Segnali di economia circolare nel settore moda
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Segnali di economia circolare nel settore moda
geo - THE gREEN eCONOMY oBSERVATORY Segnali di economia circolare nel settore moda Fabio Iraldo – IEFE, Università Bocconi Stefania Trenti – Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo Agenda • Le filiere del sistema moda italiano • La circular economy • Quali segnali di economia circolare dalle filiere della moda italiana • I risvolti competitivi Sistema Moda: un peso ancora importante… Peso del Sistema Moda sul manifatturiero (% addetti ) 18,0 16,0 2000 14,0 2008 2014 12,0 10,0 8,0 6,0 4,0 2,0 0,0 Migliaia di occupati 2000‐2014 Germania* Francia* Regno Unito Spagna* Italia ‐111 ‐144 ‐184 ‐197 ‐255 Nota: * 2013. Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Eurostat , Contabilità Nazionale …con un’ampia gamma di prodotti… Sistema moda: diversificazione merceologica delle esportazioni (Inverso dell’indice di Herfindhal) 35 30 25 24,2 24,4 Cina Turchia 29,3 29,9 Germania Italia 21,6 20 16,2 15 10 Vietnam Francia Nota: Indice di diversificazione calcolato sul massimo livello di disaggregazione di prodotto disponibile Fonte: Intesa Sanpaolo su dati BACI …specializzati nell’alta gamma Quota sulle esportazioni mondiali di prodotti di alta qualità del Sistema Moda (%) 16% 14% 2008 2014 12% 10% 8% 6% 4% 2% 0% Regno Unito Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati BACI Spagna Francia Germania Italia L’Italia mantiene i suoi punti di forza … Saldo commerciale nel Sistema Moda (miliardi di euro) Import penetration del Sistema Moda (quote %) Germania Italia Francia Spagna Francia UK Germania Spagna 2015 UK 2008 ‐30 ‐20 ‐10 Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Eurostat 0 10 20 2013 Italia 2006 0 50 100 150 ..grazie anche al ruolo delle realtà distrettuali… Quota di imprese nei distretti (in % imprese totali del comparto) Concia 84 Calzature 82 Oreficeria 75 Occhialeria 68 Strumenti musicali 63 Maglieria 61 Abbigliamento 55 Tessile 55 Mobili 46 Bevande 43 Pelletteria 35 Agricoltura 34 Elettrodomestici 31 Prodotti e materiale da costruzione 30 Alimentare 26 0 10 20 30 40 50 Nota: sono indicati solo i comparti in cui la quota di imprese distrettuali sul totale nazionale supera il 25%. In arancio i comparti del sistema moda. Fonte: 8° Rapporto Intesa Sanpaolo «Economia e finanza dei distretti industriali» 60 70 80 90 …dove si concentrano filiere produttive integrate… Quota % di imprese capofila che giudica alta la stabilità del rapporto con i subfornitori e/o i terzisti italiani, stranieri ed esteri Subfornitori/terzisti stranieri nel distretto Subfornitori/terzisti stranieri nel distretto 3,2 Subfornitori/terzisti esteri Subfornitori/terzisti italiani nella provincia e/o nel distretto 58,7 25 3,3 Subfornitori/terzisti esteri 15,9 0 Composizione % degli acquisti delle imprese capofila dai subfornitori e/o terzisti italiani, stranieri ed esteri 50 75 19,7 Subfornitori/terzisti italiani 77,0 0 30 60 90 Nota: elaborazioni sulle risposte di 63 imprese capofila del Sistema moda intervistate da Intesa Sanpaolo nella primavera del 2013. Fonte: G. Foresti, F. Guelpa e S. Trenti, 2013, «Innovazione tra i subfornitori e rischi di contagio sulla catena del valore», in G. Bracchi e D. Masciandaro (a cura di), «Banche e ciclo economico: redditività, stabilità e nuova vigilanza», Edibank, 2013 …con migliori competenze, qualità