Notiziario del 15/12/2008
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Notiziario del 15/12/2008
dicembre 2008 Dalle favelas di Rio a Boa Vista, dalla lotta alla prostituzione minorile alla lotta per la sopravvivenza Se LO SVILUPPO ECONOMICO NON FA RIMA CON DIRITTI UMANI Carissimi sostenitori, il Brasile così distante, così vicino. Dalle favelas di Rio de Janeiro a Boa Vista, dalla lotta alla prostituzione minorile ai movimenti hip-hop, da Recife a Salvador de Bahia, dalla regolarizzazione fondiaria all’educazione integrale. Il filo conduttore dei nostri progetti sono i Diritti Umani. E in Brasile, e non solo qui, non c’è diritto che non sia violato e, nonostante il forte sviluppo economico che sta vivendo il Paese e i piani socioeconomici che il progressista governo Lula sta implementando, le condizioni di vita nelle periferie urbane non sta cambiando sostanzialmente. Anzi: il diritto alla casa, all’istruzione, al lavoro, alla cultura, all’ambiente fino al semplice ed elementare diritto di incontrarsi e camminare nella propria comunità (favela) vengono costantemente messi alla prova dai poteri che controllano il territorio, l’economia e tutto ciò che ne deriva. Ed è proprio contro l’esclusione sociale, economica, culturale e ambientale che lottiamo ogni giorno con i nostri Progetti o, per metterla in positivo, il nostro lavoro costante è fare sì che i diritti sanciti dalla Dichiarazione Universale dei diritti umani (il prossimo 10 dicembre si celebra il 60° anniversario) non restino mera retorica, ma siano per noi una mappa, fondamentale strumento per non smarrire il cammino. Per tale ragione stiamo portando a realizzazione: per il diritto alla casa a Recife il progetto “Favelas più vivibili”, per lo sviluppo socioeconomico di indigeni e migranti a Roraima l’omonimo proget- to “Indigeni Migranti”, per i diritti umani e la partecipazione democratica dei giovani nel Mercosud a Rio de Janeiro e Recife, l’iniziativa “Per una Regione di Nuovi Cittadini”, e proseguiremo ancora nei prossimi anni: per migliorare e integrare l’educazione a Olinda e Recife, abbiamo riavviato un altro progetto con “Casa Melotto” e per la prevenzione della prostituzione e la creazione di alternative economiche nelle estreme periferie di Rio de Janeiro è partito da poche settimane il progetto “La Strada delle bambine”. Ma poi, vi sembrano temi molto distanti dalla realtà italiana? Aldo Magoga referente ProgettoMondo Mlal area Brasile e Cono Sud 700 famiglie delle due comunità sono in attesa del pronunciamento del giudice per diventare proprietari della propria casa TRA STAGES E NUOVE ABITAZIONI NON S’ARRESTA LA LOTTA PER IL DIRITTO ALLA CASA Stiamo arrivando alle fasi conclusive del Progetto “Casa Direito de Todos”. Infatti entro febbraio 2009 contiamo di terminare il nostro lavoro qui a Recife in difesa e promozione del diritto alla casa, insieme al nostro partner locale Serviço de Justiça e Paz. La speranza è quella di lasciare nelle due comunità in cui abbiamo lavorato (Vila Felicidade e Caçote) un processo bene avviato, un processo che non terminerà con la fine del Progetto, ma che continuerà a vedere protagonisti i leader comunitari e la gente delle due favelas impegnati nella lotta per la promozione del loro diritto ad avere una casa migliore, a vivere in un quartiere dove le infrastrutture pubbliche siano di un livello adeguato, dove insomma potersi non sentire “dimenticati” dalla città, ma al contrario parte integrante d’essa. Abbiamo lavorato per il raggiungimento di questo obbiettivo, soprattutto al fine di rendere coscienti gli abitanti delle due comunità sull’esistenza dei loro diritti a vivere in condizioni migliori, a informarli su quali siano gli strumenti per ottenere questi miglioramenti, lottando insieme a loro presso le Istituzioni per chiedere il riconoscimento dei diritti ad acqua, asfaltatura, marciapiedi, parco giochi per i bambini: a quelle cose insomma che da noi oramai sembrano ovvie, ma che qui non lo sono affatto. L’impegno in questo senso si è svolto soprattutto attraverso lo strumento della Legalizzazione Fondiaria, promosso con la nostra equipe di avvocati, ingegneri, architetti e assistenti sociali per trasferire il titolo di proprietà della terra occupata a chi, su questa terra, ha costruito, magari 50 anni fa, la propria casa. Con questo obiettivo è stato istruito un processo civile in favore