Clicca qui per scaricare il PDF

Transcript

Clicca qui per scaricare il PDF
ANNO XXI NUMERO 80 - PAG 4
IL FOGLIO QUOTIDIANO
MARTEDÌ 5 APRILE 2016
La Giornata Come avrebbero reagito a Potenza di fronte a un emendamento verde?
* * *
In Italia
CASO GUIDI, IL MINISTRO BOSCHI
ASCOLTATO DAI PM. La titolare del dicastero per le Riforme, Maria Elena Boschi,
è stata sentita dai magistrati della procura
di Potenza come persona informata sui fatti relativi alla vicenda Tempa Rossa, che ha
portato alle dimissioni del ministro dello
Sviluppo economico, Federica Guidi.
Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha invitato i magistrati che indagano
sul caso a “procedere velocemente” e a essere “inflessibili”, ma ha polemizzato con i
magistrati di Potenza: “Le loro indagini
non sono mai arrivate a sentenza”.
* * *
Regeni, salta vertice con i pm egiziani. E’
stato rinviato a data da destinarsi l’incontro a Roma tra i magistrati italiani ed egiziani, inizialmente previsto per oggi, al fine
di chiarire la morte del ricercatore italiano Giulio Regeni. La notizia circolata ieri,
di uno slittamento del vertice al prossimo
7 e 8 aprile, è stata smentita in serata dalle autorità egiziane.
* * *
“Sul referendum astensione sacrosanta”,
ha dichiarato il premier Matteo Renzi alla
direzione del Partito democratico, riferendosi al voto referendario sulle trivellazioni del prossimo 17 aprile.
Al direttore - Se nella notte del 17 ottobre
2014 – quando l’emendamento “Tempa rossa’’
al decreto “Sblocca Italia’’ venne dichiarato
inammissibile – un parlamentare avesse avvertito, con una telefonata, una qualche associazione ambientalista, vantando (magari a
sproposito) il proprio ruolo avuto nel convincere il presidente della commissione Ambiente; se quella telefonata fosse stata registrata e
trascritta, come avrebbe reagito la procura di
Potenza?
Giuliano Cazzola
delle donne, oppure sul “se la sono voluta”? I
vignettisti di Charlie per le vignette, quelli del
Bataclan per le musiche, Bruxelles per Molenbeek, il Belgio per gli aerei, e tutti per Israele.
Quelli del “se la sono voluta” sono gli eredi del
terzomondismo e di quanti successivamente
ne hanno ingrossato le file: Camusso non ne
conosce proprio nessuno? Perché, compiante
le donne e ammoniti i maschi, non si rivolge
a loro, e spiega loro il danno che procurano?
A sé, a noi: e alle donne islamiche.
Franco Debenedetti
Al direttore - Alberto Mingardi sulla Stampa
invoca la chiusura del ministero dello Sviluppo economico. Non so dire se sia utile o meno
e comunque andrebbe accompagnato all’uscita con altri dicasteri (Ambiente, Salute, Funzione pubblica, ecc.). Il nostro paese, in realtà, ha
bisogno di una rivoluzione dell’intero sistema di
crescita e sviluppo, lavoro compreso. Una rivoluzione vera e totale, anzi Total.
Valerio Gironi
Forse bisogna che cambi la sinistra per
capire che l’islam può cambiare solo aiutando le donne ad alzare il velo sull’islam delle Submission.
Al direttore - “La donna libera può cambiare l’islam”, come dice Susanna Camusso a
Marco Valerio Lo Prete, oppure è vero il contrario, “bisogna che l’islam cambi perché la
donna sia libera”? In un modo o nell’altro, nei
paesi islamici, tempi lunghissimi; mentre noi
abbiamo l’urgenza di concordare rapporti di
convivenza con quelli che sono di casa qui. Si
baseranno sui nostri valori, compresi i diritti
* * *
Istat: deficit/pil al 2,6 per cento nel 2015.
L’Istituto nazionale di statistica ha reso noto che nello scorso anno il rapporto tra indebitamento e pil è stato pari al 2,6 per cento,
in diminuzione di 0,4 punti rispetto al 2014.
Il viceministro dell’Economia, Enrico
Morando, ha dichiarato che non ci sarà
“alcun bisogno di fare una manovra correttiva” per andare incontro ai vincoli di
bilancio previsti dalle regole europee.
