La Goccia n18/13hot!

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La Goccia n18/13hot!
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n. 18 - 14 settembre 2013
n. 18- 14 settembre 2013
Sommario
La Goccia n. 18 - 14 settembre 2013
Questo periodico
è associato alla
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La Goccia
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A QUESTO NUMERO:
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fOTO:
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VITO CONTE
IMPAGINAZIONE E GRAFICA:
STEFANO GIOVE
STAMPA
Studio Grafico
DIGITAL PRINT
La Pace…
di Stefano Giove
pag. 4
La Scuola…
Noi e il…
Evoluzione…
di Mario D’Alconzo
pag. 19
di Nino Mele
pag. 33
di SG
pagg. 5/6
di Tuseo-Giove
pagg. 20/21
Nicola Tuseo…
Visite guidate…
Riflessioni…
Le poesie…
Nonno Donato…
Le favole di grim
Si alzano…
Tribunali…
Le caricature…
Lettere Ginosine…
Belle notizie…
Notizie flash…
Avis…
Le Massime…
Artiginosamente…
Donare…
La notte…
Intervista Perniola…
Il racconto…
Benvenuto…
Lettera aperta…
Lions…
Ginosa…
Intervista Castria…
Ricerca e …
Parma Club…
Intervista Bitetti…
la Ginosina…
Miroglio…
Utopia…
Intervista Notarangelo…
I soci…
di Felice Bitetti
pag. 6
di Grim
pag. 7
di Giorgio Morea
pag. 7
di Giulio Pinto
pagg. 8/9
Cominicato Stampa
pag. 38
di Giove - Patimisco
pagg. 10/11
di Vito Guarnieri
pag. 11
di Giove - Patimisco
pagg. 12/13
di Giove - Patimisco
pagg. 14/15
di Massimiliano Doro
pag. 17
di Giove - Patimisco
pagg. 18/19
di Carmelo Monaco
pag. 21
di Canta Storie
pagg. 22/23
di Corrado Strada
pag. 24
di Baldassarre D’Angelo
pag. 25
di Antonio Guarino
pag. 25
di Antonella Carrera
pag. 26
di Margherita Zanelli
pag.27
di Giovanni Matera
pag. 28
di Ciak Ginosa
pag. 34
di Donato Cardinale
pag. 35
di FG
pag. 35
di Tina Antonucci
pag. 36
di Vincenzo D’Angelo
pag. 37
di Esseggi
pag. 38
di Massimiliano Doro
pag. 39
di Domenico Ranaldo
pagg. 40/41
di Baldassarre D’Angelo
pag. 42
di M. D.
pag. 31
di Sarah Scorpati
pag. 32
di Michele Pacciana
pag. 33
Questo numero de
La Goccia è stato chiuso
alle ore 11.00
del 11 settembre 2013
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n. 18 - 14 settembre 2013
La Pace un bene prezioso
È singolare come, mentre il mondo tiene il fiato sospeso per gli sviluppi della
situazione siriana, in Italia continui il balletto sulle vicende giudiziarie del Cavaliere.
Vedere il PdL tutto proteso a cercare di rinviare “sine die” la decadenza da senatore di Berlusconi, sembra una cosa incredibile. Mi chiedo: possibile che un partito
che raccoglie circa dieci milioni di voti, possa “spenderli” per stabilire un principio di
“privilegio” chiedendo che al pregiudicato Silvio Berlusconi, essendo stato votato da
milioni di elettori, gli si debba garantire una sorta di immunità ad personam chiamata
“agibilità politica”? Ma si rendono conto gli esponenti del PdL cosa chiedono? Si
rendono conto che una scelta del genere aprirebbe le porte a un “regime mafioso”?
Insomma, dovete smetterla e governare il nostro Paese, che ne ha bisogno!
Gli indicatori economici dicono che secondo i dati del quarto trimestre, l’Europa
(almeno tecnicamente) è fuori dalla fase recessiva, dal momento che il PIL della
Comunità segna un leggero segno positivo. Unico Paese che registra ancora un
segno negativo è l’Italia. Basterebbe questo per rendersi conto che tra Berlusconi, i
suoi guai giudiziari, e le condizioni degli italiani vi è un abisso.
Il lavoro diventa sempre più un miraggio e basterebbe ascoltare qualche lavoratore della Miroglio (dopo l’ennesimo raggiro) per capire il dramma che si vive
in milioni di famiglie italiane. Eppure i telegiornali e le trasmissioni di approfondimento ci mandano immagini che definire raccapriccianti è un eufemismo. Per il
sottoscritto,raccapriccianti sono le immagini di un ex presidente del Senato, di un ex
ministro, di un vicepresidente del consiglio, che minacciano la crisi di governo per
consentire a un pregiudicato di rimanere impunito! Roba da non crederci.
Voglio evitare di “sprecare” questo spazio per continuare a parlare delle vicende politiche legate al cavaliere. Dicevo prima che il mondo, in questi giorni, tiene il fiato
sospeso per la minaccia di aggressione (sì, parlo di aggressione), da parte degli stati
Uniti, alla Siria. È vergognoso il comportamento di Obama che sta disonorando un
premio Nobel per la Pace, ricevuto forse frettolosamente.
Non sono bastate agli americani le esperienze in Iraq e in Afganistan dove le prove
o come le chiamavano “le pistole fumanti” che dimostravano il possesso di armi di
distruzione di massa per l’Iraq e la residenza di Bin Laden per l’Afganistan si sono
dimostrate delle vergognose menzogne.
In questi giorni fanno circolare video e foto (alcune delle quali già viste nel 2003)
che sono la riproposizione del vecchio meccanismo, volto a suscitare indignazione
con immagini artefatte, che devono servire per convincere l’opinione pubblica della
necessità di “esportare” un altro po’ di democrazia.
Eppure basterebbe leggere le dichiarazioni rilasciate da Domenico Quirico, il giornalista de La Stampa, che proprio ieri ha fatto ritorno nella sua Govone, dopo una
prigionia di 152 giorni in mano ai “democratici Jaddisti siriani” che gli Usa vogliono
aiutare nella presa del potere.
Quirico, al suo arrivo all’aeroporto di Fiumicino, ha detto: «Sono estremamente sorpreso che gli Stati Uniti, che sono ben consapevoli di come la rivoluzione siriana è
diventata Jihadismo internazionale, ovvero Al Qaida, possano pensare di intervenire.
Bisogna riflettere a lungo. La rivoluzione in Siria è diventata altro, cioè gruppi radicali islamici che vogliono creare un califfato ed estenderlo a tutto il Medio Oriente e
al Nord Africa e mi sorprendo di come gli Usa possano pensare di intervenire per
aiutare questi gruppi. Non dimentico cosa è il regime siriano, quali sono stati i suoi
metodi, cioè bombardare la popolazione e uccidere migliaia di persone, però prima di
intervenire per è necessario riflettere e a lungo».
In merito alla vicenda dell’uso dei gas letali ha aggiunto: «Eravamo all’oscuro di tutto
quello che stava accadendo, anche dell’attacco con i gas. Un giorno - ha raccontato
Quirico - dalla stanza in cui venivamo tenuti prigionieri, attraverso una porta socchiusa, abbiamo ascoltato una conversazione in inglese via Skype che ha avuto per
protagoniste tre persone di cui non conosco i nomi. Uno si era presentato a noi in
precedenza come un generale dell’Esercito di liberazione siriano. Un secondo, che
era con lui, era una persona che non avevo mai visto. Anche del terzo, collegato via
Skype, non sappiamo nulla. In questa conversazione - prosegue la ricostruzione di
Quirico - dicevano che l’operazione del gas nei due quartieri di Damasco era stata
fatta dai ribelli come provocazione, per indurre l’Occidente a intervenire militarmente.
E che secondo loro il numero dei morti era esagerato. Io non so se tutto questo sia
vero e nulla mi dice che sia così, perché non ho alcun elemento che possa confermare questa tesi e non ho idea né dell’affidabilità, né dell’identità delle persone. Non
sono assolutamente in grado di dire se questa conversazione sia basata su fatti reali
o sia una chiacchiera per sentito dire, e non sono abituato a dare valore di verità a
discorsi ascoltati attraverso una porta».
Mentre il politologo belga che ha condiviso la prigionia con Quirico, Pierre Piccinin
alla radio RTL-TVi ha detto: “…non è stato il regime Assad a usare gas’ - E’ un
dovere morale dirlo. Non è il governo di Bashar al-Assad ad avere utilizzato il gas
sarin o un altro gas nella periferia di Damasco”.
Se vogliamo, la vicenda siriana segna anche uno spartiacque nello scenario politico
internazionale. Probabilmente, così come era accaduto con la prima guerra in Iraq
che segnò la fine del ruolo di potenza planetaria della Ex Unione Sovietica, lasciando
agli americani il ruolo di unica superpotenza, altrettanto si può dire adesso in senso
opposto. La Russia di Putin si è spinta fino a dire che, in caso di intervento armato
americano, avrebbe sostenuto il regime siriano e questo è un dato che dimostra che
quel Paese, forte dei rapporti di amicizia con la Cina è in grado di svolgere di nuovo
un ruolo di Grande Potenza Internazionale. Sarà un bene, o sarà un male non lo
l’editoriale
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sappiamo, certamente un mondo unipolare non si è dimostrato
capace di tenere a bada le tante pulsioni che si sono verificate.
Provate a fare un esercizio di sovrapposizione delle cartine della geografia politica del mondo tra quella antecedente il 1989 e
quella attuale. Ci renderemo conto di quanta frammentazione
c’è stata. Il mondo si è polverizzato in tanti staterelli che sono
diventati il luogo dove si difendono gli interessi di gruppi e gruppuscoli, il mondo si sta chiudendo sempre più in egoismi etnici
che possono preludere a conflitti permanenti.
Credo che ancora una volta, è la Chiesa ad avere anticipato
il cammino del mondo. Così come nel 1978 con Papa Wojtyla
si determinarono le condizioni della caduta, 11 anni dopo, del
Muro di Berlino; oggi, con la elezione di Papa Bergoglio, la
strada che viene indicata è quella di una visione del mondo
diversa e non più prigioniera del profitto e del consumismo sfrenato. Mentre Papa Wojtyla ha combattuto il comunismo, Papa
Francesco combatte il consumismo dei ricchi a danno dei poveri.
