Giornale Maggio 2016.pmd

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ALCHERA
ANNO 23° - N° 5
P ERIODICO I NDIPENDENTE S UPPL . A.S.I. R EG . T RIB . 4227/90
MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA A CURA DELL’ASSOCIAZIONE
ALL’INTERNO
EDITORIALE
di
AMILCARE
DE LEO
Servizi e Disservizi
È
pag. 2
L’Assessore Lubatti a Falchera
SOMMARIO
Secondo Accesso in Falchera
Laghetti Falchera
Alloggiami a Falchera
Prevenzione delle Truffe
Intervista a...
Lo sfogo di un commerciante
Piazzetta in cerca d’identità
I lettori scrivono
Santa Giovanna Antida
Il giornale della scuola
Statuto della Città Metropolitana
Non farti i fatti tuoi ma chiama
L’angolo della poesia
Notizie utili / dedica a mia moglie
Il voto premessa di parità
Psicanalisi e dintorni
Astronomia / Briciole di storia...
La narrativa
Un Viaggio nella Circoscrizione
Invito alla mostra
Il piacere di leggere
Silent Key
pag. 2
pag. 3
pag. 4
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pag. 8
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pag. 10
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pag. 20
pag. 21
pag. 22
pag. 23
importante che venga ripresa l’antica
questione delle periferie urbane, che è
stata il centro dei dibattiti già alla fine degli
Anni Cinquanta e ripresa poi, sempre con
maggiore insistenza, dagli Anni Ottanta in avanti.
Si presenta, oggi, con chiarezza la necessità dell’estensione
delle qualità di polifunzionalità, l’utilità cioè di estendere
servizi urbani non necessariamente eccezionali ma, perlomeno, funzionalmente necessari. La periferia, si sa, è costituita da un tessuto diverso dal “centro”; pur essendo vivo e
operativo un elevato numero di attività associative e culturali, è il caso di Falchera, manca da tempo il settore terziario.
La periferia, nonostante la grande offerta di spazi aperti talora nemmeno utilizzati, si configura ancora come un luogo
“chiuso” con i suoi problemi sociali e di integrazione.
Il progetto oggi affrontato dai politici, dai sociologi e dagli
architetti dovrebbe proprio svilupparsi sulla “riapertura” dei
rapporti e sul concetto di limite. In sostanza bisognerebbe
imparare a non considerare più la periferia come un limite
alla città consolidata, ma piuttosto un nuovo centro urbano,
solido e autonomo, in grado di aprirsi, dialogare, competere
con la città stessa. Non v’è dubbio che il più evidente elemento di specificità, che emerge dal quadro descrittivo delle periferie, è la prevalenza del problema “servizi”.
Certo qui è più difficile far sentire la propria voce e ottenere
per la popolazione che vi abita una dotazione adeguata di
pubblici servizi. Spesso mancano poli attrattivi particolari,
ovvero scarseggiano quegli episodi “seri” che caratterizzano
un territorio e lo rendono degno di considerazione anche per
chi vi si reca dall’esterno. Pensiamo invece, nel caso della
Falchera, al noto progetto relativo al nuovo Parco laghetti,
compresa la realizzazione degli ambìti orti urbani, capaci di
Gente di Falchera 1
segue a pag. 13
Secondo Accesso di
a Falchera Amilcare
De Leo
L’OPERA INCOMPIUTA
È un’incompiuta che quasi non si vede, nascosta com’è dai prati di C.so Romania. Doveva essere il secondo accesso alla Falchera, era ancora il 2012.
Da un anno le Ferrovie avevano finito il loro lavoro
e il Comune non aveva i soldi per completarlo.
È una struttura di cemento monca, senza salita e discesa, sopra i binari della Stazione Stura.
Area che dovrebbe essere al centro di una profonda
trasformazione prevista dalle varianti “Michelin” e
“Cebrosa”, riqualificando la zona, riducendo gli
strappi con Settimo Torinese e con Falchera.
Piani che sono stati ripresi in mano dall’Amministrazione Fassino per volontà dell’assessore ai tra-
gli indugi riferendo che il cantiere è aperto, la bonifica bellica è stata conclusa e che entro 9-12 mesi,
superati gli inevitabili tempi burocratici e i possibili
imprevisti (problema amianto ad esempio), l’opera
sarà finalmente ultimata, dopo anni di totale abbandono. Parte del folto pubblico si è mostrata partico-
larmente interessata e preparata nelle osservazioni e
nelle domande senza mai divagare, alle quali l’assessore ha risposto in modo adeguato.
Certo rimangono problematiche e incertezze da superare, ha osservato, soprattutto in merito alla viabilità (via Sant’Elia, via Tanaro e via Bormida), ai parcheggi conseguenti ai lavori, al traffico di mezzi pesanti, ma, ha seguitato l’assessore, poco alla volta
sporti e alla viabilità, Claudio Lubatti. L’assessore,
proveniente egli stesso dalla periferia e attento conoscitore della borgata Falchera, a seguito dei nostri
interventi sull’argomento all’interno del mensile
“Gente di Falchera”, il giorno 27 aprile, presso la
Sala Riunioni della biblioteca civica “Don Milani”.
In compagnia dei suoi tecnici, ing. Marengo e ing.
Peretti, ha incontrato i cittadini e rotto finalmente
con la messa a punto del secondo accesso, si risolveranno tutti quei problemi, ancora esistenti.
L’Assessore Lubatti infine ha risposto, fuori programma, ad altri temi che gli sono stati sottoposti, non
disdegnando, accompagnato da alcuni cittadini, di
sottoporsi a mirati sopralluoghi in zona.
Gente di Falchera 2
Laghetti Falchera
Giovedì 24 marzo 2016 a Cascina Falchera, durante
il ciclo di incontri 10 x 10 organizzato da Urban Center Metropolitano si è parlato del progetto di riqualificazione dei laghetti di Falchera.
I laghi di
cava saranno parte di
un nuovo
parco agricolo dell’area nord
di Torino:
43 ettari di
spazio verde pubblico
paragonabile a quello del Valentino, fondamentale
per la riqualificazione dell’intero quartiere. Per anni
queste aree sono state coltivate ad orti.
Interessante l’introduzione di Giulietta Fassino, architetto, la storica del gruppo di Urban Center, che
traccia il percorso storico del quartiere Falchera che
fino al primo dopoguerra era territorio di braccianti
e di transito dei carrettieri che provenivano dal canavese. Nasce a quell’epoca il piano INA casa, frutto di una attenta ricerca urbanistica: caseggiati di 34 piani tutte rivolti a sud, parapetti, tetti a coppi, configurate secondo un “linguaggio italiano” dice l’architetto. Poi le esigenze dettate dal rapido inurbamento dovuto alle immigrazioni: il comune si estende a Nord est verso l’autostrada e la ferrovia: nasce
Falchera Nuova, ma inizia contestualmente un progressivo deterioramento del territorio.
La descrizione si avvicina agli anni più recenti: nel
1999 si iniziano a progettare interventi di riqualificazione e fondamentale è la tappa del 2012, quando
con il Piano Città, si approva un primo finanziamento per alcuni interventi, quali la creazione di un parco urbano, migliorie all’accesso veicolare e del trasporto pubblico, con il prolungamento della linea 4,
la riqualificazione energetica. Nel 2014 la Città ac-
quisisce le aree, dopo aver approvato una variante
urbanistica circa la destinazione degli spazi.
I numeri, che solo in parte cita l’assessore Stefano
Lo Russo, sono ingenti: una superficie interessata di
43 ettari, di cui 10 di lago, 100 orti urbani individuali e 3600 mq di orti urbani destinati ad associazioni,
800 nuovi alberi. E aree agricole ed erbose, viali e
giardini, parchi giochi. Persino una spiaggia urbana.
L’Assessore Lorusso ha spiegato gli interventi cardine della trasformazione: le bonifiche porteranno alla
concessione di nuovi diritti edificatori, in parte da
destinare a “Social Housing”, l’accessibilità veicolare, con la creazione del secondo accesso attraverso
un nuovo sovrappasso, ed infine il recupero della stazione Stura, oggi sottoutilizzata.
Quindi Falchera non più periferia ma elemento di
interconnessione. Nadia Conticelli Presidente della
6^Circoscrizione ha sottolineato il ritorno di Falchera a questo ruolo di collegamento, di “cerniera” con
l’area metropolitana e l’uscita dall’isolamento con
il secondo accesso. L’area dei laghetti era divenuta
discarica abusiva e Conticelli esprime il sollievo suo
e dei concittadini nel vedere proseguire le operazioni di bonifica: dal terreno divenuto discarica abusiva
dalla quale emergevano ogni genere di rottami, persino carcasse di autobus e altri veicoli.
Anche gli orti erano abusivi, e tuttavia avevano contribuito a presidiare e rendere vivo il territorio.
Gli interventi dei cittadini presenti, alcuni ribadiscono
che si attendeva da 30 anni, ma i commenti alla fine
sono orientati più a spronare sui tempi che a una critica di merito. Come e quando avverrà l’attribuzione
degli orti urbani? Quando sarà completato lo sviluppo? Riguardo agli orti viene spiegato che sono divisi
in due tipologie: si farà un bando per l’assegnazione
per i cittadini con una riserva per le associazioni o le
scuole che vorranno utilizzarli a scopo didattico.
Le tempistiche previste sono al massimo di 24 mesi
per il completamento del progetto ma per quanto riguarda gli orti si prevede già di procedere alla fine
del 2016.
Gente di Falchera 3
Adriana Scavello
Alloggiami a Falchera
di Adriana Scavello
Il 22 marzo Umid JAMOLOV ha conseguito la laurea magistrale in Ingegneria Meccanica al Politecnico di Torino. Umid è uno degli studenti che abitano
a Falchera nell’ambito del progetto Alloggiami, residenza diffusa cittadina per gli universitari del Politecnico che vengono da altri Paesi.
Tante ragazze e ragazzi quel giorno hanno presentato le complicate tesi, molti di loro stranieri. Ho partecipato con grande emozione al “Graduation day”
la giornata di laurea, con Umid, sua moglie Marguba ed i suoi coinquilini Pawan e Sabina.
In un momento così importante per questo brillante,
volenteroso e affettuoso ragazzo, lontano migliaia di
chilometri da casa, ho un po’ fatto da mamma, cercando di colmare il vuoto lasciato dai suoi parenti
che non potevano condividere di persona con lui
questo importante successo!!
Che commozione quando la Commissione ha proclamato la laurea con i voti!
E quante lacrime la sera dei saluti, quando pochi giorni dopo Umid e Marguba sono volati in Uzbekistan
dove li attende un lavoro importante all’Università
di Tashkent, con la promessa di rivederci presto.