di oltre 700 famiglie delle due comunità che attualmente sono in attesa solo del pronunciamento del giudice per diventare proprietari a tutti gli effetti della propria casa. Corre voce che la sentenza sia ormai questione di giorni, e sarebbe ora! Ormai l’attendiamo da oltre un anno!!! In questi ultimi mesi di attività del Progetto, dopo aver concluso il corso di formazione per muratori anche a Caçote (l’anno scorso era terminato a Vila Felicidade), abbiamo ricontattato tutti i ragazzi che avevano frequentato il corso, sia di Vila Felicidade che di Caçote (43 in tutto, di cui anche 3 ragazze), e abbiamo constatato che alcuni già stavano lavorando, altri erano tornati a studiare, ma la maggioranza era ancora disoccupata. Così, come previsto da Progetto, abbiamo promosso uno stage in impresa remunerato a termini di legge (600 reais al mese, circa 230 Euro), in collaborazione con l’impresa edile Ficor, di Recife. Lì, 10 ragazzi (quelli che avevano i requisiti anagrafici e che avevano dimostrato miglior impegno durante il corso) hanno prestato servizio per 4 mesi applicando “davvero” quello che avevano imparato durante il corso, lavorando a fianco di gente che fa quel mestiere da 30 anni, muratori “veri”, insomma. Purtroppo per alcuni problemi di carattere sindacale, nel corso dei 4 mesi c’è stata una pausa dei lavori, e i ragazzi non hanno potuto approfittare appieno dell’esperienza. Coloro che non hanno partecipato allo stage, e che comunque erano interessati a proseguire l’attività formativa nel ramo della costruzione civile, sono stati iscritti a vari corsi di formazione presso il Senai (il locale sistema pubblico di formazione professionale) per l’apprendimento della parte elettrica dell’edilizia, ossia la costruzione di impianti elettrici e la loro manutenzione. Il corso è durato due mesi per 19 ragazzi. Un’altra grande esperienza è la casa sperimentale, interamente in gesso, che stiamo costruendo insieme a Itep (Istituto di Tecnologia di Pernambuco) nella favela di Vila Felicidade, andando così a beneficiare una signora che viveva insieme al figlio totalmente disabile in una casa di legno che cadeva letteralmente a pezzi. Proprio in questi giorni la casa sarà consegnata e la signora, che da metà ottobre si era trasferita da un parente potrà ritrasferircisi. La casa in gesso rappresenta una tecnologia a basso costo, e la nostra intenzione in queste fasi finali del progetto è proporla alle persone della comunità in alternativa alla costruzione di mattoni e laterizi, e soprattutto alle Istituzioni e al nuovo governo locale instauratosi dopo le ultime elezioni di ottobre affinché adottino questa tecnologia nella costruzione di case popolari che stanno implementando. La speranza per la continuità del Progetto “Casa Direito di Todos” è proprio che lo sforzo dimostrato da questa gente per avere un’abitazione più dignitosa possa venire il più possibile accompagnato, e continui a esserlo, anche dalle politiche pubbliche. Perché non c’è dubbio che il diritto alla casa è un tema basilare per la vita della persone meno fortunate della città di Recife. Il gesso, materiale economico Paolo Papalini ProgettoMondo Mlal a Recife l a r i c e r c a Dopo molti tentativi per trovare un’idea innovatrice con cui incentivare nelle nostre comunità l’utilizzazione di materiali e tecnologie a basso costo per la costruzione edile, finalmente abbiamo trovato una soluzione. La nostra intenzione era di utilizzare una tecnologia moderna ed eco-sostenibile per proporre ai residenti di Caçote e Vila Felicidade, e sopratutto alle istituzioni che si occupano di politiche abitative, un’alternativa alle case popolari classiche e ai canonici modelli abitativi utilizzati in favela e nelle comunità povere, che prevedono utilizzazione di laterizi, forati, e materiali tradizionali ad alto impatto ambientale. Ebbene, dopo ricerche nelle Università, nel mercato privato, negli istituti di Ricerca, ci siamo orientati a stabilire una partnership con l’ITEP (Istituto di Tecnologia di Pernambuco) che sta svolgendo da pochissimo tempo esperienze di costruzione di case in gesso in aree povere. Il gesso di cui si parla è un gesso trattato, sottoposto a specifiche lavorazioni per ottenere dei blocchi in tutto simili ai blocchi di pietra, solo molto più leggeri, ma ugualmente duri e adatti alla costruzione civile. La costruzione della casa in gesso di Dona