Sorpresa dalla Svizzera: la Banca centrale sgancia il franco da

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Sorpresa dalla Svizzera: la Banca centrale sgancia il franco da
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Sorpresa dalla Svizzera: la Banca centrale sgancia il franco da quota 1,2
sull'euro
Forti ripercussioni sul mercato valutario, con l'euro che precipita. L'analista: "Movimento epocale,
annullati tre anni in pochi secondi. Ma per Berna è rischioso". Una mossa che preannuncia il
quantitative easing della Bce. Tracollo sulla Borsa di Zurigo. Vantaggi per i frontalieri e per chi
rimpatria i capitali, caos mutui nei Paesi dell'Est
MILANO - Mossa a sorpresa della Banca centrale svizzera (Bns), che ha abolito il tasso di cambio
minimo di 1,20 franchi per 1 euro e parallelamente ha abbassato di 0,5 punti il tasso d'interesse di
riferimento portandolo a -0,75%. Tre anni fa, quando la divisa elvetica era fortemente
sopravvalutata, la Bns aveva annunciato l'introduzione di una misura di grande impatto: fissare un
limite alla forza della sua valuta, oltre la quale non sarebbe stato tollerabile andare, individuando in
1,2 verso la divisa unica europea il rapporto di cambio. L'aver rimosso ora quel tetto, o meglio
quella soglia difensiva, ha provocato grandi scossoni sul mercato valutario, con la conseguenza di
trascinare al ribasso anche la Borsa di Zurigo.
La stessa Banca centrale, nel comunicato odierno, ha ricordato che quella era stata "una misura
eccezionale in un periodo di grande sopravvalutazione della divisa elvetica e di grande incertezza
sui mercati". Ora però il forte indebolimento dell'euro rispetto al dollaro ha causato un
deprezzamento del franco nei confronti della moneta Usa. Nel frattempo, "l'economia" svizzera "è
stata in grado di avvantaggiarsi di questa fase e regolarsi sulla nuova situazione". Lo stesso
governatore, Thomas Jorda, ha spiegato: "Abbiamo deciso che non aveva più senso portare avanti la
politica del tetto con l'euro, che non era più sostenibile e che avrebbe potuto essere portata avanti
solo con continui interventi sui mercati".
Perché la soppressione del tetto non comportasse un "inopportuno irrigidimento delle condizioni
monetarie", la Banca - spiega ancora la nota - "ha abbassato i tassi di interesse in modo
significativo". Una decisione che però i trader paiono non aver preso in considerazione, visto che il
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Data Pubblicazione
15/01/2015
Nel grafico di Bloomberg, lo scossone sul cambio euro/franco all'annuncio della Banca centrale
svizzera: dalla stabilità a quota 1,2 - quella difesa dall'istituto elvetico - si vede il tracollo
repentino della moneta unica (che significa, di contro, rafforzamento del franco) e la successiva
volatilità
Nel grafico di Bloomberg, lo scossone sul cambio euro/franco all'annuncio della Banca centrale
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repentino della moneta unica (che significa, di contro, rafforzamento del franco) e la successiva
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Come accennato, nelle sale operative la novità è stata accolta con grande agitazione. Si è generato
un "movimento epocale, che ha cancellato in pochi minuti i tentativi della Banca centrale di tenere
il cambio sopra quota 1,20, con un floor artificiale, dopo che il mercato aveva portato i due cambi
nel 2011 vicino alla parità", spiega a caldo Carlo Alberto De Casa, senior analyst di ActivTrades.
"Sotto quota 1,20 erano posizionati numerosissimi stop loss", cioè ordini automatici che fanno
vendere il titolo o la valuta nel momento in cui raggiunge valori troppo bassi, "che hanno
determinato il crollo delle quotazioni, fino a dei valori esasperati in area 0,85-0,86". Sul mercato si
è generata una "reazione di pancia" e quando "ci si è resi conto di essere scesi troppo, sono tornati
gli acquisti che hanno riportato il rapporto di cambio sopra la parità verso l'area 1,03-1,05". Alla
fine della giornata di scambi in Europa, l'euro è a quota 1,04 sul franco.