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PREVENZIONE
DELLE TRUFFE
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d’Incontro
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tutte le iniziative utili
ai cittadini di Falchera. Il 14 aprile si è tenuto un
incontro sul preoccupante intensificarsi delle truffe
agli anziani ma non solo, sempre più imprevedibili
e sofisticate. Ad illustrare con un cortometraggio l’argomento è l’ass. “Quattro Torri” che opera nel sociale su svariati
aspetti. Il relatore sig. Palma
direttore di questa associazione e alcuni soci,
si sono resi disponibili nel far conoscere le tante tipologie di truffe che ormai sono all’ordine del giorno. Per spiegare meglio, è stato proiettato un video che illustra le
più classiche delle truffe: quella del tecnico del gas
oppure il controllo dei soldi falsi ecc. E’ importante
far capire alle vittime di queste truffe che nessuno è
immune dall’essere raggirato, anche le persone più
attente e acculturate possono essere tratte in inganno. Chi non teme una fuga di gas, una perdita d’acqua o altri inconveniente domestici? Ed è proprio
così che fanno presa questi pseudo tecnici.
Anche se mancava il rappresentante della Polizia,
l’argomento è stato
ben illustrato dal
sig. Palma,
con la raccomandazione che
la cosa più importante da fare è di non aprire la porta della nostra casa a nessuno sconosciuto, né con
un tesserino di riconoscimento né con una divisa;
ma soprattutto rivolgersi ai vicini o chiamare le forze dell’ordine. Questi ed altri accorgimenti si devono tenere presente quando sentiamo suonare il campanello di casa e si è da soli.
Gente di Falchera 4
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a cura di Amilcare De Leo
L’INTERVISTA A...
Continuiamo con le nostre interviste a dirigenti di
istituzioni, a presidenti di associazioni, a coordinatori di comitati, a commercianti, a semplici cittadini, a politici, sempre animati, come siamo, da spirito di indipendenza e sempre protesi a dare libero spazio e voce alla gente che compone una periferia.
È vero, è piccola parte ma essenziale di una grande
città. In questo numero...
...alla signora Gianna Lanzoni, titolare del negozio di abbigliamento in Viale Falchera 66/A.
Possiamo definire il suo un negozio storico?
Beh, direi proprio di sì, francamente ne sono fiera.
Ci rinfreschi un pò la memoria. Può illustrarci
brevemente la storia?
Questo negozio in origine era gestito dalla signora
Straticò; come qualcuno ricorderà proveniva dalla Polonia. In seguito subentrò sua figlia Matilde,
detta Tilde.
Quindi arrivò lei. È così?
Mia madre tra l’altro, era maglierista e aveva una
grande passione per il suo lavoro, era già titolare
di un negozio di abbigliamento in Via Lauro Rossi a Torino. Venne a sapere, tramite un cliente,
della Falchera e così nel 1956 giungemmo in questa borgata. Nel 1960 la mamma trasferì la propria attività in Via Platani 2.
Come vi trovaste alla Falchera?
Decisamente bene! Mia madre, ricordo, benediva
il Signore per tale trasferimento, era felice e soddisfatta. Noi bambine, mia sorella ed io, eravamo
raggianti, ci affascinavano i grandi spazi e il verde
intorno: mi creda, sembrava di essere in un altro
mondo rispetto a prima, nel chiuso della città.
E poi?
Nel 1972, da Via dei Platani ci trasferimmo nella
sede attuale, in Viale Falchera 66/A.
Com’era ieri?
Stavamo certamente meglio, grazie anche alla
F. I. A. T. di allora: lavoro per gli operai, lavoro
per noi.
E ora com’è la situazione?
Beh, diciamo un pò meno bene, i centri commerciali fanno la loro parte, la gente, come è ovvio,
preferisce l’Auchan vicino, d’altra parte sono cambiati i tempi. Ho comunque la mia clientela anche da fuori, ma, si capisce, non è proprio come
una volta.
Bisognerebbe fare acquisti nei negozi del
quartiere e non sempre dirottare verso i grandi
centri, in cui prevale il freddo automatismo unito alla forzata consuetudine. Utilizzare gli esercizi di periferia non solo significa agevolare comodità di vicinanza e incrementare sviluppo economico interno ma anche e soprattutto scambiare pareri, rinsaldare rapporti umani e sociali. Non è forse così?
Certo. Spesso il cliente viene nel mio negozio per
semplice simpatia, per amicizia. Acquista e intanto scambia piacevolmente due chiacchiere,
parlando del più e del meno ...della propria salute. Tutto ciò per me è davvero gratificante, e non
solo, mi creda, da un punto di vista economico.
È anche per tali ragioni che non abbandono, potrei stare tranquilla a casa, nvece no. Mi piace il
mio lavoro, parlare con i clienti, con la gente.
Come dire, mi fa sentire giovane.
È mutato il giudizio sulla Falchera o è sempre quello che conservava da bambina?
Amo il mio quartiere come allora e riscontro con
piacere che in questi ultimi tempi è persino migliorato.
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Gente di Falchera 5
Lo Sfogo di un Commerciante
Per dovere di spazio, abbiamo dovuto ridurre l’articolo che ci è stato inviato, tuttavia riteniamo di non
averne menomato il senso.
… In questo articolo vorrei porre in risalto una questione che potrei definire personale per non entrare
in merito a realtà che non mi riguardano in maniera
diretta ma che colpiscono quotidianamente anche i
miei colleghi commercianti. Come la maggior parte
di voi sa, gestisco una ferramenta di cui sono il titolare e sin dal giorno dell’inaugurazione, ho tenuto
un comportamento dignitoso, trasparente e corretto
nei confronti dei miei clienti, di tutti nessuno escluso. Ho cercato di rendere competitivi i prezzi degli
articoli che vendo per stare in linea col mercato e
anzi alle volte senza remora alcuna ho elargito sconti e omaggi senza indugi, per creare un rapporto di
lavoro e un ambiente all’interno della mia attività di
tipo familiare. Chi mi conosce sa che adoro l’armonia, la simpatia e spesso durante le vendite non mancano scambi di opinioni, battute e sorrisi all’interno
del mio negozio. In tutto questo tempo sono stato
come dire “un buono”.
Questo modo di comportarmi ha creato molte simpatie nei miei confronti e ha permesso che la mia
attività prendesse il suo spazio. Ho sempre cercato
di fornire assistenza tecnica, consigli, e cercando di
fare tesoro di quanto imparato nella mia vita, ho cercato di farmi volere bene. Ci sarò riuscito? In gran
parte credo di sì, ma in molti casi questo mio essere
“buono” ha offerto un fianco vulnerabile a molte
persone. Già agli opportunisti, agli approfittatori, a
quelli che hanno svolto i propri lavori grazie al materiale acquistato da me e peraltro mai pagato.
Perché scrivo questo articolo? Perché sono stufo di
arrivare a fine giornata, a fine settimana, a fine mese
e a fine anno e leggere nel mio libro dei debitori gli
stessi nomi. Persone che si sono fatte “fidelizzare”,
si sono presentate come amiconi e si son poi rivelati
indegni della mia fiducia. Devono lavorare e prendono materiale promettendo di passare da lì a qualche giorno ma poi si dimenticano della mia esistenza e talvolta nemmeno si fanno più vedere in zona.
Vorrei leggessero questo articolo per rendersi conto
di quanto siano piccoli in questo mondo. Vorrei inoltre che sapessero che io lavoro come loro, e faccio
sacrifici come loro (e forse di più), visto che non
posso avere ritardi nei pagamenti del materiale, gli
altri non sono “buoni” come me, io se ritardo pago
delle penali. Si mettano una mano sulla coscienza se
mai ne hanno una e facciano un esame di coscienza.
Come persona io mi vergognerei a comportarmi così.
Si ricordino queste persone che io posso camminare
a testa alta e andare a dormire sapendo di essermi
sacrificato senza penalizzare nessuno. Le spese aumentano per tutti, le leggi e le tasse affliggono tutti
ma perché allora quando queste persone vanno ad
Auchan o nei centri commerciali non chiedono una
cosa a credito? Lì sanno che non possono farlo, vero?
E perché alla Falchera, in ferramenta da Michele e
suppongo in molti altri negozi ci si può permettere
questo lusso? Provino questi individui ad apprezzare invece che approfittare e forse potranno dormire
sapendo di essere onesti e corretti e non semplicemente degli insignificanti miserabili…
Michele Celentano
Una piazzetta
in cerca d’identità
Trattando di periferie, sentiamo talora parlare di degrado, di abbandono ed invece non è sempre così.
Dobbiamo puntare sul valore di certi angoli delle
periferie, scoprirli e rivalorizzarli. Scommettere su
ciò che è positivo, su ciò che è “bello”, anche se, in
certi casi, viene trascurato o addirittura ignorato dalle
autorità locali, dalla comunità, da noi stessi, distratti e presi come siamo dall’assillo del vivere quoti-
diano. Tale modo di vedere e di pensare può innescare cambiamenti profondi dal punto di vista sociale ed economico. “Vedere il bello” si associa alla
curiosità, alla voglia di sapere, di conoscere in che
modo possiamo diventare migliori, all’amore per la
città e per la borgata, per la gente che vi abita e che
ci tiene assieme: è il luogo in cui viviamo e operiamo. In un numero precedente avevamo già toccato
questo argomento riferendoci allora ad una pista circolare di pattinaggio all’altezza di via degli Ulivi
33-35, oggi intendiamo porre l’attenzione su una
Gente di Falchera 6
piazzetta che, a nostro parere, meriterebbe più attenzione e considerazione. Ci riferiamo all’area antistante il Centro d’Incontro di Via delle Querce 23,
piacevole a vedersi, leggermente più alta rispetto al
livello stradale. Lontana dal brusio cittadino appare
discreta quasi segretamente rintanata. La piazzetta
dotata di panchine è fresca d’estate, ombreggiata da
alberi alti e frondosi, sulla quale ci piacerebbe sostassero pensionati in cerca di tranquillità o mamme
con passeggini anziché altri tipi di “frequentatori”,
come purtroppo accade. Non parliamo della notte,
contrassegnata da schiamazzi vari e frastornata da
azzardate “movide”, davvero poco piacevoli per chi
vuole riposare. La Giunta Comunale già si interessò
di questa piazzetta con alcuni interventi, compresi i
passaggi pedonali. Come suggeriscono alcuni cittadini che abbiamo avvicinato, bisognerebbe ci fossero più controlli da parte della forza pubblica. Altri,
più suggestivamente, chiedono che le sia intitolato
un nome, così... tanto per cominciare, in modo che
esca dal grigio anonimato.
a.d.l.
Uno spazio per il Villaretto
Smart City, è più
facile dirlo che esserlo
Quando una città può definirsi davvero “smart”?
Quali sono gli indicatori che deve rispettare per definirsi “intelligente”? Sono i quesiti che si sta ponendo la Commissione Smart City del Comune di
Torino, presieduta da Marco Muzzarelli, per ragionare sulle prospettive della città e sul percorso avviato in questi ultimi anni, più tardi rispetto ad altre
città europee e diversi anni dopo la coniazione del
termine “smart city”. Comparso nella letteratura
scientifica già nel 1992, come ha spiegato lo scorso
1° marzo in audizione in Commissione Daniele Russolilllo, coordinatore generale della Fondazione per
l’Ambiente - Turin School of Local Regulation.