e affidabilità Differenza tra subfornitura locale e subfornitura localizzata nelle economie emergenti: quota % di imprese capofila che valuta molto positivamente il posizionamento competitivo (per variabile strategica) delle imprese di subfornitura Costi di produzione Prodotto/servizio innovativo Livello delle tecnologie di produzione Capacità di progettazione e di offrire soluzioni Flessibilità produttiva Tempi di consegna Personalizzazione del prodotto Affidabilità Prodotto/servizio di qualità Qualità della forza lavoro ‐40 ‐20 0 20 40 60 Nota: elaborazioni sulle risposte di 63 imprese capofila del Sistema moda intervistate da Intesa Sanpaolo nella primavera del 2013. Fonte: G. Foresti, F. Guelpa e S. Trenti, 2013, op. cit. L’economia circolare Modello BAU: Take – make ‐ dispose Modello circolare Come dovrebbe essere Modello circolare Come realmente è L’economia circolare nella moda Rifiuti tessili: un trend in diminuzione… Rifiuti TESSILI generati in Europa (kg. pro capite) UK Italia Francia UE27 2012 Germania 2004 Finlandia Spagna Norvegia Svezia 0 Fonte: elab. Intesa Sanpaolo su dati Eurostat 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20 …ma ancora molto spazio per migliorare Rifiuti TESSILI generati in Europa (2012, tonnellate) 1.400.000 3.110.000 di tonnellate di rifiuti tessili generati nell’UE28 nel 2012 1.200.000 1.000.000 800.000 600.000 396.426 400.000 200.000 ‐ Spagna Fonte: elab. Intesa Sanpaolo su dati Eurostat Polonia Olanda Turchia Belgio Germania Italia Francia Regno Unito 1. Approvvigionamento DISTRETTO CONCIARIO TOSCANO Circa 600 aziende 35% produzione nazionale di pelle 98% produzione nazionale di cuoio CONSUMO DI MATERIE PRIME E MATERIALI AUSILIARI Pelle ‐ Indicatori 2010 2013 var. % Consumo pelle grezza (kg/m2 pelle) 5,37 6,77 26,07% Consumo prodotti chimici (kg/m2 pelle) 2,43 2,34 ‐3,70% Consumo imballaggi (kg/m2 pelle) 0,059 0,057 ‐3,39% Cuoio ‐ Indicatori 2010 2013 var. % Consumo pelle grezza (kg/kg cuoio) 1,49 1,63 9,40% Consumo prodotti chimici (kg/kg cuoio) 1,83 1,23 ‐32,79% Consumo imballaggi (kg/kg cuoio) 0,038 0,035 ‐7,89% Fonte: elaborazione GEO‐IEFE Bocconi su dati Associazione Conciatori, Consorzio Conciatori e Scuola Sant’Anna, 2014 1. Approvvigionamento INDICATORI RELATIVI AI CONSUMI ENERGETICI Pelle ‐ Indicatori 2010 2013 var. % Energia elettrica (kWh/m2 pelle) 3,12 3,58 14,74% Metano (m3/m2 pelle) 0,62 0,88 41,94% Gasolio (l/m2 pelle) 0,056 0,015 ‐73,21% Consumi totali (Tep/m2 pelle) 0,0013 0,0012 ‐7,69% Cuoio ‐ Indicatori 2010 2013 var. % Energia elettrica (kWh/kg cuoio) 0,84 0,7 ‐16,67% Metano (m3/kg cuoio) 0,13 0,11 ‐15,38% / / / 0,00032 0,0003 ‐6,25% Gasolio (l/kg cuoio) Consumi totali (Tep/kg cuoio) Fonte: elaborazione GEO‐IEFE Bocconi su dati Associazione Conciatori, Consorzio Conciatori e Scuola Sant’Anna, 2014 2. Design QUANTA MATERIA PRIMA SECONDA VIENE UTILIZZATA NEL SETTORE MODA? • Non ci sono dati certi, si può citare tuttavia un esempio eccellente Percentuale media di utilizzo di mps nel distretto di prato per il prodotto in lana meccanica (cardato rigenerato) Poliestere (vergine) % DI MPS 1 m2 di tessuto (= 0.253 kg) Lana rigenerata (riciclato) 0.19 kg per 1 m2 di tessuto Poliestere (vergine) 0.063 kg per 1 m2 di tessuto Fonte: elaborazione GEO‐IEFE Bocconi su dati Camera di Commercio di Prato – Ergo Spinoff Sant’Anna 75,10% 24,90% Lana rigenerata (riciclato) 2. Design IL PESO DEL PACKAGING: il caso di una scarpa da