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NARRATORI Artist Illustrator by © Marco Ceruti www.ceruti.ws TRANCHIDA Lui è arabo palestinese, lei ebrea fuggita dalla Germania. La loro vicenda nasce e si sviluppa negli anni che vanno dal 1935 al 1948: il ritorno degli ebrei dall’Europa dà l’avvio a una seconda diaspora, quella dei palestinesi. Un amore difficile, contrastato dalla storia. «Souss denuncia, con il cuore come unico giudice, un “conflitto senza fine”» Nato a Gerusalemme nel 1945, Ibrahim Souss, laureato in Lettere e diplomato all’Istituto di Studi Politici e della Fondazione nazionale delle Scienze Politiche di Parigi, è considerato fra i più importanti scrittori arabi contemporanei. Pianista compositore, si è formato presso l’Ecole Normale de Musique di Parigi e presso il Royal College di Londra. È stato delegato generale e ambasciatore di Palestina in Francia dal 1978 al 1993, rappresentante dell’Olp presso l’Unesco e fautore dell’accordo di pace fra Israele e Palestina. Vive tra Ginevra e Amman e insegna in importanti università in Medio Oriente, in Svizzera e negli Stati Uniti. «Non è facile liberarsi della follia degli uomini» dice Nabil alla moglie Gabriella, di fronte a un quadro raffigurante la città di Gerusalemme. Il loro è un amore difficile, contrastato dalla storia. Lui è arabo palestinese, lei ebrea fuggita dalla Germania. La loro vicenda nasce e si sviluppa negli anni che vanno dal 1935 al 1948, periodo in cui, parallelamente, il ritorno degli ebrei dall’Europa, spalleggiati da un lato dal governo britannico, dall’altro dal movimento sionista, dà l’avvio a una seconda diaspora, quella dei palestinesi. Lontano da Gerusalemme non esita, si apre con i rumori delle fucilate e delle esplosioni e l’odore del fumo di una casa che brucia. Le città sono sotto l’assedio dei carri armati e da molti anni, ormai, gli attentati terroristici dell’Irgun e della Banda Stern, i gruppi armati israeliani, insanguinano le città della Palestina; dagli altoparlanti installati sui veicoli militari, una voce sbraita: «A tutti gli arabi che ci ascoltano… questo non è più il vostro Paese… Non rispondiamo delle vostre vite.» E così, un nuovo flusso di disperati percorre la storia, quello dei palestinesi costretti ad abbandonare le loro abitazioni, la loro terra, le loro radici, per diventare profughi senza meta e senza diritto alcuno. Eppure, si domandano più o meno esplicitamente i personaggi coinvolti in questa tragedia, coloro che per primi hanno patito sulla propria carne l’efferatezza assurda, folle, scientifica dell’uomo, non dovrebbero riproporla su altri innocenti: «Nulla hanno imparato dalla loro tragica memoria.» Ma se i padri lottano per la resistenza, i figli mettono al servizio di questa battaglia tutto l’ardimento e la speranza che solo la loro giovinezza può generare. E questa forza si riversa e si sublima nella musica, metafora e allo stesso tempo realtà, tema che accompagna in filigrana i fatti di sangue e la paura, come anche la fiducia in una società nuova. Il finale ci stringe la gola, commuove e fa nascere un grido in tutti noi che siamo stati spettatori impotenti di un dramma insensato che ancora non ha termine, snodandosi, con sinistri passaggi di testimone, dall’Olocausto al sacrificio arabo-musulmano. Ciò nonostante, Nabil riesce ancora dire, con la pena nel cuore, che «non può cadere sotto le bombe anche il sogno che ci anima». AUTORE TITOLO COLLANA PAGINE FORMATO ISBN (13) PREZZO LEGATURA FINITURA COVER Ibrahim Souss Lontano da Gerusalemme Narratori Tranchida 12 132 21x14 978-88-8003-343-1 13,00 euro Filo refe Brossura con alette plastificata opaca Artist Illustrator © Marco Ceruti À VIT RAIO O N B FEB RIA 3 2 E DAL LIBR IN NARRATORI TRANCHIDA Germán Santamaría Non morirai «L’amore, l’odio e la morte, all’incrocio di un intreccio che procede sulla spinta dell’immagine, scorrono con insolita passione, in una fiumana epica che pochi dimenticheranno. Non morirai è una storia di rara intensità e le sue pagine ce la consegnano.» PREMIO IBERICO-AMERICANO DE NOVELA PRESIEDUTO DA ANTONIO SKÁRMETA Il 13 novembre 1985 la località colombiana di Armero venne devastata dall’eruzione del vulcano Nevado del Ruiz che uccise circa 23.000 persone su 31.000 che vivevano nella zona in quel momento. L'incidente divenne noto con il nome di tragedia di Armero. Una vittima in particolare fece notizia, Omayra Sánchez, una giovane ragazza intrappolata con acqua e fango fino al collo per tre giorni. Così la profezia della figlia sopravvissuta, vestita a lutto e con il ventre rigonfio di una nuova vita, si diffonde come un’eco, e per José Durango ha il suono della condanna. Quella sera, sulla pianura, qualcuno spense le stelle, ma lui non era lì. Da allora una forza cieca e inumana lo spinge verso il fiume, verso la corrente, verso il canyon, verso il centro dell’oscurità, verso il nemico e la canna accorciata, nichelata e brillante di una Smith 38 Lunga Special, verso l’odio di una promessa. Ma anche colui che un tempo aveva giurato di ucciderlo, dopo il vulcano, altro non può che perdonare. Germán Santamaría (Tolima, 1950), è stato cronista di punta del quotidiano colombiano El Tiempo e inviato speciale, reporter in prima linea a Beirut, nella guerra delle Falkland-Malvine, nella