* * *
Bpm-Banco, continua discesa in borsa.
Dall’annuncio della fusione tra Bpm e Banco popolare, in soli sei giorni di contrattazione i due istituti hanno perso sui mercati rispettivamente il 18 per cento e il 27 per
cento.
* * *
Borsa di Milano. FtseMib -0,77 per cento.
Differenziale tra Bpt e Bund a 111. L’euro
chiude in calo a 1,14 sul dollaro.
Nel mondo
PRIMO GIORNO DI RIMPATRI DALLA
GRECIA ALLA TURCHIA, dopo l’entrata
in vigore dell’accordo tra Ankara e Unione
europea per per limitare l’accesso dei migranti alla rotta dell’Egeo. Sono stati espulsi 202 “migranti economici”, in maggioranza pachistani e afghani, che secondo le autorità greche non avevano fatto richiesta di
asilo. In ottemperanza alle regole dell’accordo, inoltre, i primi 32 rifugiati siriani sono stati imbarcati in aereo verso la Germania, nella Bassa Sassonia.
(articolo a pagina tre)
* * *
Iniziano le inchieste sui “Panama papers”.
Secondo la Bbc, le procure di molti paesi,
tra cui quella francese, austriaca, olandese e australiana hanno aperto inchieste in
relazione ai documenti trafugati dello studio legale panamense Mossack Fonseca,
che si occupa di creare e gestire per conto
dei suoi clienti delle società in cosiddetti
paradisi fiscali, pratica che tuttavia non è
illegale.
Secondo il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, la Russia è il principale obiettivo della pubblicazione dei Paper, che coinvolgerebbe anche agenti della Cia. Il presidente russo Putin non è mai citato nei documenti, ma lo sono membri dell’élite russa a lui vicini.
(articolo a pagina uno)
* * *
Nuovi scontri in Nagorno-Karabakh. Le
operazioni nel territorio conteso tra l’Azerbaijan e l’Armenia sono iniziate sabato e, nonostante gli appelli dei principali leader internazionali e una tregua unilaterale dichiarata dal governo azero domenica, sono continuati per tutta la giornata di ieri. Tre soldati azeri sono stati uccisi. Serzh Sargsyan, presidente armeno, ha detto ieri che un’eventuale escalation delle ostilità potrebbe portare a una “guerra su larga scala”.
* * *
Ucciso un leader di al Nusra in Siria. Il
Pentagono ha confermato lo strike aereo
che ha ucciso Abu Firas al Suri, tra i principali leader del gruppo terroristico siriano legato ad al Qaida, a volte definito il suo
“portavoce”. Nello strike sono morti altri
20 combattenti.
Al direttore - C’è un fatto nuovo, anzi anti-
Alta Società
Misteri di stato. Nessuno sa nei Palazzi il nome e il cognome del sarto dei tailleur molto sexy di Maria Elena Boschi.
Si fanno molte supposizioni. Chi dice
uno stilista, chi dice una sartina di Arezzo, chi dice Parigi. Vai a saperlo. Per ora
ci si affida a supposizioni poco credibili. Ma un giorno si scoprirà tutto di
questo tailleur sexy del ministro.
co. Le rivoluzioni, quando paiono al loro massimo, più vanno affievolendosi. Defluiscono in
marketing, l’emorragia emotiva si coagula in
simboli, spille e santini, si spalma su magliette e poster, e le immagini si moltiplicano secondo schemi seriali. I leader, da testimonial del
pensiero-azione, si convertono a testimonial di
se stessi, e anche di altro. La Revolución dei
Barbudos, coagulata l’emorragia bellico-ideologica, ha santificato e serializzato il Che in milioni di multipli pop, e lo ha trasformato insieme con Fidel in testimonial, fra l’altro, di un
cronografo storico memorabile, proprio grazie
a loro, il Rolex GMT Master. Castro e Guevara
giocavano a golf con l’orologio che batteva insieme l’ora del Caribe e quella di Mosca. Figaggine. Ecco, quando la rivoluzione diventa sexy,
la discesa è imboccata. E’ l’ora del merchandising. Il sangue che scorre a fiotti si rapprende
in crosta, e spesso crosta artistica: cioè brand.
