narratori tranchida

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narratori tranchida
NARRATORI
Artist Illustrator by © Marco Ceruti www.ceruti.ws
TRANCHIDA
Lui è arabo palestinese, lei ebrea fuggita dalla Germania. La loro vicenda
nasce e si sviluppa negli anni che vanno dal 1935 al 1948: il ritorno degli ebrei
dall’Europa dà l’avvio a una seconda diaspora, quella dei palestinesi.
Un amore difficile, contrastato dalla storia.
«Souss denuncia, con il cuore come unico
giudice, un “conflitto senza fine”»
Nato a Gerusalemme nel 1945, Ibrahim Souss, laureato in Lettere e diplomato all’Istituto di Studi
Politici e della Fondazione nazionale delle Scienze
Politiche di Parigi, è considerato fra i più importanti
scrittori arabi contemporanei.
Pianista compositore, si è formato presso l’Ecole
Normale de Musique di Parigi e presso il Royal
College di Londra.
È stato delegato generale e ambasciatore di
Palestina in Francia dal 1978 al 1993, rappresentante dell’Olp presso l’Unesco e fautore dell’accordo di
pace fra Israele e Palestina. Vive tra Ginevra e
Amman e insegna in importanti università in Medio
Oriente, in Svizzera e negli Stati Uniti.
«Non è facile liberarsi della follia degli uomini» dice
Nabil alla moglie Gabriella, di fronte a un quadro raffigurante la città di Gerusalemme. Il loro è un amore
difficile, contrastato dalla storia. Lui è arabo palestinese, lei ebrea fuggita dalla Germania. La loro vicenda nasce e si sviluppa negli anni che vanno dal 1935
al 1948, periodo in cui, parallelamente, il ritorno degli
ebrei dall’Europa, spalleggiati da un lato dal governo
britannico, dall’altro dal movimento sionista, dà l’avvio a una seconda diaspora, quella dei palestinesi.
Lontano da Gerusalemme non esita, si apre con i
rumori delle fucilate e delle esplosioni e l’odore del
fumo di una casa che brucia. Le città sono sotto l’assedio dei carri armati e da molti anni, ormai, gli attentati terroristici dell’Irgun e della Banda Stern, i gruppi armati israeliani, insanguinano le città della
Palestina; dagli altoparlanti installati sui veicoli militari, una voce sbraita: «A tutti gli arabi che ci ascoltano… questo non è più il vostro Paese… Non rispondiamo delle vostre vite.» E così, un nuovo flusso di
disperati percorre la storia, quello dei palestinesi
costretti ad abbandonare le loro abitazioni, la loro
terra, le loro radici, per diventare profughi senza meta
e senza diritto alcuno. Eppure, si domandano più o
meno esplicitamente i personaggi coinvolti in questa
tragedia, coloro che per primi hanno patito sulla propria carne l’efferatezza assurda, folle, scientifica dell’uomo, non dovrebbero riproporla su altri innocenti:
«Nulla hanno imparato dalla loro tragica memoria.»
Ma se i padri lottano per la resistenza, i figli mettono
al servizio di questa battaglia tutto l’ardimento e la
speranza che solo la loro giovinezza può generare. E
questa forza si riversa e si sublima nella musica,
metafora e allo stesso tempo realtà, tema che accompagna in filigrana i fatti di sangue e la paura, come
anche la fiducia in una società nuova.
Il finale ci stringe la gola, commuove e fa nascere un
grido in tutti noi che siamo stati spettatori impotenti
di un dramma insensato che ancora non ha termine,
snodandosi, con sinistri passaggi di testimone,
dall’Olocausto al sacrificio arabo-musulmano. Ciò
nonostante, Nabil riesce ancora dire, con la pena nel
cuore, che «non può cadere sotto le bombe anche il
sogno che ci anima».
AUTORE
TITOLO
COLLANA
PAGINE
FORMATO
ISBN (13)
PREZZO
LEGATURA
FINITURA
COVER
Ibrahim Souss
Lontano da Gerusalemme
Narratori Tranchida 12
132
21x14
978-88-8003-343-1
13,00 euro
Filo refe
Brossura con alette plastificata opaca
Artist Illustrator © Marco Ceruti
À
VIT RAIO
O
N
B
FEB RIA
3
2
E
DAL LIBR
IN
NARRATORI
TRANCHIDA
Germán Santamaría
Non morirai
«L’amore, l’odio e la morte,
all’incrocio di un intreccio che
procede sulla spinta
dell’immagine, scorrono con
insolita passione, in una fiumana
epica che pochi dimenticheranno.
Non morirai è una storia di rara
intensità e le sue pagine ce la
consegnano.»
PREMIO
IBERICO-AMERICANO
DE NOVELA
PRESIEDUTO DA
ANTONIO SKÁRMETA
Il 13 novembre 1985 la località colombiana di
Armero venne devastata dall’eruzione del vulcano Nevado del Ruiz che uccise circa 23.000
persone su 31.000 che vivevano nella zona in
quel momento. L'incidente divenne noto con il
nome di tragedia di Armero. Una vittima in particolare fece notizia, Omayra Sánchez, una giovane ragazza intrappolata con acqua e fango
fino al collo per tre giorni.
Così la profezia della figlia sopravvissuta, vestita a lutto e con il ventre rigonfio di una nuova
vita, si diffonde come un’eco, e per José Durango
ha il suono della condanna. Quella sera, sulla
pianura, qualcuno spense le stelle, ma lui non
era lì. Da allora una forza cieca e inumana lo
spinge verso il fiume, verso la corrente, verso il
canyon, verso il centro dell’oscurità, verso il
nemico e la canna accorciata, nichelata e brillante di una Smith 38 Lunga Special, verso l’odio di una promessa. Ma anche colui che un
tempo aveva giurato di ucciderlo, dopo il vulcano, altro non può che perdonare.
Germán Santamaría (Tolima, 1950), è stato cronista di punta del quotidiano colombiano El Tiempo e
inviato speciale, reporter in prima linea a Beirut,
nella guerra delle Falkland-Malvine, nella guerra in
Nicaragua e nel conflitto armato in El Salvador.
