POF ISIS RUGGERO 2015.16

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POF ISIS RUGGERO 2015.16
Presidenza 0973/823764
Segreteria 0973/823764 Fax 0973/823764
Codice Istituto PZIS01300D
e-mail
Cod. Fisc.91002140761
: [email protected]
Traversa Ammiraglio Ruggero
85044 LAURIA
PIANO DELL’OFFERTA FORMATIVA
ISTITUTI ASSOCIATI :
ISTITUTO PROFESSIONALE DI STATO PER L’INDUSTRIA E L’ARTIGIANATO
INDIRIZZO: MANUTENZIONE E ASSISTENZA TECNICA - LAURIA
ISTITUTO PROFESSIONALE DI STATO
PER I SERVIZI COMMERCIALI “ NICOLA MIRAGLIA” – LAURIA
ISTITUTO PROFESSIONALE DI STATO
PER I SERVIZI SOCIO-SANITARI – LAURIA
ISTITUTO PROFESSIONALE DI STATO
PER I SERVIZI PER L’AGRICOLTURA E LO SVILUPPO RURALE
“GIUSTINO FORTUNATO” - LAGONEGRO
ANNO SCOLASTICO
2015-2016
1
Ordine e grado di scuola:
ISTITUTO STATALE D’ISTRUZIONE SUPERIORE
“RUGGERO DI LAURIA”
Indirizzo:
Traversa Ammiraglio Ruggero c.a.p.: 85044
Città: LAURIA
E-mail: [email protected]
Ufficio Presidenza:
Tel. 0973/823764
Uffici Amministrativi:
Tel. 0973/823764
Responsabile Amministrativo
Tel. 0973/823764
Codice fiscale: 91022140761
2
Prov.: PZ
DATI SULL’ISTITUTO SUPERIORE
ANNO
2015/2016
SCOLASTICO
NUMERO
446
ALLIEVI
26
NUMERO
di cui due classi
CLASSI
Serali presso l’ I.P.S.S.C.S.S.
NUMERO
CORSI ORDINARI
I.P.S.I.A. MAT :
1
I.P.S.S.C.S.S. :
2
I.P.A.A. :
1
TOTALI :
4
NUMERO CORSI
=
SPERIMENTALI
I.P.S.I.A. MAT : 25
NUMERO DOCENTI
I.P.S.S.C.S.S. :
39
I.P.A.A. :
19
TOTALE :
83
AA :
5
NUMERO UNITA’
AT :
6
PERSONALE ATA
CS :
TOTALE :
3
11+1 L.S.U.
23
I.P.S.I.A. MAT
I.P.S.C.T.S.S.
I.P.S.A.S.R.
Tipo di
Manutenzione e
Gestione Aziendale
Settore servizi in
sezione
assistenza tecnica
Socio-Sanitario
agricoltura
Servizi Com.li
Numero
allievi
136
Serv.SocioSan. 103
Serale
46
TOTALE
Numero
74
87
223
8
11 + 2 (serale)
5
25
39
19
Traversa
Ammiraglio
Ruggero
Traversa
Ammiraglio
Ruggero
S.P. Moliterno
Lauria
Lauria
Lagonegro
Telef.
0973/823764
0973 823764
0973/21725
Fax
0973/628247
0973/628247
0973/21725
classi
Numero
docenti
Indirizzo
4
PREMESSA
L’8 marzo 1999 è stato emanato il REGOLAMENTO SULL’AUTONOMIA
Organizzativa e Didattica delle istituzioni scolastiche che è entrato in vigore il 1°
settembre dell’anno 2000.
Tale regolamento offre alle scuole una maggiore capacità di iniziativa nel campo
amministrativo, organizzativo e didattico, prerogativa che si riassume nel concetto
di “autonomia funzionale”, supportata dalle Regioni e dagli Enti locali che hanno
avuto, negli ultimi anni, un più ampio conferimento di funzioni in materia di
programmazione scolastico - territoriale e di integrazioni dei diversi sistemi
formativi.
L’aspetto più importante del Regolamento è rappresentato dall’offerta formativa
esplicitata nel P.O.F. nel quale si descrive la progettazione curriculare,
extracurriculare ed organizzativa delle scuole e si congiunge la dimensione
nazionale del curricolo con quella locale.
Per meglio rispondere alle specifiche domande degli utenti e della comunità si
prevedono, in tale piano, attività opzionali, scelte all’interno di un quadro di offerte
nazionali e attività elettive proposte direttamente dalla scuola, tenendo conto della
tipologia e delle finalità della stessa e delle proposte della componente genitori alunni.
Il Piano dell’Offerta Formativa è elaborato dal Collegio dei Docenti ed adottato
dal Consiglio d’Istituto.
Tale Piano è reso pubblico e consegnato agli alunni e alle famiglie all’atto
dell’iscrizione.
5
Indicazioni strategiche e di sviluppo
EUROPA 2020
Europa 2020 è la strategia decennale per la crescita sviluppata dall'Unione
europea. Essa non mira soltanto a uscire dalla crisi che continua ad affliggere
l'economia di molti paesi, ma vuole anche colmare le lacune del nostro modello di
crescita e creare le condizioni per un diverso tipo di sviluppo economico, più
intelligente
sostenibile
solidale.
Per dare maggiore concretezza a questo discorso, l'UE si è data cinque obiettivi da
realizzare entro la fine del decennio. Riguardano l'occupazione, l'istruzione, la
ricerca e l'innovazione, l'integrazione sociale e la riduzione della povertà, il clima e
l'energia.
La strategia comporta anche sette iniziative prioritarie che tracciano un quadro
entro il quale l'U.E. e i governi nazionali sostengono reciprocamente i loro sforzi
per realizzare le priorità di Europa 2020, quali l'innovazione, l'economia digitale,
l'occupazione, i giovani, la politica industriale, la povertà e l'uso efficiente delle
risorse.
Europa 2020 avrà successo solo con un'azione determinata e mirata a livello sia
europeo che nazionale. A livello U.E. si stanno prendendo decisioni fondamentali
per completare il mercato unico nei settori dei servizi, dell'energia e dei prodotti
digitali e per investire in collegamenti transfrontalieri essenziali. A livello nazionale
occorre rimuovere molti ostacoli alla concorrenza e alla creazione di posti di
lavoro. Ma solo se gli sforzi saranno combinati e coordinati si avrà l'impatto
voluto
sulla
crescita
e
l'occupazione.
Ecco perché la realizzazione di Europa 2020 dipende in misura determinante dalle
strutture e dai processi di “governance” che l'U.E. ha cominciato a introdurre dal
2010. Lo strumento più importante è il semestre europeo, un ciclo annuale di
coordinamento economico che comporta indirizzi politici impartiti a livello UE
dalla Commissione europea e dal Consiglio, impegni a realizzare riforme degli
Stati membri e raccomandazioni specifiche per paese, elaborate dalla
Commissione e sancite al più alto livello dai leader nazionali riuniti in sede di
Consiglio europeo. I paesi membri sono tenuti a tener conto di queste
raccomandazioni nelle loro politiche e nei loro bilanci.
1
Crescita intelligente
Crescita intelligente significa migliorare le prestazioni dell'UE nei seguenti campi:
•
istruzione (incoraggiare le persone ad apprendere, studiare ed aggiornare le
loro competenze)
•
ricerca/innovazione (creazione di nuovi prodotti/servizi in grado di
stimolare la crescita e l'occupazione per affrontare le sfide della società)
•
società digitale (uso delle tecnologie dell'informazione e della
comunicazione
Gli obiettivi dell'U.E. per la crescita intelligente comprendono:
1. 1. livelli di investimento (pubblico più privato) pari al 3% del PIL
dell'UE, nonché condizioni migliori per la R&S e l'innovazione
2. 2. tasso di occupazione per donne e uomini di età compresa tra 20 e 64
anni al 75% entro il 2020, da conseguire offrendo maggiori opportunità
lavorative, in particolare a donne, giovani, lavoratori più anziani e meno
qualificate e immigrati regolari
3. 3. migliori risultati scolastici, in particolare:
– riducendo gli abbandoni scolastici al di sotto del 10%
– garantendo che almeno il 40% dei 30-34enni abbia un'istruzione
universitaria (o equivalente)
Come l'UE intende promuovere la crescita intelligente
Mediante tre iniziative prioritarie:
1. 1. Agenda digitale europea
Creare un mercato unico del digitale basato su Internet ad alta e altissima
velocità e su applicazioni interoperabili:
o
entro il 2013: accesso alla banda larga per tutti
o
entro il 2020: accesso per tutti a velocità di Internet nettamente
superiori (30 Mbp o più)
o
entro il 2020: almeno il 50% delle famiglie europee con connessioni
Internet di oltre 100 Mbp.
2
2. 2. Unione dell’innovazione
o
riorientare la politica in materia di R&S e innovazione alle principali
sfide della nostra società come i cambiamenti climatici, l'energia e
l'uso efficiente delle risorse, la salute e l'evoluzione demografica
o
rafforzare tutti gli anelli della catena dell'innovazione, dalla
ricerca più teorica alla commercializzazione
3. 3. Youth on the move
o
aiutare gli studenti e apprendisti a studiare all'estero
o
attrezzare i giovani a competere sul mercato del lavoro
o
migliorare le prestazioni e l'attrattiva internazionale delle università
europee
o
migliorare i livelli di istruzione e formazione (eccellenza
accademica, pari opportunità)
Perché l'Europa ha bisogno di una crescita intelligente
La minore crescita dell'UE rispetto ai suoi principali concorrenti è dovuta per lo
più allo scarto di produttività causato in parte da:
•
minori investimenti in R&S e innovazione
•
insufficiente uso delle tecnologie dell'informazione/comunicazione
•
difficile accesso all'innovazione in alcune parti della società
Ad esempio:
•
Le imprese europee rappresentano attualmente soltanto un quarto del
mercato mondiale delle tecnologie dell'informazione/comunicazione,
del valore di 2 000 miliardi di euro.
•
Il ritardo con cui si diffonde Internet ad alta velocità si ripercuote
negativamente sulla capacità dell'Europa di innovare, diffondere conoscenza
e distribuire beni e servizi, oltre ad accrescere l'isolamento delle aree rurali.
3
Istruzione/formazione
•
Circa il 25% degli scolari europei leggono con difficoltà.
•
Troppi giovani lasciano la scuola senza qualifiche.
•
I numeri riguardanti la scuola secondaria sono migliori, ma le qualifiche
spesso non corrispondono alle esigenze del mercato del lavoro.
•
Meno di un terzo degli europei di età compresa tra i 25 e i 34 anni hanno
conseguito un diploma universitario (contro il 40% degli Stati Uniti e oltre
il 50% del Giappone).
•
Nelle classifiche le università europee non raggiungono i primi posti e
soltanto 2 si collocano tra le 20 migliori università del mondo (vedere l'indice
di Shangai (ARWU).
Invecchiamento della popolazione
•
Poiché gli europei vivono più a lungo e hanno meno bambini, un numero
sempre minore di lavoratori è tenuto a mantenere un numero crescente
di pensionati, oltre a dover finanziare il sistema previdenziale.
•
Attualmente il numero di ultrasessantenni aumenta a una velocità doppia
rispetto a prima del 2007 (circa due milioni in più ogni anno contro un
milione in precedenza).
•
Un'economia della conoscenza più sviluppata e con maggiori opportunità
può aiutare le persone a lavorare più a lungo e a ridurre la pressione sui
sistemi previdenziali.
4
Crescita sostenibile: per un'economia più efficiente sotto il profilo delle
risorse, più verde e più competitiva
Crescita sostenibile significa:
•
costruire un'economia a basse emissioni di CO2 più competitiva, capace
di sfruttare le risorse in modo efficiente e sostenibile
•
tutelare l'ambiente, ridurre le emissioni e prevenire la perdita di
biodiversità
•
servirsi del ruolo guida dell'Europa per sviluppare nuove tecnologie e
metodi di produzione verdi
•
introdurre reti elettriche intelligenti ed efficienti
•
sfruttare le reti su scala europea per conferire alle nostre imprese (specie
le piccole aziende industriali) un ulteriore vantaggio competitivo
•
migliorare l'ambiente in cui operano le imprese, in particolare le piccole
e medie (PMI)
•
aiutare i consumatori a fare delle scelte informate.
Gli obiettivi dell'UE per la crescita sostenibile comprendono:
1. 1. ridurre le emissioni di gas serra del 20% rispetto ai livelli del 1990
entro il 2020. L'U.E. è pronta ad andare oltre e prevedere una riduzione del
30% se gli altri paesi sviluppati si assumono un impegno analogo e i paesi in
via di sviluppo contribuiscono secondo le proprie capacità nell'ambito di un
accordo globale
2. 2. aumentare la proporzione delle energie rinnovabili nel consumo finale al
20%
3. 3. cercare di aumentare del 20% l'efficienza energetica.