guerra in Nicaragua e nel conflitto armato in El Salvador. Sono rimaste famose le sue cronache sulla tragedia di Armero, sulla presa del Palazzo di Giustizia e sul terremoto di Popayán. Ha ricevuto per ben tre volte con il Premio Bolívar e ha ottenuto a Vancouver il Premio Chamorro. Le sue opere sono tradotte in inglese, francese, russo, tedesco e hindi. AUTORE TITOLO COLLANA PAGINE FORMATO ISBN (13) PREZZO LEGATURA FINITURA COVER Germán Santamaría Non morirai Narratori Tranchida 13 127 21x14 978-88-8003-344-8 13,00 euro Filo refe Brossura con alette plastificata opaca Artist Illustrator © Marco Ceruti dall’autore di «La voce delle balene» e «L’ultimo fucile» À O VIT NO MARZ 23 ERIA L A D IBR L N I Un avvincente e potente thriller storico ambientato nei mari bellicosi del XVI secolo 1588: mentre tra Spagna e Inghilterra il conflitto da anni innescato tarda ad esplodere, in un piccolo porto quasi sospeso fuori dal tempo, si dispiegano le vicende narrate in questo nuovo romanzo di Edorta Jimenez. Anche Dio sembra aver abbandonato la flotta dell’Invincibile Armata spagnola: una terribile tempesta ha devastato le navi e una misteriosa pestilenza costringe gli uomini all’attesa. Attesa inquieta della battaglia i cui esiti sembrano già annunciati dal fantasma di Drake che si affaccia negli incubi dei marinai. Attesa che diviene quasi palpabile e concreta e che è riempita dai desideri e dai segreti di tutti coloro che si accingono a combattere una battaglia che sanno non cambierà le loro esistenze. Un thriller storico che non teme di parlare dell’Inquisizione con un’originalità diversa da quella con cui, abitualmente, ci giungono le immagini di un’istituzione tanto oscura. Jimenez racconta di come, ieri come oggi, quando il potere distende il suo braccio, si concentra, prima di tutto sui libri e sul pericoloso ascendente che essi sono in grado di esercitare. Sull’Apocalisse in questo caso che, seppur opera all’indice, Sebastian custodisce gelosamente e che rappresenta la metafora della maturazione del giovane marinaio. Nel momento in cui Sebastian sale a bordo della piccola caracca, il velo si squarcia e mostra la realtà per quello che è. Realtà assolutamente diversa da quella percepita da Sebastian quando viveva in un piccolo villaggio di pescatori. Il passaggio è radicale: sulla flotta vige la legge della giungla; gli uomini mutano aspetto e diventano belve abruttite dalla lotta per la sopravvivenza prima, dalla smania di arricchimento poi. L’infezione che colpisce la ciurma rappresenta quasi la punizione fisica per il livore, l’avidità e la corruzione che esplodono sui volti dei protagonisti, e che danno vita a un nuovo Golia, essere portentoso e multiforme contro il quale Sebastian, novello Davide, combatterà e che sconfiggerà ad armi pari, con la furbizia ma soprattutto la consapevolezza che, a volte, la verità esige sangue e sacrificio. NARRATORI TRANCHIDA Edorta Jimenez Il nemico a bordo Nato a Mundaka, piccolo paese della costa basca di Bizkaia nel 1953, Edorta Jimenez Ormaetxea dopo aver studiato elettronica e giornalismo, si è laureato in Filologia Basca. Profondo conoscitore della costa, trasferisce nei suoi romanzi questa passione per il mare. Di Edorta Jimenez ricordiamo La voce delle balene (2003, finalista Premio Nazionale di Letteratura Basca) e L’ultimo fucile (2005) editi da Tranchida. AUTORE TITOLO COLLANA PAGINE FORMATO ISBN (13) PREZZO LEGATURA FINITURA Edorta Jimenez Il nemico a bordo Narratori 14 300 21x14 978-88-8003-336-3 16,00 euro File refe Brossura con alette plastificata opaca COVER Artist Illustrator © Marco Ceruti «Arozarena è un novello Leonardo del sentimento e della parola.» El País Il mistero della bellezza, metà angelo e metà diavolo Figura forte e fragile, Mararía era bellissima da giovane e faceva innamorare di sé tutti gli uomini del villaggio di Femés, nelle Canarie, che per lei arrivavano alle mani, quando non ai coltelli. Un fascino ambiguo, il suo: le dicerie popolari, alimentate dalla rabbia e dalla frustrazione degli uomini respinti, le attribuivano addirittura poteri diabolici. In realtà, la vita non ha risparmiato alcun dolore alla giovane, la cui disgrazia è culminata nella perdita di un figlio ancora bambino e nella pazzia che l’ha colpita in seguito. Ma superstizioni e racconti, si sa, sono l’anima magica e insieme malvagia della cultura locale: e Mararía, angelo splendido e infelice, diventa strega, diavolo, tentazione, oggetto di passione e di odio irrazionale. Così la raccontano al viaggiatore straniero gli abitanti di Femés. E così lui la narra a noi in un romanzo ammaliante e crudele. Mararía è il mistero di una bellezza che la vecchiaia non riesce a cancellare. Intensa e travolgente la donna è come la sua isola, selvaggia e imperscrutabile Rafael Arozarena, straordinario poeta ed entomologo, nel più noto romanzo scritto su quell’arcipelago atlantico, ci offre un’immagine delle isole Canarie tanto affascinante quanto radicalmente diversa da quella che propone il turismo di massa, a riprova di come a volte un libro possa essere il traghetto più sicuro per approdare all’anima segreta di un luogo. «Era bella, bellissima. E molti si innamorarono di lei. Non se ne poteva fare a meno. Per lei si arriva anche alle mani, ai coltelli. Ma