pof isis ruggero 2013.14 edizione definitiva
Transcript
pof isis ruggero 2013.14 edizione definitiva
Presidenza 0973/823764 Segreteria 0973/823764 Fax 0973/823764 Codice Istituto PZIS01300D e-mail Cod. Fisc.91002140761 : [email protected] Traversa Ammiraglio Ruggero 85044 LAURIA PIANO DELL’OFFERTA FORMATIVA ISTITUTI ASSOCIATI : ISTITUTO PROFESSIONALE DI STATO PER L’INDUSTRIA E L’ARTIGIANATO INDIRIZZO: MANUTENZIONE E ASSISTENZA TECNICA - LAURIA ISTITUTO PROFESSIONALE DI STATO PER I SERVIZI COMMERCIALI “ NICOLA MIRAGLIA” – LAURIA ISTITUTO PROFESSIONALE DI STATO PER I SERVIZI SOCIO-SANITARI – LAURIA ISTITUTO PROFESSIONALE DI STATO PER I SERVIZI PER L’AGRICOLTURA E LO SVILUPPO RURALE “GIUSTINO FORTUNATO” - LAGONEGRO ANNO SCOLASTICO 2013-2014 1 Ordine e grado di scuola: ISTITUTO STATALE D’ISTRUZIONE SUPERIORE “RUGGERO DI LAURIA” Indirizzo: Traversa Ammiraglio Ruggero c.a.p.: 85044 Città: LAURIA E-mail: [email protected] Ufficio Presidenza: Tel. 0973/823764 Uffici Amministrativi: Tel. 0973/823764 Responsabile Amministrativo Tel. e Fax: 0973/823764 Codice fiscale: 91022140761 2 Prov.: PZ DATI SULL’ISTITUTO SUPERIORE ANNO 2013/2014 SCOLASTICO NUMERO 420 ALLIEVI 21 NUMERO di cui 1 articolata e 1 classe CLASSI serale presso l’I.P.S.C.T.S.S. NUMERO CORSI ORDINARI I.P.S.I.A. MAT : 3 I.P.S.C.T.S.S. : 4 I.P.A.A. : 2 TOTALI : 9 NUMERO CORSI = SPERIMENTALI NUMERO DOCENTI I.P.S.I.A. MAT : 24 I.P.S.C.T.S.S. : 42 I.P.A.A. : 19 TOTALE : 85 AA : 5 NUMERO UNITA’ AT : 6 PERSONALE ATA CS : 10 + 3 L.S.U. TOTALE : 24 3 I.P.S.I.A. MAT Tipo di Ind. Meccaniche sezione Ind. Elettriche Numero allievi Numero classi Numero docenti Indirizzo Telef. 140 I.P.S.C.T.S.S. Settore Turistico Gestione Aziendale Socio-Sanitario I.P.S.A.S.R. Settore servizi in agricoltura 182+25(serale) 73 10+1(serale) 5 24 42 19 Traversa Ammiraglio Ruggero Traversa Ammiraglio Ruggero S.P. Moliterno Lauria Lauria 0973/823764 0973 823764 6 di cui 1 Art. Fax Lagonegro 0973/21725 0973/21725 4 PREMESSA L’8 marzo 1999 è stato emanato il REGOLAMENTO SULL’AUTONOMIA Organizzativa e Didattica delle istituzioni scolastiche che è entrato in vigore il 1° settembre dell’anno 2000. Tale regolamento offre alle scuole una maggiore capacità di iniziativa nel campo amministrativo, organizzativo e didattico, prerogativa che si riassume nel concetto di “autonomia funzionale”, supportata dalle Regioni e dagli Enti locali che hanno avuto, negli ultimi anni, un più ampio conferimento di funzioni in materia di programmazione scolastico - territoriale e di integrazioni dei diversi sistemi formativi. L’aspetto più importante del Regolamento è rappresentato dall’offerta formativa esplicitata nel P.O.F. nel quale si descrive la progettazione curriculare, extracurriculare ed organizzativa delle scuole e si congiunge la dimensione nazionale del curricolo con quella locale. Per meglio rispondere alle specifiche domande degli utenti e della comunità si prevedono, in tale piano, attività opzionali, scelte all’interno di un quadro di offerte nazionali e attività elettive proposte direttamente dalla scuola, tenendo conto della tipologia e delle finalità della stessa e delle proposte della componente genitori alunni. Il Piano dell’Offerta Formativa è elaborato dal Collegio dei Docenti ed adottato dal Consiglio d’Istituto. Tale Piano è reso pubblico e consegnato agli alunni e alle famiglie all’atto dell’iscrizione. 5 Indicazioni strategiche e di sviluppo EUROPA 2020 Europa 2020 è la strategia decennale per la crescita sviluppata dall'Unione europea. Essa non mira soltanto a uscire dalla crisi che continua ad affliggere l'economia di molti paesi, ma vuole anche colmare le lacune del nostro modello di crescita e creare le condizioni per un diverso tipo di sviluppo economico, più intelligente, sostenibile e solidale. Per dare maggiore concretezza a questo discorso, l'UE si è data cinque obiettivi da realizzare entro la fine del decennio. Riguardano l'occupazione, l'istruzione, la ricerca e l'innovazione, l'integrazione sociale e la riduzione della povertà, il clima e l'energia. La strategia comporta anche sette iniziative prioritarie che tracciano un quadro entro il quale l'U.E. e i governi nazionali sostengono reciprocamente i loro sforzi per realizzare le priorità di Europa 2020, quali l'innovazione, l'economia digitale, l'occupazione, i giovani, la politica industriale, la povertà e l'uso efficiente delle risorse. Europa 2020 avrà successo solo con un'azione determinata e mirata a livello sia europeo che nazionale. A livello U.E. si stanno prendendo decisioni fondamentali per completare il mercato unico nei settori dei servizi, dell'energia e dei prodotti digitali e per investire in collegamenti transfrontalieri essenziali. A livello nazionale occorre rimuovere molti ostacoli alla concorrenza e alla creazione di posti di lavoro. Ma solo se gli sforzi saranno combinati e coordinati si avrà l'impatto voluto sulla crescita e l'occupazione. Ecco perché la realizzazione di Europa 2020 dipende in misura determinante dalle strutture e dai processi di governance che l'U.E. ha cominciato a introdurre dal 2010. Lo strumento più importante è il semestre europeo, un ciclo annuale di coordinamento economico che comporta indirizzi politici impartiti a livello UE dalla Commissione europea e dal Consiglio, impegni a realizzare riforme degli Stati membri e raccomandazioni specifiche per paese, elaborate dalla Commissione e sancite al più alto livello dai leader nazionali riuniti in sede di Consiglio europeo. I paesi membri sono tenuti a tener conto di queste raccomandazioni nelle loro politiche e nei loro bilanci. Crescita intelligente: Crescita intelligente significa migliorare le prestazioni dell'UE nei seguenti campi: • • • istruzione (incoraggiare le persone ad apprendere, studiare ed aggiornare le loro competenze) ricerca/innovazione (creazione di nuovi prodotti/servizi in grado di stimolare la crescita e l'occupazione per affrontare le sfide della società) società digitale (uso delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione Gli obiettivi dell'U.E. per la crescita intelligente comprendono: 1. 1. livelli di investimento (pubblico più privato) pari al 3% del PIL dell'UE, nonché condizioni migliori per la R&S e l'innovazione 2. 2. tasso di occupazione per donne e uomini di età compresa tra 20 e 64 anni al 75% entro il 2020, da conseguire offrendo maggiori opportunità lavorative, in particolare a donne, giovani, lavoratori più anziani e meno qualificate e immigrati regolari 3. 3. migliori risultati scolastici, in particolare: – riducendo gli abbandoni scolastici al di sotto del 10% – garantendo che almeno il 40% dei 30-34enni abbia un'istruzione universitaria (o equivalente) 6 Come l'UE intende promuovere la crescita intelligente Mediante tre iniziative prioritarie: 1. 1. Agenda digitale europea 2. Creare un mercato unico del digitale basato su Internet ad alta e altissima velocità e su applicazioni interoperabili: o entro il 2013: accesso alla banda larga per tutti o entro il 2020: accesso per tutti a velocità di Internet nettamente superiori (30 Mbp o più) o entro il 2020: almeno il 50% delle famiglie europee con connessioni Internet di oltre 100 Mbp. 3. 2. Unione dell’innovazione o riorientare la politica in materia di R&S e innovazione alle principali sfide della nostra società come i cambiamenti climatici, l'energia e l'uso efficiente delle risorse, la salute e l'evoluzione demografica o rafforzare tutti gli anelli della catena dell'innovazione, dalla ricerca più teorica alla commercializzazione 4. 3. Youth on the move o aiutare gli studenti e apprendisti a studiare all'estero o attrezzare i giovani a competere sul mercato del lavoro o migliorare le prestazioni e l'attrattiva internazionale delle università europee o migliorare i livelli di istruzione e formazione (eccellenza accademica, pari opportunità) Perché l'Europa ha bisogno di una crescita intelligente La minore crescita dell'UE rispetto ai suoi principali concorrenti è dovuta per lo più allo scarto di produttività causato in parte da: • • • minori investimenti in R&S e innovazione insufficiente uso delle tecnologie dell'informazione/comunicazione difficile accesso all'innovazione in alcune parti della società Ad esempio: • • Le imprese europee rappresentano attualmente soltanto un quarto del mercato mondiale delle tecnologie dell'informazione/comunicazione, del valore di 2 000 miliardi di euro. Il ritardo con cui si diffonde Internet ad alta velocità si ripercuote negativamente sulla capacità dell'Europa di innovare, diffondere conoscenza e distribuire beni e servizi, oltre ad accrescere l'isolamento delle aree rurali. 7 Istruzione/formazione • • • • • Circa il 25% degli scolari europei leggono con difficoltà. Troppi giovani lasciano la scuola senza qualifiche. I numeri riguardanti la scuola secondaria sono migliori, ma le qualifiche spesso non corrispondono alle esigenze del mercato del lavoro. Meno di un terzo degli europei di età compresa tra i 25 e i 34 anni hanno conseguito un diploma universitario (contro il 40% degli Stati Uniti e oltre il 50% del Giappone). Nelle classifiche le università europee non raggiungono i primi posti e soltanto 2 si collocano tra le 20 migliori università del mondo (vedere l'indice di Shangai (ARWU). Invecchiamento della popolazione • • • Poiché gli europei vivono più a lungo e hanno meno bambini, un numero sempre minore di lavoratori è tenuto a mantenere un numero crescente di pensionati, oltre a dover finanziare il sistema previdenziale. Attualmente il numero di ultrasessantenni aumenta a una velocità doppia rispetto a prima del 2007 (circa due milioni in più ogni anno contro un milione in precedenza). Un'economia della conoscenza più sviluppata e con maggiori opportunità può aiutare le persone a lavorare più a lungo e a ridurre la pressione sui sistemi previdenziali. Crescita sostenibile: per un'economia più efficiente sotto il profilo delle risorse, più verde e più competitiva. Crescita sostenibile significa: • • • • • • • costruire un'economia a basse emissioni di CO2 più competitiva, capace di sfruttare le risorse in modo efficiente e sostenibile tutelare l'ambiente, ridurre le emissioni e prevenire la perdita di biodiversità servirsi del ruolo guida dell'Europa per sviluppare nuove tecnologie e metodi di produzione verdi introdurre reti elettriche intelligenti ed efficienti sfruttare le reti su scala europea per conferire alle nostre imprese (specie le piccole aziende industriali) un ulteriore vantaggio competitivo migliorare l'ambiente in cui operano le imprese, in particolare le piccole e medie (PMI) aiutare i consumatori a fare delle scelte informate. Gli obiettivi dell'UE per la crescita sostenibile comprendono: 1. 1. ridurre le emissioni di gas serra del 20% rispetto ai livelli del 1990 entro il 2020. L'U.E. è pronta ad andare oltre e prevedere una riduzione del 30% se gli altri paesi sviluppati si assumono un impegno analogo e i paesi in via di sviluppo contribuiscono secondo le proprie capacità nell'ambito di un accordo globale 2. 2. aumentare la proporzione delle energie rinnovabili nel consumo finale al 20% 3. 3. cercare di aumentare del 20% l'efficienza energetica. 8 Come l'UE intende promuovere una crescita sostenibile Mediante due iniziative prioritarie: 1. 