5
Come l'UE intende promuovere una crescita sostenibile
Mediante due iniziative prioritarie:
1. 1. Un'Europa efficiente sotto il profilo delle risorse
Per sostenere il passaggio verso un'economia efficiente sotto il profilo delle
risorse e a basse emissioni di CO2, occorre scindere la crescita economica
dall'uso delle risorse e dell'energia:
o
riducendo le emissioni di CO2
o
promuovendo una maggiore sicurezza energetica
o
riducendo l'intensità in termini di risorse di ciò che usiamo e
consumiamo.
2. Una politica industriale per l'era della globalizzazione
L'U.E. ha bisogno di una politica industriale che aiuti le imprese, specie
quelle piccole, a far fronte alla globalizzazione, alla crisi economica e al
passaggio verso un'economia a basse emissioni di CO2:
o
sostenendo l'imprenditoria, per rendere le imprese europee più
robuste e competitive
o
prendendo in considerazione tutti gli elementi della catena del valore,
che sta diventando sempre più internazionale, dall'accesso alle materie
prime al servizio di assistenza alla clientela.
Una tale politica può essere elaborata soltanto in stretta collaborazione con le
imprese, i sindacati, il mondo accademico, le ONG e le associazioni dei
consumatori.
6
Perché l'Europa ha bisogno di una crescita sostenibile
Eccessiva dipendenza dai combustibili fossili
La nostra dipendenza dal petrolio, gas e carbone:
•
espone i consumatori e le imprese a dannosi e costosi shock dei prezzi
•
minaccia la nostra sicurezza economica
•
contribuisce al cambiamento del clima.
Risorse naturali
La concorrenza mondiale per le risorse naturali si accentuerà esercitando pressioni
sull'ambiente. L'UE può contribuire a ridurre tali pressioni mediante politiche di
sviluppo sostenibile.
Cambiamenti climatici
•
Per conseguire i nostri obiettivi climatici dobbiamo ridurre più rapidamente
le emissioni e sfruttare le nuove tecnologie, come l'energia eolica e solare e i
metodi di cattura e sequestro dell'anidride carbonica (CO2).
•
Dobbiamo inoltre aumentare la resistenza delle nostre economie ai rischi
climatici, così come la nostra capacità di prevenzione e risposta alle
catastrofi.
Competitività
•
L'U.E. deve migliorare la sua produttività e competitività e mantenere la
leadership per le soluzioni verdi, specie di fronte alla crescente concorrenza
della Cina e dell'America settentrionale.
•
Centrando gli obiettivi energetici si potrebbero risparmiare entro il 2020 60
miliardi di euro sulle importazioni di petrolio e gas, un aspetto fondamentale
sia per la sicurezza energetica che per ragioni economiche.
7
•
Un'ulteriore integrazione del mercato energetico europeo potrebbe
comportare una crescita del P.I.L. dello 0,6-0,8%.
•
Facendo fronte al 20% del fabbisogno energetico dell'Europa mediante fonti
energetiche rinnovabili si potrebbero creare oltre 600 000 posti di lavoro
nell'U.E, nonché altri 400 000 se si consegue l'obiettivo del 20% relativo
all'efficienza energetica.
•
I nostri impegni di riduzione delle emissioni vanno rispettati in modo da
massimizzare i vantaggi e ridurre al minimo i costi, anche mediante la
diffusione di soluzioni tecnologiche innovative.
Crescita solidale: un'economia con un alto tasso di occupazione che
favorisca la coesione economica, sociale e territoriale
Crescita solidale significa:
•
aumentare il tasso di occupazione dell'U.E. con un numero maggiore di
lavori più qualificati, specie per donne, giovani e lavoratori più anziani
•
aiutare le persone di ogni età a prevedere e gestire il cambiamento
investendo in competenze e formazione
•
modernizzare i mercati del lavoro e i sistemi previdenziali
•
garantire che i benefici della crescita raggiungano tutte le parti dell'UE
Gli obiettivi dell'U.E. per la crescita solidale comprendono:
1. 1. tasso di occupazione per donne e uomini di età compresa tra 20 e 64
anni al 75% entro il 2020, da conseguire offrendo maggiori opportunità
lavorative, in particolare a donne, giovani, lavoratori più anziani e meno
qualificate e immigrati regolari
2. 2. migliori risultati scolastici, in particolare:
– riducendo gli abbandoni scolastici al di sotto del 10%
– garantendo che almeno il 40% dei 30-34enni abbia completato
un'istruzione universitaria (o equivalente)
3. 3. almeno 20 milioni di persone a rischio o in situazione di povertà ed
emarginazione in meno
8
Come l'U.E. intende promuovere una crescita solidale
Mediante due iniziative prioritarie:
1. 1. Agenda per nuove competenze e nuovi lavori
o
per i singoli: aiutare le persone ad acquisire nuove competenze,
adeguarsi ad un mercato del lavoro in continua evoluzione e cambiare
proficuamente carriera professionale
o
per la collettività: modernizzare i mercati del lavoro per aumentare i
livelli di occupazione, ridurre la disoccupazione, accrescere la
produttività del lavoro e garantire la sostenibilità dei nostri modelli
sociali
2. 2. Piattaforma europea contro la povertà
o
garantire la coesione economica, sociale e territoriale
o
garantire il rispetto dei diritti fondamentali dei poveri ed emarginati,
aiutandoli a vivere in modo dignitoso e a partecipare attivamente alla
società
o
prevedere un sostegno per aiutare le persone ad integrarsi nelle
comunità in cui vivono, ottenere una formazione, trovare un lavoro e
avere accesso alle prestazioni sociali.
Anche le politiche e i fondi per lo sviluppo regionale sostengono la crescita solidale
riducendo le disparità tra le diverse regioni e facendo sì che i vantaggi della crescita
raggiungano tutte le aree dell'UE.
9
Perché l'Europa ha bisogno di una crescita solidale
Occupazione
•
In Europa la manodopera è in flessione a causa dell'evoluzione
demografica, per cui sempre meno lavoratori mantengono un numero
crescente di persone inattive.
•
L'Unione europea deve aumentare il tasso di occupazione globale: è
infatti particolarmente basso per le donne (63% contro il 76% per gli uomini
dai 20 ai 64 anni) e i lavoratori più anziani, di età compresa tra i 55 e i 64
anni (46% rispetto al 62% di Stati Uniti e Giappone).
•
L'orario di lavoro degli europei è del 10% inferiore a quello degli americani
e giapponesi.
•
La crisi economica ha prodotto un'elevata disoccupazione giovanile, che
supera il 21%, rendendo difficile la ricerca di una lavoro per chi non ce l'ha.
Competenze
•
L'UE conta circa 80 milioni di persone con competenze scarse o
elementari che sfruttano meno le opportunità di apprendimento
permanente di quelle più istruite.
•
Entro il 2020, 16 milioni di nuovi impieghi richiederanno qualifiche
elevate, mentre quelli che richiedono livelli di competenza inferiori saranno
12 milioni in meno.
•
Acquisire e perfezionare competenze è più importante che mai.
Lotta alla povertà
•
Già prima della crisi le persone a rischio di povertà erano 80 milioni, tra
cui 19 milioni di bambini.
L'8% delle persone attive non guadagnano abbastanza per superare la soglia di
povertà.
10
CONTESTO SOCIO - ECONOMICO – CULTURALE
LAURIA
ASPETTI FISICI
Lauria, con una superficie territoriale di 175,66 Kmq e, una densità di 79,76 abitanti
per Kmq., è il più popoloso dei 12 comuni del territorio del Lagonegrese (14.011
abitanti secondo i dati ISTAT del 1996, con un aumento della popolazione dell’
1,85% nel quinquennio 91-96).
Il paese è composto da un centro, dove sono concentrati la maggior parte dei
servizi, e un comprensorio molto vasto con frazioni molto popolate.
Situato a 430 m. s.l., dista solo 20 Km dal mar Tirreno, si colloca alle falde della
catena montuosa del Sirino (2007 m) ed è in prossimità del massiccio del Pollino
(2248 m).
La vera essenza del paesaggio è proprio la montagna appenninica, che, con le sue
originali forme insediative, ripropone un intreccio tra presenze dell’uomo, arte e
natura che si esprime a Lauria con aree che si susseguono le une sulle altre, come a
cercare una difesa nell’assemblaggio.
Al centro della valle del Noce e dei paesi facenti parte del territorio, Lauria
costituisce un importante punto di riferimento per i numerosi paesi limitrofi
(Rivello, Trecchina, Noepoli, Lagonegro, Latronico, Castelluccio Superiore e
Inferiore, Viggianello, Rotonda).
Il suo vasto territorio è attraversato dalla A3 Sa-Rc, dalla super strada del Noce (ss
5859) e da quella del Sinni ( ss 104), che garantiscono collegamenti viari efficienti
con le regioni della Calabria e della Campania, nonché con la provincia di Matera.
11
ASPETTI SOCIO-ECONOMICI
L’economia lauriota è legata soprattutto al settore terziario che accoglie il 43,10% di
lavoratori. Infatti numerose sono le attività commerciali, Enti, uffici e scuole; le
industrie e le piccole imprese artigianali accolgono il 36.3% e l’agricoltura il 20.88%,
limitata però al fabbisogno familiare. Sono assenti le grandi industrie.
Ciò, se da un lato ha nuociuto all’occupazione, dall’altro ha preservato l’ambiente
dal degrado, perciò questa zona del sud della Basilicata conserva per molti versi
intatto il suo fascino naturale.
Nel piano di sviluppo regionale, il futuro di questa area più che ad un decollo
industriale o commerciale sembra essere legato proprio alla valorizzazione delle
risorse ambientali e turistiche (vedi “ Progetto di Patto Territoriale” per l’area sud
della Basilicata, dove Lauria è presente con 35 progetti,“Programma leader 1”,
“Programma leader 2”, “Progetto Mare-Monti-Terme”, che prevede la
valorizzazione turistica del massiccio del Sirino).
La vicinanza con la fascia costiera lucana del Tirreno, la prossimità del Sirino e del
Pollino, nonché l’amenità dei paesi vicini, dei boschi, di piccoli laghi, sembrano far
nutrire speranze per un potenziamento della ricettività turistica. Attualmente 4 sono
gli hotel che hanno una disponibilità di 107 camere e 202 letti.
Il “Progetto Sinni”, il “Progetto Mare-Monti-Terme”, il Parco Nazionale del
Pollino, l’infrastrutturazione dell’area di Latronico appaiono, in prospettiva,
occasioni di sviluppo e di occupazione.
I servizi sociali esistenti nel comune di Lauria sono:
il “Centro di prima infanzia” ubicato nel rione inferiore; Scuola materna : varie sedi
sparse su tutto il territorio; due scuole medie; 1 polo secondario di secondo grado,
che associa : Il Liceo Scientifico di Rotonda, ITIS (rione superiore), Liceo Classico
(rione superiore); 1 polo secondario di secondo grado, che associa: I.P.S.I.A.M.A.T. (rione inferiore), I.P.S.S.C.S.S. (rione inferiore) e I.P.S.A.S.R. sede di
Lagonegro; tre palestre private; una tendostruttura comunale; due campi sportivi;
campi da tennis.
12
E’ presente un ospedale con 53 posti letto. Sono operativi un consultorio familiare,
la CRI e l’AVIS. Il Banco di Napoli, la Banca Carime, la Banca Popolare di Bari,
Banca Monte Dei Paschi Di Siena e la Banca Popolare del Mezzogiorno con i
servizi bancari presenti sul territorio.
L’ENEL, l’ufficio della massima occupazione, il Distretto scolastico, la Comunità
Montana del Lagonegrese sono gli uffici operativi a Lauria.
ASPETTI CULTURALI
Sul territorio sono presenti varie associazioni culturali autonome quali: “Mov”,
“Tangram”, “Centro studi Dhrama”, “Il pedone”, “Circolo avvenimenti”, “Arca”,
“Biblioteca comunale”, “Lega ambiente”, “La città pensata”, “Amici del Castello
Ruggero di Lauria”.
Inoltre sono funzionanti dal 2014 anche le seguenti Casa-famiglia:
• “Donna Olga”
• “Le Fontane”
• “Domenico Lentini”
• “Glicine1”
• “Glicine2” loc. Pecorone
Associazioni sportive sono operative nell’ambito del ciclismo, dell’atletica leggera,
del calcio e della pallavolo.
La chiesa è presente sul territorio anche come centro di aggregazione.