la sua vita conobbe anche il volto oscuro della infelicità. Quello totalmente rifiutato dal consenso sociale. Una figura tragica e insieme vivissima. Mararía, del villaggio di Femés, di un'isola delle Canarie, è passata attraverso dolori fortissimi quanto le passioni che hanno scosso l'animo degli uomini. Ed è così che diviene anche oggetto di odio estremo. Bollata di nota di biasimo grave: strega, tentazione, diavolo. Gli abitanti di Femés la raccontano anche così.» FRANCESCA DALLATANA, GAZZETTA DI PARMA «Lieve, allegro e tragico come i giorni che scandiscono una vita, il romanzo ripercorre le tappe della passione che tutti, in paese, hanno provato per una donna splendida, metà angelo e metà diavolo, di cui nessuno è riuscito a carpire infine il segreto.» LA PREALPINA DI VARESE «Non va persa l’occasione di leggere il più importante romanzo scritto sulle Canarie.» DANILO MANERA, L’UNITÀ Rafael Arozarena (Santa Cruz de Tenerife, 19232009), autore di numerosi libri di poesie e di due romanzi, è considerato il più importante esponente della letteratura delle isole Canarie. AUTORE TITOLO COLLANA PAGINE FORMATO ISBN (13) PREZZO LEGATURA FINITURA COVER Rafael Arozarena Mararía Narratori Tranchida 11 188 21x14 978-88-8003-341-7 14,00 euro Filo refe Brossura con alette plastificata opaca Artist Illustrator © Marco Ceruti dall’autore del Best Seller Quando avevo cinque anni, mi sono ucciso « A volte, quando schiudo i miei sogni, vedo Howard Buten vestito da Buffo (...). È impossibile per me non comunicarvi l’immenso desiderio che ho di vedervi felici con lui. E dato che state fatalmente per leggere Mister Butterfly, lavatevi gli occhi fino a farli brillare. Ritornate bambini. Imparate ad apprendere. Soprattutto, non irrigiditevi. Vedo già dei progressi. In capo a due-tre pagine, le soddisfazioni saranno così grandi che sorriderete senza volerlo. La testa lascerà lentamente le vostre spalle e, mentre arriverete ad altezze vertiginose, sentirete un rumore di papillon nelle orecchie. Howard Buten vi avrà passati al setaccio. Da allora, aspettatevi di trovarvi a decifrare il canto degli uccelli al contrario.» Jean Vautrin Ralph, Mickey, Harold e Tina sono quattro bambini diversi dagli altri, segnati da handicap fisici o psichici. La loro vita trascorrerebbe nell’abbandono di un istituto come tanti, se qualcuno non decidesse di adottarli. Ma questo qualcuno è un clown, e non tutti sono disponibili a prendere sul serio i suoi sistemi educativi, inconciliabili con i criteri autoritari e repressivi applicati dalla psichiatria tradizionale. I quattro piccoli handicappati, che nessuno sembra disposto a considerare bambini a tutti gli effetti, scoprono un padre adottivo trasgressivo e irriverente, che con le sue invenzioni trova una via di comunicazione con il loro mondo interiore in apparenza “alieno”, e forse anche un modo per guarirli. Le vicende tragicomiche di questa famiglia un po’ buffa e un po’ disperata sono narrate con humour leggero eppure profondamente serio, che non nasconde la crudezza e l’orrore di certe situazioni e non si abbandona mai alla tentazione del pietismo, rivendicando semplicemente il diritto a non essere “normali”, in un elogio della diversità che riguarda non solo i cosiddetti casi clinici, ma tutti quelli che dolorosamente si sforzano di fare accettare la propria nuda umanità, e di accettare quella altrui. Tutti quelli che si ostinano a lasciare socchiusa la porta di casa. Howard Buten, americano di Detroit dove è nato nel 1950, conduce una vita organizzata su tre fronti. Il primo, quello di Buffo, il clown, figlio di Grock, timido, curioso, naif, nato nel 1974 in un piccolo circo americano, che strabilia e affascina a ogni rappresentazione. Il secondo, quello del dr. Buten, lo psicologo che dirige il Centro Adam-Shelton, dove tenta di comunicare con i bambini autistici a sentirsi meglio nel loro corpo e nella loro anima. Il terzo,infine, quello di Howard Buten il romanziere, che ha scritto libri bellissimi e commoventi come Quando avevo cinque anni..., Il cuore sotto il rullo compressore e La notte delle stelle, tutti pubblicati in Italia da Tranchida. Nel 1991 è stato nominato Chevalier des Arts et Lettres, la più alta onorificenza per le arti e le lettere in Francia. AUTORE TITOLO COLLANA PAGINE FORMATO ISBN (13) PREZZO LEGATURA FINITURA COVER Howard Buten Mister Butterfly Narratori Tranchida 10 186 21x14 978-88-8003-340-0 14,00 euro Filo refe Brossura con alette plastificata opaca dessin © Nicole Levallois « Il più raffinato scrittore scozzese del nostro tempo. » Alan Massie « Uno scrittore enormemente dotato, perfettamente preparato e compassionevole. » « Libro intelligente, Weekend è una vetrina sull’abilità di McIlvanney di costruire battute. Facile da ammirare, […] sferra un pugno gelido. » Carol Birch « […] Uno dei maggiori doni che McIlvanney ha ricevuto come scrittore è stato l’umanità Un venerdì, un gruppo di insegnanti e studenti giuninfallibile che sa dare ai suoi personaggi, gono sull’isola scozzese di Cannamore per un fine setanche al più disperato. » timana di studi letterari – benché lo studio non sia Irvine Welsh esattamente ciò che alcuni di loro hanno in mente. Con la moglie rimasta a Glasgow, David Cudlipp si sente libero di sedurre una delle sue