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UN ORDINE PER TUTTI
Relazione al Consiglio Nazionale
Roma, 28 marzo 2015
a cura del Presidente Fnovi, Gaetano Penocchio
1. LA FUNZIONE ORDINISTICA: COSE CHE RESTANO
- Siamo una carica elettiva e pubblica
- Una complessa macchina istituzionale
- Se l’Ordine è di qualità lo saranno anche gli iscritti
- Il Codice Deontologico è una Legge
2. LA FUNZIONE ORDINISTICA: COSE CHE CAMBIANO
- Superare i limiti dell'efficacia disciplinare
- Trasparenza e anticorruzione
- Antitrust e Anac: Autorità o antagonisti?
- Legittimità di creazione e tenuta di elenchi professionali
- Revisione degli Ordini delle professioni sanitarie
3. LA MEMORIA DEL FUTURO - IL PASSATO COME GUIDA
ALLA PROGRAMMAZIONE
- Liberalizzazioni, concorrenza e qualità
- La Responsabilità Civile Professionale
- Le società tra professionisti (STP)
- L'aggiornamento professionale
- Dalle Facoltà ai Dipartimenti
- Riorganizzazioni e riforme istituzionali
4. IL CONTESTO ECONOMICO: UN QE ANCHE PER LA
VETERINARIA
- La crisi delle professioni intellettuali
- Fiscalità e sviluppo economico
- Ci sono soldi per tutti, tranne che per i professionisti
- Il SSN e la direzionalità
- Sicurezza alimentare e LEA
5. NUOVI SBOCCHI: COSTRUIAMO LA NOSTRA STRADA
- Nuovi ambiti occupazionali
- Lauree triennali e nuove professioni
- Nuove professioni
- La certificazione dei profili professionali
- Una veterinaria che non si nasconde
- L'etica dell'impegno
6. GIOVANI, GIOVANILISTI E FUTURISTI
- "Tirocini" post laurea
- Una proposta: il praticantato facoltativo
- Una realtà: la formazione sul campo
7. L'ETICA DELLA COMUNICAZIONE
- Lo stile di un Ordine
- Comunicare a chi?
- Sui social con deontologia
- Le forme del disagio, legalità e intimidazioni
8. IL MEDICINALE VETERINARIO - PRINCIPI E VALORI
'ATTIVI'
- Un pool di esperti
- Auditi per essere ascoltati
- Last but not least: i mangimi medicati
9. IL VETERINARIO AZIENDALE E LA TEORIA DEI GIOCHI
- Serve un nuovo paradigma non un nuovo professionista
- Fondagri e la nuova Politica Agricola Comune
- Al Mipaaf sulle ali delle api
- I medici veterinari nel settore ittico
- Una politica per gli equidi
10. EUROPEI D'ITALIA, ITALIANI D'EUROPA
- La Fnovi è europeista
- Roma - Bruxelles - Roma
- Nell'interesse dell'Europa vuol dire di tutti
Il “puer” ispira lo sbocciare delle cose,
il “senex” presiede al raccolto.
Ma la fioritura ed il raccolto si succedono
ad intermittenza durante la vita (J. Hillman)
Gli dica di rispettare i sogni
della sua giovinezza
quando sarà uomo (W. Benjamin)
- UN ORDINE PER TUTTI - Relazione al Consiglio Nazionale Roma, 28 marzo 2015
a cura del Presidente Fnovi, Gaetano Penocchio
Stimati Colleghi e Presidenti,
è mia ferma convinzione che il Consiglio Nazionale della Fnovi sia un luogo
fondamentale per i destini culturali della nostra professione. E' la vera sede di
autogoverno, disciplina e programmazione della Medicina Veterinaria. Ma è anche la
sede della nostra memoria collettiva, di quella autocoscienza professionale,
indispensabile a chiunque abbia doveri ordinistici, per assumere consapevolmente una
carica elettiva e per promuovere un coscienzioso esercizio professionale. E d'altra parte
non c'è memoria senza conoscenza, applicazione, studio e riflessione. Non c'è forma di
avanzamento culturale alcuno in una professione che non conosca, che non ricordi, che
non abbia ragionato sulle proprie azioni, decisioni ed errori.
La guida della professione non è un hobby, non è volontariato, ma un dovere
istituzionale che una volta assunto costa sforzi non superabili senza una chiara
consapevolezza del mandato. Essendo la Fnovi il luogo della sintesi istituzionale degli
iscritti e degli Ordini provinciali, la sede ufficiale della rappresentanza professionale e
della disciplina deontologica, ai suoi organi nazionali e provinciali è richiesto un
ponderoso impegno, pubblico e personale. La Fnovi chiede agli Ordini grandi sforzi di
progresso qualitativo, ricordando loro che siamo componenti di diritto del Consiglio
Superiore di Sanità, del Comitato Nazionale per la Bioetica, della Commissione
Centrale Esercenti le Professioni Sanitarie del Ministero della Salute, della
Commissione Nazionale per l’Educazione Continua in Medicina e in molti altri contesti
pubblici.
Dell’azione politica collettiva e dei nostri impegni, nel mandato che si è concluso come
in quello che si apre, rimarrà il lascito a tutti coloro che hanno evidenza degli
accadimenti di questi anni e delle azioni in cui è tessuta la vicenda professionale,
ordinistica, politica, culturale e sociale di questi anni.
Il Consiglio Nazionale e il Comitato Centrale della Fnovi hanno questo compito e
questa responsabilità.
1. LA FUNZIONE ORDINISTICA: COSE CHE RESTANO
 Siamo una carica elettiva e pubblica
Le cariche ordinistiche sono elettive e vengono assunte per investitura conferita dai
Medici Veterinari. Di questo mandato occorre essere sempre pronti a rendere conto. E'
ancora molto forte la tentazione di guardare all’Ordine come ad un circolo privato e di
piegarlo a convenienze particolari, mentre siamo res publica e abbiamo obblighi di
trasparenza e di servizio verso i cittadini e verso lo Stato prima ancora che verso gli
iscritti. In questo senso gli iscritti devono poter contare sul massimo ritorno della quota
obbligatoriamente versata, in termini di efficienza amministrativa. In questo triennio, la
Federazione ha messo a disposizione degli Ordini un impressionante ventaglio di
strumenti oggi sottoutilizzati dagli Ordini e dagli iscritti. Come la Fnovi è tenuta a
rendere conto pubblicamente e con trasparenza delle risorse impiegate, gli Ordini e gli
iscritti lo sono nei confronti delle risorse sprecate.
 Una complessa macchina istituzionale
La Fnovi e gli Ordini provinciali sono tenuti per legge ad una serie di adempimenti
legislativi e burocratici, anche nuovi o rinnovati, che comportano una puntuale
osservanza di norme e scadenze e che non possono essere disattesi. La maturità
istituzionale di un Ordine è dimostrata dalla sua capacità di adempiere con il massimo
della compliance e il minimo dispendio di risorse umane, di mezzi e di tempo.
L'obiettivo è raggiungibile solo attraverso una rigorosa conoscenza degli adempimenti e
degli strumenti per assolverli. La Fnovi è in questo senso una fonte di informazione,
formazione e coordinamento attraverso circolari dedicate, piattaforme gestionali
condivise e assistenza. Gli Ordini provinciali ricevono supporto costante anche
attraverso l'alleggerimento di funzioni assolte direttamente dalla Fnovi. L’impegno nella
gestione amministrativa della Fnovi è stata rafforzata dalla creazione di un Consorzio
che rende agli Ordini consorziati un servizio straordinario, evita la moltiplicazione dei
centri di spesa e di replicare funzioni assolvibili con un unico strumento centralizzato.
 Se l’Ordine è di qualità lo saranno anche gli iscritti
Dal Decreto Bersani alla riforma delle professioni del 2012 si è stabilito un nesso
causale tra liberalizzazioni e qualità delle prestazioni, sia in regime privato che
pubblico. Non è paradossale affermare che proprio gli Ordini sono diventati i custodi
delle liberalizzazioni. Su di essi ricadono aspettative istituzionali che impongono una
sincera autocritica. Un nuovo clima culturale vuole una professione inattaccabile e
culturalmente attrezzata. Possiamo dire di esserlo? Non possiamo rispondere
affermativamente per almeno due ragioni: la prima è il persistere di una errata
concezione vetero-corporativista dell'Ordine come luogo della tutela degli interessi
degli iscritti anziché del diritto dei cittadini a ricevere prestazioni di qualità; la seconda
è il persistere nel corpo professionale veterinario di squilibri interni, senza una eguale
tensione verso la qualità, includendo nel concetto di qualità tanto la preparazione
disciplinare-intellettuale che la maturità etico-deontologica.
 Il Codice Deontologico è una Legge
I principi di riforma delle professioni si rispecchiano nel nostro Codice Deontologico.
Una corrispondenza perfetta quale non potrebbe mancare in un codice di condotta
professionale che affonda le radici nella cornice giuridica nazionale ed europea. Gli
iscritti che sostengono l'inconsistenza formale del Codice Deontologico del Medico
Veterinario, si comportano alla stregua di quanti disconoscono la legalità, essendo
perfetta la corrispondenza fra deontologia e legalità, in altre parole potendosi leggere
nel Codice Deontologico una sorta di "guida" all'esercizio professionale ai sensi di
legge. Sminuire il Codice Deontologico equivale ad incoraggiarne il disconoscimento,
ponendo in essere una condotta anti-deontologica e perciò stesso perseguibile
disciplinarmente. I Presidenti e gli Iscritti riconoscano nel Codice Deontologico del
Medico Veterinario uno strumento regolamentare sostanziato dalla Legge e a
contrastare diffusi atteggiamenti di comodo che negano alla deontologia fondamento
giuridico: non c'è articolo del nostro Codice deontologico che non trovi il proprio
corrispondente in un articolo di Legge.
2. LA FUNZIONE ORDINISTICA: COSE CHE CAMBIANO
 Superare i limiti dell'efficacia disciplinare
Da febbraio 2014, l’Albo unico nazionale dei medici veterinari deve annotare gli
eventuali provvedimenti disciplinari a carico di ciascun iscritto. Occorre mostrare più
efficienza e più terzietà nell’esercizio della vigilanza e della funzione disciplinare.
Diciamo basta agli scandali televisivi, alla pressione di chi invoca soluzioni
giustizialiste riappropriandoci della nostra autorità. Diversamente l'Ordine sarà
esautorato da coloro che danno fiato all’Antitrust quando sostiene l’ingresso di
rappresentanti esterni negli Ordini, cosa ben diversa dalla più ragionevole ipotesi di
separare la funzione amministrativa da quella disciplinare.
Vanno riconosciuti e superati due limiti: il primo è la scarsa determinazione a
contrastare chi non è più degno del patto fiduciario con l’Ordine e dell’abilitazione
all’esercizio esclusivo e protetto della nostra professione, anche a causa di complicità
interne alla nostra stessa categoria; la seconda è l'assenza di strumenti giuridici
rafforzativi della potestà disciplinare dell'Ordine, quali ad esempio il rapporto con
l'Autorità giudiziaria in corso di procedimenti penali o civili a carico degli iscritti. Non
si può chiedere all'Ordine di applicare provvedimenti sanzionatori a carico degli iscritti,
sconfessabili dal più alto giudizio di Tribunali e Corti. Sono agli atti le iniziative della
Fnovi nei confronti del Ministero della Giustizia, in sede di riforma degli Ordini (DDL
Lorenzin), dell'Antitrust e dell'Agenzia delle Entrate. E' del tutto evidente il tentativo
delle Authority e delle Agenzie di sostituirsi all'Ordine. E' del tutto evidente la necessità
di una collaborazione fra le istituzioni.