La stessa presa di posizione di fronte alla guerra di Papa
Francesco è stata determinata e credo anche determinante. Ha
chiamato le cose con il proprio nome e ha mobilitato le coscienze di tutti, comprese quelle dei laici.
Devo essere sincero, in questo ultimi giorni, caso Berlusconi
a parte, mi sono sentito fiero della posizione del nostro governo rispetto alla crisi siriana. Finalmente una posizione chiara e
netta!
Scusate se, questa volta ho utilizzato questo spazio per temi internazionali. Non mancheranno le occasioni per ritornare sulle
questioni prettamente locali che pure sono gravide di incognite
e di preoccupazioni. Ho solo accennato alla questione Miroglio,
e insieme a quella, penso alle questioni Natuzzi, TBM, Ilva e al
lavoro che non c’è.
Vorrei aggiungere che il tema della pace e della guerra non è
avulso da quelle tematiche e, oggi più che mai, i costi per i tanti
conflitti internazionali, sottraggono risorse per lo sviluppo. E ai
mercanti di armi preferisco i portatori di pace che sono anche
portatori di pane. Stefano Giove
cronaca
n. 18- 14 settembre 2013
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Inizia il nuovo anno scolastico con la scuola ginosina
alle prese con l’annoso problema del dimensionamento
Lo scorso 24 agosto, nella pagina di facebook de La Goccia, abbiamo riportato un
“redazionale” del sito « www.dirigentipuglia.
org» dal titolo “Anomalie del dimensionamento scolastico in Puglia”. Il sito che ha
pubblicato l’articolo, fa riferimento alla sigla
che rappresenta i Dirigenti scolastici e precisamente il M.I.U.R.
Devo dire che la pagina è stata “visitata” da
ben 2148 persone (alla data del giorno 8
settembre. ndr), che hanno letto il testo che
vi riporto integralmente.
«Scorrendo l’elenco delle 29 sedi sottodimensionate nella regione Puglia, pubblicato
sul sito dell’USR, tra le non poche anomalie risalta decisamente quella del comune
di Ginosa, non proprio un isolato villaggio
sul cocuzzolo di una montagna, ma ridente
centro di oltre 22.000 abitanti, frazione marina inclusa.
Può dirsi il classico esempio di quel federalismo anarchico e un po’ strafottente o, se più
piace, l’emblema della pasticciata disciplina
delle competenze in materia d’istruzione,
frammentata tra stato, regioni e autonomie
locali, sì da richiedere, non più dilazionabile
e dopo oltre un decennio di caos, la modifica di quell’assetto frettolosamente licenziato dalla legge costituzionale 3/01.
Delle cinque istituzioni scolastiche quivi presenti ben quattro, tre istituti comprensivi ed
un istituto d’istruzione secondaria superiore,
figurano al di sotto dei parametri per mantenere la loro piena autonomia, con il risultato
di non avere né un dirigente scolastico né
un direttore dei servizi generali e amministrativi titolari, sostituiti da due rispettivi reggenti.
Incuria e menefreghismo dei soggetti istituzionali restati inerti o avviluppati nei giochi
clientelari perché sensibili a pressioni di
gente evidentemente ben ammanigliata?
Di certo risultano incisi nelle loro frustrate
aspettative di stabilità non più giovincelli colleghi di lungo corso e, non meno, vincitori di
concorso aspiranti alla nomina.
Ma ad essere ancor più lesi sono i diritti
soggettivi degli alunni e studenti, costretti
a frequentare istituzioni scolastiche che in
fatto, prive di guida e del supporto amministrativo, non potranno ragionevolmente
garantire loro un’istruzione di qualità.»
Il nostro giornale su questo argomento è
intervenuto diverse volte e il problema
“dimensionamento scolastico”, nel nostro
comune, ce lo trasciniamo dal 2000. Ce
lo trasciniamo da quando, con un colpo
di mano, il centro destra ginosino propose
al Consiglio Comunale di sostenere, con
numeri discutibili, il mantenimento di 5 autonomie scolastiche: Carducci, Deledda,
Calò, S G Bosco e Leone. All’epoca gli istituti per mantenere l’autonomia dovevano
avere almeno 500 alunni.
Quell’operazione, nata per difendere la
permanenza a Ginosa di un capo d’istituto, è stato l’inizio di quello che si è poi
verificato nel corso degli anni. Infatti, soltanto qualche anno dopo è scomparso l’I
C “Carducci”, accorpato all’I. C. “Deledda”.
Con la Gelmini ministro si è messo mano
ancora al dimensionamento scolastico e gli
istituti per conservare l’autonomia dovevano avere almeno 1000 alunni. La Puglia
impugnò quel decreto in quanto andava a
ledere le funzioni delegate alle regioni e
la Corte costituzionale le ha dato ragione.
Successivamente la Regione Puglia si è
data una sua impostazione e per il mantenimento delle autonomie è necessario
avere almeno 600 (la media regionale dovrebbe essere di 900) alunni.
La regione ha invitato i comuni a dare indicazioni per avere un dimensionamento
scolastico fatto in sintonia con gli enti locali
e quasi tutti i comuni hanno operato delle scelte. Il comune di Ginosa è tra quelli
che non ha scelto e continua a sostenere
la conservazione di 4 autonomie scolastiche (SG Bosco, Deledda, Calò e Leone),
nonostante i numeri ci dicono che non è
possibile il loro mantenimento.
Gli amministratori di Ginosa hanno fatto
la scelta di non scegliere sperando che la
Regione non intervenga e così “campa cavallo che l’erba cresce” e nessuno si “spor-
ca le mani” con queste cose che possono
essere impopolari.
Il problema vero è che se guardiamo la
scuola ginosina di oggi e la confrontiamo
con la scuola del 2000 ci rendiamo conto di
quanto danno abbiamo provocato e di come
ci sia stata una perdita di competitività.
Il non agire sta comportando, nell’immediato, la perdita di Dirigenti Scolastici di ruolo e
sede assegnata e Direttori Amministrativi. Si
dirà cosa comporta tutto questo?
Sono dell’opinione che i Dirigenti Scolastici
sono il fondamento per una scuola in grado
di cimentarsi con le esigenze scolastiche del
giorno d’oggi. Un Dirigente che sa di dover
passare gli anni a venire nella stessa scuola,
imposta il suo lavoro guardando al futuro e
la Scuola è il futuro. Un dirigente in reggenza che sta solo per un anno, probabilmente,
avrà il tempo unicamente per la normale amministrazione.
Oggi tre Istituti su 4 a Ginosa sono sottodimensionati e proprio per questo abbiamo un
solo dirigente di ruolo e in questi ultimi anni
abbiamo perso i dirigenti della Deledda e
della S G Bosco.
Si vuole continuare su questa strada? Si
vuole evitare di cimentarsi con questo problema? Gli amministratori del Comune di
Ginosa sono liberi di farlo. Noi abbiamo il
dovere, di segnalare, all’opinione pubblica i
rischi che tale scelta comporta.
Intanto non possiamo pensare che la regione Puglia continui a mantenere lo status
quo. E, numeri alla mano, le autonomie scolastiche potrebbero diventare due tra Ginosa
e Marina di Ginosa, con il danno maggiore
per la scuola di Marina di Ginosa che perderebbe la sua autonomia con tutto quello che
questo significa.
Amministratori accorti farebbero proposte
sensate e potrebbero scegliere di indicare
tre Autonomie scolastiche, due per Ginosa
e una per Marina di Ginosa avvalendosi della possibilità di aggregare al comprensivo
marinese quell’area che naturalmente le è
attigua: Castellaneta Marina.
segue a pag. 6
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cronaca
n. 18 - 14 settembre 2013
segue da pag. 5
La scuola…
Per fare questo vi è bisogno di coraggio
e lungimiranza. La politica dell’accontentare tutti si rivela inadeguata, se si vogliono impostare i problemi guardando al
futuro. Se poi si pensa solo all’immediato, allora è un altro paio di maniche.
Dicevo prima che la Scuola è il futuro, lo
dicevo perché è nella scuola che si forma la società del domani. I giovani che
frequentano la Scuola sono destinati a
diventare la nuova classe dirigente e noi
dobbiamo avere a cuore la loro formazione, che deve essere la migliore possibile.
Ecco perché serve affrontare questo argomento. Il populismo o, peggio ancora,
il clientelismo, hanno fatto già tanti danni
e se sbagliare è umano, perseverare è
diabolico.
Questo giornale pensava, con questo
numero, di aprire un confronto sul tema della situazione scolastica a Ginosa. Lo faremo
partendo dal prossimo sperando di poter avviare il confronto, facendo intervenire la persona che ha la responsabilità istituzionale di
affrontare questi argomenti.
L’assessore alla Pubblica Istruzione, nonché
Vice Sindaco, è la professoressa Marilisa
Mongelli, una persona che conosce bene la
scuola ginosina e che, sicuramente troverà il
modo per dare risposte esaustive alle nostre
domande. Avevamo chiesto una intervista alla professoressa (intervista che si era detta
disponibile a concedere) tuttavia i tempi non
ci hanno permesso di realizzarla, per cui lo
faremo dal prossimo numero e faremo discutere dell’argomento sia i Dirigenti scolastici
sia i Presidenti dei Consigli d’Istituto.
Quest’anno, proprio la precarietà dell’assetto dei nostri Istituti ha fatto sì che l’I. C. “S
G Bosco” non avesse un dirigente incaricato
fino al 6 settembre. È un campanello d’allarme che deve essere ascoltato, se vogliamo il
bene della scuola ginosina. EsseGi
RIFLESSIONI SULLA
RICONVERSIONE MIROGLIO
Queste riflessioni le ho buttate giù il 1°
Agosto scorso, ma mi fu consigliato di
non pubblicarle perché c’era ancora un
lumicino rimasto acceso anche se era
appeso al “ ramadam “.