studentesse; Harry Beck spera di riuscire a distrarsi dai pensieri sul suo matrimonio fallito e sulla sua carriera di scrittore in stallo; e Andrew Lawson, che ha organizzato il fine settimana, non vede l’ora di potersi rilassare dall’obbligo di accudire la moglie costretta a letto. Fra gli studenti, Kate Foster sta per perdere la verginità e Jacqui Forsyth sta per rompere una relazione, mentre Vikki Kane, una madre sola e divorziata, intravede la possibilità di mettere da parte le proprie inibizioni e ritrosie. Poi c’è Marion, soprannominata il Topo, che ha deciso solo di stare in disparte a osservare tutti gli altri. Naturalmente, nulla succederà nel modo in cui ci si aspettava. Divertente e stimolante, il nuovo romanzo lungamente atteso di William McIlvanney mostra con brillantezza l’enigma di fondo della natura umana: che siamo guidati dagli istinti, ma abbiamo la capacità mentale di analizzarli, imbrigliarli e deplorarli. E questo significa che seguitiamo a sognare anche quando i sogni non si avverano. William McIlvanney è uno degli scrittori scozzesi più eminenti, fra i cui romanzi pluripremiati troviamo Laidlaw. Indagine a Glasgow, Docherty, vincitore del Premio Whitbread per la Narrativa, Le carte di Tony Veitch, Big Man, Oscure lealtà e più di recente La fornace, vincitore del Premio Saltire per il Libro Scozzese dell’Anno. Ha pubblicato anche un volume di racconti, Feriti vaganti, tre libri di poesia e una raccolta di saggi e testi giornalistici, e il suo lavoro è stato adattato per il cinema e la televisione. Nato a Kilmarnock nel 1936, ora vive a Glasgow. Le sue opere sono pubblicate in Italia da Tranchida. AUTORE TITOLO COLLANA PAGINE FORMATO ISBN (13) PREZZO LEGATURA FINITURA COVER William McIlvanney Weekend Narratori Tranchida 9 255 21x14 978-88-8003-339-4 16,00 euro Filo refe Brossura con alette plastificata opaca photographs © Getty Images dall’autore di «La guerra di Caio» Madrid, 20 dicembre 1973, “Operazione Ogro” ETA uccide l’ammiraglio Carrero Blanco Una fredda mattina di dicembre l’ammiraglio Carrero Blanco, «l’Orco» come lo chiamano gli antifranchisti, il successore designato di Francisco Franco, tornava come sempre dalla chiesa dove quotidianamente assisteva alla messa. Quella fredda mattina di dicembre la sua monotona routine fu bruscamente interrotta da 75 chili di esplosivo collocati sotto il manto stradale. Nello stesso momento in cui «l’Orco» prendeva il volo con la sua Dodge nel cielo di Madrid, la dittatura iniziava rapidamente a sgretolarsi. Quattro giovani baschi, il «Commando Txikia», dal nome di un loro compagno appena ucciso dalla polizia franchista, avevano vanificato il progetto di perpetuare il regime anche oltre la vita dell’ormai agonizzante Franco. Sostenuti da un immenso amore per la libertà capace di vincere ogni dubbio e ogni tentennamento, grande al punto da renderli in grado di sopportare l’impossibilità di avere una famiglia, degli affetti, una vita normale, quella mattina il commando aveva realizzato qualcosa di impensabile: era riuscito a sferrare un colpo letale a un regime tirannico, vero e proprio fossile politico dell’Europa occidentale, che durava ormai da quasi quattro decenni,. Il coraggio e la risoluta tenacia del «Commando Txikia» pose la Spagna finalmente nella condizione di liberarsi dalla dittatura e dall’oppressione. Non così il popolo basco, che ha continuato a vedersi negare il suo diritto a essere Nazione anche dopo l’avvento della democrazia. Ora che la Spagna è libera dalla tirannia, Euskal Herria rimane ancora terra d’occupazione. Nel silenzio del mondo, i baschi – gli indigeni d’Europa - che si impegnano per affrancare il loro popolo continuano a farlo rischiando il carcere, la tortura, la vita. Emblematico della vicenda del popolo basco è l’epilogo della vita di Gorka, guida carismatica del commando e indiscusso leader, cinque anni più tardi, in un’altra fredda mattina di dicembre. «Operazione “Ogro”, in nome della libertà. Gente comune, ma gente tenace. Che prende una posizione netta contro il tiranno, senza appelli inutili al cielo, semplicemente con la forza della propria motivazione. In Spagna, un gruppo dell’Eta, nel 1973, impone la morte dell’ammiraglio Carrero Blanco, il successore del dittatore Franco. Roberto Betz tesse la filigrana dei dialoghi intercorsi fra i ragazzi dell’Eta sul senso dell’azione e della motivazione alla lotta sociale. Un’ambientazione psicologica che supporta con forza la dinamica del romanzo.» FRANCESCA DALLATANA, GAZZETTA DI PARMA Roberto Betz, laureato in Scienze dell’Informazione nel 1989, è nato a Milano nel 1964. È stato allievo diplomato di Scuola Forrester dal 2003 al 2007. Di lui ricordiamo presso Tranchida La guerra di Caio (2008). AUTORE TITOLO COLLANA PAGINE FORMATO ISBN (13) PREZZO LEGATURA FINITURA COVER Roberto Betz Il sangue e la libertà Narratori Tranchida 7 174 21x14 978-88-8003-338-7 14,50 euro Filo refe Brossura con alette plastificata opaca Artist Illustrator © Marco Ceruti «Sargeson scrive con un diamante sul vetro.» JAMES K. BAXTER «Uno scrittore unico.» FULVIO PANZERI, AVVENIRE «La storia di un'amicizia fra uomini. Bill, il protagonista lavora in una fattoria isolata con una coppia anziana, ma se ne stanca e decide di andarsene. Una mattina si alza più