1. Un'Europa efficiente sotto il profilo delle risorse Per sostenere il passaggio verso un'economia efficiente sotto il profilo delle risorse e a basse emissioni di CO2, occorre scindere la crescita economica dall'uso delle risorse e dell'energia: o riducendo le emissioni di CO2 o promuovendo una maggiore sicurezza energetica o riducendo l'intensità in termini di risorse di ciò che usiamo e consumiamo 2. Una politica industriale per l'era della globalizzazione L'U.E. ha bisogno di una politica industriale che aiuti le imprese, specie quelle piccole, a far fronte alla globalizzazione, alla crisi economica e al passaggio verso un'economia a basse emissioni di CO2: o o sostenendo l'imprenditoria, per rendere le imprese europee più robuste e competitive prendendo in considerazione tutti gli elementi della catena del valore, che sta diventando sempre più internazionale, dall'accesso alle materie prime al servizio di assistenza alla clientela. Una tale politica può essere elaborata soltanto in stretta collaborazione con le imprese, i sindacati, il mondo accademico, le ONG e le associazioni dei consumatori. Perché l'Europa ha bisogno di una crescita sostenibile Eccessiva dipendenza dai combustibili fossili La nostra dipendenza dal petrolio, gas e carbone: • • • espone i consumatori e le imprese a dannosi e costosi shock dei prezzi minaccia la nostra sicurezza economica contribuisce al cambiamento del clima. Risorse naturali La concorrenza mondiale per le risorse naturali si accentuerà esercitando pressioni sull'ambiente. L'UE può contribuire a ridurre tali pressioni mediante politiche di sviluppo sostenibile. Cambiamenti climatici • • Per conseguire i nostri obiettivi climatici dobbiamo ridurre più rapidamente le emissioni e sfruttare le nuove tecnologie, come l'energia eolica e solare e i metodi di cattura e sequestro dell'anidride carbonica (CO2). Dobbiamo inoltre aumentare la resistenza delle nostre economie ai rischi climatici, così come la nostra capacità di prevenzione e risposta alle catastrofi. 9 Competitività • • • • • soluzioni verdi, specie di fronte alla crescente concorrenza della Cina e dell'America settentrionale. Centrando gli obiettivi energetici si potrebbero risparmiare entro il 2020 60 miliardi di euro sulle importazioni di petrolio e gas, un aspetto fondamentale sia per la sicurezza energetica che per ragioni economiche. Un'ulteriore integrazione del mercato energetico europeo potrebbe comportare una crescita del P.I.L. dello 0,6-0,8%. Facendo fronte al 20% del fabbisogno energetico dell'Europa mediante fonti energetiche rinnovabili si potrebbero creare oltre 600 000 posti di lavoro nell'U.E, nonché altri 400 000 se si consegue l'obiettivo del 20% relativo all'efficienza energetica. I nostri impegni di riduzione delle emissioni vanno rispettati in modo da massimizzare i vantaggi e ridurre al minimo i costi, anche mediante la diffusione di soluzioni tecnologiche innovative.L'U.E. deve migliorare la sua produttività e competitività e mantenere la leadership per le Crescita solidale: un'economia con un alto tasso di occupazione che favorisca la coesione economica, sociale e territoriale Crescita solidale significa: • • • • aumentare il tasso di occupazione dell'U.E. con un numero maggiore di lavori più qualificati, specie per donne, giovani e lavoratori più anziani aiutare le persone di ogni età a prevedere e gestire il cambiamento investendo in competenze e formazione modernizzare i mercati del lavoro e i sistemi previdenziali garantire che i benefici della crescita raggiungano tutte le parti dell'UE Gli obiettivi dell'U.E. per la crescita solidale comprendono: 1. 1. tasso di occupazione per donne e uomini di età compresa tra 20 e 64 anni al 75% entro il 2020, da conseguire offrendo maggiori opportunità lavorative, in particolare a donne, giovani, lavoratori più anziani e meno qualificate e immigrati regolari 2. 2. migliori risultati scolastici, in particolare: – riducendo gli abbandoni scolastici al di sotto del 10% – garantendo che almeno il 40% dei 30-34enni abbia completato un'istruzione universitaria (o equivalente) 3. 3. almeno 20 milioni di persone a rischio o in situazione di povertà ed emarginazione in meno 10 Come l'U.E. intende promuovere una crescita solidale Mediante due iniziative prioritarie: 1. 1. Agenda per nuove competenze e nuovi lavori o per i singoli: aiutare le persone ad acquisire nuove competenze, adeguarsi ad un mercato del lavoro in continua evoluzione e cambiare proficuamente carriera professionale o per la collettività: modernizzare i mercati del lavoro per aumentare i livelli di occupazione, ridurre la disoccupazione, accrescere la produttività del lavoro e garantire la sostenibilità dei nostri modelli sociali 2. 2. Piattaforma europea contro la povertà o garantire la coesione economica, sociale e territoriale o garantire il rispetto dei diritti fondamentali dei poveri ed emarginati, aiutandoli a vivere in modo dignitoso e a partecipare attivamente alla società o prevedere un sostegno per aiutare le persone ad integrarsi nelle comunità in cui vivono, ottenere una formazione, trovare un lavoro e avere accesso alle prestazioni sociali. Anche le politiche e i fondi per lo sviluppo regionale sostengono la crescita solidale riducendo le disparità tra le diverse regioni e facendo sì che i vantaggi della crescita raggiungano tutte le aree dell'UE. Perché l'Europa ha bisogno di una crescita solidale Occupazione • • • • In Europa la manodopera è in flessione a causa dell'evoluzione demografica, per cui sempre meno lavoratori mantengono un numero crescente di persone inattive. L'Unione europea deve aumentare il tasso di occupazione globale: è infatti particolarmente basso per le donne (63% contro il 76% per gli uomini dai 20 ai 64 anni) e i lavoratori più anziani, di età compresa tra i 55 e i 64 anni (46% rispetto al 62% di Stati Uniti e Giappone). L'orario di lavoro degli europei è del 10% inferiore a quello degli americani e giapponesi. La crisi economica ha prodotto un'elevata disoccupazione giovanile, che supera il 21%, rendendo difficile la ricerca di una lavoro per chi non ce l'ha. Competenze • • • L'UE conta circa 80 milioni di persone con competenze scarse o elementari che sfruttano meno le opportunità di apprendimento permanente di quelle più istruite. Entro il 2020, 16 milioni di nuovi impieghi richiederanno qualifiche elevate, mentre quelli che richiedono livelli di competenza inferiori saranno 12 milioni in meno. Acquisire e perfezionare competenze è più importante che mai. Lotta alla povertà • Già prima della crisi le persone a rischio di povertà erano 80 milioni, tra cui 19 milioni di bambini. L'8% delle persone attive non guadagnano abbastanza per superare la soglia di povertà 11 CONTESTO SOCIO - ECONOMICO - CULTURALE LAURIA ASPETTI FISICI Lauria, con una superficie territoriale di 175,66 Kmq e, una densità di 79,76 abitanti per Kmq, è il più popoloso dei 12 comuni del territorio del Lagonegrese (14.011 abitanti secondo i dati ISTAT del 1996, con un aumento della popolazione dell’ 1,85% nel quinquennio 91-96). Il paese è composto da un centro, dove sono concentrati la maggior parte dei servizi, e un comprensorio molto vasto con frazioni molto popolate. Situato a 430 m. s.l., dista solo 20 Km dal mar Tirreno, si colloca alle falde della catena montuosa del Sirino (2007 m) ed è in prossimità del massiccio del Pollino (2248 m). La vera essenza del paesaggio è proprio la montagna Appenninica, che, con le sue originali forme insediative, ripropone un intreccio tra presenze dell’uomo, arte e natura che si esprime a Lauria con aree che si susseguono le une sulle altre, come a cercare una difesa nell’assemblaggio. Al centro della valle del Noce e dei paesi facenti parte del territorio, Lauria costituisce un importante punto di riferimento per i numerosi paesi limitrofi (Rivello, Trecchina, Noepoli, Lagonegro, Latronico, Castelluccio Superiore e Inferiore, Viggianello, Rotonda). Il suo vasto territorio è attraversato dalla A3 Sa-Rc, dalla super strada del Noce (ss 5859) e da quella del Sinni ( ss 104), che garantiscono collegamenti viari efficienti con le regioni della Calabria e della Campania, nonché con la provincia di Matera. ASPETTI SOCIO-ECONOMICI L’economia lauriota è legata soprattutto al settore terziario che accoglie il 43,10% di lavoratori. Infatti numerose sono le attività commerciali, Enti, uffici e scuole; le industrie e le piccole imprese artigianali accolgono il 36.3% e l’agricoltura il 20.88%, limitata però al fabbisogno familiare. Sono assenti le grandi industrie. Ciò, se da un lato ha nuociuto all’occupazione, dall’altro ha preservato l’ambiente dal degrado, perciò questa zona del sud della Basilicata conserva per molti versi intatto il suo fascino naturale. Nel piano di sviluppo regionale, il futuro di questa area più che ad un decollo industriale o commerciale sembra essere legato proprio alla valorizzazione delle risorse ambientali e turistiche (vedi “ Progetto di Patto Territoriale” per l’area sud della Basilicata, dove Lauria è presente con 35 progetti,“Programma leader 1”, “Programma leader 2”, “Progetto Mare-Monti-Terme”, che prevede la valorizzazione turistica del massiccio del Sirino). La vicinanza con la fascia costiera lucana del Tirreno, la prossimità del Sirino e del Pollino, nonché l’amenità dei paesi vicini, dei boschi, di piccoli laghi, sembrano far nutrire speranze per un potenziamento della ricettività turistica. Attualmente 4 sono gli hotel che hanno una disponibilità di 107 camere e 202 letti. Il “Progetto Sinni”, il “Progetto Mare-Monti-Terme”, il Parco Nazionale del Pollino, l’infrastrutturazione dell’area di Latronico appaiono, in prospettiva, occasioni di sviluppo e di occupazione. I servizi sociali esistenti nel comune di Lauria sono: il “Centro di prima infanzia” ubicato nel rione inferiore; Scuola materna : varie sedi sparse su tutto il territorio; due scuole medie; 1 polo secondario di secondo grado, che associa : Il Liceo Scientifico di Rotonda, ITIS (rione superiore), Liceo Classico (rione superiore); 1 polo secondario di secondo grado, che associa: I.P.S.I.A.-M.A.T. (rione inferiore), I.P.S.C.T.S.S. (rione inferiore)e I.P.S.A.S.R. sede di Lagonegro; tre palestre private; una tendostruttura comunale; due campi sportivi; campi da tennis. E’ presente un ospedale con 53 posti letto. Sono operativi un consultorio familiare, la CRI e l’AVIS. Il Banco di Napoli, la Banca Carime, la Banca Popolare di Bari, Banca Monte Dei Paschi Di Siena e la Banca Popolare del Mezzogiorno con i servizi bancari presenti sul territorio. L’ENEL, l’ufficio della massima occupazione, il Distretto scolastico, la Comunità Montana del Lagonegrese sono gli uffici operativi a Lauria. 12 ASPETTI CULTURALI Sul territorio sono presenti varie associazioni culturali autonome quali: “Mov”, “Tangram”, “Centro studi Dhrama”, “Il pedone”, “Circolo avvenimenti”, “Arca”, “Biblioteca comunale”, “Lega ambiente”, “La città pensata”. Associazioni sportive sono operative nell’ambito del ciclismo, dell’atletica leggera, del calcio e della pallavolo. La chiesa è presente sul territorio anche come centro di aggregazione. E’ stato allestito, di recente, un piccolo “museo” che raccoglie scritti e oggetti appartenuti al Beato Lentini Le attività teatrali e le proiezioni cinematografiche si svolgono presso la sala Conferenze del Centro Risorse ATOMIUM, in via Cerse dello Speziale, realizzato con i fondi strutturali dell’ U. E. presso l’I.S.I.S. “ MIRAGLIA”. EVENTI SIGNIFICATIVI DELLA STORIA DELLA SCUOLA L’ Istituto Professionale di Stato per l’Industria e l’Artigianato, manutenzione e assistenza tecnica, attualmente ospitato nell’edificio di piazza Ammiraglio Ruggero, è stato fondato nei primi del Novecento come Reale Scuola d’Arte e Mestieri. L’I.P.S.I.A.- M.A.T. è il più antico Istituto di Lauria: autonomo fino ad Agosto 1997, è stato prima aggregato all’I.T.I.S. di Lauria ( Settembre 1997) e nel Settembre 1998 all’ I.P.S.C.T.S.S. di Lauria; dal 1° settembre 2000 è stato associato all’ I.T.C. di Viggianello ed al Liceo Scientifico di Rotonda a costituire un nuovo polo. Dal 1° settembre 2009 è stato associato di nuovo all’ I.P.S.C.T.S.S.. di Lauria, perdendo il Liceo Scientifico di Rotonda che è passato al I.S.I.S. “Miraglia”. Dall’anno scolastico 2011/2012, dopo una ulteriore razionalizzazione, all’I.S.I.S. “RUGGERO” è stato associato l’I.P.S.A.S.R sede coordinata di Lagonegro . L’I.T.C. di Viggianello , invece, è stato associato all’ istituto comprensivo dello stesso comune, facendo nascere un istituto di tipo omnicomprensivo. 