Ora che anche quel lumicino si è spento
ed in attesa che se ne accenda un altro
(non bisogna arrendersi) intervengo sulla ormai storica riconversione degli stabilimenti Miroglio.
Sono 4 anni (dal 2009) che assistiamo
a continui colpi di scena sulla riconversione degli stabilimenti Miroglio. Non voglio ripercorrere tutte le tappe dal 2009
ad oggi ma alcune considerazioni vanno
fatte.
1° Ad una soluzione industriale che si
stava prospettando nel 2009 – per 140
lavoratori su 225 – ci fu l’intervento a
gamba tesa della “ politica “ anzi della
“brutta politica “ con sindaco, consigliere regionale e capogruppo parlamentare
impegnati nel “ miracoloso “ intervento
del Gruppo Intini nella riconversione.
Sappiamo come andò a finire dopo numerosi viaggi infruttuosi a Roma.
2° Il coordinamento del Ministero dello
Sviluppo Economico si è rivelato fallimentare sotto tutti i punti di vista: iniziative nel settore ENERGIA, BARBERO,
MARCOLANA ed ora QBELL hanno
inutilmente visto decine di viaggi a Roma di operai, sindacalisti, amministratori comunali provinciali e regionali con
spreco di energie umane e finanziarie. Il
MISE ha tutto il diritto oltre che il dovere
di accertarsi sulle reali potenzialità industriali, economiche, finanziarie e di fattibilità normative delle singole proposte
industriali che si sono affacciate, prima
di sottoscrivere accordi che poi si dissolvono nel nulla, illudendo i lavoratori e le
loro famiglie. Può essere che il MISE non
è in grado di accertarsi – tramite la Centrale
Rischi della Banca d’Italia e le altre strutture
a disposizione - se un soggetto giuridico industriale sia affidabile finanziariamente o se
abbia problemi di altra natura?
3° Quanto denaro è stato speso dal 2009 ad
oggi da Regione Puglia e Provincia di Taranto
(per progetti di formazione di discutibile utilità), dai Comuni di Ginosa, Laterza e Castellaneta (per le continue trasferte a Roma ed i
vari contributi viaggi), da Miroglio ( per aver
comunque tenuto aperto gli stabilimenti con
alcuni costi, oltre alle varie integrazioni sul
salario, ai continui costi per trasferte-incontri
ecc), dal Ministero del Lavoro (per anni di
C.I.G.), ma soprattutto dai lavoratori e le loro
famiglie in termini di costi umani e materiali
? Ma non si sarebbe speso meno tenendo
aperti gli stabilimenti e producendo con diminuzione dei costi energetici e del lavoro ?
4° Ultimo ma solo per esposizione. E’ possibile che un Gruppo mondiale come MIROGLIO
non debba avere un suo stabilimento di tessitura in Italia ? Può essere che uno stabilimento di 50.000 mq coperti e 70.000 mq. di
area dove si potrebbero produrre 7.000 KW
di energia fotovoltaica ed azzerare completamente i costi energetici debba rimanere
abbandonato tra le sterpaglie ? Può essere
che centinaia di lavoratori tessili specializzati con quadri locali in grado di portare avanti
reparti tessili in tutto il mondo siano destinati
alla mobilità?
Queste considerazioni desideravo farle tenuto conto che altri insediamenti in Puglia (Tessitura del Salento a Melpignano della Famiglia CANEPA di Como e Tessitura di Mottola
del Cotonificio ALBINI di Bergamo) rinnovandosi in tecnologie continuano ad esistere in
buona salute senza ripercussioni negative
sui livelli occupazionali.
Felice Bitetti
scherzi a parte
Le favole di Grim
n. 18- 14 settembre 2013
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A nozze coi fichi secchi
C’era una volta, non lontano da qui, il paese di Occhicitrullo, in quel luogo, ch’era assai noto nel contado per tutte le strambate che vi
accadevano, non mancava, in alcuni momenti di lucida follia che ve ne accadessero di più strane rispetto alle altre.
Era usanza, infatti, di crear momenti di divertimento nelle giornate afose, per abitanti e forestieri di passaggio. C’erano luoghi di grande
apprezzamento a Occhiocitrullo. Non mancava, durante il dì, la frescura della brezza marina che lambiva una parte del villaggio e al
calar delle tenebre, la frescura poteva essere goduta nella parte montana e più grottesca del villaggio, bastava avventurarsi per strette
viuzze a forte pendenza che ci si ritrovava in una meravigliosa parte del villaggio dove sassi e arbusti la facevano da padrone.
Era gran goduria essere lì nelle afose serate della calda stagione.
Molti Occhiocitrullesi dall’occhio vigile avevano trovato il sistema anche per cavar qualche doblone da quei luoghi, offrendo in cambio
refrigeranti bevande e cantate di menestrelli. A volte anche occasionali mercanti facevano capolino in quei luoghi ma per loro il rischio di
inciampare in qualche sasso e sbatterci il muso era da mettere in conto giacché non portavano con sé alcuna luce che potesse illuminare
il percorso tortuoso, che si snodava tra sassi e cespugli.
Ma, tant’è! E accadde che, una sera di quelle in cui proprio in quei luoghi osti e mescitori avevano assoldato menestrelli per narrare
storie di re e di briganti, mercanti di sogni e di cianfrusaglie, convogliarono numerosi per far parte della festa e tirar su qualche doblone.
Collane e bracciali per ornare colli e polsi delle dame, cuscini in stoffe di broccato, dipinti e conserve erano esposti sui loro banchi,
al buon cuore di chi offriva di più per averli. Uno tra loro, aveva posto in bella vista sul suo banchetto, una manciata di fichi secchi.
Qualcuno lo guardò stranito e una mercantessa gli disse amorevolmente: «Ma cosa pensi di mettere nella borsa con quella mercanzia?
Sono fichi, secchi, pochi e da che mondo e mondo non s’è mai fatto buone nozze
coi fichi secchi!»
Il mercante di fichi, ch’era un vero gigante ma dal cuore dolce, rispose sorridendo: «A dire il vero mi basta che i passanti godano dalla bontà di questi fichi,
pochi, sì, ma dolci e gustosi, non m’importa di riempir la borsa di dobloni,
non è quello che mi rende felice quanto il fatto di far mangiar questi frutti di
Occhiocitrullo, che in nessun altro luogo troveranno mai!»
La mercantessa si strinse nelle spalle e s’allontanò cantando.
Tuttavia per il gigantesco mercante di fichi secchi i curiosi non erano finiti… tra
i sassi grotteschi, s’avanzava un oste che, raggiuntolo, gli chiese con tono burbero: «Cosa credi di fare con quei fichi?!» «Boh! – rispose il mercante – penso
di cederli al miglior offerente….» Ma non poté finire di dire la sua che quello gli
intimò: «Smantella e porta via i tuoi fichi, ché qui sono io che provvedo alla mescita di vino e vivande! Vai, ché questa e la sera dei briganti e quelli non scherzano con i loro archibugi… che anche se a prima vista sembrano ferri vecchi e
malmessi, riescono ancora a fare il loro dovere!» Il poverino, che aveva visto
aggirarsi tra i sassi strani figuranti avvolti in ampi mantelli, col viso coperto
da scuri cappellacci, che imbracciavano vecchi archibugi, borbottando qualche
parola, raccolse i suoi fichi e mogio mogio s’inerpicò su per la salita che riportava al villaggio, lasciando soddisfatto l’oste, che tra sé mugugnò: «Ma vedi
l’insolenza dove arriva, far le nozze coi fichi secchi! E quando mai è successo!!!
Qui si fa sul serio!». Intanto il menestrello intonò canti e stornelli per far festa
ai briganti, che altri non erano che gioiosi occhiocitrullesi travestiti per gioco
e, poiché a un gioco stavano giocando, sua maestà aveva requisito loro i vecchi archibugi, sottratti alla sua custodia, sostituendoli con innocui fuciletti di
legno, scolpiti alla bell’e meglio affinché non si facessero male. E, in risposta
alla loro protesta per quel che ritenevano un sopruso subito, sua maestà disse
solenne: «Miei cari e nobili figuranti, da che mondo e mondo si fanno le nozze
coi fichi secchi, anche se si vocifera che non è possibile!...».
La festa fu rovinata per quelle nozze, quei fichi e quei giocattoli ma per fortuna
c’era il menestrello che, non accortosi di nulla continuò a cantar stornelli e a
far festa ai briganti.
Morale della favola: è davvero dura far le nozze coi fichi secchi!
Amy Winehouse
caricatura disegnata da
Giorgio Morea
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cronaca
n. 18 - 14 settembre 2013
Notizie
Flash
Rubrica a cura di Giulio Pinto
Adottato il PPTR – Piano Paesaggistico
Territoriale Regionale della Puglia.