In questi tempi, apprendiamo, cresce il business della moda col velo. Si chiama Modest Fashion e vale più di 300 miliardi di dollari l’anno. Se ne sono appropriate le grandi firme occidentali, da Dkny a Dolce&Gabbana. Creano
le loro Ramadan Collection per le signore e signorine islamiche. Fra un po’, perché no, per
le occidentali. Figaggine. Ma attenzione: quando i costumi e i veli dell’islam sfidano il “Sistema della moda” (aimez-vous Barthes?) sarà il
sistema della moda a vincere. Con buona pace dei talebani. Un po’ come nel duello di Sergio Leone fra l’uomo con la pistola e l’uomo col
Winchester. Vincerà il marketing, vinceranno
le croste artistiche, vinceranno spille, magliette, veli e stilosi burkini (i costumi da bagno per
le musulmane). Anche i jihadisti si dovranno
rassegnare prima o poi a canticchiare via Montenapoleone, rimirando vetrine. Doveroso ma
superfluo che la ministra francese per la Famiglia, Laurence Rossignol, protesti insieme
con la Badinter: “Le donne non scelgano il velo della schiavitù”. Hanno scelto, invece; e sceglieranno il velo più chic o cheap. La moda
spezzerà le reni al jihad. Inshallah.
Luca Rigoni
Al direttore - Leggiamo sempre con attenzione gli articoli pubblicati sul suo giornale, con
riferimento a quello del 2 aprile in tema di banche italiane le segnaliamo una significativa
inesattezza. In particolare, come si può facilmente rilevare dallo studio della società di consulenza GC Governance Consulting citato nell’editoriale, il compenso di circa 850.000 euro
si riferisce alla sola figura dell’amministratore
delegato di 17 banche quotate in Borsa e, quindi, non è assolutamente riferibile in media a
tutti i consiglieri che partecipano ai consigli di
amministrazione delle banche. Ringraziando dell’attenzione,
Gianfranco Torriero, vicedirettore
Generale Abi
La posta va inviata a [email protected]
(10 righe, non più di 600 battute)
I “Panama papers” sulle pensioni italiane, ecco di cosa preoccuparsi
A
nche la previdenza ha i suoi “Panama
papers’’: in Italia, le pensioni sono basse e quindi i pensionati sono poveri (a eccezione di alcuni “riccastri’’ da sottoporre
alla gogna). Nei commenti al recente rapporto del Coordinamento attuariale dell’Inps (sulle pensioni vigenti nel 2016) la grancassa dei media ha battuto, di nuovo, sul
fatto che una percentuale di poco inferiore al 64 per cento è costituita da assegni al
di sotto di 750 euro mensili. Il dato è corretto, ma sarebbe bastato ribadire due caveat per non disorientare ulteriormente
l’opinione pubblica. Innanzitutto, guai a fare confusione tra pensioni e pensionati: le
prime (appartenenti a ogni possibile tipologia) sono 23 milioni; i secondi – in quanto
persone fisiche – sono 16,3 milioni. Ne deriva – come è scritto nel Rapporto 2016 di
Itinerari previdenziali – che “nel nostro
paese, in media, ogni pensionato percepisce 1,434 pensioni’’. Il che determina, secondo il Rapporto, che la pensione media
per ogni pensionato non è pari a 11.695 euro annui (come risulta dividendo l’ammontare della spesa per il numero delle prestazioni), ma di 16.638 euro (corrispondenti alla divisione tra “monte pensioni’’ e numero
dei pensionati). Itinerari previdenziali, poi,
estrapolando gli oneri di carattere assistenziale, si spinge fino a sostenere che la
pensione media di carattere previdenziale
risulterebbe di 24.450 euro annui (lordi).