E’ stato allestito, di recente, un piccolo “museo” che raccoglie scritti e oggetti
appartenuti al Beato Lentini.
Le attività teatrali e le proiezioni cinematografiche si svolgono presso la sala
Conferenze del Centro Risorse ATOMIUM, in via Cerse dello Speziale, realizzato
con i fondi strutturali dell’ U. E. presso l’I.S.I.S. “ MIRAGLIA”.
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EVENTI SIGNIFICATIVI DELLA STORIA DELLA SCUOLA
L’ Istituto Professionale di Stato per l’Industria e l’Artigianato, manutenzione e
assistenza tecnica, attualmente ospitato nell’edificio di piazza Ammiraglio Ruggero,
è stato fondato nei primi del Novecento come Reale Scuola d’Arte e Mestieri.
L’I.P.S.I.A.- M.A.T. è il più antico Istituto di Lauria: autonomo fino ad Agosto
1997, è stato prima aggregato all’I.T.I.S. di Lauria ( Settembre 1997) e nel Settembre
1998 all’ I.P.S.C.S.S. di Lauria; dal 1° settembre 2000 è stato associato all’ I.T.C. di
Viggianello ed al Liceo Scientifico di Rotonda a costituire un nuovo polo.
Dal 1° settembre 2009 è stato associato di nuovo all’ I.P.S.C.S.S.. di Lauria,
perdendo il Liceo Scientifico di Rotonda che è passato al I.S.I.S. “Miraglia”.
Dall’anno scolastico 2011/2012, dopo una ulteriore razionalizzazione,
all’I.S.I.S. “RUGGERO” è stato associato l’I.P.S.A.S.R sede coordinata di
Lagonegro .
L’I.T.C. di Viggianello , invece, è stato associato all’ istituto comprensivo
dello stesso comune, facendo nascere un istituto di tipo omnicomprensivo.
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CONTESTO SOCIO - ECONOMICO - CULTURALE
LAGONEGRO
Breve storia dell’Istituto “Giustino Fortunato” di Potenza
Nel 1955 viene istituito in Potenza l’Istituto Professionale di Stato per l’Agricoltura
per la Lucania.
Il Ministro della Pubblica Istruzione-Direzione Generale Istruzione TecnicaDivisione VII (Istruzione Professionale), d’intesa con la Cassa del Mezzogiorno,
con il Dicastero dell’Agricoltura e delle Foreste, e secondo la decisione del
Comitato dei Ministri per il Mezzogiorno, dispone, con nota di prot. 451 del
16/02/1955, l’istituzione di un Istituto Professionale per l’Agricoltura con sede
centrale in Potenza.
Il DPR n. 1695 del 22 maggio 1956 istituiva , in via definitiva, in Potenza l’Istituto
Professionale di Stato per l’Agricoltura per la Lucania, con decorrenza retroattiva 1
ottobre 1955 (pubblicato sulla G.U.della Repubblica del 23/05/1957,n.130, parte I).
Gli Uffici di Presidenza vennero ubicati, in via provvisoria, presso la Camera del
Commercio in Potenza, mentre le scuole coordinate vennero istituite a:
S. Teodoro, Scanzano e la Martella in provincia di Matera;
Lagopesole, Atella, Rionero e Gaudiano in provincia di Potenza.
Nel 1960 l’Istituto Professionale di Stato per l’Agricoltura per la Lucania venne
scisso, con nota
Prot. 1981 del 12 marzo 1960 del Ministro della Pubblica
Istruzione – Ispettorato Generale per l’Istruzione Tecnica e Professionale- tra le
due province di Potenza e di Matera. Vengono istituite le scuole coordinate di
Genzano di Lucania, Castel Lagopesole, Sant’Arcangelo e Lagonegro.
Nel 1998 viene aperta la sede di Potenza ( dove fino allora avevano funzionato solo
gli uffici di Presidenza e Segreteria).
A partire dall’anno scolastico 2010/11, con l’avvio della riforma “Gelmini”,
l’Istituto assume la denominazione di “Istituto Professionale per i Servizi in
Agricoltura e lo Sviluppo Rurale”.
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STORIA
La sede dell’IPSARS è situata nel centro sociale della cittadina forse di origini
romane. Quello che si può ancora ammirare è il borgo medievale dove, secondo la
leggenda, sarebbe morta Monna Lisa, la gioconda di Leonardo da Vinci.
Il lagonegrese è un territorio molto ampio che si allarga ulteriormente grazie ad una
rete viaria che consente un trasporto rapido non solo dai centri della Valle del Noce
ma anche della Valle del Mercure e dall’Alta Valle del Sinni.
L’attività agricola sui basa prevalentemente sull’allevamento bovino (numerosi i
capi di razza podalica) e ovino che forniscono latte per la produzione di apprezzati
formaggi.
La produzione vegetale è incentrata sulla coltivazione di cereali anche di antiche
varietà come la “carosella”, sugli ortaggi con le produzioni tipiche dei fagioli di
Rotonda e del Rotale e della melanzana rossa di Rotonda, oltre alla coltivazione di
vigneti e oliveti.
Non mancano i prodotti spontanei del bosco che riveste le pendici delle montagne
del Monte Alpi, del Pollino e del Sirino, vero laboratorio ambientale dove si trova il
Laudemio, il lago di origine glaciale più a sud dell’Europa e dove è possibile
praticare sports invernali.
Dall’ anno scolastico 2011/2012 l’IPSARS è stato associato all’I.S.I.S.
“Ruggero di Lauria” .
16
POSIZIONE PREVALENTE DELLA STRUTTURA ECONOMICA PER
POPOLAZIONE ATTIVA IN RIFERIMENTO AI VALORI MEDI
PERCENTUALI DEL TERRITORIO
Comunità Montana
Provincia
Potenza
Regione
AGRICOLTURA
17,33%
19,09%
19,05%
INDUSTRIA
33,79%
31,91%
31,81%
TERZIARIO
48,88%
48,99%
49,14%
17
I.P.S.S.C.S.S. LAURIA
I.P.S.A.S.R. Lagonegro
IPSIA LAURIA
Unica in
Trav.
Amm.
Ruggero
con
con
con
1
14
biblioteca
18
6
1
1
1
1
biblioteca
1
biblioteca
1
0
0
5
2
1
1
0
2
1
16
3
1
1
1
ALTRO
CONFERENZE
TELEVIDEO
AULA
PALESTRA
BIBLIOTECA
LABORATORI
AULE
MAGNA
AULA
TECNICI
AMM.VI E
SERVIZI
PROFESSORI
SALA
PRESIDENZA
SCUOLE
RISORSE DELLA SCUOLA
Magazzino
Ufficio
Tecnico
Azienda
agraria
Magazzini
IDENTITÀ DELL’ I. S. I. S. “RUGGERO”
Gli allievi, che frequentano le istituzioni scolastiche del nostro polo, provengono
da una realtà socio – economica caratterizzata da una società solo in parte uscita
dalla civiltà contadina, ma che tuttavia non ha ancora assunto la connotazione di
una struttura produttiva che, attraverso la piccola e media imprenditoria, sia
capace di sviluppare le potenzialità naturalistico-ambientali intrinseche del
territorio.
I giovani intravedono un futuro incerto a causa della scarsa disponibilità di
lavoro e anche a causa della mancanza di punti fermi quali i valori della società
precedente pian piano soppiantati da un individualismo, un qualunquismo ed un
consumismo che li disorientano in maniera preoccupante.
Il nostro I.S.I.S. si propone, quindi, obiettivi culturali, che si identificano con
quelli della scuola in generale, ma che tengono conto delle esigenze dei giovani:
• favorire la maturazione di rapporti sociali ed affettivi;
• favorire la comprensione dei vari aspetti della vita al fine di migliorare i
rapporti con gli altri ed essere membri attivi e responsabili all’interno dei
gruppi organizzati;
• saper rispettare e promuovere i diritti umani;
• recuperare la “memoria” del paese per poter meglio interagire col territorio e
le sue Agenzie culturali;
• acquisire competenze e comportamenti idonei al fine di entrare a far parte di
organizzazioni e associazioni culturali, politiche, sindacali;
• saper fruire ed utilizzare consapevolmente i mass-media;
• ampliare la sfera delle esperienze tramite l’organizzazione di attività aperte al
contatto con la realtà socio – economico – culturale locale, nazionale ed
europea;
• migliorare metodi, tecniche ed abitudini nello studio e nel lavoro;
19
• acquisire una cultura ed una formazione polivalente e flessibile;
• acquisire coscienza della necessità di uno sviluppo sostenibile;
• saper utilizzare il dialogo quale strumento di risoluzione delle controversie
relazionali;
• acquisire una cultura della “diversità” che rispetti e valorizzi “l’altro” come
risorsa per la comune crescita civile;
• favorire l’inserimento degli alunni portatori di Handicap.
IN
SEGUITO ALL’ENTRATA IN VIGORE DELLA RIFORMA DELLA SCUOLA
SECONDARIA SUPERIORE DALL’A.S. 2015/2016 VENGONO INTRODOTTE, PER
LE CLASSI PRIME, SECONDE, TERZE, QUARTE E QUINTE RILEVANTI NOVITA’
RIGUARDANTI
IL
PERCORSO
SCOLASTICO
CHE
PORTERA’
ALLA
FORMULAZIONE DI NUOVI TITOLI DI STUDIO, NUOVE DISCIPLINE, NUOVO
MONTE ORARIO, ETC..
.
20
I. P. S. I. A. - M.A.T.
PROFILI PROFESSIONALI ED OBIETTIVI FORMATIVI
Indirizzo “Manutenzione e assistenza tecnica”
Profilo
Il Diplomato di istruzione professionale nell’indirizzo “Manutenzione e
assistenza tecnica” possiede le competenze per gestire, organizzare ed
effettuare interventi di installazione e manutenzione ordinaria, di diagnostica,
riparazione e collaudo relativamente a piccoli sistemi, impianti e apparati tecnici,
anche marittimi.
Le sue competenze tecnico-professionali sono riferite alle filiere dei settori
produttivi generali (elettronica, elettrotecnica, meccanica,
termotecnica ed altri) e specificamente sviluppate in relazione alle esigenze
espresse dal territorio.
È in grado di:
 controllare e ripristinare, durante il ciclo di vita degli apparati e degli impianti,
la conformità del loro funzionamento alle
specifiche tecniche, alle normative sulla sicurezza degli utenti e sulla salvaguardia
dell’ambiente;
 osservare i principi di ergonomia, igiene e sicurezza che presiedono alla
realizzazione degli interventi;
 organizzare e intervenire nelle attività per lo smaltimento di scorie e sostanze
residue, relative al funzionamento delle
macchine, e per la dismissione dei dispositivi;
 utilizzare le competenze multidisciplinari di ambito tecnologico, economico e
organizzativo presenti nei processi lavorativi e
nei servizi che lo coinvolgono;
21
 gestire funzionalmente le scorte di magazzino e i procedimenti per
l’approvvigionamento;
 reperire e interpretare documentazione tecnica;
 assistere gli utenti e fornire le informazioni utili al corretto uso e
funzionamento dei dispositivi;
 agire nel suo campo di intervento nel rispetto delle specifiche normative ed
assumersi autonome responsabilità;
 segnalare le disfunzioni non direttamente correlate alle sue competenze
tecniche;
 operare nella gestione dei sevizi, anche valutando i costi e l’economicità degli
interventi.
A conclusione del percorso quinquennale, il diplomato in “Manutenzione
e assistenza tecnica” consegue i risultati di apprendimento descritti nel
punto 2.3 dell’allegato A), di seguito descritti in termini di competenze di
base
trasversali
di
Cittadinanza,
cioè
competenze
di
carattere
metodologiche e strumentali e naturalmente secondo gli assi culturali;
cioè deve essere in grado di :
1. comprendere, interpretare e analizzare schemi di impianti;
2. utilizzare, attraverso la conoscenza e l’applicazione della normativa sulla
sicurezza, strumenti e tecnologie specifiche;
3. utilizzare la documentazione tecnica prevista dalla normativa per garantire la
corretta funzionalità di apparecchiature, impianti
e sistemi tecnici per i quali cura la manutenzione;
4. individuare i componenti che costituiscono il sistema e i vari materiali
impiegati, allo scopo di intervenire nel montaggio, nella
sostituzione dei componenti e delle parti, nel rispetto delle modalità e delle
procedure stabilite;
22
5. utilizzare correttamente strumenti di misura, controllo e diagnosi, eseguire le
regolazioni dei sistemi e degli impianti ;
6. garantire e certificare la messa a punto degli impianti e delle macchine a regola
d’arte, collaborando alla fase di collaudo e installazione;
7. gestire le esigenze del committente, reperire le risorse tecniche e tecnologiche
per offrire servizi efficaci e economicamente correlati alle richieste.