Sono rimaste famose le sue cronache sulla tragedia
di Armero, sulla presa del Palazzo di Giustizia e sul
terremoto di Popayán.
Ha ricevuto per ben tre volte con il Premio Bolívar e
ha ottenuto a Vancouver il Premio Chamorro.
Le sue opere sono tradotte in inglese, francese, russo,
tedesco e hindi.
AUTORE
TITOLO
COLLANA
PAGINE
FORMATO
ISBN (13)
PREZZO
LEGATURA
FINITURA
COVER
Germán Santamaría
Non morirai
Narratori Tranchida 13
127
21x14
978-88-8003-344-8
13,00 euro
Filo refe
Brossura con alette plastificata opaca
Artist Illustrator © Marco Ceruti
dall’autore di «La voce delle balene» e «L’ultimo fucile»
À
O
VIT
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23 ERIA
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I
Un avvincente e potente thriller storico
ambientato nei mari bellicosi
del XVI secolo
1588: mentre tra Spagna e Inghilterra il conflitto da
anni innescato tarda ad esplodere, in un piccolo porto
quasi sospeso fuori dal tempo, si dispiegano le vicende narrate in questo nuovo romanzo di Edorta
Jimenez. Anche Dio sembra aver abbandonato la flotta dell’Invincibile Armata spagnola: una terribile
tempesta ha devastato le navi e una misteriosa pestilenza costringe gli uomini all’attesa. Attesa inquieta
della battaglia i cui esiti sembrano già annunciati
dal fantasma di Drake che si affaccia negli incubi dei
marinai. Attesa che diviene quasi palpabile e concreta e che è riempita dai desideri e dai segreti di tutti
coloro che si accingono a combattere una battaglia
che sanno non cambierà le loro esistenze.
Un thriller storico che non teme di parlare
dell’Inquisizione con un’originalità diversa da quella
con cui, abitualmente, ci giungono le immagini di
un’istituzione tanto oscura. Jimenez racconta di
come, ieri come oggi, quando il potere distende il suo
braccio, si concentra, prima di tutto sui libri e sul
pericoloso ascendente che essi sono in grado di esercitare. Sull’Apocalisse in questo caso che, seppur
opera all’indice, Sebastian custodisce gelosamente e
che rappresenta la metafora della maturazione del
giovane marinaio. Nel momento in cui Sebastian sale
a bordo della piccola caracca, il velo si squarcia e
mostra la realtà per quello che è. Realtà assolutamente diversa da quella percepita da Sebastian
quando viveva in un piccolo villaggio di pescatori. Il
passaggio è radicale: sulla flotta vige la legge della
giungla; gli uomini mutano aspetto e diventano belve
abruttite dalla lotta per la sopravvivenza prima,
dalla smania di arricchimento poi. L’infezione che
colpisce la ciurma rappresenta quasi la punizione
fisica per il livore, l’avidità e la corruzione che esplodono sui volti dei protagonisti, e che danno vita a un
nuovo Golia, essere portentoso e multiforme contro il
quale Sebastian, novello Davide, combatterà e che
sconfiggerà ad armi pari, con la furbizia ma soprattutto la consapevolezza che, a volte, la verità esige
sangue e sacrificio.
NARRATORI
TRANCHIDA
Edorta Jimenez
Il nemico a bordo
Nato a Mundaka, piccolo paese della costa basca di
Bizkaia nel 1953, Edorta Jimenez Ormaetxea
dopo aver studiato elettronica e giornalismo, si è laureato in Filologia Basca. Profondo conoscitore della
costa, trasferisce nei suoi romanzi questa passione
per il mare.
Di Edorta Jimenez ricordiamo La voce delle balene
(2003, finalista Premio Nazionale di Letteratura
Basca) e L’ultimo fucile (2005) editi da Tranchida.
AUTORE
TITOLO
COLLANA
PAGINE
FORMATO
ISBN (13)
PREZZO
LEGATURA
FINITURA
Edorta Jimenez
Il nemico a bordo
Narratori 14
300
21x14
978-88-8003-336-3
16,00 euro
File refe
Brossura con alette plastificata opaca
COVER Artist Illustrator © Marco Ceruti
«Arozarena è un novello Leonardo del sentimento e della parola.» El País
Il mistero della bellezza, metà angelo e metà diavolo
Figura forte e fragile, Mararía era bellissima da giovane e faceva innamorare di sé tutti gli uomini del
villaggio di Femés, nelle Canarie, che per lei arrivavano alle mani, quando non ai coltelli. Un fascino
ambiguo, il suo: le dicerie popolari, alimentate dalla
rabbia e dalla frustrazione degli uomini respinti, le
attribuivano addirittura poteri diabolici. In realtà, la
vita non ha risparmiato alcun dolore alla giovane, la
cui disgrazia è culminata nella perdita di un figlio
ancora bambino e nella pazzia che l’ha colpita in
seguito. Ma superstizioni e racconti, si sa, sono l’anima magica e insieme malvagia della cultura locale: e
Mararía, angelo splendido e infelice, diventa strega,
diavolo, tentazione, oggetto di passione e di odio irrazionale. Così la raccontano al viaggiatore straniero
gli abitanti di Femés. E così lui la narra a noi in un
romanzo ammaliante e crudele.
Mararía è il mistero di una bellezza che la vecchiaia
non riesce a cancellare. Intensa e travolgente la
donna è come la sua isola, selvaggia e imperscrutabile
Rafael Arozarena, straordinario poeta ed entomologo,
nel più noto romanzo scritto su quell’arcipelago
atlantico, ci offre un’immagine delle isole Canarie
tanto affascinante quanto radicalmente diversa da
quella che propone il turismo di massa, a riprova di
come a volte un libro possa essere il traghetto più
sicuro per approdare all’anima segreta di un luogo.
«Era bella, bellissima. E molti si innamorarono di lei.
Non se ne poteva fare a meno. Per lei si arriva anche
alle mani, ai coltelli. Ma la sua vita conobbe anche il
volto oscuro della infelicità. Quello totalmente rifiutato dal consenso sociale.