L’incontro con Russolillo è stata un’occasione per riflettere sul significato di una locuzione spesso abusata o impiegata impropriamente. Pur non essendoci una
definizione univoca e standard omogenei – ha spiegato il coordinatore della Fondazione – esistono comunque indicatori per monitorare i servizi e la qualità della vita di una città che fanno riferimento alle norme
ISO 37120 del 2014. In particolare, vengono considerati sei domini comuni: individui, governance, economia, mobilità, ambiente, qualità della vita.
a cura di Remo Andreasi
Alcuni lettori ci
chiedono informazioni sull’antica
scuola elementare
della frazione e sul
perché della sua
chiusura.
È stata costruita
negli anni 1889/90 su progetto dell’ing. Velasco per
conto del Comune di Torino.
In origine serviva i bambini del Villaretto, poi negli
anni Sessanta divenne succursale della scuola “Ambrosini” della Falchera. Già in parte ristrutturata alcuni anni fa, fu affidata a privati ma in seguito fu di
nuovo inutilizzabile perché, pare, non furono pagate
le forniture di energia elettrica. Ancora solida si erge
tuttavia, muta e solenne, sul territorio ormai “ricostruito” ma pieno di storia e avvolto, pur sempre, da
un’aura agreste e antica. Nonostante alcune promesse da parte delle autorità comunali, è ancora abbandonata a se stessa: un vero peccato! Pertanto invitiamo i lettori e i cittadini del Villaretto ad inviarci idee,
suggerimenti e proposte su come intenderebbero far
rivivere o comunque utilizzare la vecchia scuola
“Ambrosini.” Sarebbe una grande occasione per risvegliarla così dal letargo del tempo.
In passato, la smart city veniva considerata solo come
un bacino per attrarre investimenti industriali da parte
di grandi “vendor”: Ibm, Cisco, Siemens… Ora però
la situazione sta evolvendo e l’approccio non è più
strettamente tecnologico, ma è diventato multidisciplinare – e quindi più complesso per investitori e
amministratori pubblici – e più attento ai servizi e
alla partecipazione dei cittadini. “La nuova sfida -ha
affermato Marco Muzzarelli- è passare dai modelli
altamente tecnologici di smart city a quelli che mettono al centro le persone e le relazioni, partendo dai
comportamenti e dalle esigenze concrete dei cittadini, senza prescindere però da un’indispensabile regolazione locale dei servizi” (il caso “Uber” docet).
Il potenziale di sviluppo è notevole: secondo uno studio del Politecnico di Milano del 2015 l’Italia investirà 65 miliardi di euro nelle smart cities. Finora, ne
sono stati spesi solo 9; altri 10 ne verranno impiegati
entro il 2020. Nelle foto: Indicatori per le smart cities; la Commissione del 1° marzo 2016;.
Massimiliano Quirico
Gente di Falchera 7
I lettori scrivono
a cura di Ricciardetto
Egr. Direttore...
Riflessione sugli atti di terrorismo in Europa.
Tramite il giornalino di Falchera voglio esprimere il mio parere sugli ultimi tragici avvenimenti relativi alle stragi di terrorismo. Premetto subito che condanno senza remore queste vigliaccate che colpiscono gente innocente che
non c’entrano nulla con questi fanatici del terrore. Intendo esprimere un mio parere, penso
che costoro, per non dire altro, vogliano con tali
atti conquistare l’Europa, soggiogarci al loro
volere. Vogliono imporre la loro religione e renderci di fatto schiavi e loro sudditi. A questo
punto io, attraverso il mio volontariato presso
la Piccola Casa della Divina Provvidenza e lavorando alla mensa dei poveri e nella casa accoglienza, ho avuto modo di conoscere gente
mussulmana del Marocco e gente di altri paesi
che praticano il Corano. Essi sono buoni e umili, si sentono tutti fratelli, umili e gentili. Senza chiedere nulla mi hanno insegnato anche
l’arabo; fatta questa precisazione termino con
la mia riflessione. Non tutti sono cattivi i mussulmani, quando ci parliamo c’è rispetto. Spesso non posso risolvere i loro problemi ma un
piatto di minestra c’è per tutti. Sono convinto
che anche essi condannino, con tutta la loro rabbia, i fatti terroristici che sono succeduti.
In ultimo, i nostri politici appartenenti a tutti i
partiti, con i loro corposi emolumenti, rinuncino a qualcosa e si rafforzino l’ordine pubblico e
l’esercito, per la difesa della nostra incolumità.
Giacomo Chissotti
Gent. Redazione
Mi chiamo Gina, sono nata il 7/1/32 e alla mia età
mi vedo privata della tessera del pullman che mi avevano consegnato il 1° gennaio 2006. A quei tempi
mi dissero che ero in una botte di ferro e avevo già
perso 3 anni di questo beneficio. Ora sono forse “ringiovanita” che me l’hanno tolta? A me quella tessera
serviva per andare alla posta, all’anagrafe, dal dottore, perché io abito alla Falchera Nuova ed ero costretta a servirmi del 50 per raggiungere Falchera Vecchia. Se devo fare la coda alla posta, non mi basta un
biglietto, me ne servono due. Noi anziani siamo penalizzati da questi tagli.
Gina
Curiosità
di
Valerio
Brugnoli
Misterioso segnale dallo spazio:
questa volta non è un film
Un misterioso segnale dallo spazio di origine
sconosciuta è stato rilevato dagli scienziati della McGill University. Non è un film: ecco cosa
hanno scoperto
Fonte: flickr
Un ripetuto e misterioso segnale radio viene dallo
spazio. Non è un film: alla fine del 2015 un gruppo
di scienziati ha scoperto per caso dei segnali provenienti da una fonte sconosciuta, lontana dalla Via
Lattea. Impulsi radio (FRBs o Fast Radio Burst)
erano già stati rilevati in passato, ma si è sempre trattato di casi isolati. Secondo gli astronomi, questa è
la prima volta che i segnali provengono a raffica dallo stesso luogo.
Ringraziamenti
Da anni i Falcherasi chiedevano l’illuminazione del breve
tratto di strada da
Via Toce 3 alla Stazione Torino Stura
con almeno 2 pali
della luce.
Finalmente il 4 aprile 2016 qualcuno ci ha pensato
(ne hanno messi addirittura 3) anche se sono stati
posti solo in modo provvisorio, pali su piedistalli di
cemento e con cavi aerei volanti.
I Falcheresi sentitamente ringraziano per quanto è
stato fatto.
Adriano Zambon
In un documento sulle FRBs pubblicato di recente, i
ricercatori avevano annunciato la scoperta della galassia di origine di un altro FRB, rilevato lo scorso
aprile a sei miliardi di anni luce di distanza dal nostro Sistema Solare. In questo caso l’impulso non
era stato ripetuto, cosa che aveva portato gli scienziati a concludere che l’evento era stato creato da
Gente di Falchera 8
una fusione tra due stelle.
Il primo a notare questi nuovi segnali è stato Paul
Scholz, della McGill University, che subito si è reso
conto dell’importanza dell’evento. Allo stato attuale
ci sono diverse teorie sulla natura del fenomeno. La
maggior parte dei ricercatori pensa che si tratti di una
supernova o di una stella di neutroni, collassata in un
buco nero. Una squadra è tuttora al lavoro per individuare la galassia da cui i ripetuti FRBs provengono.
Santa Giovanna
Antida Thouret
Sembra, accade spesso perlomeno, di vivere in un mondo
meraviglioso: tecnologia
avanzatissima, diritti sociali,
divertimento. Tutto ciò che un
uomo, pensando, potrebbe desiderare lo si possiede.
Però si sente il vuoto. Il vuoto totale.
Quel vuoto che deriva non da
una crisi economica (o meglio, non ne è la causa principale), ma una crisi ben più
profonda: una crisi di valori. Si stanno completamente
dimenticando i valori, quelli veri.
E dimenticandosi di essi, di conseguenza, ci si dimentica anche chi, per questi valori, ha speso tutta
la propria vita e quotidianamente la spende.
Tra i poveri. Tra gli ammalati. Tra gli anziani.
Tra tutte quelle persone che a tratti sembrano risultare un peso per il mondo.
Ma che del mondo ne sono le scorie, prodotte dalla
società stessa, sempre più frenetica, individualista,
arrivista. C’è per fortuna qualcuno che, a questo
mondo sempre più malandato, vuole dare un volto
nuovo. C’è per fortuna qualcuno che, in una scelta
controcorrente, ha deciso di donare la propria vita al
servizio di chi è più debole.
Eravamo più di settanta persone il 28 novembre all’Oratorio San Pio X per festeggiare, scoprire e conoscere Santa Giovanna Antida.
Giovani e meno giovani, del quartiere e non, qualcuno vicino e qualcuno lontano alla nostra realtà.
Poco importa. Quando qualcuno spende la propria
vita per gli altri, il resto conta davvero poco.
E bisogna festeggiare. Ecco che la pizza calda è stata servita a tutti quanti, e i dolci non sono di certo
mancati. Un momento di condivisione intergenerazionale davvero importante, seduti al tavolo con persone che si incrociano tutti i giorni per le vie del quartiere, o magari che è molto tempo che non si incontravano ancora, con cui è stato il primo incontro.
Dopo la cena ecco presentarci, in termini molto pratici grazie ad alcuni file multimediali, la figura di
questa Santa, donna, giovane, ragazza che in una realtà più che difficile (siamo in Francia durante gli
anni della Rivoluzione Francese) lotta contro un sistema che inizia ad allontanarsi sempre più dalla persona e dalla fede e mette in atto tutto il suo coraggio
e la sua capacità creativa ed organizzativa per soccorrere ed evangelizzare i poveri restituendo loro dignità mediante l’istruzione, il lavoro e la catechesi.
Tutto ciò che da questa tenacia è iniziato ha qualcosa dell’incredibile: allora ecco presentate le tantissime missioni in giro per tutto il mondo, nazioni e continenti dove le Suore della Carità, questo il nome della
Congregazione fondata dalla suora francese nel 1799,
operano in ospedali, scuole, ricoveri, comunità per
donne e minori in difficoltà e realtà difficili dei paesi più poveri. Vivere in diverse realtà del mondo, tra
la gente dei villaggi e dei quartieri con una particolarità: come segno distintivo solo una croce.
Gli abiti infatti sono diversi in tutto il mondo: questo
per integrarsi nelle realtà in cui operano, per risultare, come è già e come deve essere sempre di più,
loro stesse parte integrante di questa società dove,
con la loro presenza, vogliono testimoniare che, come
è scritto nella loro Regola di Vita: “La nostra vita è
Cristo che si è identificato ai poveri. Nella fede cerchiamo di riconoscerlo in loro, cerchiamo di amarli
con lo stesso amore che Egli ha per noi e per tutti gli
uomini”
E per fortuna anche nel nostro quartiere abbiamo ancora qualche esempio positivo: spendere il proprio
tempo per gli altri è davvero il più bel regalo che
possiamo imparare a fare.