Le competenze dell’indirizzo « Manutenzione e assistenza tecnica » sono
sviluppate e integrate in coerenza con le filiere produttive.
L’I.P.S.I.A. – M.A.T. è l’unica scuola dell’intero distretto che offre ai giovani
studi professionali ad indirizzo industriale ed artigianale.
L’istruzione professionale si colloca nella fascia dell’istruzione secondaria di
secondo grado ed ha lo scopo di preparare forze operative per l’assolvimento di
mansioni di ordine tecnico-esecutivo, qualificate, pratiche e tecniche, nei vari
settori di attività produttiva ed economica sia nazionali che comunitari.
SEZIONI DI QUALIFICA
Le sezioni di qualifica sono articolate in corsi triennali al termine dei quali si può
conseguire il “Diploma di qualifica professionale” (diploma di secondo livello
regionale per quanto riguarda le prime, le seconde e terze ) mediante un esame
finale con commissione interna.
Ai corsi di qualifica si accede con il diploma di licenza media.
I giovani che abbiano conseguito la qualifica possono rivolgersi al mondo del
lavoro, oppure proseguire gli studi frequentando i corsi post-qualifica.
Dall’entrata in vigore della Riforma Gelmini il diploma di qualifica professionale
di primo livello è stato sostituito con un diploma di qualifica professionale di
secondo livello in collaborazione con la Regione Basilicata e il supporto tecnico
dell’APOF-IL.
23
CORSI POST- QUALIFICA
Alla fine del quinto anno si consegue il “Diploma di maturità professionale”
mediante l’Esame di Stato.
Il Diploma di maturità professionale permette ai giovani di inserirsi con
competenza e capacità nel mondo del lavoro, ma anche di poter proseguire gli
studi universitari.
La versatilità, le esperienze scuola-lavoro, la continua verifica delle richieste del
mercato del lavoro e la capacità di adattamento delle competenze in uscita alle
esigenze del mondo produttivo, fanno dell’istruzione professionale una scuola
moderna, attenta ed al passo con le evoluzioni tecnologiche e tecniche.
• Perché scegliere l’Istruzione Professionale?
La società oggi vede una continua evoluzione tecnologica in tutti i settori e ciò
fa nascere l’esigenza di un continuo e preciso aggiornamento.
L’Istruzione professionale grazie al “Progetto 92” prima e la Riforma Gelmini
dopo hanno rivisto ed aggiornato i contenuti in funzione delle moderne esigenze
del mondo del lavoro.
Per l’adeguata formazione professionale dei giovani sono previste esperienze
scuola - lavoro attraverso attività di simulazione e stage presso aziende
qualificate. In tal modo l’istruzione professionale è in grado di fornire ai giovani
una preparazione culturale, scientifica e tecnica che consente loro di inserirsi in
modo adeguato ed attivo nella realtà produttiva, sia come dipendente che come
datore di lavoro, perché idoneo alla conduzione di imprese artigianali.
Nell’ambito dell’ I.P.S.I.A.- M.A.T. di Lauria è presente ormai solo il seguente
indirizzo : manutenzione ed assistenza tecnica.
24
• Che attitudini e capacità deve avere il giovane che intende frequentare un istituto
Professionale?
Deve possedere:
♦ predisposizione alle attività tecnico - pratiche specifiche di ogni indirizzo;
♦ apertura mentale che gli consenta di spaziare nel campo tecnologico in
continua evoluzione;
♦ inclinazione ad essere guidato ed indotto ad acquisire capacità progettuali,
creative, esecutive, decisionali;
♦ amore, passione, attaccamento al lavoro.
♦ Descrizione ed articolazione degli anni di corso.
Per quanto riguarda l’anno scolastico 2013/2014 si ha ancora la possibilità di
conseguire,
alla fine del terzo anno,
il Diploma di qualifica professionale
vecchio Ordinamento per :
Manutenzione e assistenza tecnica ( M.A.T.).
Dopo il conseguimento della qualifica alla fine del terzo anno il giovane può
accedere ai corrispondenti corsi post - qualifica per il conseguimento della
maturità professionale.
25
PROFILI PROFESSIONALI DEI CORSI DI QUALIFICA
(SECONDO LIVELLO)
Manutenzione e assistenza tecnica ( M.A.T.).
◊ Dopo il biennio comune il giovane, al termine della frequenza del terzo anno,
conseguirà il Diploma di Qualifica Manutenzione e assistenza tecnica
(M.A.T.).
Dovrà essere in grado di :
conoscere le varie tecnologie e la lavorabilità dei differenti materiali;
conoscere il corretto funzionamento delle macchine, degli utensili e degli
attrezzi;
conoscere le tecniche dei comandi automatici;
essere disponibile alla flessibilità in modo da poter affrontare, analizzare e
risolvere nuove situazioni.
conoscere i principi di funzionamento e la componentistica degli impianti
elettrici, sia civili che industriali;
saper realizzare un corretto impianto elettrico, nel rispetto delle norme
CEI;
conoscere i principi di funzionamento delle macchine elettriche;
essere disponibile alla flessibilità in modo da poter affrontare, analizzare e
risolvere nuove situazioni.
26
PROFILI PROFESSIONALI DEL CORSO DI DIPLOMA DI MATURITA’
LEGENDA
Corso di qualifica ( al termine della classe terza)
Sigla
Denominazione
M.A.T.
Manutenzione e assistenza tecnica
27
I.P.S.S.C.S.S.
PROFILI PROFESSIONALI ED OBIETTIVI DELLA SCUOLA
Indirizzo “Servizi commerciali”
PROFILO
Il Diplomato di istruzione professionale nell’indirizzo “Servizi commerciali“ ha
competenze professionali che gli consentono di supportare operativamente le aziende
del settore sia nella gestione dei processi amministrativi e commerciali sia nell’attività di
promozione delle vendite. In tali competenze rientrano anche quelle riguardanti la
promozione dell’immagine aziendale attraverso l’utilizzo delle diverse tipologie di
strumenti di comunicazione, compresi quelli pubblicitari.
Si orienta nell’ambito socio-economico del proprio territorio e nella rete di
interconnessioni che collega fenomeni e soggetti della propria regione con contesti
nazionali ed internazionali.
E’ in grado di:
ricercare ed elaborare dati concernenti mercati nazionali e internazionali;
contribuire alla realizzazione della gestione commerciale e degli adempimenti
amministrativi ad essa connessi;
contribuire alla realizzazione della gestione dell’area amministrativo–contabile;
contribuire alla realizzazione di attività nell’area marketing;
collaborare alla gestione degli adempimenti di natura civilistica e fiscale;
utilizzare strumenti informatici e programmi applicativi di settore;
organizzare eventi promozionali;
utilizzare tecniche di relazione e comunicazione commerciale, secondo le esigenze del
territorio e delle corrispondenti declinazioni;
comunicare in almeno due lingue straniere con una corretta utilizzazione della
terminologia di settore;
collaborare alla gestione del sistema informativo aziendale.
28
A conclusione del percorso quinquennale, il diplomato in “Servizi commerciali”
consegue i risultati di apprendimento descritti nel punto 2.2 dell’allegato A), di
seguito descritti in termini di competenze di base trasversali di Cittadinanza,
cioè competenze di carattere metodologiche e strumentali e naturalmente
secondo gli assi culturali; cioè deve essere in grado di :
1. individuare le tendenze dei mercati locali, nazionali e internazionali;
2. interagire nel sistema azienda e riconoscere i diversi modelli di strutture organizzative
aziendali;
3. svolgere attività connesse all’attuazione delle rilevazioni aziendali con l’utilizzo di
strumenti tecnologici e software applicativi di settore;
4. contribuire alla realizzazione dell’amministrazione delle risorse umane con riferimento
alla gestione delle paghe, al trattamento di fine rapporto ed ai connessi adempimenti
previsti dalla normativa vigente;
5. interagire nell’area della logistica e della gestione del magazzino con particolare
attenzione alla relativa contabilità;
6. interagire nell’area della gestione commerciale per le attività relative al mercato e
finalizzate al raggiungimento della customer satisfaction;
7. partecipare ad attività dell’area marketing ed alla realizzazione di prodotti pubblicitari;
8. realizzare attività tipiche del settore turistico e funzionali all’organizzazione di servizi
per la valorizzazione del territorio e per la promozione di eventi;
9. applicare gli strumenti dei sistemi aziendali di controllo di qualità e analizzare i
risultati;
10. interagire col sistema informativo aziendale anche attraverso l’uso di strumenti
informatici e telematici.
L’ I.P.S.S.C.S.S. “Ruggero di Lauria” offre un percorso formativo che risponde alla
vocazione economica di un territorio sempre più interessato allo sviluppo del terziario,
delle aziende e del settore turistico. Dall’ anno scolastico 2005/2006 è stato istituito un
corso serale per lavoratori attualmente funzionante solo per la classe terza sociosanitario. L’istituto assicura l’indirizzo di studio in gestione aziendale; dall’anno scolastico
2011/2012 è stato istituito, primo nella Regione Basilicata un nuovo indirizzo : il sociosanitario.
29
GESTIONE AZIENDALE
L’Operatore della Gestione Aziendale, titolo conseguito dopo il terzo anno, è una
figura professionale che trova destinazione occupazionale presso enti e presso piccole
e medie imprese.
Al termine del corso possiede:
• competenze nella gestione della scrittura e nello svolgimento di mansioni
esecutive del lavoro d’ufficio;
• la capacità di svolgere compiti di redazione della corrispondenza ordinaria, di
protocollo e di archivio, di eseguire e rielaborare rilevazioni contabili;
• competenze nell’uso degli strumenti informatici.
Il Tecnico della gestione aziendale – indirizzo informatico, consegue il titolo alla
fine del quinto anno. E’ una figura del quadro intermedio di secondo livello, che
trova inserimento lavorativo nelle piccole, medie e grandi aziende, negli Uffici della
pubblica amministrazione e negli enti territoriali di livello intermedio.
Al termine del corso possiede:
• la conoscenza delle strutture organizzative e di meccanismi aziendali;
• capacità di utilizzare metodi e tecniche contabili ed extra contabili, di
elaborare documenti contabili ufficiali;
• capacità di gestire il mezzo informatico;
• capacità organizzativo-aziendale e di valorizzazione delle risorse;
• capacità di relazione con il territorio;
• esperienze lavorative nel settore.
30
SEZIONI DI QUALIFICA
Le sezioni di qualifica sono articolate in corsi triennali al termine dei quali si può
conseguire il “Diploma di qualifica professionale” (diploma di secondo livello
regionale per quanto riguarda le prime, le seconde e terze ) mediante un esame finale con
commissione mista interna/esterna.
Ai corsi di qualifica si accede con il diploma di licenza media.
I giovani che abbiano conseguito la qualifica possono rivolgersi al mondo del lavoro,
oppure proseguire gli studi frequentando i corsi post-qualifica.
Dall’entrata in vigore della Riforma Gelmini il diploma di qualifica professionale di
primo livello è stato sostituito con un diploma di qualifica professionale di secondo
livello in collaborazione con la Regione Basilicata e il supporto tecnico dell’APOF-IL.
OPERATORE SOCIO-SANITARIO
Il Diplomato di istruzione professionale dell’indirizzo “Servizi socio-sanitari” possiede
le competenze necessarie per organizzare ed attuare interventi adeguati alle esigenze
socio-sanitarie di persone e comunità, per la promozione della salute e del benessere biopsico-sociale. E’ in grado di:
 partecipare alla rilevazione dei bisogni socio-sanitari del territorio attraverso
l’interazione con soggetti istituzionali e professionali;
 rapportarsi ai competenti Enti pubblici e privati anche per orientare l’utenza verso
idonee strutture;
 intervenire nella gestione dell’impresa socio-sanitaria e nella promozione di reti di
servizio per attività di assistenza e di animazione sociale;
 applicare la normativa vigente relativa alla privacy e alla sicurezza sociale e
sanitaria; organizzare interventi a sostegno dell’inclusione sociale di persone, comunità
e fasce deboli;
 interagire con gli utenti del servizio e predisporre piani individualizzati di intervento;
31
 individuare soluzioni corrette ai problemi organizzativi, psicologici e igienico-sanitari
della vita quotidiana;
 utilizzare metodi e strumenti di valutazione e monitoraggio della qualità del servizio
erogato nell’ottica del miglioramento e della valorizzazione delle risorse.