13 CONTESTO SOCIO - ECONOMICO - CULTURALE LAGONEGRO Breve storia dell’Istituto “Giustino Fortunato” di Potenza Nel 1955 viene istituito in Potenza l’Istituto Professionale di Stato per l’Agricoltura per la Lucania. Il Ministro della Pubblica Istruzione-Direzione Generale Istruzione Tecnica-Divisione VII (Istruzione Professionale), d’intesa con la Cassa del Mezzogiorno, con il Dicastero dell’Agricoltura e delle Foreste, e secondo la decisione del Comitato dei Ministri per il Mezzogiorno, dispone, con nota di prot. 451 del 16/02/1955, l’istituzione di un Istituto Professionale per l’Agricoltura con sede centrale in Potenza. Il DPR n. 1695 del 22 maggio 1956 istituiva , in via definitiva, in Potenza l’Istituto Professionale di Stato per l’Agricoltura per la Lucania, con decorrenza retroattiva 1 ottobre 1955 (pubblicato sulla G.U. della Repubblica del 23/05/1957, n.130, parte I). Gli Uffici di Presidenza vennero ubicati, in via provvisoria, presso la Camera del Commercio in Potenza, mentre le scuole coordinate vennero istituite a: S. Teodoro, Scanzano e la Martella in provincia di Matera; Lagopesole, Atella, Rionero e Gaudiano in provincia di Potenza. Nel 1960 l’Istituto Professionale di Stato per l’Agricoltura per la Lucania venne scisso, con nota Prot. 1981 del 12 marzo 1960 del Ministro della Pubblica Istruzione – Ispettorato Generale per l’Istruzione Tecnica e Professionale- tra le due province di Potenza e di Matera. Vengono istituite le scuole coordinate di Genzano di Lucania, Castel Lagopesole, Sant’Arcangelo e Lagonegro. Nel 1998 viene aperta la sede di Potenza ( dove fino allora avevano funzionato solo gli uffici di Presidenza e Segreteria). A partire dall’anno scolastico 2010/11, con l’avvio della riforma “Gelmini”, l’Istituto assume la denominazione di “Istituto Professionale per i Servizi in Agricoltura e lo Sviluppo Rurale”. Dall’ anno scolastico 2011/2012 è stato associato all’I.S.I.S. “RUGGERO” di Lauria. 14 POSIZIONE PREVALENTE DELLA STRUTTURA ECONOMICA PER POPOLAZIONE ATTIVA IN RIFERIMENTO AI VALORI MEDI PERCENTUALI DEL TERRITORIO Comunità Montana Provincia Potenza Regione AGRICOLTURA 17,33% 19,09% 19,05% Industria 33,79% 31,91% 31,81% Terziario 48,88% 48,99% 49,14% 15 I.P.S.S.C.T. LAURIA I.P.S.A.S.R. Lagonegro IPSIA LAURIA Unica in Trav. Amm. Ruggero con con con 1 14 biblioteca 16 6 1 1 1 1 biblioteca 1 biblioteca 1 0 0 5 2 1 1 0 2 1 16 3 1 1 1 ALTRO CONFERENZE TELEVIDEO AULA PALESTRA BIBLIOTECA LABORATORI AULE MAGNA AULA TECNICI AMM.VI E SERVIZI PROFESSORI SALA PRESIDENZA SCUOLE RISORSE DELLA SCUOLA Magazzino Ufficio Tecnico Azienda agraria Magazzini IDENTITÀ DELL’ I. S. I. S. “RUGGERO” Gli allievi, che frequentano le istituzioni scolastiche del nostro polo, provengono da una realtà socio – economica caratterizzata da una società solo in parte uscita dalla civiltà contadina, ma che tuttavia non ha ancora assunto la connotazione di una struttura produttiva che, attraverso la piccola e media imprenditoria, sia capace di sviluppare le potenzialità naturalisticoambientali intrinseche del territorio. I giovani intravedono un futuro incerto a causa della scarsa disponibilità di lavoro e anche a causa della mancanza di punti fermi quali i valori della società precedente pian piano soppiantati da un individualismo, un qualunquismo ed un consumismo che li disorientano in maniera preoccupante. Il nostro I.S.I.S. si propone, quindi, obiettivi culturali, che si identificano con quelli della scuola in generale, ma che tengono conto delle esigenze dei giovani: • favorire la maturazione di rapporti sociali ed affettivi; • favorire la comprensione dei vari aspetti della vita al fine di migliorare i rapporti con gli altri ed essere membri attivi e responsabili all’interno dei gruppi organizzati; • saper rispettare e promuovere i diritti umani; • recuperare la “memoria” del paese per poter meglio interagire col territorio e le sue Agenzie culturali; • acquisire competenze e comportamenti idonei al fine di entrare a far parte di organizzazioni e associazioni culturali, politiche, sindacali; • saper fruire ed utilizzare consapevolmente i mass-media; • ampliare la sfera delle esperienze tramite l’organizzazione di attività aperte al contatto con la realtà socio – economico – culturale locale, nazionale ed europea; • migliorare metodi, tecniche ed abitudini nello studio e nel lavoro; • acquisire una cultura ed una formazione polivalente e flessibile; • acquisire coscienza della necessità di uno sviluppo sostenibile; • saper utilizzare il dialogo quale strumento di risoluzione delle controversie relazionali; • acquisire una cultura della “diversità” che rispetti e valorizzi “l’altro” come risorsa per la comune crescita civile; • favorire l’inserimento degli alunni portatori di Handicap IN SEGUITO ALL’ENTRATA IN VIGORE DELLA SECONDARIA SUPERIORE DALL’A.S. 2013/2014 RIFORMA DELLA SCUOLA VENGONO INTRODOTTE, PER LE CLASSI PRIME, SECONDE, TERZE E QUARTE RILEVANTI NOVITA’ RIGUARDANTI IL PERCORSO SCOLASTICO CHE PORTERA’ ALLA FORMULAZIONE DI NUOVI TITOLI DI STUDIO, NUOVE DISCIPLINE, NUOVO MONTE ORARIO, ETC.. LE CLASSI QUINTE CONTINUERANNO CON IL VECCHIO ORDINAMENTO. 17 I. P. S. I. A. - M.A.T. PROFILI PROFESSIONALI ED OBIETTIVI FORMATIVI Indirizzo “Manutenzione e assistenza tecnica” Profilo Il Diplomato di istruzione professionale nell’indirizzo “Manutenzione e assistenza tecnica” possiede le competenze per gestire, organizzare ed effettuare interventi di installazione e manutenzione ordinaria, di diagnostica, riparazione e collaudo relativamente a piccoli sistemi, impianti e apparati tecnici, anche marittimi. Le sue competenze tecnico-professionali sono riferite alle filiere dei settori produttivi generali (elettronica, elettrotecnica, meccanica, termotecnica ed altri) e specificamente sviluppate in relazione alle esigenze espresse dal territorio. È in grado di: controllare e ripristinare, durante il ciclo di vita degli apparati e degli impianti, la conformità del loro funzionamento alle specifiche tecniche, alle normative sulla sicurezza degli utenti e sulla salvaguardia dell’ambiente; osservare i principi di ergonomia, igiene e sicurezza che presiedono alla realizzazione degli interventi; organizzare e intervenire nelle attività per lo smaltimento di scorie e sostanze residue, relative al funzionamento delle macchine, e per la dismissione dei dispositivi; utilizzare le competenze multidisciplinari di ambito tecnologico, economico e organizzativo presenti nei processi lavorativi e nei servizi che lo coinvolgono; gestire funzionalmente le scorte di magazzino e i procedimenti per l’approvvigionamento; reperire e interpretare documentazione tecnica; assistere gli utenti e fornire le informazioni utili al corretto uso e funzionamento dei dispositivi; agire nel suo campo di intervento nel rispetto delle specifiche normative ed assumersi autonome responsabilità; segnalare le disfunzioni non direttamente correlate alle sue competenze tecniche; operare nella gestione dei sevizi, anche valutando i costi e l’economicità degli interventi. 18 A conclusione del percorso quinquennale, il diplomato in “Manutenzione e assistenza tecnica” consegue i risultati di apprendimento descritti nel punto 2.3 dell’allegato A), di seguito descritti in termini di competenze di base trasversali di Cittadinanza, cioè competenze di carattere metodologiche e strumentali e naturalmente secondo gli assi culturali; cioè deve essere in grado di : 1. comprendere, interpretare e analizzare schemi di impianti; 2. utilizzare, attraverso la conoscenza e l’applicazione della normativa sulla sicurezza, strumenti e tecnologie specifiche; 3. utilizzare la documentazione tecnica prevista dalla normativa per garantire la corretta funzionalità di apparecchiature, impianti e sistemi tecnici per i quali cura la manutenzione; 4. individuare i componenti che costituiscono il sistema e i vari materiali impiegati, allo scopo di intervenire nel montaggio, nella sostituzione dei componenti e delle parti, nel rispetto delle modalità e delle procedure stabilite; 5. utilizzare correttamente strumenti di misura, controllo e diagnosi, eseguire le regolazioni dei sistemi e degli impianti ; 6. garantire e certificare la messa a punto degli impianti e delle macchine a regola d’arte, collaborando alla fase di collaudo e installazione; 7. gestire le esigenze del committente, reperire le risorse tecniche e tecnologiche per offrire servizi efficaci e economicamente correlati alle richieste. Le competenze dell’indirizzo « Manutenzione e assistenza tecnica » sono sviluppate e integrate in coerenza con le filiere produttive. L’I.P.S.I.A. – M.A.T. è l’unica scuola dell’intero distretto che offre ai giovani studi professionali ad indirizzo industriale ed artigianale. L’istruzione professionale si colloca nella fascia dell’istruzione secondaria di secondo grado ed ha lo scopo di preparare forze operative per l’assolvimento di mansioni di ordine tecnicoesecutivo, qualificate, pratiche e tecniche, nei vari settori di attività produttiva ed economica sia nazionali che comunitari. SEZIONI DI QUALIFICA Le sezioni di qualifica sono articolate in corsi triennali al termine dei quali si consegue il “Diploma di qualifica professionale” (diploma di secondo livello regionale per quanto riguarda le prime, le seconde e terze ) mediante un esame finale con commissione interna. Ai corsi di qualifica si accede con il diploma di licenza media. I giovani che abbiano conseguito la qualifica possono rivolgersi al mondo del lavoro, oppure proseguire gli studi frequentando i corsi post-qualifica. 19 CORSI POST- QUALIFICA I corsi post-qualifica sono articolati sull’ultimo anno ( solo classe V ) alla fine della quale si consegue il “Diploma di maturità professionale” mediante l’Esame di Stato. Il Diploma di maturità professionale permette ai giovani di inserirsi con competenza e capacità nel mondo del lavoro, ma anche di poter proseguire gli studi universitari. La versatilità, le esperienze scuola-lavoro, la continua verifica delle richieste del mercato del lavoro e la capacità di adattamento delle competenze in uscita alle esigenze del mondo produttivo, fanno dell’istruzione professionale una scuola moderna, attenta ed al passo con le evoluzioni tecnologiche e tecniche. • Perché scegliere l’Istruzione Professionale? La società oggi vede una continua evoluzione tecnologica in tutti i settori e ciò fa nascere l’esigenza di un continuo e preciso aggiornamento. L’Istruzione professionale grazie al “Progetto 92” prima e la Riforma Gelmini dopo hanno rivisto ed aggiornato i contenuti in funzione delle moderne esigenze del mondo del lavoro. Per l’adeguata formazione professionale dei giovani sono previste esperienze scuola - lavoro attraverso attività di simulazione e stage presso aziende qualificate. In tal modo l’istruzione professionale è in grado di fornire ai giovani una preparazione culturale, scientifica e tecnica che consente loro di inserirsi in modo adeguato ed attivo nella realtà produttiva, sia come dipendente che come datore di lavoro, perché idoneo alla conduzione di imprese artigianali. Nell’ambito dell’ I.P.S.I.A.- M.A.T. di Lauria sono presenti i seguenti indirizzi: manutenzione ed assistenza tecnica per le classi prime, seconde e terze e quarte meccanico ed elettrico per le classi quinte. • Che attitudini e capacità deve avere il giovane che intende frequentare un istituto Professionale? Deve possedere: ♦ predisposizione alle attività tecnico - pratiche specifiche di ogni indirizzo; ♦ apertura mentale che gli consenta di spaziare nel campo tecnologico in continua evoluzione; ♦ inclinazione ad essere guidato ed indotto ad acquisire capacità progettuali, creative, esecutive, decisionali; ♦ amore, passione, attaccamento al lavoro. ♦ Descrizione ed articolazione degli anni di corso. Per quanto riguarda l’anno scolastico 2013/2014 si ha ancora la possibilità di conseguire, alla fine del terzo anno, il Diploma di qualifica professionale vecchio Ordinamento per : Manutenzione e assistenza tecnica ( M.A.T.). Dopo il conseguimento della qualifica il giovane può accedere ai corrispondenti corsi post qualifica per il conseguimento della maturità professionale. 