 Trasparenza e anticorruzione
La Federazione è una casa di vetro. I suoi atti sono pubblici e pubblicati. Dopo
l’esperienza del Bilancio Sociale e la pubblicazione on line degli ordini del giorno del
Comitato Centrale, la Federazione ha promosso anche attività di comunicazione in
differita video e in diretta audio delle attività del Consiglio Nazionale, per consentire a
tutti gli iscritti di partecipare all’Assemblea nazionale dei Presidenti. Tutti gli atti dei
Consigli nazionali, amministrativi, formativi e di attualità professionale sono da sempre
nella disponibilità degli iscritti tramite il proprio Ordine provinciale che li approva. Con
l'entrata in vigore delle norme sulla trasparenza e sulla prevenzione della Corruzione,
sul portale www.fnovi.it è stata aperta una vasta sezione denominata "Amministrazione
trasparente", dove la Federazione è tenuta a pubblicare una serie di atti, fra cui i
Bilanci. La trasparenza è un diritto del cittadino e quindi del medico veterinario che può
essere pienamente soddisfatto solo se questi ne conosce gli strumenti e le appropriate
sedi d'esercizio.
La diffusione della cultura della legalità è una priorità per tutto il sistema associativo e
sociale. Il sistema ordinistico deve sentirsi costantemente impegnato, con regole e
comportamenti concreti, ad impedire ogni possibile contiguità con illegalità, corruzione,
omertà. Ne discende un dovere di trasparenza che sottende il diritto di tutti i medici
veterinari a ricevere informazioni non distorte, e quello di accedere alle informazioni
esistenti. L’azione degli Ordini deve fondare su un presupposto: l’incompetenza va a
braccetto con la corruzione, dove vi è corruzione diffusa non si sente il bisogno di
investire sulle competenze.
Abbiamo voluto avviare un progetto che qualificasse gli Ordini quali enti con un
sistema di autocontrollo efficace di prevenzione della corruzione. Gli strumenti che
venivano individuati erano relativi al dettame legislativo, alla creazione di una Carta
etica e al bisogno di ascoltare la professione. La realizzazione di questo percorso, che
contempla aspetti formativi, divulgativi e di consulenza, necessita di collaborazioni e di
partner qualificati, e per conoscenze tecniche, e per sensibilità e per garanzie etiche, al
fine di fare degli Ordini e della Federazione ambienti di ascolto e cultura della legalità.
Per queste ragioni la Federazione ha aderito al progetto, che non prevede oneri,
Illuminiamolasalute: un progetto promosso da Libera, Gruppo Abele, Coripe e Avviso
Pubblico e ha l'importante sostegno di numerose istituzione fra cui AGENAS e FIASO.
Obiettivo di Illuminiamolasalute è quello di promuovere iniziative formative, di
monitoraggio, di valutazione, di ricerca e cambiamento per sostenere un sistema
sanitario pubblico e sociale integro, efficiente, al servizio di tutti i cittadini, che vada
oltre la sola applicazione burocratica della legge 190/2012 per la prevenzione della
corruzione. La corrispondenza degli obiettivi di Illuminiamolasalute a quelli del sistema
ordinistico di tutela dei cittadini, ne fa il partner ideale in un ambito delicato che
richiede una crescita culturale che non può prescindere dalla partecipazione degli Ordini
quali protagonisti. In tempi brevissimi la Federazione ha concordato di sviluppare un
progetto di formazione rivolto in prima istanza agli Ordini dei medici veterinari che, nel
coprire il fabbisogno di conoscenze ai fini degli obblighi imposti dalla normativa sulla
trasparenza, avvii anche, nella scelta del percorso formativo, quella acquisizione di
consapevolezza che consenta un reale ruolo attivo della professione del medico
veterinario nella prevenzione della corruzione.
 Antitrust e Anac: Autorità o antagonisti?
Il ruolo delle Authority va considerato e rispettato. In una dialettica inter-istituzionale,
l'Ordine corrisponde e assolve ai propri doveri, con l'indipendenza l'autorevolezza che
discendono dall'ordinamento e dalla sue prerogative di organo ausiliario dello Stato.
Alle disposizioni fissate dalle Autorità (Agcm e Anac in particolare) intende
contrapporre piena titolarità e potestà secondo le attribuzioni di legge agli Ordini. La
Fnovi non intende porsi né asservita né resistente al cambiamento nei settori della
concorrenza e dell'anticorruzione, ma intende interagire con le Autorità in chiave
dialettica e critica ogni volta che la deontologia e l'etica professionale lo richiedono, per
evitare di snaturare la professione e lo status giuridico dell'Ordine, con surrettizi
tentativi di esautorazione.
 Legittimità di creazione e tenuta di elenchi professionali
L'Ordine professionale è legittimato dalla Legge a creare e tenere elenchi professionali
dei propri iscritti, finalizzati a consentire all'utenza la più agevole individuazione di
competenze particolari. La Fnovi è stata raggiunta dalla richiesta dell'Antitrust di fornire
chiarimenti in ordine alla propria attività ed alla predisposizione di elenchi di medici
veterinari. La richiesta sottendeva l’ipotesi di possibili intese restrittive della libertà di
concorrenza e di abuso di posizione dominante, segnalata all’Antitrust da soggetti della
categoria. In particolare l’AGCM chiedeva informazioni sugli elenchi attivati dalla
Federazione: quelli dei medici veterinari apistici, degli esperti in comportamento
animale, di quelli formati sui percorsi volontari per il rilascio del patentino ai proprietari
di cani, dei medici veterinari per gli animali esotici, per la telenarcosi. Gli elenchi
mettono in relazione i bisogni dei cittadini con i servizi erogati dai professionisti
ovvero l'elencazione pubblica - in costante aggiornamento - intende agevolare i soggetti,
pubblici e privati, nell'individuazione e rintraccio di medici veterinari che esercitano nel
comparto di riferimento e di interesse. Resta costante la condizione che non è previsto
obbligo di formazione 'abilitante' ai fini dell'inserimento in elenco.
Per il vigente ordinamento, il diploma di laurea in Medicina Veterinaria e l'esame di
Stato abilitano indistintamente all'esercizio professionale su tutte le specie animali
(d'affezione, selvatiche, esotiche), con evidente e conseguente esigenza del Medico
Veterinario di adempiere ai propri obblighi di aggiornamento permanente, in base ai
liberi indirizzi di carriera professionale e in relazione al settore disciplinare d'esercizio
esclusivo o prevalente (settore pubblico o privato/ settore disciplinare specie-specifico).
Solo lo Stato può identificare condizioni più restrittive dell’esercizio professionale;
questo accade ad esempio per accedere ai ruoli del Servizio sanitario nazionale e ai
contratti ACN della specialistica ambulatoriale. In questi casi, oltre al requisito
dell’iscrizione all’Ordine (che sottende la disponibilità di un diploma di laurea e il
superamento dell’esame di abilitazione) lo Stato chiede anche un corso di specialità in
materia attinente
Nell'ultimo decennio è cresciuta la domanda da parte di soggetti pubblici e privati di
conoscere l'ambito di attività/specializzazione/aggiornamento prevalente dei medici
veterinari, al fine di rivolgersi a professionisti con esperienza e aggiornamento
professionale in un dato settore.
La pubblicazione di elenchi risponde alla duplice esigenza di: a) assicurare trasparenza e
veridicità alla pubblicità informativa circa il possesso di determinate caratteristiche
professionali; b) agevolare la visibilità e il rintraccio di determinate competenze utili o
richieste anche dalle Autorità Competenti (Ministeri, Amministrazioni territoriali, Asl,
enti pubblici, ecc.). Fnovi, in quanto ente pubblico ausiliario dello Stato, annovera fra i
suoi compiti istituzionali quello di custodire la deontologia professionale, verificare
l'aggiornamento professionale, assicurare competenze coerenti con la riserva e
l'abilitazione di Stato nonché "proteggere" dall'abuso di professione, circostanza
quest'ultima alla quale sono particolarmente esposti settori d'esercizio professionale, in
assenza di adeguati sostegni normativi o informativi.
E’ fatto salvo che “tutti i medici veterinari iscritti agli ordini possono erogare tutte le
prestazioni professionali loro riservate”. Fnovi non ha mai promosso divieti, e ancor
meno abilitazioni. La Federazione Nazionale degli Ordini dei medici Veterinari Italiani
non ha mai pensato di porre ostacoli alla libera concorrenza, né hai mai attivato o
promosso “corsi abilitanti” all’esercizio professionale.
 Revisione degli Ordini delle professioni sanitarie
Resta forte la preoccupazione sulla reale volontà politica di procedere ad una revisione
legislativa sistematica degli ordini professionali e l’istituzione di nuovi Ordini per le
nuove professioni sanitarie. I rischi vanno dall’ennesima elusione legislativa ad una
normativa penalizzante figlia dell’ideologia che vuole gli Ordini Professionali
strutturalmente contrastanti con le regole della concorrenza e del mercato. Non
subiremo modifiche legislative che non percorrano vie di modernizzazione normativa e
giuridica delle nostre istituzioni. Non consentiremo ad altri soggetti di rivendicare
competenze riservate ai medici veterinari. Rispetto all'organizzazione regionale degli
Ordini,
è
necessario
qualificare
la
rappresentanza
professionale
regionale,
coordinamento indispensabile all’organizzazione degli Ordini provinciali sul territorio e
strumento di sintesi e confronto con il livello nazionale. In via generale, occorre
osservare lo stato di incompiutezza della riforma avviata dal Governo Monti che
nell'introdurre i "parametri tariffari" ha dotato la nostra come le altre professioni di un
formidabile strumento ad oggi mancante per assenza del più volte sollecitato decreto
attuativo.
3.LA MEMORIA DEL FUTURO - IL PASSATO COME GUIDA
ALLA PROGRAMMAZIONE
Serve voltarci indietro comprendere la portata della nostra professione, il contributo che
abbiamo dato e continuiamo a dare in ogni epoca; aiuterà anche noi stessi a prendere
coscienza di un ruolo non relegabile al mero strumento di scopo, alla dimensione
funzionale e finalizzata del gesto professionale. Fare il Medico Veterinario è difficile, lo
è sempre stato. Lo era quando gli animali avevano un ruolo socio-economico primario,
di basilare sussistenza e lo è oggi nell’era post-rurale, post-industriale, post-tutto, un’era
contraddittoria bulimica e anoressica, tecnologica e naturalista, nella quale, comunque
vada, portare salute agli animali e agli alimenti rimarrà essenziale. Non c'è
programmazione strategica che non tenga conto degli accadimenti trascorsi. E dunque
con quale atteggiamento ci poniamo alla guida dell'Ordine? Per rispondere, in primo
luogo a noi stessi, si potrebbe cominciare da una prova di memoria. Che cosa è accaduto
in questi tre anni?
 Liberalizzazioni, concorrenza e qualità
Le liberalizzazioni hanno mutato la visione giuridica, economica e sociale della
prestazione professionale e dunque il ruolo degli Ordini. Sono state definitivamente
archiviate le tariffe minime professionali, è stato introdotto l'obbligo del preventivo,
anche in forma non scritta, purché al conferimento d'incarico il professionista indichi,
"di massima", il compenso, adeguato all'importanza dell'opera, comprensivo di tutte le
voci di costo, inclusi oneri, spese e contributi; il professionista deve includervi tutte le
informazioni utili relative agli oneri ipotizzabili dall'inizio alla conclusione dell'incarico,
indicando anche i dati della polizza per la responsabilità civile. Qui si inserisce il
consenso informato, un esercizio deontologicamente qualificante della prestazione, non
derubricabile a "perdita di tempo". La trasparenza è il principio informatore
dell'incarico: E' stata poi definitivamente liberalizzata la pubblicità professionale e
anche in campo sanitario le pronunce dell'Autorità Garante della Concorrenza e del
Mercato hanno più volte sottolineato come il prezzo rappresenti una leva promozionale,
mentre il decoro professionale non risiede nella forma del messaggio a cui si chiede
unicamente di essere veritiero, ma nella qualità del servizio reso. Le posizioni
dell'Antitrust, più volte criticate dalla Fnovi per una lettura eccessivamente commerciale
dell'atto sanitario, richiamano tuttavia ad un riposizionamento sul mercato delle
prestazioni professionali basato su doti di managerialità che la Fnovi incoraggia
laddove, rispettose dell'etica, stimolino l'innalzamento della qualità professionale e del
servizio reso al cliente.