A conclusione del percorso quinquennale, il diplomato in “ Operatore dei servizi
socio-sanitari ” consegue i risultati di apprendimento descritti nel punto 2.2
dell’allegato A), di seguito descritti in termini di competenze di base trasversali
di Cittadinanza, cioè competenze di carattere metodologiche e strumentali e
naturalmente secondo gli assi culturali; cioè deve essere in grado di :
1. utilizzare metodologie e strumenti operativi per collaborare a rilevare i bisogni sociosanitari del territorio e concorrere a predisporre ed attuare progetti individuali, di gruppo
e di comunità.
2. gestire azioni di informazione e di orientamento dell’utente per facilitare l’accessibilità
e la fruizione autonoma dei servizi pubblici e privati presenti sul territorio.
3. collaborare nella gestione di progetti e attività dell’impresa sociale ed utilizzare
strumenti idonei per promuovere reti territoriali formali ed informali.
4. contribuire a promuovere stili di vita rispettosi delle norme igieniche, della corretta
alimentazione e della sicurezza, a tutela del diritto alla salute e del benessere delle
persone.
5. utilizzare le principali tecniche di animazione sociale, ludica e culturale.
6. realizzare azioni, in collaborazione con altre figure professionali, a sostegno e a tutela
della persona con disabilità e della sua famiglia, per favorire l’integrazione e migliorare la
qualità della vita.
7. facilitare la comunicazione tra persone e gruppi, anche di culture e contesti diversi,
attraverso linguaggi e sistemi di relazione adeguati.
8. utilizzare strumenti informativi per la registrazione di quanto rilevato sul campo.
9. raccogliere, archiviare e trasmettere dati relativi alle attività professionali svolte ai fini del
monitoraggio e della valutazione degli interventi e dei servizi
32
SERVIZI COMMERCIALI E SOCIO-SANITARI
Percorsi e opportunità
Corsi
Post-diploma
Mondo
del lavoro
Università
DIPLOMA DI
SPECIALIZZAZIONE II
LIVELLO RILASCIATO
DALLA REGIONE
Diploma di Tecnico
Gestione Aziendale
Diploma di Tecnico
deiServizi
ServiziTuristici
Sociodei
Sanitari
Qualifica di Operatore
Aziendale
BIENNIO COMUNE
SPERIMENTAZIONE
ALTERNANZA SCUOLALAVORO NELLE SECONDE
CLASSI
SCUOLA MEDIA
33
I.P.S.A.S.R.
PROFILI PROFESSIONALI ED OBIETTIVI DELLA SCUOLA
Indirizzo “Servizi per l’agricoltura e lo sviluppo rurale”
PROFILO
Il Diplomato di istruzione professionale, nell’indirizzo “Servizi per l’agricoltura e lo
sviluppo rurale”, possiede competenze relative alla valorizzazione, produzione e
commercializzazione dei prodotti agrari ed agroindustriali.
È in grado di:
gestire il riscontro di trasparenza, tracciabilità e sicurezza nelle diverse filiere
produttive: agro-ambientale, agroindustriale, agri-turistico, secondo i principi e gli
strumenti dei sistema di qualità;
individuare soluzioni tecniche di produzione e trasformazione, idonee a conferire ai
prodotti i caratteri di qualità previsti dalle normative nazionali e comunitarie;
utilizzare tecniche di analisi costi/benefici e costi/opportunità, relative ai progetti di
sviluppo, e ai processi di produzione e trasformazione;
assistere singoli produttori e strutture associative nell’elaborazione di piani e progetti
concernenti lo sviluppo rurale;
organizzare e gestire attività di promozione e marketing dei prodotti agrari e
agroindustriali;
rapportarsi agli enti territoriali competenti per la realizzazione delle opere di riordino
fondiario, miglioramento ambientale, valorizzazione delle risorse paesaggistiche e
naturalistiche;
gestire interventi per la prevenzione del degrado ambientale e nella realizzazione di
strutture a difesa delle zone a rischio;
intervenire in progetti per la valorizzazione del turismo locale e lo sviluppo
dell’agriturismo, anche attraverso il recupero degli aspetti culturali delle tradizioni locali e
dei prodotti tipici;
gestire interventi per la conservazione e il potenziamento di parchi, di aree protette e
ricreative.
34
A conclusione del percorso quinquennale,
il diplomato in “ Servizi per
l’agricoltura e lo sviluppo rurale ” consegue i risultati di apprendimento descritti
nel punto 2.2 dell’allegato A), di seguito descritti in termini di competenze di
base trasversali di Cittadinanza, cioè competenze di carattere metodologiche e
strumentali e naturalmente secondo gli assi culturali; cioè deve essere in grado
di:
1. Definire le caratteristiche territoriali, ambientali ed agroproduttive di una zona
attraverso l’utilizzazione di carte tematiche.
2. Collaborare nella realizzazione di carte d’uso del territorio.
3. Assistere le entità produttive e trasformative proponendo i risultati delle tecnologie
innovative e le modalità della loro adozione.
4. Interpretare gli aspetti della multifunzionalità individuati dalle politiche comunitarie ed
articolare le provvidenze previste per i processi adattativi e migliorativi.
5. Organizzare metodologie per il controllo di qualità nei diversi processi, prevedendo
modalità per la gestione della trasparenza, della rintracciabilità e della tracciabilità.
6. Prevedere ed organizzare attività di valorizzazione delle produzioni mediante le
diverse forme di marketing.
7. Operare nel riscontro della qualità ambientale prevedendo interventi di miglioramento
e di difesa nelle situazioni di rischio.
8. Operare favorendo attività integrative delle aziende agrarie mediante realizzazioni di
agriturismi, ecoturismi, turismo culturale e folkloristico.
9. Prevedere realizzazioni di strutture di verde urbano, di miglioramento delle condizioni
delle aree protette, di parchi e giardini.
10. Collaborare con gli Enti locali che operano nel settore, con gli uffici del territorio,
con le organizzazioni dei produttori, per attivare progetti di sviluppo rurale, di
miglioramenti fondiari ed agrari e di protezione idrogeologica.
35
PROFILO DIPLOMATO IN “SERVIZI PER L’AGRICOLTURA E LO
SVILUPPO RURALE”
Il Diplomato di istruzione professionale, nell’indirizzo “Servizi per l’agricoltura e lo
sviluppo rurale”, possiede competenze relative alla valorizzazione, produzione e
commercializzazione dei prodotti agrari ed agroindustriali.
È in grado di:
1) gestire il riscontro di trasparenza, tracciabilità e sicurezza nelle diverse filiere
produttive: agro-ambientale, agro-industriale, agri-turistico, secondo i principi e gli
strumenti dei sistema di qualità;
2) individuare soluzioni tecniche di produzione e trasformazione, idonee a conferire ai
prodotti i caratteri di qualità previsti dalle normative nazionali e comunitarie;
utilizzare tecniche di analisi costi/benefici e costi/opportunità, relative ai progetti di
sviluppo, e ai processi di produzione e trasformazione;
3) assistere singoli produttori e strutture associative nell’elaborazione di piani e progetti
concernenti lo sviluppo rurale; organizzare e gestire attività di promozione e marketing
dei prodotti agrari e agroindustriali;
4) rapportarsi agli enti territoriali competenti per la realizzazione delle opere di riordino
fondiario, miglioramento ambientale, valorizzazione delle risorse paesaggistiche e
naturalistiche;
5) gestire interventi per la prevenzione del degrado ambientale e nella realizzazione di
strutture a difesa delle zone a rischio;
6) intervenire in progetti per la valorizzazione del turismo locale e lo sviluppo
dell’agriturismo, anche attraverso il recupero degli aspetti culturali delle tradizioni locali e
dei prodotti tipici;
7) gestire interventi per la conservazione e il potenziamento di parchi, di aree protette e
ricreative.
36
L’ORDINAMENTO DIDATTICO
L’ordinamento didattico è definito nel contesto dell’istruzione professionale della scuola
secondaria superiore (settore agricoltura) interessata, a partire dal corrente anno
scolastico, dal processo di riforma degli istituti superiori.
L’attuale impostazione dell’istruzione professionale si rivolge agli studenti che, al termine
della scuola media, siano interessati ad un percorso formativo di tipo professionalizzante
che consenta loro un rapido inserimento nel mondo del lavoro.
Tale percorso scolastico permette il conseguimento del diploma secondario superiore
utile per l’accesso all’università e per l’inserimento nel mondo del lavoro.
Nell’anno scolastico 2013/2014 le classi
QUINTE seguiranno ancora la
sperimentazione denominata “PROGETTO “92”.
Essa prevedeva :
il biennio iniziale (prima e seconda classe);
il monoennio (terza classe);
il biennio finale ( quinta classe, diploma finale di Agrotecnico).
Il progetto “92” si caratterizza per :
- la flessibilità del curricolo, che consente di attivare percorsi anche individualizzati
- la programmazione modulare che consente una più precisa organizzazione dei percorsi
didattici attraverso strategie diverse per curare al meglio il processo di apprendimento
degli allievi.
37
SCELTE METODOLOGICO - DIDATTICHE
E DEI SAPERI ESSENZIALI
In applicazione dell’art. 13 del Regolamento dell’Autonomia D.P.R. n.275/99, si
propone un percorso formativo fondato su obiettivi trasversali, per il raggiungimento di
competenze pluridisciplinari,
che attraverso insegnamenti differenziati, miri al
conseguimento di esiti comuni da parte di tutti gli alunni.
Proponendosi come finalità generale quella della realizzazione di una scuola di tutti, che
riconosca e valorizzi le diversità, guardando da un lato alla globalizzazione socioeconomica e dall’altro alla crescita autopropulsiva del nostro territorio, questa istituzione
scolastica offre un percorso educativo-didattico centrato sul protagonismo degli
studenti nei processi di apprendimento. Puntare sulla partecipazione attiva degli
studenti ai percorsi formativi è per il nostro territorio condizione indispensabile per la
creazione della moderna e critica cultura della imprenditorialità e dello sviluppo
compatibile con la tutela dell’ambiente.
Le scelte metodologiche dei docenti privilegeranno in tal senso i modelli
dell’apprendimento per scoperta e, ove possibile, della metacognitività, considerando i
contenuti, da selezionare conseguentemente ad una attenta lettura comparata dei
programmi disciplinari al momento della progettazione dei percorsi didattici,
possibilmente per classi parallele, quali stimoli formativi funzionali al raggiungimento
degli obiettivi trasversali e disciplinari fissati.
La scelta dei blocchi tematici, affidata ai consigli di classe di ciascun indirizzo scolastico
dell’Istituto Superiore, salvaguarda l’identità e la specificità di ogni indirizzo di studio.
Punto prioritario di questo piano è la “centralità dell’alunno” inteso come persona,
portatore di diritti e teso soprattutto ad “essere”, in possesso quindi, di una personalità
autonoma, capace di scelte, professionalmente preparato. In questa ultima direzione
l’obiettivo è quello di far acquisire le competenze specifiche dei vari indirizzi.
Quale possibile percorso formativo per obiettivi trasversali, da ottenere flessibilmente
alle concrete esigenze rilevate in fase di valutazione diagnostica, per ciascun contesto
scolastico, su cui costruire i percorsi didattici da porre nell’arco del quinquennio,
potrebbe essere indicato il seguente:
38
Classe prima:
1)saper partecipare spontaneamente e costruttivamente ad una discussione;
2)saper contestualizzare dati, fatti, soggetti;
3)acquisire un razionale metodo di studio fondato su strategie di lettura funzionale;
4)saper utilizzare tecniche per il potenziamento della memoria.
Classe seconda:
1)saper prendere appunti;
2)saper sintetizzare;
3)saper praticare differenti tipologie di scrittura, anche in lingua straniera:
Classe terza:
1)possedere i linguaggi specifici di ognuna delle materie dell’indirizzo frequentato;
2)saper esporre con chiarezza quanto appreso, anche in lingua straniera;
3)saper leggere la contemporaneità alla luce di una riflessione critica sul passato.
Classe quarta:
1)saper progettare;
2)saper documentare;
3)saper argomentare;
4)saper stabilire confronti.
Classe quinta:
1)saper valutare;
2)saper collegare;
3)saper utilizzare testi in funzione esplicativo - argomentativa;
4)saper applicare strategie di apprendimento, controllandone l’efficacia;
5)sapersi autorientare in previsione delle scelte professionali o di prosieguo degli studi.
39
MODALITÀ EDUCATIVE E DIDATTICHE PER LA REALIZZAZIONE
DEL SUCCESSO FORMATIVO
Al fine di arginare il fenomeno della dispersione scolastica e per garantire agli studenti di
affrontare con successo il passaggio alla scuola di secondo grado, l’Istituto Superiore
propone un progetto “Continuità - Orientamento”, con la collaborazione delle scuole
medie.
