2016_la stampa

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* In edicola con La Stampa *
!
"
RADUNO A ROMA
STEFANIA SANDRELLI
COPPA DEL MONDO
Segretarie top
La nuova vita
senza fotocopie
“I miei film? Solo
passione, mai
per soldi e fama”
Paris trionfa
in libera, ora
è derby azzurro
Francesco Olivo A PAGINA 15
INTERVISTA DI Michela Tamburrino A PAG. 27
Casali e Cotto ALLE PAGINE 34 E 35
LA
LA STAMPA
STAMPA
QUOTIDIANO FONDATO NEL 1867
DOMENICA 13 MARZO 2016 ! ANNO 150 N. 72 ! 1,50 € IN ITALIA (PREZZI PROMOZIONALI ED ESTERO IN ULTIMA) SPEDIZIONE ABB. POSTALE - D.L. 353/03 (CONV. IN L. 27/02/04) ART. 1 COMMA 1, DCB - TO www.lastampa.it
SINDACI ALLA SFIDA
NELLE MEGACITTÀ
LA FRONTIERA
DELL’INNOVAZIONE
MAURIZIO MOLINARI
S
ono le megacittà la nuova
frontiera dell’innovazione tecnologica. Nel 1950 i
centri urbani con oltre un milione di abitanti erano 77, oggi
sono 501 e nel 2030 saranno
601. La loro moltiplicazione
traina la crescita umana del
Pianeta ed a dimostrarlo c’è il
fatto che, secondo le più recenti previsioni dell’Onu, entro il
2050 ben 7 abitanti su 10 vivranno in una megacittà dando vita ad un riassetto geo-economico dell’umanità destinato
ad avere conseguenze dirette
per ognuno di noi. Come riassume al «Wall Street Journal»
Luis Bettencourt, ricercatore
di Dinamica urbana all’Istituto
di Santa Fe del New Mexico,
negli Stati Uniti, «il mondo intero si sta urbanizzando ad
una velocità da capogiro» e ciò
porterà alla «costruzione di
più infrastrutture cittadine nei
prossimi 50 anni di quante ne
abbiamo realizzate nel corso
della nostra Storia».
Basti pensare che al momento il 30 per cento del pil
globale e la maggiore fonte di
innovazione tecnologica vengono dalle 100 città più popolose, come attesta una ricerca
di McKinsey & Co. Da qui l’interrogativo su come progettare il governo, la gestione e lo
sviluppo di un’accelerazione
umana destinata non solo a
far aumentare di un milione di
anime la popolazione di New
York e di un miliardo le abitazioni in Cina ma anche a concentrare nelle più popolate
città italiane ed europee la
maggioranza dei nostri concittadini.
Inchiesta nei 29 tribunali dei minori. Genitori lasciati soli. La giungla degli enti, senza vigilanza
GERMANIA AL VOTO
Ogni tre giorni restituito un bimbo
Così falliscono le adozioni in Italia
La leader populista
Frauke Petry
“Disastro Merkel”
Mistero sui dati dell’accoglienza internazionale: da due anni Roma non li comunica
ANDREA MALAGUTI
N
egli archivi del ministero della Giustizia i
ragazzini adottati sono
nomi e cognomi senza un passato. Cinquantamila negli ultimi dieci anni. Numeri con
un’etichetta appiccicata sopra Elena, Mattia, Olga, Rashid,
Ivan, Felipe - materiale indistinto buono per le statistiche ma di
scarsa utilità per capire da dove
vengono.
CONTINUA ALLE PAGINE 2 E 3
Carola Frediani A PAGINA 3
TRAGEDIA IN ALTO ADIGE
Valanga uccide sei scialpinisti
Cinque altoatesini, uno di 16 anni
BLOCCATI E TRATTATI COME SCHIAVI. ARRESTATO IN ITALIA UN ASPIRANTE JIHADISTA
A PAGINA 7
Libia, tra i migranti in prigione Renzi: “L’Ulivo?