presto del solito per prendere il treno che lo porterà lontano. Il vecchio dorme, ma sua moglie è sveglia. Chissà come, ha letto nel cuore del lavorante e sulla porta, al momento del saluto, gli regala una sterlina d'oro. Bill, naturalmente, appena arrivato in città la perde malamente. Gli resta in tasca la paga, che gli viene però rubata da un falso amico. Tradito e senza soldi, non perde però troppo tempo a piangersi addosso né a filosofare sulla malvagità degli uomini. Presto trova un altro amico, Terry, senza lavoro, senza soldi e, come si saprà dopo, gravemente malato. Come col ragazzo che l'aveva derubato, Bill torna a fidarsi ciecamente del suo nuovo compagno di vita.Gli rimedia qualche soldo, se lo porta nella sua pensione e gli paga il letto. Gli paga anche cibo, bevute, e corse ai cavalli. Il lettore diffida, teme che si tratti di un nuovo tranello, ma... il seguito naturalmente non lo raccontiamo perché consigliamo di leggere questo buon libro di Frank Sargeson, padre della letteratura neozelandese. La sua è una testimonianza asciutta e ben scritta sulla vita quotidiana di un paese che ai quei tempi era poco più di una colonia e un quadro incisivo delle povere vite degli uomini che lo popolavano.» LA PREALPINA DI VARESE «Non importa che sorta di notte avete avuto, le cose al mattino sono sempre diverse.» In questa lapidaria considerazione di Frank Sargeson, troviamo una chiave di lettura che ci aiuta a muoverci nel suggestivo mondo poetico di uno dei più bravi maestri di short story del Novecento. Il suo è lirismo della perenne estate arida della Nuova Zelanda...» FABIO DE SANTI, L'ADIGE DI TRENTO «E' davvero un maestro Sargeson; oggi riconosciuto tra i grandi.» MONICA GIOVANNONI, IL MANIFESTO «... fa venire alla mente le cose migliori di Hemingway e Anderson.» PAOLO BERTINETTI, L'UNITÀ «Nel libro domina incontrastato il realismo graffiante e disilluso tipico delle storie del padre della letteratura neozelandese, uno dei più straordinari maestri di short story del Novecento.» LA PROVINCIA DI COMO «A piedi raggiunge il treno per la città. Ha lasciato un lavoro e la fattoria dei due contadini anziani che lo hanno accolto e lo hanno avuto alle loro dipendenze. Ora Bill è un uomo libero. La vecchia gli regala una sterlina d’oro. Con sé porta l’ansia dei giovani di raggiungere il futuro, nonostante non si sappia dove sia e cosa sia. In città trova a fatica un lavoro, una camera dove dormire e un amico. Un romanzo sospeso nel tempo, nel vuoto della solitudine che va e che viene. Alta prova letteraria dell’autore neozelandese.» FRANCESCA DALLATANA, GAZZETTA DI PARMA Frank Sargeson (Hamilton, 1903 - Wellington, 1982), protettore e amico di Janet Frame, produsse romanzi, racconti e opere radiofoniche di giornalismo letterario. E' considerato uno dei grandi della letteratura neozelandese. AUTORE TITOLO COLLANA PAGINE FORMATO ISBN (13) PREZZO LEGATURA FINITURA COVER Frank Sargeson Quell’estate Narratori Tranchida 8 101 21x14 978-88-8003-342-4 12,50 euro Filo refe Brossura con alette plastificata opaca Artist Illustrator © Marco Ceruti dall’autore di «Vivere mi piace da morire» Graffianti storie d’amore tra il bene e il male Ludwig è un appassionato del meteo. Sì, proprio delle previsioni del tempo che ogni giorno ci dicono se piove o ci sarà il sole: le ascolta diligentemente e segue alla lettera quello che dicono, convinto che non lo potranno mai tradire. Ma il meteo non riesce a prevedere l'arrivo dell'uragano Giada, la bellissima ragazza che si presenta alla sua porta dichiarando di essere la donna della sua vita. L'esistenza di Ludwig ha una svolta inaspettata: ora c'è una donna fantastica che lo ama incondizionatamente, anzi di più: lo adora e lo fa stare bene con se stesso e con il mondo. Davvero non si può immaginare cosa possa andare storto... “Vede dottore”, disse alla prima visita “io piango a metà”. Wolf le ha provate tutte per curare questo male insolito e persistente, ma le lacrime continuano a sgorgare copiose da un unico occhio, e quel che è peggio è che lo fanno continuamente. Wolf ha imparato a vivere con gli occhiali da sole sempre ben saldi sul naso, fedele alle raccomandazioni di sua madre “Un uomo non deve farsi vedere piangere. Mai.” Chissà se saranno le cure del dottor Wang, le profezie della maga Alma o addirittura l'ipnosi del professor Morph a salvarlo, o se invece la soluzione al problema è molto più facile di quello che ci si possa aspettare... Matteo parla con Dio. Ogni giorno, in qualsiasi situazione, ad alta voce e appartandosi un momento dagli amici come se dovesse fare una telefonata importante. Le domande sono le più svariate, da “Faccio bene a comprare i Bot anziché i Bond?” a “Perchè Maddalena non crede in te?” Purtroppo però le risposte non arrivano, con suo sommo rammarico. Matteo prova quindi a scrivere una lettera all'Onnipotente e aspetta fiducioso che il suo “interlocutore” si manifesti chiaramente. Le cose non cambieranno fino a quando Maddalena (sì proprio quell'atea-agnostica della sua ragazza) gli mostrerà un altro punto di vista... Quattordici racconti che narrano l'Amore nelle sue forme più inaspettate e allo stesso tempo più autentiche e umane. Grazie a una scrittura ricca di metafore ricercate e mai scontate e di immagini vivide e