Il progetto “Accoglienza”, riservato alle prime classi, previa individuazione dei diversi
stili di apprendimento, superando il vincolo delle classi, punta su moduli tesi al
riequilibrio culturale ed all’omogeneizzazione reale dei gruppi, intenti precipui anche
dell’area di approfondimento, ove prevista.
Nel corso dell’ anno scolastico si propongono, per gli studenti che abbiano contratto
debito formativo, IDEI individualizzati che saranno attuati nella prima decade di
dicembre, alla fine del primo quadrimestre e nella prima decade di aprile.
Le finalità di fondo del percorso di formazione offerto dall’Istituto sono sintetizzate in
tre fasi principali:
percorso: “Accoglienza” nelle prime classi;
percorso: “Continuità” nelle classi successive alle prime;
percorso: “Informativo Orientativo” in tutte le classi .
ATTIVITA’
Recupero
Alternanza
Scuola-Lavoro
Orientamento
I.P.S.I.A
I.P.S.A.S.R.
I.P.S.S.C.T.
(classi)
(classi)
(classi)
Tutte
Tutte
Tutte
III - IV - V
III - IV - V
III - IV - V
Ι -V
I-V
Ι -V
40
ALUNNI DIVERSAMENTE ABILI
PIANO DELL’OFFERTA FORMATIVA
L’utenza disabile iscritta all’ISIS “Ruggero” di Lauria è costituita da 23 allievi
(frequentanti n.22), di cui 14 presso l’I.P.S.S.C.S.S., 4 presso l’I.P.S.A.S.R di
Lagonegro e 5 presso l’I.P.S.I.A. Inoltre risultano iscritti n. 16 alunni
(frequentanti n.15) affetti da sindrome DSA, di cui : 4 presso l’I.P.S.S.C.S.S.,
2 presso l’I.P.S.A.R.S. e 10 presso l’I.P.S.I.A. Si tratta di una fascia eterogenea per
tipologia di handicap e provenienza territoriale, che esprime una pluralità di bisogni
educativi ai quali la scuola intende rispondere mettendo in campo le risorse professionali
e metodologiche di cui dispone. La proposta formativa sarà articolata e flessibile e avrà
l’obiettivo di incrementare le abilità e competenze degli studenti, in funzione della loro
autonomia cognitiva e sociale.
La considerazione di fondo che dovrà guidare l’azione curricolare, finalizzata
all’integrazione, è che la diversità non deve essere intesa in alcun modo e in nessuna
circostanza come elemento patologico o perturbazione interna alla persona, bensì come
fattore strutturale del sistema scolastico e sociale di appartenenza.
L’autonomia didattica, di sperimentazione e di ricerca prevista dal DPR 275 del ‘99
rappresenterà la condizione essenziale per a definizione di itinerari educativi calibrati
sulle peculiarità degli allievi e per la costruzione di una scuola “su misura”.
Il progetto globale di vita per l’allievo disabile sarà il fulcro dell’offerta formativa intorno
al quale si aggregheranno le attività e si svilupperanno le attitudini e conoscenze dei
ragazzi, in prospettiva di un loro inserimento lavorativo. A questo proposito, la scuola si
farà promotrice nella costruzione di un sistema territoriale integrato, che coinvolga tutte
le istituzioni locali nella realizzazione di interventi che favoriscano la transizione dalla
scuola al lavoro.
41
I Bisogni Educativi Speciali (BES)
La definizione
Con la sigla B.E.S. si fa riferimento ai Bisogni Educativi Speciali portati da tutti
quegli alunni che presentano difficoltà richiedenti interventi individualizzati non
obbligatoriamente supportati da una diagnosi medica e/o psicologica, ma comunque
riferiti a situazioni di difficoltà tali da far prefigurare un intervento mirato e
personalizzato.
Il panorama dei bisogni è molto ampio, non si riferisce solo a cause specifiche, la loro
natura non è stabile nel tempo poiché possono venire meno o essere superati. Si può
trattare di svantaggio sociale e culturale, di disturbi specifici di apprendimento e/o di
disturbi evolutivi specifici, di difficoltà derivanti dalla non conoscenza della cultura e
della lingua italiana perché appartenenti a culture diverse. Le linee di intervento vengono
declinate in ordine alle diverse tipologie. Gli alunni che mostrano di avere Bisogni
Educativi Speciali sono quantificati intorno al 10-15% del totale, mentre quelli in
possesso di una certificazione, individuati storicamente come diversamente abili, da una
tradizione pedagogica che ci ha caratterizzato nel mondo, il 2-3%. L’insieme dei
provvedimenti adottati chiarisce come la presa in carico dei B.E.S. debba essere al
centro dell’attenzione e dello sforzo congiunto della scuola e della famiglia.
L’approccio
L’anno scolastico 2013-2014 va utilizzato per sperimentare e monitorare procedure,
metodologie e pratiche anche a carattere organizzativo.
In attesa che il ministero chiarisca meglio i principi della fase sperimentale insieme alle
necessarie misure di accompagnamento. L’I.S.I.S. ”Ruggero di Lauria” reputa che
l’attenzione sui Bisogni Educativi Speciali costituisca uno dei segmenti su cui è
necessario fare chiarezza partendo dal principio che un serio approccio al tema è fondato
su un lavoro di personalizzazione che le scuole sono chiamate a fare continuamente,
stante la presenza ormai generalizzata nelle classi di studenti portatori di esperienze,
culture e condizioni molto differenziate, riconducibili ai fattori più svariati e mutevoli.
42
Esiste infatti il rischio che una eccessiva standardizzazione distolga l’attenzione
dall’impegno che una corretta relazione educativa richiede anche in ordine agli esiti
formativi.
La personalizzazione non va ridotta ad una mera questione procedurale, che trasforma
la relazione educativa a formule, acronimi, adempimenti burocratici; un corretto
approccio ai suoi buoni propositi pertanto va saldato con quanto deliberato nel Piano
dell’offerta Formativa (P.O.F.) in termini generali rispetto all’inclusione, al
riconoscimento delle differenze, alla valorizzazione di ogni individuo nella comunità,
alla capacità della scuola stessa di “individuare” soluzioni adeguate ai diversi problemi.
Per supportare le scuole nell’azione di progettazione e di confronto con le innovazioni il
Collegio dei Docenti mette a disposizione materiali di riflessione, spunti di
approfondimento, schemi che possano semplificare le diverse pratiche, partendo da
materiali elaborati già da alcune scuole.
Il Piano Didattico Personalizzato (P.D.P.)
Un percorso individualizzato e personalizzato costituisce lo strumento privilegiato
con cui le difficoltà di apprendimento connesse ai B.E.S. possono essere affrontate dalla
scuola attraverso la messa a punto di un Piano Didattico Personalizzato (P.D.P.).
Questo ha lo scopo di definire, monitorare e documentare le strategie di intervento più
idonee e i criteri di valutazione degli apprendimenti.
Il P.D.P. è lo strumento in cui si potranno includere progettazioni didattico-educative
calibrate sui livelli minimi attesi per le competenze in uscita, da parte dei docenti, sia
nelle attività individuali che collegiali.
Non va comunque dimenticato che la personalizzazione viene realizzata principalmente
attraverso una mediazione educativa equilibrata su cui la professionalità docente, nella
dimensioni richiamate ha acquisito grandi capacità ed esperienze.
Anche gli interventi sui B.E.S. vanno riportati alla specificità del contesto scolastico
formativo, su cui il rispetto di norme procedurali rigide ha effetti spesso opposti a quelli
che si intende raggiungere.
43
Azioni nella singola scuola
Per la gestione delle attività per l’inclusione le direttive forniscono indicazioni che le
scuole sono tenute a trasformare in azioni strategiche concrete.
Queste le principali novità:
- le competenze assegnate al Gruppo di Lavoro per l’Handicap di Istituto G.L.H.I.,
si estendono alle problematiche relative a tutti i B.E.S. per cui il GLHI vede
trasformare il proprio acronimo in G.L.I. Gruppo di Lavoro per l’Inclusione;
- il principio di riferimento resta quello previsto dall’art. 15 comma 2 della L. 104/92,
per il quale in ogni scuola sono costituiti gruppi di lavoro composti da insegnanti ,
operatori dei servizi, familiari e studenti con il compito di collaborare alle iniziative
educative e di integrazione predisposte dal piano educativo;
- i suoi componenti sono integrati da tutte le risorse specifiche e di coordinamento
presenti nella scuola (funzioni strumentali, insegnanti per il sostegno, A.E.C., assistenti
alla comunicazione, docenti “disciplinari” con esperienza e/o formazione specifica o con
compiti di coordinamento delle classi, genitori ed esperti istituzionali o esterni in regime
di convenzione con la scuola).
I Bisogni Educativi Speciali (B.E.S.)
- Il G.L.I. formula una proposta di utilizzo funzionale delle risorse, anche esterne alla
scuola per incrementare il livello di inclusività generale nell’anno successivo;
- Il Collegio dei Docenti discute e delibera il Piano e lo invia ai competenti Uffici degli
UU.SS.RR., nonché ai Gruppi di Lavoro per l’ Inclusione Provinciale (G.L.I.P.) ed
ai Gruppi di Lavoro per l’ Inclusione Regionale (G.L.I.R.), per la richiesta di
organico di sostegno.
- Gli Uffici Scolastici regionali assegnano alle singole scuole globalmente le risorse di
sostegno secondo la normativa vigente, senza possibilità però di dotarle di risorse
aggiuntive per la complessità derivante dalla rilevazione delle B.E.S.
44
- Nel mese di settembre, in relazione alle risorse effettivamente assegnate alla scuola il
G.L.I. procede ad un adattamento del Piano, sulla base del quale il Dirigente scolastico
procederà all’assegnazione definitiva delle risorse.
- Le scuole sono impegnate, come per la disabilità, a perseguire, anche attraverso le reti
scolastiche, accordi e intese con i servizi socio-sanitari territoriali (A.S.P., Servizi sociali e
scolastici comunali e provinciali, enti del privato sociale e del volontariato, Prefetture,
ecc.) finalizzati all’integrazione dei servizi “alla persona” in ambito scolastico.
Il Piano Annuale dell’Inclusività
A conclusione di ogni anno scolastico il Gruppo di Lavoro per l’Inclusione elabora una
proposta di Piano Annuale per l’Inclusività riferito a tutti gli alunni con B.E.S.
procedendo ad un’analisi delle criticità e dei punti di forza degli interventi di inclusione
scolastica operati nell’anno scolastico che si conclude.
Il MIUR ha chiarito che lo scopo del Piano Annuale per l’Inclusività (P.A.I.) è
quello di fornire un elemento di riflessione nella predisposizione del P.O.F., di cui il
documento è parte integrante ;
infatti il Piano:
- è un atto interno e autonomo della scuola, finalizzato all’auto-conoscenza e alla
pianificazione della propria offerta formativa in senso inclusivo, sfondo e fondamento
sul quale sviluppare una didattica attenta ai diversi bisogni;
- “non deve essere inteso come un ulteriore adempimento burocratico, ma come uno
strumento che possa contribuire ad accrescere la consapevolezza dell’intera comunità
educante sulla centralità e la trasversalità dei processi inclusivi in relazione alla qualità dei
“risultati educativi”.
- non va interpretato come un “piano formativo per gli alunni con bisogni educativi
speciali”.
45
Piano annuale dell’inclusività e Piano dell’Offerta Formativa
Il Piano annuale dell’inclusività è parte integrante del P.O.F. e non un suo duplicato
dedicato, nel P.O.F. infatti trovano già spazio gli impegni programmatici per
l’inclusione, da basare su una più attenta lettura del grado di inclusività della scuola e su
obiettivi di miglioramento, nel senso della trasversalità negli ambiti dell’insegnamento
curricolare, della gestione delle classi, dell’organizzazione dei tempi e degli spazi
scolastici, delle relazioni tra docenti, alunni e famiglie.
Il P.O.F. inoltre delinea già criteri e procedure di utilizzo “funzionale” delle risorse
professionali presenti in una logica “qualitativa”, sulla base di un progetto di inclusione
condiviso con famiglie e servizi sociosanitari che recuperi l’aspetto “pedagogico” del
percorso di apprendimento e l’ambito specifico di competenza della scuola; in esso
vanno richiamate le opportunità a partecipare ad azioni di formazione e/o di
prevenzione concordate a livello territoriale.
IL ‘GLI’ – GRUPPO LAVORO INCLUSIONE
Funzioni specifiche del G.L.I.