Nella seduta del 2 agosto scorso, la Giunta
Regionale Pugliese ha adottato il PPTR,
acronimo di Piano Paesaggistico Territoriale
Regionale. Il PPTR è stato illustrato dall’assessoressa regionale all’Assetto del
Territorio, prof.ssa Angela Barbanente. Nel
suo intervento la Barbanente, ha narrato il
percorso avviato nel novembre 2007 con l’approvazione del Documento Programmatico
del PPTR; ha poi precisato che il PPTR è
espressione di una ampia partecipazione
pubblica precisando che all’elaborazione del
PPTR sono stati coinvolti gli Enti locali, gli
abitanti, i cittadini e le persone che vivono
e producono nelle diverse parti del territorio
affinchè venga recuperata “quella coscienza di luogo” che, a suo dire, si è persa. La
Delibera di adozione precisa che dalla data
di adozione del PPTR scattano le misure di
salvaguardia e pertanto da tal data non sono
consentiti sugli immobili e sulle aree di cui
all’art.134 del Codice dei beni culturali e del
paesaggio, di cui al DLgs 42/2004, interventi
in contrasto con le prescrizioni di tutela previste dal Piano, così pure restano congelati
tutti gli strumenti urbanistici esecutivi/attuativi
che siano in contrasto con le prescrizioni di
tutela previste dal Piano. L’inaspettata adozione del PPTR all’inizio del periodo feriale,
in un contesto produttivo dove il turismo e le
attività correlate sono fonte di benessere e di
economia, per cui in questo periodo si è intenti solo a produrre, ha determinato in tutta
la Regione Puglia un allarme generale e la
conseguente richiesta di una immediata revoca del provvedimento, anche al fine di dare
concretezza a quel concetto di condivisione
del PPTR da parte degli Enti locali, degli abitanti, dei cittadini e delle persone, fortemente
riportato nella delibera di adozione ma che
sembra, ogni giorno che passa, una parola
priva di contenuto, atteso che la stragrande
maggioranza dei pugliesi, tecnici inclusi, non
è stata informata della formazione del PPTR e
gli elaborati scrittografici del PPTR son apparsi sul sito regionale solo qualche giorno prima
dell’adozione. Giusto per semplificare, quanto
accaduto è simile alla procedura di redazione di un progetto edilizio: incarico al tecnico,
esposizione del cliente delle proprie esigenze
abitative, redazione del progetto preliminare,
visione del progetto da parte del cliente ed
inserimento di ulteriori indicazioni, redazione
del progetto definitivo, PRESA VISIONE ED
ACCETTAZIONE DEL CLIENTE, presentazione all’Ente per l’autorizza zione. Nel caso
del PPTR, la versione finale del piano, quella adotta dalla Giunta Regionale, non è stata
condivisa dagli Enti locali, dagli abitanti, dai
cittadini e dalle persone che vivono e producono nelle diverse parti del territorio pugliese,
autentici insider del territorio. Quello che sembra apparire sempre di più è l’adozione di un
Piano Paesaggisti, redatto dalla burocrazia di
un ufficio urbanistico regionale, composto da
giovani e valenti architetti ma privi, quali outsider del territorio, della conoscenza specifica
di un territorio di ben 19347 km2 che pone la
Puglia fra le regioni italiane più estese ed al
primo posto per la lunghezza della costa con
ben 784 km di litorale, pari alla distanza autostradale tra Ginosa e Modena. Peraltro l’urgenza di una adozione all’inizio del periodo feriale,
sembra apparire inopportuna e non necessaria atteso che nessuna scadenza imponeva
l’urgente adozione di un piano paesaggistico
considerato che la Puglia è una delle poche
regioni italiane che anticipando già nel 2001,
i contenuti dell’art.135 del Codice, è dotata
di un Piano Urbanistico Tematico Territoriale
del Paesaggio, PUTT/P, definito anche esso, dallo stesso art.135, piano paesaggistico.
Perché allora non aggiornare il PUTT/P? La
risposta è contenuta nel paragrafo 1.3 della
Relazione Generale allegata al PPTR. “ I limiti del PUTT/P rilevati (ndr: da un giovane
architetto regionale e non già dalla comunità
pugliese) sono: (ndr primo motivo, essendo il
primo quello ritenuto dal redattore , quello
più importante) la carente, in molti casi errata, in ogni caso non georeferenziata ( ndr
tecnica che consente una rappresentazione
dei luoghi più precisa) una rappresentazione
a scala adeguata (ndr :le tavole grafiche del
PPTR sono in scala al 1:50.000 praticamente illegibili). La motivazione potrebbe essere
simile a quella di un pilota di areo perfettamente funzionante con strumentazione
analogica, a cui viene imposto , IN VOLO,
di fare precipitare l’aereo, passeggeri inclusi,
per consentire il decollo di un aereo simile
ma con strumentazione digitale più precisa.
Nei prossimi numeri narreremo gli sviluppi
sull’approvazione del PPTR.
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Corsi di tennis
L’A.S.D. SPORT & NATURA TENNIS CLUB
organizza corsi di tennis dal 2 settembre u.s.
tenuti dall’istruttore FIT di 1 grado Antonio
Galante. I corsi si svolgeranno presso
L’ALLEGRA FATTORIA DELLE MURGE in
c.da Murge sulla circonvallazione nord. info.
3939333413
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Chi si cela dietro: Blogjonico.blogspot.
it ? Un lettore la scorsa settimana mi ha
mostrato su Internet la presenza di un blog
che parla di Ginosa e di alcuni rappresentanti delle istituzioni in maniera diversa, come
suol dirsi , senza peli sulla lingua, talvolta
offendendoli., chiedendomi chi si celi dietro
il blog. Ho risposto: no comment!!
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Mammografo: nessuna notizia dal direttore generale ASL/TA!!
A distanza di un mese dall’ultimo incontro
con il direttore generale dell’ASL/TA , dott.
Scattaglia, nessuna notizia nuova sembra
giungere in merito al destino del mammografo, perfettamente funzionante , ma non
utilizzato, posto presso il presidio sanitario
di Ginosa. Ancora una volta questi enti parastatali dimostrano la loro scarsa efficienza e
rispondenza alle esigenze dei cittadini contribuenti. I responsabili della sezione ginosina di cittadinanza attiva e del Tribunale del
Malato, preso atto della difficoltà espressa
dal dirigente Scattaglia di reperire un professionista radiologo , comunicheranno allo
stesso , nei prossimi giorni, il nome del professionista a ricoprire il posto di Ginosa.
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Evade dai domiciliari, prontamente arrestato dai carabinieri
Un 23enne ginosino, di cui non sono note le
generalità, è stato arrestato per evasione.
cronaca
il giovane era sottoposto agli arresti domiciliari, ma i carabinieri
lo hanno trovato a passeggiare tranquillamente in viale Pitagora.
L’uomo è stato accompagnato in caserma per le formalità di rito e
poi condotto nel carcere di Taranto.
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Contenitori di vetro vuoti
Il sistema di raccolta differenziata avviata lo scorso anno dall’ammini strazione di Ginosa, continua ad essere argomento di confronto fra i cittadini. I favorevoli dimostrano la loro condivisione
attuando il sistema di raccolta “porta a porta”, gli sfavorevoli continuano a depositare i rifiuti nei pressi dei contenitori del vetro. Si
assiste ad esempi di maleducazione e di scarso rispetto degli
altri da parte di chi, pur essendo vuoto il contenitore, deposita le
bottiglie al suo esterno. Alcuni cittadini segnalano la necessità di
cestini per rifiuti e per sigarette agli angoli della città.
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La fontanina dei cani
È accaduto la scorsa settimana ad un ginosino; questi all’interno
della sua auto, parcheggiata di fronte al comune di Ginosa, assisteva ad un ragazzo che abbeverava il proprio cane avvicinandogli
il muso al getto della fontanina comunale. Spinto da un senso civico, ricordava, in maniera educata, al ragazzo che la fontanina serviva alle persone e non agli animali. Nel mentre avveniva questo
confronto pacato, un altro giovane si avvicinava alla fontanina il
muso del proprio cane guardando con sfida il cittadino. Pian piano
si avvicinavano altri amici del ragazzo che manifestavano il loro
disappunto facendo intendere l’inizio di una aggressione. Il pronto
intervento dei vigili urbani sedava sul nascere una probabile rissa.
Pur rispettando gli animali ed i cani in particolare qualcuno dovrebbe salvaguardare l’igiene delle fontanine pubbliche, oppure si
metta un cartello: “FONTANINA PER CANI”.
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La industria farmaceutica Merck ammette di avere inoculato il
virus del cancro con i vaccini
Dalla divisione vaccini del’azienda farmaceutica MERCK arriva la
sconvolgente ammissione di aver inoculato il virus del cancro per
mezzo dei vaccini. La scioccante intervista ovviamente subito censurata, condotta dallo studioso di storia medica Edward Shorter
per la televisione pubblica di Boston WGBH e la Blackell Science,
è stata tagliata dal libro ” The Health Century” proprio a causa
del suoi contenuti, l’ammissione che la Merck ha tradizionalmente
iniettato il virus micidiale (SV40 ed altri) capace di provocare il
cancro, nella popolazione di tutto il mondo. Questo spiegherebbe
infatti l’aumento dell’insorgenza dei tumori negli ultimi cinquant’anni. Questo filmato, contenuto nel documentario “In Lies we trust:
the CIA, Hollywood and Bioterrorism”, prodotto e creato liberamente dalle associazioni di tutela dei consumatori e dall’esperto
di salute pubblica, Dott. Leonard Horowitz, caratterizza l’intervista
al maggior esperto di vaccini al mondo, il Dott. Maurice Hilleman,
che spiega perchè la Merck ha diffuso l’Aids, la leucemia ed altre
terribili malattie
http://www.youtube.com/watch?v=edikv0zbAlU Nei vaccini venduti al terzo mondo si è scoperto che questi contenevano l’ormone B-hCG, un anti fertile se immesso in un vaccino. La Corte
Suprema delle Filippine ha scoperto che oltre 3 milioni e mezzo di
donne e ragazze hanno assunto questi vaccini contaminati, così
come in Nigeria, Thailandia. (fonte: articolotre.com)
n. 18- 14 settembre 2013
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Con ArtiGinosaMente
nasce il Mady in Ginosa
Questo il comunicato stampa del gruppo che ha dato vita a “ArtiGinosaMente”. Il gruppo dopo l’esperienza de la Festa Terre de u’ Munachicchie, ha deciso di proseguire in questa avventura collettiva,
così come spiegato dal comunicato.
«Quest’anno una novità arricchirà le nostre feste patronali: l’esposizione/mercatino, allestito presso Palazzo Perrone, sulle arti manuali,
a cura del gruppo ArtiGinosaMente. Quest’ultimo nasce dalla volontà
di 8 ginosine di riconsiderare in chiave moderna le antiche arti manuali tra cui il cucito, l’uncinetto e il ricamo e proporre nuove tecniche
adoperando materiali come il fimo, il filo di alluminio, il feltro e il pannolenci. Un altro obiettivo del gruppo è quello di dare nuova vita a
materiali di cui abitualmente ci disfiamo, con il riciclo creativo. ArtiGinosaMente vi aspetta dal ... settembre al ... ottobre per farVi ammirare le creazioni “Made in Ginosa” Vi aspettiamo!
ArtiGinosaMente
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attualità
n. 18 - 14 settembre 2013
Intervista al consigliere comunale
Giovanni Perniola
Consigliere Perniola, siamo alla fine di
un’estate abbastanza “movimentata”.
Le difficoltà nate dall’inchiesta giudiziaria, la ridistribuzione delle deleghe amministrative e i malumori dei consiglieri
comunali sono alcuni degli argomenti
che l’hanno animata. Dopo tutto questo,
la maggioranza è abbastanza solida?
«Per lungo tempo il consigliere Di Canio è
stato il motore dell’amministrazione comunale; era colui che aveva i migliori collegamenti con la regione Puglia, vi presentava
progetti e vi intercedeva circa l’ottenimento
dei finanziamenti. Alla stregua di ciò è chiaro che la sua uscita di scena ha lasciato,
all’interno dell’amministrazione, un vuoto
tecnico-amministrativo che i capigruppo
di maggioranza al consiglio comunale,
previa riunione, hanno ritenuto opportuno
colmare in parte con un rimpasto delle deleghe amministrative. Questo ha portato
a dei mal di pancia dal mio punto di vista
incomprensibili. Tuttavia credo che si tratti
di problemi politici e come tali facilmente
superabili.»
Parliamo di raccolta differenziata. È indubbio che vi siano dei limiti nella sua
organizzazione emersi in particolar modo a Marina di Ginosa …
«Secondo me su questo tema stiamo
ancora pagando il periodo di noviziato.
Quello che maggiormente ci preme e infondere nei cittadini la coscienza della differenziata, in modo che essa non sembri
un fastidio (come purtroppo accade per la
maggior parte degli abitanti ginosini), bensì un’esigenza utile alla collettività. Stiamo
continuando a lavorare per apportare continui miglioramenti al servizio. A tal proposito abbiamo impiegato una pattuglia (in
borghese) del corpo della polizia municipale addetta all’ordinanza e alla vigilanza
della differenziata.»
Il decreto ultimo del governo taglia ulteriormente le risorse agli enti locali.
Saranno operati tagli nel nostro comune? Se sì, in quali settori?
«Se le risorse diminuiscono è naturale che
i tagli, per equità, devono riguardare tutti i
settori: sarebbe ingiusto risparmiarne qualcuno. Vi garantisco che noi faremo di tutto per
evitare il dissesto e per lasciare, al termine
del nostro mandato, i conti in ordine. Certo
la situazione è tutt’altra che semplice: sul
bilancio preventivo delle contravvenzioni, ad
esempio, ci ritroveremo col 30% in meno degli introiti in virtù di una riduzione sulle multe.
Questo si ripercuoterà in un taglio sul costo
dei vigili urbani.»
Consigliere Perniola, lei tra gli incarichi
riveste anche quello relativo alla viabilità
e alla polizia municipale. Il problema della viabilità e della mobilità a Ginosa è un
problema serio. In che modo pensate di
intervenire?
«La composizione urbanistica ginosina ha
sempre comportato qualche grattacapo all’incaricato alla viabilità. Il problema principale
della viabilità del nostro paese è, secondo
me, la totale mancanza di un efficiente si-
stema di collegamento tra il centro e le
periferie. Tutto il traffico si congestiona in centro proprio perché mancano le
necessarie vie di fuga. Dal canto nostro
abbiamo cercato, per quello che ci è stato possibile, di migliorare la viabilità con
alcuni accorgimenti, come ad esempio i
dossi, utili al rallentamento delle vetture,
e gli archetti per il passaggio dei disabili.»
Noi però abbiamo, dal punto di vista
della viabilità, un problema che si trascina da tempo, vale a dire la circonvallazione sud. Quando questa circolazione sarà ascritta a pieno titolo tra
le strade percorribili di questo comune?
«Quando avremo le risorse necessarie
per completarla. Tengo a sottolineare
che proprio riguardo alla circonvallazione sud il comune ha già sborsato una
certa somma per sottrarla all’ente provincia: oggi infatti si può definire strada
comunale. E come tale noi ci adopereremo per ovviare a tutte quelle mancanze che ancora oggi sono presenti,
come il tappeto (per il quale è necessario una somma di circa 50mila euro) ed
un’adeguata segnaletica, sia orizzontale che verticale. Credo che per l’anno
venturo la circonvallazione sud potrà
essere ascritta a pieno titolo tra le strade percorribili di questo comune.»
Nei mesi scorsi si è visto pitturare,
con una serie di numeri, tutta la zona
via Palatrasio, via Cimitero e piazzale Padre Pio in virtù di nuova collocazione del mercato settimanale …
«È stato un intervento mirato a sperimentare se quella zona è effettivamente adatta ad ospitare il mercato settimanale. Pare che non lo sia e questo per
l’ovvia ragione che quella strada deve
essere lasciata libera da intoppi in modo da non ostacolare il collegamento del
Pronto Soccorso col centro del paese. Si
consideri inoltre che in quella zona sono
ubicate molte aziende, e pertanto bisogna consentire il transito dei veicoli necessario al raggiungimento dei luoghi di
attualità
lavoro. Insomma, è stata una prova fatta dall’assessore Parisi allo
scopo di risolvere alcune questioni legate all’allocazione del mercato
settimanale. Il problema è stato risolto con l’allungamento del mercato e la conseguente liberazione di alcune stradine (ad es. via Re di
Puglia) utile alla circolazione.»
Nei giorni scorsi ha fatto clamore il vedere una colonna, che fa
da contorno al monumento in piazza Marconi, caduta giù. Non vi
pare che la collocazione di quelle colonne non sia stata fatta a
regola d’arte? E allora sulla questione lavori pubblici come esercita la sua funzione di controllo l’ente locale?
«Noi esercitiamo la nostra funzione di controllo attraverso il dirigente
dell’ufficio tecnico. Però bisogna pur dire che ci sono i direttori dei
lavori responsabili delle opere eseguite in loco. In questo caso, secondo me, c’è stata una negligenza da parte dell’impresa incaricata,
perché il montaggio di una colonnina di marmo non necessita della
presenza del direttore dei lavori. Non è stata attuata la tecnica, la
cosiddetta regola d’arte. Ora però il problema è risolto con la sistemazione degli ancoraggi sulle colonnine. Sempre su quella piazza stiamo provvedendo alla messa dei cestini portarifiuti; inoltre sto cecando
le risorse per attuare un servizio di videosorveglianza, coadiuvata da
una costante vigilanza del corpo di polizia municipale, atta ad evitare
il perpetrarsi di atti vandalici.»
Consigliere Perniola, secondo un giudizio espresso dal consigliere Giannico, in un’intervista da noi pubblicata, lei vuole assurgere al ruolo di “collante” all’interno dello schieramento di
centrodestra, ma la ritiene inadeguata …
«Il consigliere Giannico è alla sua prima legislatura, il sottoscritto alla
quarta. Quando il consigliere Giannico avrà maturato la mia esperienza amministrativa gli risponderò. Non sono il “collante” dell’amministrazione, non lo voglio fare, non mi interessa. Si consideri però che il
sottoscritto, dopo il consigliere Di Canio e l’assessore Galante, è il più
suffragato in consiglio comunale, pertanto è l’investitura che mi porta
a far sì che tutti gli sforzi operati all’interno del gruppo di maggioranza
siano volti all’unità, non alla scissione.»
Ed è unita questa maggioranza?
«Mi premurerò di darvi una risposta solo dopo settembre. Non che
io non lo sappia, ma il fatto è che c’è la voce di qualche consigliere
che in questo momento chiede di essere ascoltata e noi abbiamo il
dovere politico di ascoltarla, seppur contrastante con la nostra. La
politica infatti impone il dialogo e gli incontri come percorsi necessari
al raggiungimento del bene comune.»
Se per raggiungere questo obiettivo e per mantenere il bene comune bisognerebbe tagliare qualche testa?
«È una responsabilità che rimando al sindaco: è una sua prerogativa
quello di nominare e revocare assessori. Ma non credo che nella
giunta ci siano di questi problemi.»
Consigliere Perniola, da fonti di nostra conoscenza nell’ultima
riunione di maggioranza c’è stato quasi uno scontro fisico tra il
sindaco e il consigliere Bradascio …
«Non era una riunione di maggioranza, bensì un incontro tra i consiglieri Bradascio, Di Franco e il sindaco. Pare che con l’abboccamento
molte cose siano state chiarite, ma non del tutto, perché è evidente
che tra i consiglieri di cui sopra e il primo cittadino è rimasto ancora
qualche acredine. Tuttavia, data la mancanza di problemi seri tra le
parti in causa, credo che a breve tutto si sistemerà.»
Stefano Giove - Liborio Patimisco
n. 18- 14 settembre 2013
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LETTERA APERTA AL
CONSIGLIERE DEL
COMUNE DI GINOSA
SIG. BRADASCIO
Egregio Consigliere Bradascio,
personalmente non ci conosciamo ed il suo commento conseguente ad un mio pensiero su “fb” mi ha lasciato molto perplesso
ma non deluso. Ritengo che ho espresso in un momento particolarmente triste così come mi auguro che a mente serena si
sia ravveduto. Ho imparato che dalla critica bisogna estrapolare
l’aspetto positivo e, ciò che mi ha colpito favorevolmente nella sua sono state la solerzia e l’autorevolezza (sono sicuro che
ha già risolto l’inconveniente del suo intervento). L’ho talmente
apprezzata da sentirmi incoraggiato e quasi autorizzato a porle
formalmente quella richiesta che in tanti anni è stata fatta alle
Competenze di questa e delle precedenti Amministrazioni di cui
lei ne è e ne è stata parte integrante.
Parlo dell’illuminazione pubblica in via Siracusa di Marina di
Ginosa. Sicuramente saprà che questa Via (come tante altre)
ne è sprovvista. Dal giorno del mio rientro a Marina di Ginosa
ho interessato le Parti pertinenti nelle forme burocratiche e “diplomatiche” che conosce bene e per una strana coincidenza
la richiesta è stata sollecitata da quando lei ha ricevuto la delega ad amministrarmi, cioè circa 12 anni fa che sommati ai 18
da quando abito in questa Via totalizzano 30 anni. Sono tanti
e adesso anch’io comincio a preoccuparmi di quelle lampade
mancanti perché col passare degli anni comincio a vivere nella
condizione di non uscire e non rientrare dopo il tramonto a casa
a piedi, per una questione di pericolo e di sicurezza. Sono del
parere che per realizzare alcune centinaia di metri di illuminazione non ci vogliono molti giorni, ci stiamo avvicinando invece al
mezzo secolo e non sono più giustificabili ulteriori ritardi.
Ben vengano le manifestazioni musicali, le varie sagre, le presentazioni di libri, ecc. a lei molto care, servono a crescere culturalmente e a divulgare il nostro territorio si tratta però di servizi
complementari, io le chiedo invece il diritto di un servizio primario
e sa bene cosa significa.
E allora sig. Consigliere siccome le iene non hanno il dono della
ragione e lei adotta un ottimo metro di giudizio come definirebbe
questo Amministratore che in taluni ruoli percepisce addirittura
una retribuzione? Ed è per quella solerzia e autorevolezza che le
riconoscevo prima che chiedo gentilmente una risposta. Se riterrà opportuno approfondire l’argomento sarò lieto di farlo magari
davanti ad un buon caffè, se mi onorerà di offriglielo. La ringrazio
dell’ attenzione prestatami e rispettosamente la saluto
Vito Guarnieri
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attualità
n. 18 - 14 settembre 2013
Intervista al consigliere comunale
Massimo Castria
«…riteniamo comunque indispensabile un rilancio programmatico
condiviso e a misura del cittadino.»
Consigliere Castria, a distanza di due
anni dalle elezioni, qual è il suo giudizio
sull’operato della Giunta De Palma e del
sindaco?
«La mia opinione sull’operato della Giunta
de Palma nasce dopo aver osservato tutta una serie di atti che mi appaino confusionari. È come se la Giunta De Palma
non avesse le idee chiare. Vengono messi sul tavolo tanti provvedimenti che poi si
perdono nel nulla. le faccio un esempio:
le commissioni consiliari. Loro avevano richiesto la istituzione di una Commissione
urbanistica, i componenti sono stati eletti e nonostante sia passato tanto tempo
dalla nomina della suddetta commissione, non è stata mai convocata. Lo stesso
discorso vale per la commissione Ici e si
badi bene che parliamo di commissioni
che sono state nominato circa due anni
fa. Altro aspetto che dimostra la inconsistenza di questa amministrazione è la
questione relativa al “Nonno Vigile”. Noi
avevamo fortemente contestato quell’atto amministrativo in quanto lo ritenevamo
molto limitativo e dava solo ad alcuni la
possibilità di accedere a quel bando…»
Lei si occupa, nell’ambito del suo
gruppo consiliare, delle attività sociali e culturali, ci vuole dire come valuta
il cartellone delle manifestazioni estive sia per Ginosa che per Marina di
Ginosa?
«In genere un cartellone di manifestazioni
estive rappresenta la sintesi di una programmazione di attività culturali e manifestazioni artistiche, preparata ad inizio anno
e deve rappresentare la scelta culturale
che si intende operare. Nel caso del “cartellone” di Ginosa, intanto è stato reso noto
alla fine di luglio, quando la stagione volgeva al termine e questo significa che non
vi è stata alcuna programmazione. Un giudizio complessivo su quel cartellone è che
è prevalsa la logica di trattenere la gente
facendo un po’ di baldoria. La programmazione delle attività estive deve essere una
cosa seria e programmata e, soprattutto,
deve avere finalità culturali e di promozione del territorio. Se vogliamo promuovere
il nostro territorio e con esso la nostra cultura, le nostre tradizioni, il patrimonio enogastronomico dobbiamo avere la capacità
di offrire quanto di meglio siamo in grado
di realizzare e non la sagretta, fatta giusto
per accontentare qualcuno. Credo che non
si possa arrivare a definire un cartellone
estivo senza una programmazione anche
economica. Ci sono manifestazioni le cui
spese sono state aggiunge a stagione
quasi conclusa e attribuite ad associazioni
“spuntate“ dal nulla, che non comparivano
nemmeno sul manifesto della stesso even-
to finanziatogli.»
Questa questione delle associazioni introduce un altro argomento: il vostro rapporto con il mondo associativo ginosino.
Il vostro atteggiamento è apparso di critica nei confronti del mondo associativo, che, pure, contribuisce in maniera
considerevole alla realizzazione di tante
attività nel nostro comune.
«Assolutamente no! Questo deve essere
chiaro. Noi riteniamo le associazioni una
grande risorsa e un patrimonio inestimabile della nostra comunità. Noi chiediamo solo che le associazioni debbano operare in
un contesto di regole ben definite, in modo
da valorizzare veramente quelle che sono
maggiormente operose. Noi crediamo che
sia giusto disciplinarci in ogni ambito di
attività delle diverse associazioni, parlo di
protezione civile, di impegno sociale, socio
sanitario, sportivo e culturale. Noi siamo
convinti che nella erogazione dei contributi
pubblici ci debba essere una valutazione
seria di quello che effettivamente le associazioni realizzano nel corso delle loro
attività sociali. Noi siamo per una idea di
premialità di tutti quegli eventi, di quelle
manifestazioni e delle associazioni che si
sono dimostrate, nel tempo, di una importanza strategica per il nostro territorio e per
le nostre necessità. Guardi, noi pensiamo
che i contributi devono essere dati alle associazioni in rapporto alla loro operosità e alla qualità delle loro iniziative. Provi a leggere i dati dei vari contributi elargiti da questa
amministrazione e mi dica se corrispondono
a questi requisiti. Mi pare di no. La nostra
critica è rivolta al metodo e non a chi è impegnato seriamente nel sociale.»
Consigliere Castria, lei è marinese come
marinesi sono altri consiglieri, il sindaco
e due assessori. Nonostante questo non
mi pare che Marina di Ginosa abbia giovato di tali presenze e l’emblema di questo è l’immagine di viale Trieste. Quali le
attualità
cause?
«Lei ha messo il dito nella piaga. Io entro
ed esco tante volte da Marina di Ginosa ed
ogni volta mi mortifica vedere lo spettacolo
di strade dissestate, piene di immondizia
che sicuramente non danno una bella immagine della nostra comunità. Le dirò di
più, anche lavori che dovevano servire per
rendere più decorosa Marina di Ginosa, ad
esempio, quello del taglio delle erbacce
lungo le cunette, alla fine si sono rivelati
controproducenti in quanto hanno evidenziato tutta la “monnezza” che l’erba alta
nascondeva. Vede, mi ha molto amareggiato il fatto che nessuno degli amministratori di maggioranza abbia pensato di porci
rimedio. Lei ha toccato un tasto, quello dei
rifiuti, sul quale si è molto parlato in queste
ultime settimane e mesi. Lo stesso sindaco
è stato costretto a intervenire e ha chiesto
scusa puntando il dito contro i cittadini definiti “incivili”. Io vorrei chiedere al sindaco:
l’inciviltà è di colui che lascia la bottiglia,
la lattina o la carta per terra, o di coloro
che, pur sapendo che avremmo avuto una
consistente presenza turistica (così come
accade ogni anno e così come la bandiera
Blu ci sta concedendo) non si sono organizzati nei tempi dovuti? A seguito delle nostre interrogazioni, che risalgono al mese
di febbraio, con le quali chiedevamo lumi in
merito alla questione dell’isola ecologica e
lanciavamo l’allarme per quello che sarebbe accaduto in estate che oramai era alle
porte, ci fu assicurato che si stava provvedendo. Questo purtroppo non è accaduto.
E allora mi chiedo gli incivili chi sono? Chi
pur cosciente di quello che sta per accadere, di cosa dobbiamo gestire e di un nuovo
sistema qual è quello della raccolta differenziata spinta, non predispone, almeno in
parte quelli che sono gli elementi essenziali? Credo che sarà capitato a tutti coloro
che hanno avuto modo di passeggiare per
Ginosa Marina di aver avuto la necessità
di disfarsi di una lattina o di una bottiglia e
trovarsi su viale Ionio… Ebbene puoi percorrere quel viale da un capo all’altro e non
trovi un cestino portarifiuti. È chiaro che poi
alla fine molti, dopo aver girovagato con
il rifiuto in mano, si scocciano e lo depositano da qualche parte. La cosa ancora
più grave è che la sera dopo quel rifiuto
lo trovi lì, in quanto lo spazzamento viario
n. 18- 14 settembre 2013
non deve avvenire solo con la spazzatrice
e, inoltre, secondo contratto, doveva essere
assicurata la pulizia anche sotto le auto in
sosta mediante il sistema del soffiaggio. Nel
contratto erano garantiti servizi per la raccolta degli escrementi dei cani, era garantita
la presenza di un operatore ecologico con
motocarro per la pulizia delle vie principali
del centro dalle ore 18 alle ore 24. Non so
se questi servizi siano stati realizzati. A tutto questo bisogna aggiungere che gli stessi
mastelli, alla fine di luglio, non erano ancora
stati sufficientemente consegnati.»
Consigliere Castria, dalle cose che lei dice è evidente che ci sono delle responsabilità politiche ascrivibili a chi aveva il
compito di dirigere…
«Io su questo argomento ho letto l’intervista
fatta al consigliere Giannico nella quale si
ribadisce la richiesta di dimissioni dell’assessore all’Ambiente e l’intervista del sindaco nella quale il primo cittadino ringraziava
l’assessore medesimo per l’operato svolto.
Noi non vogliamo puntare il dito contro nessuno, noi vogliamo solo che tutti prendano
coscienza di uno stato di fatto che si è consumato sotto gli occhi di tutti. Pensiamo a
quello che è accaduto per quanto riguarda
l’isola ecologica che è stata aperta e immediatamente richiusa perché, di fatto, era
diventata una discarica abusiva. Ora è evidente che ci sono stati dei limiti e tali limiti
sono diventati conseguenze dannose per
la nostra comunità. L’immagine di Ginosa e
Marina di Ginosa è stata danneggiata e di
fronte a tali danni non c’è assessore che tenga. La difesa del nostro territorio lo sviluppo
turistico viene prima di ogni incarico.»
Consigliere, cosa pensa della gestione
delle opere pubbliche?
«Le situazioni nelle quali i limiti di questa
gestione sono fin troppo evidenti sono tante.
La Circonvallazione non completata, l’assetto viario di via Della Pace, il lungomare
di Marina di Ginosa, quello che io chiamo il
muro di Berlino, dove un accesso al mare
realizzato in legno non è mai stato aperto al
pubblico per il mancato adempimento di un
procedimento burocratico, e per finire anche
le colonnine che fanno da cornice al monumento ai caduti. A questo ci aggiungerei un
regolamento poco applicato che riguarda criteri di ripristino del manto stradale dopo l’esecuzione di alcuni lavori di attraversamento
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(fogna, acqua, energia elettrica). Tutti questo ci porta a dire che non ci soddisfa la gestione di questo settore.»
La costituzione di un nuovo gruppo
consiliare denota un certo malessere
all’interno della maggioranza di centro
destra. Crede che questo potrebbe provocare una crisi tale da determinare, a
breve, nuove elezioni amministrative?
«Io credo che i fatti ultimi siano la conferma di quella che era la mia considerazione
dei consiglieri Bradascio e Di Franco. Loro
con la scelta operata hanno messo il dito
su quelle che sono alcune operazioni poco chiare che hanno caratterizzato l’agire
amministrativo. Mi limito solo a queste considerazioni, il futuro della maggioranza è
legato a tanti altri fattori.»
In che modo pensate sia possibile creare un rapporto di efficace collaborazione tra tutte le forze che si richiamano al
centro sinistra a Ginosa?
«Io sono alla mia prima esperienza politica
e non sono in grado di esprimere valutazioni sul passato. Posso solo dire che bisogna partire dai programmi e dai progetti
per costruire una alternativa democratica
al centro destra. Programmi e progetti che
devono partire dalle esigenze dei cittadini, e
avere servizi efficienti ed efficaci. Pertanto,
servizio di raccolta rifiuti efficiente, manutenzione stradale e pubblica illuminazione
adeguata, controllo sulle opere pubbliche
sono solo alcuni dei temi sui quali si deve
articolare la possibilità di costruire un nuovo
rapporto tra tutte le componenti democratiche, che hanno a cuore lo sviluppo socioeconomica della nostra città.»
Come immagina il futuro politico amministrativo di Ginosa?
«Io il futuro lo vedrei in ragione di una presa
di coscienza da parte della cittadinanza e
delle forze politiche alternative, una presa
di coscienza che pone al centro gli interessi
della comunità, la tutela e promozione del
nostro patrimonio ambientale e paesaggistico, artistico e culturale. Devono essere
messi da parte gli interessi di bottega e
devono prevalere gli interessi generali. Io
credo che se saremo capaci di dare questa impostazione, riusciremo a far crescere
questa comunità.»
Stefano Giove - Liborio Patimisco
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n. 18 - 14 settembre 2013
attualità
Intervista al Consigliere Comunale
Felice Bitetti
Consigliere Bitetti, a due anni dalle elezioni, come giudica l’operato del sindaco De
Palma?
«Molto negativo, e questo principalmente per
due ragioni. Primo per un certo modo di fare
del sindaco, accentratore nei riguardi della
maggioranza e scontroso, quasi da attaccabrighe direi, nei confronti dell’opposizione. Secondo per la mancata attuazione dei
principali punti programmatici che nel 2011
avevano portato il centrodestra alla vittoria.
Nulla si sa del tanto decantato porticciolo turistico. La raccolta differenziata è inefficiente. L’amministrazione non si è premurata di
accogliere un nostro suggerimento, ossia di
avviare una fase sperimentale del servizio,
la quale, se fosse stata attuata, avrebbe fatto emergere tutte quelle anomalie che poi
si sono effettivamente riscontrate. A questo
si aggiunga anche che la società incaricata
all’espletamento del servizio è inadempiente,
e tale si è mostrata anche in altri comuni della
provincia di Taranto, ove ha subito la revoca dell’incombenza. La verità è che il gruppo
consigliare di maggioranza, senza un vero
leader, dopo l’uscita di scena del consigliere
Di Canio, è allo sbando. Ed ecco che il nostro
primo cittadino ne approfitta per accentrare
tutto nelle sue mani: lui è il sindaco, l’assessore, il consigliere; lui è tutto.
Però uno dei grandi temi su cui si è giocata la campagna elettorale
è stato il sollevamento della questione ambientale, e su questo pare che il centrodestra ha avuto la meglio …
«La questione ambientale secondo me non è stata affrontata nella giusta prospettiva. La paura che il centrodestra ha inculcato nei cittadini ha
impedito il libero svolgersi di un serio dibattito, ragion per cui su questo
tema ha sempre prevalso la disinformazione. Ad esempio a Ginosa era
previsto solo l’impianto delle biomasse legnose (bocciato dal consiglio
di stato, ma solo per un fatto prettamente tecnico, non per le procedure,
del tutto convalidate), e non quell’altro impianto a cui loro tanto hanno
gridato “al lupo al lupo”, e il cui iter non era stato nemmeno approvato
dall’ente regione.»
Consigliere Bitetti qual è, a suo giudizio, la situazione di bilancio
del comune di Ginosa, tenuto conto anche dell’ultima sentenza del
consiglio di stato che ci ha costretto al pagamento di una somma
abbastanza rilevante?
«Il problema serio dei bilanci comunali, da me più volte sottolineato,
e che ora è venuto alla ribalta anche a livello nazionale, è la folta presenza di crediti inesigibili, però segnati come esigibili e come tali indicatori (falsi) di casse virtuose. Inerenti ai bilanci comunali vi è anche
la questione relativa ai debiti fuori
bilancio. Si calcola che oggi i debiti fuori bilancio prodotti dalle giunte
Montanaro, in considerazione anche
dell’ultima sentenza del consiglio di
stato inerente la vicenda con la società Avvenire, ha raggiunto la quota
del famoso “milione”. Con una differenza però. I debiti fuori bilancio del
cosiddetto “milione” furono necessari
per fornire Ginosa Marina di un’efficiente conduttura fognaria, quelli
delle amministrazioni Montanaro non
sappiamo ancora che vantaggio abbiano apportato alla comunità.»
Non si chiede lei, consigliere
Bitetti (se le cose che afferma sono vere) perché nell’opinione pubblica c’è questa separazione tra il
vostro agire in consiglio comunale e quello che offrite alla cittadinanza?
«Perché noi, a differenza del centrodestra, non abbiamo un’efficiente sistema di diffusione delle informazioni
al di fuori dalle istituzioni. E non parlo
di un partito o di un’organizzazione, ma di un semplice passaparola.
Tanto per citare un esempio questi
amministratori tramite alcuni loro
proseliti sono riusciti a far passare nell’opinione pubblica l’idea (falsa) che il provvedimento di non custodia cautelare per
Di Canio è stato un proscioglimento. Al contrario, la posizione
politica che noi esprimiamo in consiglio comunale non viene
quasi mai tradotta nel discorso quotidiano.»
La questione raccolta differenziata da cavallo di battaglia elettorale si sta dimostrando punto debole di questa
maggioranza …
«Secondo me il servizio è inefficiente soprattutto perché
non si è attuata la fase trimestrale di informazione dell’opinione pubblica, così come prevista dal capitolato d’appalto.
Quest’estate, tanto per dirne una, a Ginosa Marina molti condomini non sapevano nemmeno che tipo di rifiuti, giorno per
giorno, bisognava conferire. Fermo restando che molti contenitori sono stati messi a disposizione dei marinesi solo a
luglio inoltrato! Un altro motivo per cui il servizio si è reso
inefficiente è stata la cattiva formazione dei dipendenti; cosa
del resto spiegabilissima, visto l’assunzione, di volta in volta,
di gente sempre nuova (bisogna pur pagare i debiti elettora
n. 18- 14 settembre 2013
li!). Dal canto suo il comune si è mostrato inadempiente nell’individuazione delle zone preposte ad isole ecologiche. Insomma,
è mancata la fase di programmazione resa ancora più grave
dall’incompetenza dell’assessore al ramo.»
C’è il rischio, rispetto alla differenziata, di restare sotto la
soglia del 60% con tutte le conseguenze che poi i cittadini
potrebbero pagare?
«Vista la situazione del bilancio sarei propenso a dire che i cittadini pagheranno comunque le conseguenze di questo modo
di amministrare la comunità. Comunque credo che difficilmente
saremo sotto la soglia del 60%, perché fortunatamente Ginosa
Marina incide per soli due mesi. A tal fine dobbiamo tutti impegnarci a ripetere, negli ultimi mesi dell’anno, le percentuali che
abbiamo già registrato nella prima metà del 2013.»
Consigliere Bitetti, negli ultimi tempi si discute molto di interventi per quanto riguarda i PIRP. A che punto siamo rispetto a questi aspetti che riguardano la possibilità o meno
di recupero di un patrimonio urbanistico non indifferente?
«Si consideri un dato di fatto: il PIRP a Ginosa non fu impostato per il recupero del centro storico, bensì per alcuni grossi
interventi edilizi. Ciononostante il progetto è ancora al palo perché la crisi del mercato immobiliare sta portando gli operatori
economici a riflettere sulla convenienza o meno di un possibile
intervento. E badate bene che il PIRP, oltre ai finanziamenti, ha
comportato anche un altro vantaggio: la possibilità di costruire in
zone interdette. Il piano dunque è stato stravolto, non ha avuto
cioè la funzione di recupero del piano abitativo ginosino (per il
quale era stato concepito) con l’evidente risultato che oggi il 30%
di esso è in abbandono, e non solo nella zona vecchia del paese, ma anche in centro: zona “Piantata” e via Cavour valgano
da esempi.»
Consigliere Bitetti, lei prima parlava della mancanza di comunicazione tra l’opinione pubblica e quello che poi la sua
parte politica realizza. Uno di questi esempi di mancata comunicazione è la zona PIP. Negli anni passati, quando voi
eravate in maggioranza, ne venne deciso lo spostamento.
Su questo ci furono grandi battaglie e grandi opposizioni:
adesso è dimostrato che quella zona PIP era l’unica possibile e realizzabile. Questa esperienza che cosa vi fa pensare?
