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Una nuova annata
di ALESSANDRO DE NANNI
Se c’era una cosa che la Contessa Pandolfini adorava era un bicchiere di kir royal. Se ne stava seduta a
un tavolo esterno del Buon domani di Sami, picchettando con le dita sul tavolo di legno. Aveva l’aria
malinconica e, dalla grinza che le si affrescava sul volto, anche nervosa.Sami, il Professore, disse a uno
dei ragazzi del bistrot di preparare il bicchiere preferito della Contessa e, appena pronto, lo servì lui
stesso. La Contessa, conoscendo il gesto, emise un flebile sorriso e, in parte, si rianimò. Lei e il
Professore attendevano gli altri due ospiti per dichiarare aperta la, oramai, ventennale seduta di fine
estate. Un appuntamento, che come ogni anno, sarebbe stato condito dai- più o meno- dettagliati racconti
estivi di quelli che da all’incirca 40 anni si consideravano buoni amici.Il Commissario e il Monsignore,
a bordo della sua bicicletta modello Don Camillo, sopraggiunsero di lì a poco. Al loro arrivo, Sami
ordinò un giro di kir royal per tutti. La serata sembrava essere quella più adatta per l’amichevole
consesso, Milano respirava un’aria fresca di fine estate. Giulia, la Contessa – titolo acquisito più per
atteggiamenti e vezzi che per cromaticità ematiche nobiliari – dichiarò aperta la seduta e, come unica
donna al tavolo, si avvalse della facoltà di parola. Il suo fu un sunto dei disastri sentimentali provocati,
ovviamente a suo dire, dalla sua storica amante Marina. Non furono ammesse richieste di dettagli, era
già straziata di suo. Ancor più, per non aver visto per tutta l’estate la ben che minima ombra del suo
paradiso preferito. Favignana. Il Monsignore cedette, silenzioso, la parola al Commissario che rinnovò
un elenco di conquiste che spaziavano dalla Lituania all’isola di Malta.”Il solito porco”, sigillò la
contessa. “I miei magnifici e liberi 40 anni”, rispose il Commissario confidando che era anche in attesa
di una promozione di carriera. Il Monsignore cedette ancora una volta il suo turno. Fu la volta del
Professore – anche questo titolo più per doti intellettuali che per cattedra -, storico proprietario del
Buondomani, ritenuto, a detta anche delle stellate recensioni dei naviganti dell’etere, uno dei più
graziosi bistrot del centro di Milano. Una nicchia. Sami descrisse le sue settimane di chiusura estiva
trascorse a New York, confessando, alla fine, di star accarezzando sempre più l’idea di aprire una
succursale del Buondomani nella Grande Mela. Il Monsignore – un vero sacerdote con alle spalle un
decennio di prediche, matrimoni e funerali -, a questo punto, non poté esimersi. Da sempre era titolare
del secondo turno. Seguì una lunga pausa, poi gli sguardi della Contessa, del Commissario e del
Professore invitarono il prelato alla confessione. “Domani lascio il sacerdozio. Mi sono innamorato,
ragazzi”, sentenziò liberandosi dalla stretta del collarino. Per dovere di cronaca, e strano a pensarsi, il
Monsignore riceveva apprezzamenti dal mondo femminile in dosi superiori ai suoi due fascinosi
compagni di tavolo, risultando uno degli uomini più belli di Milano,se non dell’intero Stato Vaticano.
Per altrettanto dovere di cronaca, il prelato si era sempre dimostrato fedele all’Onnipotente.“Questa si
che è una notiziona!”, fu il coro della Contessa. “Hai capito, il prelato”, fece con un briciolo di malizia il
Commissario che quando c’erano di mezzo donne e sottane non si perdeva un’indagine. Sami, fu
l’unico a non emettere pareri.Sorrise.Così tra una gita sulle Dolomiti con tutti gli scout, gli incontri del
coro, raduni parrocchiali, messe, matrimoni – quest’estate neanche un funerale - e battesimi, nel
Monsignore si era accesa la fiamma per la sua capo coro, nonché capo degli scout.E ora a chi l’avrebbe
raccontata la predica…Fu una scelta pesata e pensata, disse nel ristretto gioco di parole.La Contessa, non
ancora rianimatasi dai torpori per la bella Marina, essendo l’occasione meritevole di un brindisi, ordinò
la miglior bottiglia di rosso del Buondomani.Tutti furono d’accordo, eccetto il Monsignore.”Dopo 10
anni di rosso- e che Gesù mi perdoni-, mi meriterò un bella bottiglia di vino bianco.Non credete?”.Come
poter dar torto a un essere umano che aveva preso una decisione così profonda.Nessuno lo disse, ma tutti
lo pensarono.Per volontà del Professore fu servita la miglior bottiglia di vino bianco del Buondomani.In
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quel profumato mare bianco tutti si cibarono di una nuova ricetta con il pesce spada.”Viene direttamente
da Favignana,Contessa”, fece Sami.Brindarono ancora.Un ragazzo, poco lontano, portò la macchina
fotografica all’occhio e impressionò quell’incontro di calici e sorrisi.Fu una bella foto.
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