- Rilevazione dei B.E.S. presenti nella scuola;
- raccolta e documentazione degli interventi didattico-educativi posti in essere anche in
funzione di azioni di apprendimento organizzativo in rete tra scuole e/o in rapporto con
azioni strategiche dell’amministrazione;
- focus/confronto sui casi, consulenza e supporto ai docenti sulle strategie/metodologie
di gestione delle classi;
- rilevazione, monitoraggio e valutazione del livello di inclusività della scuola;
- elaborazione di una proposta di Piano Annuale per l’Inclusività riferito a tutti gli alunni
con B.E.S., da redigere al termine di ogni anno scolastico (entro il mese di Giugno) ed
in particolare per gli alunni DSA/o con altri disturbi evolutivi specifici/ o in situazione
di svantaggio/o stranieri;
- predisposizione e aggiornamento di un Protocollo di Accoglienza e Inclusione che
viene approvato subito dopo dal Collegio dei Docenti;
46
- predisposizione di indicazioni chiare per rendere operative le varie fasi dell’accoglienza;
- ricerca dati ed informazioni sulla scuola dei Paesi d’origine degli alunni stranier;.
- indicazioni e informazioni ai docenti su materiali utili sia dal punto di vista
dell’accoglienza che della formazione e della didattica in genere;
- suggerimenti ed elaborazione di eventuali strategie di intervento qualora l’inserimento o
l’apprendimento risultassero problematici;
- indicazioni sull’utilizzo delle possibili risorse interne;
- collaborazione con altre scuole del territorio per far circolare esperienze;
- informazioni e indicazioni ai docenti in merito ai corsi di formazione e aggiornamento;
- costituzione in definitiva di una interfaccia rispetto alla rete dei CTS e dei servizi sociali
e sanitari territoriali per l’implementazione di azioni di sistema (formazione, tutoraggio,
progetti di prevenzione, monitoraggio, ecc.).
Il protocollo di accoglienza e inclusione
Il Protocollo è una guida dettagliata d’informazione che si propone di:
- consentire il pieno diritto all’istruzione e formazione agli alunni con B.E.S.
garantendone l’integrazione e l’inclusione;
- definire pratiche condivise, una “alleanza educativa”, tra tutto il personale
all’interno dell’ Istituto per favorire una responsabilità condivisa e collettiva
per avviare una vera inclusione scolastica;
- facilitare l’ingresso a scuola e sostenere gli alunni nella fase di adattamento
al nuovo ambiente;
- promuovere qualsiasi iniziativa di comunicazione e di collaborazione tra
scuola ed Enti territoriali (Comune, ASS, Strutture accreditate, Ambito
socio-assistenziale, Associazioni, Enti).
L’adozione del Protocollo di accoglienza e inclusione consente di attuare in modo
operativo le indicazioni normative contenute nella Legge n.104/92 e successivi
decreti applicativi nella successiva normativa sugli alunni con Disturbo Specifico
di Apprendimento (D.S.A.) e nella Direttiva Ministeriale del 27/12/2012 per gli
alunni con bisogni Educativi Speciali (B.E.S.).
47
È un documento annesso al P.O.F. dell’Istituto che:
1. contiene principi, criteri e indicazioni riguardanti le procedure e le pratiche per un
inserimento ottimale degli alunni;
2. definisce i compiti e i ruoli delle figure coinvolte all’interno e all’esterno
dell’Istituzione scolastica;
3. traccia le diverse fasi dell’accoglienza;
4. indica le attività di facilitazione e quali provvedimenti dispensativi e compensativi da
adottare nei confronti degli alunni con B.E.S. ;
5. traccia le linee delle possibili fasi dell’accoglienza e delle attività di facilitazione per
l’apprendimento;
6. costituisce uno strumento di lavoro e pertanto viene integrato e rivisitato
periodicamente, sulla base delle esperienze realizzate.
Il Protocollo di Accoglienza e Inclusione delinea prassi condivise di carattere:
- amministrativo e burocratico: acquisizione della documentazione necessaria e
verifica della completezza del fascicolo personale degli alunni;
- comunicativo e relazionale: prima conoscenza dell’alunno e accoglienza all’interno
della nuova scuola;
- educativo–didattico: assegnazione alla classe, accoglienza, coinvolgimento dell’équipe
pedagogica e didattica;
- sociale: rapporti e collaborazione della scuola con la famiglia e il territorio.
Il ruolo del Consiglio di classe
Per i compiti generali in relazione agli alunni con Bisogni Educativi Speciali il
consiglio di classe è responsabile nella totalità del processo di integrazione di ciascun
alunno, compie per cui tutte le azoni che la favoriscano.
48
Il consiglio inoltre:
- collabora alla stesura della documentazione specifica (P.D.F. – P.E.I.);
- attua gli interventi previsti e ne verifica gli esiti;
- è responsabile esclusivo degli interventi didattici e della valutazione dell’alunno.
In tale ambito individua gli alunni con D.S.A. e con altri disturbi evolutivi specifici o in
situazione di svantaggio sulla base delle prove e delle osservazioni sistematiche. In caso
di difficoltà nel percorso scolastico dell’alunno che possono essere riconducibili a
disturbi evolutivi specifici, informa la famiglia, prende, in esame la documentazione
clinica e/o la certificazione presentata dalla famiglia; valuta la necessità di un P.D.P. per
l’alunno e predispone i necessari interventi in caso di mancata presentazione della
certificazione clinica il Consiglio motiva opportunamente le decisioni assunte sulla base
di considerazioni pedagogiche e didattiche.
La famiglia
La norma dell’art 12 comma 5 Legge 104/92 stabilisce che le famiglie hanno diritto di
partecipare alla formulazione e verifica del profilo dinamico funzionale e del P.E.I. Esse
hanno inoltre diritto a consultare la documentazione relativa al processo di integrazione.
La loro presenza è importante nelle riunioni dei gruppi di lavoro, previo opportuno
accordo nella definizione dell'orario.
Le famiglie degli alunni con B.E.S. verranno coinvolte direttamente nel processo
educativo affinché, in accordo con le figure scolastiche preposte, vengano predisposte e
usate le strumentazioni necessarie per consentire agli alunni di seguire con profitto le
attività scolastiche, in relazione alle specifiche necessità.
49
La famiglia di fronte al Bisogno Educativo Speciale
Nello specifico la famiglia che si avvede delle difficoltà del proprio figlio:
- può richiedere un colloquio con i docenti per un'osservazione specifica e sistematica;
- richiede la/le visite al servizio sanitario (A.S.P.);
- consegna la diagnosi alla scuola;
- collabora a individuare e condividere con i docenti le linee del percorso didattico
individualizzato e personalizzato da seguire con l’applicazione di eventuali strategie
dispensative e strumenti idonei;
- formalizza con la scuola il patto educativo-formativo che preveda l’autorizzazione a
tutti i Docenti del Consiglio di classe - nel rispetto della privacy e della riservatezza del
caso - ad applicare ogni strumento compensativo e le strategie dispensative ritenute
idonee, previste dalla normativa vigente, tenuto conto delle risorse disponibili;
- sostiene emotivamente il figlio e lo coadiuva attivamente al lavoro scolastico;
- verifica funzionalità ed utilità del materiale scolastico dello studente;
- incoraggia e valorizza i traguardi raggiunti;
- incoraggia l'acquisizione di un sempre maggiore grado di autonomia nei tempi di studio
Azioni a livello territoriale
I centri territoriali di supporto C.T.S.
I compiti e la composizione dei G.L.I.P. e le loro funzioni si estendono anche a tutti i
B.E.S., nella stessa L. 104/92 infatti gli organismi provinciali debbono occuparsi
dell’integrazione scolastica degli alunni con disabilità, “nonché per qualsiasi altra attività
inerente all'integrazione degli alunni in difficoltà di apprendimento.”
Quale interfaccia fra l’Amministrazione e le scuole, tra scuole e scuole, a supporto del
processo di integrazione, dello sviluppo professionale dei docenti e per la diffusione
delle migliori pratiche viene sostenuta la costituzione di C.T.S. - Centri Territoriali di
Supporto; i C.T.S. collaboreranno con i G.L.I.P. ovvero con i G.L.I.R. istituiti a livello
territoriale.
50
Centri Territoriali per l’Inclusione C.T.I.
Centri Territoriali per l’Inclusione potranno essere individuati a livello di rete territoriale
e dovranno collegarsi o assorbire i preesistenti Centri Territoriali per l’integrazione
Scolastica degli alunni con disabilità. Sia il C.T.I. che il C.T.S. si avvarranno di
personale scolastico in possesso di specifiche competenze, al fine di poter supportare
concretamente le scuole e i colleghi con interventi di consulenza e di formazione mirata.
È quindi richiesta una “specializzazione” – nel senso di una approfondita competenza –
nelle tematiche relative ai B.E.S.
Laddove, per ragioni legate alla complessità territoriale, i C.T.I. non potessero essere
istituiti o risultassero poco funzionali, le singole scuole cureranno, attraverso il Gruppo
di Lavoro per l’Inclusione, il contatto con i C.T.S. di riferimento.
Le istituzioni scolastiche che volessero istituire un C.T.I. possono presentare la propria
candidatura direttamente all’Ufficio Scolastico regionale competente per territorio.
NORMATIVA DI RIFERIMENTO
Direttiva 27 dicembre 2012
Gli strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e l’organizzazione
territoriale per l’inclusione scolastica sono:
- la Direttiva Ministeriale del 27 dicembre 2012;
- la Circolare MINISTERIALE del 6 marzo 2013 n. 8.
51
Indicazioni operative
Nella nota ministeriale del 27 giugno 2013 riguardante le indicazioni operative per la
predisposizione del Piano Annuale per l’Inclusività, previsto dalla Direttiva del 27
dicembre 2012 e dalla C.M. n. 8/2013, sono indicati alcuni chiarimenti ed in particolare
una Scheda operativa.
In tale ottica, assumeranno rilevanza le seguenti metodologie di intervento:
- progetti di accoglienza degli alunni disabili provenenti dalle scuole medie e
progetti di continuità;
- raccordo con le scuole medie;
- lavoro di rete con enti locali, azienda sanitaria, famiglie, categorie economicoproduttive, associazionismo, centro per l’impiego, formazione professionale, per
la presa in carico del progetto globale di via e di integrazione degli alunni;
- progettazione e realizzazione di attività di laboratorio;
- orientamento scolastico;
- collegamento con il mondo del lavoro;
- sperimentazione e innovazione metodologico-didattica e disciplinare;
- progettazione di metodologie e strumenti diversificati, volti a stimolare le
intelligenze multiple degli allievi;
- promozione di itinerari educativi, aperti alla ricerca ed alla sperimentazione di
modelli e strategie didattiche migliorative;
- mediazione tra docenti curricolari e di sostegno finalizzata al raccordo tra didattica
curricolare e didattica speciale rispetto alle diverse tipologie di handicap.
52
SCELTE ORGANIZZATIVE E OPERATIVE
PRATICATE NELLA SCUOLA
VALIDITA’ DELL’ANNO SCOLASTICO 2011/2012 PER LA VALUTAZIONE
DEGLI ALUNNI NELLA SCUOLA SECONDARIA DI 2° GRADO.
Vista la C.M. 95
prot. 6976 del 24/10/2011;
Vista la C.M. n.20 del 4/3/2011
Visto il DPR n. 122 del 22/06/2009;
Si riporta di seguito la tabella con l’indicazione del monte ore annuale previsto in
funzione della classe frequentata, calcolato sulla base di n. 200 giorni di lezione
corrispondenti a 33 settimane di frequenza scolastica.
Si precisano, inoltre, il limite minimo delle ore di presenza ai fini della validità dell’anno
scolastico ed il limite massimo di ore di assenza:
Classi
Monte ore Monte ore
annuale settimanale
Limite
minimo
ore di
presenza
Limite
massimo ore
di assenza
PRIME
1089
33
817
272
SECONDE -TERZE
QUARTE - QUINTE
1056
32
792
264
Le famiglie saranno informate tempestivamente dai coordinatori di classe, tramite
l’Ufficio alunni, sulle eventuali numerose assenze, come previsto dal Regolamento di
istituto.
53
Le deroghe previste dalla normativa in vigore e dal Collegio dei docenti sono le
seguenti:
•
motivi di salute adeguatamente documentati (almeno 5 gg scolastici continuativi);
•
terapie e/o cure programmate;
•
donazioni di sangue;
•
partecipazione ad attività sportive ed agonistiche organizzate da federazioni
riconosciute dal CONI;
•
adesione a Confessioni religiose per le quali esistono specifiche intese che
considerano il sabato come giorno di riposo.
Nel computo delle ore di assenza rientrano a pieno titolo le entrate in ritardo e le uscite
anticipate.
Circa l’organizzazione dell’offerta formativa, ci si propone in una prima fase di attivare
sperimentazioni che non incideranno, tuttavia, sull’intero percorso curricolare.