uomo Flusso di riferimento 1 paio di scarpe da uomo, tg 42 (g) Pelle conciata Accessori in metallo Puntale Soletti ‐ 1/" soletti Suola in cuoio Suola in gomma Suola in tpv Totale peso scarpa 1,620 46,72 8,56 19,71 237,07 121,84 15,39 2069,29 Flusso di riferimento materiali di packaging in peso per 1 paio di scarpe da uomo, tg 42 (g) Toppone Brochure in cartone Busta in tessuto Cartone Elastici Film in plastica Sali antiumido Velina Peso totale packaging 22,12 5,07 31,81 446,15 0,4 8,33 3,07 46,7 563,65 Fonte: elaborazione Geo‐IEFE Bocconi su dati progetto Life PREFER (www.lifeprefer.it) Un paio di scarpe da uomo, tg. 42 (g) 2500 2000 1500 1000 500 0 Totale peso scarpa Peso totale packaging 3. Produzione Rifiuti tessili: potenziale elevato anche per le imprese del sistema moda Rifiuti TESSILI generati dalle imprese del sistema moda (2012, kg per addetto) Rifiuti TESSILI generati dalle imprese del sistema moda italiane (kg per addetto) 1400 Italia 487,9 1200 1000 Spagna 294,7 800 Francia 168,8 600 400 Turchia 95,0 200 0 0,0 100,0 200,0 300,0 400,0 500,0 600,0 Fonte: elab. Intesa Sanpaolo su dati Eurostat 2006 2008 2010 2012 3. Produzione Italia: produzione di rifiuti elevata (in particolare per i rifiuti chimici) Rifiuti generati dalle imprese del sistema moda (2012, kg. per addetto) Italia Francia Chimici Altro Spagna Turchia 0,0 Fonte: elab. Intesa Sanpaolo su dati Eurostat 500,0 1000,0 1500,0 2000,0 2500,0 3. Produzione Destinazione a recupero dei rifiuti generati nella fase di produzione dal settore della pelle e del cuoio (distretto conciario toscano): % RIFIUTI INVIATI A RECUPERO SU TOTALE RIFIUTI PRODOTTI Pelle Cuoio Cromo Vegetale 42,7 33,5 Fonte: elaborazione GEO‐IEFE Bocconi su dati Associazione Conciatori, Consorzio Conciatori e Scuola Sant’Anna, 2014 22,1 4. Consumo Rifiuti TESSILI generati in Europa dalle famiglie UE28 Francia UK Italia Germania Paesi Bassi Belgio Austria Spagna 0 200.000 400.000 600.000 2012 Fonte: elab. Intesa Sanpaolo su dati Eurostat 2004 800.000 1.000.000 1.200.000 4. Consumo Coinvolgimento diretto del consumatore Retailer che coinvolgono direttamente il cliente (raising awareness) nella raccolta dei capi non più utilizzati Per ogni kg riciclato si risparmiano 6.000 Litri di Acqua, 3,6 Kg di CO2, 0,3 Kg difertilizzanti e 0,2 Kg di pesticidi. (dati: University of Copenhagen, 2008) 4. Consumo: alcuni esempi • Dal 2011 fino ad oggi sono stati riciclati 573.314 kg di vestiti usati, grazie alla collaborazione con I:CO. Una volta raccolti i capi vengono selezionati e inizia il processo di riciclaggio vero e proprio: i vecchi capi vengono riutilizzati come Materiali Isolanti per Costruzioni, Imbottitura per Giocattoli e Borse, Rivestimenti per Auto e Materiale per Carta Pregiata 4. Consumo: alcuni esempi • Dal 2013, H&M ha lanciato un programma di raccolta abiti negli store di tutto il mondo, per incoraggiare i consumatori a renderli a fine vita in cambio di un voucher • Per gestire il processo a valle, H&M collabora con I:CO, un fornitore di servizi di reverse logistics che si occupa di gestire lo smistamento ( riutilizzo ‐2 modalità‐, riciclo, pdz energia) • Sul totale della raccolta: 40‐60%: vestiti di seconda mano venduti nel mondo 5‐10%: riutilizzo delle stoffe in altri prodotti, anche di abbigliamento 30‐40%: riconversione in nuove fibre tessili o in materiali isolanti Ultima opzione: produzione energia 4. Consumo: alcuni esempi • Patagonia: Worn Wear