L’avete distrutto”
Tripoli, D’Alema usa Prodi per attaccare
“Che errore non dare un ruolo al Prof”
Il premier. Matteo Renzi
* attacca
la minoranza del
Pd. Il presidente del Consiglio è tranchant: «Chiedono rispetto per l’Ulivo,
ma lo hanno distrutto». E
sulle primarie: «Chi perde
non va via con la palla, ma
resta e aiuta il vincitore».
La replica. «Ricordi che
* l’Ulivo
l’abbiamo fatto noi»,
replica un piccato Bersani
da San Martino in Campo.
E D’Alema punge il segretario democratico cercando
un asse con Prodi: «Che errore non avergli dato un
ruolo sulla crisi della Libia».
LE IDEE
La Russia di Putin
dove gli avversari
vanno in Siberia
ANTONIO MARIA COSTA
A PAGINA 23
Se Cuba entra
Il caso Napoli. Bassolino
* chiama
a raccolta i suoi,
Forze di sicurezza davanti a un centro di detenzione libico Longo, Moual e Semprini DA PAGINA 4 A PAGINA 6
DOMENICO QUIRICO
INVIATO A GARABULI (LIBIA)
I
l migrante numero 322 alzò
lentamente la testa e aprì
gli occhi. Non capivo se fosse svenuto o avesse soltanto
dormito. Del resto tra una cosa
e l’altra non c’era grande differenza.
contesta l’esito delle primarie ma non dice ancora
se si candiderà contro la
Valente.
Di Matteo, La Mattina,
Maesano, Martini e Ruotolo
CONTINUA ALLE PAGINE 4 E 5
LE STORIE
Così la casalinga di Biella Il cane dal fiuto infallibile
guadagna facendo la spesa che sente l’odore dei soldi
CRISTIAN PELLISSIER
COURMAYEUR
STEFANO ZAVAGLI
CANDELO (BIELLA)
9 771122 176003
Sui profughi
sbagliate
le politiche della
Cancelliera: si dimetta
Così si rischia
di seppellire l’Ue
Il premier contro la minoranza Pd, l’ira di Bersani
DOMANI CON LA STAMPA
60313
BERLINO
Maurizio Di Giangiacomo ed Enrico Martinet ALLE PAGINE 10 E 11
CONTINUA A PAGINA 23
Le auto da sogno
al Salone di Ginevra
Speciale di 40 pagine
ALESSANDRO ALVIANI
L
a casalinga fa la spesa quasi gratis. La sua vita è
uno slalom tra coupon, volantini e «klikkapromo»
su Internet: «Risparmio oltre il 70% l’anno, faccio
le vacanze a costo zero e pure i regali di Natale». Valeria
Zanelli, 35 anni, due figli, abita a Candelo, in provincia
di Biella, ed è la professionista delle promozioni.
CONTINUA A PAGINA 13
D
all’aeroporto di Caselle al Monte Bianco. Per
Zeby non fa differenza, il suo fiuto non la tradisce.
Lei è un cane labrador di 5 anni e mezzo e dal 2012
aiuta gli uomini della Guardia di Finanza di Caselle a scovare denaro. Ieri era all’ingresso italiano del traforo del
Monte Bianco con il suo conduttore, Davide Caputo.
CONTINUA A PAGINA 16
ALLE PAG. 8 E 9
nel Fondo
monetario
ANDREA MONTANINO
A PAGINA 23
LA STAMPA
DOMENICA 13 MARZO 2016
Cronache .15
.
“Non chiamateci più segretarie
Adesso il caffè ce lo portano”
il caso
FRANCESCO OLIVO
ROMA
A Roma il meeting delle “personal assistant” dei top manager italiani
Riunite in un’associazione, stanno per lanciare il blog “Secretary power”
caffè non li preparano più
da anni, in compenso partecipano ai consigli d’amministrazione e custodiscono i
più profondi segreti delle
aziende. Guai a chiamarle segretarie, ma di fatto hanno
preso il loro posto: le «personal
assistant» dei manager delle
più grandi aziende italiane si
vedono spesso, si confrontano
e non sono più disposte alla subordinazione di un tempo.