In ognuna delle scuole si sperimentano, infatti, interventi di flessibilità che prevedono:
• apertura anticipata delle lezioni per una migliore distribuzione delle attività didattiche
nel corso dell’anno scolastico;
• suddivisione dell’ a. s. in quadrimestri.
54
GRADO DI CONDIVISIONE NEL COLLEGIO DEI DOCENTI DEGLI
STANDARD DI ISTITUTO E DELLE MODALITÀ DI VERIFICA DEI
PERCORSI DIDATTICI
La programmazione didattico - educativa non può prescindere da una reale collegialità
da perseguire concretamente tramite il confronto sistematico tra le varie componenti
l’istituzione scolastica, badando principalmente:
• alla reale condivisione degli obiettivi trasversali fissati;
• al rispetto dei tempi fissati per la realizzazione dei percorsi didattici concordati.
Per quel che riguarda, in particolare, la componente docente, la collegialità passa
attraverso un lavoro fondato:
• sulla predisposizione a scelte metodologiche che privilegino il protagonismo
studentesco nel processo di apprendimento-insegnamento;
• sulla predisposizione all’uso, ove didatticamente ritenuto possibile, di documenti, di
sussidi multimediali;
• sul ricorso a strumenti di verifica diversificati ed ispirati “all’oggettività” ed alla
trasparenza valutativa.
55
OPPORTUNITÀ EDUCATIVE E PERCORSI DIDATTICI
PROGETTI SCELTI PER MIGLIORARE
L’OFFERTA FORMATIVA DELLA SCUOLA
DIPARTIMENTI
PER
IL
SOSTEGNO
ALLA
DIDATTICA,
ALLA
PROGETTAZIONE FORMATIVA, ALLA PROMOZIONE DELLE
COMPETENZE E DELLA DIDATTICA LABORATORIALE SI
ISTITUISCONO I SEGUENTI DIPARTIMENTI
56
DIPARTIMENTO
DIPARTIMENTO
ASSE LINGUAGGI
DIPARTIMENTO
ASSE LOGICO
MATEMATICO
DIPARTIMENTO
ASSE SCIENTIFICO
TECNOLOGICO
DIPARTIMENTO
ASSE STORICO
SOCIALE
DISCIPLINE
Lingua e letteratura italiana
Lingua inglese
Seconda lingua straniera: francese
Tecnologie dell’informazione e della comunicazione
Elementi di storia dell’arte ed espressioni grafiche
Tecniche di comunicazione
Scienze motorie e sportive
Matematica
Informatica e laboratorio
Scienze integrate (scienze della terra e biologia)
Scienze integrate(fisica)
Scienze integrate (chimica)
Ecologia e pedologia
Laboratori tecnologici ed esercitazioni
Tecnologie meccaniche e applicazioni
Tecnologie elettrico-elettroniche e applicazioni
Tecnologie e tecniche di installazione e manutenzione
Tecniche professionali dei servizi commerciali
Tecnologia e tecniche di rappresentazioni grafiche
Tecnica amministrativa ed economia sociale
Igiene e cultura medico sanitaria
Biologia applicata
Geografia generale ed economica
Chimica applicata e processi di trasformazione
Tecniche di allevamento vegetale e animale
Agronomia territoriale ed ecosistemi forestali
Economia agraria e dello sviluppo territoriale
Storia
Diritto ed economia
Scienze umane e sociali
Psicologia generale ed applicata
Diritto e legislazione socio-sanitaria
Valorizzazione delle attività produttive e legislazione
del settore
Sociologia rurale e storia dell’agricoltura
Metodologia operative
R.C. e/o attività integrative
57
I compiti dei Dipartimenti Disciplinari, nel rispetto delle competenze deliberative del
Collegio dei Docenti e dei Consigli di Classe, sono i seguenti:
• definizione del valore formativo della disciplina o dell'area disciplinare;
• individuazione
dei contenuti disciplinari essenziali del curricolo biennale
comuni a tutti gli indirizzi ( servizi per l’agricoltura e lo sviluppo rurale- servizi
socio sanitari-servizi commerciali – manutenzione ed assistenza tecnica), e
differenziati tenuto conto delle specificità degli indirizzi;
• individuazione delle conoscenze, delle abilità e delle competenze in uscita nel
biennio scandite per anno scolastico, differenziate tenuto conto delle
specificità degli indirizzi (servizi per l’agricoltura e lo sviluppo rurale- servizi
socio sanitari-servizi commerciali manutenzione ed assistenza tecnica);
• definizione degli standard minimi richiesti a livello di conoscenze e competenze
• definizione delle modalità attuative del piano di lavoro disciplinare;
• eventuali riunioni di coordinamento per la definizione di prove comuni
progettazione di interventi di recupero;
• attività di studio e ricerca disciplinare;
• attività di coordinamento nell'adozione dei libri di testo comuni a più corsi
dello stesso indirizzo, ferme restando le competenze deliberative del Consiglio
di Classe e del Collegio dei Docenti.
DIPARTIMENTO
DIPARTIMENTO
ASSE LINGUAGGI
DIPARTIMENTO
ASSE LOGICO
MATEMATICO
DIPARTIMENTO
ASSE SCIENTIFICO
TECNOLOGICO
DIPARTIMENTO
ASSE STORICO
SOCIALE
COORDINATORE
VERBALIZZANTE
BELARDI AGNESE
BELARDI AGNESE
DE LISA MARIA
DE LISA MARIA
FLORENZANO GIUSTINA
FLORENZANO GIUSTINA
D’ANGELO ADRIANA
D’ANGELO ADRIANA
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Le attività extra - curriculari sono da raccordare organicamente con gli obiettivi
curriculari, operando una scelta, anche sulla scorta delle numerose esperienze realizzate
in passato da ognuna delle scuole, che tenda comunque a tenere presenti i seguenti punti:
• la necessità di distribuire le iniziative su tutti gli anni del percorso;
• l’opportunità di offrire a tutti gli allievi le stesse occasioni di arricchimento formativo
programmando per classi parallele;
• l’opportunità di sostenere, consolidare ed immettere in rete iniziative formative già da
tempo attuate e proficuamente sperimentate in loco.
ORIENTAMENTO SCOLASTICO
Si prevede, in collaborazione con altre scuole e con soggetti esterni per l’integrazione della scuola con il
territorio:
• di avviare contatti con le altre realtà scolastiche del territorio;
• attuare iniziative riguardanti l’orientamento scolastico e professionale;
• partecipare alle iniziative promosse dalla pro-Loco per la riscoperta e la
valorizzazione del territorio, del folklore e dei prodotti tipici;
• avviare, possibilmente in rete, iniziative di formazione per i docenti sia sul tema
• dell’autonomia che su quello della progettualità e della costruzione di curricula
• personalizzati nell’ambito della continuità scolastica;
• aggiornamento sull’esame di stato.
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ARTICOLAZIONE DELL’OFFERTA FORMATIVA
Aspetti comuni ai tre indirizzi
Secondo i progetti finalizzati al successo formativo e sulla base della normativa
vigente, l’I.S.I.S. svolge le sue attività in orario antimeridiano: lezioni curricolari
(eccezion fatta per progetti integrativi trasversali con ricaduta diretta sulle discipline).
Valutazione
Anche la valutazione svolge una funzione orientativa, se non si riduce a puro atto
‘giudiziale’ e diventa invece per
lo studente possibilità di autovalutazione del
conseguimento degli obiettivi e della formazione attesa.
Concorrono alla valutazione: il profitto, il livello di partecipazione alle attività
didattiche, la frequenza secondo criteri approvati dal Collegio dei Docenti e a
disposizione delle famiglie e degli alunni, presso gli uffici della Scuola.
Essi sono stati elaborati per dare omogeneità alla valutazione e vanno a integrare la
griglia di valutazione esplicitata nella programmazione didattico-educativa di ciascun
istituto dell’I.S.I.S.
Ampliamento dell’offerta formativa
L’Ampliamento dell’offerta formativa consiste nella progettazione di percorsi
differenziati.
Essi hanno carattere integrativo - opzionale e sono proposti per rinsaldare l’azione
didattica ( I.D.E.I – corsi di potenziamento e di eccellenza –- laboratori intensivi in vista
degli Esami di Stato ) o per integrare le materie curricolare, per valorizzare i
procedimenti logici e operativi, oltre che per la valorizzazione della creatività dei giovani
( Laboratori teatrali, ecc…).
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AMPLIAMENTO DELL’OFFERTA FORMATIVA
AREA DEI PROGETTI
Comprende i docenti individuati:
- per progettazione e/o attuazione offerte formative curriculari ed extracurriculari
inseriti nel P.O.F.
- Per i progetti non ancora compresi nel P.O.F. presentati individualmente e/o da
gruppi di docenti per bisogni formativi e/o approfondimento che si presentano in
itinere segnalati dagli alunni o dai docenti e ratificati dall’Organo deliberante il
Piano nella prima riunione utile.
PROGETTI INSERITI NEL P.O.F. RELATIVI AI TRE ISTITUTI
I PROGETTI SARANNO FINANZIATI CON IL FONDO DI ISTITUTO
SECONDO LE PRIORITA’ INDIVIDUATE E DALLA COMMISSIONE DEL
COLLEGIO DEI DOCENTI A TAL FINE DELEGATA
PROGETTI
PROGETTO
DOCENTI INTERESSATI
I.P.S.C.T.S.S.
I.P.S.I.A.- M.A.T.
Percorsi di conoscenza, di formazione e di crescita:
uscite didattiche, visite guidate, viaggi di istruzione
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I.P.S.A.R.S.
FORMAZIONE
Incontro di formazione ed informazione sulla sicurezza sul posto di lavoro ( D. Lgs
81/08) in collaborazione con l’I.N.A.I.L. e rivolto a tutto il personale dell’I.S.I.S.
“Ruggero”.
I consigli di classe di ognuna delle scuole si impegnano a raccordarsi al fine di
programmare un percorso formativo, organizzato per classi parallele in ciascun indirizzo,
tale da offrire una proposta di escursioni, visite guidate e viaggi di istruzione, da
predefinire all'interno di un ventaglio di mete prestabilite. Tale proposta, strettamente
correlata ai curricoli, deve essere doverosamente preparata nell’ambito delle riunioni
collegiali specifiche e successivamente verificata, tanto da incidere sia sulla valutazione
dei progressi cognitivi che della sfera comportamentale, divenendo organicamente parte
integrante, per le classi di esame di stato, del Documento del 15 maggio.
ESPERIENZE DI FORMAZIONE E DI AGGIORNAMENTO
La formazione del personale è una delle risorse strategiche della scuola e come tale
diventa soprattutto un diritto dell’insegnante.
E’ necessario costruire, quindi, un sistema di opportunità formative articolate e di
qualità.
Le iniziative di formazione hanno come obiettivo il miglioramento e la crescita
professionale dei docenti, anche in relazione alle trasformazioni ed alle innovazioni
in atto (autonomia, innovazioni metodologico - didattiche, elevamento obbligo
scolastico, flessibilità oraria, sviluppo del sistema integrato di formazione e lavoro).
Viste le ultime novità riferite agli alunni con bisogni educativi speciali (B.E.S.) la
commissione P.O.F. propone, per l’anno scolastico 2015/2016, per tutti i docenti
in servizio un corso di formazione e di aggiornamento relativo a tali
problematiche.
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INFORMAZIONI GENERALI
Orari di ricevimento:
Il Dirigente Scolastico Prof. Nicola PONGITORE
riceve: dalle 11.00 alle ore 13.00 di tutti i giorni
Il Vicario prof. Giacomo D’IMPERIO
La Segreteria è aperta al pubblico:
dalle ore 9.00 alle ore 12 di tutti i giorni feriali.
La Segreteria è aperta agli alunni:
dalle ore 10.00 alle ore 11.00 di tutti i giorni feriali.
I genitori degli alunni sono ricevuti dai docenti durante gli incontri scuola – famiglia
(previa comunicazione scritta).
Staff. di Direzione:
prof. BILLARI Francesco ( 2° collaboratore I.P.S.I.A. - M.A.T.)
prof. SCHETTINO Angel Juan (fiduciario I.P.S.I.A.-M.A.T.)
prof.ssa IANNINI Anna Teresa (fiduciario I.P.S.A.R.S.R.).
Per ulteriori informazioni sono disponibili per la consultazione:
Il Regolamento di Istituto.
La Programmazione didattica educativa del C.D.
I Criteri di Valutazione.
APPROVATO:
DAL COLLEGIO DEI DOCENTI DEL ________________ VERBALE N. ________
DAL CONSIGLIO D’ISTITUTO NELLA SEDUTA DEL ______________________
VERBALE N. __________
Lauria, li _____________
IL DIRIGENTE SCOLASTICO
(Prof. Nicola PONGITORE)
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