originali, Fulvio Fiori celebra la bellezza e la tristezza dell'amare e dell'essere (o non essere) amati, lasciandoci sempre uno spunto di riflessione, o anche solo una sensazione, un ricordo. L'amore è qualcosa difficilmente definibile e classificabile ma i personaggi surreali di queste storie sembrano volerci dire che l'unica cosa che possiamo fare è viverlo, e celebrarlo in tutte le sue forme. IRENE MAZZALI, MANGIALIBRI Fulvio Fiori (Milano, 1955), Premio Troisi 2003 per la migliore scrittura comica e Premio Teatro Totale 1999 per la drammaturgia, è autore di Vivere mi piace da morire (1993, in classifica tra i più venduti) e Riflessioni trasparenti (1994) per Tranchida; Lattuga (2001, Telefono Azzurro tra i migliori libri per l’infanzia). I suoi “AFioriSMI” sono citati in decine di blog e siti internet. Dal 2008 è speaker e direttore di doppiaggio per MacroVideo. Tradotto e pubblicato in USA nell’antologia internazionale Geary’s Guide to the World Great Aphorists (Bloomsbury, 2007), è considerato tra i grandi autori di aforismi del mondo. AUTORE TITOLO COLLANA PAGINE FORMATO ISBN (13) PREZZO LEGATURA FINITURA Fulvio Fiori Tutta colpa dell’innocenza Narratori 6 166 21x14 978-88-8003-337-0 14,50 euro Filo refe Brossura con alette plastificata opaca COVER Artist Illustrator © Marco Ceruti « Suzanne Dracius è una delle voci femminili più importanti della Martinica » «Sebbene lei stessa sia restia ad ammetterlo, Suzanne Dracius è diventata una delle voci femminili più importanti della Martinica... riesce a brillare nel panorama di una lunga tradizione letteraria e soprattutto in quella antillana… la sua scrittura è costantemente pervasa dall’umorismo.» JEAN-PIERRE PIRIOU, THE FRENCH REVIEW, USA Dalla Martinica a Parigi e ritorno. Dentro un baule che contiene una concentrata e implacabile identità. Storia di due donne che non dimenticano l’Africa, la loro madre originaria. Una di loro non le assomiglia ma fa di tutto per emularla, Invece, l’altra ha la stessa pelle nera dell’Africa che le è perdutamente madre. Una madre da dimenticare, dissimulando la propria identità. Storie al femminile di appartenenze, di lontananze e di relazioni temporali tra un passato che non se ne va e uno strano presente. FRANCESCA DALLATANA, GAZZETTA DI PARMA L’altra che danza è il romanzo dell’universo meticcio, che si svela dallo sguardo di due sorelle, Rehvana e Matildana; l’una dai tratti quasi occidentali che lotta per far spiccare la propria negritudine, l’altra che vive con naturalezza le tracce delle proprie origini africane. Tra loro l’innocenza della piccola Aganila, spettatrice silenziosa sulla quale si concentrano i desideri e le aspettative di tutti. Suzanne Dracius racconta una storia di intolleranza razziale al contrario: etica ed estetica di una cultura non possono essere modellate nei salotti e nelle accademie in cui si finge di non vedere il nero della pelle e la memoria primitiva che esso occulta e protegge. Il sogno ostinato di Rehvana è allora il tentativo di un ritorno ai primordi, all’ascolto della natura che ha impresso la propria potenza nell’orgoglio e nei ricci ribelli della sua gente. In un costante andirivieni tra Parigi e Martinica si incontrano tanti personaggi diversi, ognuno a suo modo caratterizzato da un infantile e quasi tenero estremismo difficile da estirpare. Rehvana è alla ricerca di un’identità che, tuttavia, sente essere ben lontana dal modo di vivere di tutti i personaggi con cui entra in contatto. Anche la Martinica, approdo leggendario degli antenati in catene, restituisce una realtà molto diversa da quella decantata nei racconti degli esuli. Un turbine di profumi, sapori e riti magici lascerà emergere poco a poco come sia impossibile celebrare alcuna genesi senza prima risolvere la distanza dal proprio sangue, da Matildana, l’altra, sorella inflessibile che potrebbe diventare vera incarnazione di Madre Africa e della sua danza vitale. Poetessa, drammaturga e narratrice, Suzanne Dracius (Fort-de-France, 1951) ha diviso la sua vita fra la Martinica e Parigi. Laureata in Lettere Classiche alla Sorbona, ha insegnato a Parigi, in Martinica e negli Stati Uniti. Rivelazione letteraria grazie al romanzo L’altra che danza, finalista al Prix du Premier Roman 1989, il suo corpus include due poemi in creolo con traduzione francese e una raccolta di racconti. Le sue opere sono tradotte in più lingue e studiate nelle università di tutto il mondo. AUTORE TITOLO COLLANA PAGINE FORMATO ISBN (13) PREZZO LEGATURA FINITURA Suzanne Dracius L’altra che danza Narratori 5 267 21x14 978-88-8003-335-6 16,00 euro Filo refe Brossura con alette plastificata opaca COVER Artist Illustrator © Marco Ceruti SHIRIN NESHAT DONNE SENZA UOMINI LEONE D’ARGENTO ALLA 66a MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA DA QUESTO ROMANZO IL FILM DI Iran, 1953. Sullo sfondo tumultuoso del colpo di stato appoggiato dalla CIA, i destini di quattro donne confluiscono in uno splendido giardino di campagna dove trovano indipendenza, conforto e amicizia. Shahrnush Parsipur, acclamata scrittrice iraniana in esilio, racconta in modo elegante e incisivo una penetrante riflessione su un momento cruciale della storia del suo paese che ha condotto direttamente alla rivoluzione islamica e all'Iran che conosciamo