«Le fotocopie non le facciamo più - racconta Mihaela Pirlog, dello studio legale Orsingher Ortu -. I nostri capi si
confrontano con noi, mangiamo insieme. L’autonomia non
è soltanto una conquista, ma
un’esigenza». I tempi hanno
cambiato le mansioni: «Sei
costretta ad essere sempre
aggiornata - dice Piera Nocentini di Royal Canine -. Sono entrata che facevo i telex e
oggi non saprei come mandarne uno. Ora davvero non ci
si annoia mai».
I
8800
assistenti
di direzione
Sono
le aderenti
alla
associazione
Secretary.it
(nella foto le
partecipanti
all’incontro
di ieri
a Roma)
L’autonomia
Il ruolo di filtro tra esterno e
interno resta, prenotano hotel e ristoranti, scelgono le
«location» per le riunioni, conoscono ogni dettaglio della
vita personale dei loro capi,
«solo che il grado di autonomia è nettamente maggiore», racconta Vania Alessi,
fondatrice di Secretary.it,
l’associazione che ha riunito
8800 assistenti di direzione
ed è pronta a lanciare il blog
«Secretary Power», nome
che è tutto un programma.
Le ex segretarie sono temute e ambitissime, gli alberghi le invitano sperando
di entrare nelle loro grazie e,
La vita privata
ieri, una quarantina di loro
(provenienti anche dai colossi,
Sky, Generali, Unicredit, Telecom, Alcatel, Enel) sono state
ricevute con tutti gli onori in
un cinque stelle del centro di
Roma, Palazzo Montemartini,
corteggiate con garbo dal Ge-
neral manager del Gruppo Ragosta, Giuseppe Marchese, a
dimostrazione del livello di potere raggiunto.
Il punto debole, non soltanto
del settore, è la conciliazione
lavoro-vita privata. «Ci chiamano alle quattro del mattino
per spostare gli aerei oppure
per prenotare un ristorante a
Melbourne», racconta sulla
terrazza dell’hotel una segretaria moderna, ma piuttosto
stufa, che chiede l’anonimato.
«Vorrei aver un figlio, ma devo
pensarci bene». La giornata va
avanti tra confidenze e relax,
poi arriva il caffè. Servito e
non da servire.
!"BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
In presa diretta
Assunta Di Vito, Telecom Italia
“Capacità e iniziativa
e si diventa un alter ego”
ssunta Di Vito, 47
anni, ci tiene ai
termini: «Non
chiamateci segretarie,
nemmeno segretarie 2.0:
siamo molto di più».
Assistente del direttore
Strategy and Innovation di
Telecom Italia, 47 anni, Di
Vito mette in chiaro le
differenze: «Abbiamo
indipendenza e spirito di
iniziativa rispetto a qualche
tempo fa, siamo di fatto
l’alter ego del capo».
I boss con lei non fanno i
tiranni: «Forse è un luogo
comune, ma con me si
comportano bene. Vanno
A
Assunta
Di Vito
È assistente
del
direttore
Strategy
and
Innovation
[F. O.]
“Tra accordi e fusioni
siamo simili a manager”
F
solo educati e gestiti, come i
mariti, d’altronde». È una
questione di limiti: «Le
regole le metto all’inizio, i
paletti servono, dopodiché
tutto fila liscio».
Il difficile sta nel
riuscire a
conciliare la vita
familiare con un
lavoro che
spesso richiede
impegno anche
fuori dall’orario
di lavoro. Ma lei
ci è riuscita: «Ho
due figli e non è
stato facile, però
lì scatta l’abilità
femminile di
rendere possibili
le cose
complicate».