Una figura tragica e insieme vivissima. Mararía, del
villaggio di Femés, di un'isola delle Canarie, è passata attraverso dolori fortissimi quanto le passioni che
hanno scosso l'animo degli uomini. Ed è così che
diviene anche oggetto di odio estremo. Bollata di
nota di biasimo grave: strega, tentazione, diavolo. Gli
abitanti di Femés la raccontano anche così.»
FRANCESCA DALLATANA, GAZZETTA DI PARMA
«Lieve, allegro e tragico come i giorni che scandiscono una vita, il romanzo ripercorre le tappe della passione che tutti, in paese, hanno provato per una
donna splendida, metà angelo e metà diavolo, di cui
nessuno è riuscito a carpire infine il segreto.»
LA PREALPINA DI VARESE
«Non va persa l’occasione di leggere il più importante
romanzo scritto sulle Canarie.»
DANILO MANERA, L’UNITÀ
Rafael Arozarena (Santa Cruz de Tenerife, 19232009), autore di numerosi libri di poesie e di due
romanzi, è considerato il più importante esponente
della letteratura delle isole Canarie.
AUTORE
TITOLO
COLLANA
PAGINE
FORMATO
ISBN (13)
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LEGATURA
FINITURA
COVER
Rafael Arozarena
Mararía
Narratori Tranchida 11
188
21x14
978-88-8003-341-7
14,00 euro
Filo refe
Brossura con alette plastificata opaca
Artist Illustrator © Marco Ceruti
dall’autore del Best Seller
Quando avevo cinque anni, mi sono ucciso
« A volte, quando
schiudo i miei sogni,
vedo Howard Buten
vestito da Buffo (...).
È impossibile per me
non comunicarvi l’immenso desiderio che ho di
vedervi felici con lui. E dato che state fatalmente
per leggere Mister Butterfly, lavatevi gli occhi fino
a farli brillare. Ritornate bambini. Imparate ad
apprendere. Soprattutto, non irrigiditevi. Vedo già
dei progressi. In capo a due-tre pagine, le soddisfazioni saranno così grandi che sorriderete senza
volerlo. La testa lascerà lentamente le vostre spalle e, mentre arriverete ad altezze vertiginose, sentirete un rumore di papillon nelle orecchie.
Howard Buten vi avrà passati al setaccio. Da allora, aspettatevi di trovarvi a decifrare il canto degli
uccelli al contrario.» Jean Vautrin
Ralph, Mickey, Harold e Tina sono quattro bambini
diversi dagli altri, segnati da handicap fisici o psichici. La loro vita trascorrerebbe nell’abbandono di un
istituto come tanti, se qualcuno non decidesse di
adottarli. Ma questo qualcuno è un clown, e non tutti
sono disponibili a prendere sul serio i suoi sistemi
educativi, inconciliabili con i criteri autoritari e
repressivi applicati dalla psichiatria tradizionale. I
quattro piccoli handicappati, che nessuno sembra
disposto a considerare bambini a tutti gli effetti, scoprono un padre adottivo trasgressivo e irriverente,
che con le sue invenzioni trova una via di comunicazione con il loro mondo interiore in apparenza “alieno”, e forse anche un modo per guarirli.
Le vicende tragicomiche di questa famiglia un po’
buffa e un po’ disperata sono narrate con humour
leggero eppure profondamente serio, che non nasconde la crudezza e l’orrore di certe situazioni e non si
abbandona mai alla tentazione del pietismo, rivendicando semplicemente il diritto a non essere “normali”, in un elogio della diversità che riguarda non solo
i cosiddetti casi clinici, ma tutti quelli che dolorosamente si sforzano di fare accettare la propria nuda
umanità, e di accettare quella altrui. Tutti quelli che
si ostinano a lasciare socchiusa la porta di casa.
Howard Buten, americano di Detroit dove è nato nel
1950, conduce una vita organizzata su tre fronti. Il
primo, quello di Buffo, il clown, figlio di Grock, timido, curioso, naif, nato nel 1974 in un piccolo circo
americano, che strabilia e affascina a ogni rappresentazione. Il secondo, quello del dr. Buten, lo psicologo
che dirige il Centro Adam-Shelton, dove tenta di
comunicare con i bambini autistici a sentirsi meglio
nel loro corpo e nella loro anima. Il terzo,infine, quello di Howard Buten il romanziere, che ha scritto libri
bellissimi e commoventi come Quando avevo cinque
anni..., Il cuore sotto il rullo compressore e La notte
delle stelle, tutti pubblicati in Italia da Tranchida.
Nel 1991 è stato nominato Chevalier des Arts et
Lettres, la più alta onorificenza per le arti e le lettere
in Francia.
AUTORE
TITOLO
COLLANA
PAGINE
FORMATO
ISBN (13)
PREZZO
LEGATURA
FINITURA
COVER
Howard Buten
Mister Butterfly
Narratori Tranchida 10
186
21x14
978-88-8003-340-0
14,00 euro
Filo refe
Brossura con alette plastificata opaca
dessin © Nicole Levallois
« Il più raffinato scrittore
scozzese del nostro tempo. »
Alan Massie
« Uno scrittore enormemente
dotato, perfettamente
preparato e compassionevole. »
« Libro intelligente, Weekend è una vetrina
sull’abilità di McIlvanney di costruire
battute. Facile da ammirare, […] sferra un
pugno gelido. » Carol Birch
« […] Uno dei maggiori doni che McIlvanney
ha ricevuto come scrittore è stato l’umanità
Un venerdì, un gruppo di insegnanti e studenti giuninfallibile che sa dare ai suoi personaggi,
gono sull’isola scozzese di Cannamore per un fine setanche al più disperato. »
timana di studi letterari – benché lo studio non sia
Irvine Welsh
esattamente ciò che alcuni di loro hanno in mente.