Genilda, a Vila Felicidade è già iniziata e finirà a fine novembre. Lei è una delle persone più bisognose della comunità. Già piuttosto anziana, vive di quel che ricava dal suo lavoro di lavandaia, tra l’altro mantiene un figlio di 36 anni con handicap grave, e fino a qualche settimana fa viveva con lui in una piccola baracca rosa dalle tarme e a continuo rischio di crollo. Oggi, mentre aspetta che la sua casa venga terminata, dona Genilda vive ospite del figlio minore, e si chiede se tutto quel gesso non le macchierà i vestiti quando girerà per casa. Tranquilla, le abbiamo spiegato che no, che quel gesso è un gesso differente e non macchia. Lei sembra ancora perplessa, ma è contenta. Per la prima volta in sessanta anni avrà una casa vera. Paolo Papalini ProgettoMondo Mlal a Recife la testimonianza Uno sguardo oltre il progetto B R E V I Quando arrivai a Recife, due anni e mezzo fa, ricordo che era già notte e la prima ingenua domanda che mi feci, osservando la città da dentro al taxi fu: “Ma qui è tutta una favela? Quando inizia la città normale?”. Ancora oggi mi dico che non esiste una parte “normale” nella città di Recife. Sì, se per normale intendiamo una città dove le persone vivono in case normali, dove camminano per strade normali, dove i bambini vanno a scuola in scuole normali, ebbene ancora oggi come quella prima sera dico che Recife non è una città normale. O per lo meno non è una città normale per la maggior parte dei suoi abitanti. Quella prima osservazione sulla città si riflette nel fatto che a Recife non c’è un solo punto della città che disti poco più di qualche centinaio di metri da una favela (e si sa, il brutto in urbanistica per l’osservatore ridimensiona il bello...), e la favela è dappertutto, anzi diciamo che guardando la mappa delle favelas di Recife qui nell’ufficio locale di ProgettoMondo Mlal, si vede che le aree “normali” sono davvero una minoranza. Il nostro lavoro qui è andato esattamente nella direzione di voler contribuire al processo che sta avvenendo in Brasile, grazie alle politiche urbanistiche del Governo e degli Stati Federali. Questo processo è appunto volto a trasformare le favelas brasiliane in territori almeno urbanisticamente “normali” (nel senso che gli interventi istituzionali sulla questione sociale nelle comunità povere, il traffico di droga, etc, meriterebbero un discorso a parte). In questo contesto siamo apparsi noi ad appoggiare un’azione che, soprattutto dal punto di vista della regolarizzazione fondiaria, va proprio in questo senso. Il Progetto sta finendo, e devo dire che per quel poco che la cooperazione può fare, abbiamo fatto molto, o per dirla con altre parole, quel poco che è stato fatto per la problematica che abbiamo affrontato (il diritto alla casa) è stato fatto nella direzione giusta. Alla fine di questa esperienza quello che sento di poter dire è che la gente della favelas è veramente un popolo a se stante. E merita tutte le attenzioni e il rispetto e l’aiuto che può meritare un popolo che vive in una terra che non gli appartiene mai completamente, di cui non è mai considerato pieno cittadino, perché ne è stato storicamente escluso o perché ne è stato escluso per diffidenza e pregiudizio, perché è povero, più scuro di pelle, più disorientato di chi invece ha la cittadinanza più vera dalla sua. Un diritto, questo, che ha base soprattutto dentro un capitalismo selvaggio come quello brasiliano, fondato sulla legge dell’”io ho di più, quindi ho più diritti”. Ogni riferimento alla realtà attuale italiana è casuale, lo giuro. Paolo Papalini capoprogetto a Recife Lutto in casa Martinelli. Lo scorso 18 agosto, dopo lunga malattia, è venuta a mancare la signora Angela Mondelli, anziana madre di Anna Martinelli, nostra storica cooperante oggi responsabile della Selezione dei nuovi partenti. I parenti e gli amici hanno voluto ricordarla facendo una donazione proprio per questo progetto in Brasile, Paese molto caro alla famiglia e ad Anna perché lì ha trascorso i suoi primi anni da cooperante. Alla nostra carissima amica, l’abbraccio commosso di tutto il ProgettoMondo Mlal. viale Palladio 16, 37138 Verona, tel. 045 8102105, e-mail: [email protected], www.progettomondomlal.org Versamenti (intestati a ProgettoMondo Mlal): - c/c postale 12808374 - c/c bancario 512880, Banca Etica (IBAN IT74H0501812101000000512880), Causale «progetto favelas più vivibili»