 La Responsabilità Civile Professionale
La RC professionale è diventata un obbligo dal mese di agosto del 2014 e la Fnovi ha
definito una convenzione per permettere agli iscritti di osservare un obbligo introdotto a
tutela del cliente dai danni derivanti dall'esercizio professionale. Quella del rischio
professionale è una sfera di formazione alla quale sarà opportuno dedicare più spazio,
non già per incoraggiare i detrattori della sanità veterinaria che non distinguono il
concetto di rischio da quello di danno, ma al contrario per rendere il Medico Veterinario
pronto ad affrontare e quando è il caso a respingere accuse strumentali, accanimento e
speculazioni legali. Lo strumento della polizza di responsabilità civile professionale è
una "copertura" che il professionista deve considerare come tale e non subire come una
sorta di sconfitta o di punizione. E va da sè che nessuna RC professionale cautelerà mai
il cliente, il paziente e lo stesso professionista, da malpractice dovuta a negligenze e
imperizie che fanno sempre il paio con la disonestà e l'ignoranza medica.
 Le società tra professionisti (STP)
Le società tra professionisti (STP) hanno cambiato il Codice Civile, dandoci forme
aggregative giuridicamente nuove, non più prese a prestito dalle imprese, ma - negli
intenti - su misura per le professioni. Ha fatto la sua comparsa il socio di capitale, sono
state disciplinate le forme cooperativistiche. All'interno del nostro Albo professionale ha
fatto il suo ingresso una sezione dedicata alle STP. Questa innovazione giuridica degli
assetti societari professionali non ha avuto successo tra le professioni regolamentate. Il
sospetto di una conversione in soggetto economico, in un Dottor Spa (cfr. 30giorni,
numero 11, anno 2011) ha giustamente generato una difesa dell'integrità deontologica. E
tuttavia è compito di una professione matura analizzare più a fondo gli strumenti
giuridici a disposizione e interrogarsi sulle possibili occasioni mancate, a fronte di una
grave sofferenza professionale, che risente anche di una evidente disorganizzazione del
sistema occupazionale e delle forme di esercizio professionale.
 L'aggiornamento professionale
L'aggiornamento professionale è definitivamente sancito come un obbligo di legge. La
nostra professione, anche se, in quanto sanitaria, dispone di un proprio sistema di
educazione continua in medicina, ricade sotto questo obbligo introdotto dalla riforma
delle professioni e sancito dal Codice Deontologico del Medico Veterinario. Come
misurare l'aggiornamento è questione a sé, dietro la quale non possono nascondersi
negligenze di formazione e di preparazione permanentemente coltivata. E’
giuridicamente e culturalmente da rigettare il concetto proposto da più parti che vuole
l’obbligo di aggiornamento a carico dei soli dipendenti il SSN. Non vi è differenza nel
dovere di aggiornamento, ma esiste una significativa differenza di mezzi. Resta
necessario disporre di sistemi di recupero fiscale dei costi sopportati. A distanza di 14
anni dall’avvio del sistema ECM, la Fnovi conferma la propria analisi: è un metodo per
misurare la formazione ma non è sinonimo di formazione. Nella valutazione dell’attività
di aggiornamento e in sede disciplinare gli Ordini devono tener conto di tutte le attività
di formazione e aggiornamento, indipendentemente dal computo di crediti valorizzato
nel sistema nazionale di educazione continua in medicina. Tramite la Commissione
Nazionale ha proposto ed ottenuto regole per la formazione sul campo erogata in
strutture private. Il sistema dei crediti non è la sola misura per verificare l’avvenuto
aggiornamento professionale. Il sistema andrebbe semplificato e gestito direttamente
dagli Ordini professionali, benché la Fnovi sia impegnata ad agevolarne i carichi e gli
adempimenti, ponderosi, previsti. Ma l’impegno formativo della Federazione non si
configura solo come un processo che viene attivato per convincere, conformare,
informare in un concetto di pedagogia per adulti gestita per lo più dal business delle
agenzie che forniscono un sapere utile a rispondere ad un mercato della conoscenza
spesso assimilabile a quello della domanda e dell’offerta. La formazione della
Federazione è una formazione libera, che oltre a formare per ottenere dei risultati nelle
materie in esame, forma a ciò che accade; ossia forma alla politica della professione.
Liberare l’individuo, renderlo consapevole, autonomo in un atto formativo indirizzato
ad una professione che si interroga per il tramite di una formazione che diventa libertà
di pensiero, questa la mission della Federazione.
 Dalle Facoltà ai Dipartimenti
Dalle Facoltà ai Dipartimenti, il passaggio è avvenuto senza una regia. Ne risentono gli
assetti, le risorse e l'identità di una formazione che ci ha apparentato a presunte
discipline "affini", mentre nessuna eguaglia per caratteristiche e finalità la Medicina
Veterinaria. Ciò avvenuto senza tenere conto dei requisiti didattici necessari alla nostra
formazione e senza considerarne i costi, incombendo tuttavia un onere di adeguamento
a standard europei, essendo sempre più accentuata l'europeizzazione della formazione
del Medico Veterinario, che porterà lo studente e il professionista italiano alla
competizione su scala comunitaria. La nuova Direttiva-Qualifiche, prossima al
recepimento nazionale, rimetterà in gioco la questione della modernizzazione delle
materie di studio e avrà riflessi sul ruolo delle istituzioni e degli Ordini nazionali
nell'assicurare non più solo il mutuo riconoscimento delle qualifiche, ma anche la
probità professionale ai fini dell'esercizio in un Paese diverso da quello che ha rilasciato
l'abilitazione. Una professione anagraficamente giovane come la nostra dovrà prestare
particolare attenzione agli scenari di lavoro che verranno aperti da una maggiore
propensione alla mobilità intracomunitaria e alla internazionalizzazione delle
competenze di base, a partire dalla acquisita conoscenza della lingua inglese nelle
giovani generazioni di Medici Veterinari. Le Facoltà sono “ex” come tante, obsolete,
logiche di scontro. Oggi, il rapporto con le nostre Università, così destrutturate dal
vulnus finanziario e dall’imperativo della qualità, è cambiato. L'accesso programmato,
irrinunciabile e non ancora assestato su valori ottimali di fabbisogno reale, sarà solo una
delle leve di programmazione della Medicina Veterinaria del futuro. E’ necessario
affermare il ruolo di partnership degli Ordini con l’Università; far coincidere i tragitti
formativi pre e post laurea con i bisogni di una professione che cambia. Si è già aperta
una stagione di confronto e di dialogo non limitata al numero di accessi programmati
(ridotti dal 2006 ad oggi del 50%), serve una collaborazione libera da pregiudizi e
diffidenze fra università e professione. E’ tempo infatti per un ordinamento che realizzi
continuità fra accademia e professione/paese reale.
 Riorganizzazioni e riforme istituzionali
Dipartimenti di Prevenzione, IZS e Ministero della Salute sono stati riorganizzati. Sono
queste le riforme istituzionali che più da vicino stanno interessando la nostra
professione e alle quali abbiamo guardato con spirito critico e, per certi versi,
preoccupato. E' senza dubbio importante realizzare una corrispondenza omologa fra le
strutture centrali e quelle regionali, in modo che le rispettive articolazioni siano
facilitate nel dialogo e i provvedimenti generali del Ministero della Salute siano attuati
con coerenza di tempi e di modi nelle Regioni. La riforma del Titolo V che sta
ridisegnando le competenze legislative fra Stato e Regioni dovrà principalmente
favorire l'unità giuridica della sanità veterinaria. L''importanza della componente
veterinaria nella prevenzione, nella profilassi, nei controlli e nella sorveglianza è scritta
in tutti i Piani del Ministero della Salute. Questo è il Patto della Salute che va richiesto e
preteso: non già per una rivendicazione di categoria ma per dare concreto seguito agli
indirizzi delle autorità sanitarie mondiali e per non lasciare che i voluminosi Piani
ministeriali e regionali restino lettera morta. Ci preoccupano le riorganizzazioni, le
rotazioni e le contrazioni ispirate da spending review e da criteri anticorruzione quando
questi criteri ispiratori sacrificano le competenze, i servizi, la qualità delle istituzioni
medesime. Sarebbe irresponsabile affermare che razionalizzare la spesa pubblica e
renderla trasparente debba comportare un sacrificio di capacità, di efficienza e di
efficacia.
4. IL CONTESTO ECONOMICO: UN QE ANCHE PER LA
VETERINARIA
Anche la professione veterinaria ha bisogno di un QE, un quantitative easing, una
facilitazione a sopportare una condizione di crisi economico-sociale, che ha, nelle
attuali congiunture fiscali e di mercato. La veterinaria ha una forte esigenza di essere
alleggerita di pesi burocratici e contributivi. La dematerializzazione ha un costo (PEC,
fatturazione elettronica, ecc.), la semplificazione non è sempre tale, la spending review
genera ricarichi di costo sul privato. La veterinaria ha anche bisogno di essere
agevolata, promossa e sostenuta, attraverso un maggiore impegno delle istituzioni a
sottolinearne l'importanza, i meriti e le prerogative dei Medici Veterinari, sia pubblici
che privati. Troppo spesso la Fnovi è lasciata sola a difendere ruoli, diritti e competenze
che vorrebbe salvaguardati anche dal nostro Ministero della Salute e dalle istituzioni
politiche e di governo in generale. Spending review e consumerismo stanno portando ad
identificare nel “costo” il valore ed il bisogno di salute. Tutto questo in sanità è
drammatico. Il modello italiano, impostato su un rilevante assetto pubblico organizzato
e preparato che consapevolmente si interfaccia con figure professionali private di alta
qualificazione non può che essere la soluzione con le migliori potenzialità per la tutela
della salute animale e della sicurezza alimentare. E' necessario togliere di dosso alla
veterinaria questi pesanti e pericolosi impedimenti allo sviluppo sanitario ed economico.
Hanno un ruolo anche le Università e i soggetti economici delle filiere produttive
nell'aiutare la professione veterinaria ad essere più visibile e ad essere conosciuta
secondo un corretto orientamento agli studi e al lavoro. Hanno delle responsabilità tutti
coloro che formano e immettono sul mercato improbabili figure che inquinano gli
equilibri del fabbisogno, la qualità delle prestazioni di salute, la titolarità della
professione veterinaria ad essere abilitata in via esclusiva e riservata. Tutto ciò
complica, confonde, appesantisce.

