Una vita spesa in aiuto di chi soffre
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Una vita spesa in aiuto di chi soffre
Sondrio Cronaca Sabato, 26 marzo 2011 29 A Tirano una serata sull’affido Mantello Nuova illuminazione e più sicurezza Più attenzione alla sicurezza del pedone, risparmio energetico e maggiore fruibilità degli spazi pubblici. Mantello, piccolo comune della Bassa Valtellina di 750 abitanti, si è rifatto il volto grazie alla nuova illuminazione stradale, realizzata attraverso un bando regionale su finanziamento europeo. «Il Comune ha acquistato i 140 punti luce da Enel Sole – illustra il primo cittadino Daniele Callina –. Tutti i lampioni sulla via Valeriana, inoltre, sono stati cambiati e su ognuno sono stati installati rilevatori di portata, regolatori di flusso che permettono di diminuire il consumo del 30% nelle ore notturne e delle lampade di nuova generazione e a risparmio energetico». Parte della corrente, inoltre, arriva dai pannelli fotovoltaici collocati sul tetto della scuola dell’infanzia. Tra gli altri interventi da segnalare c’è la messa in sicurezza della strada che da Rogolo porta a Mantello, fino al nuovo ponte e alla rotatoria. La spesa totale per i lavori di qualificazione ammonta a 248mila euro: l’80% di questi è stato finanziato dal bando. (www.vaol.it) La cooperativa sociale Ippogrifo-Servizio Affidi Minori e Famiglie promuove una serata alternativa per conoscere il tema dell’affido, attraverso lo spettacolo teatrale “Desiderio di Bambino” presentato dalla Compagnia Teatrale “Ribaltamenti Teatroperazioni”, sabato 2 aprile, alle ore 21.00, a Tirano, presso l’Auditorium “Luigi Trombini” delle scuole medie. La serata è realizzata con il contributo della “Fondazione Nuccia e Renzo Maganetti”, ed è promossa da sensibilizzazione che mirano Ippogrifo in collaborazione con alla diffusione di una cultura Lavops, con le associazioni “Musica dell’accoglienza e alla e Immagine”, “Bambini del Mondocondivisione di informazioni onlus”, Croce Rossa Italiana, “Irffe riflessioni relative alla Onlus”, “Una Famiglia per l’Affido”; tematica dell’affido. A tal con gli Uffici di Piano di Tirano, fine il Servizio propone di Bormio, Chiavenna, Morbegno e realizzare eventi di vario tipo, Sondrio; con la Provincia di Sondrio come in questa occasione, e con il contributo della Città di in stretta collaborazione con Tirano, all’interno di un progetto Lavops e con le famiglie, le finanziato da Fondazione Cariplo. associazioni, le cooperative Il Servizio Affidi Minori e Famiglie o gli altri soggetti che sono intende promuovere attività di interessati ad approfondire l’argomento e a contribuire al miglioramento del servizio. L’idea di fondo è che questi primi eventi di sensibilizzazione possano stimolare l’attitudine alla solidarietà e all’aiuto reciproco, incentivando la partecipazione attiva delle persone, facilitando l’aggregazione tra individui che condividono il medesimo interesse e valorizzando le iniziative locali. Morbegno. Concerto a sostegno dell’ospedale, in Uganda, fondato da padre Ambrosoli I l 5 maggio, alle ore 20.30, presso l’Auditorium Sant’Antonio di Morbegno si terrà un “evento musicale” da titolo “Musica per un sorriso”, promosso dalla “Fondazione Dr. Ambrosoli Memorial Hospital”, per sostenere l’Ospedale ugandese di Kalongo a cui padre Giuseppe Ambrosoli ha dedicato tutta la sua vita. Nel febbraio 1956 il comasco padre Giuseppe Ambrosoli, nativo di Ronago, viene inviato a Kalongo, Nord Uganda, per prestare la propria opera al servizio di un piccolo e mal funzionante dispensario che trasformerà, in seguito, in una struttura sanitaria moderna con 345 posti letto, in grado di garantire assistenza sanitaria qualificata alla popolazione locale e in particolare alle fasce più deboli e vulnerabili come le donne e i bambini. In quegli anni padre Ambrosoli svolge un intenso lavoro a favore dei lebbrosi e dei malati di ogni genere: fa il chirurgo, l’ostetrico, il radiologo, il pediatra. Alterna il lavoro di medico a quello di manovale. Uno dopo l’altro sorgono i vari padiglioni e l’attività medica si sviluppa grazie anche ai moltissimi medici europei che vengono a Kalongo per prestare la propria opera volontaria a fianco di padre Ambrosoli. L’ospedale cresce fino ad arrivare alla capienza attuale. Padre Giuseppe attrezza il reparto dei malnutriti non solo per i bambini ma anche per le madri, e presta un’assistenza particolare ai malati di lebbra. Ancor prima che Raul Follereau proclamasse che i lebbrosi sono “uomini come gli altri”, egli li ricovera nel “suo” ospedale insieme agli altri pazienti, perché ritiene i lebbrosari luoghi di disperazione e di morte. Fedele all’ideale comboniano “salvare