Oscillazioni cosÌ ampie come quella odierna (il cambio tra dollaro e franco è passato da 1,022 a
0,74), evidenzia Riccardo Ambrosetti, presidente di Ambrosetti Asset Management, sono molto
rare. Ora "è ipotizzabile con una significativa probabilità di successo che la zona intorno a quota
0,7 del cambio dollaro franco rappresenterà il pavimento almeno per il 2015 con corrispettivo
soffitto a quota 1,02".
Per De Casa, si tratta di una mossa "rischiosa" da parte della Svizzera, anche in considerazione
degli studi che legano alla variazione di "una figura, cioè il passaggio da 1,2 a 1,19 nel cambio, a
una perdita di 4mila posti di lavoro", in ragione della minor competitivtà dell'export elvetico in
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franco ha continuato ad apprezzarsi.
Vincenzo Longo, dall'ufficio studi di Ig Markets, nota che in pochi si aspettavano cosÌ presto questa
decisione. "C'erano diverse voci sulla possibilità di scendere a un supporto di 1,15, ma nessuno si
aspettava una mossa del genere", aggiunge Segre. Possibile allora che la Bns abbia deciso di
giocare d'anticipo, sapendo che il possibile annuncio da parte della Bce su un quantitative easing,
nel board del 22 gennaio, avrebbe potuto generare "un fallimento nella difesa del cambio",
aggiungono ancora dal Ig.
Questa mossa, letta allora in filigrana rispetto alle aspettative per gli annunci di Draghi,
rappresenta un "ulteriore tassello a supporto di un Qe", spiega di nuovo Segre. Pur essendo fuori
dall'euro, è anch'essa una risposta alle pressioni per combattere la deflazione.
La Svizzera dice addio alla parità con l'euro, code in banca
Quanto alle ripercussioni per gli investitori, ottime nuove per chi ha in portafoglio asset in franchi
svizzeri o conti al riparo delle Alpi, visto il rafforzamento della divisa elvetica. Un 'gioco' che vale
anche per chi si appresta a rimpatriare capitali, sfruttando la voluntary disclosure, ora rivalutati
rispetto all'euro. Non mancano le corse ai cambiavalute, soprattutto in prossimità con l'Eurozona.
Per chi ha franchi, cambiare in euro e venire a fare shopping in Italia è ora un gran vantaggio,
considerando pure la stagione dei saldi. Buone nuove anche per i frontalieri, che hanno uno
stipendio in valuta elvetica ma vivono in Italia, o Francia o Germania. Segnalato invece il panico
in alcuni Paesi dell'est Europa, dove all'inizio degli anni 2000 molti hanno contratto mutui per la
casa in franchi svizzeri quando era molto vantaggioso e vedono ora aumentare il peso del loro
debito. In Croazia, segnala Radiocor, la kuna ha perso il 17% verso il franco e la situazione
riguarderebbe circa 60.000 mutui, con ripercussioni su 300mila persone. In Polonia, ad essere
colpite sarebbero 700mila famiglie, dopo che lo zloty è arretrato del 20% contro il franco. A
perdere, in questo caso, sono anche i colossi svizzeri: i titoli di giganti quali Lindt o Swatch hanno
subito una vera e propria batosta, con i manager in fila per rilasciare dichiarazioni di sgomento
che poco si addicono alla solita compostezza svizzera.
Svizzera, Greco: ''Fallito il sogno del franco
debole''
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presenza di una moneta rafforzata. Se ciò fosse confermato, la mossa odierna potrebbe voler dire
60 o 80mila posti in meno, considerando la sola variabile valutaria. Per Claudia Segre, segretario
generale di Assiom Forex, la Banca centrale elvetica ha però ragionato "cercando di limitare le
spese per difendere il cambio fisso a 1,2", che richiedeva l'assorbimento di numerose riserve in
valuta estera, soprattutto dollari, "e contando sul fatto che il Paese si trova in una fase di piena
occupazione". Certo, in futuro il franco forte potrà rappresentare un problema: "Senza più il
segreto bancario e con l'export penalizzato, dovranno dare risposta a nuovi interrogativi".
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