Quanto al secondo caveat, non ha senso fornire dati medi comprensivi di tutte le tipologie di pensioni, includendovi anche trattamenti che per definizione sono ridotti se
non addirittura dimezzati (le pensioni ai
superstiti e quelle di invalidità, per esempio) nonché le prestazioni assistenziali,
d’importo modesto. Certo, i riferimenti, nel
documento dell’Inps, ci sono tutti; ma occorre andarseli a cercare, dopo aver scalato il “muro del pianto’’ dei 750 euro mensili. Le statistiche del Coordinamento attuariale smentiscono, poi, un’altra rappresentazione distorta della realtà, secondo la
IL RIEMPITIVO
di Pietrangelo Buttafuoco
quale, dopo la riforma Fornero, i lavoratori e le lavoratrici non riescono più a varcare l’agognata soglia della quiescenza se non
da vecchi macilenti e sfiniti. Nulla di più
falso. Nel 2015, considerando i soli regimi
censiti (dipendenti privati e lavoratori autonomi, non il pubblico impiego) le pensioni di vecchiaia anticipata/anzianità (grazie
anche alle generose deroghe riconosciute a
quegli scrocconi degli “esodati’’) sono state in numero maggiore (157 mila) di quelle
di vecchiaia (124 mila). Nel caso del lavoro
dipendente c’è stata addirittura la differenza del doppio (104 mila più 1,5 mila prepensionamenti a fronte di 56 mila trattamenti
INNAMORATO FISSO
di Maurizio Milani
Se c’è un posto dove difficilmente Matteo Renzi metterà piede quello è la
Leopolda in Sicilia. Il premier troverà una
scusa e si terrà alla larga da Palermo. Magari farà un sopralluogo a Taormina per
vagheggiare il G7 ma raccogliere selfie nella scampagnata del Partito Democratico
tra i Valloni, i Crocetta e gli sfincioni, proprio no. Non gli conviene. Renzi sa bene
che cos’è il suo partito, lì: è la lavatrice del
riciclo dei campieri del grande feudo elettorale. E’ il Partito della Regione al cui
confronto qualunque Giglio Magico non
può che giocare a ruba bandierina.
Scusa Belen,
ti va di vedermi stamattina alle 10 al bar di via Garibaldi gestito da un anziano? E’ mio zio.
Non è sposato.
Amore, fammi sapere.
Puoi andare al bar da mio zio anche
adesso, e lasciargli giù a lui il tuo numero di telefono. Poi io ti chiamo entro sera.
Un bacio, ti amo
Tuo Maurizio
di vecchiaia). L’età media effettiva alla decorrenza dei pensionamenti anticipati (includendo in questo caso anche i dipendenti pubblici) è stata di 60,5 anni (come totale di uomini e donne): in sostanza, 1,4 anni
in più dal 2010; 0,6 anni in più dal 2012,
quando è entrata in vigore la riforma Fornero (incrementi inferiori a quelli dell’attesa di vita nel medesimo periodo). Certo,
l’aumento dell’età effettiva di vecchiaia è
stato più importante (2,5 anni), per effetto,
però, dell’avvio (nella passata legislatura)
della parificazione del requisito anagrafico delle donne a quello degli uomini. E, infatti, mentre i lavoratori hanno avuto, nel
2015, un incremento di 0,8 anni dal 2010 (0,4
anni dal 2012), quello delle lavoratrici è stato rispettivamente pari a 2,9 e a 2,2 anni. Da
ultimo, il volitivo Tito Boeri ha segnalato
che circa 500 mila pensionati percepiscono un assegno da ben 36 anni; ciò, con riguardo ai soli settori privati (non è incluso
il pubblico impiego, terreno d’elezione delle baby pensioni). Il presidente dell’Inps ha
proposto un contributo di solidarietà limitatamente ai trattamenti più elevati: come
andare a caccia di farfalle sotto l’Arco di…
Tito. Per essere seri, occorrerebbe applicare a tutti gli assegni baby un taglio, ragionevole e temporaneo, sul differenziale tra
l’importo della pensione e quello del minimo legale.
Giuliano Cazzola
Intervista a Grillo
“La tv? Il contenitore è esaurito,
prim’ancora che contenuto”.
Chiacchierata col leader del M5s
(segue dalla prima pagina)
Satira, politica, tv. Dov’è il confine?
Esiste il confine? Continua Grillo: “Se i
miei temi rientrano nel clou dei
programmi politici, non posso farci
niente. Lo spettacolo è divertente, pieno
di oggetti che dialogano. Il gabinetto
parla col frigorifero, per dire. Ci sono
oggetti presi dal porno hub che è ormai
la più grande società al mondo, con 20
milioni di persone collegate al minuto.