Alessio Salpietra
A. A. A. Cercasi
La redazione “Gente di Falchera” cerca giovani e pensionati, volontari,
che abbiano voglia di dedicare alcune
ore della giornata alla stesura del giornale. È auspicabile che siano pratici
di computer e abbiano voglia di acquisire le cognizioni del lavoro di redazione nella composizione di articoli,
fotografie, impaginazione ecc. Ai giovani potrebbe servire come una prima
esperienza per un futuro eventuale
lavoro nel campo dell’editoria.
Gente di Falchera 9
(la redazione)
IL GIORNALE DELLA SCUOLA
ISTITUTO COMPRENSIVO “LEONARDO DA VINCI”
Giornata Mondiale
della consapevolezza
sull’autismo 2 Aprile 2016
Il 2 Aprile in tutto il mondo si è celebrato il “blueday”, ovvero la giornata sulla consapevolezza dell’autismo promossa dall’ONU.
Il mondo si è tinto di blu e anche Torino.
C’è stata una grande mobilitazione con varie associazioni ed artisti per dare un contributo alla giornata.
Le varie associazioni sono soddisfatte per la riuscita
dell’evento e per la grande partecipazione di tutti i
cittadini, quindi non solo delle persone direttamente
coinvolte.
Anche la classe V°A (Neruda), ha voluto dare un significativo contributo alla giornata “sporcandosi le
mani di blu”.
Anche se ci siamo ripuliti le mani vogliamo continuare a vivere in un mondo che è anche “dipinto di
blu”
Le Insegnanti: Fiorella Corea, Alessia Cartolano,
Concetta Semplice
Gente di Falchera 10
Statuto della Città
Metropolitana di Torino
a cura di Emilio Ghirardi
A scopo puramente divulgativo intendiamo pubblicare, a puntate, gli articoli dello Statuto della Città Metropolitana di
Torino, approvato dalla Conferenza dei 315 Sindaci il 14 aprile
2015. La redazione dello Statuto è stata l’importante atto che
Torino ha utilizzato per provare a correggere in parte lo squilibrio tra comuni e territori così differenti rispetto alla conurbazione (e l’area) metropolitana vera e propria di Torino, a
partire dall’indispensabile definizione e normazione statutaria proprio delle Zone Omogenee (previste invece facoltativamente dalla L. 56/2014).
segue dal numero di aprile
Capo I
Art. 15 Sindaco/a metropolitano/a
1. Il/la Sindaco/a metropolitano/a è l’organo responsabile dell’amministrazione della Città Metropolitana, ha la rappresentanza legale dell’ente e rappresenta tutti i cittadini che fanno parte della comunità metropolitana.
2. Il/la Sindaco/a metropolitano/a:
a) rappresenta la Città Metropolitana;
b) convoca e presiede il Consiglio metropolitano e
la Conferenza metropolitana;
c) sovrintende al funzionamento dei servizi e degli
uffici e all’esecuzione degli atti;
d) adotta il regolamento sugli uffici e i servizi, sulla
base dei criteri generali del Consiglio, e ne nomina i responsabili; attribuisce e definisce gli incarichi dirigenziali e quelli di collaborazione;
e) propone al Consiglio gli schemi di bilancio e delle relative variazioni;
f) sulla base degli indirizzi stabiliti dal Consiglio,
nomina, designa e revoca i rappresentanti della
Città Metropolitana negli enti, aziende, società ed
organismi comunque denominati;
g) adotta tutti gli atti non rientranti nella gestione
amministrativa, finanziaria e tecnica spettante ai
dirigenti, al/la Segretario/a o al Direttore generale/Direttrice generale, che non siano riservati dalla legge o dallo statuto al Consiglio o alla Conferenza metropolitana;
h) può dichiarare gli atti immediatamente eseguibili.
3. Il/la Sindaco/a metropolitano/a può in ogni caso
sottoporre al parere del Consiglio metropolitano,
alla Conferenza metropolitana e/o all’Assemblea
dei Sindaci delle zone omogenee, atti che rientrano nella propria competenza.
4. Entro 90 giorni dall’insediamento, il/la Sindaco/a
metropolitano/a presenta al Consiglio metropolitano le linee programmatiche del suo mandato,
che il Consiglio prende in esame anche al fine di
esprimere eventuali orientamenti. Nei 15 giorni
successivi alla chiusura della discussione in Consiglio, il/la Sindaco/a adotta in via definitiva il
programma del mandato. Anche i cittadini singoli o associati possono far pervenire le loro osservazioni e proposte.
5. Il/la Sindaco/a metropolitano/a dura in carica per
il periodo fissato dalla legge e cessa dalla carica
per ogni causa che comporti la decadenza dalla
carica di Sindaco/a del comune capoluogo.
Art. 16 Vicesindaco/a, Consiglieri delegati ed
organismo di coordinamento dei Consiglieri
delegati
1. Il/la Sindaco/a metropolitano/a nomina un/a Vicesindaco/a, dandone tempestiva comunicazione al
Consiglio metropolitano, stabilendo le eventuali
funzioni a lui/lei delegate.
2. Il/la Vicesindaco/a esercita le funzioni del/la Sindaco/a in ogni caso in cui questi sia assente o ne
sia impedito/a.
3. Il/la Vicesindaco/a decade dalla carica quando la
sua nomina sia revocata dal/la Sindaco/a metropolitano/a. Nel caso in cui il/la Sindaco/a metropolitano/a decada dalla carica per cessazione dalla titolarità dell’incarico di Sindaco/a del proprio
comune, il/la Vicesindaco/a rimane in carica fino
all’insediamento del/la nuovo/a Sindaco/a metropolitano/a.
4. Il/la Sindaco/a metropolitano/a può assegnare ad
uno o più Consiglieri - scelti sulla base di una distribuzione delle competenze e delle funzioni atte
a garantire la coerenza d’azione e la visione unitaria del territorio - deleghe, definendone la natura e i contenuti, per materia, per ambito territoriale o per progetti. Le deleghe possono comportare l’attribuzione ai Consiglieri delegati del potere di compiere atti rientranti nelle competenze
del/la Sindaco/a metropolitano/a e di sovrintendere alla loro esecuzione. Esse possono altresì
comportare le attività di referto al Consiglio in
merito agli atti compiuti nel loro esercizio.
5. Il/la Sindaco/a, il/la Vicesindaco/a e i Consiglieri
delegati si riuniscono in un organismo di coordinamento. L’organismo di coordinamento concorre alle elaborazione di politiche, atti e proposte
da presentare al Consiglio, nonché al complessivo coordinamento delle attività della Città Metropolitana.
6. I Consiglieri delegati ispirano la propria azione
alla ricerca di concordia nelle decisioni, facendo
ricorso a consultazioni preventive, preferendo le
soluzioni che favoriscano la condivisione delle
scelte, fornendo informazioni puntuali e tempestive sugli atti compiuti.
7. Il/la Sindaco/a deve vigilare sull’esercizio concreto
della delega, impartendo direttive, avocando a sé
specifici atti, sostituendosi al delegato/a in caso
di inerzia, revocando la delega stessa, con esplicita motivazione.
8. Gli atti di delega e di revoca di cui al presente
articolo sono comunicati al Consiglio nella prima seduta utile.
Gente di Falchera 11
segue nel prossimo numero
“Non farti i fatti tuoi ma chiama”’
Assemblea dei Seniores:
si discute di sicurezza urbana
“Non girarsi dall’altra parte”. Con queste cinque parole Andrea Fabi, maggiore dei Carabinieri, introduce il suo intervento sulla sicurezza urbana nell’assemblea del Consiglio dei seniores della Città di Torino,
svoltosi l’11 marzo, in sala Colonne di Palazzo civico. Non farsi i fatti propri, essere attenti a ciò che
accade intorno significa ricreare quella rete sociale e
di solidarietà che oggi si è un pò sfilacciata e si tende
a vivere più individualmente e “questo crea un vantaggio - ha proseguito il maggiore Fabi - a quanti hanno cattive intenzioni soprattutto verso i soggetti più
deboli, soli e facilmente raggirabili con truffe molto
diversificate tra loro”. Non si deve esitare a chiamare
il 112 o 113 per segnalare qualcosa di insolito e di
sospettoso (per esempio vedere persone sconosciute
alla porta di un vicino che non le conosce).
Ci si può difendere con una sana diffidenza. “Spesso
i malviventi agganciano le persone per strada - ha sottolineato Fabi - spacciandosi per un conoscente di
amici, ma è bene non fidarsi troppo delle persone sconosciute perchè possono arrivare anche a introdursi
in casa”.
Con queste tecniche, i truffatori, abbattono, con una
finta cortesia e loquacità, la barriera della diffidenza
verso chi non si conosce, che è naturale nell’uomo,
entrando così in un rapporto sempre più confidenziale con le persone “contattate” che si aprono e parlano
di particolari che arrivano ad essere decisivi per rapine in casa o preziosi.
“Si deve fare molta attenzione - ha continuato il maggiore Fabi - alle persone che bussano alla porta presentandosi come tecnici del gas o dell’acqua ma anche come Forze dell’ordine, riuscendo così a sapere
dove si tengono somme di denaro e valori. Non si
deve aprire, ma invece contattare il 112 o 113 che
faranno le loro verifiche. Meglio dieci giri a vuoto
delle pattuglie che non segnalare un sospetto”.
“Con l’avvento di internet si deve prestare attenzione
- ha detto Andrea Fabi, maggiore dell’Arma dei Carabinieri - alle mail, a non aprire gli allegati di posta
sconosciuta, perchè o portano virus o programmi che
svelano i codici identificativi del computer. Anche in
questo caso - ha ulteriormente sottolineato - resta fondamentale la diffidenza e la ricostruzione della rete di
solidarietà.
“Se non sono solo - ha concluso Fabi - sono meno
aggredibile”.
L’occasione dell’Assemblea dei Seniores è servita anche per presentare i progetti legati al mondo AVO,
Associazione Volontari Ospedalieri, presenti in Sala
Colonne con una delegazione formata da Attilio Pidò
(seniores), Angela Di Liberato e Marina Chiarmetta.
Le farmacie in prima linea
contro la violenza sulle donne
Oltre il 40% delle donne italiane
ha assistito (o subìto) violenza
domestica, quasi il 60% sostiene
di aver assistito a molestie per
strada o sul luogo di lavoro.
È quanto emerge da una ricerca
elaborata attraverso un questionario in otto lingue distribuito nel
quartiere San Salvario, nel corso
della quarta edizione del master
in Farmacia territoriale “Chiara
Colombo” da parte di Stefania
Carola Ghio con lo scopo di dar
vita ad un progetto che sensibilizzasse farmacisti e
clienti sulla realtà relativa alla violenza sulle donne.