l’Africa con gli Africani” fonda due anni dopo nel 1959 la scuola per infermiere ed ostetriche con l’obiettivo di avviare quel processo di autonomia anche in campo sanitario che egli riteneva requisito imprescindibile per lo sviluppo futuro dell’Uganda e il miglioramento delle condizioni di vita di questa Una vita spesa in aiuto di chi soffre Per vent’anni la struttura è stata guidata dal morbegnese padre Tocalli: dall’Italia, oggi, continua il suo impegno. popolazione. Lo guida l’intuizione che l’Africa può essere salvata soprattutto dalle grandi capacità delle donne africane. Nel 1987 la guerra civile che imperversa nei distretti settentrionali dell’Uganda porta all’evacuazione forzata dell’ospedale da parte dei militari, che danno a padre Ambrosoli 24 ore di tempo per sgomberare l’ospedale e portar via gli ammalati. Il 13 febbraio un convoglio formato da 34 automezzi, il personale medico, 23 cittadini italiani, 1.500 tra militari e civili, 150 ammalati infermieri e studentesse lascia Kalongo, mentre alle spalle si alzano dall’ospedale le colonne di fumo delle riserve di viveri e medicinali bruciate dai militari perché non cadessero nelle mani dei ribelli. Durante quella terribile notte padre Giuseppe crede che ad andare in fiamme siano il suo ospedale e 30 anni di lavoro. Dopo essere riuscito a trovare una soluzione per garantire un futuro alla scuola di ostetricia, in cui lui aveva così tanto creduto, padre Giuseppe muore a Lira il 27 marzo nel 1987. I 32 anni di vita missionaria di padre Ambrosoli in Uganda sono stati la migliore testimonianza dell’idea di dare spazio alla piena responsabilità degli africani. Dopo la sua morte è stata avviata la causa di beatificazione, che è tuttora in corso. «Dobbiamo continuare a pregare con fiducia il Signore affinché conceda, per sua intercessione, il miracolo necessario alla sua beatificazione. Tale dono lo ritengo essenziale per l’intero popolo ugandese, ferito da oltre 20 anni da una terribile guerriglia, affinché padre Giuseppe divenga il padre amoroso che li sostiene nel difficile cammino della ricostruzione sociale». A succedere a padre Giuseppe Ambrosoli fu padre Egidio Tocalli, alla guida dell’ospedale di Kalongo fino al 2008. Tocalli nasce a Morbegno il 7 febbraio 1943. Diventa sacerdote e missionario comboniano nel 1968: la sua vocazione cresce all’interno della sua famiglia contadina nelle montagne valtellinesi, di cui porta indelebili i segni nel carattere limpido e vigoroso. Conosce padre Ambrosoli ai tempi del liceo e dopo la laurea in medicina nel 1975, parte per l’Africa nel 1976 per trascorrere un anno con padre Giuseppe a Kalongo. «La sua testimonianza di medico missionario incise profondamente nella mia vita tanto che, a seguito di quell’incontro, sentii il desiderio di divenire anche medico». Dal 1977 al 1987 dirige l’Aber Hospital nel Nord dell’Uganda e il lebbrosario di Alito. Nel 1989, dopo la morte di padre Ambrosoli gli viene affidato il compito di riaprire la struttura di Kalongo. Sotto la sua direzione l’ospedale, anche durante i lunghi anni della guerra civile, ha potuto garantire la continuità e l’efficienza dei servizi erogati, migliorando progressivamente la capacità di ricezione della struttura e gli standard qualitativi dell’offerta medica. Dopo 32 anni in terra ugandese come missionario comboniano, padre Tocalli ha terminato la sua attività in Africa ed è ritornato in Italia, ma è tuttora protagonista attivo nel delicato passaggio della gestione dell’ospedale in mani ugandesi. «Da due anni – afferma padre Egidio – sono rientrato in Italia, e da allora continuo a seguire da qui il nostro Ospedale, collaborando insieme alla Fondazione alla raccolta di fondi per sostenere l’attività dell’Ospedale, le sue numerose necessità non solo economiche ma anche di guida manageriale e di aggiornamento medico. Quest’anno ricorre il 24° anniversario della morte del “ Servo di Dio” padre Giuseppe Ambrosoli. Il “concerto” in programma a Morbegno sarà per me e per la Fondazione l’occasione di ricordare padre Giuseppe e anche un momento importante per ringraziate tutti coloro che mi hanno seguito e sostenuto durante i miei 32 anni di vita missionaria nel nord Uganda. Ringraziamo di cuore la Giunta comunale di Morbegno che ha voluto mettere a disposizione gratuitamente l’Auditorium, con tutti coloro che vorranno contribuire alla buona riuscita dell’evento». Il concerto del 5 maggio vedrà la partecipazione dell’Orchestra Cameristica Lombarda, diretta da Ennio Cominetti, con Stefania Bardelli, soprano, e Giovanni Guerini, baritono. Il costo del biglietto di ingresso è di 15 euro. Info e prenotazioni posti: telefono 800 12 67 78 (numero verde Fondazione Ambrosoli). E.L.