Con la moglie rimasta a Glasgow, David Cudlipp si
sente libero di sedurre una delle sue studentesse;
Harry Beck spera di riuscire a distrarsi dai pensieri
sul suo matrimonio fallito e sulla sua carriera di scrittore in stallo; e Andrew Lawson, che ha organizzato il
fine settimana, non vede l’ora di potersi rilassare dall’obbligo di accudire la moglie costretta a letto.
Fra gli studenti, Kate Foster sta per perdere la verginità e Jacqui Forsyth sta per rompere una relazione,
mentre Vikki Kane, una madre sola e divorziata,
intravede la possibilità di mettere da parte le proprie
inibizioni e ritrosie. Poi c’è Marion, soprannominata il
Topo, che ha deciso solo di stare in disparte a osservare tutti gli altri. Naturalmente, nulla succederà nel
modo in cui ci si aspettava.
Divertente e stimolante, il nuovo romanzo lungamente atteso di William McIlvanney mostra con brillantezza l’enigma di fondo della natura umana: che siamo
guidati dagli istinti, ma abbiamo la capacità mentale
di analizzarli, imbrigliarli e deplorarli. E questo significa che seguitiamo a sognare anche quando i sogni
non si avverano.
William McIlvanney è uno degli scrittori scozzesi
più eminenti, fra i cui romanzi pluripremiati troviamo Laidlaw. Indagine a Glasgow, Docherty, vincitore
del Premio Whitbread per la Narrativa, Le carte di
Tony Veitch, Big Man, Oscure lealtà e più di recente
La fornace, vincitore del Premio Saltire per il Libro
Scozzese dell’Anno. Ha pubblicato anche un volume
di racconti, Feriti vaganti, tre libri di poesia e una
raccolta di saggi e testi giornalistici, e il suo lavoro è
stato adattato per il cinema e la televisione. Nato a
Kilmarnock nel 1936, ora vive a Glasgow.
Le sue opere sono pubblicate in Italia da Tranchida.
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TITOLO
COLLANA
PAGINE
FORMATO
ISBN (13)
PREZZO
LEGATURA
FINITURA
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William McIlvanney
Weekend
Narratori Tranchida 9
255
21x14
978-88-8003-339-4
16,00 euro
Filo refe
Brossura con alette plastificata opaca
photographs © Getty Images
dall’autore di «La guerra di Caio»
Madrid, 20 dicembre 1973, “Operazione Ogro”
ETA uccide l’ammiraglio Carrero Blanco
Una fredda mattina di dicembre l’ammiraglio
Carrero Blanco, «l’Orco» come lo chiamano gli antifranchisti, il successore designato di Francisco
Franco, tornava come sempre dalla chiesa dove quotidianamente assisteva alla messa.
Quella fredda mattina di dicembre la sua monotona
routine fu bruscamente interrotta da 75 chili di
esplosivo collocati sotto il manto stradale. Nello stesso momento in cui «l’Orco» prendeva il volo con la
sua Dodge nel cielo di Madrid, la dittatura iniziava
rapidamente a sgretolarsi.
Quattro giovani baschi, il «Commando Txikia», dal
nome di un loro compagno appena ucciso dalla polizia franchista, avevano vanificato il progetto di perpetuare il regime anche oltre la vita dell’ormai agonizzante Franco.
Sostenuti da un immenso amore per la libertà capace
di vincere ogni dubbio e ogni tentennamento, grande
al punto da renderli in grado di sopportare l’impossibilità di avere una famiglia, degli affetti, una vita
normale, quella mattina il commando aveva realizzato qualcosa di impensabile: era riuscito a sferrare un
colpo letale a un regime tirannico, vero e proprio fossile politico dell’Europa occidentale, che durava
ormai da quasi quattro decenni,.
Il coraggio e la risoluta tenacia del «Commando
Txikia» pose la Spagna finalmente nella condizione
di liberarsi dalla dittatura e dall’oppressione. Non
così il popolo basco, che ha continuato a vedersi
negare il suo diritto a essere Nazione anche dopo
l’avvento della democrazia.
Ora che la Spagna è libera dalla tirannia, Euskal
Herria rimane ancora terra d’occupazione. Nel silenzio del mondo, i baschi – gli indigeni d’Europa - che
si impegnano per affrancare il loro popolo continuano
a farlo rischiando il carcere, la tortura, la vita.
Emblematico della vicenda del popolo basco è l’epilogo della vita di Gorka, guida carismatica del commando e indiscusso leader, cinque anni più tardi, in
un’altra fredda mattina di dicembre.
«Operazione “Ogro”, in nome della libertà. Gente
comune, ma gente tenace. Che prende una posizione
netta contro il tiranno, senza appelli inutili al cielo,
semplicemente con la forza della propria motivazione. In Spagna, un gruppo dell’Eta, nel 1973, impone
la morte dell’ammiraglio Carrero Blanco, il successore del dittatore Franco. Roberto Betz tesse la filigrana dei dialoghi intercorsi fra i ragazzi dell’Eta sul
senso dell’azione e della motivazione alla lotta sociale. Un’ambientazione psicologica che supporta con
forza la dinamica del romanzo.»
FRANCESCA DALLATANA, GAZZETTA DI PARMA
Roberto Betz, laureato in Scienze dell’Informazione
nel 1989, è nato a Milano nel 1964. È stato allievo
diplomato di Scuola Forrester dal 2003 al 2007.
Di lui ricordiamo presso Tranchida
La guerra di Caio (2008).