20 PROFILI PROFESSIONALI DEI CORSI DI QUALIFICA Manutenzione e assistenza tecnica ( M.A.T.). ◊ Dopo il biennio comune il giovane, al termine della frequenza del terzo anno, conseguirà il Diploma di Qualifica Manutenzione e assistenza tecnica (M.A.T.). Dovrà essere in grado di : conoscere le varie tecnologie e la lavorabilità dei differenti materiali; conoscere il corretto funzionamento delle macchine, degli utensili e degli attrezzi; conoscere le tecniche dei comandi automatici; essere disponibile alla flessibilità in modo da poter affrontare, analizzare e risolvere nuove situazioni. conoscere i principi di funzionamento e la componentistica degli impianti elettrici, sia civili che industriali; saper realizzare un corretto impianto elettrico, nel rispetto delle norme CEI; conoscere i principi di funzionamento delle macchine elettriche; essere disponibile alla flessibilità in modo da poter affrontare, analizzare e risolvere nuove situazion PROFILI PROFESSIONALI DEL CORSO DI DIPLOMA DI MATURITA’ LEGENDA Corso di qualifica ( al termine della classe terza) Sigla Denominazione M.A.T. Manutenzione e assistenza tecnica Corso post – qualifica ( solo per le classi quinte) (Maturità Professionale) Sigla Denominazione TIM Tecnico delle Industrie Meccaniche TIEL Tecnico delle Industrie Elettriche 21 I.P.S.C.T.S.S. PROFILI PROFESSIONALI ED OBIETTIVI DELLA SCUOLA Indirizzo “Servizi commerciali” PROFILO Il Diplomato di istruzione professionale nell’indirizzo “Servizi commerciali“ ha competenze professionali che gli consentono di supportare operativamente le aziende del settore sia nella gestione dei processi amministrativi e commerciali sia nell’attività di promozione delle vendite. In tali competenze rientrano anche quelle riguardanti la promozione dell’immagine aziendale attraverso l’utilizzo delle diverse tipologie di strumenti di comunicazione, compresi quelli pubblicitari. Si orienta nell’ambito socio-economico del proprio territorio e nella rete di interconnessioni che collega fenomeni e soggetti della propria regione con contesti nazionali ed internazionali. E’ in grado di: ricercare ed elaborare dati concernenti mercati nazionali e internazionali; contribuire alla realizzazione della gestione commerciale e degli adempimenti amministrativi ad essa connessi; contribuire alla realizzazione della gestione dell’area amministrativo–contabile; contribuire alla realizzazione di attività nell’area marketing; collaborare alla gestione degli adempimenti di natura civilistica e fiscale; utilizzare strumenti informatici e programmi applicativi di settore; organizzare eventi promozionali; utilizzare tecniche di relazione e comunicazione commerciale, secondo le esigenze del territorio e delle corrispondenti declinazioni; comunicare in almeno due lingue straniere con una corretta utilizzazione della terminologia di settore; collaborare alla gestione del sistema informativo aziendale. A conclusione del percorso quinquennale, il diplomato in “Servizi commerciali” consegue i risultati di apprendimento descritti nel punto 2.2 dell’allegato A), di seguito descritti in termini di competenze di base trasversali di Cittadinanza, cioè competenze di carattere metodologiche e strumentali e naturalmente secondo gli assi culturali; cioè deve essere in grado di : 1. individuare le tendenze dei mercati locali, nazionali e internazionali; 2. interagire nel sistema azienda e riconoscere i diversi modelli di strutture organizzative aziendali; 3. svolgere attività connesse all’attuazione delle rilevazioni aziendali con l’utilizzo di strumenti tecnologici e software applicativi di settore; 4. contribuire alla realizzazione dell’amministrazione delle risorse umane con riferimento alla gestione delle paghe, al trattamento di fine rapporto ed ai connessi adempimenti previsti dalla normativa vigente; 5. interagire nell’area della logistica e della gestione del magazzino con particolare attenzione alla relativa contabilità; 6. interagire nell’area della gestione commerciale per le attività relative al mercato e finalizzate al raggiungimento della customer satisfaction; 7. partecipare ad attività dell’area marketing ed alla realizzazione di prodotti pubblicitari; 8. realizzare attività tipiche del settore turistico e funzionali all’organizzazione di servizi per la valorizzazione del territorio e per la promozione di eventi; 9. applicare gli strumenti dei sistemi aziendali di controllo di qualità e analizzare i risultati; 10. interagire col sistema informativo aziendale anche attraverso l’uso di strumenti informatici e telematici. 22 L’I.P.S.C.T.S.S. “N. Miraglia” offre un percorso formativo che risponde alla vocazione economica di un territorio sempre più interessato allo sviluppo del terziario, delle aziende e del settore turistico. Dall’ anno scolastico 2005/2006 è stato istituito un corso serale per lavoratori attualmente funzionante solo per la classe seconda socio-sanitario. L’istituto assicura, infatti, due indirizzi di studio nel settore turistico e in quello della gestione aziendale; dall’anno scolastico 2011/2012 nasce un nuovo indirizzo : il socio-sanitario. SETTORE TURISTICO (solo classe quinta sez. B) Il Tecnico dei Servizi Turistici, titolo conseguito alla fine del quinto anno, è una figura professionale di secondo livello, attento conoscitore del fenomeno turistico, che trova inserimento lavorativo in agenzie di viaggi, nelle strutture turistiche ricettive, negli enti pubblici per la promozione turistica, nelle agenzie e negli uffici turistici Al termine degli studi possiede: • un’ampia cultura di base che gli conferisce flessibilità e affidabilità; • capacità di interpretare le problematiche e le tendenze del mondo circostante; • conoscenza scritta e parlata delle lingue straniere; • padronanza nell’utilizzo degli strumenti informatici; • conoscenze specifiche riguardanti i prodotti turistici, le fasce di utenza, i canali del marketing; • esperienze lavorative nel settore. GESTIONE AZIENDALE ( solo classe quinta sez. A ) L’Operatore della Gestione Aziendale, titolo conseguito dopo il terzo anno solo per l’attuale classe quinta, è una figura professionale che trova destinazione occupazionale presso enti e presso piccole e medie imprese. Al termine del corso possiede: • competenze nella gestione della scrittura e nello svolgimento di mansioni esecutive del lavoro d’ufficio; • la capacità di svolgere compiti di redazione della corrispondenza ordinaria, di protocollo e di archivio, di eseguire e rielaborare rilevazioni contabili; • competenze nell’uso degli strumenti informatici. Il Tecnico della gestione aziendale – indirizzo informatico, consegue il titolo alla fine del quinto anno. E’ una figura del quadro intermedio di secondo livello, che trova inserimento lavorativo nelle piccole, medie e grandi aziende, negli Uffici della pubblica amministrazione e negli enti territoriali di livello intermedio. Al termine del corso possiede: • la conoscenza delle strutture organizzative e di meccanismi aziendali; • capacità di utilizzare metodi e tecniche contabili ed extra contabili, di elaborare documenti contabili ufficiali; • capacità di gestire il mezzo informatico; • capacità organizzativo-aziendale e di valorizzazione delle risorse; • capacità di relazione con il territorio; • esperienze lavorative nel settore. 23 OPERATORE SOCIO-SANITARIO Il Diplomato di istruzione professionale dell’indirizzo “Servizi socio-sanitari” possiede le competenze necessarie per organizzare ed attuare interventi adeguati alle esigenze socio-sanitarie di persone e comunità, per la promozione della salute e del benessere biopsico-sociale. È in grado di: partecipare alla rilevazione dei bisogni socio-sanitari del territorio attraverso l’interazione con soggetti istituzionali e professionali; rapportarsi ai competenti Enti pubblici e privati anche per orientare l’utenza verso idonee strutture; intervenire nella gestione dell’impresa socio-sanitaria e nella promozione di reti di servizio per attività di assistenza e di animazione sociale; applicare la normativa vigente relativa alla privacy e alla sicurezza sociale e sanitaria; organizzare interventi a sostegno dell’inclusione sociale di persone, comunità e fasce deboli; interagire con gli utenti del servizio e predisporre piani individualizzati di intervento; individuare soluzioni corrette ai problemi organizzativi, psicologici e igienico-sanitari della vita quotidiana; utilizzare metodi e strumenti di valutazione e monitoraggio della qualità del servizio erogato nell’ottica del miglioramento e della valorizzazione delle risorse. A conclusione del percorso quinquennale, il diplomato in “ Operatore dei servizi socio-sanitari ” consegue i risultati di apprendimento descritti nel punto 2.2 dell’allegato A), di seguito descritti in termini di competenze di base trasversali di Cittadinanza, cioè competenze di carattere metodologiche e strumentali e naturalmente secondo gli assi culturali; cioè deve essere in grado di : 1. utilizzare metodologie e strumenti operativi per collaborare a rilevare i bisogni socio-sanitari del territorio e concorrere a predisporre ed attuare progetti individuali, di gruppo e di comunità. 2. gestire azioni di informazione e di orientamento dell’utente per facilitare l’accessibilità e la fruizione autonoma dei servizi pubblici e privati presenti sul territorio. 3. collaborare nella gestione di progetti e attività dell’impresa sociale ed utilizzare strumenti idonei per promuovere reti territoriali formali ed informali. 4. contribuire a promuovere stili di vita rispettosi delle norme igieniche, della corretta alimentazione e della sicurezza, a tutela del diritto alla salute e del benessere delle persone. 5. utilizzare le principali tecniche di animazione sociale, ludica e culturale. 6. realizzare azioni, in collaborazione con altre figure professionali, a sostegno e a tutela della persona con disabilità e della sua famiglia, per favorire l’integrazione e migliorare la qualità della vita. 7. facilitare la comunicazione tra persone e gruppi, anche di culture e contesti diversi, attraverso linguaggi e sistemi di relazione adeguati. 8. utilizzare strumenti informativi per la registrazione di quanto rilevato sul campo. 9. raccogliere, archiviare e trasmettere dati relativi alle attività professionali svolte ai fini del monitoraggio e della valutazione degli interventi e dei servizi. 24 SERVIZI COMMERCIALI, TURISTICI E SOCIO-SANITARI Percorsi e opportunità Corsi Post-diploma Diploma di Tecnico dei Servizi Turistici Mondo del lavoro Università DIPLOMA DI SPECIALIZZAZIONE II LIVELLO RILASCIATO DALLA REGIONE Diploma di Tecnico Gestione Aziendale Qualifica di Operatore Aziendale BIENNIO COMUNE SPERIMENTAZIONE ALTERNANZA SCUOLALAVORO NELLE SECONDE CLASSI SCUOLA MEDIA 25 I.P.S.A.S.R. PROFILI PROFESSIONALI ED OBIETTIVI DELLA SCUOLA Indirizzo “Servizi per l’agricoltura e lo sviluppo rurale” PROFILO Il Diplomato di istruzione professionale, nell’indirizzo “Servizi per l’agricoltura e lo sviluppo rurale”, possiede competenze relative alla valorizzazione, produzione e commercializzazione dei prodotti agrari ed agroindustriali. È in grado di: gestire il riscontro di trasparenza, tracciabilità e sicurezza nelle diverse filiere produttive: agroambientale, agroindustriale, agri-turistico, secondo i principi e gli strumenti dei sistema di qualità; individuare soluzioni tecniche di produzione e trasformazione, idonee a conferire ai prodotti i caratteri di qualità previsti dalle normative nazionali e comunitarie; utilizzare tecniche di analisi costi/benefici e costi/opportunità, relative ai progetti di sviluppo, e ai processi di produzione e trasformazione; assistere singoli produttori e strutture associative nell’elaborazione di piani e progetti concernenti lo sviluppo rurale; organizzare e gestire attività di promozione e marketing dei prodotti agrari e agroindustriali; rapportarsi agli enti territoriali competenti per la realizzazione delle opere di riordino fondiario, miglioramento ambientale, valorizzazione delle risorse paesaggistiche e naturalistiche; gestire interventi per la prevenzione del degrado ambientale e nella realizzazione di strutture a difesa delle zone a rischio; intervenire in progetti per la valorizzazione del turismo locale e lo sviluppo dell’agriturismo, anche attraverso il recupero degli aspetti culturali delle tradizioni locali e dei prodotti tipici; gestire interventi per la conservazione e il potenziamento di parchi, di aree protette e ricreative. 