La crisi delle professioni intellettuali
Il professionista intellettuale soffre una grave crisi identitaria prima ancora che
economica. Ha perso autorevolezza sociale, non è più portatore di conoscenze superiori,
ma solo più specializzate, e non è più élite culturale per l’innalzamento complessivo del
grado di istruzione della società. Complice la Rete, che fa ingannevolmente sentire tutti
più istruiti, ma non priva di responsabilità l’Università che non ha saputo, o potuto,
innalzare il sapere dei laureati italiani. E non priva di responsabilità è la professione
stessa, gravemente impreparata e disinformata, carente in primo luogo di conoscenze
sull'evoluzione normativa che riguarda l'esercizio professionale quotidiano, nel Pubblico
come nel Privato. Il rapporto con il cittadino utente è più difficile, aggravato da dosi di
sfiducia iniettate tanto verso i liberi professionisti (“casta di esosi”) che verso i
dipendenti pubblici e le pubbliche amministrazioni (“casta di inefficienti”). Dobbiamo
considerare di nostra pertinenza la gestione di alcuni pervasivi processi sociologici e
culturali che oggettivamente logorano la relazione di fiducia, nella irreversibile presa
d'atto che il mito dell’infallibilità della medicina e del medico è crollato. A questo si
aggiunge un clima sociale inquinato da pseudo-animalismo, la commedia di quelli che
fanno del bene agli animali e con il bene degli altri e contro gli altri, non ultimi medici
veterinari e Ordini professionali. Ci siamo domandati se costoro abbiano una
deontologia, quando l’amore per il vivente non umano (comprensibile), non raramente
si relaziona al disprezzo per la persona e delle competenze (ingiustificabile). E' in
questo solco che si deve guardare con preoccupazione all'esautorazione delle
competenze medico-veterinarie dagli scenari di maltrattamento/benessere animale.
 Fiscalità e sviluppo economico
Anche se l’aumento dell’Iva è stato temporaneamente congelato, la Delega Fiscale
mette a rischio le detrazioni fiscali e il fondo contro il randagismo si è quasi
prosciugato. Randagismo e prevenzione veterinaria sono una priorità per il Ministero
della Salute, ma non per il Governo che non ha mai avvertito l'esigenza di applicare
anche alla spesa pubblica veterinaria i suoi scrupolosi indirizzi di razionalizzazione e
lotta allo spreco. Tagli e ricarichi fiscali sembrano l'unica politica finanziaria e fiscale
per una categoria sottoposta ad un diffuso precariato esistenziale. Si ammette
all’esenzione la riparazione di una bicicletta, ma non la cura all’animale. La pressione
tributaria ha effetti depressivi su salute e legalità, per questo la Fnovi intende sottoporre
la questione al Comitato Nazionale di Bioetica del quale è componente istituzionale di
diritto. E per quanto attiene al SSN, la destrutturazione di servizi e il task shifting
impoveriranno il sistema delle tutele.
 Ci sono soldi per tutti, tranne che per i professionisti
Sempre più spesso si assiste, da parte delle pubbliche amministrazioni, alla
pubblicazione di bandi in cui si richiedono competenze medico veterinarie, tecniche e
professionalità specifiche, dall’altra si offre una citazione sul proprio curriculum vitae
(quando va bene). Niente soldi, niente vile denaro, ma una bella riga da potere sfoggiare
sul proprio curriculum. La via maestra per trovare altri prestigiosi incarichi, magari
anche questi da svolgere senza compenso. In tempi crisi e di spending review, la
pubblica amministrazione ha trovato la chiave per garantirsi i servizi a costo zero.
Professionisti che lavorano “per hobby”, magari investendo centinaia di euro in
formazione. Gli esempi di questo nuovo bizzarro costume (già presente nella nostra
categoria nei rapporti con le associazioni protezionistiche ed animaliste) pare affliggere
le pubbliche amministrazioni di tutto il Paese.
Le Casse, dopo averne riconosciuto senza esitazioni la loro piena autonomia,
andrebbero considerate come interlocutrici privilegiate, nel dialogo sugli interventi
necessari per il riequilibrio dei conti statali e nelle politiche di rilancio economico dei
professionisti. La previdenza pesa sulle sole forze economiche del professionista a cui
non si può chiedere di concorrere a sanare un deficit pubblico creando deficit privati. In
questa direzione dovrebbe andare il nostro Governo nazionale dopo che la Commissione
Europea ha deciso di svoltare e di riconoscere l'accesso ai fondi europei anche alle
professioni. Ma in Italia si guarda solo alle piccole medie imprese, una categoria nella
quale siamo ricompresi dall'Antitrust ma non dai Dicasteri Economici. Da annotare che
l’Enpav è il primo soggetto collettivo che ha aderito ai Fidiprof, grazie al quale i
veterinari possono contare su un fondo esclusivamente dedicato alle loro esigenze di
finanziamento.
L'etica fiscale, giustamente pretesa dalla Legge e dalla Deontologia veterinaria va
incoraggiata mediante un'analisi degli Studi di Settore improntata alla più elevata
compliance e al tempo stesso al riconoscimento del regime premiale, a tutt'oggi negato.
L'obbligo della tracciabilità del contante si va profilando come una ennesima occasione
di sanzione e di ulteriore controllo fiscale che "usa" gli strumenti dell'Ordine (la
sospensione disciplinare dall'Albo) per sanzionare il professionista. Non si chiedono
corsie preferenziali per i contribuenti veterinari, ma un sistema ragionato di analisi
settoriale che sappia ascoltare più di quanto non avvenga ora e sappia dialogare con
l'Ordine rispettandone le prerogative disciplinari. Il contrasto di interessi fra
professionista e cliente non è nemmeno preso in considerazione, detrazioni fiscali
nell'ordine di un recupero di 50 euro anno non porteranno né all'emersione né al rilancio
della domanda di prestazioni medico veterinarie.
 Il SSN e la direzionalità
Il messaggio politico di questa Federazione è un messaggio di direzionalità, per capire
dove stiamo andando e come.
Il Servizio Sanitario Nazionale non è solo da salvare, ma va migliorata la qualità,
valorizzato il merito e la professionalità. Il SSN deve avviarsi verso una stagione di
stabilità e sicurezza, nonostante la crisi perché esiste la condizione, anche economica,
necessaria a questi obiettivi. La nostra mission è di assicurare attività di prevenzione e
controllo perseguendo garanzie di salute riferite alla sanità animale e alla sicurezza
alimentare .
 Sicurezza alimentare e LEA
La materia della sicurezza alimentare è complessa e multidimensionale, ed è oggetto di
una regolazione pubblica chiamata a combinare e bilanciare molti interessi. La
governance del settore si caratterizza per la sua rilevanza extra-nazionale: non più
materia esclusivamente riservata alle autorità locali, ma oggetto di una regolazione
pubblica che ha luogo anche al di fuori dei confini nazionali, con strutture internazionali
e sovranazionali. Vista l’apertura dei mercati e l’interdipendenza delle economie, si
impone alle istituzioni extra-nazionali di scongiurare forme di protezionismo o
alterazioni della concorrenza mascherate dietro esigenze di tutela della salute.
E veniamo a casa nostra. In un ambito nazionale è stato pubblicato dal Ministero della
Salute il Piano Nazionale Integrato (PNI) 2015-18, (intesa della Conferenza permanente
per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano,
dicembre 2014). L’approccio “dai campi alla tavola" persegue una visione d'insieme in
materia di sicurezza e qualità degli alimenti, mangimi, sanità e benessere animale e
sanità delle piante. L'integrazione di tutte le attività, dovrebbe evitare sovrapposizioni. Il
piano è redatto in concorso con il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e
Forestali, Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Regioni e
Province autonome, Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, Comandi dei Carabinieri
NAS, NAC e NOE, Capitanerie di porto, Corpo Forestale dello Stato e Guardia di
finanza.
In merito alle competenze non da oggi in discussione, utile far riferimento alla revisione
dei livelli essenziali di assistenza. Nella Bozza del DPCM articolato sui nuovi LEA
riferiti alla sicurezza alimentare (quadro E), fatta eccezione per l’ispettorato micologico
e le acque potabili tutte le voci da E1 a E14 sono nella disponibilità culturale dei medici
veterinari, e salvo poche eccezioni, si è in ambito di competenza esclusiva.
La prevenzione primaria, la sanità animale, l’igiene zootecnica, la sicurezza alimentare,
sono diritti del cittadino e richiedono entità organizzative equivalenti ed uniformi sul
territorio nazionale. Il diritto alla prevenzione primaria, alla tutela della salute, all’igiene
ambientale, alla sicurezza alimentare, deve essere garantito in tutto il territorio
nazionale. Se alcune Regioni penalizzano la prevenzione molto spesso il danno è
nazionale o può avere risvolti economici nazionali ed internazionali Ma ciò che preme
evidenziare, anche alla luce del riordino della organizzazione delle Direzioni
ministeriali è che in tutto il mondo esiste la figura del CVO (Chief Veterinary Officer)
che deve necessariamente essere responsabile in un Paese di tutte le problematiche
veterinarie e di sicurezza dei prodotti alimentari animali. Non esiste alternativa al
medico veterinario per questo ruolo. Un ruolo prezioso oggi discusso, con nefaste
ipotesi di riduzione e/o di sostituzione con profili meno qualificati.
Con il Paese in una pesante crisi economica, i contratti dei dirigenti veterinari del SSN
continuano a essere bloccati. Ferma la retribuzione e le carriere. Il blocco del turnover
comporta la riduzione degli organici, senza prospettive di miglioramento. Non si
riducono le spese inutili e gli sprechi e si continua ad agire sui lavoratori attivi, senza
riguardo per chi lavora bene. E' necessario che si dia stabilità ai Dipartimenti ponendo le
condizioni per impedire situazioni di palesi violazioni contrattuali. Le piante organiche
vanno ripristinate, il precariato non deve perpetuare modelli di incertezza organizzativa,
l’ACN degli specialisti ambulatoriali va applicato in tutto il Paese, i contratti atipici
vanno disapplicati e sostituiti dai contratti collettivi nazionali.
5 NUOVI SBOCCHI: COSTRUIAMO LA NOSTRA STRADA
 Nuovi ambiti occupazionali
La Fnovi ha compiuto in questo triennio la più ampia ricognizione occupazionale mai
condotta in veterinaria. Ha dato la parola ai "datori di lavoro" di tutte le filiere
occupazionali, individuando spazi di esercizio professionale. Sono emerse lacune di
conoscenza reciproca nella domanda e nell'offerta; manca un orientamento capillare che
solo recentemente l'Università ha deciso di potenziare e manca un ruolo attivo degli
Ordini. Non è necessario che arrivi la riforma dell'accesso perché gli Ordini
professionali si sentano già investiti dell'obbligo di conoscere il tessuto economico
territoriale e verificare e esigenze professionali, oltre che dell'obbligo di presentare la
professione fuori dai luoghi comuni televisivi e animalisti. La Fnovi sta dando massima
attenzione ai nuovi settori professionali compresi quelli già presidiati: apicoltura,
acquacoltura, qualità, ambiente, ecc. In questi ambiti sta molto del nostro futuro
professionale, in queste aree va realizzata una politica di sostegno/promozione della
nostra professione, di rivendicazione di spazi che le sono propri e di promotori di
cultura. Basti menzionare le medicine complementari e alternative definite anche non
convenzionali che rappresentano un ambito di esercizio anche della professione medico
veterinaria, sia per gli animali da compagnia che di quelli destinati alla produzione di
alimenti. L’ordinamento nazionale e quelli regionali necessitano di linee di indirizzo
inequivocabili e garantiste per i cittadini. L'assenza di una norma quadro nazionale
concomitante alla diffusione di queste medicine rendono necessarie e spesso
improrogabili attività legislative regionali. Negli ultimi anni è stato impegno della Fnovi
collaborare attivamente nella bozza di Accordo Stato Regioni in materia. Non c'è stata
occasione che la Fnovi non abbia attratto a favore dei medici veterinari, basti l'esempio
del veterinario mediatore civile.