AUTORE
TITOLO
COLLANA
PAGINE
FORMATO
ISBN (13)
PREZZO
LEGATURA
FINITURA
COVER
Roberto Betz
Il sangue e la libertà
Narratori Tranchida 7
174
21x14
978-88-8003-338-7
14,50 euro
Filo refe
Brossura con alette plastificata opaca
Artist Illustrator © Marco Ceruti
«Sargeson scrive con un diamante sul vetro.» JAMES K. BAXTER
«Uno scrittore unico.» FULVIO PANZERI, AVVENIRE
«La storia di un'amicizia fra uomini. Bill, il protagonista lavora in una fattoria isolata con una coppia
anziana, ma se ne stanca e decide di andarsene. Una
mattina si alza più presto del solito per prendere il
treno che lo porterà lontano. Il vecchio dorme, ma
sua moglie è sveglia. Chissà come, ha letto nel cuore
del lavorante e sulla porta, al momento del saluto, gli
regala una sterlina d'oro. Bill, naturalmente, appena
arrivato in città la perde malamente. Gli resta in
tasca la paga, che gli viene però rubata da un falso
amico. Tradito e senza soldi, non perde però troppo
tempo a piangersi addosso né a filosofare sulla malvagità degli uomini. Presto trova un altro amico,
Terry, senza lavoro, senza soldi e, come si saprà dopo,
gravemente malato. Come col ragazzo che l'aveva
derubato, Bill torna a fidarsi ciecamente del suo
nuovo compagno di vita.Gli rimedia qualche soldo, se
lo porta nella sua pensione e gli paga il letto. Gli
paga anche cibo, bevute, e corse ai cavalli. Il lettore
diffida, teme che si tratti di un nuovo tranello, ma...
il seguito naturalmente non lo raccontiamo perché
consigliamo di leggere questo buon libro di Frank
Sargeson, padre della letteratura neozelandese. La
sua è una testimonianza asciutta e ben scritta sulla
vita quotidiana di un paese che ai quei tempi era
poco più di una colonia e un quadro incisivo delle
povere vite degli uomini che lo popolavano.»
LA PREALPINA DI VARESE
«Non importa che sorta di notte avete avuto, le cose
al mattino sono sempre diverse.» In questa lapidaria
considerazione di Frank Sargeson, troviamo una
chiave di lettura che ci aiuta a muoverci nel suggestivo mondo poetico di uno dei più bravi maestri di
short story del Novecento. Il suo è lirismo della
perenne estate arida della Nuova Zelanda...»
FABIO DE SANTI, L'ADIGE DI TRENTO
«E' davvero un maestro Sargeson; oggi riconosciuto
tra i grandi.» MONICA GIOVANNONI, IL MANIFESTO
«... fa venire alla mente le cose migliori di
Hemingway e Anderson.» PAOLO BERTINETTI, L'UNITÀ
«Nel libro domina incontrastato il realismo graffiante
e disilluso tipico delle storie del padre della letteratura neozelandese, uno dei più straordinari maestri
di short story del Novecento.» LA PROVINCIA DI COMO
«A piedi raggiunge il treno per la città. Ha lasciato
un lavoro e la fattoria dei due contadini anziani che
lo hanno accolto e lo hanno avuto alle loro dipendenze. Ora Bill è un uomo libero. La vecchia gli regala
una sterlina d’oro. Con sé porta l’ansia dei giovani di
raggiungere il futuro, nonostante non si sappia dove
sia e cosa sia. In città trova a fatica un lavoro, una
camera dove dormire e un amico. Un romanzo sospeso nel tempo, nel vuoto della solitudine che va e che
viene. Alta prova letteraria dell’autore neozelandese.» FRANCESCA DALLATANA, GAZZETTA DI PARMA
Frank Sargeson (Hamilton, 1903 - Wellington,
1982), protettore e amico di Janet Frame, produsse
romanzi, racconti e opere radiofoniche di giornalismo
letterario. E' considerato uno dei grandi della letteratura neozelandese.
AUTORE
TITOLO
COLLANA
PAGINE
FORMATO
ISBN (13)
PREZZO
LEGATURA
FINITURA
COVER
Frank Sargeson
Quell’estate
Narratori Tranchida 8
101
21x14
978-88-8003-342-4
12,50 euro
Filo refe
Brossura con alette plastificata opaca
Artist Illustrator © Marco Ceruti
dall’autore di «Vivere mi piace da morire»
Graffianti storie d’amore tra il bene e il male
Ludwig è un appassionato del meteo. Sì, proprio delle
previsioni del tempo che ogni giorno ci dicono se piove
o ci sarà il sole: le ascolta diligentemente e segue alla
lettera quello che dicono, convinto che non lo potranno
mai tradire. Ma il meteo non riesce a prevedere l'arrivo dell'uragano Giada, la bellissima ragazza che si
presenta alla sua porta dichiarando di essere la donna
della sua vita. L'esistenza di Ludwig ha una svolta
inaspettata: ora c'è una donna fantastica che lo ama
incondizionatamente, anzi di più: lo adora e lo fa stare
bene con se stesso e con il mondo. Davvero non si può
immaginare cosa possa andare storto... “Vede dottore”,
disse alla prima visita “io piango a metà”. Wolf le ha
provate tutte per curare questo male insolito e persistente, ma le lacrime continuano a sgorgare copiose da
un unico occhio, e quel che è peggio è che lo fanno continuamente. Wolf ha imparato a vivere con gli occhiali da sole sempre ben saldi sul naso, fedele alle raccomandazioni di sua madre “Un uomo non deve farsi
vedere piangere. Mai.” Chissà se saranno le cure del
dottor Wang, le profezie della maga Alma o addirittura l'ipnosi del professor Morph a salvarlo, o se invece
la soluzione al problema è molto più facile di quello
che ci si possa aspettare... Matteo parla con Dio. Ogni
giorno, in qualsiasi situazione, ad alta voce e appartandosi un momento dagli amici come se dovesse fare
una telefonata importante. Le domande sono le più
svariate, da “Faccio bene a comprare i Bot anziché i
Bond?” a “Perchè Maddalena non crede in te?” Purtroppo però le risposte non arrivano, con suo sommo
rammarico. Matteo prova quindi a scrivere una lettera all'Onnipotente e aspetta fiducioso che il suo “interlocutore” si manifesti chiaramente. Le cose non cambieranno fino a quando Maddalena (sì proprio quell'atea-agnostica della sua ragazza) gli mostrerà un altro
punto di vista...