26 A conclusione del percorso quinquennale, il diplomato in “ Servizi per l’agricoltura e lo sviluppo rurale ” consegue i risultati di apprendimento descritti nel punto 2.2 dell’allegato A), di seguito descritti in termini di competenze di base trasversali di Cittadinanza, cioè competenze di carattere metodologiche e strumentali e naturalmente secondo gli assi culturali; cioè deve essere in grado di: 1. Definire le caratteristiche territoriali, ambientali ed agroproduttive di una zona attraverso l’utilizzazione di carte tematiche. 2. Collaborare nella realizzazione di carte d’uso del territorio. 3. Assistere le entità produttive e trasformative proponendo i risultati delle tecnologie innovative e le modalità della loro adozione. 4. Interpretare gli aspetti della multifunzionalità individuati dalle politiche comunitarie ed articolare le provvidenze previste per i processi adattativi e migliorativi. 5. Organizzare metodologie per il controllo di qualità nei diversi processi, prevedendo modalità per la gestione della trasparenza, della rintracciabilità e della tracciabilità. 6. Prevedere ed organizzare attività di valorizzazione delle produzioni mediante le diverse forme di marketing. 7. Operare nel riscontro della qualità ambientale prevedendo interventi di miglioramento e di difesa nelle situazioni di rischio. 8. Operare favorendo attività integrative delle aziende agrarie mediante realizzazioni di agriturismi, ecoturismi, turismo culturale e folkloristico. 9. Prevedere realizzazioni di strutture di verde urbano, di miglioramento delle condizioni delle aree protette, di parchi e giardini. 10. Collaborare con gli Enti locali che operano nel settore, con gli uffici del territorio, con le organizzazioni dei produttori, per attivare progetti di sviluppo rurale, di miglioramenti fondiari ed agrari e di protezione idrogeologica. OPERATORE AGROAMBIENTALE (solo per la classe terza dell’anno scolastico in corso) L’operatore agroambientale qualificato è un esperto del settore primario in grado di intervenire direttamente ed autonomamente sia nei processi produttivi tesi a realizzare un’ agricoltura sostenibile, sia nella identificazione di situazioni ambientali precarie, operando in maniera aggiornata e contribuendo al rilevamento delle necessita' per la salvaguardia degli ambienti rurali. Conosce le problematiche fondamentali dell’ organizzazione della produzione ed e' in grado di attivare rapporti con i servizi di tutela ambientale ed interscambi necessari per l'attivita' gestionale. Collabora nelle esecuzioni di interventi tesi a risanare situazioni di degrado e ad impedire l'acuirsi di squilibri agro-ambientali. 27 AGROTECNICO (solo per la classe V) L'agrotecnico è in grado di attivare gestioni aziendali, di fornire assistenza tecnico economica e tributaria alle aziende ed agli organismi cooperativi ed associativi del settore, di riassumere le indicazioni dei mercati nazionali e comunitari interpretandone le tendenze, di indirizzare conseguentemente le scelte e quindi gli orientamenti produttivi e trasformativi aziendali. Operando con piena consapevolezza delle realtà regionali e della prospettive nazionali e sovranazionali, è altresì capace di collegare la produzione con il mercato, indirizzando le attività produttive verso la completa integrazione con l’organizzazione della distribuzione e dei consumi, nel pieno rispetto degli equilibri ambientali. PROFILO DIPLOMATO IN “SERVIZI PER L’AGRICOLTURA E LO SVILUPPO RURALE” (per le classi prime, seconde, terze e quarte) Il Diplomato di istruzione professionale, nell’indirizzo “Servizi per l’agricoltura e lo sviluppo rurale”, possiede competenze relative alla valorizzazione, produzione e commercializzazione dei prodotti agrari ed agroindustriali. È in grado di: 1)gestire il riscontro di trasparenza, tracciabilità e sicurezza nelle diverse filiere produttive: agroambientale, agro-industriale, agri-turistico, secondo i principi e gli strumenti dei sistema di qualità; 2)individuare soluzioni tecniche di produzione e trasformazione, idonee a conferire ai prodotti i caratteri di qualità previsti dalle normative nazionali e comunitarie; utilizzare tecniche di analisi costi/benefici e costi/opportunità, relative ai progetti di sviluppo, e ai processi di produzione e trasformazione; 3)assistere singoli produttori e strutture associative nell’elaborazione di piani e progetti concernenti lo sviluppo rurale; organizzare e gestire attività di promozione e marketing dei prodotti agrari e agroindustriali; 4)rapportarsi agli enti territoriali competenti per la realizzazione delle opere di riordino fondiario, miglioramento ambientale, valorizzazione delle risorse paesaggistiche e naturalistiche; 5)gestire interventi per la prevenzione del degrado ambientale e nella realizzazione di strutture a difesa delle zone a rischio; 6)intervenire in progetti per la valorizzazione del turismo locale e lo sviluppo dell’agriturismo, anche attraverso il recupero degli aspetti culturali delle tradizioni locali e dei prodotti tipici; 7)gestire interventi per la conservazione e il potenziamento di parchi, di aree protette e ricreative. 28 L’ORDINAMENTO DIDATTICO L’ordinamento didattico è definito nel contesto dell’istruzione professionale della scuola secondaria superiore (settore agricoltura) interessata, a partire dal corrente anno scolastico, dal processo di riforma degli istituti superiori. L’attuale impostazione dell’istruzione professionale si rivolge agli studenti che, al termine della scuola media, siano interessati ad un percorso formativo di tipo professionalizzante che consenta loro un rapido inserimento nel mondo del lavoro. Tale percorso scolastico permette il conseguimento del diploma secondario superiore utile per l’accesso all’università e per l’inserimento nel mondo del lavoro. Nell’anno scolastico 2013/2014 le classi QUINTE seguiranno ancora la sperimentazione denominata “PROGETTO “92”. Essa prevedeva : il biennio iniziale (prima e seconda classe); il monoennio (terza classe); il biennio finale ( quinta classe, diploma finale di Agrotecnico). Il progetto “92” si caratterizza per : - la flessibilità del curricolo, che consente di attivare percorsi anche individualizzati - la programmazione modulare che consente una più precisa organizzazione dei percorsi didattici attraverso strategie diverse per curare al meglio il processo di apprendimento degli allievi. Le classi prime, seconde, terze e quarte, invece, sono interessate dall’avvio della Riforma Scolastica di cui all’articolo 64, comma 4, del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito dalla legge 6 agosto 2008, n. 133. SCELTE METODOLOGICO - DIDATTICHE E DEI SAPERI ESSENZIALI In applicazione dell’art. 13 del Regolamento dell’Autonomia D.P.R. n.275/99, si propone un percorso formativo fondato su obiettivi trasversali, per il raggiungimento di competenze pluridisciplinari, che attraverso insegnamenti differenziati, miri al conseguimento di esiti comuni da parte di tutti gli alunni. Proponendosi come finalità generale quella della realizzazione di una scuola di tutti, che riconosca e valorizzi le diversità, guardando da un lato alla globalizzazione socio-economica e dall’altro alla crescita autopropulsiva del nostro territorio, questa istituzione scolastica offre un percorso educativo-didattico centrato sul protagonismo degli studenti nei processi di apprendimento. Puntare sulla partecipazione attiva degli studenti ai percorsi formativi è per il nostro territorio condizione indispensabile per la creazione della moderna e critica cultura della imprenditorialità e dello sviluppo compatibile con la tutela dell’ambiente. Le scelte metodologiche dei docenti privilegeranno in tal senso i modelli dell’apprendimento per scoperta e, ove possibile, della metacognitività, considerando i contenuti, da selezionare conseguentemente ad una attenta lettura comparata dei programmi disciplinari al momento della progettazione dei percorsi didattici, possibilmente per classi parallele, quali stimoli formativi funzionali al raggiungimento degli obiettivi trasversali e disciplinari fissati. La scelta dei blocchi tematici, affidata ai consigli di classe di ciascun indirizzo scolastico dell’Istituto Superiore, salvaguarda l’identità e la specificità di ogni indirizzo di studio. Punto prioritario di questo piano è la “centralità dell’alunno” inteso come persona, portatore di diritti e teso soprattutto ad “essere”, in possesso quindi, di una personalità autonoma, capace di scelte, professionalmente preparato. In questa ultima direzione l’obiettivo è quello di far acquisire le competenze specifiche dei vari indirizzi. 29 Quale possibile percorso formativo per obiettivi trasversali, da ottenere flessibilmente alle concrete esigenze rilevate in fase di valutazione diagnostica, per ciascun contesto scolastico, su cui costruire i percorsi didattici da porre nell’arco del quinquennio, potrebbe essere indicato il seguente: Classe prima: 1)saper partecipare spontaneamente e costruttivamente ad una discussione; 2)saper contestualizzare dati, fatti, soggetti; 3)acquisire un razionale metodo di studio fondato su strategie di lettura funzionale; 4)saper utilizzare tecniche per il potenziamento della memoria. Classe seconda: 1)saper prendere appunti; 2)saper sintetizzare; 3)saper praticare differenti tipologie di scrittura, anche in lingua straniera: Classe terza: 1)possedere i linguaggi specifici di ognuna delle materie dell’indirizzo frequentato; 2)saper esporre con chiarezza quanto appreso, anche in lingua straniera; 3)saper leggere la contemporaneità alla luce di una riflessione critica sul passato. Classe quarta: 1)saper progettare; 2)saper documentare; 3)saper argomentare; 4)saper stabilire confronti. Classe quinta: 1)saper valutare; 2)saper collegare; 3)saper utilizzare testi in funzione esplicativo - argomentativa; 4)saper applicare strategie di apprendimento, controllandone l’efficacia; 5)sapersi autorientare in previsione delle scelte professionali o di prosieguo degli studi. 