 Lauree triennali e nuove professioni
Fnovi è da sempre molto critica sulle lauree triennali. Percorsi non sanitari, ma
zootecnici che rilasciano titoli fuorvianti che evocano competenze sanitarie. Non
sbagliavamo. Da questi percorsi nasce l’opportunità ed il progetto di generare profili
che consentano inquadramenti professionali e contrattuali di minor costo. Il progetto
dell’Azienda ULSS 9 di Treviso che vuole inserire nella propria organizzazione
aziendale la figura dell’Assistente Specializzato Ufficiale (ASU) prevista dal
Regolamento (CE) n. 854/2004 ha l'obiettivo dichiarato di ridurre i costi a carico degli
operatori del settore alimentare, nel corso delle verifiche, nei macelli, sul benessere
degli animali, audit e ispezioni ante e post mortem. Non si può fare sicurezza alimentare
con un surrogato del veterinario ufficiale. In economia, un bene succedaneo è infatti
quel bene che va a sostituire quello di maggior valore nella soddisfazione del medesimo
bisogno.
L'iniziativa di Treviso, secondo gli stessi proponenti presenta più di una criticità:
l’individuazione del profilo sanitario, i costi accademici, il coinvolgimento dei dirigenti
e gli “ostruzionismi di categoria”. Comportamenti questi ultimi, che così banalizzati dai
proponenti, sono culturalmente ingiustificabili. Non si tratta di ostruzionismo. Azioni
come quella ipotizzata dall'Azienda trevisana vanno censurate in quanto non in grado di
bilanciare interessi nazionali, regionali e locali ed assicurare politiche di
programmazione coordinate. Per la Fnovi, l’iniziativa eccede i limiti regolatori di
competenza locale: lo Stato ha legislazione esclusiva nella determinazione dei livelli
essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali, il più rilevante dei quali è
la salute, che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale. Le stesse norme
generali per la tutela della salute, la sicurezza alimentare e la tutela e sicurezza del
lavoro sono di competenza dello Stato, così come la legislazione sull'ordinamento delle
professioni intellettuali. In generale pensiamo sia necessario creare i presupposti ad una
riclassificazione del personale del SSN attualmente considerato dirigente. Nel ripristino
di un percorso di carriera troviamo risposte ed opportunità per i nostri giovani in
formazione.
Fnovi ha promosso incontri per avviare una profonda riflessione su una nuova
organizzazione della professione. Secondo la Federazione ci sono le condizioni per un
percorso che coinvolga i Ministeri della Salute e dell’Università e della ricerca, le
Università, le articolazioni culturali e professionali, che tenga conto del cambiamento
dei bisogni.
 Nuove professioni
Più in generale per le nuove professioni, che nascono in relazione a vere o presunte
esigenze del mercato e/o della società, il problema è assai complicato. Non si tratta
soltanto di individuare quali sono le caratteristiche fondamentali che definiscono quel
“tipo di attività professionali”, ma anche di organizzarle e di regolamentarle. Le nuove
figure professionali, non possono essere generate dalla creatività o dall’interesse di
qualcuno. Questo soprattutto in sanità, dove non dovrebbe essere possibile riconoscere
“nuove professioni”, ma territorio comunque di aspettative di tutte le attività ai confini
di quanto riserva la legge alle professioni tradizionali. Come era facile prevedere stanno
nascendo associazioni professionali che nelle intenzioni dovrebbero essere da
riferimento per il cittadino consumatore, alle quali potersi rivolgere in caso di
contenzioso con i singoli professionisti. Da queste dovrà essere possibile ottenere
informazioni riguardo all'attività professionale degli iscritti, agli standard qualitativi a
loro richiesti e a particolari aspetti delle prestazioni. Non si prevede obbligo di adesione
a queste associazioni da parte del professionista, al quale viene richiesta, nel migliore
dei casi, la certificazione di standard professionali qualificati in base alle norme
tecniche che garantiscono requisiti, competenze, modalità di esercizio dell'attività. Sono
inoltre previste reti di associazioni territoriali (a livello provinciale, regionale, statale)
nelle
quali
il
nuovo
professionista
può
essere
inserito,
in
linea
con
un'autoregolamentazione delle categorie professionali volontaria che prevede una rete di
supporto in caso di vertenze o di controversie procedurali. I professionisti delle nuove
professioni sono ”tenuti” a evidenziare in ogni documento il riferimento alla legge
4/2013, che risulta applicabile proprio per tutelare il cliente della fiducia che ripone nel
professionista. Ciò non basterà. La presenza di Fnovi in UNI e in Accredia, ci consente
di tenere alta la guardia. Non si vuole fermare o rallentare il divenire di nuovi assetti
organizzati erogatori di nuove attività o di servizi, si vuole semplicemente presidiare
attività professionali che impattano sulla salute degli animali e dell’uomo e che
richiedono la disponibilità di conoscenze mediche.
 La certificazione dei profili professionali
Occorre qui capirsi molto bene e fare uno sforzo di chiarezza. Il percorso avviato dalle
“nuove professioni” dovrebbe spingere i medici veterinari (e le professioni tradizionali)
a scendere in campo utilizzando analoghi strumenti di riconoscimento. La certificazione
dei profili che svolgono attività oggetto di riserva è la via più semplice da percorrere e
più difficile da comprendere. E’ di tutta evidenza che il professionista abilitato può fare
tutte le attività medico veterinarie che non richiedono titoli ulteriori (ad es. per accedere
ai ruoli del SSN è necessario un diploma di specialità). E’ altrettanto evidente la
necessità di mettere in relazione i saperi con i bisogni, ovvero il medico veterinario deve
poter fornire all’utenza/clientela indicazione delle sue conoscenze. Per inquadrare
correttamente la materia è necessario conoscere le dinamiche della certificazione del
personale ISO/IEC 17024:2012 e quelle di certificazioni di prodotti, processi e servizi
ISO/IEC 17065:2012. Entrambe le certificazioni hanno una base comune: Il
Regolamento comunitario CE n. 765/2008 chiarisce che l’attività di accreditamento è
rivolta agli Organismi di valutazione della conformità, “con l’obiettivo di dimostrare se
le prescrizioni specifiche relative a un Prodotto, a un Processo, a un Servizio, a un
Sistema, a una Persona o a un Organismo siano state rispettate”. Queste Norme sono
state elaborate al fine di facilitare il reciproco riconoscimento delle stesse certificazioni
tra soggetti di nazionalità differenti.
Le certificazioni di profilo attestano la coerenza del soggetto verificato con un
disciplinare steso da un soggetto pubblico proprietario della schema. Fnovi insieme ai
soggetti culturali della categoria potrebbe essere proprietaria dello schema. Le
certificazioni non verrebbero rilasciate semplicisticamente da “associazioni private”, ma
da uno o più enti di certificazione riconosciuti ed inseriti nel circuito di Accredia, e
quindi essi stessi soggetti a verifiche. In realtà sono un vero e proprio valore aggiunto e
sono essi stessi titoli ufficiali riconosciuti internazionalmente. Evidente come la
certificazione del profilo in discussione possa essere ottenuta dai medici veterinari
valorizzando la formazione ricevuta, l'esperienza in campo e la propria abilità quale
garanzia, da parte terza, della rispondenza di una "competenza" a fronte di una “norma
di qualità”. Questa opportunità non ha niente a che vedere con le leggi che
regolamentano l’acquisizione di titoli derivanti da percorsi di studio istituzionalizzati.
 Una veterinaria che non si nasconde
Dopo la riforma del Codice della Strada che ha introdotto l'obbligo di soccorso animale,
farsi trovare è un obbligo deontologico. Da gennaio 2011, i Medici Veterinari e le
pubbliche amministrazioni possono iscrivere e geo-localizzare le loro strutture
nell'anagrafe delle strutture veterinarie www.struttureveterinarie.it. E' l'unico database
ufficiale e autogestito, consultabile dai cittadini, con obiettivi di pubblica utilità.
Visibilità e trasparenza permettono anche di palesare la portata dell’offerta veterinaria
nel nostro Paese: ampia, capillare e diversificata. Con l’obiettivo di favorire l’incontro
fra la domanda e l’offerta di prestazioni veterinarie, spetta all’Ordine territorialmente
competente il compito di verificare l’effettiva esistenza della struttura registrata e la
veridicità delle informazioni inserite. Spetta soprattutto all'Ordine far conoscere e far
utilizzare un servizio che ha riscosso il plauso di Expo Sanità per l'innovazione in
campo veterinario eppure sconta una incomprensibile apatia fra gli iscritti. Non ha titoli
per chiedere trasparenza chi non è disposto a rendersi visibile. La trasparenza - è bene
sottolinearlo - è uno dei più importanti valori al quale le istituzioni e i cittadini ci
chiamano e che, sempre più nei prossimi anni, diverrà un fattore di etica politica, di
scelta e di giudizio dell'operato professionale.
 L'etica dell'impegno
Istituendo il premio "Peso delle Cose”, la Fnovi ha pensato ad un premio per coloro che
hanno esercitato al meglio le loro responsabilità. Nessuno può più scrollarsi di dosso il
proprio “peso delle cose”: la forza di assumersi una responsabilità anche quando non si
ha la certezza del risultato, ma solo la certezza del rischio. In una società dove tutti
pensano di poter avere tutto subito e facilmente, l’etica dell’impegno può sembrare
un’utopia., invece è una necessità.
6. GIOVANI, GIOVANILISTI E FUTURISTI
Nei dibattiti si parla confusamente delle giovani generazioni e raramente ci si allontana
dall’attitudine ad invocare “il nuovo” solo perché “nuovo”, quasi si volesse allestire un
manifesto futurista. Con Fnovi Young si è consolidato un impegno di attenzione e di
valorizzazione che dura da diversi anni e che fonda sui dati raccolti insieme a Nomisma
sulle condizioni professionali dei nostri giovani Colleghi. Da alcuni anni Fnovi è anche
membro del Forum nazionale dei Giovani. Il nostro non è un approccio paternalista né
di stampo giovanilista solo perché va di moda occuparsi dei giovani o, peggio, per
tenere i giovani sotto controllo e impedire loro di realizzare quel ricambio generazionale
che è tanto naturale quanto salutare. Nel rifiutare la retorica dei giovani, occorre
osservare che l'iniezione di freschezza di cui abbiamo tutti bisogno non potrà
derubricare il valore dell'esperienza. L'esortazione agli Ordini è di assicurare sempre il
contributo dei giovani iscritti al dibattito professionale considerando che se il modello
assembleare tradizionale fatica ad attrarre, i nuovi mezzi di comunicazione permettono
di instaurare su basi completamente nuove una partecipazione che è senza dubbio
complicata dal digital gap. L'esortazione ai giovani è a non costruire un modello di
affermazione professionale individualista e scollegato dai Colleghi, dal territorio e dalle
aggregazioni di riferimento, per evitare quella erosione della capacità di rappresentanza
che in una categoria sovraffollata come la nostra appare assurda e paradossale.
 "Tirocini" post laurea
Continua l’impegno della FNOVI nel dare risposte ai giovani professionisti che da
tempo segnalano l’esigenza di poter disporre di percorsi formativi extracurriculari, da
svolgersi presso strutture private, per perfezionare la formazione teorico-pratica
acquisita all’interno degli atenei, avere indicazioni utili per orientarsi nella scelta
professionale. La normativa vigente non supporta questa esigenza; sia la disciplina sui
tirocini formativi e di orientamento, che quella sul praticantato vede escluse le
professioni sanitarie. In medicina veterinaria, infatti, risulta regolamentato unicamente il
tirocinio curriculare (pre-laurea, corso di specializzazione, dottorato, ecc.) svolto presso
l’Università o presso strutture pubbliche e/o private individuate sulla base di specifiche
convenzioni e tirocini extracurriculari in strutture pubbliche. I giovani professionisti di
tutte le professioni, da quando c’è il mondo, hanno completato la loro formazione
frequentando i colleghi più esperti.