Quattordici racconti che narrano l'Amore nelle sue
forme più inaspettate e allo stesso tempo più autentiche e umane. Grazie a una scrittura ricca di metafore
ricercate e mai scontate e di immagini vivide e originali, Fulvio Fiori celebra la bellezza e la tristezza dell'amare e dell'essere (o non essere) amati, lasciandoci
sempre uno spunto di riflessione, o anche solo una
sensazione, un ricordo. L'amore è qualcosa difficilmente definibile e classificabile ma i personaggi surreali di queste storie sembrano volerci dire che l'unica
cosa che possiamo fare è viverlo, e celebrarlo in tutte
le sue forme. IRENE MAZZALI, MANGIALIBRI
Fulvio Fiori (Milano, 1955), Premio Troisi 2003 per
la migliore scrittura comica e Premio Teatro Totale
1999 per la drammaturgia, è autore di Vivere mi
piace da morire (1993, in classifica tra i più venduti)
e Riflessioni trasparenti (1994) per Tranchida;
Lattuga (2001, Telefono Azzurro tra i migliori libri
per l’infanzia). I suoi “AFioriSMI” sono citati in decine di blog e siti internet. Dal 2008 è speaker e direttore di doppiaggio per MacroVideo. Tradotto e pubblicato in USA nell’antologia internazionale Geary’s
Guide to the World Great Aphorists (Bloomsbury,
2007), è considerato tra i grandi autori di aforismi
del mondo.
AUTORE
TITOLO
COLLANA
PAGINE
FORMATO
ISBN (13)
PREZZO
LEGATURA
FINITURA
Fulvio Fiori
Tutta colpa dell’innocenza
Narratori 6
166
21x14
978-88-8003-337-0
14,50 euro
Filo refe
Brossura con alette plastificata opaca
COVER Artist Illustrator © Marco Ceruti
« Suzanne Dracius è una delle voci
femminili più importanti della Martinica
»
«Sebbene lei stessa sia restia ad ammetterlo,
Suzanne Dracius è diventata una delle voci femminili più importanti della Martinica... riesce a brillare
nel panorama di una lunga tradizione letteraria e
soprattutto in quella antillana… la sua scrittura è
costantemente pervasa dall’umorismo.»
JEAN-PIERRE PIRIOU, THE FRENCH REVIEW, USA
Dalla Martinica a Parigi e ritorno. Dentro un baule
che contiene una concentrata e implacabile identità.
Storia di due donne che non dimenticano l’Africa, la
loro madre originaria. Una di loro non le assomiglia
ma fa di tutto per emularla, Invece, l’altra ha la stessa pelle nera dell’Africa che le è perdutamente
madre. Una madre da dimenticare, dissimulando la
propria identità. Storie al femminile di appartenenze, di lontananze e di relazioni temporali tra un passato che non se ne va e uno strano presente.
FRANCESCA DALLATANA, GAZZETTA DI PARMA
L’altra che danza è il romanzo dell’universo meticcio,
che si svela dallo sguardo di due sorelle, Rehvana e
Matildana; l’una dai tratti quasi occidentali che lotta
per far spiccare la propria negritudine, l’altra che
vive con naturalezza le tracce delle proprie origini
africane. Tra loro l’innocenza della piccola Aganila,
spettatrice silenziosa sulla quale si concentrano i
desideri e le aspettative di tutti.
Suzanne Dracius racconta una storia di intolleranza
razziale al contrario: etica ed estetica di una cultura
non possono essere modellate nei salotti e nelle accademie in cui si finge di non vedere il nero della pelle
e la memoria primitiva che esso occulta e protegge. Il
sogno ostinato di Rehvana è allora il tentativo di un
ritorno ai primordi, all’ascolto della natura che ha
impresso la propria potenza nell’orgoglio e nei ricci
ribelli della sua gente.
In un costante andirivieni tra Parigi e Martinica si
incontrano tanti personaggi diversi, ognuno a suo
modo caratterizzato da un infantile e quasi tenero
estremismo difficile da estirpare. Rehvana è alla
ricerca di un’identità che, tuttavia, sente essere ben
lontana dal modo di vivere di tutti i personaggi con
cui entra in contatto.
Anche la Martinica, approdo leggendario degli antenati in catene, restituisce una realtà molto diversa
da quella decantata nei racconti degli esuli. Un turbine di profumi, sapori e riti magici lascerà emergere
poco a poco come sia impossibile celebrare alcuna
genesi senza prima risolvere la distanza dal proprio
sangue, da Matildana, l’altra, sorella inflessibile che
potrebbe diventare vera incarnazione di Madre
Africa e della sua danza vitale.
Poetessa, drammaturga e narratrice, Suzanne
Dracius (Fort-de-France, 1951) ha diviso la sua vita
fra la Martinica e Parigi. Laureata in Lettere
Classiche alla Sorbona, ha insegnato a Parigi, in
Martinica e negli Stati Uniti. Rivelazione letteraria
grazie al romanzo L’altra che danza, finalista al Prix
du Premier Roman 1989, il suo corpus include due
poemi in creolo con traduzione francese e una raccolta di racconti. Le sue opere sono tradotte in più lingue e studiate nelle università di tutto il mondo.
AUTORE
TITOLO
COLLANA
PAGINE
FORMATO
ISBN (13)
PREZZO
LEGATURA
FINITURA
Suzanne Dracius
L’altra che danza
Narratori 5
267
21x14
978-88-8003-335-6
16,00 euro
Filo refe
Brossura con alette plastificata opaca
COVER Artist Illustrator © Marco Ceruti
SHIRIN NESHAT
DONNE SENZA UOMINI LEONE D’ARGENTO
ALLA 66a MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA
DA QUESTO ROMANZO IL FILM DI
Iran, 1953. Sullo sfondo tumultuoso del colpo di stato
appoggiato dalla CIA, i destini di quattro donne confluiscono in uno splendido giardino di campagna dove
trovano indipendenza, conforto e amicizia.
Shahrnush Parsipur, acclamata scrittrice iraniana in
esilio, racconta in modo elegante e incisivo una penetrante riflessione su un momento cruciale della storia
del suo paese che ha condotto direttamente alla rivoluzione islamica e all'Iran che conosciamo oggi.