Tour Tour europeo (in corso) che tocca cinque paesi, con oltre 50 tappe "on the road" per incoraggiare i consumatori a non disfarsi dei propri capi solo perché rotti o strappati. Obiettivo focalizzato sulla «repairability»: i truck Worn Wear, laboratori sartoriali mobili equipaggiati con macchine da cucire industriali, offrono riparazioni gratuite di cerniere, alette delle zip, bottoni, tessuti bucati o lacerati, ecc. 5. Raccolta e invio a recupero • Il recupero degli abiti ed accessori di abbigliamento usati, riguarda una frazione della raccolta differenziata dei rifiuti urbani • codici CER: 200110 – abbigliamento; 200111 – prodotti tessili. • Gli indumenti usati originati da cicli di post‐consumo, sono raccolti e raggruppati per l’invio ad impianti autorizzati alla gestione di rifiuti (ai sensi del D.Lgs 152/06) dove il processo di trattamento determina come risultato finale: la qualifica ad “indumenti ed accessori di abbigliamento utilizzabili direttamente in cicli di consumo”; la qualifica a “materie prime seconde per l’industria tessile”; altri impieghi industriali. 5. Raccolta e invio a recupero • Alcuni dati medi di riepilogo in merito ai volumi di raccolta differenziata di abiti e accessori usati (stima da fonte CONAU): il consumo di abiti e di accessori in Italia è circa 14 kg/persona annui; la raccolta differenziata di abiti e di accessori usati in Italia arriva a punte di 4 kg/persona annui; la raccolta differenziata di abiti e di accessori usati in Italia è in media pari a circa 1,5 kg/persona annui (inferiore alla media UE) . • Tale raccolta differenziata è destinata per il 68% al riutilizzo, per il 25% al riciclo, per il 7% a smaltimento. 5. Raccolta: diversi circuiti • Stima prudenziale (CONAU): su tutto il territorio nazionale siano presenti circa 4.000 cassonetti non autorizzati con una valutazione del raccolto pari a circa 15.000 ton; aggiungendo a questo dato anche i quantitativi raccolti con il sistema “porta a porta” e con le campagne di rottamazione svolte nelle grandi catene commerciali del nuovo, si stima che possa essere raggiunta la considerevole cifra di circa 25.000 tonnellate anno. Quantitativo pari ad 1\4 di quanto raccolto dal circuito ufficiale su tutto il territorio italiano. Come interpretare e cogliere i segnali di economia circolare? • Alcune considerazioni prospettiche 1. APPROVVIGIONAMENTO «Material intensity» ancora molto elevata sulle materie prime, dipendente dai trend, molto meglio gli ausiliari. Occorre investire su dematerializzazione ed efficienza delle risorse 2. DESIGN Utilizzo delle mps «a macchia di leopardo», non più vincolato dalla qualità, necessarie forme di incentivo e incremento dell’offerta. Sul packaging ampi margini di milgioramento. 3. PRODUZIONE Quantità di rifiuti ancora molto significative e mediamente più alte che in altri Paesi UE. Punte di eccellenza sull’invio a recupero, ma solo su specifiche tipologie di scarti. 4. CONSUMO Grande sforzo di alcuni grandi operatori dei principali canali di vendita. Manca l’impegno della distribuzione al dettaglio, diffusa e poco organizzata. Questa pare la vera sfida per il futuro. 