 Una proposta: il Praticantato facoltativo
Si ricorderà che la Federazione era intervenuta sul “residente volontario” con la volontà
di rendere trasparente, meno equivocabile e più controllabile la prassi consolidata da
parte di neolaureati/laureandi o studenti di frequentare strutture veterinarie private a
scopo didattico e di esperienza pratica. Quanto ipotizzato non aveva natura
regolamentare. La Circolare Fnovi n. 5/2012 era poi stata riconsiderata alla luce della
specifica regolamentazione messa in campo dal Governo con la Legge 28 giugno 2012,
n. 92 – Disposizioni in materia di riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di
crescita. Alla luce di questo vuoto legislativo, nell’ottica di dare un sostegno ai giovani
professionisti, la FNOVI, ha cercato un dialogo con il Ministro della Salute e proposto
un emendamento al DDL recante “Delega al Governo in materia di sperimentazione
clinica dei medicinali, di enti vigilati dal Ministero della salute, di sicurezza degli
alimenti, di sicurezza veterinaria, nonché disposizioni di riordino delle professioni
sanitarie, di tutela della salute umana e di benessere animale”. La richiesta è di
introdurre nell’ordinamento un “praticantato professionale facoltativo” destinato ai
sanitari neo-iscritti agli Albi Professionali. Tale praticantato, di durata complessiva non
superiore ai sei mesi, potrebbe essere svolto presso strutture sanitarie pubbliche e/o
private, aziende zootecniche, agroalimentari, etc. secondo un regolamento predisposto
dalle Federazioni nazionali ed approvato dal Ministero della Salute.
 Una realtà: la formazione sul campo
Uno degli strumenti che la struttura normativa ci mette a disposizione è il sistema di
educazione continua in medicina. Le professioni a più alta vocazione libero
professionale (i medici veterinari e gli odontoiatri) hanno pensato di percorrerla. Il
risultato è la Determina della Commissione Nazionale ECM approvata nella riunione di
ottobre. I giovani medici veterinari potranno conseguire crediti ECM tramite attività di
training individualizzato, di cui al documento “Formazione Sul Campo (Fsc) e criteri
per l’assegnazione di crediti ECM alle Attività di Fsc” approvato dalla Commissione
nazionale per la formazione continua il 13 gennaio 2010, anche presso strutture private.
Queste attività non possono essere oggetto di sponsorizzazione commerciale.
Gli Ordini, le Federazioni, i Collegi e le Associazioni professionali individuate dal
Ministero della Salute come maggiormente rappresentative sono competenti alla
validazione del progetto di training individualizzato e alla attribuzione di crediti ECM
derivanti dalle attività. Tale competenza sussiste solo qualora l’Ordine sia Provider
accreditato presso la CNFC. Utile ricordare che FNOVI ha creato un Consorzio di
servizi che riunisce 86 Ordini/Enti. Da un punto di vista pratico l’Ordine potrà
predisporre piani formativi di Fsc per specie animale e/o per settore o pratica medica o
relativa ad altre attività professionali in modo da proporre percorsi standardizzati.
7. L'ETICA DELLA COMUNICAZIONE
 Lo stile di un Ordine
Sulla comunicazione c'è molta confusione. Tutti ne parlano: sostenitori delle parole in
libertà in nome del diritto di espressione e i sostenitori del professionalismo, quelli che
tacciono perché "ci vuole un esperto di comunicazione". I primi trascendono il buon
senso, i secondi vi rinunciano. Altro segno di confusione è l'idea che la comunicazione
sia un atto di persuasione, apprezzabile solo se auto-elogiativa. Per un Ordine
professionale e per un professionista comunicare è un'altra cosa: è innanzitutto un
dovere di verità e di onestà intellettuale, di servizio alla collettività (clienti, colleghi,
media, ecc.) a cui trasferire il nostro "utile" sapere. In secondo luogo, la comunicazione
istituzionale e professionale richiede responsabilità, che inizia nel porsi lo scrupolo di
dare un messaggio di competenza e affidabilità che la collettività si attende da un
Ordine o da un soggetto abilitato dallo Stato. Fra le opzioni in campo c'è anche il
silenzio responsabile, valutando che anche il silenzio è una forma di comunicazione,
qualche volta l'unica possibile, altre volte la più efficace. Agli Ordini è richiesto uno
stile sobrio, leale e rigoroso. Una forma di comunicazione, responsabile ed informata,
che ancora una volta si ottiene solo attraverso conoscenza e preparazione.
Comunicare a chi?
La Fnovi mette a disposizione degli Ordini da un lato piattaforme di informazione e di
comunicazione verso gli iscritti e dall'altro iniziative di pubblicità istituzionale come la
recente "C'è un veterinario nel piatto" e il calendario "La Veterinaria è ovunque". E’
dello scorso anno il progetto di comunicazione della Federazione verso i consumatori
per il tramite delle loro Associazioni. Il progetto è partito dal presupposto che, colmato
ormai il vuoto di rappresentanza e di strumenti utili alla comunicazione, la Federazione
fosse pronta a rivolgersi ai cittadini per informare dei valori, delle conoscenze e delle
competenze della nostra professione sviluppandosi su diversi momenti attuativi. Dopo
aver attivato newsletter dedicate Fnovi si è presentata alle associazioni nel corso di un
forum in via del Tritone come riferimento da cui attingere le conoscenze per la sua
corretta informazione. Anche per ricostruire la fiducia del consumatore e del cittadino
che deve conoscere la dimensione delle reali tutele e attingere alle giuste informazioni
dalle giuste fonti e anche in relazione al fatto, ad es. dell’estrema importanza delle
zoonosi di origine alimentare nella salute umana. Un protocollo d’intesa e una Carta dei
servizi regolerà l’attività. I forum saranno luoghi di confronto di vari portatori di
interessi ed esperti da cui esitare una posizione unica e non autoreferenziale nei
confronti degli interlocutori esterni, siano essi politici o commerciali. Le associazioni
dei consumatori hanno accolto la proposta Fnovi che prevede sviluppi locali del
progetto per il tramite congiunto degli Ordini e degli sportelli territoriali delle
Associazioni. In occasione dell’incontro è stato anche illustrato il duplice compito,
preventivo e di assistenza delle Associazioni. Il corretto “posizionamento” rispetto ai
problemi testimonia come il forum rappresenti uno strumento che risponde ad un
bisogno e un ideale luogo di confronto per una efficace comunicazione.

Sui social con deontologia
Nel 2015, con il suo 46%, l'Italia è molto al di sopra della media mondiale (29%) per
utilizzo dei social network. Precorrendo i tempi, la Fnovi ha creato tre anni fa la Fnovi
Community, che sfruttando le risorse open del web permette ai medici veterinari di
creare reti di relazioni, per gruppi e per temi. Non solo: come ogni social, Fnovi
Community è pensata per aprirsi al dialogo con i cittadini. A differenza dei grandi
gestori (Google, Twitter, Facebook, ecc.) Fnovi Community è un ambiente indipendente
e protetto, che non utilizza a scopi commerciali i dati individuali (profilazioni) e la
massa di relazioni generate (analisi di marketing). Questa consapevole differenza non
preclude che la Fnovi sia anche presente su Facebook e su Twitter, dovendosi
riconoscere in queste nuove modalità di relazione una importante occasione di
affermazione della professione veterinaria, una vetrina per presentarne e dimostrarne
l'alto profilo di competenza e di qualità intellettuale. Si tratta di una potenzialità ancora
da riconoscere e da sfruttare. Sebbene, circa un terzo dei Medici Veterinari italiani sia
attivo sui social network, la forma di partecipazione prevalente è caratterizzata
dall'attivismo di gruppo (endocategoriale) piuttosto che alla coraggiosa apertura al
confronto con la comunità globale del web e dei social. Gruppi chiusi, benché numerosi,
che non generano relazioni con i cittadini del mondo social, ma che rimangono confinati
in asfittiche discussioni dove non si parla ad un interlocutore ma a quel proverbiale
assente che ha sempre torto. Sottovalutando e sotto utilizzando le potenzialità dei social
per l'immagine della professione, si lascia spazio ad morboso provincialismo
intellettuale, fine a se stesso, nocivo a se stesso, dove la fatica dell'esercizio critico non
è richiesta, dove per esercizio critico si intende la lamentela, anziché la capacità di
analisi e di interpretazione, esercizio difficile che presuppone preparazione e
conoscenza ma d'altra parte eminentemente intellettuale, cioè tipico di un professionista
che si voglia definire tale. I social network sono luoghi di formidabile esercizio
democratico, di libera espressione, di promozione e di condivisione, ma non sono
obbligatori e non sono luoghi di extraterritorialità professionale. Va rispettato il diritto
di qualunque soggetto, individuale o collettivo, a non farne parte, così come va pretesa
una coscienza etica e deontologica che un Medico Veterinario non può mai
disconoscere ed è tenuto a pretendere dai Colleghi ai sensi del Codice Deontologico.
Tanto più se riveste una carica ordinistica.
 Le forme del disagio
E’ necessario riallacciare i valori dell’appartenenza, della solidarietà. La Federazione
congiuntamente agli Ordini deve avere tra gli altri l’obbiettivo di intervenire nelle
condizioni di disagio professionale; dalle condizioni di lavoro, al sistema delle relazioni
di funzioni e responsabilità fino all’adozione di veri e propri progetti di aiuto e supporto
personalizzati. Alla Federazione guardano sempre più frequentemente e con sempre
maggiore partecipazione i medici veterinari; è diventata il luogo in cui la professione
porta la propria voce generando un impegno, quello dell’ascolto. Si parla spesso di
intimidazioni e di pressioni criminali cui la professione veterinaria è vittima, ma si tende
a
sottovalutare
il
fenomeno
dell’infiltrazione
criminosa
anche
solo
come
“comportamento”, in seno alla professione e che vede i veterinari soggetti, anche
inconsapevoli di questi comportamenti. E’ necessario avere una commissione d’ascolto
della professione, regolamentata nella sua composizione e nei criteri di accoglimento.
Chi ha qualcosa da dire deve venire ascoltato, e quando possibile la singola voce deve
essere trasformata in una voce collettiva.
8. IL MEDICINALE VETERINARIO - PRINCIPI E
VALORI 'ATTIVI'
L’immensità del 'problema farmaco' pone il sistema ordinistico di fronte all’evidenza
della complessità e della delicatezza del proprio ruolo politico in tema di deontologia
applicata alla legalità. Gli Ordini sono enti sussidiari dello Stato. Il loro ruolo è quello di
vigilare sul rispetto dell’ordinamento voluto dallo Stato, garantendo che nell’attività
della professione medico veterinaria, questo venga esercitato con il valore aggiunto di
scienza, coscienza e professionalità quali valori delle professioni intellettuali. La
politica del farmaco, deve contare sul contributo della professione. E’ assolutamente
necessaria una presenza istituzionale della professione sia nelle sedi di definizione delle
norme regolatorie che nelle sedi di definizione delle strategie di controllo. Gli
utilizzatori devono avere voce e grazie alla Fnovi questo accade.
 Un pool di esperti
Fnovi da tempo si è dotata di esperti organizzati in un Gruppo di lavoro che studia la
normativa in tema di farmaco veterinario, risponde e formula quesiti, propone
interventi. Sono oltre 400 le Faq pubblicate sul portale www.fnovi.it alle quali si
aggiunge una vastissima formazione residenziale e a distanza. La sua attività di studio e
confronto esita in analisi e proposte relative al divenire legislativo. Il GdL su farmaco
veterinario nasce nel 2011 per rispondere ad un’esigenza programmatica della
Federazione in merito ad un problema trasversale alla medicina veterinaria che riguarda
tutti gli ambiti dell’esercizio professionale inteso sia come utilizzo del farmaco che di
controllo di tale utilizzo.