oggi. «Il bellissimo e poetico romanzo della scrittrice iraniana Shahrnush Parsipur» CORRIERE DELLA SERA «(...) Ora quelle stesse donne sono diventate protagoniste di uno dei film più “tosti” e visionari del concorso: Donne senza uomini, ispirato all’omonimo romanzo dell’iraniana Shahrnush Parsipur, scrittrice censurata ed esiliata a causa di questo suo testo-denuncia in cui racconta una pagina cruciale della storia dell’Iran (...)» GABRIELLA GALLOZZI, L’UNITÀ «Shahrnush Parsipur è una scrittrice molto amata in Iran nonostante la sua opera sia proibita. Dopo anni di sofferenze, prigione, la malattia, un figlio da cui è stata separata a forza, ha preferito l’esilio in California e Shirin Neshat non ha mai avuto un momento di esitazione. Conosceva i romanzi di Parsipur sin da ragazza, quando viveva ancora in Iran prima di fuggire, anche lei, negli Stati Uniti; sapeva che il suo primo film da regista si sarebbe ispirato a lei, a quel romanzo dal quale tutti le dicevano di stare lontana. È un libro maledetto, le ripetevano. Donne senza uomini è invece diventato il suo film, un esordio bello e forte (...)» CRISTIANA PICCINO, IL MANIFESTO «Frammenti di romanzo per comporre il ritratto corale della condizione femminile in Iran, oggi e nel passato prossimo. L’autrice propone alcuni medaglioni femminili e nel frattempo tesse la tela dell’ambientazione sociale. Sono donne reali, proposte nella semplicità della loro quotidianità. Sono donne inquiete e molto diverse, persone che vivono male la loro prigionia entro i confini disegnati su misura da una tradizione secolare per il genere femminile. Ciascuna, a suo modo, si ribella. In silenzio oppure nel clamore del disgusto. L’autrice, detenuta per diversi anni, è una sociologa che ha prestato la penna alla letteratura. Ora vive negli Stati Uniti.» FRANCESCA DALLATANA, GAZZETTA DI PARMA Shahrnush Parsipur (Teheran, 1946), arrestata senza un’accusa formale una prima volta dalla polizia segreta dello shah di Persia, la famigerata Savak, viene nuovamente arrestata e tenuta prigioniera per cinque anni dopo la rivoluzione khomeinista del 1979. Nel 1990, dopo la pubblicazione di Donne senza uomini, viene ancora una volta arrestata e detenuta per sei mesi, e un altro breve arresto ha luogo nel 1992. Tra le sue opere, tutte messe al bando, ricordiamo il romanzo Tuba e il senso della notte (Tranchida, 2000), che ha venduto oltre cinquantamila copie. Shahrnush Parsipur nel 1993 ha ricevuto il Premio Lillian Hellman/Dashiell Hammett per il coraggio mostrato contro la repressione dei diritti umani. Vive in esilio negli Stati Uniti. AUTORE TITOLO COLLANA PAGINE FORMATO ISBN (13) PREZZO LEGATURA FINITURA Shahrnush Parsipur Donne senza uomini Narratori Tranchida 4 110 21x14 978-88-8003-334-9 13,00 euro Filo refe Brossura con alette plastificata opaca COVER fotogramma da Donne senza uomini I NOSTRI 10 ROMANZI GIALLI PREFERITI « Quale detective ci ha colpiti di più? Abbiamo scelto per voi la migliore narrativa poliziesca. » « 50 gialli da leggere prima di morire. » MALCOLM JONES «La prima indagine di Jack Laidlaw emerge per la sua qualità splendidamente alta. Un mondo a sé, distinto dagli altri esempi del genere [...] McIlvanney esplora la questione più intrigante del perché la gente commette un omicidio e delle atroci conseguenze della violenza.» THE GUARDIAN «La scrittura del libro è densa ed evocativa, e i personaggi orribilmente credibili. Prendete una copia di Laidlaw prima che potete.» LE MONDE «Ci sono scrittori di alto profilo è uno di questi è lo scozzese William McIlvanney, e il suo romanzo Laidlaw. Indagine a Glasgow, grazie all'editore e a Carmine Mezzacappa, autore di una magnifica traduzione, arriva come una bella sorpresa in libreria. McIlvanney ha scritto molti altri libri (speriamo subito tradotti), poesie, saggi, ed è politicamente impegnato ("sono un socialista senza tetto"). Indagine a Glasgow va al di là del genere poliziesco perché, con il pretesto della detective-story, parla della realtà sociale di Glasgow inserendola in una trama spumeggiante, con feroci dialoghi che fanno pensare. I critici lo hanno paragonato al solito Chandler. Ma l'eroe chandleriano, è un cinico che pensa solo a risolvere il caso, mentre l'ispettore Laidlaw di McIlvanney è un poliziotto atipico, malinconico, turbato da mille dubbi sia sul lavoro sia nella vita privata. La sua regola è non giudicare niente e nessuno in base a etichette o discriminazioni. Si sa subito che è l'assassino della ragazza trovata in un bosco: un giovane, amante d'un raffinato uomo di loschi affari, che a sua volta ama disperatamente il ragazzo al punto di suicidarsi. Si chiede Laidlaw: "Noi che ci riteniamo normali siamo in grado d'amare con la stessa intensità?" Tra omosessuali, spietati gangster, piccoli mestatori d'intrighi e tradimenti e lo strano padre della ragazza morta, si snoda una trama difficile da raccontare, lampeggiante com'è pagina dopo pagina di lucide riflessioni e acide malinconie, nella quale tutti cercano invano risposte alla loro "fatica di vivere".» D-LA REPUBBLICA «... E Laidlaw, come logica vuole, è il detective violento e umano al tempo stesso, mirabilmente scolpito nei suoi difetti ma anche nella sua eccentrica personalità, che conduce le indagini sull’omicidio di