Sapete che il porno oggi è diventato un
modo per sostenere le balene? Se
guardi un film pornografico una parte
del ricavato va ai cetacei, per
proteggerli. Ci sono oggetti assurdi,
milioni di dollari per produrre cateteri
per fare la pipì a annaffiatoio o
Swarovsky anali”. Satira, politica, tv.
Cosa dice il Grillo comico della
comicità nell’era renziana-grillina? “Se
parliamo di comicità televisiva, credo
che sia il contenitore che è esaurito, più
che il contenuto. Per quanto riguarda la
direzione nella quale va la comicità, io
ho quasi 70 anni. Ho dato il mio
contributo. Oggi mancano gli ideali,
quindi con cosa appassioni la gente?
Con la paura. Il comico è l’ansiolitico
che spezza l’angoscia della quotidianità.
Nelle due ore in cui la gente viene a
vedermi si deve dimenticare del resto e
riderci sopra”. Poi il Grillo comico dà la
parola al Grillo politico. La Rai? Torna
a Sanremo Grillo? “Io a Sanremo ci
torno, ma con il mio spettacolo: vado
all’Ariston il 23 maggio. Ma mi vedo più
su Netflix che sulla Rai”. Niente
ventata di novità con Campo Dall’Orto?
“La ventata di novità è il canone dentro
la bolletta, dove il 40 per cento va a
finanziare i giornali. E poi, è il mezzo
che è vecchio a prescindere, lo ripeto.
E’ come ripristinare il telegramma. Il
mezzo è agonizzante”.
Simona Voglino Levy
Quanto è rilevante la Nato? Gli europei a caccia della loro anima marziana
(segue dalla prima pagina)
Nel 2011, l’allora segretario democratico alla Difesa Leon Panetta disse che la riluttanza agli investimenti nella Nato da
parte degli europei “erodeva la volontà
politica di fare qualcosa per loro”. Più o
meno gli stessi termini sono stati utilizzati da Bob Gates e Chuck Hagel, entrambi
ex capi del Pentagono repubblicani che
hanno lavorato nell’Amministrazione Obama. E anche Obama, intervistato dall’Atlantic, ha parlato di alleati “free riders”,
sostenendo appunto lo stesso principio: a
cosa servono le alleanze se poi il carico
delle missioni è sugli Stati Uniti? Secondo una rilevazione dell’anno scorso di Pew
Research, dal 2009 al 2015 la percezione favorevole della Nato presso il pubblico
americano è scesa dal 53 al 49 per cento:
il 56 per cento dei democratici è favorevole, contro il 43 per cento tra i repubblicani. Ma nel momento in cui si passa a parlare degli obblighi della Nato nella difesa
dei suoi partner, come nel caso di un’aggressione russa (che per i vertici dell’Alleanza è imminente), il 69 per cento dei repubblicani dice che Washington deve fornire assistenza militare, mentre tra i democratici la percentuale è del 47 per cento. Che è come dire: toccare la Nato è da
bruti come Trump, ma l’amore per la Nato è in declino ovunque. Cosa fare, allora?
Trump dice che anche gli americani dovrebbero investire di meno nell’Alleanza,
visto che è uno strumento vecchio e inefficace, mentre la maggior parte degli altri
critici, Obama per primo, vorrebbe stimolare gli alleati europei a un maggior impegno. Tara McKelvey, reporter della Bbc, ha
sezionato le proposte di Trump chiedendo
a esperti di politica estera di commentarle, e per quel che riguarda la Nato scrive
che, se l’impianto dell’Alleanza è fondamentale per gestire le relazioni internazionali, “dire cose brutte sulla Nato fa aumentare la pressione sugli europei, che
potrebbero così prendere con più serietà
l’Alleanza, e spenderci più soldi”. Siamo
sempre nell’ambito delle ipotesi, ma Ross
Douthat, commentatore conservatore del
New York Times, ha scritto che nel tempo
si potrebbero invertire anche i rapporti di
forza nella relazione transatlantica: a causa della tendenza isolazionista che attraversa l’America e i suoi candidati (anche
Bernie Sanders per dire), l’Europa potrebbe ritrovarsi a essere più Marte che Venere. L’élite statunitense è ancora molto marziana, ma si sa che non vive un momento di
grande popolarità. L’Europa è sempre venusiana, ma avendo gravi problemi di sicurezza, potrebbe riscoprire l’ascendenza
di Marte per compensare la ritrosia americana. (p.ped)
RAI WAY S.P.A.