E’ nel momento in cui la legge rende difficile quella “scienza e coscienza”, che il ruolo
di un sistema ordinistico deve evolvere. Da quello di mero supervisore di aspetti
deontologici deve diventare forza propulsiva per proposte che vadano verso la politica,
apportando quella ricchezza di idee e soluzioni che solo una professione esercitante la
legalità, e detentrice dei saperi che ne determinano le competenze esclusive, può
esprimere. L’ambito tecnico di un GdL diventa allora per la politica che se ne voglia
avvalere, il bacino di eccellenza da cui attingere quelle idee e quelle proposte, con
competenza e cognizione di causa. Il GdL sul farmaco veterinario è stato pioniere di
questo modello. Siamo l’unica professione che dimostra di avere un sistema ordinistico
territoriale vivo e in grado di recepire l’offerta e farla propria. Trentasei Ordini
territoriali hanno già aderito al progetto formativo sul farmaco veterinario consentendo
ai loro iscritti il contatto diretto con una delle esperienze più qualificanti nella relazione
con la professione per una Federazione, che è quella della costituzione di GdL che
funzionino. Gli Ordini si caratterizzano in questa partecipazione, quale formidabile
strumento di diffusione capillare, in un contesto reso maggiormente efficace da relazioni
derivanti dal contatto diretto fra le persone, dell’importanza e della realtà dell’impegno
politico di tutto il sistema ordinistico.
 Auditi per essere ascoltati
La proposta di Regolamento europeo sui medicinali veterinari è all'esame delle autorità
nazionali. Le tematiche depositate dalla Fnovi in 12° Commissione del Senato, Igiene e
Sanità vedranno la Federazione costantemente impegnata a farle diventare argomento di
attenzione, discussione e risoluzione per consentire alla professione di esercitare in
scienza, coscienza e professionalità un ruolo cardine per la tutela della salute pubblica.
Fnovi oggi dà una voce competente alla professione in tema di farmaco veterinario.
Nel parere approvato dalla 12° Commissione si può leggere l’accoglimento di molte
delle osservazioni avanzate in audizione dalla Federazione. Preoccupa l’eccesso di
delega previsto dalla proposta che consentirebbe alla Commissione UE di legiferare con
ampio grado di libertà su temi estremamente delicati e spesso a valenza squisitamente
nazionale. La possibilità di vendita del farmaco veterinario da parte della professione
vede la bocciatura della Commissione che si appresta a chiederne l’eliminazione
dall’intero testo del Regolamento. La possibilità di dispensazione del farmaco
veterinario da parte del medico veterinario vede la XII Commissione solidale e sensibile
ad accogliere tale necessità. La vendita di medicinali veterinari via Internet preoccupa e
i numerosi suggerimenti degli stakeholders inducono la Commissione ad una richiesta
importante di chiarimenti e di prudenza. Il tema dell’omeopatia, portato avanti in totale
solitudine dalla Federazione, trova un posto importante, pur nella estrema sintesi fatta
dalla Commissione rispetto alla costellazione delle osservazioni avanzate. Niente di
fatto, invece, per la detenzione delle scorte da parte delle aziende che allevano animali,
così come non c'è stato un forte richiamo al ruolo del veterinario aziendale quale
garante in questo innovativo impianto regolamentare. Tutte le osservazioni della Fnovi
sono nella disponibilità del Ministero della Salute.
 Last but not least: i mangimi medicati
Non deve passare in secondo piano l'altra proposta di Regolamento europeo, quella sui
mangimi medicati che interviene in un settore (la medicazione orale) che conta una
numerosità di destinatari. Emerge da questa proposta di regolamento, un quadro severo
nei confronti della somministrazione di medicinali veterinari tramite alimento solido o
liquido. Severità motivata da un controllo necessario ed urgente del pericolo di
antibioticoresistenza che tuttavia, per molti aspetti, dovrà ancora dare una evidenza
basata sulle prove della valenza del rischio ipotizzato. Se il principio di precauzione
giustifica ampiamente le motivazioni dell’impianto, sarà necessario capire come questo,
nel porre ostacoli e confini all’utilizzo di antimicrobici anche attraverso i mangimi
medicati, andrà ad impattare con un sistema produttivo diffuso che ha portato
all’eccesso di produzione di proteine di origine animale e di sprechi alimentari fondati
anche sulla scelta di metodi di allevamento che spesso generano una zootecnia
medicalizzata.
L’incorporazione dei medicinali veterinari nel mangime deve essere indicata in ricetta.
Il mangime medicato deve essere somministrato solo per uso terapeutico, non
ammettendone più l’uso per la prevenzione delle malattie. In tema di antibiotico-
resistenza stupisce il valore dell’ammissibilità della tolleranza ammessa per
l’etichettatura riguardante la composizione dei mangimi medicati o dei prodotti
intermedi, pari al 10% qualora emerga che la composizione di un mangime medicato o
di un prodotto intermedio si discosti dal quantitativo di sostanza attiva AM indicata
sull'etichetta. Poca attenzione viene posta alle specie minori per le quali se la bozza
rivendica il loro diritto alle cure, non considera deroghe alla loro particolarità.
Coniglicoltura e acquacoltura sembrano rimanere orfane di soluzioni pratiche e nessun
veto viene posto ad ipotesi di alimentazione medicata per l’apicoltura che animano il
settore. Nella disponibilità del Senato e del Ministero della Salute ci sono anche le
osservazioni che la Federazione ha avanzato su questa proposta regolamentare.
9. IL VETERINARIO AZIENDALE E LA TEORIA DEI
GIOCHI
La Storia ci ha insegnato che le battaglie possono durare decenni e anche non finire mai.
Spesso si trasformano soltanto. Lo scontro perdura fino a quando non si realizza la
teoria dell'equilibrio, che oggi potremmo più modernamente definire "teoria dei giochi".
Chi ha potuto vedere il film A beautiful mind e ha osservato in questi mesi come la
Grecia si sia rigorosamente attenuta alla teoria di John Nash, ha già compreso. Intendo
dire che per la conquista del Veterinario Aziendale si è manifestata in tutta la sua
evidenza la lezione, certamente da imparare, che "unilateralmente possiamo solo evitare
il peggio, mentre per raggiungere il meglio abbiamo bisogno di cooperazione" (cit. John
Nash). Una Fnovi che si pensasse fatta solo per limitare il danno, tradirebbe il suo
dovere di istituzionale alle relazioni e al progresso di categoria. Dalla Carta fondativa
del Veterinario Aziendale ad oggi, il terreno di gioco è costantemente cambiato, i
giocatori sono cambiati, gli avversari di un tempo sono ora alleati e viceversa. Tutto
questo spiazza, costringe a nuove strategie, sfianca e tenta alla resa. L'errore da non
commettere è di ritenere che la nostra professione debba ripiegare su se stessa anziché
affermare il valore del Veterinario Aziendale, valore che non sta nella definizione di
rapporto negoziale con un professionista da asservire o da assoldare, ma in un radicale
cambio di paradigma nelle relazioni fra salute e produzioni zootecniche per la sicurezza
alimentare.
 Serve un nuovo paradigma non un nuovo professionista
Occorre prendere atto che la consapevolezza di questo nuovo paradigma non è ancora
nel patrimonio culturale della filiera zootecnica e produttiva, e che non è nemmeno
consolidata nel patrimonio della nostra professione e delle nostre istituzioni politiche. Il
Veterinario Aziendale che serve al sistema agroalimentare nazionale richiede mutamenti
organizzativi, culturali e politici profondi, molto più di quanto si poteva pensare
ragionando come fossimo giocatori unici. L'impegno deve essere più orientato allo
studio ragionato del "gioco", delle ragioni delle parti, dei tempi di maturazione delle
mosse e delle conseguenze del "gioco". Atteggiamenti vittimistici o ritorsivi non si
rinvengono nella intelligente, e vincente, visione politica del Nobel Nash, che dà per
sconfitti sul nascere atteggiamenti solitari, individualisti e inopportuni protagonismi.
 Fondagri e la nuova Politica Agricola Comune
Tutti ricordiamo le battaglie delle Fnovi in 10 TAR del nostro Paese con ricorsi sempre
vinti e contemporaneamente la creazione di Fondagri, la Fondazione per i servizi di
consulenza aziendale voluta dalla Fnovi congiuntamente al Consiglio Nazionale degli
Agronomi e degli agrotecnici. I risultati sono stati molto difformi nelle diverse regioni.
In alcune i medici veterinari hanno effettivamente avuto accesso ai servizi di consulenza
aziendale, in altre è continuato, utilizzando strumenti diversi, lo sforzo delle regioni di
rendere inaccessibile o almeno difficile la misura ai professionisti. Questo è stato per
anni strumento utilizzato in via esclusiva dalle grandi associazioni sindacali di agriallevatori.
L’impianto originario basato sul sostegno dei prezzi e su misure di protezione alle
frontiere
è
stato
recentemente
modificato.
I
negoziati
internazionali
sulla
liberalizzazione del commercio, la presa di coscienza della necessità di una maggiore
sostenibilità dell’attività agricola tanto economica quanto ambientale, e la volontà di
orientare la produzione al mercato anziché agli aiuti, hanno determinato una revisione
del modello di sostegno che gradualmente hanno trasformato l’originario modello
accoppiato in un modello di sostegno disaccoppiato dalla produzione.
L’architettura giuridica della PAC rimane confermata. Obiettivi strategici della nuova
PAC sono una produzione alimentare sostenibile, attraverso l’aumento della
competitività del settore agricolo e la redditività delle produzioni, una gestione
sostenibile delle risorse, per garantire la produzione di beni pubblici e il contrasto agli
effetti del cambiamento climatico, uno sviluppo territoriale equilibrato, per valorizzare
la differenziazione delle agricolture e delle aree rurali. Alla Fnovi, dotata di strumenti
per valorizzare la professione non rimane che mantenere sempre alta la soglia
dell’attenzione per far sì che il campo della condizionalità e della consulenza aziendale
restino settori di sviluppo per la categoria medico veterinaria, sostenuti da una
Federazione sempre orientata all’ampliamento delle conoscenze del medico veterinario
e del suo bagaglio culturale.
 Al Mipaaf sulle ali delle api
Fnovi in questi anni è diventata la voce della sanità delle api. E' stata la prima a
ricordare al mondo che le api sono animali, zootecnia e produzione di alimenti. Nella
nostra attività, gestita da un Gruppo di lavoro composto da colleghi esperti della
materia, abbiamo incontrato continui ostacoli. Questo conferma l’aberrazione del
sistema. Si promuovono e si finanziano profili non medici, ma non i veterinari. Serve
rafforzare il settore con medici veterinari e mezzi utili ad affrontare le rinnovate
problematiche sanitarie emerse in campo apistico e stimolare le associazioni a fornire
l’assistenza veterinaria alle aziende apistiche. Serve promuovere salute la degli
allevamenti e degli alimenti. Da parte nostra il compito di stimolare le università a
modificare il loro piano di studi, inserendo l’apicoltura e le patologie apistiche. FNOVI
sta anche lavorando per inserire la voce “assistenza veterinaria” tra quelle finanziabili
dalla UE, ritenendo che il settore abbia bisogno oramai non più di laici tuttofare, ma di
professionisti competenti per la corretta gestione sanitaria degli allevamenti e del
farmaco. L’arrivo dell’Aethina tumida ripropone le stesse problematiche che favorirono
l’ingresso e la diffusione della varroa sul territorio nazionale nel 1981. Le ultime
disposizioni ministeriali dispongono il blocco delle movimentazioni, il controllo
anitario degli alveari che si sono mossi da e per la Calabria. Non esistendo l’obbligo di
Mod.4, né quello di certificazione sanitaria per le compravendite, risulta di fatto
impossibile alle ASL realizzare un’azione di “rintraccio”. Il Manuale operativo per la
gestione dell’anagrafe apistica, in grave ritardo, già preannuncia deroghe: “Sarà esclusa
dalla banca dati la registrazione del cosiddetto ”nomadismo”. Serve un cambio di rotta,
serve promuovere politiche nell’interesse dei produttori rispettosi della legalità, delle
api, dei consumatori e dell’ambiente. Fnovi è disponibile ad un confronto con apicoltori
e consumatori e sempre a disposizione del Ministero della Salute. Un incontro dal valore
storico si è realizzato il 21 gennaio presso il Ministero dell’Agricoltura tra la Fnovi e la
segreteria tecnica del Viceministro Andrea Olivero. Anche in apicoltura c’è un
paradigma da affermare e una partita win win in corso.