5. RACCOLTA E RICICLO Quantitativi della raccolta in crescita. Molteplicità dei circuiti rende i flussi meno omogenei e non consente economie di scala. Ma continua ad essere rilevante il ruolo del volontariato. L’attenzione all’ambiente ha effetti positivi sulle performance… Crescita del fatturato 2008‐2012 Crescita del l’EBITDA 2008‐2012 Heckman estimates Heckman estimates OLS estimates Environment (treatment dummy) Foreign_operator Brands Innovation Fdi_out Fdi_in Quality_certificates Log sales 2008 (dimensional control) Coefficient Standard error 0.093* * 0.011 ** 0.144 0.070* * 0.023 0.033 0.175* * 0.118* * 0.012 0.016 0.019 0.019 0.026 0.010 -0.086* * 0.006 Hazard Lambda Rho Sigma Number of observations Sectorial dummies Geographical dummies Selection equation Coefficient ** Standard error 0.150 0.044* * 0.011 -0.005 -0.032 0.303* * 0.190* * 0.025 0.034 0.038 0.037 0.052 0.024 0.008 -0.401* * -0.539 0.745 0.089 18,084 18,084 added added added added OLS estimates Outcome equation Coefficient Standard error 0.782* * 0.153 ** 0.112 0.057* * 0.020 0.030 0.175* * 0.056* * -0.123* * 0.015 0.019 0.021 0.020 0.029 0.019 0.009 Environment (treatment dummy) Foreign_operator Brands Innovation Fdi_out Fdi_in Quality_certificates Log grossprofit 2008 (dimensional control) Coefficient Standard error 0.120* * 0.019 ** 0.237 0.123* * 0.154* * 0.192* * 0.377* * 0.106* * -0.221* * Hazard Lambda Rho Sigma Number of observations Sectorial dummies Geographical dummies Selection equation Outcome equation Coefficient Coefficient Standard error 1.510* * 0.240 ** Standard error 0.019 0.026 0.028 0.028 0.047 0.017 ** 0.200 0.002 0.022 0.013 -0.022 0.293* * 0.027 0.038 0.042 0.040 0.060 0.026 0.151 0.114* * 0.143* * 0.179* * 0.377* * -0.015 0.026 0.031 0.033 0.033 0.048 0.029 0.008 0.178* * 0.009 -0.292* * 0.014 -0.812* * -0.075 1.085 0.140 18,084 18,084 added added added added Note:**5% significance level. Dependent variable is the log difference between real sales in 2012 and real sales in 2008 (cumulative growth). Sales are deflated according to Istat production price indexes at 3‐digit level of the Nace Rev.2 classification for industrial specialization. Environment is the treatment variable: binary variable assuming value 1 if a firm is holding at least a valid voluntary certification for environmental sustainability in the 2008‐12 observation period (UNI EN ISO 14001:2004, EMAS, FSC, Biologic). Fonte: I. Sangalli e S.Trenti, 2014, Environmental strategies and firm performances in «hard times»: is there a causal link? Evidences from an Heckman selection model, Paper presented at the IAERE Conference February 2015 …anche per le imprese del sistema moda Tasso di crescita del fatturato 2008‐2014 (valori mediani) EBITDA margin (%, valori mediani) 10 7,8% 8 7,6% Non certificate Certificate 7,4% 6 7,2% 4 7,0% 2 6,8% 0 6,6% ‐2 6,4% ‐4 6,2% ‐6 Non certificate Certificate 6,0% 2008 2014 Note:Elaborazioni su un campione di 12355 imprese appartenenti ai settori ATECO 13, 14, 15. Imprese certificate: imprese in possesso di certificazioni ISO 14000, EMAS ,GOTS, OEKO‐TEK, OHSAS 18000; Tessile e Salute Fonte: ISID – Intesa Sanpaolo Integrated Database Effetti positivi anche sulla rischiosità Distribuzione delle imprese per classe di rating (%) 25,0 Non certificate Certificate 20,0 15,0 10,0 5,0 Rischio molto elevato Rischio elevato Rischio Vulnerabilità elevata Vulnerabilità Solvibilità Ampia solvibilità Sicurezza Sicurezza elevata 0,0 Note:Elaborazioni su un campione di 12355 imprese appartenenti ai settori ATECO 13, 14, 15. Imprese certificate: imprese in possesso di certificazioni ISO 14000, EMAS ,GOTS, OEKO‐TEK, OHSAS 18000; Tessile e Salute. Rating CEBI 2014 Fonte: ISID – Intesa Sanpaolo Integrated Database Grazie