Il Wisconsin di Walker e McCarthy inaugura una fase della corsa elettorale
(segue dalla prima pagina)
Trump ha già dimostrato di essere in
grado di produrre fenomenali illusioni ottiche, ma al voto del Wisconsin chi arriva
favorito è l’inseguitore Ted Cruz, che ha ricevuto l’endorsement di Walker. La speranza del senatore texano è trasformare
questa tappa delle primarie nel trampolino per un’inversione di tendenza. Il ragionamento non è innanzitutto sui numeri:
ogni delegato conta, ma i 42 del Wisconsin
(assegnati secondo il meccanismo “winner
takes most”, un maggioritario corretto) non
sono determinanti per costruire una vitto-
ria di Cruz, che punta a sopravvivere il più
a lungo possibile senza che la matematica
lo condanni a non ottenere i 1.237 delegati che servono per assicurarsi la nomination. A questo punto si ragiona per sottrazione, la misura della vittoria la fornisce
l’entità del danno inflitto a Trump, il quale si gioca delegato per delegato la possibilità di arrivare a luglio con la nomination
in tasca. Ma il Wisconsin è soprattutto un
test politico. Se Trump dovesse perdere sarebbe un rallentamento significativo, ma
non determinante, della sua corsa; se vince, si tratterebbe di un colpo brutale alla
legittimità politica di un partito che sta
macchinando in ogni modo per togliergli la
nomination con un colpo di mano.
In casa democratica, invece, la sfida è
sul “momentum”, lo slancio favorevole, la
rincorsa che permette di superare la salita successiva. Bernie Sanders è leggermente favorito su Hillary Clinton, e arriva da
cinque vittorie consecutive che hanno praticamente chiuso la stagione dei “caucus”,
format elettorale dove il giovane entusiasmo degli attivisti di Sanders rende particolarmente bene. Si tratta dunque di fare
un gesto inconsulto nella logica di Bernie,
ovvero capitalizzare, per superare quella
soglia di popolarità necessaria a rendere
credibile la (difficilissima) conquista dello
stato di New York il 19 aprile, dove l’ex senatrice spadroneggia, nonostante che l’accento locale sia Bernie ad averlo. E’ un
pattern: il pugnace Bernie mette insieme
momenti di entusiasmo nella speranza di
spiccare un balzo decisivo, Hillary macina
con rigore, metodo, sconfinate capacità
operative e freddezza talvolta meccanica
la maratona per la conquista della nomination.
Mattia Ferraresi
Via Teulada, 66 - 00195 Roma
Avviso per Indagine Mercato e Manifestazione di Interesse
Rai Way pubblica il presente avviso diretto ad attivare una ricerca di mercato per il
reperimento di operatori economici che possano presentare un’offerta, con indicazione anche del prezzo stimabile finalizzato all’individuazione dell’eventuale possibile
importo da porre a base di confronto concorrenziale o come base di negoziazione,
per la fornitura di sistemi integrati di bassa potenza per l’estensione dei MUX 2-3-4
in linea con quanto previsto agli artt. 22, 27, e 66 del Dlgs. 163/06. Informazioni riguardo alla presente indagine di mercato sono reperibili nella sezioni “Avvisi” del
profilo del committente www.raiwayfornitori.rai.it. Termine dell’indagine di mercato:
29/04/16 h 12.00, da inviare a: [email protected]. Info e documentazione su: www.raiwayfornitori.rai.it nella sezione “Avvisi”. Invio in GUUE: 23/03/16.
Il R.U.P. ing. Valentina De Simone
COMUNE DI TRECATE
Bando di gara - CIG 663134462E
Questo Comune indice una procedura aperta, tramite
il criterio dell’ offerta economicamente più vantaggiosa,
per la gestione dei servizi cimiteriali. Importo: €
459.025,00 compresa IVA. Durata: 5 anni. Ricezione
offerte: 16/05/2016 h 12. Apertura offerte: 19/05/2016
h 09. Invio alla GUUE: 23/03/2016.
Il R.U.P. dott.ssa Tiziana Pagani