 I medici veterinari nel settore ittico
Il settore ittico ed in particolare il settore della pesca è in un periodo di profonda crisi.
Politiche comunitarie spesso inadeguate, concomitanti fattori congiunturali economici e
finanziari, staticità del settore poco incline ai cambiamenti stanno compromettendo il
futuro del comparto. Anche qui figure professionali diverse dal Medico Veterinario
hanno occupato il comparto. Nel solo settore della pesca, agiscono diverse Autorità di
Controllo: dalle Capitanerie di Porto alla Polizia Marittima, dai Carabinieri alla Guardia
di Finanza, spesso con sovrapposizione di compiti e oggetto di controllo. Una volta in
porto, i prodotti della pesca, e gli stessi operatori del settore, diventano soggetti alla
attività di controllo e vigilanza da parte delle medesime Autorità Competenti di cui
sopra, cui si aggiungono le Aziende Sanitarie Locali, Polizia Municipale, Corpo
Forestale dello Stato, ARPA, etc. Serve conoscere le norme, nazionali e comunitarie, in
materia di sicurezza alimentare e le diverse regole di comparto che si sovrappongono e
contraddicono. Serve formazione. La nuova riforma sulla Politica Comune della Pesca
(P.C.P.), così come le recenti norme in materia di Sicurezza Alimentare, Controlli ed
Informazione dei Consumatori, rappresentano per la nostra professione una nuova
possibilità di riscatto. La nuova riforma della P.C.P. mette a disposizione le risorse
alieutiche; in tale contesto è stato istituito il Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la
Pesca (F.E.A.M.P.).
Come spesso accade molti dei fondi disponibili, causa l’incapacità delle Regioni,
vengono interamente restituiti alla Comunità Europea. Da qui la necessità di attivare in
Fnovi il Gruppo di Lavoro (GdL) sulla Filiera della Pesca, già presente e impegnato nei
tavoli partenariali delle regioni oltre alla realizzazione di attività formative.
 Una politica per gli Equidi.
Era il 2011. La Federazione scriveva che era maturo il tempo di operare scelte
coraggiose, prive di ipocrisie e assolutamente innovative per evitare che sul tema degli
equidi non-Dpa e del loro destino si scatenasse un conflitto sociale e un collasso del
settore nel quale la professione rischiava di rimanere stritolata. In quel documento,
pubblicato nei dossier-Fnovi, la Federazione annunciava con lungimiranza, il pericolo di
abbandono o di destino di clandestinità degli equidi che le normative sull’anagrafe e sul
farmaco così come concepite, rischiavano di generare. L’horse gate purtroppo ci ha dato
ragione. A distanza di 3 anni abbiamo verificato quanto non solo il benessere animale,
ma anche la tracciabilità e dunque la sicurezza alimentare, fossero messe a rischio da
un’Europa che non vuole l’anagrafe degli equidi non sapendo come gestire la
destinazione finale di quelli non-DPA.
L’Italia è l’unico paese in Europa ad avere, almeno sulla carta, un’anagrafe equina. Il
nuovo regolamento europeo infatti, si accontenta per gli equidi di un semplice
censimento che ne riporti i dati di nascita e di morte senza tracciarne la movimentazione
in vita. In buona parte d’Europa il destino di una animale non-DPA non può essere
l’abbattimento per ultimata carriera affettiva o di resa sportiva. Ne consegue che
l’equide non-DPA richiede un lungo, inoperoso e, con la crisi economica, oneroso
mantenimento che vede il veterinario coinvolto nella quotidianità dei problemi dei suoi
clienti.
L’intreccio di questa normativa con quella del farmaco veterinario che agevola i
detentori di equidi non-DPA, ha aggravato la situazione. L’Italia nonostante la sua
condizione di paese più ippofago del mondo ha commesso l’errore, nel 2000 di voler
affidare l’anagrafe equina all’allora UNIRE, ente del MIPAAF, privo di vocazione alla
tutela della salute pubblica. La nostra Federazione è stata l’unica ad avere la
consapevolezza di tutto ciò e a denunciare con documenti, articoli, convegni, incontri
quanto stava accadendo. Ed è a Roma, al Consiglio Nazionale Fnovi di Novembre 2013
che Gaetana Ferri ha annunciato il passaggio, finalmente, dell’anagrafe equina alla
Sanità. Un cammino ancora in salita, ma che vede ridato alla professione veterinaria
quel ruolo, che solo lei può svolgere, di tutela della salute pubblica e del benessere
animale. La FNOVI in quanto riferimento autorevole di pareri qualificati è stata anche
coinvolta per un parere sul nuovo decreto per la sorveglianza dell’AIE. Anche in questo,
come in altri casi, l’ascolto della professione e l’acquisizione di autorevoli pareri ha
consentito alla Federazione di rispondere al Ministero della Salute con un documento
che, nel porre al centro del dibattito la salute, il benessere animale e gli interessi di
salvaguardia del patrimonio zootecnico, ha contribuito ad allargare le vedute in tema di
tutela degli equidi chiedendo che venga attentamente valutata l’utilità eventuale di un
piano sull’anemia infettiva in relazione ai dati di prevalenza della malattia e del quadro
generale del contesto europeo. Non solo. la Federazione ha richiamato l’attenzione sulla
totale assenza di dati pubblici e pubblicati in Italia sulle malattie degli equidi, assenza
che rende difficile la collaborazione alla prevenzione dei medici veterinari privati
operanti sul territorio oltre a sottolineare l’assenza a tutt’oggi in Italia, diversamente da
altri paesi europei, di un piano di intervento per la peste equina che condivide il vettore
con la BT.
10. EUROPEI D'ITALIA, ITALIANI D'EUROPA
 La Fnovi è europeista
Sgomberiamo il campo dagli equivoci. La Fnovi è europeista.
Non solo perché è impegnata a perseguire un livello di rappresentanza in Europa
all’interno ed all’esterno della FVE, ma perché in Europa si decide la futura sanità
animale, il ruolo del veterinario, la sua formazione, le sue qualifiche e la sua libera
circolazione; in Europa si decide il futuro del farmaco veterinario, dei mangimi, dei
controlli ufficiali, dei fondi destinati allo sviluppo rurale ovvero alla condizionalità o al
benessere animale. La Fnovi si è data una organizzazione stabile che possa incidere
sulle politiche della nostra Federazione Europea e più in generale sulle sedi che
sviluppano norme che direttamente e indirettamente coinvolgono la nostra professione.

Bruxelles - Roma - Bruxelles
Alle azioni su Bruxelles fanno da contraltare quelle su Roma come ampiamente
riportato nel precedente capitolo sul medicinale veterinario e come dimostra
l'accoglimento della nostra istanza in fatto di profilassi antirabbica e nuovo pet passport.
La Fnovi ha chiesto e ottenuto dal Ministero della Salute che l’Italia eserciti la potestà
conferitale dal Regolamento di non utilizzare la deroga di cui all’art. 7 del medesimo
Regolamento così come richiamata anche dalla Direttiva 2013/31 di modifica della
direttiva 92/65, affinché anche nel recepimento nazionale di questa, nessun animale, né
per gli scambi, né per le movimentazioni non commerciali, possa essere introdotto nel
nostro Paese in assenza di un protocollo vaccinale completo contro la rabbia e che
quindi non vengano cambiate le norme attuali del nostro paese a tutela della salute
pubblica.
Abbiamo anticipato la Direttiva qualifiche realizzando nel 2013 il tesserino digitale
VetPass. Su di esso sono riportati alcuni dati del Medico Veterinario iscritto all’Ordine
Provinciale: Nome, Cognome, Ordine, numero d’iscrizione e Codice Fiscale. Esso
costituisce la prima realizzazione di un tesserino virtuale, in vista della
dematerializzazione dei documenti, realizzato da una Federazione Professionale, non
avente praticamente costi di gestione né di emissione. Dal Vet Pass potranno nascere i
presupposti per la tessera professionale europea che, su base facoltativa, i veterinari
europei potranno adottare nella loro libera circolazione e nella loro libertà di prestazione
professionale. E' prevista anche l'allerta rapida in caso di irregolarità disciplinari, una
sorta di allerta proattiva sui medici veterinari non più abilitati o soggetti a limitazioni
d'esercizio: l’autorità nazionale dovrà comunicare i provvedimenti a tutti gli altri partner
della Ue.
L’Europa prepara la nuova Animal Health Law e il nostro futuro. Al centro del dibattito
(e delle preoccupazioni) la modernizzazione dei sistemi veterinari. Il raggio d’azione del
dibattito europeo è vastissimo, si spazia dalla detenzione degli animali esotici alle
informazioni in etichettatura dei metodi di abbattimento degli animali al macello,
argomenti solo apparentemente familiari che richiederanno attenzione e impegno.
Questa profonda riorganizzazione legislativa avrà riflessi considerevoli sulla normativa
italiana, in particolare sul Regolamento di Polizia Veterinaria. Infatti, la nuova Animal
Health Law impatterà sulla legislazione dei controlli ufficiali, ossia sul Regolamento
882/2004. Sotteso al nuovo corso legislativo ci sarà il problema della sostenibilità
economica, in una cornice di crisi economica dell’Unione, che richiederà precise
responsabilità a tutti gli operatori della sanità animale. Rientrano in questa prospettiva
problematiche cruciali come l’antibiotico-resistenza, la modernizzazione dell’ispezione
delle carni e della produzione primaria, sulle quali la nostra Categoria dovrà fare una
riflessione strategica molto attenta.
 Nell'interesse dell'Europa vuol dire di tutti
Va da sé che questo impegno richiede risorse economiche e che la Fnovi pretende una
considerazione adeguata ai propri sforzi economici e intellettuali. Nel contempo, la
Fnovi è consapevole che la veterinaria nazionale è strettamente collegata alla
produzione nazionale e al mercato dei servizi professionali nazionale, pertanto non è
disposta ad accettare l'imposizione di politiche di salute e benessere animale che - sotto
un malcelato scopo protezionista - mirano a rendere meno competitivi i Paesi di elevata
tradizione agroalimentare come il nostro. Lobby forti e organizzate si muovono prima in
Europa che in Italia e spesso regolamenti che gli Stati Membri vengono chiamati a
recepire non sono il frutto di una sana concertazione, ma di influenze non ben gestite.
Dichiararsi a favore dell'interesse dell'Europa vuol dire favorire l'interesse generale e
non quello particolare. Il Presidente della Commissione Europea Jean Claude Juncker
l'ha messo ben in chiaro.