L’argomento è stato presentato da Paola Brusa, in
rappresentanza dell’Ordine dei farmacisti, nel corso
di una riunione della commissione Diritti e Pari opportunità, presieduta da Laura Onofri.
Lo studio muove dalla premessa che il fenomeno
della violenza sulle donne è molto più diffuso di
quanto appare e la Farmacia può diventare un punto
di informazione sia per le donne direttamente interessate, sia per le persone a loro vicine ma non in
grado di fornire aiuto, nonché per tutti coloro che
sono sensibilizzabili al problema, anche perchè la
percentuale di persone che non è a conoscenza dell’esistenza di centri di assistenza torinesi è alta; meno
del 30% di tutti gli intervistati ha sentito parlare del
Centro Antiviolenza della Città di Torino.
Dallo studio è emerso che le donne italiane vorrebbero rivolgersi al farmacista, ritenuta una delle prime figure professionali a cui indirizzare una domanda
di aiuto in caso di violenza.
Durante la valutazione dei risultati, si è sviluppata
così l’ipotesi di realizzare strumenti semplici ma utili
che possano essere di supporto al farmacista durante il consiglio al banco in caso di richiesta di aiuto.
Si è quindi studiato un volantino in cui inserire le
informazioni sulle principali associazioni assistenziali torinesi, quali indirizzi, servizi erogati e contatti; inoltre si è pensato di realizzare un pannello di
dimensioni idonee all’esposizione contenente in
maniera ben visibile e chiara l’indicazione del numero antiviolenza donna, il 1522. Tale numero è
collegato ad un centralino che risponde su tutto il
territorio nazionale h24 e la chiamata è gratuita sia
da numero di telefono fisso sia cellulare.
Tony De Nardo
Gente di Falchera 12
Federico D’Agostino
segue editoriale di Amilcare De Leo
IN BREVE dalla
Città Metropolitana
a cura di Ricciardetto
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Borgaro. Il mercato del sabato non traslocherà in centro città. La decisione finale non è
stata ancora presa, ma da fonti di 1° piano della
maggioranza si afferma che tutto rimarrà com’è
oggi. A maggio, però, dal 7 al 24, per tre giorni a
settimana, banchi saranno montati in Via Cirié.
Borgaro. È nato il Comitato Orti Urbani. I
possessori degli appezzamenti di terreno di Via
America si sono uniti per contare di più in modo
di organizzare iniziative e di migliorare il dialogo tra loro, il Comune e il gestore dell’area.
Caselle. Rilevamento della velocità: il Comune ti controlla. Nei prossimi mesi, nelle ex
strade provinciali delle Valli di Lanzo, sarà installato un nuovo macchinario per registrare le
infrazioni legate alla circolazione viaria.
Caselle. Garanzia Giovani Piemonte: un’alternativa di lavoro per gli under 30 anni. Blue
Air: una nuova rotta da Caselle a Pescara.
Mappano. Restauro del Santuario “Nostra
Signora del Sacro Cuore di Gesù”: inaugurazione il 10 aprile scorso. La sua costruzione
risale tra il 1912 -13. Una grande festa!
Leinì. Comunicazioni tra cittadini per una
maggior sicurezza. Chiunque voglia inviare
idee, lamentele, iniziative o fatti inerenti alla
sicurezza può scrivere a questa email: quartieridileini@ gmail, com. Tutte le comunicazioni
saranno prese in carico da una associazione, al
cui interno vi sarà un leinicese che si occuperà
di svilupparle.
Il Vernacolo
a cura di
Livio
Scremin
LA NIVOLETTA
A j-era na nivolëtta grisa
ch’a smijava ‘n farchét
an moment a volava ‘n sël brich
a la pian-a ai bùtava ‘1 bonét,
minca tant anvërtujava
prima l’un e peui l’auta,
e con piasì a bamblinava
‘1 farchét ë1 bonét a sia biauta.
Antant ch’ël sol a fasija baboja
‘1 vent pen-a alvà a sofiava sia feuja,
a s’ausava d’antrames le buscaje
a polidija ‘1 cel dle fëirvaje;
con so farbalà la nivola corija
e dosman, darera ‘1 brich s’a-scondija.
fissare una impronta indelebile e duratura a un territorio destinato sempre più a riqualificarsi.
Un’espressione della cosiddetta “perifericità”, nella
nostra borgata, è rappresentata però dalla limitata presenza di quei servizi di base che interessano la popolazione. Non possiamo, come è già stato evidenziato
altre volte, non deprecare le chiusure periodiche (in
occasioni di festività e ferie) di un servizio fondamentale come l’Anagrafe e, così pure, il totale abbandono dei locali dismessi del Centro Sportivo, già
ricettacolo di vagabondi. Un vero anacronismo se
scorriamo un testo di legge che recita così: “Ai fini
del potenziamento dell’attività sportiva agonistica
nazionale ma soprattutto della relativa cultura in aree
svantaggiate e zone periferiche urbane, con l’obiettivo di rimuovere gli squilibri economico - sociali e
di incrementare la sicurezza urbana, è istituito, sullo
stato di previsione del Ministero dell’economia e
della finanza per il successivo trasferimento al bilancio autonomo della Presidenza del Consiglio dei
ministri, il fondo Sport e Periferia. A tal fine è autorizzata la spesa complessiva di 100 milioni di euro
nel triennio 2015-2017, di cui 20 milioni nel 2015,
50 milioni di euro nel 2016 e 30 milioni di euro nel
2017”. Risultano dunque oggetto della valutazione
critica dei cittadini i servizi per il pubblico erogati
sia dagli enti locali sia da privati, che, insieme, non
sempre soddisfano le esigenze della cittadinanza.
Non a caso, talora, tra la gente sentiamo affiorare
espressioni quali “siamo cittadini di serie A o di serie B?”. D’altra parte non è facile persuadere i privati ad aprire dei servizi pubblici, se essi stessi non ne
vedono una concreta fattibilità e convenienza.
Sarebbe tuttavia auspicabile che anche qualche struttura privata, da tempo vistosamente fatiscente e ancora di uso pubblico, magari dietro sollecitazioni da
parte della Circoscrizione o del Comune, fosse finalmente restaurata. Va aggiunto che l’“appetibilità”
delle periferie può crescere non solo grazie alla presenza dei servizi di base indispensabili: non servono
solo le scuole, ma anche quelle attrezzature sportive
di cui si è già trattato, e la cui realizzazione è prevista tra i vari progetti del “Piano Città”.
C’è dunque da sperare.
“La donna uscì dalla costola dell’uomo, non
dai piedi per essere calpestata, non dalla
testa per essere superiore ma dal lato, per
essere uguale, sotto il braccio per essere protetta, accanto al cuore per essere amata...”
Gilda Gallea Gianaria
Gente di Falchera 13
(William Shakespeare)
L’angolo della poesia
a cura di Rocco De Pace
ED ANCHE IO HO
COME UNA FOGLIA
Ed anche io ho
festeggiato il mio carnevale,
con un pagliaccio
vestito da uomo.
tutto personale,
che ride e piange
a comando, e ti racconta
che tutto finirà,
che tutto
andrà bene
domani, certo,
domani…..forse.
Ed anche io
rido,
perchè domani
è Quaresima,
come ieri,
come ogni giorno
nostro,
sudato e sputato
senza remissione.
Credevo che musica di violini
suonasse solo per le mie orecchie
e il mio cuore.
Sbagliavo!
La dolce melodia era frastuono,
dolore dell’anima, triste incantesimo,
amaro tormento.
Tenendo alta l’asticella dei valori
cerco di allontanare quell’impalpabile
melodia, labirinto di illusioni,
foresta di paure di agguati
ove il cuore si perde e si annienta
tra mille tentazioni.
Foglia d’autunno che il vento disperde
nell’aria; viaggio illusorio di comete
evanescenti, luce del giorno che muove
col sospiro del sole.
Angela Saccone
Mamma Sisina
BRAMO DI ASCOLTARE
Bramo di ascoltare
il suono
di campane a festa
del tuo passo
che torna una sera
con le braccia aperte
del tuo volto sorridente
verso la porta
spalancata del mio cuore.
SOGNARE MA NON TROPPO
La povera balena
Era triste e piangeva
Star li dentro al mare
A lei non piaceva.
Sognava di prati
Dell’aria i tepori,
volare in tra il verde
posarsi sui fiori.
E che tu in dono
mi porti una rosa
tra le mani
radiose di gioia di vivere,
perché muoio dalla voglia
di riposare
il passo errante
dei miei occhi esausti
sulla bellezza
del fiore della vita.
Il fatto era questo
E che desta gran pena:
voleva esser vespa
ed era balena.
Destin tuo balena
È star li dentro il mare,
che ali, ci pensi?
Per farti volare
Luigi Cabras
Gente di Falchera 14
Rodolfo Gobbo
Una dedica a mia Moglie
A cui devo la gioia palpitante
che tiene desti i miei sensi nelle ore di veglia,
e il ritmo che scandisce il riposo
delle nostre ore di sonno,
l’accordo del respiro
di due amanti i cui corpi
profumano l’uno dell’altro,
che pensano uguali pensieri
e non hanno bisogno di parole
e sussurrano uguali parole
senza la necessità di un senso.
Il vento stizzoso dell’inverno non farà gelare
il sole astioso del tropico non farà seccare
le rose nel giardino di rose che è soltanto nostro
ma scrivo questa dedica perché altri la leggano:
sono parole private indirizzate a te in pubblico.
Thomas Stearns Eliot
Notizie utili
Casa profumata mescolando questi
ingredienti
Avete sempre desiderato
una casa profumata dove
sparisca il cattivo odore
della sigaretta oppure il
profumo dei cibi? La
soluzione non solo è
molto economica, ma può essere preparata in casa
quasi a costo zero.
Ecco cosa mescolare insieme
100 g di ammorbidente in perle
4 cucchiai di bicarbonato di sodio
125 ml di acqua calda
Procedimento
Mettete in un recipiente tutti gli ingredienti,
mescolate e poi aspettate che le perle si sciolgano in
acqua. A quel punto potete versare il liquido ottenuto
in un recipiente munito di spray.
Il composto andrà vaporizzato nell’ambiente circa 3
volte al giorno in modo che risulti da subito più fresco
e profumato.
