaguardia richiede da designazione di zone speciali di
conservazione”). Statuto a livello europeo: annesso III della Convenzione di Berna. Statuto a livello
svizzero: Allegato 3 dell’Ordinanza Federale sulla protezione della natura e del paesaggio.
Distribuzione geografica
Lucanus cervus è presente in Europa fino a sud dell’Inghilterra e a sud della Scandinavia, in Asia Minore e
Medio Oriente. Lo si trova in tutta la Svizzera e in Ticino.
As petti biologici
Riproduzione:
La durata del ciclo di sviluppo di questa specie varia dai cinque ai sei anni, a volte di più. Le
uova vengono deposte in pross imità delle radici al livello delle ceppaie o di vecchi alberi.
Alla fine dell’ultimo stadio (in autunno) la larva costruisce nel s uolo, in prossimità del sis tema radicale, un
bozzolo pupale cos tituito semplicemente di terra. Lo stadio di pupa dura circa un mese da settembre ad
ottobre. Gli adulti s vernano nel bozzolo pupale per poi sfarfallare nell’anno successivo fra giugno e luglio
(Della Beffa, 1949; Franciscolo, 1997). Il periodo di volo è limitato a 2-3 settimane, ma la loro aspettativa
divita raggiunge le 4-6 settimane, a volte anche 8 settimane (Sprecher, 2001). Le femmine vivono
mediamente più a lungo dei maschi.
Comportamento:
Gli adulti durante il giorno res tano generalmente nas costi fra le foglie o alla base degli
alberi, mentre dal tardo pomeriggio fino al crepuscolo iniziano a muovers i camminando sui tronchi o sui
rami oppure si spostano con un volo “pesante” e rettilineo da un albero all’altro. I mas chi utilizzano le
mandibole per combattere i s uoi rivali o per immobilizzare la femmina durante l’accoppiamento.
Regime alimentare:
Le larve del Cervo volante sono saproxylofaghe, si nutrono cioè di legno morto che si
produce nel sistema radicale degli alberi. Esse sono particolarmente legate alle querce (Quercus spp.) nella
regione Medioeuropea, mentre da noi le s i possono incontrare soprattutto sul castagno (Cas tanea sativa).
Vengono comunque frequentate anche altre latifoglie quali ad esempio il ciliegio (Prunus spp.), il frassino
(F raxinus spp.), il pioppo (Populus s pp.), l’ontano (Alnus s pp.), il tiglio (Tilia spp.), il salice (Salix s pp.), ma
ra ramente sulle conifere (osservazioni s u pini, Pinus spp., e thuya, Thuja spp.). Gli adulti invece si nutrono
limitatamente di sostanze vegetali ricche di zuccheri, quali frutta di vario tipo (soprattutto ciliege, Sprecher
&Durrer, 2001; K renn et al., 2002), oppure di linfa che fuoriesce da ferite degli alberi (Sfo rzi e Bartolozzi,
2001).
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Zandigiacomo P., Bernardinelli I. and Buian F.M., 2001. Note s ull’entomofauna della Palude Moretto
(Pianura friulana).
Il WWF intende porre un freno alla devastazione dell’ambiente e
creare i presupposti affinché, in futuro, l’uomo possa vivere in armonia
con la natura.
I suoi obiettivi a livello mondiale sono:
la conservazione della biodiversità,
l’utilizzo sostenibile delle risorse naturali,
la limitazione dell’inquinamento e dei consumi
a danno dell’ambiente.
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