«Il bellissimo e poetico romanzo della scrittrice iraniana Shahrnush Parsipur» CORRIERE DELLA SERA
«(...) Ora quelle stesse donne sono diventate protagoniste di uno dei film più “tosti” e visionari del concorso: Donne senza uomini, ispirato all’omonimo romanzo dell’iraniana Shahrnush Parsipur, scrittrice censurata ed esiliata a causa di questo suo testo-denuncia
in cui racconta una pagina cruciale della storia
dell’Iran (...)» GABRIELLA GALLOZZI, L’UNITÀ
«Shahrnush Parsipur è una scrittrice molto amata in
Iran nonostante la sua opera sia proibita. Dopo anni
di sofferenze, prigione, la malattia, un figlio da cui è
stata separata a forza, ha preferito l’esilio in
California e Shirin Neshat non ha mai avuto un
momento di esitazione. Conosceva i romanzi di
Parsipur sin da ragazza, quando viveva ancora in
Iran prima di fuggire, anche lei, negli Stati Uniti;
sapeva che il suo primo film da regista si sarebbe
ispirato a lei, a quel romanzo dal quale tutti le dicevano di stare lontana. È un libro maledetto, le ripetevano. Donne senza uomini è invece diventato il suo
film, un esordio bello e forte (...)»
CRISTIANA PICCINO, IL MANIFESTO
«Frammenti di romanzo per comporre il ritratto
corale della condizione femminile in Iran, oggi e nel
passato prossimo. L’autrice propone alcuni
medaglioni femminili e nel frattempo tesse la tela
dell’ambientazione sociale. Sono donne reali, proposte nella semplicità della loro quotidianità. Sono
donne inquiete e molto diverse, persone che vivono
male la loro prigionia entro i confini disegnati su
misura da una tradizione secolare per il genere femminile. Ciascuna, a suo modo, si ribella. In silenzio
oppure nel clamore del disgusto. L’autrice, detenuta
per diversi anni, è una sociologa che ha prestato la
penna alla letteratura. Ora vive negli Stati Uniti.»
FRANCESCA DALLATANA, GAZZETTA DI PARMA
Shahrnush Parsipur (Teheran, 1946), arrestata
senza un’accusa formale una prima volta dalla polizia segreta dello shah di Persia, la famigerata Savak,
viene nuovamente arrestata e tenuta prigioniera per
cinque anni dopo la rivoluzione khomeinista del
1979. Nel 1990, dopo la pubblicazione di Donne
senza uomini, viene ancora una volta arrestata e
detenuta per sei mesi, e un altro breve arresto ha
luogo nel 1992. Tra le sue opere, tutte messe al
bando, ricordiamo il romanzo Tuba e il senso della
notte (Tranchida, 2000), che ha venduto oltre cinquantamila copie.
Shahrnush Parsipur nel 1993 ha ricevuto il Premio
Lillian Hellman/Dashiell Hammett per il coraggio
mostrato contro la repressione dei diritti umani.
Vive in esilio negli Stati Uniti.
AUTORE
TITOLO
COLLANA
PAGINE
FORMATO
ISBN (13)
PREZZO
LEGATURA
FINITURA
Shahrnush Parsipur
Donne senza uomini
Narratori Tranchida 4
110
21x14
978-88-8003-334-9
13,00 euro
Filo refe
Brossura con alette plastificata opaca
COVER fotogramma da Donne senza uomini
I NOSTRI 10 ROMANZI GIALLI PREFERITI
« Quale detective ci ha colpiti
di più? Abbiamo scelto per voi la
migliore narrativa poliziesca. »
« 50 gialli da leggere
prima di morire. »
MALCOLM JONES
«La prima indagine di Jack Laidlaw emerge per la
sua qualità splendidamente alta. Un mondo a sé,
distinto dagli altri esempi del genere [...] McIlvanney
esplora la questione più intrigante del perché la
gente commette un omicidio e delle atroci conseguenze della violenza.» THE GUARDIAN
«La scrittura del libro è densa ed evocativa, e i personaggi orribilmente credibili. Prendete una copia di
Laidlaw prima che potete.» LE MONDE
«Ci sono scrittori di alto profilo è uno di questi è lo
scozzese William McIlvanney, e il suo romanzo
Laidlaw. Indagine a Glasgow, grazie all'editore e a
Carmine Mezzacappa, autore di una magnifica traduzione, arriva come una bella sorpresa in libreria.
McIlvanney ha scritto molti altri libri (speriamo
subito tradotti), poesie, saggi, ed è politicamente
impegnato ("sono un socialista senza tetto").
Indagine a Glasgow va al di là del genere poliziesco
perché, con il pretesto della detective-story, parla
della realtà sociale di Glasgow inserendola in una
trama spumeggiante, con feroci dialoghi che fanno
pensare. I critici lo hanno paragonato al solito
Chandler. Ma l'eroe chandleriano, è un cinico che
pensa solo a risolvere il caso, mentre l'ispettore
Laidlaw di McIlvanney è un poliziotto atipico, malinconico, turbato da mille dubbi sia sul lavoro sia nella
vita privata. La sua regola è non giudicare niente e
nessuno in base a etichette o discriminazioni. Si sa
subito che è l'assassino della ragazza trovata in un
bosco: un giovane, amante d'un raffinato uomo di
loschi affari, che a sua volta ama disperatamente il
ragazzo al punto di suicidarsi. Si chiede Laidlaw:
"Noi che ci riteniamo normali siamo in grado d'amare con la stessa intensità?" Tra omosessuali, spietati
gangster, piccoli mestatori d'intrighi e tradimenti e lo
strano padre della ragazza morta, si snoda una
trama difficile da raccontare, lampeggiante com'è
pagina dopo pagina di lucide riflessioni e acide
malinconie, nella quale tutti cercano invano risposte
alla loro "fatica di vivere".» D-LA REPUBBLICA
«... E Laidlaw, come logica vuole, è il detective violento e umano al tempo stesso, mirabilmente scolpito
nei suoi difetti ma anche nella sua eccentrica personalità, che conduce le indagini sull’omicidio di una
bella ragazza... » IL SOLE-24 ORE
William McIlvanney, nato a Kilmarnock nel 1936,
è uno dei maggiori scrittori scozzesi contemporanei.