!"BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
Fiorenza Carmen Andreano, Wis
iorenza Carmen
Andreano, 38 anni,
assistente dell’«ad» e
del direttore finanziario di
Wis-Telecom (ex Wind), lo
dice senza mezzi termini:
«Siamo diventate delle
manager e non più delle
segretarie. I capi ci danno
delle deleghe, partecipiamo
ai cda, a volte facciamo le
veci dei dirigenti».
Ammesso che ne parli,
per sapere i segreti
dell’azienda bisogna
chiedere a una come lei: «Per
il nostro ruolo sappiamo
cose che nemmeno i
manager conoscono.
Dionilla Ceccarelli, Alcatel
Fiorenza
Carmen
Andreano
È assistente
dell’«ad»
e del
direttore
finanziario
Facciamo finta di non vedere,
ma ci vediamo benissimo».
Conoscere le più segrete
strategie aziendali, come
«fusioni, patti, riunioni», non
basta per avere una
retribuzione di buon livello.
«Non mi lamento,
ma quello è un
punto debole
della nostra
categoria».
Eppure le
giornate sono
dure: «Lavoro
con un capo
egiziano e uno
libanese. Stanno
spesso in giro per
il mondo e,
quando sono in
Australia o a
Chicago per delle
fiere, il mio
telefono squilla di
notte».
[F. O.]
!"BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
“Gestiamo particolari
decisivi in un affare”
econdo Dionilla
Ceccarelli, 48 anni,
assistente del direttore
di stabilimento di Alcatel,
all’evoluzione di questo
lavoro ha contribuito molto
il fatto di potersi parlare tra
colleghe: «Qui a Secretary.it
ci confrontiamo e di fatto ci
formiamo, qualcosa che un
tempo, restando chiuse in
azienda, non poteva
succedere».
Il ruolo è strategico: «Un
tempo eravamo signore poco
qualificate, oggi dobbiamo
sapere le lingue e anche le
culture di altri popoli. Un
affare potrebbe andare male
S
Dionilla
Ceccarelli
È assistente
del
direttore di
stabilimento
!"BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
Beatrice Salvatori, Gse
“Altro che le fotocopie
Io tengo i libri sociali”
nche nelle
partecipate
pubbliche le
segretarie non sono più
quelle di una volta. Beatrice
Salvatori, 41 anni, è
l’executive assistant della
direzione e «ad» di Gse, il
gestore dei servizi
energetici. «Altro che fare i
caffè e le fotocopie, il mio è
un compito molto delicato:
se arriva la Guardia di
Finanza, è a me che chiede i
libri sociali, visto che li tengo
in ordine io».
Ci sono anche situazioni
antipatiche: «I colleghi
vorrebbero sapere molte
A
se in una cena con un cliente
arabo si offre del vino. I capi a
queste cose non pensano, noi
sì». Oltre a far parte di
Secretary.it, Ceccarelli è una
volontaria e
sindacalista della
Uil, caratteristica
che un tempo
poteva essere
mal vista da un
dirigente. «Oggi
no. Anzi, mi
rispetta per il
mio impegno nel
sociale». Il suo
capo non è
autoritario,
«tutt’altro: lavora
talmente tanto
che il mio
compito è
ricordargli che
ore sono».
[F. O.]
Beatrice
Salvatori
È executive
assistant
della
direzione
e dell’«ad»
cose, visto che ho a che fare
con i vertici della società, ma
io devo stare muta, è un fatto
di serietà». Anche per la
Salvatori i capi vanno «un po’
educati: una volta un ex
vicepresidente mi trattava
come si faceva un
tempo: “Venga
signora”. Glli ho
dovuto spiegare
che sono
laureata e,
quindi, semmai
mi doveva
chiamare
dottoressa».
L’ente pubblico
ha le sue lentezze
nell’adeguarsi:
«Nel privato si
sta più attenti
alle vere
competenze delle
persone».
[F. O.]
!"BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI