Numero 8-9 Agosto Settembre 2011
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Numero 8-9 Agosto Settembre 2011
www.bihome.it www.bertolotto.com Mensile anno XII - N. 8-9 Agosto-Settembre 2011 - Abbonamento 49,00 euro - Sped. in A.P. - 45% - art. 2 comma 20/b Legge 662/96 - Filiale di Milano (contiene I.P.) Domus Technica. Progetto: studio Iotti + Pavarani Architetti. Foto: Roland Halbe PROGETTI VIDEO E-ZINE NEWSLETTER EVENTI FORUM WWW.ARCHITETTI.COM T E C N O L O G I E D E S I G N I L L U M I N A Z I O N E I N T E R N I Iotti + Pavarani vince tra gli Under 40 di Renzo Piano, a pagina 6 Ridurre l’energia grigia Lantern Pavilion, Sandnes Restauro di San Pietro, Alessandria Intervista a Paolo Castagna e Gianni Ravelli Abbiategrasso comfortable a cura di Cristina Vanucci di Federica Maietti in Focus Legno di Giacomo Sacchetti di Clara Lovisetti di R. Gulino (Andil) Pagina 11 Pagine 14-15 Pagina 22 Pagine 26-27 Pagina 30 Numero 8-9 Agosto Settembre 2011 ARCHITETTI - numero 8-9 Agosto-Settembre 2011 2 EDITORIALE Direttore responsabile Paolo Maggioli Direttore Marcello Balzani [email protected] Coordinamento redazionale Giacomo Sacchetti [email protected] Redazione Raffaella Antonacci, Alessandro Costa, Nicola Marzot, Luca Rossato, Cristina Vanucci Collaboratori Libri: Beppe Giardino. Dalla Sicilia: Salvatore Padrenostro. Architettura: Valentina Piscitelli. Urbanistica: Mila Sichera. Città: Gianni Zenoni. Progetto Grafico e impaginazione Grafici Maggioli Editore Tutti i diritti riservati È vietata la riproduzione, anche parziale, del materiale pubblicato senza autorizzazione dell’Editore. Le opinioni espresse negli articoli appartengono ai singoli autori, dei quali si rispetta la libertà di giudizio, lasciandoli responsabili dei loro scritti. L’autore garantisce la paternità dei contenuti inviati all’Editore manlevando quest’ultimo da ogni eventuale richiesta di risarcimento danni proveniente da terzi che dovessero rivendicare diritti su tali contenuti. Direzione amministrazione e diffusione Maggioli Spa Divisione Editoria Maggioli Editore è un marchio Maggioli Spa presso c.p.o. Rimini Via Coriano, 58 - 47924 Rimini tel. 0541 628111 fax 0541 622100 Servizio Abbonamenti tel. 0541 628200 fax 0541 624457 e-mail: [email protected] www.periodicimaggioli.it Pubblicità Publimaggioli - Concessionaria di Pubblicità per Maggioli Spa Via Del Carpino, 8 - 47822 Santarcangelo di Romagna (RN) tel. 0541 628439 fax 0541 624887 e-mail: [email protected] www.publimaggioli.it Filiali MILANO Via F. Albani, 21 - 20149 Milano tel. 02 48545811 fax 02 48517108 BOLOGNA Via Volto Santo, 6 - 40123 Bologna tel. 051 229439 - 228676 fax 051 262036 ROMA Via Volturno, 2C - 00185 Roma tel. 06 5896600 - 58301292 fax 06 5882342 NAPOLI Via A. Diaz, 8 - 80134 Napoli tel. 081 5522271 fax 081 5516578 Registrazione Presso il Tribunale di Rimini del 11/9/2002 al n. 19 Maggioli Spa Azienda con Sistema Qualità certificato ISO 9001:2000 Iscritta al registro operatori della comunicazione. Stampa Roto3 Industria Grafica s.p.a. Castano Primo, Milano Condizioni di abbonamento 2011 Il prezzo di abbonamento è di euro 49,00. Il prezzo di una copia della rivista è di euro 7,00. Il prezzo di una copia arretrata è di euro 8,00. I prezzi sopra indicati si intendono IVA inclusa. Il pagamento dell’abbonamento deve essere effettuato con bollettino di c.c.p. n. 31666589 intestato a Maggioli Spa – Periodici – Via Del Carpino, 8 – 47822 Santarcangelo di Romagna (RN). L’abbonamento decorre dal 1° gennaio con diritto di ricevimento dei fascicoli arretrati e avrà validità per un anno. 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Qualora non desideriate ricevere gratuitamente Architetti, siete pregati di inviarne comunicazione al servizio clienti. 5R La rigenerazione del patrimonio edilizio di Marcello Balzani* e Nicola Marzot** Piattaforma Costruzioni della Rete ad Alta Tecnologia Emilia-Romagna Convegno nell’ambito di “Stati Generali del recupero” 6 ottobre ore 14:30 Sala Concerto 1_Rigenerazione - Regeneration 2_Riqualificazione - Refurbishment 3_Riuso - Reutilization 4_Recupero - Redevelopment 5_Ricerca - Research Pensare a espandere ancora le nostre città sembra a oggi un’immensa utopia. Un’utopia maggiore di quella che può apparire definire una strategia diffusa di recupero e rigenerazione urbana. Cinque possibili significati: 1_rigenerare un’area già urbanizzata significa anche far proprie rete di servizi, impianti, processi di manutenzione e gestione (magari non perfetti) ma esistenti; 2_riqualificare un’area già urbanizzata significa farsi carico di un’azione (socio-funzionale) all’interno di un contesto in cui probabilmente già abitano o lavorano delle persone, che hanno sviluppato relazioni, affettività, esperienze, che non vanno e non devono essere disperse; 3_riusare un volume già edificato significa avere ha disposizione all’interno di un’area già urbanizzata, uno spazio con caratteristiche in parte da adeguare, ma in parte anche da riusare con una destinazione e un intervento economicamente sostenibile se si applica finalmente l’intelligenza qualitativa (e non quella quantitativa come è stato spesso fino a ora) dello sforzo progettuale; 4_recuperare i materiali di un volume già edificato all’interno di un’area già urbanizzata significa comprendere i valori di una tradizione antica del costruire che non disperdeva l’energia (grigia) consumata per produrre componenti da costruzione, ma sceglieva, valutava e all’occorrenza recuperava o riciclava; 5_ricercare l’innovazione dei processi progettuali e costruttivi applicati al recupero e alla rigenerazione del patrimonio edilizio esistente può fare la differenza in molti settori: professionali, produttivi, costruttivi, immobiliari. La crisi dell’industria immobiliare, a partire dal 2007, ha coinciso con la conclusione di un ciclo economico-finanziario di produzione di valore basato essenzialmente sull’aspettativa di una crescita apparentemente illimitata. Tale presupposto è stato sistematicamente applicato anche nella riconversione post-industriale di ambiti dismessi, i cosiddetti brownfield, prevedendone l’integrale sostituzione con nuove quantità edilizie, attraverso il ricorso a modelli insediativi ad elevata densità, in grado di minimizzare l’incidenza dei valori dei terreni. L’attuale fase sembra mostrare un maggiore interesse per una strategia di produzione di valore più attenta al tempo presente, capace di tradursi in una diffusa sensibilità per la qualità del patrimonio esistente e la sua capacità auto rigenerante, al fine di rispondere a nuove aspettative d’uso. Le ragioni dell’inversione di tendenza sono molteplici, ma possono essere riassunte in una più difficile accessibilità alla leva finanziaria, determinante nella promozione della fase “espansiva” della filiera immobiliare; in una minor propensione al rischio imprenditoriale nel settore edilizio, giustificata anche dal pesante accumulo di invenduto ereditato dalla stagione immobiliare appena trascorsa; in una ridotta capacità di spesa dell’utente finale, che privilegia la valorizzazione di proprietà già acquisite rispetto a nuovi investimenti; nella richiesta di qualità energetica e sostenibilità ambientale da parte del mercato, che identifica nel patrimonio esistente uno settore di particolare interesse. Alla luce di tale scenario appare quindi opportuno avviare una riflessione che promuova le condizioni affinché l’attuale congiuntura possa esprimere tutto il suo potenziale e non venga riconosciuta unicamente come necessaria fase di decrescita, puramente strumentale all’avviamento di un nuovo ciclo. In tale prospettiva la Piattaforma Costruzioni della Rete ad Alta Tecnologia dell’Emilia-Romagna propone all’interno del SAIE 2011 un convegno che intende chiamare a raccolta contributi disciplinari diversificati e complementari, nella prospettiva di ricostruire la complessità del tema, con l’obiettivo di identificare gli incentivi necessari al superamento della condizione corrente. In tal senso, economia, finanza, politiche normative e cultura del progetto sono chiamate agli “Stati Generali delle 5R” per offrire stimoli e sollecitazioni all’alimentazione di un dibattito capace di proiettare una nuova luce sul tema del riutilizzo del patrimonio esistente. * Responsabile Scientifico Piattaforma Costruzioni Rete Alta Tecnologia Regione Emilia-Romagna [email protected] ** Laboratorio Teknehub, Tecnopolo dell’Università di Ferrara, Piattaforma Costruzioni Rete Alta Tecnologia Regione Emilia-Romagna [email protected] numero 8-9 Agosto-Settembre 2011 - ARCHITETTI 3 ARCHITETTI - numero 8-9 Agosto-Settembre 2011 4 di architettura collegato al tabloid mensile “Architetti” www.architetti.com ilsiportale propone come un utile e interessante luogo per ampliare il dibattito e lo spazio culturale, critico e informativo sui temi dell’architettura e del design. L’ambizione è quella di costruire, anche attraverso il contributo interattivo dei visitatori, un ambito di approfondimento on-line in cui poter trasferire, con innovazione e trasversalità, molti aspetti della “comunicazione del progetto”. Architetti.com si vuole porre, prima di tutto, come un sito (in forma di blog) indirizzato agli architetti con news nel campo della comunicazione del progetto, eventi culturali, innovazione tecnologica e informatica. Plus valore di questo portale, la creazione di un “Catalogo on-line di progetti” aggiornabile, in cui è possibile, attraverso una facile indicizzazione, recuperare alcune centinaia di progetti di studi di architettura prestigiosi e realizzazioni italiane e internazionali facenti parte di uno storico e recente patrimonio di prodotti editoriali, riviste, premi di architettura e urbanistica di Maggioli Editore. La E-zine mensile, un magazine digitale di approfondimento da scaricare in pdf, è una rivista on-line i cui contenuti sono legati alle tematiche dell’architettura (spazi urbani, installazioni, architetture d’interni, bio architettura, ecc.), della comunicazione del progetto e alla cultura dell’immagine digitale. Centinaia di progetti nel catalogo on-line E-ZINE N. 38 - Luce=Materia La nuova E-zine di approfondimento affronta il tema LUCE=MATERIA. Dalla nuova moschea, Centro culturale islamico e Museo dell’armonia religiosa a Tirana, ad opera dello studio BIG, basato su una griglia progettuale rispettosa sia dell’orientamento verso La Mecca che del tessuto urbano, la cui superficie curva composta da una moltitudine di aperture è ispirata alle mashrabiya islamiche, al National Concert & Conference Centre, Reykjavik, di Henning Larsen Architects, incentrato sulla combinazione di luce naturale e luce artificiale le cui spettacolari facciate seguono un motivo geometrico ispirato al basalto cristallizzato per catturare gli effetti dei cambiamenti stagionali islandesi; dal progetto per la Casa della Memoria di Spedstudio, secondo classificato all’omonimo concorso, basato su trasparenze e dissolvenze di superfici e sulla compenetrazione e flessibilità volumetrica che declina la narrazione della memoria collettiva, al Lantern Pavilion a Sandnes, Norvegia, di AWP + Atelier Oslo, una gigantesca lanterna urbana in legno e vetro, vero e proprio manifesto per la progettazione dello spazio pubblico; dal Complesso per uffici “La Defense” ad Almere, Olanda, di UNStudio, la cui pelle colorata cangiante produce una percezione sempre mutevole del colore e della materia, fino agli effetti vibranti del laterizio a contatto con la luce naturale nelle architetture di Peter Zumthor, Massimo Carmassi, Alvaro Siza e BFM Architekten. INDICE Luce islandese National Concert & Conference Centre, Reykjavik - Henning Larsen Architects a cura di Federica Maietti Visitare il Catalogo on-line di progetti permette di navigare all’interno di centinaia di progetti e realizzazioni suddivise per categorie: spazi intimi (design, arredamento, ecc.), spazi urbani (piazze, parchi, ecc.), spazi pubblici (musei, municipi, uffici, ecc.), spazi residenziali (case a schiera, isolate, tipologie ibride, torri residenziali, ecc.). Ogni progetto è composto da schede, visualizzazioni, link e la banca dati permette un’indicizzazione per autore/i, anno di realizzazione, luogo e tipologia. Il catalogo si arricchisce giorno per giorno sia con gli inserimenti di tutti i colleghi che visitano il sito e che offrono la loro disponibilità di pubblicazione (dopo una verifica redazionale dei contenuti), sia con le proposte partecipanti ai premi IQU (Innovazione e Qualità Urbana), Architettura Sostenibile, ecc. Beton Hala Waterfront Center, Belgrado, Serbia Erik Giudice Architects Shanghai Oriental Sports Center, Shanghai, Cina Studio gmp - von Gerkan, Marg and Partners Speciale: Interni Nel sito è possibile aprire una “finestra” di approfondimento su altre tematiche coordinate che da sempre trovano interesse nella professione dell’architetto. Nello speciale Interni è possibile trovare riferimenti di produzione e innovazione tecnologica che si collegano a sperimentazioni ed eventi culturali e fieristici del settore. Lo speciale Interni è specializzato sul progetto e la produzione di design, sulla progettualità del comfort e della complessità di ogni “spazio confinato”. INTERNI Trasparenze e dissolvenze. Architettura del ricordo Casa della Memoria, concorso per un edificio pubblico nel quartiere Isola a Milano Spedstudio a cura di Cristina Vanucci Progetto”Office + Retrofit”. MAin con l’Unità di ricerca Advanced Design - Dipartimento Indaco del Politecnico di Milano, Manerba e Studio Sovrappensiero Norwegian Wood. The Lantern Pavilion Progetto del Lantern Pavilion e di una piazza pedonale flessibile, Sandnes, Norvegia – AWP + Atelier Oslo a cura di Federica Maietti Progetto di interior design di un appartamento in via Flaminia, Roma, Architetto Lorenzo Pagnini L’architettura multimediale nel canale YouTube Nella sezione VIDEO è presente un canale di progettazione dedicato alla comunicazione del progetto, dove è possibile trovare interessanti video di architettura e ingegneria. L’obiettivo è quello di offrire utili spunti di riflessione per l’innovazione della professione e anche selezionare percorsi legati a studi di grafica che dettano le tendenze nella comunicazione sia di prodotto che di progetto. Concorso internazionale di architettura Grand Prix Casalgrande Padana http://www.youtube.com/progettisti Freitag Flagship Store, Zurigo. Spillmann Echsle Architekten http://www.youtube.com/progettisti Editoriale Luce=Materia Connesso quindi esisto di Marcello Balzani Percezioni mutevoli Complesso per uffici “La Defense”, Almere, Olanda - UNStudio a cura di Simona Ferrioli Normativa A Mosque for All Moschea, Centro culturale islamico e Museo dell’armonia religiosa, Tirana - BIG - Bjarke Ingels Group a cura di Federica Maietti Veramente nuovo! Da marzo 2011 Architetti.com presenta una nuovissima veste grafica con nuovi contenuti e strumenti per ampliare il dibattito e lo spazio critico e informativo sui temi dell’architettura e del design e per trasferire con curiosità, innovazione e trasversalità, i molteplici aspetti della "comunicazione del progetto". Luce e Materia. Atmosfere e Vibrazioni Le architetture in laterizio di Peter Zumthor, Massimo Carmassi, Alvaro Siza, BFM Architekten di Nicola Montini, Marcello Galiotto, Alessandra Rampazzo È possibile recuperare con estrema facilità normative di interesse attraverso una banca dati aggiornata e selezionata per la professione tecnica. Dal 1° settembre 2009 è entrato in vigore il nuovo “Codice Deontologico per la professione di architetto”, approvato dal Consiglio Nazionale Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori il 10 e l’11 giugno 2009. Dalla tradizione e dall’esperienza affermata di Maggioli Editore, Publimaggioli – Concessionaria di Pubblicità del Gruppo Maggioli – propone in esclusiva INTERNET E STAMPA INSIEME per gestire progetti di comunicazione integrata sulla stampa cartacea e sul web e interpretare le esigenze dei clienti, identificando gli strumenti e le tecnologie più efficaci che permettano di rispondere alle attese e raggiungere con precisione il target desiderato. Via del Carpino, 8 47822 Santarcangelo di Romagna (RN) tel. 0541 628439 - fax 0541 624887 www.publimaggioli.it - [email protected] numero 8-9 Agosto-Settembre 2011 - ARCHITETTI 5 LIBRI Recensione a cura di Beppe Giardino La Borsa Valori di Torino A cura di Alberto Papuzzi Editore e anno Umberto Allemandi & C., 2011 Formato Rilegato con sovraccoperta, 160 pagine, ill. colore e bn Dimensioni 21x30 Isbn 978-88-422-2009-1 Prezzo euro 35,00 Completata nel 1956, venne pubblicata per la prima volta sull’ormai famoso numero di Casabella, il 215, nel 1957 assieme alla Bottega d’Erasmo quasi contemporanea, a essa accomunata dalla volontà di perseguire una trasformazione dei valori fondativi della storia architettonica torinese del tutto indipendente dai condizionamenti del dibattito linguistico – l’International Style – allora in corso sulle riviste e nel mondo accademico. Le conseguenze sono note: le opere pubblicate proiettano sì Gabetti e Isola sulla ribalta della scena architettonica ma, per anni, ne decretano anche il loro isolamento. Risultata opera vincitrice del concorso bandito dalla Camera di Commercio di Torino nel 1952 su progetto di Gabetti, Isola, Giorgio e Giuseppe Raineri, la Borsa Valori vede la posa della prima pietra nel novembre del 1953. Caratteristica dell’edificio è l’imponente copertura realizzata con un sistema all’avanguardia che allora era poco applicato. Bisognava coprire il vasto salone delle contrattazioni (un quadrato di circa 40 metri per lato) con una volta senza utilizzare pilastri, in modo che da qualunque punto del locale fosse visibile il grande quadro su cui i titoli [email protected] vengono quotati. La soluzione presa fu quella di utilizzare il calcestruzzo precompresso e vibrato, realizzando così una volta a padiglione quadrata con uno spessore medio di soli 8 centimetri. Un progetto molto articolato, dalla forte teatralità, dove la premurosa analisi progettuale non si limita solo alla parte strutturale, ma continua con la composizione dei fronti caratterizzati dal basamento in bugne di basalto a spacco naturale sovrastato dalle grosse aperture del salone, risolve la problematica acustica della volta, ahimè, trattata con intonaco di fibre di amianto puro spruzzato e chiarisce la complessità del condizionamento ambientale e di tutti gli apparati atti al funzionamento dell’edificio. Non ultimo gli arredi, definiti da Fulvio Ferrari mobili che paiono eleganti signorine, con forme stilizzate e leggere, dove tutto e progettato in un’originale visione “neoliberty”, scaturita dall’humus torinese. “Questo libro – scrive Papuzzi nell’introduzione – parla di progetti. Progetti architettonici, che si confrontano nell’arco di sessant’anni. Si racconta di come tre giovani architetti e un ingegnere disegnarono e realizzarono, nel centro di Torino fra il 1952 e il 1956, un edificio che aveva i caratteri originali dell’opera di avanguardia: la Borsa Valori. Ma si racconta anche che lo stesso edificio, da tempo privato di una funzione nella vita della città, di conseguenza inutile e inevitabilmente dimenticato, è oggi interessato da un nuovo progetto, per recuperarlo a una funzione sociale e culturale, saldando storia e attualità, passato e presente”. Una seconda giovinezza avviata grazie al progetto di riuso affidato ad Aimaro e Saverio Isola – occasione più unica che rara per un progettista restaurare un’opera progettata cinquant’anni prima – che prevede un collegamento agli edifici contigui di proprietà della Camera di Commercio (ricordo che uno di questi edifici il Palazzo degli Affari è di Carlo Mollino) e contestualmente una maggiore fruibilità urbana. [FLASH] Progettazione del New York Theater City MADE EXPO Milano 05-08 ottobre 2011 Pad. 6 - Stand.B01-C10 Ha vinto il gruppo MEGA I progettisti del gruppo MEGA dell’Università di Patras, Grecia, hanno ricevuto una menzione al concorso internazionale per la progettazione del “New York Theater City” proponendo un intervento “modulare” a partire dai binari ferroviari preesistenti nell’area di progetto e fortemente caratterizzato dalla presenza di elementi naturali. Il concorso è stato bandito da ArchMedium, un’associazione che organizza concorsi internazionali di architettura per studenti, in una zona industriale di Manhattan attualmente inutilizzata e in attesa di un progetto in grado di rivitalizzarla, reinventarla e reinserirla nella città. La richiesta del bando di concorso consisteva in un campus teatrale urbano in cui piccole compagnie che non riescono ad avere accesso ai famosi palcoscenici di Broadway possono disporre di spazi per le prove e in cui i loro spettacoli possono essere rappresentati offrendo un’attività culturalmente diversa. Il progetto doveva concretizzarsi come fusione tra architettura e urbanistica, unendo la necessità di offrire siti funzionali alle diverse attività teatrali indicate con il dovere di rendere il luogo un nuovo e vitale spazio per la città. Avrebbe dovuto essere fondamentale non solo la ricerca di adeguate soluzioni per gli edifici, ma anche la loro collocazione e il loro dialogo con la città, col fiume e con il contesto urbano in generale, attraverso parchi e giardini con accessi pubblici, percorsi che consentono agli utenti di andare nel campus e di attraversarlo senza alcuna difficoltà nei percorsi urbani e uno spazio esterno in grado di accogliere occasionalmente circa 250 persone. Grandi performance, in tempi da record! Light festival a Berlino Dal 12 al 23 ottobre Dal 12 a 23 ottobre 2011 Berlino verrà illuminata in modo spettacolare: oltre 50 musei e attrazioni (la porta di Brandenburgo, la Cattedrale e la torre della TV) saranno al centro di installazioni, proiezioni, giochi di luce e fuochi d’artificio. Si tratta della settima edizione del Festival of Lights (Festival delle Illuminazioni). In occasione dell’inaugurazione, una cerimonia spettacolare e scintillante. Seguiranno, nel corso dei dieci giorni di festa, eventi culturali incentrati sul tema e il soggetto “luce”. Partiranno Tour speciali (i cosiddetti “lightseeing” tours) dedicati al tema della luce. Tra questi: il tour su un autobus che per l’occasione è stato chiamato Light-Liner, sulla nave Light-Ship, a piedi tramite Light-Cruso o, infine, con il rickshaw Light-Velo. In questo modo residenti e turisti avranno la possibilità di godersi da vicino le attrazioni illuminate. Informazioni www.festival-of-lights.de I sistemi del verde Dal verde urbano agli spazi naturali Si terranno in ottobre gli ultimi due (di tre) workshop legati al laboratorio di progettazione “I sistemi del verde: dal verde urbano agli spazi naturali” organizzato da ACMA Centro di Architettura in collaborazione con Università Politecnica di Catalunya - Master in Architettura del Paesaggio. I workshop sono sviluppati da docenti che tengono lezioni tematiche relative alla progettazione collegata all’utilizzo della “materia terra”, alla costruzione di sistemi ambientali tra ecologia e paesaggio e ai paesaggi dell’agricoltura e turismo sostenibile. Di seguito i due appuntamenti. Isabelle Aguirre, “Ecologia e paesaggio. La costruzione di sistemi ambientali” (Milano, 5-9 ottobre 2011). Si tratterà di interventi in aree protette, ri-naturalizzazioni di zone umide, ricostruzioni di biotopi in ambiti di pregio naturalistico. Prende consistenza la necessità della qualità dell’intervento, della gestione degli specialismi, dell’etica e del senso del progetto contemporaneo. Jordi Bellmunt-João Nunes, “Paesaggi dell’agricoltura e turismo sostenibile” (Sorrento, 19-23 ottobre 2011). La vita della produzione agricola italiana e dei paesaggi delle sue regioni di origine dipende dal delicato equilibrio tra mantenimento della loro struttura e sostenibilità economica della produzione. Come il diffondersi di nuovi modelli culturali che privilegiano la produzione agricola tradizionale, le filiere corte e il turismo consapevole possono tradursi in approcci politici e in temi concreti di progetti per la tutela e la valorizzazione di paesaggi? Informazioni www.acmaweb.com SISTEMA PLAN™TS DANESI Il sistema completo di termolaterizi rettificati ad alto rendimento per esterni e interni. Poroton® Plan™ TS a Setti Sottili è in grado di garantire murature a elevato isolamento termico con un risparmio di tempi di posa da record. Poroton® Plan™ TS fa parte di un sistema completo di blocchi e tramezze evoluti che permette di risolvere ogni problema costruttivo, rispondendo in modo adeguato alle attuali esigenze di qualità edilizia a basso consumo energetico. Poroton® Plan™ TS grazie alla rapidità di posa, permette un notevole risparmio di materiali e di costi. 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Iotti + Pavarani vince tra gli Under 40 scelti da Renzo Piano a cura della Redazione [email protected] Foto: Roland Halbe La Fondazione Renzo Piano ha selezionato, lo scorso 10 giugno, lo studio Iotti + Pavarani Architetti, con il progetto Domus Technica Centro di Formazione Avanzata Immergas, quale vincitore della prima edizione del premio riservato ai talenti italiani under 40 e promosso dall’Associazione Italiana di Architettura e Critica (AIAC) presieduta da Luigi Prestinenza Puglisi. Circa settanta le candidature, provenienti da tutta Italia, vagliate, osservate e giudicate da un grande professionista in veste di unico giurato: Renzo Piano. Alla cerimonia di premiazione, avvenuta a Genova presso la sede della Fondazione alla presenza dello stesso Renzo Piano, l’architetto ha dichiarato: “Per capire come è nata l’idea di questo premio di architettura bisogna tornare a qualche mese fa, quando Luigi Prestinenza Puglisi è venuto a trovarmi nel mio studio di Parigi. Ci siamo messi a chiacchierare; ho sempre apprezzato la libertà di spirito di Luigi, e la sua allegra informalità. Una delle nostre passioni comuni sono i giovani, e fra tutti i giovani quelli che forse ci stanno più a cuore sono quelli che oltre che giovani sono architetti. I giovani architetti. Se poi sono giovani, architetti e italiani allora è il massimo. Per questo abbiamo pensato di istituire questo premio, destinato ad architetti italiani under 40 che abbiano realizzato un progetto”. Luigi Prestinenza Puglisi ha sottolineato la particolarità del premio, originale sia per le modalità di scelta dei dodici progetti migliori (selezionate da una giuria di giovani che le hanno prescelte tra tutte quelle liberamente arrivate) e poi del vincitore (selezionato da Renzo Piano), sia per la capacità di puntare sul ruolo delle nuove generazioni. “Un premio direttamente assegnato dal migliore dei progettisti italiani è fonte di soddisfazione e di forza. Di soddisfazione perché si è stati individuati direttamente da una persona e non da un comitato. Di forza perché l’investitura sia pure ideale da un architetto così universalmente riconosciuto può essere d’aiuto nelle interminabili vicende della professione”. Il progetto vincitore. Completata a Brescello (Reggio Emilia) nel 2010, la Domus Technica, Centro di Formazione Avanzata dell’azienda emiliana Immergas, è stata concepita come un “laboratorio” in cui toccare con mano i risultati della ricerca e della produzione di tecnologie legate allo sfruttamento di risorse rinnovabili. Il complesso ospita, infatti, sale didattiche e dimostrative dedicate alla formazione e all’aggiornamento di tecnici e professionisti sia sulle tecnologie di impianto e installazione legate alle produzioni core business, sia sulle tecnologie alternative di nuova generazione (quali il solare e il fotovoltaico). L’edificio si articola su due livelli. Quello principale, al piano terra, ospita un ampio atrio, aperto sul paesaggio circostante, le quattro sale dimostrative (alta potenza, nuove tecnologie, solare e fotovoltaico) e una centrale tecnologica (ambiente destinato allo “stoccaggio dell’energia”, posto al centro dell’atrio quale cuore del funzionamento della macchina “domus technica”). Al primo piano una sala adibita agli incontri si apre verso la terrazza, “paesaggio artificiale” in cui si alternano parti pavimentate e parti a tetto verde con giaciture inclinate, nelle quali sono integrati i pannelli solari e fotovoltaici. La parte in elevazione dell’edificio, traslucida e compatta, appoggia su uno zoccolo scuro e pesante rivestito in lamiera di zinco, che si radica l’edificio al terreno. Tale volume traslucido vuole richiamare la vocazione industriale del contesto, e al tempo stesso riscattarla con un’immagine innovativa ed evocativa. Il rivestimento in lastre di U-glass reagisce infatti in modo sempre diverso alle condizioni di luce e atmosferiche, acquisendo, a seconda delle ore del giorno e dello scorrere delle stagioni, un carattere diafano e inconsistente o, viceversa, solido e materico. La sera, un sistema di illuminazione alimentato interamente grazie alla produzione elettrica ottenuta dai pannelli fotovoltaici, trasforma l’edificio in un corpo di luce. L’edificio, realizzato in classe “A”, è energeticamente autosufficiente. Le apparecchiature installate nelle quattro sale dimostrative del piano terra producono, sfruttando varie tecnologie, fluidi primari caldi e freddi totalmente recuperati, stoccati e riutilizzati per soddisfare i fabbisogni energetici dell’intero edificio, nonché per contribuire a quelli dell’edificio per uffici esistente. Informazioni www.iotti-pavarani.com Piano terra 1 Centrale tecnologica 2 Alta potenza 3 Nuove tecnologie 4 Solare 5 Fotovoltaico 6 Atrio 7 Reception 8 Quadro di controllo 9 Guardaroba 10 Servizi Piano primo 7 Lounge 8 Locale impianti 9 Terrazza praticabile 10 Pannelli fotovoltaici 11 Pannelli solari 12 copertura verde 13 lucernario numero 8-9 Agosto-Settembre 2011 - ARCHITETTI 7 Styrodur® C. Difende ogni ambiente Esiste solo un pannello termoisolante che rispetta e protegge tanto l’ambiente di un ediſcio quanto quello circostante: Styrodur® C, la lastra verde in polistirene espanso estruso di BASF, che da oltre 40 anni garantisce un isolamento perfetto, nel pieno rispetto della natura. Già nota a progettisti, applicatori e tecnici per l’elevata resistenza a compressione, la lunga durata nel tempo e il basso assorbimento di acqua, la lastra Styrodur® C si arricchisce anche della dichiarazione ambientale di prodotto EPD e della certiſcazione ETAG004 per il pannello Styrodur® 2800 C, che indica l’idoneità ad essere utilizzato nei sistemi ETICS. Due riconoscimenti che rendono Styrodur® C il miglior alleato della natura e di ogni professionista. www.styrodur.it Distributore unico per l’Italia - www.ambrotecno.it Styrodur® C marchio registrato BASF SE italia o n c e t o ambr a vi aspett ILANO M 1 1 0 2 O P X al MADE E 5 M30 2 L d n a t S Pad. 4. ARCHITETTI - numero 8-9 Agosto-Settembre 2011 8 SOSTENIBILITÀ Il corpo rivestito in acciaio corten La porta del Parco Nazionale del Pollino A Maierà, un progetto nel pieno rispetto dell’ambiente con costi calibrati a cura di Giacomo Sacchetti [email protected] Un team di alta professionalità ha partecipato al concorso di progettazione indetto dall’Amministrazione Comunale di Maierà (Cosenza): l’ing. Giovanni Rolando (capogruppo), l’arch. Domenico De Rito, l’ing. Carlo De Vuono, l’arch. Stefano Gimigliano, l’ing. Giovanni Sionne, l’arch. Antonio Spadafora e l’ing. Alfredo De Vuono. È sempre lodevole per un Amministrazione Comunale indire un concorso di progettazione in un territorio così interessante come Maierà, da cui è possibile ammirare l’alto tirreno cosentino. Il centro storico di Maierà, assieme alle zone della sua recente espansione edilizia, è un ambito urbano che manifesta una serie di problematiche connettive e relazionali, strettamente correlate, per la cui risoluzione necessita un intervento incisivo e radicale. I problemi più evidenti sono legati ai seguenti aspetti: - una viabilità su via Ortaglie caratterizzata dal preminente traffico carrabile, completamente mancante di percorsi pedonali e che quindi si connota come asse di collegamento incompleto ai fini della funzionalità urbana nelle zone di interesse; - un’inadeguata conformazione fisica ma anche, e soprattutto, funzionale, che rende il contesto negativamente percepito dalla cittadinanza, con particolare riferimento all’effetto “barriera” che le imponenti strutture murarie di contenimento costituiscono, rendendo netta la separazione tra gli ambiti di via Ortaglie (centro storico alto) e via Santo (centro storico basso); - una carente rispondenza del contesto di intervento alla sua naturale connotazione di luogo di accesso al centro antico, percepito come scomodo e distante dagli altri luoghi urbani; - un crescente stato di degrado socio-economico della zona, dovuto alla forte carenza di servizi pubblici o privati e alla mancanza di idonei spazi e Uno scorcio dell’intervento Visione degli impianti fotovoltaici sugli edifici Viste complessive dell’intervento strutture a essi pertinenti, con conseguente emarginazione sociale della realtà urbana complessiva; - una generale e diffusa sensazione di abbandono da parte dei residenti e degli esercenti locali, derivante dalla sommatoria dei suddetti aspetti. Per realizzare al meglio il programma di investimento, la proposta è concepita in tre distinti lotti funzionali, in ciascuno dei quali sono previsti: nel primo lotto il nuovo asse di via Santo, la piazza per le manifestazioni con l’area dedicata ai caduti, il parcheggio incassato, l’ascensore panoramico e il marciapiede a sbalzo di via Ortaglie; nel secondo lotto il gruppo di edifici a uso pubblico (centro medico e di riabilitazione, centro turistico informativo e sale espositive e di riunione polifunzionali), le aree per mercatini ed esposizioni temporanee ed i percorsi distributivi di tali edifici e spazi ad uso pubblico; nel terzo lotto l’anfiteatro all’aperto con il relativo fabbricato di servizio, i percorsi pedonali sopraelevati con lo sbalzo panoramico di raccordo, il giardino tematico del “pino loricato” e l’impianto fotovoltaico di alimentazione dell’intero complesso. I primi due lotti possono essere singolarmente realizzati perché autonomamente funzionanti, mentre non conviene realizzare il terzo lotto senza prima completare il programma di investimento poiché gli elementi che lo costituiscono rappresentano opere complementari delle strutture principali contemplate negli altri lotti funzionali. Ai fini dell’operatività di cantiere, i lotti sono ulteriormente suddivisibili in tratti esecutivi. Prefattibilità ambientale. Lo studio di prefattibilità ambientale dell’intervento è sviluppato in relazione a caratteri ambientali dell’area e incidenza dell’intervento, compatibilità con gli strumenti di programmazione locale, iter tecnico-amministrativo delle successive fasi progettuali. Analizziamo di seguito i caratteri ambientali e la compatibilità con gli strumenti di programmazione del luogo. Caratteri ambientali dell’area e incidenza dell’intervento. L’intervento si colloca in un’area di particolare interesse paesaggistico che impone di porre particolare cura nelle scelte, sia in merito alle diverse componenti strutturanti che in quelle di mitigazione e raccordo con le caratteristiche ambientali del contesto, interventi questi di un certo effetto sulla percezione finale del luogo. In ogni caso, pur non essendo l’area in questione soggetta a vincolo paesaggistico e non occorrendo, si sono attuate scelte oculate in merito a materiali e tecniche costruttive, che non comportano nessuno stravolgimento ambientale. Nello specifico, si sono adottate tecniche costruttive moderne (strutture portanti in c.a.) e componenti “visive” legate alla tradizione edile dei luoghi (infissi in legno, lamierati in rame, intonaci naturali, pavimentazioni in pietra, essenze autoctone, ecc.) con il preciso scopo di calare l’intervento nella maniera più consona al suo contesto che, comunque, contempla anche edifici di recente edificazione nelle immediate vicinanze dell’area. Anche le componenti impiantistiche, con particolare riferimento all’impianto fotovoltaico, per le loro caratteristiche costruttive, non incidono minimamente sull’aspetto paesaggistico, essendo concepite come parti integranti dell’idea di progetto. La proposta si inserisce nell’ambiente senza celare le sue caratteristiche di modernità e, soprattutto, le sue componenti di richiamo visivo, quali l’ascensore panoramico e le piazze a sbalzo, ma mostrando le proprie potenzialità di incidere nello sviluppo e valorizzazione della zona. La sostenibilità ambientale delle scelte progettuali rimane, quindi, alla base della compatibilità dell’intervento e si ribadisce che esso, pur costituendo una proposta forte e riconoscibile, stante anche la sua connotazione di progettovolano, si cala nel contesto urbanistico e paesaggistico in modo discreto ed essenziale. Compatibilità con gli strumenti di programmazione locale. Il P.R.G. vigente nel Comune di Maierà individua, per l’area di intervento, due distinte zone territoriali omogenee: le zone F “aree pubbliche o di uso pubblico” (nella fascia compresa tra via Ortaglie e via Santo) e le zone G “attrezzature pubbliche urbane” (nell’area sottostante via Santo). La destinazione d’uso degli edifici e degli spazi pubblici proposti combacia con le attività ammissibili previste nelle N.T.A. che, per le suddette zone, pongono compatibili le infrastrutture collettive (tempo libero, sport, cultura, svago, ricettività, ecc.) e le attrezzature pubbliche (impianti ricreativi e sportivi, parcheggi, parchi urbani, ecc.) al servizio della popolazione locale e non solo. L’intervento in progetto si inquadra nel più ampio contesto di riqualificazione dell’intero centro abitato di Maierà. La nuova “porta del parco” che l’intervento rappresenta riunirà in sé tutte le peculiarità e le caratteristiche degli interventi realizzati e in corso di realizzazione nella zona durante l’ultimo decennio, senza discostarsi dalle chiare linee guida imposte dall’Amministrazione. Grande attenzione verrà infatti posta in merito all’integrazione con le lavorazioni in corso sui palazzi del centro storico, con particolare riguardo all’attrattore principe del centro storico di Maierà, ovvero il “Museo del Peperoncino” ospitato nelle sale dell’antico palazzo patrizio. Così, l’impiego di pietra locale nelle pavimentazioni (pietra di Grisolia e pietra lavica), nonché di tecniche costruttive tradizionali (intonaci, infissi, finiture in pietra, ecc.) richiameranno i materiali preesistenti, senza sconvolgere o intaccare un ordine cromatico consolidato nel corso dei secoli. La particolare posizione dell’intervento, inoltre, rafforza il significato simbolico delle strutture in progetto, essendo queste intese come complesso di ingresso all’antico abitato, contestualmente semplificandone l’accesso “fisico”. Infatti, il filo conduttore numero 8-9 Agosto-Settembre 2011 - ARCHITETTI 9 [COPERTURE] Il design tecnologico diventa efficienza energetica Le Officine Talarico di Rende hanno progettato e realizzato un’originale copertura per auto a cura della Redazione [email protected] Piano delle nuove strutture Sezioni dell’integrazione con il contesto specifico sarà proprio il perseguirsi dell’abbattimento delle barriere architettoniche, il cui programma è in atto con alcuni interventi già finanziati (anche al fine di servire le strutture del Museo del Peperoncino), in modo tale da rendere finalmente fruibile uno dei centri storici meglio conservati dell’intero litorale tirrenico. In tale ottica, l’inserimento dell’ascensore consentirà di completare il cerchio in ordine al definitivo abbattimento delle barriere architettoniche. I percorsi che si dipaneranno dai nuovi slarghi e dal nuovo belvedere collegheranno, inoltre, le passeggiate recentemente realizzate su via Ortaglie e nei pressi di piazza Croce, completando un percorso, anche emozionale, da compiersi sul costone che segna l’ingresso al borgo antico. In tal modo il percorso progettuale, con l’obiettivo di agevolare l’ingresso al nucleo antico del paese e favorire gli accessi alle piazzette dislocate tra le sue impervie strade medioevali, comporta il corretto richiamo anche alle direttive del Piano di Recupero del centro storico. Il fotovoltaico. I campi fotovoltaici a supporto dell’intervento verranno installati sui nove corpi di fabbrica adibiti a servizi d’uso pubblico, che sommano in totale a una superficie di circa 500 mq. I pannelli installati saranno in silicio poli/monocristallino, di potenza erogabile pari a 250 W/cad. Il valore della radiazione solare sul piano dei moduli costituenti i generatori fotovoltaici risulta essere pari a 1.755,58 kWh/mq annui. L’energia elettrica in uscita dal sistema complessivo “generatore-gruppo di conversione e controllo”, che la totalità degli impianti sarà, mediamente, in grado di generare in un anno risulta essere pari a circa 119.000,00 kWh (rendimento di BOS pari a 0,85). Tali impianti hanno lo scopo di rappresentare le fonti di alimentazione elettrica primarie degli edifici che compongono l’idea globale di progetto. In condizioni di consumo standard, difatti, un edificio munito di impianto fotovoltaico riesce ad autosostenersi energeticamente in percentuale pari al 70-80% del suo consumo annuo. Il vantaggio economico è sostanzialmente legato a tre voci di guadagno: - l’incentivo statale erogato dal G.S.E. (Gestore Servizi Energetici), proporzionale alla quantità di kWh realmente prodotti dagli impianti; - il risparmio energetico vero e proprio, legato ai consumi ed economicamente stimabile considerando il costo d’acquisto medio dei kWh dal gestore elettrico; - la rivendita allo stesso gestore elettrico (scambio sul posto) dei kWh prodotti dai campi fotovoltaici e non consumati dalle utenze. Una stima economica vera e propria è dunque realizzabile sommando tali singole voci, conoscendo quando l’impianto verrà realizzato, dato il costante, abbassamento mensile degli incentivi per il 2011 e semestrale per il 2012. Per quanto riguarda invece la produzione di energia, a margine dell’investimento, si abbattano sostanzialmente i costi energetici di gestione di tutti i corpi di fabbrica adibiti a servizi, del parcheggio e, volendo, anche dell’illuminazione pubblica. Inoltre, sarà possibile alimentare, dedicandovi la produzione di uno dei campi fotovoltaici, anche l’impianto elevatore. La realizzazione del progetto, oltre a ridurre l’inquinamento e a migliorare l’ambientale rende possibile il contenimento della spesa energetica e quindi dei costi di esercizio per almeno 25/30 anni; diviene, così, il progetto da portare ad esempio, allo scopo di ripetere l’iniziativa in altre realtà simili. Le Officine Talarico, rinomata e storica azienda Calabrese, operante nei settori di prefabbricazione, sistemi abitativi e divisione aeronautica, ha recentemente realizzato un prodotto di alto design. Si tratta di una copertura per posti auto all’aperto. La flessibilità e l’originalità del progetto sperimentale guarda alla funzionalità energetica degli edifici esistenti e di nuova costruzione, consentendo al progettista di avere a disposizione una soluzione tecnologica molto leggera, particolarmente resistente alla corrosione, con soluzioni originali per la realizzazione di coperture fotovoltaiche. La struttura modulare, in lamierato di alluminio, appositamente realizzata con particolari profilature, ha uno speciale pacchetto di copertura, composta da due strati di lamierato contenenti all’interno le strutture resistenti longitudinali in modo da consentire una visione snella e gradevole delle strutture collocate nella parte a vista del tetto. Tutto viene completato da uno strato di materiali fonoassorbenti da 14 cm. Le strutture principali, travi e pilastratura in alluminio, sono ottenute dalla composizione di componenti tagliati e saldati tra essi, per ottenere sezioni esclusive con accessori in acciaio La copertura per posti auto all’aperto realizzata da Officine Talarico Particolare della travatura primaria e secondaria inossidabile 316. La forma e la particolarità dei materiali evidenziano la qualità del progetto. La struttura, larga 5,5 m e lunga 5 m, permette di ospitare comodamente due automobili. Tuttavia, la modularità del progetto consente di realizzare parcheggi di qualunque dimensione e quindi erogazione di potenza. Una copertura fotovoltaica protegge i veicoli dagli agenti atmosferici, crea ombra e contemporaneamente produce energia elettrica mediante pannelli fotovoltaici installati, garantendo un ottimo ritorno dell’investimento, grazie al quarto conto energia, 5 dm maggio 2011. Può essere inserita in qualsiasi contesto urbano, residenze, uffici, attività commerciali o industriali. Informazioni www.officinetalarico.com Pubblica illuminazione con tecnologia led. Per inquinare meno e minimizzare i consumi dell’illuminazione pubblica, viene utilizzata la tecnologia Led in sostituzione delle obsolete lampade ordinarie (vapori di sodio/mercurio, ioduri/alogenuri metallici). Il progetto Committente: Comune di Maierà (Cs) Bando: Concorso di progettazione per la promozione e lo sviluppo del Parco Nazionale del Pollino. “Riqualificazione delle aree libere adiacenti al centro antico, attraverso la creazione di strutture polivalenti ad uso pubblico a valenza territoriale” Progettisti: ing. Giovanni Rolando (capogruppo), arch. Domenico De Rito, ing. Carlo De Vuono, arch. Stefano Gimigliano, ing. Gianni Sionne, arch. Antonio Spadafora, ing. Alfredo De Vuono OVUNQUE VADA IL TUO PROGETTO, FACCIAMOLO INSIEME. I progetti più belli sono sempre i più complessi, per questo serve un partner unico per ottimizzare il vostro lavoro e garantire soluzioni precise e affidabili. Automazione Cancelli e Barriere, Parcheggi e Controllo Accessi, Ingressi e Porte Automatiche, Motori per Tapparelle e Tende da sole: quattro linee di prodotti per garantirvi una gamma completa con la migliore qualità, affidabilità e sicurezza. Molte opportunità e una sola scelta: FAAC. Per sapere sempre di non sbagliare mai. Se vuoi essere sempre aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter riservata agli architetti, potrai trovare informazioni sui nostri progetti, sui prodotti e le novità. Per richiedere la newsletter o vedere i numeri precedenti: www.faac.it/magazine ARCHITETTI - numero 8-9 Agosto-Settembre 2011 10 [EDILIZIA SOSTENIBILE] Borgo Morandi Un Mondo migliore è possibile Borgo Morandi di Solarolo (Ravenna) rappresenta una delle esperienze più avanzate e innovative nel panorama edilizio italiano, perché racchiude in sé valori etici e tecnici che possono rappresentare una concreta speranza in un domani migliore, dove lo sviluppo segua itinerari di attenzione all’ambiente evitando il consumo di suolo e lo spreco di risorse non rinnovabili. Può essere considerato un vero e proprio progetto pilota, il primo complesso abitativo in Italia per numero di appartamenti concentrati nello stesso sito (5 case per un totale di 18 appartamenti) costruiti con il protocollo CasaClima A+. Un borgo edificato nel rispetto del territorio, dei materiali locali e del risparmio energetico, che sfrutta l’energia solare ottimizzando la disposizione degli edifici e l’organizzazione interna delle stanze. Borgo Morandi è un’isola residenziale di nuova concezione, nella quale ci si sposta solo a piedi e dove i bambini possono giocare in totale tranquillità e muoversi nel verde che circonda ogni abitazione, senza preoccuparsi del traffico; infatti alle autovetture vengono dedicati appositi spazi in superficie nel perimetro attorno alle residenze. In questo modo i percorsi carrabili non intersecano quelli pedonali. Ogni abitazione si sviluppa a torre, in maniera indipendente dalle altre costruzioni. Borgo Morandi non è solo un complesso residenziale e un grande progetto di bioedilizia, ma è anche un diverso approccio per i costruttori e un nuovo stile di vita per tutti coloro che scelgono di acquistare un’abitazione CasaClima, dove trovare e ritrovare l’armonia e il sodalizio con il paesaggio. Uno stile di vita eco-friendly, quello di Borgo Morandi, che migliora la qualità della vita. Le caratteristiche del progetto Consumo del territorio e riutilizzo di materiale di risulta. Borgo Morandi non ha consumato territorio, ma è stato costruito al posto di un insediamento artigianale inattivo da anni, del quale ha riutilizzato il materiale di costruzione demolendolo, frantumandolo e utilizzandolo nella nuova costruzione, per evitare una produzione insensata di rifiuti in discarica. Certificazione CasaClima: una certificazione della qualità. Il Borgo è composto da cinque palazzine progettate e costruite con il protocollo CasaClima A+. Rispetto dell’ambiente e attenzione alle risorse non rinnovabili. Zero produzione di CO2 e zero uso di energia fossile: Borgo Morandi non consuma combustibili fossili (non usa gas metano neanche in cucina, dove sono installati piani di cottura a induzione) e non emette CO2, in quanto per riscaldare e raffrescare usa una pompa di calore aria-acqua elettrica alimentata dai pannelli fotovoltaici installati in copertura. Le case hanno involucri molto isolanti, per cui il consumo annuo per metro quadro calpestabile è pari a 23 kWH/mq.a. Le case del Borgo Morandi consumano 23 kWh/mq.a, cioè 2.300 kWh per ogni appartamento di 100 mq. Con la stessa pompa di calore occorrono 920 kWh, al costo di 184 €/anno. Sul tetto di ogni appartamento sono stati installati pannelli fotovoltaici che producono mediamente 3.000 kWh/anno. Pertanto il fabbisogno di energia elettrica è pari a 920 kWh (per riscaldamento, raffrescamento e acqua calda) + 3.000 kWh (per la gestione della casa) cioè 3.920 kWh. Poiché i pannelli producono 3.000 kWh/anno, rimangono da pagare solo 920 kWh cioè quasi 200 euro. Si passa quindi da una bolletta energetica di 1.400 €/ anno a 200 €/anno. Il tempo di rientro dall’investimento per i pannelli fotovoltaici è pari a 6/7 anni. Recupero dell’acqua piovana, per non sprecare l’acqua potabile. Borgo Morandi recupera l’acqua piovana e la riusa per la pulizia dei sanitari e per la cura dei giardini. Così non si spreca la preziosa acqua potabile. Elevato comfort abitativo. L’obiettivo del protocollo CasaClima è l’alta efficienza energetica coniugata con l’alto comfort abitativo. Le case di Borgo Morandi possiedono un elevato comfort interno in quanto sono stati eliminati, fin dalla fase progettuale e poi in cantiere, tutti i ponti termici che possono determinare muffe e condense interne. All’interno degli ambienti viene fatta circolare aria pre-trattata (per eliminare batteri, polveri e smog) con il miglior rapporto termo-igrometrico e controllo dell’umidità. Inoltre, l’aria esterna viene preriscaldata gratuitamente dall’aria esausta che viene estratta dalla casa (da bagni e cucine). Inoltre, le case sono dotate di un elevato comfort acustico, sia per quanto concerne i rumori esterni sia per quelli interni. Materiali biocompatibili ed ecosostenibili. Sono stati utilizzati materiali sani, che non richiedono elevati valori di energia nel loro intero ciclo vitale. Una piccola isola residenziale di nuova concezione. Le automobili sono parcheggiate in zone esterne e i percorsi carrabili non intersecano quelli pedonali. Costi contenuti. È stata fatta la scelta di tenere bassi i costi di realizzazione per poter offrire questa qualità abitativa a prezzi accessibili a tutti. Si è rinunciato a sovraccaricare i costi di servizi inutili e costosi quali i garage interrati. Borgo Morandi di Solarolo (Ravenna). Foto: Teografica.it Borgo Morandi è stato costruito al posto di un insediamento artigianale inattivo da anni Link utili www.agenziacasaclima.it www.logicagotica.it www.knauf.it www.clivet.com www.grupporipabianca.it www.zehnder.it www.decarlo.it www.maico.com CasaClima certifica la qualità del tuo edificio Nell’anno 2002 la Provincia Autonoma di Bolzano ha dato vita in Alto Adige al progetto CasaClima. L’Agenzia CasaClima, come ente terzo, non coinvolto nella progettazione o realizzazione, tutela gli interessi di chi prende in affitto o acquista una casa o un’abitazione perché è un ente di certificazione indipendente. Il marchio CasaClima ha goduto fin dall’inizio di ampio favore nella pratica edilizia ed è diventato, anche a livello nazionale, un vero e proprio catalizzatore per un costruire energeticamente efficiente e sostenibile. CasaClima si è nel frattempo consolidato, e oggi è uno dei marchi energetici leader in Europa. A partire dal 2005, in Alto Adige i consumi annui degli edifici di nuova realizzazione non potranno superare i 7 litri di gasolio (CasaClima tipo C) per metro quadro di superficie abitabile. Nelle costruzioni nuove e nelle ristrutturazioni è possibile attenersi a parametri di risparmio energetico ancora più elevati: con una CasaClima di tipo B (5 litri), una CasaClima di tipo A+ Gold (3 litri) o ancor meglio con una casa passiva (meno di 1,5 litri di gasolio per metro quadro l’anno). In una casa passiva le perdite di calore tramite l’involucro e la ventilazione sono ridotte in modo tale che si riesce a raggiungere una temperatura confortevole anche senza l’impiego di un sistema di riscaldamento attivo. In Alto Adige si parla già di “Plus-Energiehäuser”, edifici capaci di produrre energia coprendo il proprio fabbisogno, di per sé già ridotto al minimo, e di immettere l’energia in eccesso nella rete di fornitura elettrica. I vantaggi di una CasaClima. Chi si orienta verso una CasaClima di nuova costruzione o un risanamento secondo i criteri CasaClima può contare su numerosi vantaggi che riguardano sia la qualità della vita che l’aspetto economico, perché una CasaClima ha costi energetici molto ridotti. CasaClima è anche una risposta all’irrefrenabile fame di energia che caratterizza l’umanità intera e che comporta il consumo delle ultime riserve fossili. CasaClima è infatti tutela quotidiana dell’ambiente, che porta vantaggi al Pianeta Terra, e al portafoglio. CasaClima garantisce: consapevolezza energetica, comfort, tutela dell’ambiente e del clima, salute, risparmio, assenza di difetti edili e una rivalutazione dell’immobile. Confronto tra i livelli di CO2 emessi. Standard energetico dei vecchi edifici nella provincia di Bolzano: 35 tonnellate l’anno. Standard attuale in Italia (legislazione del 1991): 25 tonnellate l’anno. Casa Clima B: ca. 8 tonnellate l’anno; Casa Clima A: ca. 5 tonnellate l’anno; Casa Clima A+ Gold: ca. 1,6 tonnellate l’anno. Certificazione. La certificazione CasaClima è sinonimo di qualità e trasparenza. La valutazione energetica dell’edificio da parte dell’Agenzia CasaClima, in quanto ente di certificazione pubblico e indipendente non coinvolto nel processo edilizio, rappresenta una garanzia per i committenti e gli utenti. CasaClima, oltre a certificare gli edifici di nuova costruzione e di risanamento, rilascia la certificazione di qualità anche per i prodotti, come la Finestra e la Porta Qualità CasaClima. La grande novità di questi marchi, anche a livello europeo, è che per la prima volta non si garantisce solo la qualità energetica della finestra e/o della porta ma anche la loro posa in opera a regola d’arte. Le automobili sono parcheggiate in zone esterne Alta efficienza energetica ed elevato comfort abitativo [URBANISTICA E AMBIENTE] Gateways. Connettere popoli economie luoghi La IX Biennale delle Città e degli Urbanisti europei Questa edizione della Biennale (Genova, 14-17 settembre 2011) intende contribuire a un rilancio dell’evento, concordato in particolare con i colleghi francesi della FNAU, così come accaduto nel 1995‐1997 all’epoca dell’avvio delle prime Biennali, tra Lione e Roma, contro il rischio di un inaridimento della iniziativa. Il senso delle Biennali è duplice: da un lato dare significato a livello europeo alla presenza dell’ECTP, l’organismo che raccoglie tutte le associazioni di urbanisti europei; dall’altro un aggiornamento professionale, ponendo a confronto esperienze significative di paesi diversi. La consuetudine del confronto internazionale in materia urbanistica ha una lunga tradizione, ma la differenza è che oggi città e territori della U.E. operano dentro un mercato unificato da quasi un ventennio, al contrario del passato, quando i mercati erano rigorosamente nazionali. Questo significa che esiste una competizione aperta nell’attrarre le risorse per lo sviluppo. La peculiarità di questa IX Biennale è che abbiamo inteso conferire un taglio fortemente europeo e transnazionale, più che in passato, selezionando alcuni argomenti centrati sul tema della competitività urbana in rapporto alla strategia di uscita dalla crisi e su una visione del territorio europeo basato su criteri economici e geografici. Non si tratta di tralasciare argomenti più tradizionali, ma di investigare aree tematiche interdisciplinari di attualità. Il tema portuale è obbligato in una città come Genova, ma il sistema di relazioni porto‐ città‐territorio è parte integrante della riorganizzazione dei flussi di merci in atto nel continente. Le vicende che riguardano il Mediterraneo ci toccano peraltro molto da vicino per molteplici ragioni. La città intesa come porta di accesso dell’innovazione è un argomento largamente evidenziato da tutti gli indicatori dello sviluppo contemporaneo e condiviso da tanta parte della letteratura urbana ed economica internazionale. In Europa è possibile trovare una serie di storie urbane di successo che vedono alcune realtà – vecchie e nuove – di medie e grandi dimensioni emergere come protagoniste internazionali, dando anche luogo a sistemi territoriali estesi a intere macroregioni capaci di competere nel mondo. Ma è anche possibile notare il persistente ritardo di altre macro regioni, soprattutto periferiche. L’argomento competitività trascina con sé alcuni indispensabili corollari, come la accessibilità e la connettività tra centri decisionali europei e mondiali garantita sia dal sistema dei trasporti e delle grandi infrastrutture, che dalle tecnologie digitali. La ricerca di strategie per il rilancio della competitività urbana interessa tutte le città, non sulla base di un modello precostituito da adottare, ma per il modo di affrontare la politica urbana nell’epoca della globalizzazione, un contesto in cui crescono sia i competitors sia le opportunità, e in cui bisogna procedere al riposizionamento competitivo delle realtà locali su di un mercato allargato. Al tempo stesso, la convivenza multietnica e multiculturale appare un corollario che va in parallelo con la estensione delle relazioni economiche e la accresciuta mobilità dei fattori produttivi, ivi compreso il mercato del lavoro, che richiama il tema della tolleranza e della inclusività, come ingrediente di una cultura urbana di successo. Sotto il titolo di Smart planning, termine inconsueto nel nostro linguaggio disciplinare, ma diffuso nella letteratura internazionale, abbiamo inteso accogliere una specifica sollecitazione del Comune di Genova, ma anche entrare in sintonia con lo slogan di “Europa 2020”, Smart, green, inclusive. In questo neologismo il tema della sostenibilità urbana si intreccia con quello della tecnologia ambientale e della ICT applicata all’ambiente urbano. E conseguentemente il modo stesso di innovare la pianificazione urbanistica nell’epoca delle nuove tecnologie. Una cosa è certa: non si tratta di una Biennale di bilancio di esperienze pregresse, ma di un’esplorazione all’interno di vicende in pieno svolgimento, avendo selezionato una casistica che cerca di dar conto sia della grande articolazione geografica europea che della varietà di approcci politico economici e istituzionali nella gestione della città contemporanea. Informazioni www.inu.it numero 8-9 Agosto-Settembre 2011 - ARCHITETTI 11 [SOSTENIBILITÀ] Consumo energetico Buone pratiche di progettazione per ridurre l’energia grigia a cura di Cristina Vanucci [email protected] L’immagine mostra l’evoluzione del progetto inerente la copertura: dalla modellazione tridimensionale al cantiere, fino alla concretizzazione nel profilo esterno e interno Lo schema rappresenta lo studio della ventilazione naturale, agevolata dal leggero scostamento della copertura rispetto alla chiusura verticale Se tanto si parla oggi di fonti energetiche rinnovabili e di edifici intelligenti in quanto caratterizzati da un consumo energetico il più basso possibile, al fine di preservare le ormai scarse risorse energetiche a nostra disposizione, meno si parla invece dell’embodied energy, ovvero della quantità di energia necessaria per la costruzione e la successiva demolizione di un manufatto architettonico, valore energetico questo più difficile da calcolare in quanto non si materializza nel quantitativo di energia consumata a fine mese, ma è il risultato della sommatoria dell’energia spesa nel corso dell’intero ciclo di vita dell’edificio, sia per il trasporto e la fabbricazione dei materiali impiegati, sia per l’assemblaggio dei materiali stessi in componenti, elementi tecnici, chiusure fino ad arrivare all’edificio finito e, una volta compiuto il ciclo di vita del manufatto, la loro successiva demolizione e smaltimento. Come si può ridurre questo valore dalla stima ancora controversa? Oltre che innescando processi virtuosi come la scelta di materie, materiali e maestranze locali, buone pratiche di progettazione giocano un ruolo forte nella determinazione del quantitativo di energia grigia necessaria a un edificio e l’Hillmaru Club House, progettato dallo studio Kaci International ne offre un buon esempio. L’Hillmaru Club House si trova nella regione meridionale della Corea del Sud, in una vallata circondata da montagne dalle cime arrotondate, ricche di alberi di bambù e gru. La riflessione progettuale parte da questi elementi naturali, linee del paesaggio, flora e fauna autoctone, per trarre ispirazione per il disegno della forma e dello spazio dell’edificio. L’intento progettuale della Club House si focalizza sulle diverse possibilità utili per collegare gli elementi naturali che circondano l’edificio e che presentano diverse valenze paesaggistiche, stagno, valli, zone pianeggianti, pendii ripidi, con le diverse destinazioni funzionali pensate per i futuri utenti dell’edificio, scongiurando il possibile verificarsi di effetti negativi per il sistema ambientale circostante. L’edificio si articola attorno a un ampio volume centrale, visibile anche dall’esterno grazie alle grandi vetrate sulla facciata anteriore e posteriore, incorniciate da infissi caratterizzati da spessori minimi, creando così un interessante dialogo tra interno ed esterno, lasciando a chi passa la possibilità di vedere e comprendere le attività che vi si svolgono all’interno e ai visitatori e ai membri della Golf Club House una vista mozzafiato sul paesaggio circostante. Il profilo della copertura invece è stato progettato in modo da risultare molto sottile e richiama la forma delle ali delle gru, sia nella conformazione del profilo esterno sia nella progettazione della struttura portante, visibile dall’interno. La copertura risulta leggermente sollevata rispetto alle chiusure verticali grazie a un supporto triangolare in acciaio di dimensioni variabili: ciò permette di migliorare la ventilazione naturale. La struttura in legno curvato è stata dapprima progettata avvalendosi delle tecniche di modellazione 3D in modo da verificare forme e dimensioni dei singoli elementi tecnici che andavano a comporre la chiusura orizzontale, ottimizzando così la risorsa materica. Il controllo dimensionale e prestazionale degli elementi tecnici che costituiscono la chiusura orizzontale ha permesso di individuare la forma più efficiente dal punto di vista strutturale, minimizzando il processo di assemblaggio e la quantità di materia necessaria. Ciò ha consentito di ridurre notevolmente il carico di energia grigia non solo nella realizzazione della copertura ma di tutto il complesso architettonico. Informazioni www.kaci-int.com L’Hillmaru Club House si inserisce senza distonie nel contesto naturale in cui è ubicata Crediti Progetto: Hillmaru Club House Committente: Dong-Hoon Architetto: Kyeong Sik Yoon (KACI International) Localizzazione: Changnyong, Korea Superficie del sito: 13,578.00 mq Superficie dell’edificio: 6,357.87 mq Trasparenza e leggerezza contraddistinguono sia il volume centrale sia la progettazione dell’involucro esterno ARCHITETTI - numero 8-9 Agosto-Settembre 2011 12 [FOCUS LEGNO] Razionalità funzionale ed efficienza realizzativa Il sistema costruttivo ligneo della sede amministrativa Mayr Melnhof-Kaufmann Architekten Hermann Kaufmann di Luca Rossato – Architetto, Facoltà di Architettura di Ferrara [email protected] La nuova sede di questa azienda specializzata nella lavorazione del legno rappresenta una costruzione innovativa, economicamente vantaggiosa e flessibile, realizzata con legno lamellare d’abete rosso di produzione propria. L’architettura è stata concepita in modo tale da inserire un minimo di elementi costruttivi diversi e un optimum di elementi in legno massiccio. L’obiettivo era quello di un edificio molto semplice, con pochi strati nella parete esterna, ma allo stesso tempo la massimizzazione La sede della Mayr Melnhof-Kaufmann di Hermann Kaufmann della capacità di accumulazione termica della costruzione in legno. L’architettura semplice e arcaica di elementi di grande formato con superfici in legno Vista interna della sala riunioni dell’edificio Piante, sezione e assonometria dell’edificio omogenee è circondata da un “mantello” composto da pensiline e balconi in travi di legno compensato, appesi alla griglia con nastri d’acciaio. Questo strato esterno costituisce il tampone alle strade, favorisce la mobilità dell’ombra, protegge le facciate in legno non trattate e permette l’uscita verso l’esterno da tutti i vani. Per quanto riguarda la costruzione delle pareti esterne si è utilizzato un metodo di costruzione innovativo, composto da uno strato portante interno con spessore di 20 cm, un isolamento termico di masonite e uno strato esterno direttamente montato su un elemento in legno lamellare con spessore di 6 cm. Questo elemento sandwich composto da solo tre strati soddisfa i requisiti per parete di una “casa passiva”. Inoltre i soffitti e gli elementi del tetto sono costituiti dallo stesso materiale; si tratta di elementi di legno lamellare lasciati visibili e appoggiati su travi. È stata realizzata una vera costruzione di legno massiccio che mostra in modo determinante le possibilità di una costruzione semplice. L’involucro edilizio ottimizzato con l’ombra ha un effetto positivo sulle prestazioni invernali ed estive dell’edificio e in caso di riscaldamento eccessivo dell’atrio i lucernari laterali si aprono automaticamente mentre l’impianto di ventilazione prevede un Alcune fasi di montaggio della struttura dell’edificio L’elegante hall d’ingresso e la scala che collega la reception con il primo piano duplice cambiamento dell’aria a cadenza oraria. L’aria esterna viene aspirata tramite microfiltri e preriscaldata a mezzo di un collettore terrestre. L’aria esterna preriscaldata o preraffreddata viene poi condotta negli apparecchi di ventilazione tramite un recupero efficiente del calore e solo successivamente avviene il riscaldamento alla temperatura necessaria dell’aria di alimentazione a mezzo degli agenti di trasferimento del calore. Una funzione free-cooling dell’impianto di ventilazione permette, nei mesi estivi, durante le ore della notte, di raffreddare l’edificio con aria esterna fresca. Con l’impiego di pompe e motori efficienti, il fabbisogno energetico elettrico dell’edificio resta basso. Il riscaldamento a pannelli radianti serve a riscaldare e raffreddare, l’impianto di riscaldamento a biomassa prevede l’impiego di cippato o pellets e può essere alimentato a materia combustibile ottenuta da risorse proprie. L’edificio costituisce un’applicazione convincente delle potenzialità e qualità del sistema Tetti, coperture e case firmati AB Legno Il tetto in KVH di coperture, tetti e case secondo moderne e computerizzate modalità di progettazione e produzione. La sigla KVH identifica una Informazioni www.hermann-kaufmann.at Il progetto dell’architetto austriaco Hermann Kaufmann è stato il vincitore della medaglia d’oro dell’ottava edizione del Premio Internazionale Architettura Sostenibile. Le due medaglie d’argento sono invece andate al noto studio berlinese Sauerbruch Hutton per il progetto del Museo Brandhorst a Monaco in Germania e a Peter Rich e Michael Ramage per l’Intepretetion centre di Mapungubwe in Sud Africa. Tra i progetti selezionati dalla giuria (composta da Thomas Herzog, Francine Houben, Francisco Mangado, Nicola Marzot e Gianluca Minguzzi) hanno trovato posto progetti conosciuti come il Paula Rego Museum di Eduardo Souto de Moura e altri di giovani studi come Giancarlo Mazzanti dalla Colombia o PLUG arquitectos dal Messico. La nona edizione del Premio Internazionale è già stata bandita. Per informazioni e iscrizioni visita www.premioarchitettura.it KVH, lamellare e bilama Travi KVH, legno lamellare e bilama di abete. Questi i principali materiali utilizzati da AB Legno (Divisione del Gruppo Bevilacqua) per la realizzazione costruttivo adottato e, con la sua essenzialità concettuale, uno straordinario esempio di razionalità funzionale ed efficienza realizzativa. L’approfondito studio della tecnologia lignea, condotto in maniera sinergica dal progettista e dal committente ha così portato alla definizione di un sistema costruttivo flessibile tale da poter essere vantaggiosamente impiegato anche in altre tipologie di edifici. tipologia di travi essiccate in legno d’abete massiccio, piallato su quattro lati, con angoli smussati e cuore spaccato. La giunzione a pettine in lunghezza permette di produrre travi di qualsiasi dimensione. AB Legno impiega il KVH per la costruzione di soffitti e tetti sia in fase di rifinitura sia come elementi portanti della struttura, per le strutture portanti secondarie e per i telai pareti delle case. Il legno lamellare è ottenuto mediante l’incollaggio di tavole in legno e presenta caratteristiche meccaniche fino all’80% superiori a quelle delle travi in massello. Principalmente impiegato per la realizzazione delle strutture portanti, ha qualità paragonabili all’acciaio, ma con un peso specifico 15 volte inferiore, conservando tutte le peculiarità del legno: calore, pregio e affidabilità. AB Legno sceglie per i propri progetti il lamellare di abete per la cui produzione vengono impiegate materie prime di qualità che danno vita a un prodotto omogeneo e qualitativamente certificato. Il bilama è prodotto con lamelle di legno d’abete giuntate e incollate. Utilizzato per costruzioni dove è richiesta un’elevata stabilità e per le pareti portanti delle case Blockhouse, il bilama è resistente all’attacco di agenti corrosivi e insetti, grazie alla essiccazione del legno prima della lavorazione. La scrupolosa selezione della materia prima effettuata da AB Legno è garanzia di scelta di un materiale molto resistente alle deformazioni, durevole e di grande valore estetico. Informazioni www.ablegno.it La casetta in legno lamellare La tettoia in bilama numero 8-9 Agosto-Settembre 2011 - ARCHITETTI 13 ARCHITETTI - numero 8-9 Agosto-Settembre 2011 14 [FOCUS LEGNO] Studio AWP Forte di un background costituito da un elevato numero di progetti premiati, lo studio AWP - Agence de reconfiguration territoriale (partner Matthias Armengaud, Marc Armengaud e Alessandra Cianchetta), con sede a Parigi e a Basilea, focalizza la propria attività su un rapporto innovativo fra pianificazione urbana, architettura del paesaggio e progettazione architettonica. Lo studio ha lavorato in diverse città europee occupandosi di progettazione a scala urbana e di riqualificazione e tra i suoi committenti annovera municipalità, pubbliche amministrazioni, istituzioni culturali e promotori. Tra i loro progetti vi sono: il Padiglione Francese alla Biennale di Architettura di San Paolo (Brasile, 2007); la progettazione paesaggistica del Museum of Modern Art of Villeneuve D’Ascq (Francia, 2010); il progetto di ampliamento di un impianto di purificazione dell’acqua (Evry, Francia, 2003-12) e il progetto di pianificazione strategica in un’area di duecentotrenta ettari per la zona del Praille Acacias Vernets, Ginevra, in corso dal 2009. Lo studio ha tenuto conferenze in molte prestigiose sedi di Parigi, Londra, Milano, Roma, Barcellona, Pechino, Toronto, Belgrado, Ginevra, Copenhagen, Winnipeg, ecc. Tra i premi si segnalano il Prix du Ministère de la Culture Français - Young Best Architect NAJA (2006), la candidatura all’European Mies van der Rohe Award (2009), finalisti al CCCB European Prize for Urban Public Space (2010), con Atelier Oslo. Vista dal basso le Lantern Pavilion. Foto © AWP + Atelier Oslo Norwegian Wood Progetto del Lantern Pavilion e di una piazza pedonale flessibile a cura di Federica Maietti – Architetto, Direttore di Architetti.com [email protected] Il Lantern Pavilion è un vero e proprio manifesto per la progettazione degli spazi pubblici e la concretizzazione di una strategia di intervento urbano. Realizzato dallo studio AWP Agence de reconfiguration territoriale coerentemente con i principi e le caratteristiche dell’architettura tradizionale norvegese in legno, questa lanterna urbana, un gigantesco “baldacchino” in legno e vetro, si configura come un tetto aperto di dimensioni tali da divenire il simbolo della città di Sandnes, in Norvegia. Il padiglione ha inoltre la funzione di proteggere una nuova piazza per il mercato, anch’essa progettata dallo studio AWP, che ha pensato alle pavimentazioni e ad una serie di spazi pedonali e di impianti e strutture che consentono alla piazza di ospitare diverse funzioni: mercato settimanale, concerti, eventi, tempo libero, incontri e scambi. Illuminato durante la notte, il Lantern Pavilion è diventato una nuova icona della città e un punto di riferimento che fornisce un ambiente suggestivo a sostegno delle attività pubbliche che già si svolgevano nella piazza e come incentivo per nuovi utilizzi. Quando le città di Sandnes e Stavanger sono state scelte come Capitali Europee della Cultura nel 2008, il concorso denominato Novegian Wood è stato lanciato al fine di promuovere architetture innovative in legno in grado di contribuire a rendere la regione una vetrina internazionale per questo materiale. La città di Sandnes ha richiesto, in occasione del concorso, la progettazione di una nuova piazza e di un oggetto scultoreo Il progetto Norwegian Wood / The Lantern Pavilion Concorso a inviti Primo premio, 2007 Localizzazione Langgata, Sandnes, Norvegia Tipologia di progetto Spazio pubblico e padiglione urbano Committente Municipalità di Sandnes / Norwegian wood steering group Progettisti AWP (leading consultant)/ Atelier Oslo Strutture Kristoffer Apeland AS Superfici padiglione: 140 mq spazio pubblico: 2.500 mq Cronologia progettazione: 2006-2008 realizzazione: 2008-2010 Foto © AWP/Atelier Oslo Vista interna dal basso della struttura in legno e vetro. Foto © AWP + Atelier Oslo Vista del Lanter Pavilion a Sandnes, Norvegia. Foto © AWP + Atelier Oslo Vista notturna dal basso. Foto © AWP + Atelier Oslo numero 8-9 Agosto-Settembre 2011 - ARCHITETTI 15 spazio pubblico, grazie alla lanterna ne accadranno ancora di più: la creatività genera creatività. Vincitore del primo premio al concorso internazionale per la progettazione di un padiglione urbano e per la riqualificazione e valorizzazione del centro di Sandnes in occasione del Stavanger European Capital of Culture 2008, il Lantern Pavilion è stato candidato al prestigioso premio Mies Van der Rohe 2009. Prospetti dei due lati del padiglione. © AWP in legno nel quartiere pedonale di Langgata allo scopo di rivitalizzare la zona e di creare uno spazio in cui potessero avere luogo molte attività diverse: un punto di incontro che potesse ospitare anche mercati, concerti e altri eventi. Un luogo in grado di configurarsi come una sorta di “rifugio”, di invitare e di incoraggiare diversi eventi sociali e di supportare nuove attività. Poiché il sito scelto per il concorso di progettazione è visibile da lontano e dalla stazione ferroviaria che separa due zone distinte della città, era essenziale creare un oggetto che potesse essere percepito da lontano e in grado di “rivelare” la presenza della piazza. Realizzando un luogo familiare ma in grado di guardare al futuro, l’ambizione dello studio AWP era quella di realizzare un manifesto per la progettazione dello spazio pubblico; non una semplice decorazione ma una vera e propria strategia urbana. Il progetto utilizza la forma iconografica dell’antica casa in legno sollevata da terra. Attraverso la ridefinizione della sua tecnologia costruttiva tradizionale e facendola risplendere nel buio attraverso un’abbagliante illuminazione, questo archetipo di casa norvegese è diventato un punto di riferimento e un simbolo della vecchia città che si trasforma adeguandosi alle dimensioni della città nuova, utilizzando le tradizionali caratteristiche costruttive del legno per realizzare un oggetto contemporaneo. Questa lanterna pubblica è finalizzata alla creazione di uno spazio dove poter osservare e apprezzare i cambiamenti climatici e di illuminazione, quando nessun’altra attività ha luogo nella piazza; ma se le più svariate attività si svolgeranno continuativamente in quello Informazioni www.awp.fr ELEVATA RESISTENZA AI GRAFFI Vista di dettaglio del rivestimento in vetro. Foto © AWP + Atelier Oslo Vista interna dal basso della copertura trasparente. Foto © AWP + Atelier Oslo Caserma dei vigili del fuoco di Langenfeld 9HUVDWLOLHGDWWXDOL +ùUPDQQSRUWRQLLQGXVWULDOL Pratica e sicura: portina inserita con soglia ridotta. Vista di dettaglio del sistema costruttivo in legno. Foto © AWP + Atelier Oslo Hörmann, leader europeo nel settore delle chiusure, offre la più ampia gamma di soluzioni per l’industria. Da noi troverete tutte le tipologie di portoni industriali adatti ad ogni specifica esigenza. Soluzioni innovative come, ad esempio, la finestratura in materiale sintetico antigraffio. Con la nuova finestratura DURATEC ® i portoni sezionali Hörmann mantengono sempre, anche dopo numerosi lavaggi e forti sollecitazioni, la loro chiara trasparenza. Tutto questo è un’esclusiva Hörmann! Per maggiori informazioni: www.hormann.itō7HOō)D[ō[email protected] ARCHITETTI - numero 8-9 Agosto-Settembre 2011 16 [FOCUS LEGNO] Progettare la qualità ambientale L’Asilo Nido della Fondazione O.A.S.I. di San Bonifacio Maria De Rossi – Architetto [email protected] Credo che una buona architettura debba vedere la possibilità di un felice e fortunato incontro tra diverse energie positive, dalla volontà di tutti coloro che vengono coinvolti di ottenere il miglior risultato possibile: così è stato nei pochissimi mesi che hanno visto la progettazione e costruzione dell’Asilo Nido della Fondazione O.A.S.I. di San Bonifacio, in provincia di Verona; in particolare la Committenza, rappresentata soprattutto dalla Presidente dott.ssa Maria Mastella, è stata disponibile nel percorrere assieme una strada che poneva come prioritarie scelte finalizzate al benessere psicofisico di coloro che avrebbero abitato questi spazi andando inoltre a connotare l’intervento come un’esperienza di apertura e segno rivolto all’intera comunità di San Bonifacio. Esperienza che sta continuando proprio in questi giorni con la riprogettazione della Scuola dell’Infanzia presente nello stesso contesto e che ha visto la partecipazione diretta alla fase di progettazione anche le insegnanti, le illustratrici per l’infanzia Giovanna Gazzi, Chiara Raineri, Stefania Vianello e il filosofo Massimo Bardin, sempre con lo stesso tipo di tecnologia in legno e con certificazione LEED curata dallo studio Planex. Il progetto dell’Asilo Nido L’area interessata dal progetto per la realizzazione dell’Asilo Nido, dimensionato per un numero di 60 bambine e bambini su 3 sezioni, si trova in una zona centrale di San Bonifacio. L’intervento, si inquadra nella complessiva riqualificazione del Centro Polifunzionale del Bambino della Fondazione O.A.S.I., che vede la riorganizzazione dell’intero complesso per poter realizzare una struttura dalla forma compiuta (corte) che si proietta verso il già esistente spazio interno continuo di verde che acquista nuova identità e nuove valenze: per esempio riflettendo su quanto l’attuale paesaggio sonoro urbano sia caratterizzato dalla presenza di rumori (ad alta densità, privi di qualità, non informativi) diviene particolarmente apprezzabile la “protezione” data dalla corte che permette ai bambini di imparare ad ascoltare i suoni, analizzandoli e comprendendone la fonte; si possono quindi recuperare le caratteristiche ambientali stagionali legate agli agenti esterni come la pioggia o il vento. La complessità funzionale viene risolta attraverso forme e identità definite da relazioni; la fusione di identità distinte conferisce allo spazio una grande ricchezza e complessità: ciò che differenzia diviene valore e non limite in un contesto empatico attento all’ascolto e all’accoglienza. La persona, sia essa una bambina, un bambino o un adulto deve trovare spazi stimolanti ma anche luoghi di “pausa” e serenità. L’identità di questo insieme di luoghi è data dalla qualità e dall’intensità delle connessioni. Si realizza così uno spazio relazionale proprio perché si qualifica per le relazioni che è in grado di innescare e consentire: un insieme di tante identità diverse con una connotazione globale riconoscibile, in sintonia con un progetto di valori. Lo spazio deve offrire una qualità nel favorire l’incontro, lo scambio, l’empatia, la reciprocità e, in particolare, nuovi legami. Il sistema diviene un luogo dove l’interazione di varie attività sociali diventa un’occasione di qualificazione di tutto il contesto urbano in cui la struttura in progetto si inserisce. Il potenziamento dell’esistente centro infanzia, che coniuga la funzione della scuola dell’infanzia (attualmente in fase di radicale ristrutturazione) con l’asilo nido, costituisce innanzitutto una risposta alla carenza nel territorio di strutture ricettive per la prima età, risolvendo anche il problema dell’affidamento dei figli di parte del personale impiegato nelle varie strutture O.A.S.I. I principi sopra esposti si sviluppano ulteriormente nella definizione di questi spazi relazionali dove le parti diverse risultano essere in equilibrio e armonia, per ottenere un progetto di qualità ambientale lavorando sia sulle caratteristiche fisiche che immateriali dell’ambiente utilizzando gli strumenti del design primario e dell’architettura; in particolare si sviluppa la progettazione delle “soft qualities”: luce, colori, materiali, acustica, odori, microclima. Gli obiettivi ambientali raggiunti possono tradotti in nove “parole chiave” (Reggio Children): - complessità morbida; - relazione; - osmosi; - polisensorialità; - epigenesi; - comunità; - costruttività; - narrazione; - normalità ricca. L’equilibrio nella presenza di diversi tipi di materiali (dalle differenti caratteristiche tattili, acustiche, visive, olfattive), nell’uso del colore (mai eccessivo, saturo, bensì calibrato in tutte le tonalità) e della luce, nel valutare alcuni fattori esterni (ciclo luce/buio dato dall’alternanza di giorno e notte; ciclo caldo/freddo dovuto all’alternanza di estate ed inverno) ha creato ricchezza e permette un continuo cambiamento del paesaggio sensoriale che risulta essere molteplice e interessante. Importante è anche il controllo dell’inquinamento “indoor” evitando i campi elettromagnetici eccessivi, l’uso di materiali che presentano radioattività (pietre granitiche o tufiche) o rilasciano sostanze tossiche (colle tossiche, materiali non stabili, presenza di microfibre inalabili...) e attraverso un impianto di ricircolo dell’aria. Il progetto Superficie interna funzionale: 409,93 mq Superficie servizi generali: 156,92 mq Superficie utile complessiva: 566,85 mq Superficie spazio scoperto: 332,63 mq Dati complessivi Superficie coperta: 689,65 mq Volume: 2.779,19 mc Superficie parcheggio scoperto: 306,50 mq Progetto: arch.Maria De Rossi - San Bonifacio (VR) Direzione lavori: arch. Maria De Rossi - San Bonifacio (VR) Realizzazione: Impresa Bottoli Costruzioni - Valdaro (MN) e Wolf Haus - Campo di Trens (BZ) Responsabile sicurezza: arch. Stefano Lucchini Sistema decorativo: Giovanna Gazzi, Chiara Raineri, Stefania Vianello Pavimentazioni legno: Menotti Specchia - San Bonifacio (VR) Pavimentazioni esterne in pietra: Mario Testi - Volargne (VR) Rivestimenti: Pavitec - San Bonifacio (VR) numero 8-9 Agosto-Settembre 2011 - ARCHITETTI 17 La grande Arca del legno È l’acronimo di Architettura Comfort Ambiente Ed è il marchio di qualità che identifica gli edifici in legno del Trentino e i componenti per l’edilizia. Si tratta del primo esempio in Italia di sistema di certificazione di edifici con struttura portante in legno, insieme ai componenti sempre in legno. L’hanno presentato il 6 luglio 2011 l’assessore provinciale all’industria Alessandro Olivi e Patrizia Ballardini, consigliere delegato di Trentino Sviluppo, la società incaricata dalla Provincia di seguire il progetto. Trova così attuazione un altro importante tassello del percorso avviato nel novembre 2009 con il varo del Piano per la valorizzazione della Filiera Arca è il sistema italiano di certificazione di edifici con struttura portante in legno. Foto: Riisipuuro nell’edilizia sostenibile in legno e quindi nella capacità di selezione delle aziende che sapranno evolversi. In due anni vogliamo arrivare al 40% della nuova edilizia pubblica”. Sotto il marchio Arca vengono ricondotti edifici certificati in legno e componentistica in legno certificata, sia per gli edifici costruiti con la tecnica “a pannello” sia per quelli “a telaio”. Con l’approvazione del regolamento tecnico prestazionale parte ora la fase di accreditamento delle aziende, a iniziare dalle otto imprese che nei mesi scorsi hanno avviato 10 cantieri sperimentali. Il lancio in nazionale di Arca è il 5 ottobre a Milano in occasione di Made Expo. Informazioni www.trentinosviluppo.it dei pannelli prefabbricati al fine di ridurre i tempi di realizzazione; - valorizzazione delle potenzialità di tale tecnologia ai fini del comfort ambientale interno e del risparmio energetico; - ottenere la certificazione energetica secondo il disciplinare CasaClima. Pertanto tutte le lavorazioni eseguite si sono conformate a tali obiettivi, soprattutto nella valutazione della compatibilità tra le tecnologie impiegate e tra i materiali messi in opera, in modo che il cantiere potesse procedere nella cronologia stabilita garantendo nel tempo l’affidabilità della costruzione in tutto il suo complesso. Il dimensionamento dell’asilo nido aziendale è conforme agli standards previsti dalla D.G.R.V. n. 84 del 16 gennaio 2007, come precisato nell’elaborato specifico. Il fabbricato è stato realizzato in ogni su parte al fine di consegnare la struttura perfettamente funzionante, agibile e operativa per l’inizio dell’anno scolastico 2010-2011 e certificata in Classe A+. Il 10 settembre 2011 la struttura era ultimata e utilizzabile per la didattica supportata dalle varie autorizzazioni di legge. STREET ART. Artwork by Carta e Matita Ogni sezione si apre direttamente verso il giardino interno: infatti una particolare attenzione si è data nel definire gli spazi verdi sia dal punto di vista microclimatico (uso dell’arredo vegetale per abbattere l’effetto termico dell’irraggiamento nei mesi estivi o per ridurre l’inquinamento acustico esterno) che da quello relazionale (luogo di incontro e scambio), didattico (osservazione, sperimentazione, acquisizione, modificazione, azione) ed infine cromatico (i paesaggi cromatici creati con piante, fiori e legni possono cambiare al variare dell’ora del giorno e delle stagioni). Le aree a verde sono differenziate per fasce d’età e attrezzate collocandovi vari elementi naturali come sassi, sabbia acqua, piante. Inoltre è previsto un orto laboratorio, specificamente destinato a rivestire la funzione di luogo di incontro e sperimentazione per i piccoli. È presente anche anche una serra solare non climatizzata che vede la possibiltà per le bambine e i bambini di poter coltivare piante. Fondamentale la presenza di spazi comuni flessibili e polifunzionali e il massimo collegamento visivo con lo spazio esterno. L’intervento intende dare riscontro a esigenze di tipo funzionale ma anche di tipo tecnico. La tecnologia costruttiva utilizzata per la realizzazione del nuovo fabbricato si è basata su pannelli prefabbricati in legno della ditta Wolf Haus. Tale tecnologia ha permesso tempi di realizzazione molto rapidi. Le lavorazioni, iniziate nel montaggio nel giugno 2010, sono state determinate da alcune scelte fondamentali: - utizzare un sistema costruttivo in legno con la tecnologia foresta-legno-energia, nell’ambito dell’omonima Cabina di regia. “Arca – ha spiegato l’assessore Olivi - è un progetto della Provincia di Trento, indirizzato alle imprese per favorire la creazione di una piattaforma imprenditoriale competitiva, sia a livello locale che a livello nazionale e internazionale, della filiera dell’edilizia sostenibile in legno. È la risposta della Provincia alla crisi del settore dell’edilizia da cui si esce non rimanendo ancorati a vecchia posizioni ma puntando sull’innovazione e la qualità del prodotto. Il nostro obiettivo è di istituire il marchio, sfruttando così l’effetto leva dell’accreditamento e delle agevolazioni, e investendo Informazioni www.oasisanbonifacio.it > UNA NUOVA ESPRESSIVITÀ PER L’ARREDO URBANO E LE APPLICAZIONI NEGLI ESTERNI DI ARCHITETTURE PRESTIGIOSE. Cotto Castello è la nuova linea SanMarco per pavimentazioni esterne. Da una miscela esclusiva di argille nasce un pasta molle unico per bellezza, versatilità e resistenza al gelo. PAVIMENTAZIONI COTTO CASTELLO WWW.SANMARCO.IT TEL 0131.941739 ARCHITETTI - numero 8-9 Agosto-Settembre 2011 18 E V I S U L C S E E T S I V I R E V NUO d a P i r e p SOLO DESIGN & ARCHITECTURE IL MONDO DELL’ARCHITETTURA, DEL LIFE STYLE E DEL DESIGN numero 8-9 Agosto-Settembre 2011 - ARCHITETTI 19 t i . i l o i g g a m . d a www.ip s e n u T i u s S GRATI LA RIVISTA COMPLETAMENTE DEDICATA ALLA LUCE IN TUTTE LE SUE FORME E APPLICAZIONI AMBIENTAZIONI, PRODOTTI E LOCATION PROGETTATI ALL’INSEGNA DEL LUXURY STYLE ARCHITETTI - numero 8-9 Agosto-Settembre 2011 20 RECUPERO Il progetto Santa Maria Assunta di Sora. L’antico sepolcreto Progetto: Renato Morganti (MCM) con Laura Scrimieri Direzione lavori: Mario Morganti (MCM) con Laura Scrimieri Consulenti: ing. Marco Moscarella (lighting design) Materiali: travertino – acciaio cor-ten Committente: Parrocchia di S. Maria Assunta – Cattedrale di Sora Impresa: Casinelli Giuliano srl – Arpino (Fr) Fer. Italia (carpenteria metallica) Cronologia Progetto: 2005-2006 Costruzione: 2007 Dati dimensionali Superficie: 68 mq Volume: 300 mc Vista esterna e prospetto Dentro l’antico Tra analogia e contrasto di Daniela Franchi Foto di Renato Morganti e Franco Valente L’intervento di recupero qui analizzato riguarda l’antico sepolcreto posto al di sotto della Cappella del Purgatorio nella Cattedrale di Santa Maria Assunta di Sora. Il complesso monumentale, a ridosso del colle di San Casto e in posizione preminente rispetto all’antico foro romano, vanta una storia plurisecolare caratterizzata da un lungo processo di trasformazione: dapprima tempio pagano poi trasformato in tempio cristiano, la chiesa diventa sede del Vescovado in epoca medievale; distrutta più volte (durante l’occupazione normanna e poi per volere di Federico II) e ricostruita successivamente, subisce trasformazioni radicali a partire dalla fine della prima metà del Seicento fino agli inizi del Settecento quando vengono ridefiniti codici morfologici e architettonici che stravolgono l’impianto austero di un tempo. Risale a questi anni il riproporzionamento della navata centrale con l’inserimento del soffitto a cassettoni e la rincocciatura dei pilastri e degli archi ogivali; in tempi successivi viene aggiunto un avancorpo esterno sul fronte principale per ricavare ambienti idonei ad alloggiare il coro d’inverno, il Battistero, oggi ufficio parrocchiale, e la Cappella del Purgatorio, a destra della Cappella del Rosario, in posizione opposta alla torre aragonese. Seguono ulteriori trasformazioni che portano la Cattedrale, dopo il terremoto del 1915 e l’incendio del 1916, a essere ricostruita secondo il rigore degli edifici goticocistercensi. Anche i restauri del Novecento, a partire dagli anni Venti risultano altrettanto lunghi e complessi; l’ultimo, degli anni Settanta, curato dall’ing. Roberto Marta, non riporta nei disegni l’antico sepolcreto, ma nella sistemazione degli spazi esterni lascia alla vista del visitatore parte dell’ingresso al vano parzialmente ipogeo. Nel 2007 si procede al recupero del complesso architettonico della Cappella del Purgatorio comprendendo anche l’ambiente sottostante con un intervento che mira innanzitutto alla ricomposizione della spazialità originaria attraverso l’eliminazione di tutte le superfetazioni e alla trasformazione del sepolcreto da luogo destinato ad accogliere le sepolture comuni a Cappella sepolcrale vescovile. Il sepolcreto e la Cappella del Purgatorio costituiscono due ambienti sovrapposti diversi per sistemi spaziali, apparati costruttivi ed elementi formali. La Cappella settecentesca è caratterizzata da un impianto regolare all’esterno negato internamente da uno spazio ottagonale non eccentrico che si conclude in sommità con una volta a cupola; affiancata da un vano stretto che segna il passaggio verso l’esterno, la Cappella è illuminata dalla grande finestra laterale realizzata in sostituzione di quella occultata dall’altare e oggi visibile solo dall’esterno. Lo spazio seminterrato del sepolcreto, invece, è generato da due volte a botte a giacitura parallela sostenute da un grande arco centrale che richiama nella dimensione e nella percezione superficiale la parete comune alla Chiesa e alla Cappella dell’ambiente superiore. Il Il Sepolcreto progetto di recupero è declinato nell’ottica di conservazione della preesistenza a partire da soluzioni tecniche che non rinunciano a interventi moderni e riconoscibili tradotti secondo le coniugazioni del binomio contrasto-analogia. In particolare, il progetto articola in termini di contrasto la definizione di La pianta della Cappella La pianta del Sepolcreto L’area di Sora in cui è situata la Cattedrale di Santa Maria Assunta una nuova regola geometrica, dettata dall’ingombro in pianta dei sepolcri (240x80) e suggerita dalla giacitura della Cattedrale. La logica indotta dal progetto si sovrappone alla rigida morfologia dell’ambiente e ne definisce una nuova struttura lessicale. Lo spazio interno risulta così scandito e misurato da oggetti isolati e quasi metafisici: i parallelepipedi che accolgono le otto tombe a due a due sovrapposte non colgono i suggerimenti della spazialità interna originaria e confermano il loro essere altro, oltre che per giacitura, nel distacco controllato dalla struttura resistente. L’analogia, invece, va ricercata nelle scelte tecnicomateriche: le tombe, come pure il diaframma retrostante l’altare, il pavimento e l’altare stesso, sono rivestite di travertino di falda; ne scaturisce un’atmosfera semplice e solenne che si manifesta anche nell’adozione di un limitato registro di materiali. Nello scegliere il rigore della monomatericità non si rinuncia ad una articolazione della superficie varia e polivalente. La pietra infatti è assunta come artificio tecnico: richiama la parte massiva della costruzione e al contempo definisce una nuova dimensione prospettica con percorsi, quinte e fondali che si relazionano alla spazialità della fabbrica antica attraverso un gioco di tagli e distacchi materici. Concorrono ad accentuare la massività dei blocchi lapidei delle tombe le profonde commettiture orizzontali delle lastre, con l’eccezione di quelle che compongono il diaframma retrostante l’altare a sottolineare la diversa morfologia del luogo. Al progetto della luce è affidato il compito di gestire le suggestioni dello spazio e le sensazioni di riconoscimento o meno di alcune sue parti: la luce naturale, filtrata dalla porta d’accesso dall’esterno, crea infinite variazioni; quella artificiale posizionata nello spazio di compensazione tra le tombe e i muri d’ambito concorre a delineare il distacco delle diverse componenti lapidee. Unica eccezione espressiva all’essenzialità della soluzione architettonica adottata per gran parte degli elementi aggiunti è concessa al collegamento verticale posto al di là della quinta del piccolo altare: la scala a chiocciola, che collega l’ipogeo con la Cappella settecentesca, si contraddistingue per una diversa materialità, espressa nei toni scabri e cromaticamente dissonanti dell’acciaio corten, e per un dinamismo volumetrico che confligge con le componenti fisiche dello spazio originario. numero 8-9 Agosto-Settembre 2011 - ARCHITETTI 21 ARCHITETTI - numero 8-9 Agosto-Settembre 2011 22 [RESTAURO] Alessandria, Cattedrale di San Pietro Completamento dei lavori su apparati pittorici e plastici di Giacomo Sacchetti [email protected] Stanno per partire i lavori di restauro degli apparati pittorici e plastici della Cattedrale di San Pietro in Alessandria, progettati e diretti dallo Studio Gianluca Centurani. La storia. La Cattedrale, posta nel centro della città, non è l’unica Cattedrale che ha avuto Alessandria. Il primo Duomo, dedicato a San Pietro, venne costruito contemporaneamente alla fondazione della città, nel 1170, ma fu abbattuto nel 1803 per esigenze militari da Napoleone. Il 17 agosto 1803 la città ottenne dallo stesso Napoleone, in sostituzione della vecchia Cattedrale, la chiesa di S. Marco. Questa chiesa in stile gotico, con quattro grandi cappelle laterali, esisteva già nel 1234. La chiesa di S. Marco, concessa quale nuova Cattedrale, era però ridotta in pessimo stato per le lunghe vicissitudini che aveva affrontato. Fu necessaria una ricostruzione quasi totale che venne effettutata, su disegno dell’architetto Cristoforo Valizzone, tra il 1807 e il 1810. Si ebbe così una chiesa in stile neoclassico in stridente contrasto con le parti vecchie conservate: il voltone della navata centrale e le colonne. Il 1° dicembre 1810, benedetta dal Vicario Generale di Casale, venne riaperta con il titolo di S. Pietro e Marco. Tra il 1822 e il 1823 vennero effettuati lavori sulla facciata. Nel 1863 Leopoldo Valizzone, figlio di Cristoforo, eresse una cupola per migliorare la luminosità interna. Nel 1871 la copertura della navata centrale venne sostituita con una nuova volta a botte unica. Nel 1874 Arborio Mella progettò il tiburio di impronta bramantesca e nel 1889 Giuseppe Boidi-Trotti innalzò il campanile, la cui cuspide fu realizzata nel 1922. Il Ventesimo secolo. L’attuale decorazione risale al 1926-29 e venne realizzata dopo il terribile incendio che nella notte tra il 1 ed il 2 settembre 1925 tutto sconvolgeva e distruggeva nella Cattedrale alessandrina. Il Vescovo S.E. Mons. Milone si sobbarcò il duro compito di portare a nuovo splendore il massimo tempio. Con le offerte degli alessandrini, alle quali si aggiunsero quelle più vistose del Papa Pio XI e di altri privati, nella primavera del 1926 iniziarono i lavori di restauro. La decorazione, in seguito a concorso, fu affidata al Prof. Boasso di Torino, la parte figurativa al Prof. Morgari; il capo-mastro Giuseppe Sacchi, alessandrino, si occupò delle opere murarie. Nell’aprile 1929 si inaugurarono i restauri. A partire dai primi anni ’80 la Cattedrale ha visto numerosi interventi: è stata restaurata la facciata principale e le facciate laterali in mattoni, revisionati i tetti e ripristinato il tiburio. Dagli anni ’90 sono state restaurate molte parti interne e più recentemente alcune cappelle. Nel 2004 sono iniziati i lavori di restauro della navata centrale. Infine nel 2008 la facciata è stata nuovamente restaurata. Il nuovo intervento. Inserito nel programma “Città e Cattedrali” reso possibile da finanziamenti pubblici e privati, l’intervento oggi previsto nella Cattedrale alessandrina dedicata a San Pietro Apostolo, andrà a completare il ciclo di restauri. Verranno operati interventi in sette cappelle e la revisione generale di alcune delle parti della fabbrica che hanno subito danneggiamenti imputabili a vecchie infiltrazioni di acqua dalle coperture e a fenomeni di umidità di risalita. L’obiettivo da raggiungere è valorizzare la fase decorativa ascrivibile all’intervento di Morgari e Boasso. Questa scelta è dettata dal riconoscimento di tale fase come la più omogenea e completa, mantenendo naturalmente, dove esistono, le decorazioni precedenti di Gamba e Costa, ancora presenti per esempio nella cupola della Cattedrale stessa e nella cupola della Cappella della Madonna delle Salve. Il cantiere, della durata L’ingresso della Cattedrale di San Pietro ad Alessandria complessiva di 740 giorni (che “Architetti” seguirà da vicino), vedrà interventi di restauro conservativo degli apparati decorativi pittorici e plastici delle cappelle laterali intitolate a Ugo Canefri, alla Sacra Famiglia, all’Ingresso Canonici, al Crocifisso, a San Giuseppe, del Battistero e dell’Ingresso Salve, nonché il restauro del Gruppo scultoreo “S. Pio V e S. Baudolino in adorazione del Crocifisso” e del Coperchio del Sarcofago del Vescovo Marco Cattaneo de Capitani. Il primo si trovava sull’altare maggiore dell’antica Cattedrale distrutta dagli eserciti di Napoleone nel 1803 (scolpito in marmo intorno al 1695 e situato nell’ambulacro dietro l’altare maggiore è attribuito a Giacomo Filippo Parodi). La seconda opera (1484 attribuita a Pietro Antonio Solari ed eseguita in marmo di Condoglia) [EVENTI] Batimat 2011, due temi fondamentali Efficacia Energetica e accessibilità degli edifici A Batimat 2011 (Salone Internazionale dell’Edilizia che si terrà dal 7 al 12 novembre 2011 a Paris Porte de Versailles) i due temi fondamentali del Salone saranno ampiamente rappresentati nel contesto di innovazioni presentate per il Concorso dell’Innovazione e in occasione dei Trofei del design, che i visitatori potranno scoprire presso lo spazio Innovazione (padiglione 4). Batimat 2011 proporrà inoltre numerosi spazi di conferenze (Appuntamento degli Architetti, Forum Attualità Edilizia,...) per permettere ai visitatori e agli espositori di fare il punto sulle nuove normative e sull’evoluzione delle tecniche che si impongono oggi agli operatori del settore edile. Zoom, il salone nel salone dedicato alle rifiniture In & Out, offrirà nell’ambito del settore d’esposizione Zoom Access una visione completa sull’accessibilità e in particolare sulla progettazione universale (Design For All) che s’impone oggi come una necessità e che deve diventare una realtà. Per la presentazione di sei realizzazioni esemplari nel mondo in cui sono state applicate tecniche di progettazione universale, Design for All by Batimat sarà l’occasione, per la prima volta in Francia, di mostrare ai visitatori delle risposte concrete alle problematiche inerenti l’accessibilità. Design for All by Batimat sarà inoltre un luogo di scambio privilegiato con i partner della Design for All Foundation e l’Associazione Tuttimobi, rappresentante francese di Design for All Foundation, che sostiene dal 2002 l’accessibilità dei luoghi e delle menti per rispondere efficacemente ai temi e sfide legate all’accessibilità. Inoltre, il percorso di visita Access, disponibile alle entrate del Salone, consentirà di scoprire le innovazioni presentate dagli espositori a favore dell’accessibilità ma anche della facilità d’utilizzo. Quest’anno Batimat si avvicina alla città di Parigi con un programma off di importanti eventi. I visitatori potranno scegliere d’iscriversi a uno dei 10 percorsi di visite guidate di nuovi edifici e di monumenti parigini recentemente ristrutturati, rappresentativi anche in termini di architettura e di rifiniture interne e d’innovazioni ecologiche e tecnologiche. Informazioni www.batimat.com è attualmente collocata sulla parete di fondo del corridoio esterno della sacrestia e proviene dal monumento funerario eretto nel presbiterio della Cattedrale antica. Si tratta dell’unico pezzo superstite di un sepolcro che le fonti ricordano di “bellissima scoltura” con “vaghi bassi rilievi all’intorno”. Sono previsti inoltre interventi su quattro lapidi marmoree, di cui una si trova murata nel deambulatorio, le altre tre sono smontate e saranno successivamente collocate nella Cappella della Sacra Famiglia. All’interno della Cattedrale vi sono alcune zone, restaurate in epoca recente, in cui le decorazioni presentano degradi per i quali è previsto un intervento di risanamento delocalizzato in linea con il resto. Il protocollo di intervento prevede la valorizzazione delle decorazioni di Morgari e Boasso realizzate tutte dopo l’incendio del 1925 anche nella Cappella del Crocifisso e del Battistero, dove sono state eseguite decorazioni a colori polimerici negli anni ’60 del secolo scorso che hanno coperto quelle precedenti, come visibile in alcune zone dove la tinteggiatura recente si è distaccata. Si provvederà a operazioni mirate a preservare i dipinti murari, previa campagna stratigrafica, indagine diagnostica e saggi al fine di mettere a punto le tecniche più soddisfacenti, contenendo così il progredire del degrado in atto e stabilizzando la coesione della pellicola pittorica. Sono previsti anche interventi di disinfestazione tesi all’eliminazione di attacchi biologici, rimozione di elementi impropri e pulitura degli strati superficiali in modo da riportare all’originario splendore tutto l’apparato decorativo. Sui manufatti lapidei si procederà individuando puntualmente lo stato conservativo e la fenomenologia dei degradi presenti con successiva asportazione di depositi superficiali incoerenti, la pulitura e rimozione di stuccature ed elementi applicati in precedenti interventi con materiali che per composizione possono interagire con la pietra o che hanno perso la loro funzione conservativa o estetica. Infine, è prevista anche l’integrazione di parti distaccate al fine di restituire unità di lettura alle opere con una seguente operazione di protezione al fine di rallentare il degrado. Le cappelle restaurate saranno inoltre sapientemente illuminate con l’obiettivo di ottimizzare la percezione visiva degli ambienti su cui si è intervenuto. La Cattedrale così completamente restaurata sarà pienamente fruibile a qualsiasi accessibilità sia di tipo religioso che di tipo turistico. Informazioni www.gianlucacenturani.it numero 8-9 Agosto-Settembre 2011 - ARCHITETTI 23 PLAYLIST eventi e dibattiti A Napoli, la materia, il colore e la luce Alle Catacombe di San Gennaro il convegno di architettura a cura di Giacomo Sacchetti [email protected] Ancora una volta un’iniziativa di studio e confronto su una tematica centrale nel dibattito sull’architettura, organizzata da San Marco: la materia attraverso il suo colore e la luce. La definizione dello spazio architettonico attraverso queste tre componenti è stata infatti occasione di confronto in un seminario tenutosi il 16 giugno e promosso dall’Ordine degli Architetti di Napoli e Provincia e patrocinato dall’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Napoli, Collegio dei geometri di Napoli, presso la navata centrale della Basilica Paleocristina di San Gennaro presso le omonime Catacombe a Napoli Moderato e coordinato dal nostro Direttore Marcello Balzani (direttore editoriale anche di Paesaggio Urbano e docente della Facoltà di Architettura dell’Università di Ferrara), al quale si deve una interessantissima introduzione ai lavori), il convegno ha sviluppato, attraverso una serie di relazioni e presentazioni di casi studio, le tematiche concettuali e pratiche legate alle tre principali componenti dell’architettura, capaci di definire ogni intervento progettuale. Nel vivo dei contenuti del convegno. Flavio Bruna dello Studio Isolarchitetti di Torino, anche in rappresentanza del prof. Aimaro Isola, trattenuto da lievi problemi di salute, ha illustrato alcuni dei più rappresentativi progetti dello studio “tra pietra ed alberi, tra terre e cristalli”, mostrando come la materia, soprattutto quella laterizia, portata a vista ed illuminata sapientemente dalla luce, mostri di per sé colori e tonalità sorprendenti. Mario Nanni ha presentato il video relativo al suo progetto della illuminazione del Teatro alla Scala di Milano, affascinando un foltissimo pubblico attendo al concetto di luce e materia negli spazi pubblici. Luce e Colore sono l’espressività di una materia, suscettibile ai cambiamenti nel corso della giornata, con condizioni atmosferiche differenti. Benedetta Tagliabue, dello studio EMBT di Barcellona, ha mostrato le sue architetture del panorama nazionale ed internazionale e cercando un filo conduttore tra le forme del colore e della materia, fatto di sensibilità personale, creatività, lettura del contesto, tradizione e avanzata ricerca progettuale. Materia, Colore e Luce tra qualità dei materiali e comfort visivo sono stati gli spunti proposti da Gianni Cagnazzo, che ha sottolineato l’importanza della percezione della materia e del colore attraverso la nostra sensorialità elaborata dal cervello. Ha chiuso il convegno Giovanni Multari, dello studio Corvino+Multari, che ha parlato MUSP. Progetto: Corvino e Multari Mirafiori. Progetto: Aimaro Isola e Flavio Bruna. Foto: Ivan Lombardo Hamburg Platz. Progetto: Benedetta Tagliabue di come colore e materia pervadano le sue architetture e siano concetti importanti da considerare non solo nella progettazione, ma anche nella costruzione dell’architettura. Il concept del Convegno di Marcello Balzani Sono tre componenti essenziali per la definizione dello spazio architettonico. Sono anche tre concetti, o forse meglio tre significanti fluttuanti, che permettono di aprire nuove porte per entrare attraverso un triplice passe-partout in diversi livelli (naturali, artificiali, astratti, comportamentali...). Questa combinazione di termini appare, quindi, come un potente mediatore tra i codici che impone violentemente la sua capacità di “esercizio al pensiero simbolico”, per elaborare linguaggi e per frans-formare e fras-durre oggetti e luoghi, superfici e ambienti, nella realtà dell’esperienza come nella costituzione del ricordo, dell’immagine che nella memoria si condensa per essere poi successivamente utilizzata. Sono tre compagni di viaggio della nostra vita sul pianeta che stimolano continuante i nostri sensi ma che dimostrano anche l’incessante funzione di adattamento che ha strutturato nel tempo le migliori capacità e potenzialità umane. Noi siamo fotosensibili, vediamo a colori, assumiamo continuamente scelte indotti da percezioni aptiche e sinestetiche che le materie stimolano o negano. Crediamo che lo spazio risulti una struttura confinata all’interno di una logica soprattutto dimensionale, cartesiana, invece ad ogni passo nella vita (fin da piccoli) ci rendiamo conto che intorno a noi lo spazio si dilata, accoglie, riscalda, raffredda, allontana,divide in tanti modi e molto diversamente a seconda del potere (o sarebbe meglio dire dei poteri) che la materia, il colore e la luce assumono. E non è neppure un percorso a senso unico. I tre mediatori agiscono su di noi ma avviene anche il contrario. La nostra capacità di selezione è indotta da scelte che privilegiano, certi percorsi nella memoria, nel ricordo delle esperienze, nel consolidato culturale e attraverso questi filtri semplificatori (che sono anche fortemente emozionali) precostituiamo una realtà, modelliamo uno spazio, immaginiamo le situazioni. Insomma è uno straordinario sistema di interrelazione che opera sul piano psicofisico, dinamico, cinematico, prossemico, ecc. Ma se la materia, il colore e la luce sono ingredienti coerenti capaci di alimentare il percorso progettuale dello spazio architettonico è anche vero che il loro potere si esprime nell’interrelazione, nella combinazione, nella capacità di saper governare molte regole del gioco che sono sia di ordine teorico, ma anche tecnico e tecnologico. L’esigenza del dialogo col mondo progettuale. Da questa premessa nasce l’idea di creare degli appuntamenti di formazione che possano riuscire a trasmettere alla platea tecnica (architetti, ingegneri e geometri), in maniera accessibile e strumentalmente operativa, il grande valore di queste componenti che spesso vengono incomprese, banalizzate, acquisite come ambito specialistico e nella maggioranza dei casi solo settorialmente e mani in una logica di integrazione. Come se il processo dovesse seguire una stratificazione progressiva che vede definire lo spazio per forme, deciderne i materiali componenti, poi operare scelte cromatiche (o nella maggior parte acromatiche per far prima) e infine mettere delle fonti di illuminazione. È un processo esclusivamente temporale ma non logico-progettuale, che produce spesso soluzioni incoerenti, energivore, disturbanti e poco confortevoli. Se poi il campo di applicazione è un luogo di lavoro, di studio o di cura, i risultati sono ancora più disastrosi in termine di effetti negativi sulle persone e sulle loro capacità lavorative, di concentrazione o di recupero. L’esigenza è ancora più forte oggi, dove le industrie stanno trasferendo molti condensati di ricerca nella creazione di superfici, componenti, applicazioni impiantistiche, avendo spesso la difficoltà di riuscire a comunicare efficacemente lo sforzo e i potenziali di innovazione tecnologica. Informazioni www.sanmarco.it ARCHITETTI - numero 8-9 Agosto-Settembre 2011 24 SPAZIO GiArch Coordinamento Nazionale dei Giovani Architetti Italiani - www.giarch.it L’avanguardia di Festarch Credere nell’architettura del futuro Si è svolto a Terni il Festarch lab Foto © Clara Bonaventa Una città di medie dimensioni, con molte qualità urbanistiche e pochi vincoli storici, un gruppo di giovani architetti innovatori, un forte desiderio di confronto, un piccione a quattro zampe e un’illuminazione. Così nasce Festarch lab. La declinazione “young” di Festarch, ma anche il suo volto più sperimentale, quello di ricerca, provocatorio, all’avanguardia. Grazie all’iniziativa dei GATR Giovani architetti di Terni e di una serie di stakeholder pubblici e privati diffusi sul territorio che hanno percepito l’importanza di questo festival come strumento di visibilità e di affermazione identitaria, è stato possibile questo connubio tra il progetto Think Town Terni che aveva visto la luce nel 2010 proprio da un’idea dei GATR e il Festarch di Boeri che nel 2007 aveva avuto una tappa di grande Foto © Roberto Bertolle Foto © Olimpio Mazzorana successo nella città di Cagliari e che stava riconducendo il proprio interesse verso una nuova location, la città di Perugia. L’incontro con Stefano Boeri e con Festarch ha fatto sì che si generasse un nuovo format che avesse come obiettivo quello di lavorare sui processi che portano al farsi della città contemporanea. Terni, città dal forte carattere moderno e dinamico, ha creato il clima e le condizioni per cui un festival di questo tipo potesse avere successo e radicarsi. I luoghi della città sono infatti i protagonisti principali del festival, le piazze, il fiume, le strade, le vecchie fabbriche, come quella che riconvertita in centro culturale è divenuta il centro pulsante del festival, il CAOS. CAOS Centro Arti Opificio Siri è un luogo unico nel suo genere in Italia, uno spazio di 6.000 metri quadri, nato dalla riconversione dell’antica fabbrica chimica ex Siri, che oggi ospita eventi, esposizioni temporanee nazionali e internazionali, laboratori e residenze creative, la collezione civica moderna e contemporanea della città di Terni, un teatro da 300 posti e un cafè bookshop di nuova generazione. In un clima di convivialità, sperimentazione e innovazione come ne rivela lo stesso nome. La convinzione che un evento come Festarch lab abbia un senso se fortemente radicato al territorio che lo ospita, se risponde alle domande di quel territorio e ne riflette le necessità e i cambiamenti. Un evento culturale proattivo che non misuri il suo successo rispetto al numero di visitatori, al numero di camere d’albergo occupate, ma che si misuri rispetto alla sua capacità di aiutare il territorio nel costruire nuove capacità di fare e in cui non ci sia distinzione tra il produttore di cultura e il suo fruitore. Sin dall’inizio l’intento è stato infatti quello di produrre effetti concreti nel territorio a partire da una serie di iniziative che potessero costituire termine di paragone, con la ferma convinzione che il confronto internazionale fosse determinante, perché capace di innescare buone pratiche ed una qualità architettonica diffusa. L’intento si è realizzato in una dieci giorni di incontri, laboratori, eventi, installazioni, performance, attività didattiche e momenti conviviali che hanno pervaso la città di eventi, presenze e singolari oggetti di architettura effimera. Festarch lab è una palestra creativa, un laboratorio di idee, in cui si uniscono la progettazione e la partecipazione attiva di cittadini, studenti, viaggiatori, ricercatori. Cuore del festival sono stati i laboratori di progettazione e di partecipazione suddivisi nelle cinque aree tematiche: Low Cost Town, Community Town, Guest Town, Fluid Town, Brand Town. Hanno così avuto luogo il workshop intensivo dei Group8 (CH) Spontaneous islands che ha richiesto ai partecipanti la capacità e la caparbietà di realizzare architetture spontanee attraverso l’accumulo di “objet trouvè”; il laboratorio di partecipazione degli Foto © Matteo Brancali spagnoli Ecosistema Urbano (ES) che hanno invaso la città con azioni di coinvolgimento della popolazione e di ripensamento dello spazio urbano; sullo stesso tema anche il 72 minutes workshop dei 72 Hour Urban Action (IL) che ha lanciato la sfida di realizzare architetture temporanee per risolvere problemi permanenti della città. Di grande fascinazione poi la 3 giorni con Walter Nicolino di Carlo Ratti Associati (I/USA) e i torinesi Izmo (I) che hanno ripercorso le dinamiche della città non lineare attraverso mappe emotive e relazionali Un importante momento di riflessione e incontro è stato inoltre dedicato da Sara Marini (I) dello IUAV, all’architettura partecipata del Villaggio Matteotti di Giancarlo De Carlo con l’intervento di Domenico De Masi, uno dei più importanti sociologi italiani che ha seguito il processo partecipativo alla base del progetto architettonico di De Carlo. Ai workshop, a cui hanno partecipato più di 100 studenti provenienti da tutto il mondo, si sono susseguiti incontri e forum in cui non sono mancati personaggi illustri come Ole Bouman, direttore dell’Istituto olandese di architettura (Nai) di Rotterdam, e lo stesso Stefano Boeri, ideatore di Festarch e, fino al luglio 2011, direttore di “Abitare”, che hanno messo a confronto le proprie visioni. Accanto a loro anche il visionario Italo Rota e il pragmatico Paolo Desideri hanno incontrato le giovani generazioni di architetti in un incontro/scontro dai toni provocatori e divertenti. Durante il Festarch lab, la città di Terni si è inoltre trasformata in un padiglione espositivo a cielo aperto, grazie all’installazione di una serie di riflessioni attive e di architetture site specific realizzate da alcuni degli architetti e designer più interessanti a livello nazionale e internazionale. I 2A+P/A, giovane studio di architettura romano composto da Gianfranco Bombaci e Matteo Costanzo, hanno realizzato in pieno centro cittadino un vero e proprio ring, teatro degli incontri/ scontri fra le archistar e gruppi di giovani architetti scelti. Gli olandesi West8 urban design & www.giovaniarchitettiterni.it/gatr Foto © Daniele Tinti landscape architecture di Adriaan Geuze, hanno ideato un’installazione che fa “emergere” dalla pavimentazione di una delle principali piazze del centro di Terni l’immagine del volto di san Francesco d’Assisi. Mauricio Cardenas, giovane architetto italo-colombiano, ha lavorato poi sulla suggestione di un modulo abitativo low cost a partire da una proposta progettuale che propone un’alternativa e un possibile riutilizzo delle bottiglie di plastica attraverso la realizzazione di un prototipo di casa. Aldo Cibic, infine, ha presentato la sua Freedom room, provocatoria stanza di albergo low cost di 7 mq, grande come una cella, realizzata in collaborazione con Marco Tortoioli Ricci, nell’ambito del progetto di formazione In/Out sviluppato all’interno della Casa circondariale di Spoleto a dimostrazione di come possa nascere un progetto di design/architettura integrati in collaborazione con soggetti della società civile. Proprio grazie alla natura dei GATR Giovani Architetti di Terni il Festarch lab ha visto il coinvolgimento dei principali network di giovani architetti attivi sul territorio regionale e nazionale: il GiArch (che come sappiamo è il coordinamento nazionale dei giovani architetti italiani, un network indipendente, apolitico e senza fine di lucro fondato nel 2007, al quale attualmente aderiscono 24 associazioni italiane e che ha lo scopo di consentire ai giovani architetti di esprimersi sulle problematiche di categoria, approfondire temi culturali e professionali, sensibilizzare la collettività sul ruolo sociale dell’architettura e dell’urbanistica) e il NAU, network architetti umbri, nato nel settembre 2010 all’interno di Think Town Terni con l’intento di avviare una ricognizione delle opere contemporanee realizzate e in work in progress, rileggerle in maniera critica e raccogliere le riflessioni in una testimonianza tangibile per riconoscere e diffondere la cultura dell’architettura, quale strumento indispensabile di un progettare che modifica il territorio. Questa capacità di fare rete, di parlare un linguaggio internazionale, di affrontare i temi dell’architettura come temi della vita quotidiana e non come dibattiti per pochi addetti ai lavori è propria di una generazione. Una generazione di giovani architetti, che anche nell’incontro con i grandi dell’architettura internazionale non hanno paura di ascoltare, elaborare, produrre. Attivare il confronto, incentivarlo, non averne timore quando si parla di città, di territorio, di regione. I GATR lo hanno ricercato costantemente come elemento portatore di stimoli nuovi, come reale occasione di crescita, per aumentare il livello culturale e architettonico attraverso l’attivazione di relazioni, con l’interscambio di conoscenze e con la consapevolezza, sullo sfondo, che l’architettura, quella buona, quando si inserisce in un luogo può modificarlo anche e soprattutto dal punto di vista sociale ed economico. Credere nell’architettura, in quella che prevede scelte progettuali per il futuro, che coinvolge le giovani generazioni e i cittadini, in una città adatta ad accogliere la sfida del contemporaneo e del futuro come unica visione progettuale. Questo ha fatto nascere Think Town Terni e poi ha permesso che si realizzasse Festarch lab, con l’auspicio che la riflessione si ripercorra negli anni, si riempia di stimoli, si candidi a reinventare la città contemporanea. numero 8-9 Agosto-Settembre 2011 - ARCHITETTI 25 www.gap2009.it Spazio al GAP L’associazione e le iniziative dei Giovani Architetti Pratesi L’associazione GAP Giovani Architetti Pratesi nasce il 29 aprile 2009 dai primi 26 giovani architetti che firmano il Manifesto del Gruppo presso il Centro per l’Arte Contemporanea L. Pecci di Prato, condividendone i contenuti e proponendosi di costituire un nuovo patto di collaborazione tra giovani colleghi. Riunisce un gruppo di professionisti under 40 residenti e/o operanti sul territorio pratese e si configura fin dagli albori come un’ottima occasione di condivisione delle problematiche inerenti l’avvio professionale e la promozione della figura dell’architetto sul territorio provinciale, favorendo la nascita e lo sviluppo di un network a livello nazionale in grado di dare voce a una rappresentanza degli oltre 60.000 professionisti under 40 operanti sul territorio italiano. Per questo GAP partecipa fin dal 2009 al GiArch, certi che la possibilità di organizzarsi in un network di tipo orizzontale sul territorio nazionale consenta il reciproco accrescimento culturale e identifichi una realtà, come la nostra, che si trova oggi ad agire in un contesto delicato quale quello imposto dalla crisi economica, cercando un dialogo, spesso difficoltoso, con le amministrazioni e gli enti locali. I soci fondatori si sono prefissi fin da subito di essere propositivi, protagonisti attivi e quella di stimolare una riflessione propositiva sulla città attraverso l’uso della fotografia e la successiva elaborazione della stessa. I partecipanti sono stati chiamati a scegliere un luogo per loro significativo della città di Prato, andando sul posto e scattando una fotografia; su quella stessa fotografia e su quel luogo è stato loro chiesto di intervenire, liberamente, senza limitazioni, rielaborando graficamente l’immagine di partenza e fornendo un’idea progettuale coerente per risolvere la criticità individuata. Dalle migliori opere pervenute è nato un percorso urbano attraverso il centro storico cittadino: i negozi segnalati quali promotori dell’iniziativa hanno ospitato in vetrina una delle immagini del concorso contribuendo a promuovere nuovi spunti di riflessioni sulla nostra città. In collaborazione col Comune di Prato e con l’Ordine Architetti della Provincia di Prato, l’associazione ha inoltre promosso il workshop Un nuovo Salone Consiliare per il Comune di Prato che ha raccolto nuove proposte progettuali per il riordino della Sala del Consiglio Comunale, ospitando tra l’altro una lectio magistralis dell’architetto Kengo Kuma. Al workshop hanno partecipato giovani professionisti toscani under 40. Per promuovere il massimo scambio nozionale Il Manfesto GAP dell’aprile 2009 Y1 A Z1 B Y2 C X2 X1 C Y1 B Y1 Z2 tra colleghi l’associazione ha infine “costruito” un sito web autogestito dai suoi iscritti: il sito utilizza una tecnologia chiamata CMS (Content management system), che letteralmente significa “Sistema di gestione dei contenuti”, una categoria di software che serve a organizzare e facilitare la creazione collaborativa di siti internet. Ogni iscritto riceve l’autorizzazione alla redazione on-line, avendo la possibilità di pubblicare articoli o segnalare eventi che possano interessare tutti gli iscritti e gli utenti del web. A oggi l’associazione continua la sua attività di autopromozione e di partecipazione al dibattito cittadino sul futuro della città, collaborando con note aziende del settore: lo scorso 14 giugno GAP ha presentato le attività del primo biennio di operato e le iniziative in fase di organizzazione presso l’Opificio John Malkovich, uno spazio interdisciplinare dedicato all’Arte, al Design e alla Moda, divenuto ormai un punto di riferimento a Prato. Nel corso dell’evento sono state presentate le videoproiezioni sulle attività promosse e l’allestimento di alcune opere di Prato 2000x3000. Z1 interessati nella vita culturale della città, con la convinzione che Architettura e Urbanistica debbano essere elementi nodali del dibattito culturale cittadino. Vogliono essere promotori del rafforzamento del legame tra Urbanistica e collettività, certi dell’importanza di un’efficace politica della partecipazione, in cui il dialogo, il confronto, la trasparenza decisionale e l’assunzione di responsabilità individuali e collettive possa contribuire a rafforzare, ravvivare, ridefinire l’identità della nostra città. Per la promozione e il raggiungimento di tali obiettivi comuni, in questo primo biennio il GAP ha cercato di incentivare rapporti di solidarietà tra giovani architetti per affrontare insieme, anche in collaborazione con l’Ordine Architetti PPC di Prato le problematiche inerenti lo svolgimento della libera professione. In particolare il GAP si è posto l’obiettivo di promuovere attività culturali, bandi di concorso e attività di formazione che siano rivolti ai professionisti under 40 operanti sul territorio locale. In quest’ottica ha organizzato e promosso il Concorso di idee Prato 2000x3000: l‘idea alla base del concorso è stata X2 Z2 Premio Concorso Prato 2000x3000 Y2 A ARCHITETTI - numero 8-9 Agosto-Settembre 2011 26 ILLUMINAZIONE Più foto su www.illuminotecnica.com Luci colorate per l’allestimento di Serralunga nel Cortile dei Bagni dell’Università Statale di Milano, durante il Salone del Mobile 2007 Paolo Castagna e Falco, il cane di Gianni Ravelli Illuminare per emozionare Intervista a Paolo Castagna e Gianni Ravelli di Clara Lovisetti La matrice è quella teatrale, entrambi infatti hanno lavorato in tale ambito prima di aprire nel 1996 lo studio di progetti multimediali C&R Castagna & Ravelli. Paolo Castagna, allievo del leggendario regista polacco Jerzy Grotowski, è stato per dieci anni aiuto di Luca Ronconi e collaboratore del compositore H. W. Henze. Gianni Ravelli, scenografo-costumista e opinionista del Corriere della Sera, è architetto e docente di progettazione della luce al Politecnico di Milano. Insieme hanno realizzato progetti a Milano, Roma, Verona, Torino, Savona, Spoleto, Londra, New York, Tokyo e per importanti committenti come Bloomberg, Hachette, Gianfranco Ferré, il Salone del Mobile di Milano, PAC (Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano), il Piccolo Teatro di Milano e Teatro alla Scala. Fra le loro realizzazioni recenti, l’evento multimediale a Palazzo Reale di Milano, nell’ambito delle celebrazioni per il centenario del movimento futurista nel 2009, che ha vinto il premio Best Event Awards Italy come migliore installazione urbana nazionale. Installazione che è stata inserita nell’Index Compasso d’Oro 2011. Oppure la mostra per i 400 anni della Pinacoteca Ambrosiana di Milano, nel 2010. Alla passata edizione del festival della luce Led di Milano invece avevano ottenuto il primo posto per la migliore installazione luminosa con il progetto per le vetrate del Duomo di Milano, realizzate in collaborazione con Jacopo Tiscar. Attualmente stanno lavorando all’illuminazione permanente della Nuova Pinacoteca Sabauda di Torino, oltre a preparare due grandi videoinstallazioni per la Biennale des Arts et Sciences di Grenoble e per il Centro Ricerca Minatec della stessa città. Un approccio il loro che non è quello del semplice “fare luce” ma che innesta elementi scenografici e spettacolari nel progetto luminoso. Abbiamo così iniziato il nostro incontro chiedendo loro se identificano davvero con la figura del lighting designer nell’accezione classica. C&R. Preferiamo definirci “progettisti della luce” o “scenografi della luce”, piuttosto che lighting designer. E per un motivo ben preciso: il termine lighting designer sta a indicare una figura che, secondo noi, appartiene al passato, perché indica un approccio superato. Generalmente viene chiamato alla conclusione del progetto, quando si tratta di abbellire con la luce quanto è già stato realizzato, oppure, più semplicemente, di pensare a una illuminazione funzionale. Questo perché il lighting designer è visto non come una figura indispensabile per arrivare a una realizzazione di qualità, ma come un “qualcosa in più”. Inoltre, nel nostro Paese intendiamo, soltanto ora si comincia a pensare che illuminare significa valorizzare, che si tratti di un edificio o di una piazza o di uno spazio urbano in genere. Situazione che, negli altri Stati europei, è già ampiamente consolidata. E, infine, il lighting designer sembra il portatore di conoscenze soprattutto tecniche. Insomma, noi – con tutto il rispetto per la categoria dei lighting designer, che svolgono un ruolo utilissimo – procediamo in un altro modo. Che differenza c’è fra lighting designer e lighting artist? C&R. Ci ricolleghiamo a quanto detto poco fa. Il lighting designer – almeno in Italia – ha soprattutto un ruolo tecnico. Spesso fornisce semplicemente risposte all’architetto o al progettista, che magari ha già una sua idea di illuminazione. Il lighting artist svolge invece un ruolo creativo vero e proprio, come qualsiasi altro artista: solo che la materia su cui lavora è la luce. Insomma, si tratta di due categorie che sono e devono rimanere distinte. Diciamo questo perché ci è capitato di vedere, recentemente, alcune “installazioni artistiche” realizzate da illuminotecnici o lighting designer, a seconda di come vogliamo definirli. Il risultato era sempre penoso, per non dire imbarazzante. Purtroppo, nella confusione imperante, si Doppia installazione audiovisiva Light Track e 100 volte Mondadori, Cortile Ducale del Castello Sforzesco di Milano, fuori Salone, aprile 2007 Il progetto d’illuminazione del Castello Borromeo di Cassano d’Adda, 2010 Installazione multimediale sulle pareti di Palazzo Reale, Milano, nell’ambito delle celebrazioni del centenario del Futurismo pensa che chiunque possa “fare modo, potremmo definire ombrol’artista”. Ma non basta collocare sose e torbidamente buie molte una lampadina in una scatola per composizioni che appartengono dire di aver fatto una installazione alla storia della musica. artistica… Che cosa è per voi la luce? Secondo voi è possibile un C&R. A livello percettivo, potremdialogo con l’arte? mo dire che la luce non esiste, C&R. Da sempre l’arte dialoga perché non è visibile. Esiste quelcon la luce. Sia con quella diurna lo che la luce tocca, che illumina che con quella artificiale. Tutta e che, quindi, diventa visibile. Ma la grande architettura è pensata esistono tanti modi per definire la come contrapposizione fra pieni luce che, fra l’altro, è fonte di vita. e vuoti, fra volumi aggettanti e Per questo, simbolicamente, raprientranti. E, di conseguenza, presenta Dio. “La luce è venuta fra parti in luce e parti in ombra. nelle tenebre, ma le tenebre non Basta pensare a uno degli ele- l’hanno accolta”: così il Vangelo menti primari dell’architettura, la di Giovanni simbolizza l’arrivo colonna, le cui scanalature sono di Cristo fra gli uomini. Se poi nate appunto per “catturare” affrontiamo l’aspetto psicologico, luce e ombra, per imprimere non c’è dubbio dell’importanza movimento alla pietra. La stes- della luce nella nostra vita. Non sa cosa vale per la scultura e a caso i Paesi nordici, in cui gli per la pittura. Nelle tele e negli autunni e gli inverni sono lunghisaffreschi la contrapposizione fra simi e caratterizzati da poche ore luce e ombra viene utilizzata per di luce naturale al giorno, sono conferire tridimensionalità alle quelli che contano il maggior figure e agli oggetti ma, in molti numero di suicidi. La luce è vita. casi, si nota una specie di “gioco illusionistico” che mescola Come la applicate nelle vostre realtà e finzione. Pensiamo, per realizzazioni? esempio, alle grandi tele collo- C&R. Siamo progettisti di luce cate sugli altari, in cui la luce e, di conseguenza, con la luce dipinta sembra provenire dallo lavoriamo. Per noi è una mastesso punto da cui proviene, teria come un’altra, magari più effettivamente, la luce naturale. rarefatta, più delicata, ma pur Anzi, siamo convinti che la storia sempre una materia. Ricorrendo della pittura potrebbe essere a una metafora, potremmo dire letta come la storia della ricerca che la luce è per noi quello che la e della rappresentazione della penna (o la tastiera del computer) luce. Al di là della letteratura, rappresenta per lo scrittore: un ovviamente, persino la musica è mezzo grazie a cui possiamo intrisa di luce e, inevitabilmente, esprimerci e dire delle “cose”. di ombra. Come definire certi pezzi di Mozart se non luminosi? E la luce naturale? Che posto In musica c’è addirittura una ha nei vostri progetti, nel votonalità, quella di sol maggiore, stro modus operandi? che è definita “solare”, proprio C&R. Si potrebbe pensare che per la sua luminosità. Allo stesso la luce naturale non ci riguardi numero 8-9 Agosto-Settembre 2011 - ARCHITETTI Mostra “La Biblioteca delle Meraviglie. 400 anni di Ambrosiana: il mondo a Milano”, 2010. Foto di Andrea Segliani e, dunque, non ci interessi, dal momento che lavoriamo con la luce artificiale. Invece è vero esattamente il contrario: la luce naturale è per noi fonte continua di ispirazione, una specie di “scrigno” prezioso da cui attingiamo idee. Comunque, che si voglia imitarla o contrapporvisi, la luce naturale è sempre il nostro principale riferimento. Recentemente, quando stavamo preparando il progetto per l’illuminazione del cortile d’onore di Brera, abbiamo discusso con l’architetto Artioli, soprintendente per i Beni Architettonici e per il Paesaggio di Milano, della possibilità di riproporre l’effetto della luce naturale. Questo avrebbe significato un’illuminazione più intensa sulle facciate che delimitano il cortile e sulle colonne esterne, che sarebbe diminuita sotto il porticato. Ma la soprintendente di Brera, che probabilmente non aveva capito la nostra proposta, chiedeva semplicemente più luce. Così, abbiamo optato per un progetto innovativo, ma che non fosse troppo sperimentale. Per quanto riguarda l’esterno del palazzo di Brera, invece, abbiamo scelto una illuminazione dall’alto e frontale, ma a fasci obliqui e incrociati, per non appiattire il monumento e per arrivare a un effetto del tutto naturale. Questo episodio ci dà l’occasione di ricordare come la “cultura della luce” sia scarsamente diffusa in Italia, anche fra i soprintendenti o i direttori di musei. Non tutti mostrano la sensibiltià di Artioli. Per molti illuminare significa semplicemente dare più luce... purtroppo… Qualche esempio di recente installazione, o progetto? C&R. Il nostro progetto più recente è, appunto, la valorizzazione luminosa del palazzo di Brera. La nuova illuminazione della facciata è stata presentata ad aprile, durante il Salone del Mobile; quella del cortile d’onore sarà inaugurata alla fine di settembre. Attualmente stiamo lavorando a una doppia installazione luminosa per la Biennale di Grenoble, una manifestazione che unisce artisti e scienziati. Ci stiamo confrontando con alcuni Il Duomo di Milano. Il progetto è stato realizzato in collaborazione con la Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano, l’assessorato all’Arredo Urbano del Comune di Milano, Fondazione AEM - a2a e Philips Lighting Italia e con Jacopo Tiscar. Foto di Alessandra Magister Sabbioneta degli Specchi, illuminazione scenografica di palazzi, gallerie, chiese e porte della città in occasione della Notte Bianca dell’11 settembre 2009 27 fisici di Minatec (un centro di ricerca di altissima qualità); la musica - che è parte integrante dell’installazione - sarà composta da Michele Tadini. Recentemente abbiamo ultimato il progetto dell’illuminazione delle vetrate del Duomo di Milano e una nostra installazione sul Futurismo è entrata nell’Index Compasso d’Oro. Stiamo curando l’illuminazione interna ed esterna della nuova Pinacoteca Sabauda di Torino. E poi dovremo iniziare un progetto di illuminazione molto importante, che, per ora, è assolutamente top secret... Roma; la chiesa di Santa Maria del Fiore e piazza Santa Annunziata, a Firenze; gli scavi di Pompei; la torre di Pisa; l’Arena di Verona; le piramidi d’Egitto; la cattedrale di Notre Dame di Parigi; il Taj Mahal, di Agra… Abbiamo esagerato? Allora torniamo a monumenti più piccoli. La città di Sabbioneta, un vero gioiello purtroppo pochissimo conosciuto; o il quartiere del Parrasio, a Imperia, praticamente ignorato e a torto, perché quel promontorio fitto di palazzi settecenteschi che si protende nel golfo, che sembra sospeso fra cielo e mare, è una autentica meraviglia. Anche se il vero sogno di chi fa il nostro lavoro sarebbe progettare l’illuminazione di Venezia, la città più bella del mondo ma purtroppo malissimo illuminata. Si potrebbe dire non illuminata… Anzi, lanciamo un messaggio all’amministrazione comunale: chiamateci e, per Venezia, saremmo disposti a lavorare a costi bassissimi… Fra l’altro, saremmo le persone giuste: la nostra provenienza è teatrale. E cosa c’è di più magnificamente teatrale di Venezia? Oramai i Led sembrano diventati ubiquitari, almeno nei progetti che vogliono dimostrare di essere all’avanguardia. Secondo voi saranno proprio la luce (artificiale) del futuro? E le altre sorgenti di luce? C&R. Difficile dirlo. L’evoluzione in questo settore è ormai così rapida che ci riesce difficile immaginare quali prodotti saranno utilizzati fra alcuni anni. Ma una cosa è certa: il Led durerà ancora a lungo. Anzi, diverrà il protagonista assoluto dell’illuminazione dei prossimi anni. Siamo solo all’inizio della sua storia. E crediamo ci riserverà ancora molte sorprese. Che cosa ne pensate della messa al bando della “lampadina”, la normale lampada a incandescenza? C&R. Non abbiamo un pensiero in proposito. Non ci tocca più di tanto, è così e non può che essere così. Si tratta di una normale evoluzione, una delle tante che si verificano nella storia dell’uomo. Molti oggetti sono scomparsi perché soppiantati da altri di maggiore funzionalità o praticità. Pensiamo al vecchio telefono a fili, immortalato da tanti film, oggi scomparso a vantaggio dei portatili; oppure al microsolco, soppiantato dal CD; o alla macchina per scrivere meccanica, che si è evoluta nella tastiera del computer; o ai primi, enormi apparecchi televisivi e a tanti altri oggetti. I tempi cambiano e non possiamo farci nulla. Va anche detto, però, che generalmente i nuovi oggetti ci hanno semplificato la vita. Potremo avere delle nostalgie un po’ romantiche, ma questo non serve a far tornare il passato. Per quanto riguarda la “lampadina” forse in certi momenti potremo rimpiangerla, ma dobbiamo riconoscere che le nuove lampade, oltre ad una durata maggiore, garantiscono un consumo di energia nettamente inferiore. E questa è certamente la cosa più positiva. Che cosa vorreste illuminare ma non lo avete (ancora) fatto? C&R. Bellissima domanda, a cui qualsiasi progettista che si occupa di luce sarebbe felice di rispondere. Per noi lavorare a un progetto di illuminazione è anche un grande divertimento e, quindi, ci attraggono le sfide. Cosa vorremmo illuminare? Naturalmente, data la nostra provenienza, pensiamo soprattutto ai grandi monumenti del passato, come le ville venete di Palladio; piazza San Pietro e la scalinata di Trinità dei Monti, a GRAFIEluminose, installazione per il Museo di Castelvecchio, Verona, in occasione di Abitare il Tempo 2006 Edilizia, Progettazione e Cantiere Visita subito il sito e il Programma Convegni! ARCHITETTI - numero 8-9 Agosto-Settembre 2011 28 EVENTI Song Dong, Intelligence From Poor People, 2011 Arte = paraarchitettura? 54a Biennale di Venezia, “ILLUMInazioni” Giovanni Corbellini – Architetto [email protected] Tenendo bene in mente quello che diceva Alan Fletcher (gli artisti risolvono i propri problemi, i progettisti quelli degli altri) vado alla Biennale con l’intenzione di rigenerare il mio sguardo di architetto. Il gioco di parole proposto da un titolo peraltro non brillantissimo mi precipita subito dentro questioni familiari: soprattutto l’idea di gestione dei confini, vero core business della nostra disciplina, che il riferimento alle identità “nazionali” porta con sé. Un’evidente tensione spaziale percorre infatti la selezione delle opere scelte da Bice Curiger: emblematico da questo punto di vista l’ambiente luminoso dai confini percettivamente inafferrabili di James Turrell e anche il confronto iperveneziano tra i tre Tintoretto e i piccioni imbalsamati di Cattelan, sotto il cui sguardo perplesso si dipana la mostra nelle varie sale dell’ex padiglione Italia ai Giardini. Tensione spaziale che attraversa anche le partecipazioni nazionali: con la ricostruzione di un caravanserraglio di Istanbul nel padiglione britannico; la “chiesa” in cui viene trasformato quello tedesco o il “teatro” proposto dall’Olanda, Monika Sosnowska, Antechamber, 2011 che entra in conflitto con la pianta centrifuga di Rietveld. Un gioco di specchi fa del padiglione del Giappone un pozzo rovesciato. La partecipazione israeliana rivela la struttura di fondazione del suo piccolo padiglione modernista, attraversato da grosse tubazioni e manometri così come quello turco. La Grecia nasconde il suo edificio dietro un alto tavolato di legno, mentre l’Austria inserisce un claustrofobico labirinto sospeso dentro l’elegante parallelepipedo di Hoffman. Un’ossessione a riempire che emerge nel padiglione francese, occupato da una macchina in tubi da ponteggio, e in quello svizzero, Oscar Tuazon, Raped Land & The Trees, 2011 zeppo di “cristalli” realizzati con i più diversi materiali di recupero. E una parallela tendenza all’eccesso porta fuori dai padiglioni le installazioni ancora dell’Austria, degli Stati Uniti (un carrarmato rovesciato diventa un tapis roulant per l’allenamento di un olimpionico) e della Danimarca, con una sorta di palafitta che estende nello spazio esterno il tema “Free Speech” a cui è dedicata la sua partecipazione. Il ruolo da protagonista della manipolizione dello spazio trova una sintesi nella vera novità di questa cinquantaquattresima Biennale: i quattro “parapadiglioni” commissionati dalla curatrice ad altrettanti Franz West, Tea Kitchen at Franz West Studio, 2011 artisti. Si tratta di installazioni disseminate tra le varie sedi destinate a ospitare altri lavori e, allo stesso tempo, a costituire opere in sé. Quest’ambigua declinazione del rapporto tra contenitore e contenuto, fatta di inversioni, di vertigini topologiche al variare della scala, della distanza di osservazione e della propria posizione nello spazio, è particolarmente evidente nel parapadiglione di Monika Sosnowska. L’artista polacca inserisce in una sala dell’esposizione internazionale ai Giardini una struttura di cartongesso rivestita di carta da parati nella quale la domesticità del materiale e del decoro barocco tono su tono contrasta con l’esposizione delle sue viscere e con una pianta a stella irregolare, fatta di angoli acuti e anacoluti spaziali. L’effetto di mise en abyme tra spazio e oggetto viene ulteriormente accelerato dai soggetti urbani delle fotografie di David Goldblatt appese lì attorno, i cui paesaggi di township sudafricane propongono un ulteriore salto di scala e la sensazione di guardare, in un certo qual modo, la propria nuca. Sempre ai Giardini, ma questa volta all’esterno, nel prato tra il padiglione del Brasile e quello greco, è sistemato il parapadiglione di Oscar Tuazon, diviso in due parti. Nella prima, un telaio in cemento armato disegna una porzione di spazio e si collega inopinatamente al tronco di un pino. L’altra propone un intreccio di superfici, sempre in calcestruzzo, che rivelano una insospettabile fragilità nelle giunture fessurate e nell’equilibrio precario della loro unione. Ad aprire la selezione internazionale alle Corderie dell’arsenale è l’installazione di Song Dong, che presenta una ricostruzione ideale della casa dei genitori. Sui materiali e le geometrie tradizionali del primo livello è sovrapposta una piccionaia “modernista”, fatta di parallelepipedi con telaio in acciaio. Mentre guardo mi chiedo se l’artista cinese abbia voluto in qualche modo offrire un ricovero alle povere bestie di Cattelan, ma poi vengo a sapere che l’allevamento di piccioni costituiva un’occasione di sopraelevazione dell’edificio permessa dai regolamenti locali, prontamente sfruttata da molti per ottenere un po’ di spazio in più anche per gli umani. Sollevato nello scorgere potenzialità di sviluppo artistico nell’“abuso di necessità” (e nell’ansia da cubatura che spinge ogni progettista a incunearsi nelle pieghe della normativa...), raggiungo poco più avanti l’ultimo parapadiglione, opera di Franz West, Leone d’oro alla carriera. L’artista rivolta come un guanto la sua cucina viennese e con questa operazione ottiene un oggetto di cui è impossibile riconoscere le origini. Le opere che West ha raccolto in una vita, sue e dei numerosi amici, allievi e collaboratori che ne hanno incrociato il percorso, sono appese all’esterno, mentre l’interno, curiosamente, ospita una stanza da bagno e un altro ambiente dove scorre una sequenza di immagini di strade indiane ritratte al chiaro di luna da Dayanita Singh. Anche qui inversione ed estroversione spaziale dialogano attraverso la giustapposizione e il cambiamento di ruolo tra situazioni urbane, opere, contenitori e contenuti: tra arte e architettura. Informazioni www.labiennale.org numero 8-9 Agosto-Settembre 2011 - ARCHITETTI 29 [EVENTI] Le Soglie di Silvio Wolf La mostra al PAC di Milano di Giacomo Sacchetti [email protected] Sulla soglia Trent’anni di attività artistica racchiuse in sette distinte sezioni espositive, per un percorso che vuole collocare il visitatore nel punto mediano di un’esperienza visiva e sensoriale assolutamente esclusiva. Un viaggio attraverso la luce, elemento primario nelle opere di Silvio Wolf (classe 1952, fotografo, architetto e Visiting Professor alla School of Visual Arts di New York) che apre la nuova stagione del PAC di Milano con la mostra “Sulla Soglia” a cura di Giorgio Verzotti, dal 7 ottobre al 6 novembre. Le installazioni ambientali, le opere fotografiche e le videoproiezioni dell’esposizione milanese sono state pensate e realizzate come stazioni di un viaggio che sin dall’ingresso coinvolge il pubblico attraverso immagini senza tempo. La prima sezione presenta Light Wave, l’opera realizzata per la 53a Biennale di Venezia: la grandiosa scrittura di luce posta sulla soglia del percorso espositivo sigla la dimensione sensoriale della mostra e introduce alle successive stazioni di questo viaggio. Nelle tre sale seguenti si susseguono i cicli di opere fotografiche: Soglie (immagini Silvio Wolf simboliche di architetture), Orizzonti (astrazioni del linguaggio fotografico) e Icone di Luce (apparizione e scomparsa dell’oggetto-immagine), che affrontano le principali tematiche dell’artista nel medium fotografico. Attraverso questi cicli di opere Silvio Wolf esamina con modalità differenti il rapporto di soglia fra reale visibile, superficie e soggetto. L’immagine fissa di queste quattro sezioni interagisce con quella fluida delle video-proiezioni, che nella quinta sala esplorano in soggettiva spazi pubblici dalla forte connotazione simbolica, e con le suggestioni delle due grandi installazioni site-specific per il parterre al piano terra e la galleria al primo piano. Le opere ambientali, attraverso l’uso d’irradiazione luminosa, suono, fotografia e superfici specchianti, coinvolgono attivamente lo spettatore all’interno dello spazio architettonico. La loro natura e il loro particolare allestimento richiedono al visitatore ora una posizione immobile e contemplativa, ora d’essere consapevolmente presente in spazi pensati come luoghi attivi di esperienza. A compimento dell’intero percorso espositivo l’artista ha progettato, in collaborazione con Cinzia Bauci, contralto, e Pier Gallesi, musicista, la performance La Via del Cuore, che sarà presentata dal vivo il giorno dell’inaugurazione (6 ottobre 2011, ore 18.30) e in occasione della 7a Giornata del Contemporaneo, indetta per sabato 8 ottobre da AMACI Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiana, di cui il PAC è socio fondatore. La performance sarà successivamente riproposta in forma di registrazione sonora nel corso della mostra. Nata come vera e propria opera nell’opera, essa interpreta acusticamente e performativamente la grande operavetrata del parterre, le cui dieci sezioni retro-illuminate accolgono simbolicamente lungo altrettante stazioni l’azione dei corpi, la voce umana e il mistico suono dello Shofar, l’antico strumento musicale della tradizione ebraica. Promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano e prodotta dal PAC, la mostra è stata resa possibile grazie anche al contributo di Vhernier e all’appoggio di DVR Capital, mentre l’illuminazione delle opere è stata ideata dall’artista in stretta collaborazione con il light-designer Marco Pollice. Light Wave Scala Zero La mostra, accompagnata da un libro-catalogo edito da Silvana Editoriale, è aperta al pubblico il lunedì dalle 14.30 alle 19.30, da martedì a domenica dalle 9.30 alle 19.30, il giovedì dalle 9.30 alle 22.30. Informazioni www.silviowolf.com www.madeexpo.it Milano Architettura Design Edilizia Fiera Milano, Rho 05_08 Ottobre 2011 Segnali di futuro Prodotti, soluzioni e tecnologie per progettare e costruire i nuovi capolavori dell'edilizia. Incontri ed eventi per un'architettura sostenibile e sicura. Un solo grande appuntamento, MADE expo la più importante fiera internazionale dell'edilizia. MADE expo è un’iniziativa di: MADE eventi srl Federlegno Arredo srl Organizzata da: MADE eventi srl tel. +39 051 6646624 s +39 02 80604440 [email protected] s [email protected] Promossa da: ARCHITETTI - numero 8-9 Agosto-Settembre 2011 30 [SOCIAL HOUSING] Abbiategrasso, ecco la sostenibilità Laterizio: maggiore qualità ambientale, miglior comfort abitativo R. Gulino – ANDIL, Associazione Nazionale Degli Industriali dei Laterizi Si può realizzare un intervento di edilizia sociale che rispetti rigidi vincoli economici, ma sia sostenibile, confortevole e duraturo? Le strategie adottate nell’intervento progettato da Quaglia+Partnes hanno permesso di soddisfare tali esigenze. Il progetto è il vincitore del concorso indetto dal Comune di Abbiategrasso (Milano) nell’ambito di un intervento in social housing. Il bando si proponeva come strumento per promuovere, attraverso un approccio eco-sostenibile dell’azione progettuale, interventi di edilizia economica popolare, con lo specifico fine di “...conseguire una maggiore qualità ambientale e un miglior comfort abitativo”. Dalla fase di concept alla definizione esecutiva, l’intero progetto, che prevedeva la realizzazione di tre distinti edifici per un totale di 28 unità abitative, parcheggi e servizi tecnici interrati, è stato continuamente sottoposto a verifiche e validazioni volte all’ottimizzazione tecnico-economica dell’intervento. La strategia ambientale, basata sul protocollo ITACA, si è incentrata sulla massimizzazione degli apporti energetici solari. Gli edifici sono orientati a sud (angolo azimutale circa 0°, asse longitudinale est-ovest), scelta, questa, in contrasto con lo sviluppo territoriale dell’area di intervento (orientata esattamente in modo opposto), ma ritenuta indispensabile per l’adozione di sistemi di guadagno solare attivi e passivi. Per contenere le dispersioni energetiche, si sono privilegiate soluzioni volumetriche “compatte”, con fattori di forma ridotti, involucri con aperture contenute a nord e ampi affacci schermati a sud. Sui fronti esposti a meridione è stata studiata l’integrazione architettonica con sistemi a serra che possano fungere da accumulatori di calore nei periodi invernali e delle zone filtro in quelli estivi. Si è deciso di sviluppare più incisivamente il progetto del piano interrato in modo da poter realizzare spazi che permettano una piantumazione di alto fusto Il progetto Quaglia+Partners, Social Housing sostenibile, Abbiategrasso Progettazione architettonica: Quaglia+Partners - Engineers & Architects Progettisti: M. Quaglia, G. Quaglia Design team: F. Quaglia (strutture), C. Romoli, E. Agosti, S. Giorgetti, E. Arda (architettura), W. Stegani (sicurezza), S. Frosini (collaudo acustico), M. Bianchi (fotografo) Committente: Cooperativa Filippo Turati Impresa costruttrice: C.E.A.P. Società Cooperativa Edile ed Affini Piacentina Realizzazione: 2007-2010 Localizzazione: Abbiategrasso (Milano) in corrispondenza del fronte sud degli edifici: la presenza di alberi a foglia caduca, infatti, permette un contenimento della radiazione nella stagione calda e la possibilità di ottenere dei guadagni solari nella stagione fredda. Il verde è quindi stato concepito all’interno di una logica di adozione di strategie atte a favorire la qualità ambientale come sistema di raffrescamento passivo dei fabbricati nella stagione calda: non è un accessorio di complemento quanto piuttosto una sorta di continuum che integra gli edifici. Secondo il pensiero dei progettisti, che sintetizza l’essenza dell’intervento, “la vita della singola cellula bioedilizia, energeticamente efficiente, tipologicamente varia, alimenta e trae alimento dall’intero ‘organismo urbano’, fatto di tessuti ma anche di percezioni ed emozioni”. Il rispetto delle volumetrie assegnate, nonché delle condizioni economiche delineate dal bando (prezzi di assegnazione in funzione dell’altezza degli edifici), ha richiesto la definizione puntuale di strategie per assicurare la sostenibilità dell’intervento all’interno dei vincoli emersi dal livello di analisi a scala urbanistica. Per il contenimento dei consumi idrici, è stato realizzato un pozzo di prima falda per l’irrigazione. Si è così garantita una drastica riduzione dei costi di gestione delle aree verdi, limitando sprechi e costi relativi all’acqua. La planimetria delle coperture In merito al contenimento dei consumi energetici diretti, si è deciso di adottare una soluzione ibrida di tipo conservativo-selettivo: un sistema ad elevata inerzia termica che potesse filtrare le condizioni ambientali esterne attraverso gli elementi costitutivi. Per questo si sono privilegiati sistemi di involucro a pareti multistrato in laterizio con interposti isolanti naturali (fibra di legno e canapa). L’utilizzo di elementi massivi (in laterizio) ha permesso il raggiungimento dell’inerzia termica attesa e l’ottimizzazione dei parametri di sfasamento e attenuazione dell’involucro. Altresì, dal punto di vista acustico, la realizzazione di pareti multistrato con differenti spessori dei blocchi in laterizio ha permesso non solo di garantire il rispetto dei limiti imposti dal DPCM 5/12/1997, di valutazione del potere fonoisolante (Rw), ma anche una maggior qualità ambientale favorendo l’abbattimento su un ampio spettro di frequenze. Grande attenzione è stata rivolta alla durabilità dei sistemi adottati, in relazione ai costi previsti per l’intervento e la manutenzione nel tempo: l’utilizzo di sistemi tradizionali in laterizio, intonacato per gli involucri e a vista per i volumi dei vani scale e per i primi due piani delle facciate, si è dimostrato essere il giusto compromesso in termini di qualità-costi-prestazioni. Sono, infine, stati condotti studi approfonditi sulla fattibilità tecnicoeconomica di diverse soluzioni impiantistiche, pervenendo alla decisione di realizzare un impianto a pompa di calore che coprisse tanto il fabbisogno termico invernale quanto quello frigorifero estivo in relazione anche alla realizzazione del pozzo. Tale scelta ha permesso nuovamente una riduzione sensibile dei costi di gestione per l’utenza. La distribuzione alle singole unità abitative avviene con un sistema di riscaldamento-raffrescamento radiante a pavimento, integrato con sistema di deumidificazione. Informazioni www.laterizio.it www.lateriziofacciavista.it Strategie distributive e di orientamento. Dal punto di vista distributivo, il posizionamento ed il numero dei vani scala sono stati scelti in relazione anche all’orientamento delle singole unità abitative. Lo schema planivolumetrico dei tre edifici, orientati a sud, ne garantisce il corretto distanziamento degli edifici senza generare ombre portate tra i fabbricati (fattori di riduzione di illuminazione e soleggiamento) e favorendo la libera circolazione dei venti dominanti, evitando la formazione di perturbazioni di masse d’aria e vortici. All’interno delle stesse unità abitative, per tutti i soggiorni, è stato assicurato l’affaccio a sud, mentre i locali di servizio sono stati posizionati a nord. L‘attenta progettazione del verde contribuisce all’integrazione degli ambienti costruiti con la “natura”, creando veri e propri ecosistemi abitativi in cui gli elementi naturali fungono da regolatori climatici, energetici e da filtro tra interno ed esterno, aumentando la qualità degli ambienti confinati e il benessere fisico e mentale degli individui. La forma delle coperture è stata studiata ed ottimizzata per minimizzare i carichi termici e favorire, attraverso la realizzazione di ampi aggetti, un’adeguata ombreggiatura estiva delle facciate esposte a sud, senza però penalizzare l’irraggiamento nella stagione invernale. Il controllo attivo dell’edificio (realizzato con lo sfruttamento di materiali massivi, forma e caratteristiche climatiche) permette un risparmio energetico per l’utente migliorando, allo stesso tempo, le condizioni di comfort termo-igrometrico e acustico. Fronte principale di uno degli edifici Particolare del nodo topico Particolare del fronte laterale Vista d’insieme Diagrammi solari numero 8-9 Agosto-Settembre 2011 - ARCHITETTI 31 [EFFICIENZA ENERGETICA] Wienerberger per edifici in Classe A Area “ex Veneta” nel centro di Bologna Risparmio energetico e innovazione L’intervento. L’edificio si inserisce nell’ampia riqualificazione dell’area denominata ex Veneta, ad un passo dal centro storico di Bologna, subito fuori Porta Zamboni. A esclusivo uso residenziale, il progetto si colloca all’estremità nord del nuovo comparto, al limite di un’area destinata a “verde pubblico”. Si svilupperà a torre su otto piani fuori terra e, al suo interno, conterrà ventiquattro appartamenti e due attici. Il progetto si distingue per le interessanti soluzioni architettoniche adoperate, che mostrano un’attenzione particolare nell’uso di forme e materiali, atte a definire e sviluppare un organismo architettonico energeticamente efficiente e dall’elevato comfort interno. Principale novità è da attribuire all’originale scelta delle finiture utilizzate per l’involucro: un sistema a facciata ventilata in cui si combinano lastre composte da due materiali profondamente diversi, pietra naturale e vetro serigrafato. La combinazione di queste due tipologie di lastre, che si incontrano lungo tutta la facciata, accentua il rapporto tra pieni e vuoti dell’involucro, creando una sensazione di alleggerimento della struttura con lo svilupparsi in altezza del prospetto. Al di sotto di questo sistema ventilato si sviluppa un pacchetto murario estremamente performante, che permette alle superfici opache di raggiungere una trasmittanza pari a 0,20 W/mqK. Completano l’involucro, per ottimizzare la prestazione energetica, superfici vetrate con un Uw pari a 1,1 W/mqK. In parallelo alla progettazione architettonica, necessaria per raggiungere gli elevati standard energetici voluti dalla committenza, è stata necessaria un’attenta progettazione impiantistica, che consentisse di razionalizzare i consumi e ottimizzare le prestazioni. L’edificio è infatti dotato di un sofisticato sistema di ventilazione meccanica. Quattro macchine lavorano in parallelo per garantire il funzionamento di un recupero di calore con un sistema aria-aria che riesce a garantire temperature e umidità costanti all’interno dei singoli appartamenti durante tutto l’anno. La combinazione di un involucro progettato con attenzione ai materiali e ai dettagli costruttivi e un’efficiente impiantistica, hanno permesso a questo edificio di ottenere la classe energetica A. Si sottolinea inoltre la scelta strutturale, che prevede l’utilizzo di un telaio in cemento armato ulteriormente rinforzato da pilastri in acciaio. Questa scelta ha dato la possibilità di aprire luci importanti, permettendo di sviluppare in massima libertà le partizioni interne degli appartamenti. Il prodotto utilizzato. Nel pacchetto murario sviluppato per questo progetto si è deciso di accoppiare alla parete ventilata il blocco Wienerberger Porotherm Bio Plan 35, blocco rettificato alleggerito con farina di legno. Questo materiale, con una massa frontale di 320 Kg/mq, a cui si aggiunge uno sfasamento di 20 ore e una trasmittanza termica periodica di 0,019 W/mqK, riesce a garantire eccellenti performance estive. Per meglio comprendere la validità di questi valori, occorre sottolineare che l’attuale normativa di riferimento sul risparmio energetico (d.P.R. 59 del 2009) impone, per il risparmio energetico in fase estiva, appena 230 Kg/mq di massa superficiale, 12 ore di sfasamento e 0,12 W/mqK di trasmittanza termica periodica. Ne consegue che il prodotto utilizzato per il cantiere in oggetto permetterà di mantenere una temperatura interna costante anche durante i picchi di calore estivo, con un conseguente risparmio di energia da parte del sistema di raffrescamento e un maggior comfort interno. Il sistema rettificato. I blocchi a incastro rettificati sono elementi con le facce di appoggio superiori e inferiori perfettamente planari e parallele. La rettifica è un processo che permette di spianare con estrema precisione le superfici superiori e inferiori del blocco. Grazie alla rettifica delle facce di allettamento è possibile eseguire murature con giunti orizzontali molto sottili: solo 1 mm di spessore contro i circa 10 mm necessari per i normali blocchi. Eliminando il ponte termico causato dai giunti di malta, si ottiene una parete omogenea dalle migliori prestazioni termiche molto più facile da montare, con una conseguente velocizzazione e razionalizzazione delle operazioni di cantiere. La malta speciale Porotherm Bio-Plan per giunti sottili viene fornita insieme ai blocchi nella quantità necessaria a eseguire l’opera. Confezionata in sacchi, è facilmente mescolabile con acqua all’interno di un normale secchio utilizzando un semplice trapano munito di mescolatore. Non è quindi necessario disporre di silos per la malta comune, fatto che semplifica notevolmente l’organizzazione del cantiere, che inoltre rimane incredibilmente più pulito. Incastro e rettifica permettono di ridurre il 90% della malta, con performance termiche e Il cantiere area “ex Veneta” a Bologna Area “ex Veneta” a Bologna: il progetto Porotherm Bio Plan 35 Il progetto Luogo: Bologna, Via Barontini Area “ex Veneta” Progetto: Architetto Piero Braccaloni Committente: Calderini Costruzioni Esecuzione lavori: Ma.Co (Manutencoop) Superfici: 2000 mq di S.U. su 8 piani fuori terra, più due piani interrati Il blocco Wienerberger Porotherm Bio Plan 35 meccaniche estremamente più precise e certificabili rispetto alle murature tradizionali, in cui lo spessore del giunto di malta varia a seconda delle capacità dell’operatore addetto al montaggio della muratura. Biocompatibilità. I blocchi rettificati Porotherm Bio-Plan sono laterizi biocompatibili prodotti con impasti di argille naturali. Le microcavità vuote sono generate dalla combustione di farina di legno totalmente priva di additivi chimici e il processo produttivo non è inquinante. I blocchi Portherm Bio-Plan sono prodotti innovativi per realizzare progetti certificati Leed. ARCHITETTI - numero 8-9 Agosto-Settembre 2011 32 [MATERIALI] Progettazione di facciate in vetro Le caratteristiche del vetro stratificato di sicurezza con interstrato DuPontTM SentryGlas Il vetro stratificato di sicurezza con interstrato DuPontTM SentryGlas, utilizzato per la progettazione di facciate, crea nuove prospettive da un punto di vista economico e di design grazie all’elevata resistenza e rigidità di questo film ad alte prestazioni, che consente di produrre pannelli di vetro particolarmente sottili e leggeri. Tali pannelli soddisfano gli stessi requisiti di sicurezza previsti per il vetro stratificato tradizionale con interstrato in PVB, creando nuove opportunità di impiego per questo materiale edile trasparente. Grazie all’elevata stabilità dei bordi, questi vetri stratificati, tenuti insieme da un sistema di fissaggio per punti e privi di intelaiatura protettiva, resistono a lungo a condizioni climatiche estreme. Inoltre, per via del loro ridotto spessore, i pannelli delle facciate in SentryGlas sono spesso l’unica valida alternativa alle soluzioni, ormai superate, in vetro temperato. SentryGlas consente di adottare un approccio innovativo: poiché l’interstrato è oltre 100 volte più rigido e cinque volte più resistente del PVB, la trasmissione del carico tra le due lastre di vetro nello stratificato risulta quasi perfetta, anche a temperature elevate. Il vetro quindi, anche sotto carico ed esposto alla luce solare diretta in piena estate, offre eccezionali proprietà di flessione. I vetri stratificati con SentryGlas, a parità di carico, registrano una freccia pari alla metà di quella degli stratificati con PVB e mostrano quasi lo stesso comportamento dei vetri monolitici con uguale spessore. I vetri stratificati con SentryGlas sono inoltre in grado di resistere a un impatto molto più forte rispetto agli stratificati tradizionali con PVB e presentano una resistenza post-rottura di gran lunga superiore. Altri vantaggi sono la trasparenza e la resistenza allo scolorimento. Dal punto di vista della sicurezza, nonché dell’eccellente stabilità sui bordi e invecchiamento, il vetro stratificato di sicurezza con SentryGlas ha ottenuto l’Allgemeine bauaufsichtliche Zulassung (omologazione generale per l’edilizia) in Germania a fine 2009. Inoltre, poiché, a spessori ridotti, gli stratificati con SentryGlas sono in grado di soddisfare gli elevati standard di sicurezza architettonici, le strutture di sostegno progettate per le facciate non portanti risultano essere molto più leggere e quindi molto più sottili. Un esempio recente è il palazzo di uffici Explorer aperto nel 2010 al Parque das Nações, Lisbona, Portogallo, appartenente alla società Bouygues Imobiliária. La facciata in vetro stratificato fronte strada è alta 20 m e larga 10. È stato selezionato uno stratificato composto da vetro temperato termicamente da 10 mm, SentryGlas da 1,52 mm e vetro temperato termicamente da 8 mm (produttore: Vicer, Maia/ Portogallo), in grado di soddisfare tutti gli standard di sicurezza e di carico, riducendo così del 25% lo spessore e il peso del vetro. Il sistema di fissaggio per punti sviluppato da Facal per mantenere saldamente in posizione i pannelli potrebbe essere quindi più piccolo e meno visibile rispetto a quello necessario per pannelli equivalenti in vetro stratificato con interstrato PVB. Questi vantaggi permettono anche di realizzare soluzioni più economiche ed efficienti in termini di produzione e installazione delle facciate. Con un elevato rapporto qualità prezzo, l’interstrato SentryGlas ha contribuito in modo significativo a rendere la facciata conforme ai severi standard sulla sicurezza in edilizia. Questa soluzione è stata scelta per altri due motivi legati alla posizione geografica di Lisbona, in una regione sismica: in primo luogo, la resistenza post-rottura dell’interstrato DuPont mantiene i pannelli di vetro intatti, anche in caso di rottura; in secondo luogo, i frammenti di vetro aderiscono all’interstrato e non cadono sui passanti. L’eccellente stabilità dei bordi e la resistenza agli agenti atmosferici allungano la vita del materiale. L’ampio uso di vetro stratificato di sicurezza nelle strutture architettoniche è stato a oggi limitato a causa del forte nesso esistente tra la sicurezza e il ricorso a pannelli di vetro più spessi. Ne consegue un aumento del peso, dei materiali e dei costi della struttura di supporto. Inoltre, l’utilizzo Palazzo di uffici Explorer al Parque das Nações a Lisbona, Portogallo. Foto: Facal dell’interstrato in PVB influiva sulla durata delle strutture a bordi esposti, specialmente in termini di resistenza agli agenti atmosferici. Contrariamente al [EFFICIENZA ENERGETICA] di Passivhaus Case Sabin to Ripartizione delle aree interne: controtelaio per cartongesso Eclisse Il condominio Case Sabin è un edificio CasaClima classe Oro e un “edificio passivo certificato”. Una Passivhaus è una costruzione in cui si mantengono condizioni di elevato comfort interno senza l’utilizzo di sistemi di riscaldamento e raffrescamento convenzionali. Case Sabin si caratterizza per un elevato isolamento termico dell’involucro, per l’utilizzo di serramenti ad alte prestazioni termiche e per l’elevato grado di tenuta all’aria. L’utilizzo di una pompa di calore, i cui fabbisogni elettrici sono coperti dall’impianto fotovoltaico in copertura, rende Case Sabin energeticamente autosufficiente per ciò che riguarda riscaldamento, raffrescamento e acqua calda sanitaria. In tutte le unità del condominio Case Sabin, il rivestimento interno è a secco, con pareti, contropareti e controsoffitti in Controtelaio Unico con porta blu cartongesso, isolati con fibra di canapa e finiti con una pittura realizzata con pigmenti ed olii totalmente naturali. Un’unità abitativa è stata finita con un intonaco di argilla, per sfruttarne le proprietà di regolazione dell’umidità. Il pavimento è stato posato senza colla su un sottofondo a secco realizzato con sabbia e pannelli di legno. L’uso di materiali atossici unito al sistema di ventilazione meccanica controllata assicura un’ottima qualità dell’aria interna. Per la ripartizione delle aree interne è stato utilizzato il controtelaio per cartongesso Eclisse. L’efficace intelaiatura aperta consente l’inserimento di materiali di tamponamento tra un profilo orizzontale e l’altro. Il controtelaio per cartongesso è disponibile per larghezze da 600 a 3.000 mm e altezze da 500 a 2.900 mm e si adatta a tutti i tipi di orditure. Brevetti e test sui sistemi Eclisse comprovano la robustezza e la qualità del prodotto. Test di effrazione effettuati sul controtelaio e sulla porta scorrevole non hanno evidenziato lesioni né flessioni della struttura, in regola con quanto stabilito dalla norma UNI EN 1629. Analogamente, i carrelli di scorrimento non hanno subito alterazioni a seguito di 100.000 cicli di apertura e chiusura e hanno ottenuto il massimo grado di resistenza alla corrosione (norma UNI EN 1670). La possibilità di estrarre il binario risolve problemi derivanti dall’usura e dalla manutenzione. Il kit cartongesso è dotato di una sede interna di 58-83 mm ed è ric Prem on os io cim en Il progetto Edificio Case Sabin Unità abitative: 16 unità a destinazione residenziale/ commerciale/direzionale Dimensioni: circa 7.000 m3 (fuori terra), 3.500 m3 (interrato) Caratteristiche: PassivHaus, CasaClima Gold Realizzazione: 2008-2010. Boscarato Costruzioni srl Tipologia: Nuova costruzione Progetto architettonico: arch. Stefano Zara Energy Manager: ing. Marco Filippi Sito: Pieve di Soligo (Treviso) Il cantiere a Case Sabin allargabile in fase di installazione per spessori, a parete finita, di 100 o 125 mm. Il sistema di fissaggio alla parete è realizzato con speciali tasche che facilitano l’applicazione ai profili della struttura in cartongesso. Informazioni www.eclisse.it Controtelaio Unico con porta a vetro PVB, i vetri stratificati realizzati con SentryGlas rimangono praticamente inalterati anche se esposti a condizioni atmosferiche estreme, come dimostrato da test approfonditi in laboratorio e all’esterno. Il loro impiego rappresenta pertanto un’opzione molto più sostenibile e dunque più conveniente, in quanto riduce drasticamente le probabilità di una sostituzione prematura e costosa dei pannelli di vetro o di intere facciate. L’uso delle strutture portanti esistenti riduce i costi di ristrutturazione. La capacità di carico della struttura portante costituisce generalmente un limite nei progetti di ristrutturazione o nella successiva realizzazione di nuove vetrate. Gli elevati standard di sicurezza, la necessità di una struttura spessa (e quindi pesante) in vetro stratificato e l’uso di un interstrato PVB hanno sinora impedito ai proprietari di realizzare una parete di vetro protettiva a risparmio energetico. Attualmente, i vetri stratificati di sicurezza con interstrato resistente e rigido SentryGlas, che in media è più leggero del 30-40% pur offrendo analoghe prestazioni di sicurezza, permettono non solo di attuare davvero questi progetti di modernizzazione, ma anche di ridurne i costi. Infine, l’uso di pannelli più sottili di vetro stratificato di sicurezza nell’edilizia contribuisce a diffondere un approccio più sostenibile: se è necessario meno materiale per la fabbricazione, si consumerà una quantità minore di risorse; e laddove si richiede meno energia per il trasporto, si riduce l’impronta ambientale. Informazioni www.safetyglass.dupont.com numero 8-9 Agosto-Settembre 2011 - ARCHITETTI CO 33 . A P M A T S E A G E L L stressante. tare un’attività en iv d e ev d n o o lavoro n razie a Internet Stampare il tu irettamente, g d a p m a st 1 e ità flash USB un laptop . o e n o h p Collega un’un rt a nte uno sm remota, media a p oi progetti m a st lla a e nteprima dei tu l’a za liz a u is V ai driver. interruzioni. Di’ pure addio rne altri senza ea cr a a u tin n a colori e co sul touchscreen o/simplify hp.com/it/g PA N T I M A T S E V O NU E T CO N H P D E S IG N J E W E B N CO N N E S S IO 1 La funzionalità di stampa remota sarà GLVSRQLELOHDSDUWLUHGDOODÀQHGHO +HZOHWW3DFNDUG'HYHORSPHQW&RPSDQ\/3 ARCHITETTI - numero 8-9 Agosto-Settembre 2011 34 [SERRAMENTI] RoverBlok Energy Clima di Roverplastik Per la residenza Olivenheim di Arco sul Garda Nella zona più esclusiva di Arco (Trento), con l’imponente castello alle spalle e una vista mozzafiato sul lago di Garda e sul parco Arciducale, Cosmi Group sta costruendo un grande e prestigioso complesso residenziale. Olivenheim, questo il nome del progetto, nonostante la sua grandezza (la costruzione si compone di quattro palazzine) e modernità, non andrà a snaturare il contesto di rara bellezza in cui si trova, ma anzi costituirà un gioiello architettonico perfettamente integrato nel territorio. Olivenheim, infatti, sarà caratterizzato da materiali naturali quali pietra e legno, uniti a finiture di alto pregio, a soluzioni di domotica d’avanguardia e ad arredi moderni, essenziali e raffinati. La veduta panoramica e l’incredibile esposizione al sole favorite dalle ampie vetrate rivolte a sud, poi, enfatizzeranno l’unicità di questo complesso residenziale. Cosmi Group, però, non si è concentrato solo sull’estetica per questo cantiere, ma ha deciso di attenersi ai severi criteri stabiliti dal Protocollo dell’Agenzia CasaClima volti a massimizzare il risparmio energetico e il comfort abitativo. Proprio per questo, tra le varie soluzioni impiegate, quali pannelli solari e riscaldamento a pavimento, Cosmi ha scelto RoverBlok Energy, nella versione Clima, per installare i serramenti e ottenere valori di isolamento termico e acustico che permetteranno di certificare le palazzine in classe CasaClima A e B. Per le finestre e le porte-finestre di Olivenheim, Roverplastik ha fornito RoverBlok Energy dotato di cassonetto Clima e compreso di spalla sfalsata in cui è stato inserito il tubo corrugato per il cavo elettrico del motore. Tale lavorazione è stata introdotta per agevolare la tracciatura dei cavi elettrici della motorizzazione: si evitano, così, perdite di tempo per il cliente che decide di automatizzare il serramento solo in un secondo momento, perché non è costretto a rompere la muratura costruita rispettando determinati criteri di efficacia termica e acustica per poi doverla ripristinare con il rischio di non ottenere i risultati originari. RoverBlok Energy, la soluzione ottimale per il foro-finestra. A partire da RoverBlok, il sistema prefabbricato e completo, pronto per essere installato, che integra spalle laterali, soprabancale o, eventualmente, cassonetto e guide per avvolgibili, Roverplastik ha sviluppato il nuovo RoverBlok Energy. Come il suo predecessore, RoverBlok Energy rende a prova di errore il foro finestra. Il nuovo prodotto, però, offre prestazioni ancora migliori in termini di isolamento sia termico sia acustico e i materiali utilizzati per realizzarlo garantiscono il massimo rispetto dell’ambiente. I vantaggi di RoverBlok Energy sono numerosi. Innanzitutto l’isolamento termico e acustico e la risoluzione dei ponti termici: eliminando le tolleranze richieste I plus di RoverBlok Energy Clima. RoverBlok Energy Clima è stato scelto per Olivenheim perché permette di raggiungere valori eccellenti di prestazioni termiche e acustiche, a livello di ponte termico, trasmittanza e conducibilità termica, e per soddisfare tutte le prescrizioni sulla realizzazione del contro telaio. RoverBlok Energy Clima consente di isolare tutti i 4 lati del serramento perché utilizza anche il sottobancale, compreso di taglio termico, per l’appoggio semplice e rapido di davanzali. Le teste del cassonetto sono isolate e l’ispezione esterna è facilitata da un celino esterno posto tra la guida di scorrimento e il serramento, quindi con tapparelle ad avvolgimento normale. Il montaggio di RoverBlok Energy da ogni singolo intervento previsto dalla soluzione costruttiva tradizionale, il foro finestra costruito con RoverBlok Energy prevede un’unica tolleranza di ± 3 mm, che significa eccellenti valori di isolamento e di risparmio energetico, in linea con i criteri previsti dalle normative più recenti e dalle certificazioni volontarie. Con RoverBlok Energy, poi, i risultati che si ottengono in cantiere sono gli stessi che si ottengono in laboratorio e non esiste più quel divario che spesso, nella pratica, si verifica tra il progetto e la realizzazione. Un ulteriore vantaggio è che con RoverBlok Energy è certificato il foro finestra nella sua totalità, e non solo le varie parti che lo compongono, come nel caso di una installazione tradizionale. RoverBlok Energy, inoltre, è costruito su misura e, quindi, si adatta perfettamente a ogni genere di muratura, di dimensione e a praticamente ogni geometria. È disponibile per scuri a battente, per avvolgibili e per frangisole, con pressoché infinite possibilità di personalizzazione. Il complesso residenziale Olivenheim Chi è Roverplastik. Roverplastik spa, azienda italiana nel settore della tecnologia del foro finestra, è nata nel 1965 come azienda individuale per la produzione di avvolgibili; negli anni ha costantemente ampliato il proprio volume d’affari, la sua capacità produttiva e l’offerta prodotti. Grazie a una forte diversificazione, oggi Roverplastik è presente sul mercato con cassonetti prefabbricati, blocchi termoisolanti per finestra, avvolgibili, sistemi motorizzati per l’apertura degli scuri a battente, porte pieghevoli, gocciolatoi in alluminio e guarnizioni per serramenti in legno di elevata qualità. Per offrire prodotti sempre più affidabili, Roverplastik continua a investire in Ricerca & Sviluppo. I suoi ingegneri, infatti, sono costantemente impegnati nello studio di nuovi materiali e nuove soluzioni tecnologiche, per potere offrire alla clientela quell’esperienza, competenza e flessibilità che hanno permesso di identificare Roverplastik come fornitore ideale di prodotti di alta qualità. Chi è Cosmi Group. Cosmi Group è una realtà internazionale da 50 anni impegnata nella ricerca di nuovi materiali costruttivi. L’azienda crea veri e propri progetti di architettura abitativa e industriale gestendo l’intero processo di realizzazione, dall’analisi di fattibilità al cantiere, dall’arredo degli interni alla vendita. Cosmi Group, inoltre, da anni pensa e realizza le costruzioni in modo ecologico: per questo ha creato EcoCosmi, un’etichetta che raccoglie tutti gli edifici realizzati seguendo il protocollo CasaClima e che si fonda sui pilastri di risparmio energetico e qualità di vita. è la soluzione per tutti i tipi di foro finestra. Il prefabbricato per ogni tipologia di serramento che abbatte i costi e i tempi di risoluzione del foro garantendo alti standard di isolamento termico e acustico. Roverplastik Spa Zona Industriale 10 - 38060 Volano (TN) Tel. 0464.020101 - www.roverplastik.it Per le finestre e le porte-finestre di Olivenheim, Roverplastik ha fornito RoverBlok Energy numero 8-9 Agosto-Settembre 2011 - ARCHITETTI 35 [RILEVAZIONE INCENDI] La soluzione Setronic Per la rilevazione incendi precoce anche in ambienti critici La linea Ilia, la versione speciale Dust del controllore di segnali e il contenitore speciale di protezione Sohi certificato IP65. Setronic Verona è fiera di presentare la nuova linea di Rilevatori lineari ad alta sensibilità Ilia. I rilevatori, frutto di un’esperienza quarantennale nel settore, vengono garantiti fin dalla loro progettazione da una tecnologia all’avanguardia, contenuta in un design accattivante frutto di una realizzazione interamente made in Italy. La definizione H.S. Alta Sensibilità, conferma quanto la rilevazione di questi modelli sia precisa e precoce, sia per la parte di rilevazione fumo, sia per la parte di rilevazione fuoco. La linea si compone di due distinti sistemi, uno Trasmittentericevente e l’altro a Riflessione. Parte integrante di entrambi i modelli, e componente innovativa, è il Controllore, tramite il quale è possibile la programmazione, la calibrazione e l’esecuzione di test remoti, con operazioni eseguibili da terra. Il Controllore consente in tutta comodità di poter lavorare agevolmente in campo ad altezza d’uomo. È connesso ai rilevatori con linea seriale RS485 e permette sia la configurazione di base per due rilevatori lineari, anche di tipologia differente, sia la connessione da tre a otto rilevatori attraverso l’apposita scheda di espansione, con chiusura a loop della linea come elemento opzionale. L’accesso operativo alla tastiera di programmazione è protetto da password per garantire una totale sicurezza del sistema. Attraverso il Controllore vengono gestite due distinte uscite di allarme e di guasto per ogni zona. È possibile modificare le soglie di sensibilità selezionandole in un ampio range e ciò consente di dare una risposta sempre adeguata alle varie casistiche di tipo impiantistico che si possano presentare. È già disponibile e certificata la versione speciale Dust del Controllore, progettata per gestire i disturbi generati da cicli produttivi ove si emettano vapori intensi, polveri e aereosoli. Ilia viene fornita nella colorazione “Blu Notte” ed è disponibile a richiesta nella versione speciale di colore “Bianco Perla”. Il rivelatore lineare ad alta sensibilità Ilia nasce con una meccanica che può vantare un grado di protezione IP65 certificato. Questa caratteristica ne fa l’unico rivelatore di fumo e fuoco ad alta sensibilità in grado di essere utilizzato con garanzia di tenuta in tutti gli ambienti industriali critici. Il modello Dust della linea Ilia in particolare è stato sottoposto a test di campo in impianti altamente problematici, come per esempio nell’industria di smaltimento e riciclaggio dei rifiuti, compattamento e riciclaggio della carta e in allevamenti intensivi. Questo particolare tipo di tecnologia è stata sviluppata per risolvere il proble1 ma di una corretta 2 3 4 1, 2, 3, 4. Rilevatori antincendio Ilia di Setronic Ilia nel contenitore di protezione Sohi (Certificato IP65) Contenitore di protezione Sohi in IP65 e pronta rilevazione anche in presenza di polveri in sospensione, nebbie o vapori generati da particolari lavorazioni. La serie Ilia, compresa la versione speciale Dust, è stata testata e certificata secondo la norma europea EN 54-12 dall’ente notificato tedesco VdS. Dall’ente sono stati effettuati inoltre degli ulteriori fire test in scala reale, simulando cioè un principio di incendio, in uno degli impianti pilota in cui Ilia versione Dust è stato installato, ottenendo dei risultati eccellenti per la rilevazione. È stato dimostrato, nel tempo, come con tali rilevatori i tempi di manutenzione in impianti altamente problematici, che solitamente richiedono interventi molto frequenti, siano invece rientrati in tempistiche considerate di normale manutenzione per impianti ordinari, consentendo così una migliore gestione e un risparmio effettivo da parte dell’utente finale, garantendo sempre e comunque in ogni condizione le migliori performaces. Simili installazioni impiantistiche devono essere supportate da una progettazione che tenga dei rifiuti, i rilevatori debbano subire trattamenti di pulizia e sterilizzazione o essere installati in ambienti in cui sono presenti acidi di varia natura che stazionano nell’aria con continuità. Da test sviluppati in tali situazioni impiantistiche, Setronic è arrivata a progettare e realizzare una custodia di protezione speciale Sohi, anch’essa a tenuta stagna certificata IP65. Tale soluzione permette di garantire che, sia durante che dopo le operazioni di lavaggio, per esempio con getti ad alta pressione, i rilevatori non abbiano alcun bisogno di essere a loro volta puliti, gli elementi di puntamento non risentano di eventuali incrostazioni e non sia più necessaria alcuna operazione di ripuntamento per eventuali scostamenti provocati dai getti. In altre situazioni, ove eventualmente sia presente una lenta e costante corrosione, tale contenitore di protezione, realizzato con materiali speciali, permette di preservare intatte e costanti nel tempo le alte prestazioni dei rilevatori. La custodia speciale Sohi è stata inoltre progettata per garantire conto delle peggiori condizioni ambientali presenti, tali da poter verificare sul campo, la potenza di segnale infrarosso necessaria per un funzionamento ottimale dei rivelatori e valutarne la portata massima consentita proprio dalla particolare condizione di lavoro. Ilia nella versione speciale con controllore di segnali Dust, ha infatti le stesse caratteristiche operative dei modelli di base, con una copertura massima di 200 m per il modello con Trasmettitore e Ricevitore e di 150 m con il modello a Riflessione. L’esperienza diretta di Setronic nello studio e nella ricerca di soluzioni specifiche anche per impianti considerati altamente problematici, ha portato ad osservare come, in determinate situazioni, la protezione meccanica dei rivelatori debba essere aumentata per garantire una vita più lunga al rivelatore stesso, centro vitale dell’impianto di rilevazione incendio. Si è preso in esame come, per esempio, in particolar modo negli allevamenti intensivi avicoli e di suini, così negli impianti di smaltimento e compostaggio che la sua applicazione risulti semplice e sicura in ogni ambiente. Le caratteristiche particolarmente innovative della linea Ilia ne fanno un prodotto futuristico nel settore della rilevazione incendi, continuando, secondo la migliore tradizione Setronic, a fornire ai propri clienti prodotti di alta ingegneria e di massima affidabilità completamente certificati. Ulteriori informazioni sono disponibili contattando direttamente la nostra Società. Certificazioni Linea Ilia - Certificato di conformità CE secondo CPD - Certificato di approvazione Vds secondo EN54-12 - Certificato russo VNIIPO Contenitore di protezione SOHI - Grado di protezione IP65 certificato Informazioni www.setronicverona.com ARCHITETTI - numero 8-9 Agosto-Settembre 2011 36 [NEWS AZIENDE E PRODOTTI] Serramenti Software Eurocassonetto, i numeri vincenti Nuove versioni Suite Euclide per l’edilizia I certificatori più temibili, gli ispettori più esigenti sui prodotti Eurocassonetto sono l’azienda stessa, che ha voluto sottoporre ai test più difficili la propria produzione effettuando non mere prove ingannevoli idonee solo a spot pubblicitari e a promozioni commerciali, ma prove funzionali, più attente a simulare gli eventi reali a cui i prodotti possono essere soggetti negli anni. Lo staff tecnico è alla ricerca da sempre di quei piccoli dettagli, del quid impercettibile in più che riesce a creare l’abisso fra la noi e gli altri: peculiarità costruttive tangibili sul prodotto e che vanno oltre il prodotto stesso fino a coinvolgere la fase di posa, muratura e montaggio dei vari accessori. Punto 1: i pannelli presentano non le comuni pieghe verticali, ma quelle orizzontali, più idonee a rendere più rigida e robusta l’intera struttura, senza fastidiosi rigonfiamenti alla camera interna del controtelaio. Si crea cioè una sorta di effetto “scatolato”. Punto 2: la rete elettrosaldata non è né saldata, né aggraffata al pannello, ma spillata, e presenta una piccola tolleranza di movimento. Tale tolleranza (in caso di un naturale assestamento della parete in muratura) consente alla Disponibili le nuove versioni 2011 dei pluri-premiati software della suite Euclide realizzati dalla software house Geo Network e aggiornati in base al nuovo Regolamento per i lavori pubblici D.P.R. n. 207/2010, con tante migliorie e nuove funzionalità per dare una marcia in più a tutti i tecnici del settore. Euclide computo metrico & contabilità v. 2011 è riconosciuto come il software più facile da utilizzare che permette, in un unico pacchetto, la piena gestione di: prezzari edili, computi metrici estimativi e richieste di offerta, contabilità dei lavori pubblici e privati, a corpo e/o a misura, analisi dei prezzi e struttura centrale di non subire alcun danno. L’unico elemento a diretto contatto con la malta cementizia è, infatti, la rete elettrosaldata. La rete è formata da fili longitudinali e trasversali dal diametro di 2 mm; non ha fili perimetrali di chiusura: le estremità sono formate da “punte libere” in grado di muoversi e meglio uniformarsi nel punti nevralgici e di contatto con la parete. Punto 3: montante in legno. La posa in opera è molto più agevole. È munito di zanche laterali da affogare all’interno della malta cementizia. L’installazione della porta è così più facile poiché il falegname può utilizzare la sua normale viteria. Punto 4: le zanche estraibili inferiori sono poste sotto il controtelaio e sono ottime per l’ancoraggio e l’allineamento al pavimento. Possono essere affogate al cemento o avvitate al pavimento. Punto 5: il tappo posteriore presenta un incavo e delle alette laterali per consentire più facilmente l’inserimento del laterizio forato e della malta cementizia e, conseguentemente, un maggior ancoraggio del controtelaio alla parete in muratura in tutta la sua altezza. Punto 6: la testata superiore presenta una bordatura liscia per effettuare più facilmente la rasatura dell’intonaco. Punto 7: le zanche laterali sono poste sul montante in legno e sul tappo posteriore del controtelaio utili da affogare nella malta cementizia per un ancoraggio più sicuro. Punto 8: i distanziali vengono utilizzati al momento della posa in opera e servono a mantenere la stessa misura per tutta l’altezza del controtelaio. Punto 9: il montante porta spazzolino. Il profilo è parte integrante del controtelaio e si estende per tutta la sua altezza, evitando così eventuali distaccamenti dello spazzolino rispetto alla porta. In termini pratici ciò si traduce in una forte riduzione della formazione di polvere all’interno del controtelaio. Punto 10: il binario in alluminio completamente estraibile è realizzato in estruso di alluminio ed è una componente totalmente staccabile dal resto del controtelaio. Qualsiasi intervento post-muratura è così effettuabile dall’interno, senza rovinare le pareti. Punto 11: Carrello. Quattro cuscinetti a sfera (uno all’interno di ogni ruota), asse in acciaio e ruote in nylon. La porta scivola silenziosamente e senza alcun attrito. Ciò è dovuto alle sfere (non gli aghi) presenti nei cuscinetti e alla stessa natura della materie degli accessori del Kit di scorrimento. Ha una portata di 120 Kg ottimo per la stragrande maggioranza di porte. Punto 12: la guida porta autocentrante si trova all’interno del kit di montaggio. Consente di montare e centrare in poche mosse la porta scorrevole. L’installatore, al tal fine, deve semplicemente preoccuparsi di incastrare l’asola della base della porta scorrevole all’interno del guida porta preventivamente fissato a filo pavimento. Senza alcuna misurazione, lo stesso guida porta determina il centro dell’alloggio del controtelaio. Lo stampo è unico per tutti gli spessori (125/105/100/90 mm): a seconda dei casi occorre semplicemente eliminare i bordi già pre-stampati. Informazioni www.eurocassonetto.com Tutti i numeri di Eurocassonetto Portoni Hörmann a Colonia Il Gruppo Dm-drogerie markt, con sede a Karlsruhe, ha messo in funzione, nella primavera del 2010, un centro logistico con una superficie lorda di circa 75.000 mq, un complesso (costituito da uffici, magazzini e centrale tecnica) che offre lavoro a oltre 1.000 persone. La sfida sottesa a questo progetto era rendere tangibili “l’esuberanza” dell’edificio e le importanti dimensioni del magazzino. A partire da questo indirizzo, si è scelto di dar vita a un linguaggio di forme e di colori d’eccezione, in grado di guidare e accompagnare l’uomo all’interno della struttura. Dieci chilometri di tratti dedicati ai trasporti, cinque chilometri di corridoi di stoccaggio, 500.000 mc di volume, 20 chilometri di nastri trasportatori, 163 binari per dispositivi elettrici di trasporto sospesi, nonché centinaia di armadi elettrici sono stati modellati e integrati in un’unica e coloratissima opera d’arte. La scelta dei colori tiene conto di tutte le strutture dei capannoni: pareti, portoni, sostegni. Osservando da differenti prospettive, si scorgono diverse sequenze cromatiche, in cui i sette colori RAL primari utilizzati assolvono a una funzione di guida e orientamento. Nel magazzino di commissionamento e nel deposito a scaffalature verticali vi è un impianto di trasporto elaborato con una tecnica d’avanguardia che permette una logistica semplice e fluente. La merce depositata su bancali viene consegnata o prelevata da circa 40 pedane di carico Hörmann HTL-2, dotate di avanzamento e sigillante perimetrale. Nel centro di distribuzione, Hörmann è presente con 50 portoni sezionali SPU 40 e 55 portoni a scorrimento rapido in PVC V 3009 Conveyor, sviluppati specificatamente per impianti di trasporto. In caso di incendio, circa 250 porte in lamiera d’acciaio di diversi modelli, elementi a telaio tubolare HE 311 e porte taglia-fumo in acciaio vetrate S/RS garantiscono una protezione antifumo e antincendio da 30 a 90 minuti. Nell’immagine: portoni V 3009 Conveyor. Informazioni www.hormann.it calcolo dell’incidenza della manodopera, cronoprogramma dei lavori, quadri di raffronto e perizie di variante, importazione misure da CAD e programmi architettonici,completo interscambio dati verso altre applicazioni Windows. Euclide è pienamente integrato con Euclide Capitolati ed Euclide Piani di Manutenzione per poter derivare automaticamente eventuali capitolati speciali di appalto o piani di manutenzione direttamente dalla pratica di computo metrico con una facilità ineguagliabile. Per i lettori di “Architetti” i software sono in offerta straordinaria (IVA esclusa) fino al 31 ottobre p.v. Euclide computo metrico & contabilità lavori: 360,00 €; Euclide Capitolati: 99,00 €; Euclide Piani di Manutenzione: 230,00 €; infine Euclide LT, lo strumento ideale per la gestione dei lavori privati (computi metrici e cronoprogramma) a 140,00 € più IVA. Per tutti i software Euclide vige la garanzia “soddisfatto o rimborsato” entro 30 gg. dalla data di attivazione delle singole licenze. L’assistenza tecnica telefonica, via fax ed e-mail è compresa nel prezzo. Le versioni trial sono scaricabili direttamente dal sito www.geonetwork.it. Informazioni www.geonetwork.it Grigliati tecnici Gridiron, l’importanza della comunicazione con gli utenti Web 2.0 Da oltre trent’anni Gridiron crea soluzioni, in Italia e all’estero, sviluppando innumerevoli prodotti nel mondo dell’edilizia: canali di drenaggio, griglie, recinzioni, cancelli, chiusini, piastre, pilette, zerbini e molti altri manufatti, tutti con prestazioni altamente performanti. La filosofia dell’azienda, la sua storia, i valori in cui crede, la politica ambientale, le risorse cui attinge, sono come geni impressi nel suo DNA, prima ancora che nel suo sito internet, al quale si rimanda per conoscere a fondo tali caratteristiche. Gridiron crede nella ricerca e sviluppa prodotti standard o personalizzati sulle specifiche esigenze del cliente. L’organizzazione interna è molto flessibile ed è strutturata per fissare obiettivi, definire le strategie per raggiungerli, controllarne i risultati. Tutto ciò nel rispetto della normative riguardanti i prodotti ma anche la sicurezza, la salute, l’ambiente. Ma tutto questo non basta più. Le esigenze del mercato si sono rinnovate. Il tempo, se possibile, è diventato ancora più prezioso. Oggi, la comunicazione si lancia veloce e decentrata nella “rete” e comporta necessariamente il bisogno di soddisfare l’interattività tra azienda e utenti Web 2.0. MYGridiron è il nuovo strumento che permette l’accesso “nella stanza dei bottoni” a progettisti, partner, clienti e tutti coloro che hanno bisogno di entrare in azienda per “toccare con mano”, muoversi come fossero essi stessi attori dell’organizzazione, membri degli uffici, dei reparti di produzione o del magazzino. Cliccando sul menù, nell’Home page di www. gridiron.it, si scopre la differenza esistente tra la semplice consultazione e la multimedialità interattiva con il mondo di Gridiron. La registrazione permette l’accesso all’Area riservata dove si possono cercare, stampare, scaricare schede tecniche, voci di capitolato, calcoli idraulici, classi di portata, prodotti, preventivi, cataloghi… che insieme ad altre importanti utilità diventano il valore aggiunto per rimettere il tempo nelle mani dell’utente. Dal 5 al 8 ottobre presso il Made di Milano, Gridiron presenta ufficialmente questa iniziativa. Nello stand, in un’area denominata MYGridiron, si terranno tutti i giorni 3 Light Congress, della durata di 30 minuti e abbinati alla vincita di un iPad, intitolati: “Cordoli Drenanti Ecosostenibili”, “Software per Voci di capitolato e Schede Tecniche” e “Canali Drenanti”. Ancora una volta, Gridiron non perde occasione per innovare e rinnovarsi, consapevole che per vendere soluzioni bisogna essere disposti a comprare problemi. Informazioni www.gridiron.it numero 8-9 Agosto-Settembre 2011 - ARCHITETTI 37 [NEWS AZIENDE E PRODOTTI PER COSTRUIRE] Intonaci Diathonite di Diasen Diathonite è un intonaco premiscelato fibrorinforzato con sughero (granulometria 0-3 mm), argilla, polveri diatomeiche e legante idraulico, idoneo per la realizzazione di rivestimenti termici a cappotto e deumidificazioni per interni ed esterni. Il composto è un prodotto termico, fonoassorbente, fonoisolante, deumidificante ed ecologico, ed è sviluppato e certificato per poter soddisfare le caratteristiche di isolamento richieste dalla nuova normativa termica D.Lgs. n. 311/2006. La conducibilità termica (λ) è pari a 0,045 W/mK e, in abbinamento a un blocco termico da 30 cm, l’intonaco riesce a raggiungere un coefficiente di trasmittanza termica (K) decisamente migliore di quello di una parete di tipo tradizionale, e pienamente sufficiente per il rispetto dei parametri previsti attualmente in zona E dalla nuova normativa termica D.Lgs. n. 311/2006. Il composto risulta deumidificante: il suo indice di assorbimento d’acqua (0,35 Kg/ mqh0.5) combinato con l’altissima traspirabilità (μ=5), fanno sì che il prodotto svolga la funzione di polmone igrometrico, ovvero tale intonaco ha la capacità di assorbire l’umidità in eccesso smaltendola verso l’esterno cedendo umidità all’ambiente interno quando esso ne è carente. Si tratta quindi dell’unico prodotto in grado di coniugare le caratteristiche deumidificante 1 2 con quelle coibenti, andando di fatto a realizzare l’unico sistema termo-deumidificante in grado di garantire il risanamento delle pareti affette da umidità di risalita e la riqualificazione energetica delle stesse. Il prodotto è inoltre fonoassorbente (α>70% tra 500 e 1.500 Hz) e fonoisolante (Rw superiore a 50 Db con un blocco da 30 cm) grazie alle microcavernosità che ne caratterizzano la composizione e all’inerte di suhero. L’intonaco è classificato classe 1 per resistenza al fuoco ed è inserito nel “Repertorio dei materiali in Bioedilizia” a cura dell’Anab ed è un prodotto certificato CE. L’intonaco viene fornito pronto all’uso in sacchi di carta da 18 Kg e si applica con le normali pompe da premiscelato a polmone oltre che a mano in ragione di 3,7 Kg/mq per cm di spessore. Diathonite è inoltre disponibile, oltre alla versione “Evolution”, nella versione “Premix”: premiscelato cementizio Sistemi di fissaggio Vite per calcestruzzo HXE Concreto Fissaggio diretto su cls senza tasselli di Giuseppe Guida* La Tecfi spa è un’azienda italiana specializzata nella progettazione, produzione e vendita di sistemi di fissaggio. Dalla sua fondazione Tecfi ha sempre puntato alla “Qualità Totale”, intesa non solo dal punto di vista delle caratteristiche di prodotti, processi e servizio, ma anche da quello del rispetto degli stakeholder. I sistemi di fissaggio prodotti sono utilizzati in edilizia e riconducibili alla categoria dei “Prodotti da Costruzione” disciplinati dalla direttiva 89/106 che ne regolamenta la marcatura CE. In particolare gli ancoranti metallici sono regolati dalla linea Guida ETAG001. La Tecfi ha intrapreso, da alcuni anni, la strada dei Benestare Tecnici per le certificazioni CE dei propri prodotti ed è andata incontro alla necessità dei progettisti e degli utilizzatori di avere un “ancorante meccanico innovativo”, che affrontasse alcune problematiche di installazione tipiche degli ancoranti in acciaio a espansione. Da queste esigenze nasce HXE Concreto, la “vite per calcestruzzo”, certificata ETA-CE opzione1, per il fissaggio diretto su cls senza l’utilizzo di tasselli. La vite per calcestruzzo HXE è stata progettata e sviluppata, utilizzando geometrie (brevettate da Tecfi), acciai speciali e trattamenti termici tali da garantirle facilità di installazione, elevate resistenze a trazione e notevole duttilità e capacità di respingere i problemi di infragilimento. Durante l’installazione, la vite Tecfi HXE genera una filettatura all’interno del foro di cls precedentemente realizzato. Quindi, le sollecitazioni di trazione sono trasferite al cls attraverso un blocco meccanico, o “undercut”. Il meccanismo di trasferimento del carico è simile a quello delle barre di armatura all’interno del cls gettato in opera. Lo speciale filetto brevettato garantisce perfetta aderenza al cls, con elevate prestazioni in condizione di cls non fessurato, sicurezza, idoneità di utilizzo, ed elevate performance anche in condizioni di cls fessurato. I vantaggi della vite per calcestruzzo HXE Concreto rispetto a un classico ancorante a espansione sono: 1) Certificazione ETA, opzione 1 (in periodo di circolazione). Tale certificazione consente l’utilizzo della vite per applicazioni strutturali anche nelle zone tese delle strutture, dove si può verificare la fessurazione del cls. 2) Non genera nel cls forze di espansione che possano comportare rotture per splitting durante l’installazione. 3) Ridotte distanze dai bordi e interasse. Infatti, l’assenza di forze di espansione consente alla vite di poter essere installata in prossimità dei bordi, e/o con interassi ridottissimi. Ne deriva anche l’utilizzo su elementi in cls esili. 4) Sicurezza di installazione. Le performance della vite sono indipendenti dalla coppia di serraggio applicata, che è dunque facoltativa. 5) Facilità e tempi ridotti di installazione. Grazie allo speciale filetto brevettato e ad acciai speciali, l’inserimento della vite avviene in pochi secondi con l’ausilio di un avvitatore a impulsi, anche nei cls ad alta resistenza. Ricordiamo che tutti i prodotti per uso strutturale, e definiti “innovativi per le costruzioni”, devono obbligatoriamente aver conseguito un Benestare Tecnico Europeo (ETA), propedeutico alla marcatura CE, in conformità a quanto riportato nella Norma tecnica per le costruzioni, punto 11.1 - C. La Tecfi è la prima azienda italiana, e fra le poche in Europa e nel Mondo, ad aver conseguito la Certificazione ETA-CE opzione 1 su questa tipologia di prodotto. Infine, si ricorda che la progettazione degli ancoraggi strutturali deve avvenire in conformità all’allegato C dell’ETAG001 o alle Specifiche tecniche CEN/ TS 1992-4-1:2009. A tal fine, e a supporto dei progettisti, la Tecfi ha messo a disposizione un software di calcolo ACP per tutti i propri ancoranti certificati. * Ingegnere, Responsabile Research & Development, Certificazioni Tecfi spa. Informazioni www.tecfi.it caratterizzato da una minore capacità termica (λ = 0,083 W/ mK) ma con le medesime caratteristiche di traspirabilità, capacità fonoassorbenti, fonoisolanti e deumidificanti, utilizzabile sia come intonaco che come massetto, così come Diathonite 0-3, non un premiscelato ma un composto di inerti da miscelare in cantiere con il legante idraulico, per ottenere una malta che, come la Diathonite Premix, può essere utilizzata sia per intonaci che per massetti. Nelle immagini: 1) Diathonite; 2) applicazione come massetto; 3) applicazione su intonaco esistente; 4) su nuova muratura; 5) su vecchia muratura. Informazioni www.diasen.com 3 4 5 ARCHITETTI - numero 8-9 Agosto-Settembre 2011 38 [NEWS AZIENDE E PRODOTTI PER COSTRUIRE] Isolamento termo-acustico Isolanti per l’edilizia Soluzioni Isolmant Isolatec: pannelli e feltri Efficienza energetica e comfort abitativo sono oggi non solo due parametri cui fanno riferimento precisi obblighi normativi, ma anche fattori propulsivi del mercato immobiliare di importanza sempre più rilevante. La domanda di edilizia di qualità, infatti, continua a rimanere elevata anche in una fase di rallentamento delle costruzioni, dimostrando come tali concetti non rappresentino più “solo” una scelta progettuale ma anche un investimento economico e, in un’ottica più ampia, un orizzonte di sviluppo dal grande potenziale. Costruire bene, insomma, in maniera energeticamente efficiente e in base a ben precisi parametri di benessere abitativo, conviene. E lo dimostrano interventi come quello qui presentato: la costruzione di un complesso residenziale nel Comune di Locate Triulzi (MI), dove hanno trovato ampio impiego le soluzioni IsolmantTecnasfalti per l’isolamento termico e acustico. L’iniziativa immobiliare, promossa dall’impresa Pone di Milano in qualità di committente e proprietaria dell’area e affidata all’impresa Crea di Colturano (Milano), con la collaborazione della F.lli Palladi di Lodi Vecchio (Lodi) per le opere di urbanizzazione, ha come oggetto la realizzazione di un complesso residenziale articolato in due corpi di fabbrica, i quali ospitano unità abitative di diverse metrature, per un totale di 36 appartamenti e 49 box di pertinenza. Le soluzioni costruttive prescelte, di tipo tradizionale, prevedono l’adozione di uno schema strutturale a travi e pilastri in calcestruzzo con tamponamenti in laterizio, impreziositi dalla realizzazione di paramenti murari esterni in mattoni faccia a vista. Grande attenzione in fase di progetto – affidato allo Studio Architetti Sala di Vizzolo Predabissi (Milano) con la collaborazione per le strutture dell’ing. Bruno Finzi di Milano – è stata dedicata alle prestazioni termiche e acustiche degli edifici, tramite l’adozione di soluzioni in grado di assicurare, oltre a un adeguato comfort abitativo, il raggiungimento della classe energetica B. Obiettivo, questo, raggiunto attraverso l’impiego delle soluzioni per l’isolamento termico e acustico Isolmant della linea Perfetto (nelle immagini: il cantiere). Puntando sulla ricerca, su un team di tecnici esperti in acustica ambientale, sulla collaborazione di studi professionali e società competenti in campo architettonico, edilizio ed ambientale e su un laboratorio interno dotato di macchinari tecnologicamente avanzati, Isolatec ha sviluppato tecnologie all’avanguardia relative agli isolanti per l’edilizia, che coniugano nel modo migliore il benessere abitativo dell’utente finale e il rispetto dell’ambiente, con soluzioni personalizzate anche a brevetto esclusivo. I nuovi pannelli Alfastop, per esempio, rappresentano un’ottima soluzione per correggere il riverbero in cinema, teatri, scuole e uffici o, associati a materiali massivi, per aumentare l’impedenza acustica e lo smorzamento all’interno di strutture divisorie leggere in laterizio, legno o cartongesso. Realizzati con diverse tipologie di materiali (resina melamminica elastificata (MEL), fibra di poliestere termolegata proveniente da riciclo POL), questi pannelli Pannelli Alfastop sono sviluppati per risolvere il problema dell’isolamento acustico sia in campo industriale che civile. Prevedono supporti di diversa natura, consistenza e finitura in funzione del loro impiego e posizionamento, a vista oppure all’interno di strutture o di “sistemi acustici”, in modo da adeguarsi perfettamente all’architettura e agli arredi. Inoltre, Isoltec propone anche Isoltes, feltri isolanti acustici per costruzioni, elastici e ad elevata densità, ottenuti mediante un Informazioni www.isolmant.it Soluzioni per il tetto ventilato Klöber, sottocolmi aerati e membrane impermeabilizzanti Klöber, azienda produttrice di soluzioni professionali per il tetto, grazie alla vasta gamma di prodotti offerti, propone a imprese e professionisti del settore tutti i dispositivi e sistemi di aerazione di altissima qualità e performance per la realizzazione di un tetto ventilato. A partire dai sottocolmi aerati srotolabili e dai relativi accessori, vero cuore del “sistema tetto ventilato”, ovvero la tipologia più qualificata e professionale in grado di offrire il massimo comfort abitativo. Il tetto ventilato, infatti, prevede il passaggio di aria naturale dal livello di gronda a quello di colmo ottenendo i seguenti vantaggi: - riduce l’umidità e garantisce il deflusso di piccole quantità d’acqua dovute a condensa e infiltrazioni di acqua piovana grazie ai listelli forati plissettati che consentono la microventilazione nell’aera sottotegola; - garantisce una zona di ventilazione aerata e asciutta grazie ai fori presenti sulla banda metallica; - riduce il calore radiante e rende il sottotetto più fresco e vivibile anche in estate grazie al velo ultra-traspirante, resistente ai raggi UV, impermeabile e dotato di plissettatura continua. I sottocolmi srotolabili aerati di Klöber garantiscono tutti questi vantaggi e offrono massima traspirazione del manto di copertura, impedendo al contempo l’entrata di acqua, animali e insetti. Inoltre sono adattabili alla maggior parte delle tegole e dei coppi oggi in commercio e vengono prodotti secondo elevati standard qualitativi e prestazionali. Il sistema tetto ventilato di Klöber, inoltre, comprende anche le membrane impermeabili e ultra traspiranti della linea Permo, che creano un efficace strato protettivo da acqua, neve e vento e, al contempo, garantiscono traspirabilità ottimale evitando i fenomeni di condensa. Ben 12 modelli che rispondono efficacemente a ogni esigenza costruttiva e che garantiscono la necessaria traspirabilità e quindi un’efficace ventilazione del tetto. Una caratteristica essenziale che consente di evitare radicalmente fenomeni di umidità e di condensa permettendo un’efficace asciugatura della zona di ventilazione. Quindi, per rendere il tetto ancor più confortevole ed efficace Klöber ha messo a punto anche un’ampia gamma di freni a vapore che comprende sei diverse soluzioni che consentono di controllare ulteriormente la fuoriuscita del vapore acqueo generato all’interno dell’abitazione. In questo modo il freno a vapore evita la formazione di condensa nello strato coibente evitando ogni possibile perdita di potere isolante. Informazioni www.klober.it Feltri Isoltes processo di coagugliatura meccanica TNT specifico e brevettato, caratterizzati da un’ottima rigidità dinamica ed efficace resistenza alla compressione, allo strappo e alla lacerazione. I feltri Isoltes, grazie alla specifica rete in polipropilene che li rende meccanicamente resistenti, risultano particolarmente adatti alle sollecitazioni di cantiere. Tutti i prodotti della gamma, data l’adeguata rigidità dinamica che li caratterizza come antivibranti, sono particolarmente indicati per essere impiegati come materiali anticalpestio nei sistemi a pavimento galleggiante contribuendo al rispetto delle normative in termini di isolamento acustico. L’elevata resistenza alla compressione, inoltre, consente di posare il massetto senza la necessità di doverlo armare con apposita rete per ripartire il carico sovrastante, con un notevole risparmio di tempo e costi. Informazioni www.isolatec.it Calce naturale e silicato L’ecosostenibilità di Naturcalce Naturcalce è la nuova linea di prodotti ecosostenibili Ruredil. Una gamma completa di prodotti per le lavorazioni tipiche sia delle nuove costruzioni che rispondono ai criteri della bioedilizia, sia dei cantieri del restauro storico, che garantisce elevate eco-compatibilità e omogeneità con i materiali dell’edilizia storica, oltre a favorire la salvaguardia dell’ambiente e della salute delle persone. Tutti i prodotti Naturcalce sono a base di materiali inorganici naturali (calce idraulica naturale NHL3.5, sabbia silicea, grassello di calce e silicati) che associano una intrinseca eco-compatibilità ambientale alla garanzia di eccellenza e affidabilità nelle prestazioni dei prodotti finali. La linea Naturcalce Ruredil è composta da diciotto prodotti di cui tre malte da costruzione e consolidamento a base calce NHL, cinque malte da intonaco a base calce NHL, cinque finiture minerali a base calce e cinque finiture minerali a base silicato. I prodotti Naturcalce sono prodotti naturali indicati per la bioarchitettura perché, oltre a essere eco-sostenibili nell’intero ciclo di vita del prodotto, contribuiscono al mantenimento di un microclima salutare, assicurato dall’uso di materiali traspiranti e privi di rilascio nell’ambiente di radiazioni o esalazioni tossiche o nocive. L’origine e le proprietà dei materiali a base di calce naturale e di silicato puro assicura a questi prodotti una corretta traspirabilità delle pareti, favorendo l’eliminazione dell’umidità dell’aria in eccesso all’interno dei locali. I prodotti Naturcalce sono inoltre perfettamente idonei per eseguire tutte le lavorazioni tipiche di un intervento di restauro nell’edilizia di pregio storico e artistico, dove è necessario garantire innanzitutto la compatibilità con i materiali esistenti e la durabilità nel tempo dei materiali di ripristino. Informazioni www.naturcalce.it numero 8-9 Agosto-Settembre 2011 - ARCHITETTI 39 [VETRINA PORTE E FINESTRE] Porte Automazione per persiane Bertolotto FAAC Bertolotto Porte ha introdotto nella propria gamma di finiture la nuova laccatura a poro aperto spazzolato. La finitura, realizzata in tutta la gamma di colori della nuova cartella Bertolotto e della gamma RAL, evidenzia la venatura e il poro del legno, sottolineandone le caratteristiche con un trattamento di spazzolatura del materiale e della lacca. L’effetto finale è una verniciatura dall’effetto morbido, che ben si adatta sia ai battenti di linee più classiche e rustiche che alle porte delle collezioni più moderne. L’ampia scelta di colori e la varietà di modelli permettono di realizzare la porta giusta per ogni ambiente. Nell’immagine 1, porta della collezione Aukland, con battente in legno laccato con finitura spazzolata a poro aperto, colore BP Nero, inserito nella nuova cartella colori Bertolotto. Il battente è caratterizzato dall’inserto di due barre orizzontali in alluminio satinato ad altezza della maniglia. Nell’immagine 2, porta della collezione Baltimora New, con battente in legno laccato con finitura FAAC ha presentato un innovativo sistema per automatizzare l’apertura e la chiusura di scuri e persiane, estendendo i vantaggi dell’automazione a queste tradizionali tipologie di infissi tuttora molto diffuse. Denominato Night One Day, il nuovo sistema offre spazzolata a poro aperto, colore BP Tabacco, inserito nella nuova cartella colori Bertolotto. Il vetro satinato è incastonato a filo nel pannelletto. 1 Informazioni 2 www.bertolotto.com Porte blindate Porte blindate Fichet Gardesa Protecdoor è il nuovo modello di porta blindata lanciato da Fichet Serrurerie Bâtiment/Assa Abloy Cote Picarde e, da giugno, presente sul mercato italiano. La società francese arricchisce il proprio catalogo con una soluzione adatta agli appartamenti, con alte garanzie di sicurezza. Protecdoor è una porta blindata che apre in modalità meccanica, per mezzo del cilindro Fichet 787.Z. Fichet ha soluzioni realizzate ad hoc e brevettate per la serratura: cilindro e chiave sono impossibili da duplicare, resistono molto bene a interventi di forzatura violenta e non cedono neppure ai tentativi di “apertura fine” a opera di ladri professionisti, abili nel manomettere il sistema di chiusura con strumenti di precisione. La struttura generale della porta è poi rinforzata da un sistema di cerniere e rostri fissi studiati per contrastare i tentativi di scasso. Protecdoor è certificata in classe 3 antieffrazione, secondo la normativa europea 1627/1630. Ha superato inoltre il test di resistenza al fuoco per un tempo di 30 minuti. La porta è consigliata per i paesi o i centri urbani. La filosofia dell’azienda è sintetizzata nel motto. Informazioni www.fichet-bauche.com Crono è la nuova porta blindata di Gardesa che garantisce alta sicurezza e facilità d’uso, combinando i vantaggi delle serrature tradizionali e le funzioni automatiche della tecnologia digitale. L’ultimo modello ideato dalla divisione Ricerca & Sviluppo di Gardesa ha l’aspetto di una porta meccanica e un cuore elettronico. Crono si apre introducendo la chiave nella serratura a cilindro europeo e si chiude semplicemente tirando a sé la porta. La serratura elettronica interna aziona la fuoriuscita di tutti i chiavistelli, dando alla porta d’ingresso la modalità di sicurezza contro le effrazioni. Il nuovo sistema di apertura viene incontro alle esigenze degli utenti che amano le porte d’ingresso tradizionali e al tempo stesso apprezzano la velocità e la facilità di utilizzo rese possibili dall’elettronica. Crono si apre, dall’interno, tramite un comando a distanza, collegabile a un pulsante o un citofono nel caso di una porta caposcala, di una villetta Porte d’ingresso Porte blindate Hörmann Oikos Per l’acquisto di porte e portoncini d’ingresso, una delle variabili più importanti che è necessario considerare sono le performance in termini di antieffrazione. Una porta omologata conformemente alla norma UNI ENV 1627, che soddisfa i requisiti della classe di resistenza 2, offre in tal senso una notevole tranquillità. Hörmann propone, per la sua linea di porte e portoncini d’ingresso ThermoPro (nella foto) un equipaggiamento di sicurezza opzionale: la dotazione WK 2 (disponibile per cinque dei 13 modelli appartenenti alla linea) che prevede l’installazione di chiavistelli a gancio e un vetro di sicurezza. Tale tecnologia permette alla porta di resistere a eventuali tentativi di scasso per almeno tre minuti; è molto importante considerare questa caratteristica perché, come dimostrano ricerche condotte da alcuni dipartimenti di polizia, il tempo massimo di durata di un tentativo di scasso sono proprio 3 minuti. Anche per le porte d’ingresso Tekno è il prodotto novità di Oikos Venezia. Dalle ottime prestazioni tecniche e dall’elevata versatilità, rappresenta una nuova generazione di porte blindate perché abbina agli imprescindibili standard di sicurezza una elevata ricercatezza estetica. Spariscono infatti le cerniere a vista, elementi che avevano fino a ora impedito la sua perfetta complanarità. Disponibile nella versione raso muro con boiserie Synua Wall System e nella versione complanare con cornice, si caratterizza anche per il kit di maniglieria studiato appositamente per assecondarne i tratti estetici e garantire un effetto d’insieme che dà la possibilità di utilizzare tutte le finiture di Evolution. A partire dalla nuova linea di pannelli di rivestimento Legno Vivo. Estremamente versatile, giovane e moderna Tekno è in grado di arricchire gli ambienti di design e ricercatezza. Nata dalla collaborazione con i designer Adriani & Rossi, TopComfort, TopPrestige e TopPrestigePlus, Hörmann aveva introdotto già lo scorso anno un equipaggiamento di sicurezza opzionale, grazie al quale tali porte soddisfacevano le esigenze della classe di resistenza 2. Informazioni www.hormann.it Profili finestra Finestre in PVC Rehau Tonini Per rispondere ai più restrittivi requisiti per case passive, e soddisfare al contempo le richieste in termini di design e funzionalità, Rehau ha sviluppato Geneo, il profilo finestra che abbina i vantaggi di un nuovo materiale hi-tech in fibra composita a una struttura innovativa. Frutto della continua ricerca nella lavorazione di polimeri, Geneo è il solo profilo finestra attualmente sul mercato a raggiungere valori di trasmittanza termica previsti dallo standard per case passive con uno spessore estremamente ridotto, consentendo una riduzione dei costi legati al riscaldamento ed un clima abitativo piacevole all’interno dell’edificio. Dalla profondità di soli 86 mm, Geneo presenta una struttura innovativa a sei camere ad armatura piena, senza rinforzi in acciaio. Il profilo Rehau è infatti composto da uno strato esterno coestruso in RAU-PVC e da un nucleo interno in fibra composita ad alta resistenza. Sviluppato in esclusiva per Geneo, Rau-Fipro è un nuovo materiale hitech capace di assicurare stabilità, un’eccezionale rigidità alla torsione e una leggerezza senza pari, del 40% inferiore rispetto ai tradizionali sistemi. Grazie al sistema di rinforzo integrato IVS di cui è dotato, inoltre, Geneo risulta estremamente affidabile dal punto di vista della resistenza e della durata nel tempo. Geneo raggiunge standard elevatissimi dal punto di vista energetico, consentendo un risparmio del 76% rispetto alle tradizionali finestre in legno. Rientrando in classe di protezione 5, Geneo consente di raggiungere eccellenti livelli di insonorizzazione anche in zone residenziali particolarmente esposte all’inquinamento acustico. In materia di sicurezza, invece, senza ricorrere ad alcun rinforzo in acciaio, il profilo raggiunge la classe di resistenza 2, consentendo una protezione ottimale contro i tentativi di scasso. Informazioni www.rehau.it Vega 1.0 è una finestra, completamente riciclabile, che riduce i costi di riscaldamento e raffrescamento e rispetta l’ambiente. Rispetta i parametri di risparmio energetico senza l’impiego di vetri “speciali” garantendo un isolamento termico anta/telaio pari a 1,0 W/mqK con la possibilità di azionare comodamente gli scuri o le persiane senza aprire i vetri, evitando così le dispersioni di calore, e permette per la prima volta di integrare anche questi infissi nella rete domotica. L’installazione di Night One Day è molto semplice: un kit universale, disponibile in quattro versioni, consente di automatizzare la stragrande maggioranza delle persiane e degli scuri esistenti. Il sistema permette di adeguare gli scuri e le persiane agli odierni requisiti di comodità e risparmio energetico. L’applicazione dell’automazione, inoltre, apre la strada a diverse modalità di controllo: le persiane e gli scuri possono essere comandati singolarmente dall’utilizzatore (con un pulsante o uno dei telecomandi della linea FAAC), oppure azionati tutte insieme tramite un comando centralizzato; l’apertura e la chiusura, inoltre, possono avvenire automaticamente ad orari programmati (grazie al Programmatore Orario Timer) per ottimizzare il risparmio energetico. L’automazione, infine, consente di mantenere ferma l’anta in qualunque posizione, anche in presenza di vento. Il sistema ha l’aspetto di una piccola barra di colore bianco oppure marrone, da cui fuoriescono i due bracci che azionano le ante. Informazioni www.faac.it o un’abitazione su più livelli. La chiusura in automatico dei chiavistelli garantisce la sicurezza in ogni situazione. Affinché una porta blindata renda effettivamente sicuro un ambiente, non è superfluo ricordare che non basta chiuderla con il semplice pomolo, senza mandate, ma è necessario che siano azionati i chiavistelli. Crono rende automatico un gesto che può essere un’abitudine dimenticata dall’utente e protegge in modo certo locali nei quali transitano molte persone, caposcala, ingressi di piccoli uffici. Informazioni www.gardesa.com è proposta in svariate essenze legno, 9 laccati, 9 laccati a poro aperto, 9 laccati spazzolati, più laccati RAL, 9 versioni in vetro laccato, 11 in gres porcellanato, 6 in ecopelle e ancora, tra gli altri, in acciaio, specchio e pietra acrilica. Altra novità Oikos del 2011, Legno Vivo è una linea di pannelli di rivestimento che offre garanzie di durata da record: fino a 15 anni sulla verniciature laccate e fino ai 12 sulle trasparenti. Con l’applicazione dei pannelli di rivestimento della linea Massello e Legno Vivo, le porte blindate Oikos raggiungono inoltre prestazioni di isolamento termico tali da consentire di beneficiare degli incentivi fiscali del 55% previsti nella finanziaria 2011 per investimenti volti al risparmio energetico. L’incentivo è detraibile in 10 anni dall’imposta lorda sul reddito (IRPEF). Informazioni www.oikos.it un vetro a struttura doppia, un risultato possibile grazie ai contenuti tecnologici di questa nuova finestra caratterizzata da un profilo di 118 mm. L’ampiezza dell’anta consente di installare vetri fino a 60 mm di spessore: nasce così, grazie all’installazione di pannellature a struttura tripla, Vega 0.7, il primo serramento in PVC che garantisce un isolamento termico pari a 0,7 W/ mqK. Vega fa parte del progetto Eco Benefits di Tonini che mette in primo piano il miglioramento della qualità della vita e il rispetto totale della natura. Il serramento Tonini cerca di abbinare tutte le caratteristiche tecniche dei serramenti di PVC al risparmio energetico. In virtù del loro elevato potere fono-isolante, le finestre di PVC diminuiscono il consumo di energia nelle abitazioni. Il serramento è composto da una struttura cava che consente un basso valore di conducibilità termica ed è in grado di consentire eccellenti prestazioni in termini di isolamento diminuendo i costi di riscaldamento delle abitazioni e apportando benefici sia ambientali che economici. Il potere di isolamento termico e acustico è dato dall’utilizzo di profili di alta qualità, abbinati a vetri basso emissivi e fonoassorbenti. Inoltre, i due punti anti-effrazione di serie abbinati al vetro anti-vandalismo permettono un’eccellente sicurezza. Informazioni www.toniniserramenti.it 40 ARCHITETTI - numero 8-9 Agosto-Settembre 2011