“Non posso darti soluzioni per tutti i problemi della vita. Non ho risposte per i tuoi
dubbi o timori, però posso ascoltarli e dividerli con te. Non posso cambiare né il
tuo passato né il tuo futuro, però quando
serve starò vicino a te...” (Jorges Luis Borges)
Contro la violenza
Dal 16 febbraio il Piemonte ha la sua legge contro la
violenza sulle donne. In quella data la legge n. 4 del
2016, “Interventi di prevenzione e contrasto della
violenza di genere e per il sostegno alle donne vittime di violenza ed ai loro figli”, è stata approvata a
maggioranza dal Consiglio regionale. La nuova norma amplia il quadro delle disposizioni già esistenti
per l’inserimento socio-lavorativo delle donne vittime di violenza, la sperimentazione di interventi per
gli autori della violenza, la formazione degli operatori dei servizi, le azioni di sensibilizzazione e prevenzione del fenomeno nell’ambito del lavoro, del
sistema scolastico, educativo e del tempo libero, con
una costante e specifica attenzione anche alla presenza di eventuali minori vittime di violenza assistita. La legge prevede inoltre l’esenzione dal pagamento del ticket sanitario per le donne che abbiano subito violenza e l’istituzione del Codice rosa, con l’attivazione nei Pronto soccorso di una èquipe multidisciplinare per le vittime di violenza. Per finanziare
la legge sono stati stanziati 500mila euro.
http://goo.gl/2TrMvF
L’Alzheimer
Non chiedermi di ricordare,
non cercare di farmi capire.
Lasciami riposare, fammi capire che sei con me,
baciami sulla guancia e tienimi la mano.
Sono confuso ben oltre la tua concezione,
sono triste e sofferente e penso.
Tutto quello che so è che ho bisogno di te,
stai con me a tutti i costi.
Non perdere la pazienza con me,
non imprecare, rimproverarmi o sgridarmi.
Non riesco a dirti perché mi comporto così,
non posso essere diverso, anche se ci provo.
Ricorda solo che ho bisogno di te,
che la parte migliore di me se n’è andata.
Ti prego di non evitare di starmi vicino,
amami finché la mia vita se ne va.
Messaggio di autore anonimo visto
davanti al letto di un paziente di Alzheimer
Gente di Falchera 15
Dr.ssa Salvetti
Il voto premessa di parità.
I1 diritto di voto alle donne fu riconosciuto in Italia
soltanto nel gennaio 1945, quando ancora il territorio
nazionale era parzialmente occupato dalle truppe naziste. Con questo provvedimento il nostro paese ottenne il suffragio universale: fino ad allora le donne,
oltre la metà dell’elettorato italiano, non potevano
votare. Il diritto al voto era comunque già stato pienamente conquistato dalle donne italiane con la loro responsabile presenza nella famiglia, nella scuola, nel
mondo del lavoro e con il loro generoso contributo
alla lotta di Liberazione contro il nazifascismo.
Da allora molto è cambiato! Notevoli sono stati i passi compiuti verso il raggiungimento della parità tra
uomo e donna, partendo dalla Costituzione che sancì
la pari dignità sociale e l’uguaglianza di tutti i cittadini, senza distinzione di sesso. Da questo principio discese una ricca legislazione in favore della donna: le
leggi sulla tutela della maternità, il diritto della donna
di accedere a tutte le professioni, a tutti i pubblici uffici e nei vari ruoli e categorie, senza limitazioni di
mansioni e di carriera. Fin dal 1945 ho partecipato
con entusiasmo alle campagne elettorali, al referendum repubblica / monarchia, all’elezione dell’Assemblea Costituente, nella convinzione che la partecipazione di tutti i cittadini alla vita politica sia una sicura
garanzia per ottenere migliori condizioni di vita.
Fui candidata, poco più che ventenne, alle prime elezioni amministrative. Nel 1956, quando fui eletta sindaco di Lanzo, le donne sindaco erano pochissime e
solo in piccoli Comuni. Lanzo, con i suoi 5mila abitanti, era il Comune di maggior entità demografica
con una donna sindaco. Quando nel 1959 fui eletta
nel Consiglio provinciale di Torino ero l’unica donna su 45 consiglieri. Nel 1970, alle prime elezioni
regionali in Piemonte, su 50 consiglieri vennero elette
solo tre donne: Carmen Fabbris, Albertina Soldano e
la sottoscritta, che fu anche la sola donna a far parte
della prima Giunta regionale.
Oggi ci sono diverse donne sindaco di grandi città,
presidenti di Regione, e vi è anche un buon numero
di presenze femminili tra i membri del Governo e
nelle Assemblee legislative. Il numero delle donne
nelle libere professioni e negli incarichi direttivi è
sempre più alto. Le differenze culturali e di preparazione professionale tra uomo e donna sono state superate e questa è la premessa per la realizzazione di
una effettiva parità. Comunque ulteriori progressi si
possono ancora ottenere, in particolare con un’omogenea diffusione in tutto il paese dei servizi che permettono alla donna di conciliare le responsabilità
familiari con gli impegni del lavoro fuori casa. Oggi
si è sempre più consapevoli dell’importanza della partecipazione di tutti alla vita della società, affinché
donne e uomini operino insieme per conseguire nuovi
traguardi di progresso e di giustizia sociale.
PER CHI AMA IL TEATRO
a cura di Vittorio Leode
Teatro Marchesa -APRILEVI Circoscrizione
C.so Vercelli 141, TorinoTel.011-9898090 / 3388706798
Venerdì 6, Sabato 7 ore 21 e Domenica 8 Maggio
ore 16 - Compagnia di Danza l’Araba Fenice “I sette
vizi capitali” da un’idea di Marco Cosenza
Venerdì 13, Sabato 14 ore 21 e Domenica 15 Maggio
ore 16 - Gruppo di Modern Dance Academy diretta
da Katia e Loris Tromboni “Contemporaneamente
folk” - Spettacolo di danza con musica dal vivo di
Francesca Mercurio suonate da “La Court des
Miracles”
Teatro Monterosa -APRILEVia Brandizzo 65 Tel. 011 2304153
Venerdì 6, Sabato 7 e Domenica 8 Maggio ore 15,30
Compagnia Teatral Carla S. (Torino) “Che pastiss, a
vila beatriss!
“Ancora non si è capito che soltanto nel divertimento,
nella passione e nel ridere si ottiene una vera crescita
culturale” Dario Fo
(in omaggio al suo 90° compleanno)
Con il mese di maggio termina la Stagione Teatrale
2015- 2016, pertanto un arrivederci per il prossimo
anno.
Furti in Falchera
In Falchera si è verificato un altro espediente
per ingannare le persone e derubarle. Una signora
si è vista affiancare da un’auto con a bordo
quattro persone spacciandosi per carabinieri in
borghese. Le hanno detto che stavano rubando
in zona chedendole dove abitasse, lei
ingenuamente glielo ha detto.
Avendo avuto l’imbeccata, hanno confermato
che era proprio lì che stavano rubando e volevano
che li accompagnasse a casa sua. Per fortuna la
signora ci ha ripensato e si è allontanata.
Questo per dire che ci si deve aspettare di tutto,
l’unica cosa da fare è di non fare entrare nessuno
sconosciuto nella propria abitazione e avvertire
le Forze dell’Ordine, quelle vere!! 112 / 113
Anna Maria Vietti
Gente di Falchera 16
Furti alla Falchera
In questi giorni sono avvenuti dei furti negli appartamenti di Falchera. Sono furti senza scasso, perchè i
ladri entrano negli alloggi usando la cosiddetta “chiave bulgara”, che apre anche le serrature delle porte
blindate. I ladri agiscono a tutte le ore, anche in pieno giorno, entrano dalla porta e ai piani bassi, saltano dai balconi. Cercano soldi e oro, mettono a soqquadro tutto finchè non trovano qualcosa. Attenzione a chi sosta davanti ai portoni, se sono persone che
non conoscete, anche donne, potrebbero essere “pali”
appostati.
(A. S.)
Prestate attenzione!!
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RISO PER UN ANNO
a cura di Pino cuoco sopraffino
Risotto con punte di asparagi
Ingredienti (per 4 persone):
400 g di riso - 150 g di punte
di asparagi (di bosco) - una cipolla - 1 spicchio d’aglio mezzo bicchiere di vino bianco secco - 20 g di burro - 40 g
di olio extravergine di oliva 1 litro di brodo vegetale- parmigiano secondo i gusti- sale.
Procedimento: spezzettate la parte tenera degli asparagi e portateli a quasi cottura in 20 g di olio ex. di
oliva, qualche cucchiaio di brodo vegetale e uno spicchio d’aglio -tritate a parte la cipolla e fatela soffriggere nel restante olio- fate tostare il riso fino a quando non diventi traslucido - sfumate con il vino bianco, quindi iniziate la cottura del riso, aggiungendo
man mano il brodo. A metà cottura unite gli asparagi, finite di cuocere, aggiustate di sale, mantecate
con il burro e parmigiano a piacere. Servite caldo.
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2 kg. Tritata di Vitello
2 kg. Costine di Maiale
2 kg. Cosce di Pollo
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1 kg. Rolatine di vitello
1 kg. Rustichelle
1 kg. Tritato
1 kg. Fettine di vitello
1 kg. Braciole di maiale
1 kg. di salsiccia
1 kg. Cosce di pollo
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Gente di Falchera 17
Psicanalisi e dintorni
a cura di
Massimiliano
Irenze
TERAPIA DEL PRESENTE,
PASSATO & FUTURO
L’essere umano, sin dalla nascita, è
immerso in un ambiente relazionale. Il cucciolo dell’uomo ricerca la
vicinanza dei caregiver (le persone
che si prendono cura di lui); egli è
dotato di un meccanismo biologico a base innata: il
sistema dell’attaccamento, un sistema motivazionale interpersonale che genera comportamenti finalizzati a mantenere la vicinanza delle figure di riferimento. Il bambino appena nato agirà dunque comportamenti istintivi, selezionati dal processo evolutivo in quanto
Jung utili alla sopravvivenza. Questi comportamenti, tra cui il pianto, la ricerca di contatto ed
il sorriso attivano nel genitore il sistema dell’accudimento, un dispositivo anch’esso innato che permette agli uomini di prendersi cura della prole in modo
naturale, senza che qualcuno insegni loro come fare.
Se da subito il genitore -o chi si prende cura del piccolo- risponde prontamente alle richieste di accudimento e protezione, il bambino cresce sicuro, sente
che i suoi bisogni d’affetto e protezione trovano convalida nell’altro.
In questo modo, già a partire dalla prima metà del
secondo anno, il bambino svilupperà un attaccamento
sicuro. Se però -per una infinita serie di motivi- il
genitore non sarà nelle condizioni di accogliere prontamente le richieste del piccolo, potranno insorgere
alcuni problemi ed il bambino strutturerà un attaccamento insicuro; diventerà un adulto con alcune insicurezze. Tenderà a non investire troppo nelle relazioni affettive e sarà influenzato negativamente da
aspettative del passato. Il passato, infatti, è presente
nella psiche umana. I ricordi e le aspettative strutturate nell’infanzia sono schemi di significato che vengono messi in atto nel presente. Un bambino che non
ha avuto un accudimento adeguato quando, da piccolo, cercava la vicinanza affettuosa e protettiva del
genitore o di chi si prendeva cura di lui, svilupperà
l’idea che i suoi bisogni non possono trovare accoglimento nelle altre persone e che, ad esempio, conviene non mostrarsi deboli perché gli altri non avranno la pazienza di starci vicino. Immaginiamo il messaggio che può trasmettere una madre che si mostra
insofferente alle continue richieste di affetto del suo
bambino. Presto il piccolo capirà che, per mantenere a fianco a sé la madre (figura necessaria per la sua
sopravvivenza), deve rinunciare ad alcuni suoi bisogni. La traccia di questa prima relazione resterà nella mente del piccolo ed influenzerà il suo futuro da
adulto. Passato, presente e futuro, sono dunque collegati fortemente nella nostra psicologia. Il passato
influenza il presente ed il futuro. Spesso la sofferen-
za morale nasce da una serie di strutture di significato, schemi e ricordi del passato che influenzano il
modo di pensare, sentire e agire delle persone. Ogni
psicoterapia che abbia un senso deve aiutare la persona a modificare alcuni schemi, fornendo esperienze correttive che possano trasmettere nuovi messaggi, nuovi significati e modi di vedere il mondo.
La psicoterapia è un percorso lungo che può portare,
gradualmente, allo sviluppo di nuove risorse ed alla
creazione di significati e pensieri più funzionali al
benessere in quanto capaci di far percepire, sentire
ed agire la persona in modo diverso. Agendo sul presente dunque, la psicoterapia sviluppa, in un certo
senso, la rappresentazione del passato mettendo la
persona nelle condizioni di agire più liberamente
anche nel suo futuro.
Dott. Alessandro Stifani
È disponibile al servizio dei cittadini uno sportello GRATUITO dedicato all’ascolto e al supporto
psicologico di tipo generico, in via degli Abeti 16.
Si fa presente che gli incontri che avvengono in
tale sportello non costituiscono sedute psicoterapeutiche. Per chi fosse interessato è necessario prenotare per appuntamento telefonando al
N° 3496551846.
Truffe delle finte banche
ATTENZIONE!!
Stanno arrivando delle finte comunicazioni via e
mail con il nome della vostra banca: sono fasulle e
truffe. Vi chiedono di inserire i vostri dati altrimenti
interrompono il servizio, ecco il testo:
Gentile cliente, il Servizio Tecnico di Banca...... sta
eseguendo un aggiornamento programmato del software al fine di migliorare la qualità dei servizi bancari. Le chiediamo di avviare la procedura di conferma dei dati del Cliente. Le alleghiamo la documentazione necessaria per confermare i dati del tuo conto. Se scegli di ignorare la nostra richiesta, ci lasciano scelta di sospendere temporaneamente il tuo account! La preghiamo di scaricare il modulo e compilarlo prima possibile! Per favore non rispondere a
questa email. Non siamo in grado di rispondere alle
richieste di informazioni inviate a questo indirizzo.
Di queste comunicazioni ne stanno arrivando anche con nomi di altre banche. Fate molta attenzione nel dare i vostri dati. Telefonate immediatamente alla vostra banca, segnalando quanto sopra e vedrete che vi confermeranno che non hanno inviato
alcuna comunicazione. Giungono delle comunicazioni anche dalla banca “Veneto Banca” e altre, tutte
fasulle!!!
Fate molta attenzione, non date o confermate nessun dato!!!!
Gente di Falchera 18
la redazione
Astronomia e...
a cura di Vittorio Leode
Giovanni Virginio
Schiaparelli
Nato a Savigliano (Cuneo)
nel 1835 e morto a Milano nel 1910, fu un astronomo di chiara fama, tra i
più grandi scienziati piemontesi.
La sua opera scientifica infatti è assai vasta. Scrisse
centinaia di opere di astronomia, di matematica, di meteorologia, di storia delle
scienze, compì e catalogò migliaia di osservazioni
sui corpi celesti, tra cui le meteoriti, da cui trasse
geniali teorie, ancora in parte valide. Fin da ragazzo
amava contemplare il cielo stellato e una sera, aveva
poco più di sei anni, rimase fortemente colpito da
una pioggia di stelle cadenti. Fu quella la svolta della sua vita.
Divenuto adulto, studiò per molto tempo questi fenomeni celesti riuscendo a dare la spiegazione della
loro origine. Per accontentare il padre si laureò a
Torino, nel 1854, in ingegneria idraulica e architettura ma non tralasciò mai la sua vera grande passione: l’astronomia, verso la quale si sentì sempre attratto. Avendo saputo che gli studi di tale disciplina
erano assai approfonditi in Germania, si mise a studiare la lingua germanica per seguire i nuovi risultati scientifici direttamente dai libri tedeschi. Nel 1860,
rientrato in Italia dalla Germania, fu prima assistente astronomo e poi nominato direttore dell’Osservatorio di Brera in Milano. Notevoli sono state le sue
strabilianti osservazioni di Marte con la scoperta dei
suoi famosi canali. Ancora oggi si deve proprio agli
studi di Schiapparelli se a ottobre del 2016 Torino
potrà dire di avere messo piede su Marte, perché il
modulo di atterraggio è stato ideato e realizzato in
C.so Marche, nei laboratori di Thales Alenia Space.
BIBLIOTECA DON MILANI
“per distinguere il buono dal cattivo maestro, basta vedere negli occhi dei suoi scolari: se brillano, oppure restano spenti”
SABATO 14 MAGGIO ORE 10
Eraldo Affinati
Incontrerà i lettori in biblioteca
Via dei Pioppi 43- tel. 011 01132620
Briciole di storia...
a cura di Ricciardetto
Torino esoterica
Miracolo a Torino
6 giugno 1453.
Sul pavimento
della chiesa del
Corpus Domini,
situata in Via Palazzo di Città, a
pochi passi da
p.zza Castello,
appare il punto
indicato del miracolo, racchiuso da una bassa
cancellata davanti alla quale
sostano i fedeli.
È una scena riprodotta in più
dipinti, in particolare nella tela di Pietro Domenico Olivero. L’episodio miracoloso è noto e appartiene alla storia torinese. Proprio lì, in quel punto indicato, inciampò la
giumenta in groppa alla quale i ladri francesi sacrileghi avevano piazzato oggetti sacri rubati ad Exilles, fra cui una pisside da cui uscì per fermarsi nell’aria, sospesa, la particola.
Accorse gente e solo alle preghiere dei presenti e
del vescovo mons. Ludovico Romagnano l’ostia discese lentamente nel calice che il presule le porgeva, supplichevole. Le iscrizioni presenti all’interno
della chiesa costituiscono una preziosa documentazione storica relativa alla città. La prima testimonianza del miracolo, firmata da 11 testimoni, è andata perduta ma ne rimane un riassunto, conservato
nell’archivio municipale in una cassetta di cipresso
costruita appositamente per questo.
Sul luogo del miracolo fu innalzata una colonna, poi
fu costruita l’attuale basilica del Corpus Domini.
L’ostia non si conserva più. Venerata per una quarantina d’anni fu consumata per ordine della Santa Sede
“per non obbligare Dio- si legge nei documenti” a
fare un continuo miracolo, conservandola intatta”.
Chi semina spine deve
ricordarsi di non camminare MAI scalzo.
Gente di Falchera 19
anonimo
La narrativa
a cura di
Mazzarino
Passi nella nebbia
UN VIAGGIO NELLA NOSTRA
a cura
di Remo
CIRCOSCRIZIONE Andreasi
Omaggio alla memoria
Torino, quel 10 marzo del 1962, era avvolta da una
notte rigida e da una nebbia così fitta che la potevi
tagliare con il coltello. Il brigadiere Leonardi della
Pubblica Sicurezza, in borghese, protetto da un vecchio cappotto troppo liso, era appena smontato dal
servizio e se ne stava tornando a casa, a piedi sino a
Borgo Vittoria. Una bella camminata! Non poteva
utilizzare il mezzo pubblico perché quel giorno era
stato proclamato uno sciopero di 12 ore. Non possedeva ancora un’auto e con la bicicletta faceva ancora freddo. Si stava dirigendo verso Palazzo Reale,
solitario e invaso dalla nebbia, quando improvvisamente percepì uno strano rumore dietro di sé, che si
bloccava non appena egli si fermava. Mah... Pensò.
Si voltò, non riuscì a intravedere nulla. Forse si era
sbagliato e così, a passo svelto, proseguì per la sua
strada. Di nuovo altri tic-toc lo costrinsero a sostare
e ad origliare. “Chi è”? Domandò a voce alta... Silenzio assoluto. Guardingo riprese a camminare, ma
nel momento stesso che mosse i primi passi sentì
sempre più insistente l’eco di altri tic-toc. A quel
punto si qualificò: “sono un poliziotto e sono armato”. Chissà un malvivente, un ubriaco, non si sa mai.
Ora sentì una voce flebile che spezzò il grigio silenzio intorno: “per carità... per carità...” Ecco che timida si fece avanti una donna, giovane e minuta, che
si profondeva in mille scuse, spiegando che temeva
di camminare sola di notte, con quella nebbia... e
che lo seguiva per vincere la paura. Da qualche giorno era stata assunta come addetta alle pulizie presso
l’Astanteria Martini, in Largo Francesco Cigna.
Essendo sciopero, anche lei era costretta a muoversi a
piedi. Mario fece un profondo respiro e sorridendo la
rincuorò “Venga venga, anch’io vado da quelle parti...” Insieme s’incamminarono e si fecero buona compagnia. Quasi non si accorsero che intanto spuntava
l’alba e filtrava, rasserenante, un improvviso raggio
di sole tra la coltre di nebbia, sempre più fragile.
Roberto Longhi
L’Assedio di Torino del 1706
1998. Via Tanaro 19 (Foto d’archivio Gente di Falchera)
All’angolo di Viale Falchera esistevano, sin quasi alla
fine degli Anni Novanta, due antichi edifici rustici:
erano le cascine “Ranotte”, da secoli addossate le une
sulle altre, ma non comunicanti.
Appartenevano al signorotto, marchese Oberto Ranotto del XVI secolo, in seguito passarono agli Arcour
nel sec. XVIII, una famiglia di origine francese. Durante l’assedio di Torino la Francia era alleata con la
Spagna, il Piemonte con l’Austria. Il generale francese che comandava gli alleati si chiamava Vendome ed aveva già vinto molte battaglie. Gli AustroPiemontesi erano invece comandati dal duca Vittorio Amedeo II e dal principe Eugenio entrambi di
Savoia, generale quest’ultimo al servizio della Casa
d’Austria e suo cugino. Eugenio e Vittorio Amedeo
II attaccarono da Pianezza, così i Francesi venivano
accerchiati.
Intanto i Prussiani al comando del principe di Anhalt
dal Regio Parco, dopo aver isolato le artiglierie del
duca d’Orléans, convergevano su Borgo Vittoria.