Tra i suoi romanzi ricordiamo il ciclo dell’ispettore
della Omicidi di Glasgow Jack Laidlaw che include
Le carte di Tony Veitch, Big Man e Oscure lealtà,
Feriti vaganti, La fornace e Weekend.
Le sue opere sono pubblicate in Italia da Tranchida.
AUTORE William McIlvanney
TITOLO Laidlaw.
Indagine a Glasgow
COLLANA Narratori Tranchida 3
PAGINE 307
FORMATO 21x14
ISBN (13) 978-88-8003-333-2
PREZZO 15,00 euro
LEGATURA Filo refe
FINITURA Brossura con alette plastificata opaca
COVER Neil Wilder
« Il pungente ritratto dell’infanzia di Buten
è diventato un classico in Europa.
In Francia ha venduto milioni di copie ed è stato
salutato come il Giovane Holden francese. »
«In questo classico moderno di uno dei più amati
scrittori contemporanei in Francia, Howard Buten
restituisce, con stupefacente introspezione e linguaggio, la storia di un bambino disturbato – o forse perfettamente normale – mettendo in discussione i confini dell’amore e della vita.» TIME
«È un romanzo degno di attenzione della tragedia
che può risultare quando bambini e adulti falliscono
nel comprendersi a vicenda [...] Questo racconto psicologicamente intenso ha un ritmo veloce, e il difficile intento di ricreare la voce di un bambino con
autenticità e profondità ci dà la prova che Buten è
dotato come letterato di stile e narratore.»
PUBLISHERS WEEKLY
«Howard Buten ci offre l’indagine della mente di un
bambino... queste sono le parole di un narratore
innegabilmente dotato.»
THE NEW YORK TIMES BOOK REVIEW
«Questa è la storia di Burt così come viene scritta
con una matita sui muri del Centro di neuropsichiatria infantile. Una rara e brillante evocazione del
sistema mentale di un bambino.»
GREG EDEN, THE BOOKSELLER
Howard Buten, americano di Detroit dove è nato
nel 1950, conduce una vita organizzata su tre fronti.
Il primo, quello di Buffo, il clown, figlio di Grock,
timido, curioso, naif, nato nel 1974 in un piccolo circo
americano, che strabilia e affascina a ogni rappresentazione. Il secondo, quello del dottor Buten, lo psicologo che dirige il Centro Adam-Shelton, dove tenta di
comunicare con i bambini autistici a sentirsi meglio
nel loro corpo e nella loro anima. Il terzo, infine,
quello di Howard Buten il romanziere, che ha scritto
libri bellissimi e commoventi come Il cuore sotto il
rullo compressore, Mister Butterfly e La notte delle
stelle, tutti pubblicati in Italia da Tranchida.
Nel 1991 è stato nominato Chevalier des Arts et
Lettres, la più alta onorificenza per le arti e le lettere
in Francia.
AUTORE Howard Buten
TITOLO Quando avevo cinque anni,
mi sono ucciso
COLLANA Narratori Tranchida 1
PAGINE 194
FORMATO 21x14
ISBN (13) 978-88-8003-331-8
PREZZO 14,00 euro
LEGATURA Filo refe
FINITURA Brossura con alette plastificata opaca
COVER Artist Illustrator Gilbert Raffin
Le più belle
short stories
del grande
narratore
irlandese
« [...] Tanti i personaggi raccontati da questo scrittore coraggioso che canta la forza di un’Irlanda che
mai ha tollerato il peso del giogo; le storie del
Connacht sono in primo luogo quelle degli umili e dei
dimenticati, avvezzi a un’esistenza dura: storie di
affittuari e spaccapietre, migranti e sfrattati.
O’Kelly ci restituisce la vita di campagna, in un
periodo cruciale della storia irlandese che pone le
premesse di quella che nella prima metà del
Novecento si trasformerà in una drammatica guerra
civile: l’ultimo ventennio dell’Ottocento, quando con
urgenza comincia a porsi la drammatica questione
della terra. Le centinaia di fittavoli arrestati per
essersi opposti agli affitti sempre più alti imposti dai
landlord sono l’emblema di una fierezza mai sopita,
narrata da un autore che ha pagato con la vita il suo
orgoglio ostinato.»
EMANUELE SALVATO, LA VOCE DI MANTOVA
«Un’acqua scura, che ricorda il colore di un fiume
tuffato nella terra, imbrigliato nel fango. È il poteen,
il whiskey irlandese distillato clandestinamente ed
offerto in segno di ospitalità. Con il poteen in corpo,
si incontrano visi tagliati con l’accetta, cupi di stanchezza. E si vedono figure strane dentro il fuoco delle
case. Le storie brevi di Seumas O’Kelly raccontano la
campagna d’Irlanda. Racconti di freddo, di pensiero e
di solitudini che si incontrano. Racconti di un giovane scrittore, morto nel 1918, per invocare la libertà
attraverso una forte dichiarazione di identità.»
FRANCESCA DALLATANA, GAZZETTA DI PARMA
Seumas O’Kelly, drammaturgo, romanziere, autore
di racconti e giornalista, nacque in Irlanda a
Loughrea, Galway, nel 1881. Morì prematuramente,
nel novembre 1918, nella redazione del “Nationality”,
per un’emorragia cerebrale a seguito delle violenze
compiute all’interno del giornale da parte delle truppe inglesi d’occupazione.
Nei pochi anni della sua vita ebbe un’intensa produzione letteraria (in buona parte pubblicata postuma)
e scrisse per numerosi giornali.
Di Seumas O’Kelly ricordiamo Racconti Irlandesi
(Biblioteca Tranchida, 2000).
AUTORE
TITOLO
COLLANA
PAGINE
FORMATO
ISBN (13)
PREZZO
LEGATURA
FINITURA
Seumas O’Kelly
Lungo le strade
Narratori 2
159
21x14
978-88-8003-332-5
13,50 euro
Filo refe
Brossura con alette plastificata opaca
COVER Artist Illustrator Gertrude Degenhardt