30 MODALITÀ EDUCATIVE E DIDATTICHE PER LA REALIZZAZIONE DEL SUCCESSO FORMATIVO Al fine di arginare il fenomeno della dispersione scolastica e per garantire agli studenti di affrontare con successo il passaggio alla scuola di secondo grado, l’Istituto Superiore propone un progetto “Continuità - Orientamento”, con la collaborazione delle scuole medie. Il progetto “Accoglienza”, riservato alle prime classi, previa individuazione dei diversi stili di apprendimento, superando il vincolo delle classi, punta su moduli tesi al riequilibrio culturale ed all’omogeneizzazione reale dei gruppi, intenti precipui anche dell’area di approfondimento, ove prevista. Nel corso dell’ anno scolastico si propongono, per gli studenti che abbiano contratto debito formativo, IDEI individualizzati che saranno attuati nella prima decade di dicembre, alla fine del primo quadrimestre e nella prima decade di aprile. Le finalità di fondo del percorso di formazione offerto dall’Istituto sono sintetizzate in tre fasi principali: percorso: “Accoglienza” nelle prime classi; percorso: “Continuità” nelle classi successive alle prime; percorso: “Informativo Orientativo” in tutte le classi . ATTIVITA’ Recupero Alternanza Scuola-Lavoro Orientamento I.P.S.I.A I.P.S.A.S.R. I.P.S.S.C.T. (classi) (classi) (classi) Tutte Tutte Tutte III - IV - V III - IV - V III - IV - V Ι -V I-V Ι -V 31 ALUNNI DIVERSAMENTE ABILI PIANO DELL’OFFERTA FORMATIVA L’utenza disabile iscritta all’ISIS “Ruggero” di Lauria è costituita da 22 allievi, di cui 17 frequentanti l’I.P.S.S.C.T., 3 l’I.P.S.A.S.R di Lagonegro e 2 l’I.P.S.I.A. Inoltre risultano iscritti n. 11 alunni affetti da sindrome DSA : 4 frequentano l’ I.P.S.S.C.T., 3 frequentano l’I.P.S.A.R.S. e 4 frequentano l’I.P.S.I.A. Si tratta di una fascia eterogenea per tipologia di handicap e provenienza territoriale, che esprime una pluralità di bisogni educativi ai quali la scuola intende rispondere mettendo in campo le risorse professionali e metodologiche di cui dispone. La proposta formativa sarà articolata e flessibile e avrà l’obiettivo di incrementare le abilità e competenze degli studenti, in funzione della loro autonomia cognitiva e sociale. La considerazione di fondo che dovrà guidare l’azione curricolare, finalizzata all’integrazione, è che la diversità non deve essere intesa in alcun modo e in nessuna circostanza come elemento patologico o perturbazione interna alla persona, bensì come fattore strutturale del sistema scolastico e sociale di appartenenza. L’autonomia didattica, di sperimentazione e di ricerca prevista dal DPR 275 del ‘99 rappresenterà la condizione essenziale per a definizione di itinerari educativi calibrati sulle peculiarità degli allievi e per la costruzione di una scuola “su misura”. Il progetto globale di vita per l’allievo disabile sarà il fulcro dell’offerta formativa intorno al quale si aggregheranno le attività e si svilupperanno le attitudini e conoscenze dei ragazzi, in prospettiva di un loro inserimento lavorativo. A questo proposito, la scuola si farà promotrice nella costruzione di un sistema territoriale integrato, che coinvolga tutte le istituzioni locali nella realizzazione di interventi che favoriscano la transizione dalla scuola al lavoro. 32 I Bisogni Educativi Speciali (BES) La definizione Con la sigla B.E.S. si fa riferimento ai Bisogni Educativi Speciali portati da tutti quegli alunni che presentano difficoltà richiedenti interventi individualizzati non obbligatoriamente supportati da una diagnosi medica e/o psicologica, ma comunque riferiti a situazioni di difficoltà tali da far prefigurare un intervento mirato e personalizzato. Il panorama dei bisogni è molto ampio, non si riferisce solo a cause specifiche, la loro natura non è stabile nel tempo poiché possono venire meno o essere superati. Si può trattare di svantaggio sociale e culturale, di disturbi specifici di apprendimento e/o di disturbi evolutivi specifici, di difficoltà derivanti dalla non conoscenza della cultura e della lingua italiana perché appartenenti a culture diverse. Le linee di intervento vengono declinate in ordine alle diverse tipologie. Gli alunni che mostrano di avere Bisogni Educativi Speciali sono quantificati intorno al 10-15% del totale, mentre quelli in possesso di una certificazione, individuati storicamente come diversamente abili, da una tradizione pedagogica che ci ha caratterizzato nel mondo, il 2-3%. L’insieme dei provvedimenti adottati chiarisce come la presa in carico dei B.E.S. debba essere al centro dell’attenzione e dello sforzo congiunto della scuola e della famiglia. L’approccio L’anno scolastico 2013-2014 va utilizzato per sperimentare e monitorare procedure, metodologie e pratiche anche a carattere organizzativo. In attesa che il ministero chiarisca meglio i principi della fase sperimentale insieme alle necessarie misure di accompagnamento. L’I.S.I.S. ”Ruggero di Lauria” reputa che l’attenzione sui Bisogni Educativi Speciali costituisca uno dei segmenti su cui è necessario fare chiarezza partendo dal principio che un serio approccio al tema è fondato su un lavoro di personalizzazione che le scuole sono chiamate a fare continuamente, stante la presenza ormai generalizzata nelle classi di studenti portatori di esperienze, culture e condizioni molto differenziate, riconducibili ai fattori più svariati e mutevoli. Esiste infatti il rischio che una eccessiva standardizzazione distolga l’attenzione dall’impegno che una corretta relazione educativa richiede anche in ordine agli esiti formativi. La personalizzazione non va ridotta ad una mera questione procedurale, che trasforma la relazione educativa a formule, acronimi, adempimenti burocratici; un corretto approccio ai suoi buoni propositi pertanto va saldato con quanto deliberato nel Piano dell’offerta Formativa (P.O.F.) in termini generali rispetto all’inclusione, al riconoscimento delle differenze, alla valorizzazione di ogni individuo nella comunità, alla capacità della scuola stessa di “individuare” soluzioni adeguate ai diversi problemi. Per supportare le scuole nell’azione di progettazione e di confronto con le innovazioni il Collegio dei Docenti mette a disposizione materiali di riflessione, spunti di approfondimento, schemi che possano semplificare le diverse pratiche, partendo da materiali elaborati già da alcune scuole. 33 Il Piano Didattico Personalizzato (P.D.P.) Un percorso individualizzato e personalizzato costituisce lo strumento privilegiato con cui le difficoltà di apprendimento connesse ai B.E.S. possono essere affrontate dalla scuola attraverso la messa a punto di un Piano Didattico Personalizzato (P.D.P.). Questo ha lo scopo di definire, monitorare e documentare le strategie di intervento più idonee e i criteri di valutazione degli apprendimenti. Il P.D.P. è lo strumento in cui si potranno includere progettazioni didattico-educative calibrate sui livelli minimi attesi per le competenze in uscita, da parte dei docenti, sia nelle attività individuali che collegiali. Non va comunque dimenticato che la personalizzazione viene realizzata principalmente attraverso una mediazione educativa equilibrata su cui la professionalità docente, nella dimensioni richiamate ha acquisito grandi capacità ed esperienze. Anche gli interventi sui B.E.S. vanno riportati alla specificità del contesto scolastico formativo, su cui il rispetto di norme procedurali rigide ha effetti spesso opposti a quelli che si intende raggiungere. Azioni nella singola scuola Per la gestione delle attività per l’inclusione le direttive forniscono indicazioni che le scuole sono tenute a trasformare in azioni strategiche concrete. Queste le principali novità: - le competenze assegnate al Gruppo di Lavoro per l’Handicap di Istituto G.L.H.I., si estendono alle problematiche relative a tutti i B.E.S. per cui il GLHI vede trasformare il proprio acronimo in G.L.I. Gruppo di Lavoro per l’Inclusione; - il principio di riferimento resta quello previsto dall’art. 15 comma 2 della L. 104/92, per il quale in ogni scuola sono costituiti gruppi di lavoro composti da insegnanti , operatori dei servizi, familiari e studenti con il compito di collaborare alle iniziative educative e di integrazione predisposte dal piano educativo; - i suoi componenti sono integrati da tutte le risorse specifiche e di coordinamento presenti nella scuola (funzioni strumentali, insegnanti per il sostegno, A.E.C., assistenti alla comunicazione, docenti “disciplinari” con esperienza e/o formazione specifica o con compiti di coordinamento delle classi, genitori ed esperti istituzionali o esterni in regime di convenzione con la scuola). 34 I Bisogni Educativi Speciali (B.E.S.) - Il G.L.I. formula una proposta di utilizzo funzionale delle risorse, anche esterne alla scuola per incrementare il livello di inclusività generale nell’anno successivo; - Il Collegio dei Docenti discute e delibera il Piano e lo invia ai competenti Uffici degli UU.SS.RR., nonché ai Gruppi di Lavoro per l’ Inclusione Provinciale (G.L.I.P.) ed ai Gruppi di Lavoro per l’ Inclusione Regionale (G.L.I.R.), per la richiesta di organico di sostegno. - Gli Uffici Scolastici regionali assegnano alle singole scuole globalmente le risorse di sostegno secondo la normativa vigente, senza possibilità però di dotarle di risorse aggiuntive per la complessità derivante dalla rilevazione delle B.E.S. - Nel mese di settembre, in relazione alle risorse effettivamente assegnate alla scuola il G.L.I. procede ad un adattamento del Piano, sulla base del quale il Dirigente scolastico procederà all’assegnazione definitiva delle risorse. - Le scuole sono impegnate, come per la disabilità, a perseguire, anche attraverso le reti scolastiche, accordi e intese con i servizi socio-sanitari territoriali (A.S.P., Servizi sociali e scolastici comunali e provinciali, enti del privato sociale e del volontariato, Prefetture, ecc.) finalizzati all’integrazione dei servizi “alla persona” in ambito scolastico. Il Piano Annuale dell’Inclusività A conclusione di ogni anno scolastico il Gruppo di Lavoro per l’Inclusione elabora una proposta di Piano Annuale per l’Inclusività riferito a tutti gli alunni con B.E.S. procedendo ad un’analisi delle criticità e dei punti di forza degli interventi di inclusione scolastica operati nell’anno scolastico che si conclude. Il MIUR ha chiarito che lo scopo del Piano Annuale per l’Inclusività (P.A.I.) è quello di fornire un elemento di riflessione nella predisposizione del P.O.F., di cui il documento è parte integrante ; infatti il Piano: - è un atto interno e autonomo della scuola, finalizzato all’auto-conoscenza e alla pianificazione della propria offerta formativa in senso inclusivo, sfondo e fondamento sul quale sviluppare una didattica attenta ai diversi bisogni; - “non deve essere inteso come un ulteriore adempimento burocratico, ma come uno strumento che possa contribuire ad accrescere la consapevolezza dell’intera comunità educante sulla centralità e la trasversalità dei processi inclusivi in relazione alla qualità dei “risultati educativi”. - non va interpretato come un “piano formativo per gli alunni con bisogni educativi speciali”. Piano annuale dell’inclusività e Piano dell’Offerta Formativa Il Piano annuale dell’inclusività è parte integrante del P.O.F. e non un suo duplicato dedicato, nel P.O.F. infatti trovano già spazio gli impegni programmatici per l’inclusione, da basare su una più attenta lettura del grado di inclusività della scuola e su obiettivi di miglioramento, nel senso della trasversalità negli ambiti dell’insegnamento curricolare, della gestione delle classi, dell’organizzazione dei tempi e degli spazi scolastici, delle relazioni tra docenti, alunni e famiglie. Il P.O.F. inoltre delinea già criteri e procedure di utilizzo “funzionale” delle risorse professionali presenti in una logica “qualitativa”, sulla base di un progetto di inclusione condiviso con famiglie e servizi sociosanitari che recuperi l’aspetto “pedagogico” del percorso di apprendimento e l’ambito specifico di competenza della scuola; in esso vanno richiamate le opportunità a partecipare ad azioni di formazione e/o di prevenzione concordate a livello territoriale. 