Gli assedianti non poterono manovrare nello spazio
fra lo spazio esistente tra la Dora e la Stura, così fu la
disfatta. Molti morirono annegati nel tentativo di fuggire, altri riuscirono ad aprirsi un varco per ritornare
in Francia. E le Ranotte? Nella cascina detta “delle
meridiane” (in realtà più comunemente considerati
disegni impressi in nero che assomigliavano più a rose
dei venti o a stelle con parecchie punte ripetute in varie fogge) ormai scomparsa per far posto ormai ad un
moderno condominio, pare fosse di stanza uno squadrone francese, i cosiddetti Dragoni a cavallo, che non
poterono intervenire nella battaglia.
Probabilmente anch’essi trovarono una via di fuga,
chissà proprio attraverso quel percorso non lontano
dal Villaretto e denominato “Strada del Francese”.
Gente di Falchera 20
Invito alla Mostra
di
Rita
Miglia
Spiritelli, amorini,
genietti e cherubini
I putti, ispirati all’antica arte romana e diffusi soprattutto a partire dal
rinascimento, sono i protagonisti
dalla singolare e inedita rassegna in
programma fino al 5 giugno al
Museo di Arti Decorative AccorsiOmetto di Torino. Sotto le varie rappresentazioni di
spiritelli, amorini, genietti o cherubini, i putti hanno
dominato come elemento irrinunciabile della produzione artistica nel corso del Seicento e del Settecento, non solo come funzione decorativa, ma anche allegorica, caratterizzando sia l’arte profana, sia quella sacra.
Curata da Vittorio Natale, la rassegna presenta
oltre sessanta selezionatissimi
oggetti provenienti da collezioni pubbliche e private italiane e straniere, ed è articolata in sezioni tematiche che sviluppano il tema partendo dalle committenze sabaude e piemontesi.
Il percorso espositivo prende il
via da un “cupido” realizzato da
scultore romano
proveniente dal
Museo di Antichità e prosegue attraverso le sezioni dedicate ai putti
nelle vesti di Amore, ai putti nelle allegorie, tema
particolarmente diffuso nel Seicento, agli angioletti
e cherubini dell’arte sacra, fino ai giochi di putti, che
ebbero particolare fortuna nel Settecento per allegorie allusive e scherzose.
In esposizione dipinti, sculture in terracotta, in marmo, in legno policromo, ma anche bronzi, stampe e
argenti, realizzati da artisti di pregio italiani e stranieri.
Uno sguardo merita senz’altro la “lotta di tre amorini con tre baccherini” di Guido Reni proveniente dalla
Galleria Sabauda di Torino, o ancora, le tavole ovali
con quattro “Angeli musicanti” realizzate da Guglielmo Caccia detto il Moncalvo.
Proseguendo lungo
il percorso, si incontrano opere
provenienti da depositi museali e restaurate per l’occasione, come il dipinto ricondotto
alla committenza
del cardinale Maurizio di Savoia con
tre putti allegorici,
proveniente dal deposito del castello
di Racconigi, o
come il dipinto di
Claudio Francesco
Beaumont ritenuto
un bozzetto per l’Allegoria della Concordia che orna
la volta della galleria delle Battaglie di Palazzo Reale, sempre proveniente dei depositi di Racconigi. Dal
Museo del Territorio di Biella proviene invece la
“Vanitas con Amore dormiente” di Bartolomeo Guidobono, mentre dai
depositi di Palazzo
Madama, sono ancora da ammirare
quattro piccole tele
raffiguranti putti
che reggono attributi, accompagnati da cartigli con iscrizioni, presumibilmente attribuibile a Francesco Gessi pittore bolognese attivo nella seconda metà del Cinquecento.
La rassegna “Spiritelli, amorini, genietti e cherubini. Allegorie e decorazioni di putti dal Barocco al
Neoclassico”, resterà aperta presso il Museo Accorsi-Ometto in Via Po 55 fino al 5 giugno con orario:
dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle18 tranne il lunedì.
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Lun-Sab 9.00-12.30 / 15.30-19.30
Giovedì pomeriggio chiuso
Gente di Falchera 21
Il piacere di leggere
a cura di
Adriana
Scavello
La nostra assidua lettrice Lina
Signorini ci propone questa
storia affascinante, che storia
non è.
In questo romanzo, che parte da un
fatto di cronaca, Concita De Gregorio dà voce ad
Irina, la mamma di Alessia e Livia, le due gemelline
svizzere che nel 2011 scompaiono per mano del padre Mathias che dopo
qualche giorno si suicida. Irina non dimentica il suo passato né le sue bambine
anzi lo vive nel suo
presente e piano piano ricuce la sua vita.
Attraverso le lettere
alla nonna, al fratello, alla maestra, al
giudice, alla psicologa, Irina torna alle
sue radici. Coincidenze di date e vite
già vissute che si intrecciano.
Non può dimenticare, impossibile.
Dimenticare vuol dire portare fuori dalla mente; ricordare è tenere dentro il cuore.
Così Irina bussa alla porta dell’autrice. Le chiede di
darle voce, di raccontare ciò che lei non può e non sa
dire. Ed è l’autrice che entra dentro l’anima di
Irina, dentro il suo dolore senza mai ferire.
Fragilità, forza, coraggio e amore.
Perché Irina sa amare. L’amore per i figli che è il
più puro e profondo. E l’amore torna a bussare
ancora alla sua porta. Per essere felici non ci vuole
tanto. Per essere felici non ci vuole quasi niente.
Niente comunque che non sia già dentro di noi.
Irina ha fondato Missing Children Switzerland che
offre “sostegno a livello psicologico, sociale e giuridico alle famiglie e ai congiunti vittime di scomparsa di minore”.
Lina Signorini
A volte non basta vivere una vita,
perché ce ne vorrebbe un’altra...
ANNIVERSARIO
A Marco Cuniglio
Nessuno muore finchè vive
nel cuore di chi resta. Amore (perchè noi non ci chiamavamo per nome, noi tre
ci chiamavamo “amore”).
Non lo so perchè il destino
ti abbia voluto portare via
così giovane, ma pensiamo che tutto questo non
sia giusto, sei stato un ragazzo unico e speciale e
per questo noi non ti scorderemo mai. Tu Marco
eri una persona che sapeva farsi amare da tutti
ma dietro al tuo atteggiamento solare e spensierato si nascondeva un ragazzo sensibile e generoso con tutti , come se tu sapessi che da lì a breve
la vita ti sarebbe scivolata via.
È passato già un anno da quando hai lasciato tre
persone nel buio più assoluto. Ciao Marco, Ti vogliamo tanto bene e... Non ti scorderemo mai finchè vivremo. Mamma, Papà, Debora e nipoti.
Franco Cirelli
Gente di Falchera 22
CIAO AMORE!!
RICORDO
Serenamente è mancato
Camillo Confalone
all’età di 67 anni.
Dolce angelo, guidaci verso la luce del sole e la via
dell’amore, per sempre insieme a te in paradiso sulla strada della gioia e della felicità infinita.
Mamma e i tuoi cari
ANNIVERSARIO
Rosa D’Autilio
mancata il 20 maggio 2012
Vogliamo ricordarti così con il
tuo sorriso che nel corso della tua
vita hai saputo donare a tutti coloro che hanno avuto la fortuna
di conoscerti e di starti vicino.
L’amore per la famiglia, la gioia
del lavoro, il rigore nell’onestà sono state le realtà
della tua vita. Tuo marito Gioacchino Diliberto e figli
RICORDO
Iris Barboni vedova Buggè
Il 25 marzo la nostra mamma ha concluso la sua vita
terrena. La sua è stata una
vita lunga e serena e noi ci
riteniamo davvero fortunate per averla avuta con
noi per tanti anni. Per noi è stata la più bella e la
più affettuosa mamma che potessimo desiderare.
La sua bellezza non è consistita solamente in un
viso illuminato da un costante e dolcissimo sorriso ma anche nella bontà dei sentimenti che ci ha
trasmesso fin da piccole. Allegra e modesta è sempre stata attenta alle necessità di chi le era vicino
e ci ha insegnato a saperci guardare intorno, senza esitare nel fare il primo passo verso chi ha bisogno di noi.
Ciao e Grazie per i tuoi preziosi insegnamenti,
cara Mamma.
SILENT KEY
CI HANNO LASCIATO:
11/03/2016 Colantuomo Maria Giovanna
Str. Villaretto209/4
di anni 78
23/03/2016 Campana Nunzio
Via degli Abeti 20
di anni 75
24/03/2016 Secci Virda ved. Castagnini di anni 88
Via delle Robinie 4
25/03/2016 Barboni Iris ved. Buggè
Via dei Gelsi 18
di anni 93
28/03/2016 Confalone Camillo
Via degli Olmi 2
di anni 67
30/03/2016 Rotundo Santo
Via degli Abeti 20
di anni 65
01/04/2016 Agazzini Luigi
Via dei Faggi 5
di anni 89
05/04/2016 Gorlato Adriano
Viale Falchera 59
di anni 61
07/04/2016 Di Martino Lucia
Str. Villaretto 204
di anni 72
16/04/2016 Ritschl Luciano
Via degli Ulivi 31
di anni 85
17/04/2016 Tagliente Maria ved. Miola di anni 96
Via delle Betulle 21
Agata e Cristina Buggè
RICORDO
Il 20 marzo è mancato a 82 anni
all’affetto dei suoi cari Antonio
Barbieri. Aveva un cuore forte e
rosso. Per tutti era il ciclista di Falchera. È stato generoso e amato.
Lo ricorda con affetto la moglie
Anna con i figli Marco e Elena.
È stato anche un affezionato collaboratore della redazione
(G. di F.) nella distribuzione dei giornali.
Antonio Cosentino
Giorgio Cosentino
ANNIVERSARIO
Adorati figli miei, la mia casa è silenziosa
perchè non ci siete più, i vostri fratelli cognate e nipoti vi ricordano tutti i giorni.
Eravate due pezzi di cuore.
Gente di Falchera 23
Mamma Carmela
Hanno collaborato a questo numero:
Remo Andreasi, Valerio Brugnoli, Luigi Cabras, Michele Celentano,
Giacomo Chissotti, Federico D’Agostino, Emilio Ghirardi, Vittorio
Leode, Roberto Longhi, Massimiliano Irenze, Tony De Nardo, Massimiliano Quirico, Luigi Ricciardetto, Angela Saccone, Alessio Salpietra, Adriana Scavello, Livio Scremin, Lina Signorini, Alessandro
Stifani, Anna Maria Vietti, Adriano Zambon.
Gli eventuali contributi potranno essere versati direttamente
presso la Redazione, in Piazza G. Astengo 6.
Orario di Redazione dal lunedì al venerdì:
dalle ore 9,30-11,30 / 15,30 -17,30
Tel. cell. 349.420.10.90
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Un ringraziamento particolare a tutti
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Sig.
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Sig.
Apollonio Giacomo
Sig.
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Sig.ra De Nora Benedetta
ASTRA
Sig.
Capozzi Orazio
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Via Monginevro, 161 - tel. 011-3828558
Sig.ra Lanzoni Gianna
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Gente di Falchera 24