una bella ragazza... » IL SOLE-24 ORE William McIlvanney, nato a Kilmarnock nel 1936, è uno dei maggiori scrittori scozzesi contemporanei. Tra i suoi romanzi ricordiamo il ciclo dell’ispettore della Omicidi di Glasgow Jack Laidlaw che include Le carte di Tony Veitch, Big Man e Oscure lealtà, Feriti vaganti, La fornace e Weekend. Le sue opere sono pubblicate in Italia da Tranchida. AUTORE William McIlvanney TITOLO Laidlaw. Indagine a Glasgow COLLANA Narratori Tranchida 3 PAGINE 307 FORMATO 21x14 ISBN (13) 978-88-8003-333-2 PREZZO 15,00 euro LEGATURA Filo refe FINITURA Brossura con alette plastificata opaca COVER Neil Wilder « Il pungente ritratto dell’infanzia di Buten è diventato un classico in Europa. In Francia ha venduto milioni di copie ed è stato salutato come il Giovane Holden francese. » «In questo classico moderno di uno dei più amati scrittori contemporanei in Francia, Howard Buten restituisce, con stupefacente introspezione e linguaggio, la storia di un bambino disturbato – o forse perfettamente normale – mettendo in discussione i confini dell’amore e della vita.» TIME «È un romanzo degno di attenzione della tragedia che può risultare quando bambini e adulti falliscono nel comprendersi a vicenda [...] Questo racconto psicologicamente intenso ha un ritmo veloce, e il difficile intento di ricreare la voce di un bambino con autenticità e profondità ci dà la prova che Buten è dotato come letterato di stile e narratore.» PUBLISHERS WEEKLY «Howard Buten ci offre l’indagine della mente di un bambino... queste sono le parole di un narratore innegabilmente dotato.» THE NEW YORK TIMES BOOK REVIEW «Questa è la storia di Burt così come viene scritta con una matita sui muri del Centro di neuropsichiatria infantile. Una rara e brillante evocazione del sistema mentale di un bambino.» GREG EDEN, THE BOOKSELLER Howard Buten, americano di Detroit dove è nato nel 1950, conduce una vita organizzata su tre fronti. Il primo, quello di Buffo, il clown, figlio di Grock, timido, curioso, naif, nato nel 1974 in un piccolo circo americano, che strabilia e affascina a ogni rappresentazione. Il secondo, quello del dottor Buten, lo psicologo che dirige il Centro Adam-Shelton, dove tenta di comunicare con i bambini autistici a sentirsi meglio nel loro corpo e nella loro anima. Il terzo, infine, quello di Howard Buten il romanziere, che ha scritto libri bellissimi e commoventi come Il cuore sotto il rullo compressore, Mister Butterfly e La notte delle stelle, tutti pubblicati in Italia da Tranchida. Nel 1991 è stato nominato Chevalier des Arts et Lettres, la più alta onorificenza per le arti e le lettere in Francia. AUTORE Howard Buten TITOLO Quando avevo cinque anni, mi sono ucciso COLLANA Narratori Tranchida 1 PAGINE 194 FORMATO 21x14 ISBN (13) 978-88-8003-331-8 PREZZO 14,00 euro LEGATURA Filo refe FINITURA Brossura con alette plastificata opaca COVER Artist Illustrator Gilbert Raffin Le più belle short stories del grande narratore irlandese « [...] Tanti i personaggi raccontati da questo scrittore coraggioso che canta la forza di un’Irlanda che mai ha tollerato il peso del giogo; le storie del Connacht sono in primo luogo quelle degli umili e dei dimenticati, avvezzi a un’esistenza dura: storie di affittuari e spaccapietre, migranti e sfrattati. O’Kelly ci restituisce la vita di campagna, in un periodo cruciale della storia irlandese che pone le premesse di quella che nella prima metà del Novecento si trasformerà in una drammatica guerra civile: l’ultimo ventennio dell’Ottocento, quando con urgenza comincia a porsi la drammatica questione della terra. Le centinaia di fittavoli arrestati per essersi opposti agli affitti sempre più alti imposti dai landlord sono l’emblema di una fierezza mai sopita, narrata da un autore che ha pagato con la vita il suo orgoglio ostinato.» EMANUELE SALVATO, LA VOCE DI MANTOVA «Un’acqua scura, che ricorda il colore di un fiume tuffato nella terra, imbrigliato nel fango. È il poteen, il whiskey irlandese distillato clandestinamente ed offerto in segno di ospitalità. Con il poteen in corpo, si incontrano visi tagliati con l’accetta, cupi di stanchezza. E si vedono figure strane dentro il fuoco delle case. Le storie brevi di Seumas O’Kelly raccontano la campagna d’Irlanda. Racconti di freddo, di pensiero e di solitudini che si incontrano. Racconti di un giovane scrittore, morto nel 1918, per invocare la libertà attraverso una forte dichiarazione di identità.» FRANCESCA DALLATANA, GAZZETTA DI PARMA Seumas O’Kelly, drammaturgo, romanziere, autore di racconti e giornalista, nacque in Irlanda a Loughrea, Galway, nel 1881. Morì prematuramente, nel novembre 1918, nella redazione del “Nationality”, per un’emorragia cerebrale a seguito delle violenze compiute all’interno del giornale da parte delle truppe inglesi d’occupazione. Nei pochi anni della sua vita ebbe un’intensa produzione letteraria (in buona parte pubblicata postuma) e scrisse per numerosi giornali. Di Seumas O’Kelly ricordiamo Racconti Irlandesi (Biblioteca Tranchida, 2000). AUTORE TITOLO COLLANA PAGINE FORMATO ISBN (13) PREZZO LEGATURA FINITURA Seumas O’Kelly Lungo le strade Narratori 2 159 21x14 978-88-8003-332-5 13,50 euro Filo refe Brossura con alette plastificata opaca COVER Artist Illustrator Gertrude Degenhardt