35 IL ‘GLI’ – GRUPPO LAVORO INCLUSIONE Funzioni specifiche del G.L.I. - Rilevazione dei B.E.S. presenti nella scuola; - raccolta e documentazione degli interventi didattico-educativi posti in essere anche in funzione di azioni di apprendimento organizzativo in rete tra scuole e/o in rapporto con azioni strategiche dell’amministrazione; - focus/confronto sui casi, consulenza e supporto ai docenti sulle strategie/metodologie di gestione delle classi; - rilevazione, monitoraggio e valutazione del livello di inclusività della scuola; - elaborazione di una proposta di Piano Annuale per l’Inclusività riferito a tutti gli alunni con B.E.S., da redigere al termine di ogni anno scolastico (entro il mese di Giugno) ed in particolare per gli alunni DSA/o con altri disturbi evolutivi specifici/ o in situazione di svantaggio/o stranieri; - predisposizione e aggiornamento di un Protocollo di Accoglienza e Inclusione che viene approvato subito dopo dal Collegio dei Docenti; - predisposizione di indicazioni chiare per rendere operative le varie fasi dell’accoglienza; - ricerca dati ed informazioni sulla scuola dei Paesi d’origine degli alunni stranier;. - indicazioni e informazioni ai docenti su materiali utili sia dal punto di vista dell’accoglienza che della formazione e della didattica in genere; - suggerimenti ed elaborazione di eventuali strategie di intervento qualora l’inserimento o l’apprendimento risultassero problematici; - indicazioni sull’utilizzo delle possibili risorse interne; - collaborazione con altre scuole del territorio per far circolare esperienze; - informazioni e indicazioni ai docenti in merito ai corsi di formazione e aggiornamento; - costituzione in definitiva di una interfaccia rispetto alla rete dei CTS e dei servizi sociali e sanitari territoriali per l’implementazione di azioni di sistema (formazione, tutoraggio, progetti di prevenzione, monitoraggio, ecc.). Il protocollo di accoglienza e inclusione Il Protocollo è una guida dettagliata d’informazione che si propone di: - consentire il pieno diritto all’istruzione e formazione agli alunni con B.E.S. garantendone l’integrazione e l’inclusione; - definire pratiche condivise, una “alleanza educativa”, tra tutto il personale all’interno dell’ Istituto per favorire una responsabilità condivisa e collettiva per avviare una vera inclusione scolastica; - facilitare l’ingresso a scuola e sostenere gli alunni nella fase di adattamento al nuovo ambiente; - promuovere qualsiasi iniziativa di comunicazione e di collaborazione tra scuola ed Enti territoriali (Comune, ASS, Strutture accreditate, Ambito socio-assistenziale, Associazioni, Enti). L’adozione del Protocollo di accoglienza e inclusione consente di attuare in modo operativo le indicazioni normative contenute nella Legge n.104/92 e successivi decreti applicativi nella successiva normativa sugli alunni con Disturbo Specifico di Apprendimento (D.S.A.) e nella Direttiva Ministeriale del 27/12/2012 per gli alunni con bisogni Educativi Speciali (B.E.S.). 36 È un documento annesso al P.O.F. dell’Istituto che: 1. contiene principi, criteri e indicazioni riguardanti le procedure e le pratiche per un inserimento ottimale degli alunni; 2. definisce i compiti e i ruoli delle figure coinvolte all’interno e all’esterno dell’Istituzione scolastica; 3. traccia le diverse fasi dell’accoglienza; 4. indica le attività di facilitazione e quali provvedimenti dispensativi e compensativi da adottare nei confronti degli alunni con B.E.S. ; 5. traccia le linee delle possibili fasi dell’accoglienza e delle attività di facilitazione per l’apprendimento; 6. costituisce uno strumento di lavoro e pertanto viene integrato e rivisitato periodicamente, sulla base delle esperienze realizzate. Il Protocollo di Accoglienza e Inclusione delinea prassi condivise di carattere: - amministrativo e burocratico: acquisizione della documentazione necessaria e verifica della completezza del fascicolo personale degli alunni; - comunicativo e relazionale: prima conoscenza dell’alunno e accoglienza all’interno della nuova scuola; - educativo–didattico: assegnazione alla classe, accoglienza, coinvolgimento dell’équipe pedagogica e didattica; - sociale: rapporti e collaborazione della scuola con la famiglia e il territorio. Il ruolo del Consiglio di classe Per i compiti generali in relazione agli alunni con Bisogni Educativi Speciali il consiglio di classe è responsabile nella totalità del processo di integrazione di ciascun alunno, compie per cui tutte le azoni che la favoriscano. Il consiglio inoltre: - collabora alla stesura della documentazione specifica (P.D.F. – P.E.I.); - attua gli interventi previsti e ne verifica gli esiti; - è responsabile esclusivo degli interventi didattici e della valutazione dell’alunno. In tale ambito individua gli alunni con D.S.A. e con altri disturbi evolutivi specifici o in situazione di svantaggio sulla base delle prove e delle osservazioni sistematiche. In caso di difficoltà nel percorso scolastico dell’alunno che possono essere riconducibili a disturbi evolutivi specifici, informa la famiglia, prende, in esame la documentazione clinica e/o la certificazione presentata dalla famiglia; valuta la necessità di un P.D.P. per l’alunno e predispone i necessari interventi in caso di mancata presentazione della certificazione clinica il Consiglio motiva opportunamente le decisioni assunte sulla base di considerazioni pedagogiche e didattiche. La famiglia La norma dell’art 12 comma 5 Legge 104/92 stabilisce che le famiglie hanno diritto di partecipare alla formulazione e verifica del profilo dinamico funzionale e del P.E.I. Esse hanno inoltre diritto a consultare la documentazione relativa al processo di integrazione. La loro presenza è importante nelle riunioni dei gruppi di lavoro, previo opportuno accordo nella definizione dell'orario. Le famiglie degli alunni con B.E.S. verranno coinvolte direttamente nel processo educativo affinché, in accordo con le figure scolastiche preposte, vengano predisposte e usate le strumentazioni necessarie per consentire agli alunni di seguire con profitto le attività scolastiche, in relazione alle specifiche necessità. 37 La famiglia di fronte al Bisogno Educativo Speciale Nello specifico la famiglia che si avvede delle difficoltà del proprio figlio: - può richiedere un colloquio con i docenti per un'osservazione specifica e sistematica; - richiede la/le visite al servizio sanitario (A.S.P.); - consegna la diagnosi alla scuola; - collabora a individuare e condividere con i docenti le linee del percorso didattico individualizzato e personalizzato da seguire con l’applicazione di eventuali strategie dispensative e strumenti idonei; - formalizza con la scuola il patto educativo-formativo che preveda l’autorizzazione a tutti i Docenti del Consiglio di classe - nel rispetto della privacy e della riservatezza del caso - ad applicare ogni strumento compensativo e le strategie dispensative ritenute idonee, previste dalla normativa vigente, tenuto conto delle risorse disponibili; - sostiene emotivamente il figlio e lo coadiuva attivamente al lavoro scolastico; - verifica funzionalità ed utilità del materiale scolastico dello studente; - incoraggia e valorizza i traguardi raggiunti; - incoraggia l'acquisizione di un sempre maggiore grado di autonomia nei tempi di studio Azioni a livello territoriale I centri territoriali di supporto C.T.S. I compiti e la composizione dei G.L.I.P. e le loro funzioni si estendono anche a tutti i B.E.S., nella stessa L. 104/92 infatti gli organismi provinciali debbono occuparsi dell’integrazione scolastica degli alunni con disabilità, “nonché per qualsiasi altra attività inerente all'integrazione degli alunni in difficoltà di apprendimento.” Quale interfaccia fra l’Amministrazione e le scuole, tra scuole e scuole, a supporto del processo di integrazione, dello sviluppo professionale dei docenti e per la diffusione delle migliori pratiche viene sostenuta la costituzione di C.T.S. - Centri Territoriali di Supporto; i C.T.S. collaboreranno con i G.L.I.P. ovvero con i G.L.I.R. istituiti a livello territoriale. Centri Territoriali per l’Inclusione C.T.I. Centri Territoriali per l’Inclusione potranno essere individuati a livello di rete territoriale e dovranno collegarsi o assorbire i preesistenti Centri Territoriali per l’integrazione Scolastica degli alunni con disabilità. Sia il C.T.I. che il C.T.S. si avvarranno di personale scolastico in possesso di specifiche competenze, al fine di poter supportare concretamente le scuole e i colleghi con interventi di consulenza e di formazione mirata. È quindi richiesta una “specializzazione” – nel senso di una approfondita competenza – nelle tematiche relative ai B.E.S. Laddove, per ragioni legate alla complessità territoriale, i C.T.I. non potessero essere istituiti o risultassero poco funzionali, le singole scuole cureranno, attraverso il Gruppo di Lavoro per l’Inclusione, il contatto con i C.T.S. di riferimento. Le istituzioni scolastiche che volessero istituire un C.T.I. possono presentare la propria candidatura direttamente all’Ufficio Scolastico regionale competente per territorio. 38 NORMATIVA DI RIFERIMENTO Direttiva 27 dicembre 2012 Gli strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e l’organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica sono: - la Direttiva Ministeriale del 27 dicembre 2012; - la Circolare MINISTERIALE del 6 marzo 2013 n. 8. Indicazioni operative Nella nota ministeriale del 27 giugno 2013 riguardante le indicazioni operative per la predisposizione del Piano Annuale per l’Inclusività, previsto dalla Direttiva del 27 dicembre 2012 e dalla C.M. n. 8/2013, sono indicati alcuni chiarimenti ed in particolare una Scheda operativa. In tale ottica, assumeranno rilevanza le seguenti metodologie di intervento: - progetti di accoglienza degli alunni disabili provenenti dalle scuole medie e progetti di continuità; - raccordo con le scuole medie; - lavoro di rete con enti locali, azienda sanitaria, famiglie, categorie economicoproduttive, associazionismo, centro per l’impiego, formazione professionale, per la presa in carico del progetto globale di via e di integrazione degli alunni; - progettazione e realizzazione di attività di laboratorio; - orientamento scolastico; - collegamento con il mondo del lavoro; - sperimentazione e innovazione metodologico-didattica e disciplinare; - progettazione di metodologie e strumenti diversificati, volti a stimolare le intelligenze multiple degli allievi; - promozione di itinerari educativi, aperti alla ricerca ed alla sperimentazione di modelli e strategie didattiche migliorative; - mediazione tra docenti curricolari e di sostegno finalizzata al raccordo tra didattica curricolare e didattica speciale rispetto alle diverse tipologie di handicap. 39 SCELTE ORGANIZZATIVE E OPERATIVE PRATICATE NELLA SCUOLA ATTIVITA’ Recupero Alternanza Scuola-Lavoro Orientamento I.P.S.I.A I.P.S.A.S.R. I.P.S.S.C.T. (classi) (classi) (classi) Tutte Tutte Tutte III - IV - V III - IV - V III - IV - V Ι -V I-V Ι -V VALIDITA’ DELL’ANNO SCOLASTICO 2011/2012 PER LA VALUTAZIONE DEGLI ALUNNI NELLA SCUOLA SECONDARIA DI 2° GRADO. Vista la C.M. 95 prot. 6976 del 24/10/2011; Vista la C.M. n.20 del 4/3/2011 Visto il DPR n. 122 del 22/06/2009; Si riporta di seguito la tabella con l’indicazione del monte ore annuale previsto in funzione della classe frequentata, calcolato sulla base di n. 200 giorni di lezione corrispondenti a 33 settimane di frequenza scolastica. Si precisano, inoltre, il limite minimo delle ore di presenza ai fini della validità dell’anno scolastico ed il limite massimo di ore di assenza Le famiglie saranno informate tempestivamente dai coordinatori di classe, tramite l’Ufficio alunni, sulle Classi Monte ore annuale Monte ore settimanale Limite minimo ore di presenza Limite massimo ore di assenza PRIME - SECONDE -TERZE QUARTE 1056 32 992 264 743 247 QUINTE 990 30 eventuali numerose assenze, come previsto dal Regolamento di istituto. Le deroghe previste dalla normativa in vigore e dal Collegio dei docenti sono le seguenti: • motivi di salute adeguatamente documentati (almeno 5 gg scolastici continuativi); • terapie e/o cure programmate; • donazioni di sangue; • partecipazione ad attività sportive ed agonistiche organizzate da federazioni riconosciute dal CONI; • adesione a Confessioni religiose per le quali esistono specifiche intese che considerano il sabato come giorno di riposo. Nel computo delle ore di assenza rientrano a pieno titolo le entrate in ritardo e le uscite anticipate. 40 Circa l’organizzazione dell’offerta formativa, ci si propone in una prima fase di attivare sperimentazioni che non incideranno, tuttavia, sull’intero percorso curricolare. In ognuna delle scuole si sperimentano, infatti, interventi di flessibilità che prevedono: • apertura anticipata delle lezioni per una migliore distribuzione delle attività didattiche nel corso dell’anno scolastico; • suddivisione dell’ a. s. in quadrimestri. GRADO DI CONDIVISIONE NEL COLLEGIO DEI DOCENTI DEGLI STANDARD DI ISTITUTO E DELLE MODALITÀ DI VERIFICA DEI PERCORSI DIDATTICI La programmazione didattico - educativa non può prescindere da una reale collegialità da perseguire concretamente tramite il confronto sistematico tra le varie componenti l’istituzione scolastica, badando principalmente: • alla reale condivisione degli obiettivi trasversali fissati; • al rispetto dei tempi fissati per la realizzazione dei percorsi didattici concordati. Per quel che riguarda, in particolare, la componente docente, la collegialità passa attraverso un lavoro fondato: • sulla predisposizione a scelte metodologiche che privilegino il protagonismo studentesco nel processo di apprendimento-insegnamento; • sulla predisposizione all’uso, ove didatticamente ritenuto possibile, di documenti, di sussidi multimediali; • sul ricorso a strumenti di verifica diversificati ed ispirati “all’oggettività” ed alla trasparenza valutativa. 41 OPPORTUNITÀ EDUCATIVE E PERCORSI DIDATTICI PROGETTI SCELTI PER MIGLIORARE L’OFFERTA FORMATIVA DELLA SCUOLA DIPARTIMENTI PER IL SOSTEGNO ALLA DIDATTICA, ALLA PROGETTAZIONE FORMATIVA, ALLA PROMOZIONE DELLE COMPETENZE E DELLA DIDATTICA LABORATORIALE SI ISTITUISCONO I SEGUENTI DIPARTIMENTI DIPARTIMENTO DIPARTIMENTO ASSE LINGUAGGI DIPARTIMENTO ASSE LOGICO MATEMATICO DIPARTIMENTO ASSE SCIENTIFICO TECNOLOGICO DIPARTIMENTO ASSE STORICO SOCIALE DISCIPLINE Lingua e letteratura italiana Lingua inglese Seconda lingua straniera: francese Tecnologie dell’informazione e della comunicazione Elementi di storia dell’arte ed espressioni grafiche Tecniche di comunicazione Scienze motorie e sportive Matematica Informatica e laboratorio Scienze integrate (scienze della terra e biologia) Scienze integrate(fisica) Scienze integrate (chimica) Ecologia e pedologia Laboratori tecnologici ed esercitazioni Tecnologie meccaniche e applicazioni Tecnologie elettrico-elettroniche e applicazioni Tecnologie e tecniche di installazione e manutenzione Tecniche professionali dei servizi commerciali Tecnologia e tecniche di rappresentazioni grafiche Tecnica amministrativa ed economia sociale Igiene e cultura medico sanitaria Biologia applicata Chimica applicata e processi di trasformazione Tecniche di allevamento vegetale e animale Agronomia territoriale ed ecosistemi forestali Economia agraria e dello sviluppo territoriale Storia Diritto ed economia Scienze umane e sociali Psicologia generale ed applicata Diritto e legislazione socio-sanitaria Valorizzazione delle attività produttive e legislazione del settore Sociologia rurale e storia dell’agricoltura Metodologia operative R.C. e/o attività integrative 42 I compiti dei Dipartimenti Disciplinari, nel rispetto delle competenze deliberative del Collegio dei Docenti e dei Consigli di Classe, sono i seguenti: • definizione del valore formativo della disciplina o dell'area disciplinare; • individuazione dei contenuti disciplinari essenziali del curricolo biennale comuni a tutti gli indirizzi ( servizi per l’agricoltura e lo sviluppo rurale- servizi socio sanitari-servizi commerciali – manutenzione ed assistenza tecnica), e differenziati tenuto conto delle specificità degli indirizzi; • individuazione delle conoscenze, delle abilità e delle competenze in uscita nel biennio scandite per anno scolastico, differenziate tenuto conto delle specificità degli indirizzi (servizi per l’agricoltura e lo sviluppo rurale- servizi socio sanitari-servizi commerciali manutenzione ed assistenza tecnica); • definizione degli standard minimi richiesti a livello di conoscenze e competenze • definizione delle modalità attuative del piano di lavoro disciplinare; • eventuali riunioni di coordinamento per la definizione di prove comuni progettazione di interventi di recupero; • attività di studio e ricerca disciplinare; • attività di coordinamento nell'adozione dei libri di testo comuni a più corsi dello stesso indirizzo, ferme restando le competenze deliberative del Consiglio di Classe e del Collegio dei Docenti. DIPARTIMENTO DIPARTIMENTO ASSE LINGUAGGI DIPARTIMENTO ASSE LOGICO MATEMATICO DIPARTIMENTO ASSE SCIENTIFICO TECNOLOGICO DIPARTIMENTO ASSE STORICO SOCIALE COORDINATORE VERBALIZZANTE BELARDI AGNESE BELARDI AGNESE DE LISA MARIA DE LISA MARIA DE FRANCO GIUSEPPE DE FRANCO GIUSEPPE GIAQUINTO TERESA GIAQUINTO TERESA Le attività extra - curriculari sono da raccordare organicamente con gli obiettivi curriculari, operando una scelta, anche sulla scorta delle numerose esperienze realizzate in passato da ognuna delle scuole, che tenda comunque a tenere presenti i seguenti punti: • la necessità di distribuire le iniziative su tutti gli anni del percorso; • l’opportunità di offrire a tutti gli allievi le stesse occasioni di arricchimento formativo programmando per classi parallele; • l’opportunità di sostenere, consolidare ed immettere in rete iniziative formative già da tempo attuate e proficuamente sperimentate in loco. 43 ORIENTAMENTO SCOLASTICO Si prevede, in collaborazione con altre scuole e con soggetti esterni per l’integrazione della scuola con il territorio: • di avviare contatti con le altre realtà scolastiche del territorio; • attuare iniziative riguardanti l’orientamento scolastico e professionale; • partecipare alle iniziative promosse dalla pro-Loco per la riscoperta e la valorizzazione del territorio, del folklore e dei prodotti tipici; • avviare, possibilmente in rete, iniziative di formazione per i docenti sia sul tema • dell’autonomia che su quello della progettualità e della costruzione di curricula • personalizzati nell’ambito della continuità scolastica; • aggiornamento sull’esame di stato. ARTICOLAZIONE DELL’OFFERTA FORMATIVA Aspetti comuni ai tre indirizzi Secondo i progetti finalizzati al successo formativo e sulla base della normativa vigente, l’I.S.I.S. svolge le sue attività in orario antimeridiano: lezioni curricolari (eccezion fatta per progetti integrativi trasversali con ricaduta diretta sulle discipline). Valutazione Anche la valutazione svolge una funzione orientativa, se non si riduce a puro atto ‘giudiziale’ e diventa invece per lo studente possibilità di autovalutazione del conseguimento degli obiettivi e della formazione attesa. Concorrono alla valutazione: il profitto, il livello di partecipazione alle attività didattiche, la frequenza secondo criteri approvati dal Collegio dei Docenti e a disposizione delle famiglie e degli alunni, presso gli uffici della Scuola. Essi sono stati elaborati per dare omogeneità alla valutazione e vanno a integrare la griglia di valutazione esplicitata nella programmazione didattico-educativa di ciascun istituto dell’I.S.I.S. 44 Ampliamento dell’offerta formativa L’Ampliamento dell’offerta formativa consiste nella progettazione di percorsi differenziati. Essi hanno carattere integrativo - opzionale e sono proposti per rinsaldare l’azione didattica ( I.D.E.I – corsi di potenziamento e di eccellenza –- laboratori intensivi in vista degli Esami di Stato ) o per integrare le materie curricolare, per valorizzare i procedimenti logici e operativi, oltre che per la valorizzazione della creatività dei giovani ( Laboratori teatrali, ecc…). AMPLIAMENTO DELL’OFFERTA FORMATIVA AREA DEI PROGETTI Comprende i docenti individuati: - per progettazione e/o attuazione offerte formative curriculari ed extracurriculari inseriti nel P.O.F. - Per i progetti non ancora compresi nel P.O.F. presentati individualmente e/o da gruppi di docenti per bisogni formativi e/o approfondimento che si presentano in itinere segnalati dagli alunni o dai docenti e ratificati dall’Organo deliberante il Piano nella prima riunione utile. 45 PROGETTI INSERITI NEL P.O.F. RELATIVI AI TRE ISTITUTI I PROGETTI SARANNO FINANZIATI CON IL FONDO DI ISTITUTO SECONDO LE PRIORITA’ INDIVIDUATE E DALLA COMMISSIONE DEL COLLEGIO DEI DOCENTI A TAL FINE DELEGATA PROGETTI IPAA PROGETTO DOCENTI INTERESSATI IPSC-SS IPSIAMAT ORIENTAMENTO IN USCITA CLASSI V IL QUOTIDIANO IN CLASSE CIC e “spazio giovani” “School Championship: un #Hashtag per la nostra terra” F.S. area 4 FITTIPALDI-BELARDI MAGNANIMO SANTOIANNI VA-VB TUTTE TUTTE VA-VB TUTTE TUTTE V TUTTE TUTTE TUTTE TUTTE TUTTE I CARE MY SHOOL FITTIPALDI-COSENTINO-GIAQUINTOCARLOMAGNO-GINNARI TUTTE TUTTE TUTTE PAPALEO BELARDI BELARDI TUTTE MARIA GORETTI TUTTE TUTTE TUTTE MITIDIERI-COZZI-BILLARIBELARDI IV-V IV-V IV-V MAFFIA VALERIO IA-IIA-IIIA IB-IIB-IIIB COMUNICARE “TEATRO” PROGETTO POESIA PROGETTO CINEMA CSV BASILICATA “A SCUOLA DI SOLIDARIETA” .BIZ TEATRO IN LINGUA FRANCESE TUTTE IV-V PROGETTO. “Percorsi di conoscenza, di formazione e di crescita” uscite didattiche, visite guidate, viaggi di istruzione: INIZIATIVA Progetto “Corpo, cibo, identità: una relazione difficile” viaggio di istruzione in Umbria Progetto “Viaggiare è il modo migliore di imparare” viaggio di istruzione in Croazia Progetto ………………………………… viaggio di istruzione in Umbria Progetto”Teatro in lingua francese” Partecipazione spett. teatrale POTENZA-TEATRO IN LINGUA FRANCESE PERIODO DOCENTI INTERESSATI IPSC-SS Marzo-Aprile MAGNANIMO Coordinatore progetto IB IIB IIIB IPSIAMAT IPAA Marzo-Aprile Aprile Febbraio -marzo FITTIPALDI ANNALISA Coordinatroce progetto IV-V IV-V IV-V GIOIA CARLOMAGNO Coordinatori progetto MAFFIA VALERIO III A IIIA III A GENNAIO 2014 FUSCALDO 46 IA-IIA-IIIA IB-IIB-IIIB FORMAZIONE Incontro di formazione ed informazione sulla sicurezza sul posto di lavoro ( D. Lgs 81/08) in collaborazione con l’I.N.A.I.L. e rivolto a tutto il personale dell’I.S.I.S. “Ruggero”. I consigli di classe di ognuna delle scuole si impegnano a raccordarsi al fine di programmare un percorso formativo, organizzato per classi parallele in ciascun indirizzo, tale da offrire una proposta di escursioni, visite guidate e viaggi di istruzione, da predefinire all'interno di un ventaglio di mete prestabilite. Tale proposta, strettamente correlata ai curricoli, deve essere doverosamente preparata nell’ambito delle riunioni collegiali specifiche e successivamente verificata, tanto da incidere sia sulla valutazione dei progressi cognitivi che della sfera comportamentale, divenendo organicamente parte integrante, per le classi di esame di stato, del Documento del 15 maggio. ESPERIENZE DI FORMAZIONE E DI AGGIORNAMENTO La formazione del personale è una delle risorse strategiche della scuola e come tale diventa soprattutto un diritto dell’insegnante. E’ necessario costruire, quindi, un sistema di opportunità formative articolate e di qualità. Le iniziative di formazione hanno come obiettivo il miglioramento e la crescita professionale dei docenti, anche in relazione alle trasformazioni ed alle innovazioni in atto (autonomia, innovazioni metodologico - didattiche, elevamento obbligo scolastico, flessibilità oraria, sviluppo del sistema integrato di formazione e lavoro). Viste le ultime novità riferite agli alunni con bisogni educativi speciali (B.E.S.) la commissione P.O.F. propone, per l’anno scolastico 2013/2014, a tutti i docenti in servizio un corso di formazione e di aggiornamento relativo a tali problematiche. 47 INFORMAZIONI GENERALI Orari di ricevimento: Il Dirigente Scolastico Prof. Nicola PONGITORE riceve: dalle 11.00 alle ore 13.00 di tutti i giorni Il Vicario prof. Giacomo D’IMPERIO La Segreteria è aperta al pubblico: dalle ore 9.00 alle ore 12 di tutti i giorni feriali. La Segreteria è aperta agli alunni: dalle ore 10.00 alle ore 11.00 di tutti i giorni feriali. I genitori degli alunni sono ricevuti dai docenti durante gli incontri scuola – famiglia (previa comunicazione scritta). Staff. di Direzione: prof. BILLARI Francesco ( 2° collaboratore I.P.S.I.A. - M.A.T.) prof. SCHETTINO Angel Juan (fiduciario I.P.S.I.A.-M.A.T.) prof.ssa IANNINI Anna Teresa (fiduciario IPSASR). Per ulteriori informazioni sono disponibili per la consultazione: Il Regolamento di Istituto. La Programmazione didattica educativa del C.D. I Criteri di Valutazione. APPROVATO: DAL COLLEGIO DEI DOCENTI DEL 19/11/2013 VERBALE N. 4. DAL CONSIGLIO D’ISTITUTO NELLA SEDUTA DEL 28/11/2013VERBALE N.2 Lauria, li 1 dicembre 2013 IL DIRIGENTE SCOLASTICO (Prof. Nicola PONGITORE) 48