«Questa esperienza dimostra che l’amministrazione, una volta insediatasi, deve avere un proprio programma e l’audacia
di portalo avanti, anche a costo di scelte impopolari. La zona
PIP è inoltre un altro esempio dell’inadempienza della giunta De
Palma, perché lì ci sono delle convenzioni, dei lotti PIP pubblici
che si dovevano costruire entro tre anni, e non lo si è fatto. Vi
sono inoltre degli interventi per cui non si può fittare e vendere, e
invece si fitta e si vende. Ma non è solo questo. Proprio in questi
giorni ci è piombato addosso la maglia nera del dimensionamento scolastico. E anche qui c’è tutta una storia alle spalle. Negli
anni ‘90 l’amministrazione Costantino tentò di dare un giusto dimensionamento alle strutture scolastiche e l’allora opposizione
(Montanaro, Dragone e De Palma) portò in consiglio dei numeri
falsi, delle fasulle proiezioni future, allo scopo di mantenere in
piedi quattro istituti, coadiuvati anche dal gioco di lobby di alcuni
consiglieri comunali di maggioranza, docenti e pertanto contrari
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al provvedimento. Cosicché oggi abbiamo un solo istituto scolastico,
complice anche una certa caparbietà dell’attuale amministrazione,
decisa più che mai al sostentamento dei cinque istituti.»
La costituzione di un nuovo gruppo consigliare denota un certo malessere all’interno della maggioranza di centrodestra. Una
leggenda metropolitana racconta che l’altra sera ad un incontro
tra il nuovo gruppo consigliare e il sindaco poco è mancato che
volassero gli schiaffi. Se il danno è questo, come mai dal punto
di vista politico non si riescono a determinare dei cambiamenti
sostanziali?
«Non si riesce perché col nuovo sistema elettorale il potere del sindaco, non solo di dirigere un’amministrazione, ma anche di condizionare le scelte dei consiglieri, è abbastanza elevato. L’attuale sindaco
esercita questo potere in un modo dovuto anche al carattere. Quindi
non è semplice per un consigliere di maggioranza assumere posizioni
contro il primo cittadino. Pertanto, a meno di gravi sconvolgimenti,
non credo che la crisi apertasi in seno alla maggioranza possa comportare nuove elezioni amministrative.»
Una delle cause che ha determinato la sconfitta del centrosinistra alle ultime elezioni amministrative è stata la divisione dello schieramento. Adesso che cosa sta accadendo? E in questo
contesto cosa pensate del M5S che a Ginosa alle ultime elezioni
politiche ha raggiunto il ragguardevole risultato del 40% dei voti?
«Procediamo con ordine. Anzitutto le divisioni registratesi in occasione della campagna elettorale del 2011 sono state qualcosa di veramente incomprensibile: noi invocammo la necessità delle primarie,
come principale strumento di scelta alle amministrative, invitando tutte le forze del centrosinistra a partecipare, compreso l’avv. Inglese, al
quale diedi la mia parola d’onore di sostenerlo alla carica di sindaco
in caso di una sua vittoria (dell’avv. Inglese) alle primarie. Questo non
fu possibile. Auspico che lo possa essere in futuro. Come opposizione
spesso ci siamo uniti per fare alcune cose insieme; ma al momento
non ci sono grossi progetti politici all’orizzonte. Vi è però tra la gente
un certo malcontento, malcontento che viene sfruttato dal M5S per
ottenere consensi, ed è chiaro quindi che il movimento di Grillo risulti, per ora, il più suffragato a livello cittadino e nazionale. Tuttavia io
ritengo che le alleanze si possono costruire solo su come operare,
amministrare nel migliore dei modi la comunità, e non come demolirlo. Al momento non sono in grado di dire se a Ginosa ci saranno o
meno le condizioni per costruire un’alleanza necessaria alla riuscita
elettorale.»
Come immagina il futuro politico amministrativo di Ginosa?
«Non sono molto ottimista, soprattutto perché la maggioranza non
tiene in alcun conto le nostre proposte, né tantomeno riesce a trasformarle in una capacità politica-amministrativa. Giusto per fare un
esempio sono anni che mi batto per un giusto intervento di manutenzione stradale presentando in consiglio comunale tutti i numeri su
quanto spendiamo, tra parcelle legali e danni ai cittadini, e quanto
invece risparmieremmo se avessimo una decorosa manutenzione
stradale. Bisogna far sì che i partiti e le organizzazioni politiche del
centrosinistra si organizzino e si aprano alla presenza di giovani e
donne per creare quell’entusiasmo e quelle proposte che servono per
mandare avanti un nuovo programma.»
Stefano Giove - Liborio Patimisco
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n. 18 - 14 settembre 2013
n. 18- 14 settembre 2013
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Miroglio: l’ennesimo infelice epilogo.
I lavoratori raccolgono i cocci di un Paese che non difende il lavoro
L’ ennesimo infelice epilogo per gli Ex Miroglini,
giunge con l’importante
riunione svoltasi presso
la sede dell’Assessorato al Lavoro di Bari
lo scorso 3 settembre.
L’incontro con i vertici
regionali, è stato richiesto a gran voce dagli
stessi ex operai della
Filatura di Puglia per fare luce sull’operazione
di riconversione dello
stabilimento Miroglio di
Ginosa da parte della
Qbell, l’azienda friulana
che assembla televisori. Come è noto, Qbell
non ha tenuto fede agli
impegni assunti con la
sottoscrizione dell’accordo ministerile di aprile che ne prevedeva
l’insediamento in quel
di Ginosa già dal mese
di giugno, conclamando
solo
successivamente i problemi finanziari
che di fatto hanno invalidato l’accordo romano. L’incontro del 3
in Regione Puglia ha
avuto come fine quello
di capire se la pratica Qbell fosse da ritenersi definitivamente chiusa. Così è stato! Ed è
così che lavoratori e territorio, tra l’imbarazzo di Ministero e Regione, si ritrovano ancora una volta a raccogliere i cocci rotti di uno
speranzoso futuro. Sono tanti gli interrogativi
da porsi per comprendere la complessità
di questa situazione. In primis l’incapacità
della politica italiana di individuare soluzioni efficaci per rilanciare occupazione
ed economia. Stabilimento al costo di un
euro e finanziamenti pubblici non sembrano suscitare alcun interesse da parte degli
“Investitori” che continuano a
prediligere i paesi esteri dove i
costi di produzione sono minori. Da 4 anni e mezzo, si sono
avvicinati alla vertenza, solo
speculatori... e sono i fatti a dirlo. I gruppi sani, gli imprenditori
veri, ormai da anni hanno abbandonato l’Italia, vedi Miroglio
e a farlo sono stati anche i più
patriottici come Natuzzi tra i
fondatori del Made in Italy. Chi
resta in Italia? Probabilmente
coloro che tali capacità economiche non le hanno e che
provano a mungere le ormai
scariche casse statali. La domanda più ricorrente tra i lavoratori è questa: “E’ mai possibile che nel caso QBell, Stato
e Regione abbiano dato il benestare ad una operazione che
non sarebbe potuta mai andare
in porto? - I dubbi di coloro che
pensano che si sia trattato di
un sistema studiato ad arte per
accompagnare al cancello i lavoratori, sono più che legittimi!
Questa volta gli ex operai della
Miroglio hanno anche dovuto
sostenere i colloqui di lavoro
con il “nuovo” datore di lavoro! Ora tutte le speranze sono
riposte in Wollo, la società di
scouting ingaggiata da Miroglio fino al 31
dicembre 2013 per intercettare potenziali
investitori..speriamo buoni.
Massimiliano Doro
Nelle foto: Giuliano Macripò (amm. del.
QBell) e Castano (funzionario ministero)
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attualità
n. 18 - 14 settembre 2013
Intervista al Consigliere Comunale
Stefano Notarangelo
Consigliere, lei ha ereditato la carica di
capogruppo consiliare del PdL in una situazione abbastanza “movimentata”. Le
difficoltà nate dall’inchiesta giudiziaria
che ha privato l’amministrazione di una
personalità di spessore, la ridistribuzione delle Deleghe amministrative, i malumori di consiglieri comunali e la raccolta differenziata, sono alcuni degli
argomenti che l’hanno movimentata. A
suo giudizio, la maggioranza amministrativa è abbastanza solida?
«A mio giudizio ritengo che la maggioranza amministrativa del comune di Ginosa
è, indipendentemente dalle vicende da
Lei sottolineate, molto solida. Fatta questa premessa, voglio esprimere dalle pagine de La Goccia tutta la mia personale
solidarietà, e credo anche di tutto il gruppo consiliare che rappresento, al dott.
Vincenzo Di Canio. Sono certo della sua
totale estraneità ai fatti e sono altrettanto certo che la magistratura saprà chiarire ogni cosa e restituire l’onorabilità che
spetta a Vincenzo. Sicuramente l’Amministrazione comunale, ma anche tutta la
comunità, è stata privata di un validissimo
amministratore, estremamente competente e disponibile. Quanto alla ridistribuzione delle deleghe operata dal Sindaco è
chiaro che tale scelta è stata determinata
dalla vicenda giudiziaria, ma anche nella
prospettiva di dare un nuovo slancio all’attività amministrativa. Sulle posizioni politiche assunte da alcuni consiglieri comunali sento di potere dire, conoscendone le
indubbie qualità politiche ed umane, che
il loro agire sarà comunque sempre orientato, oltre che nell’interesse della comunità
amministrata, anche nell’alveo di questa
maggioranza di centro destra nelle cui fila
sono stati eletti. Sulla delicata questione
della raccolta differenziata, così come già
chiaramente detto dal Sindaco proprio dalle
pagine de La Goccia, ritengo che il sistema
sia in fase di miglioramento e che tutte le
iniziative atte a migliorarne la qualità sono
e saranno poste in essere. Il cambiamento
è stato radicale ed indubbiamente sarà necessario impegnarsi collettivamente perché
il sistema della raccolta differenziata porta a
porta possa andare a regime.»
Fino a questo momento appare inspiegabile la scelta del consigliere Bradascio di
dare vita ad un nuovo gruppo consiliare.
A suo parere quali sono le ragioni di tale
scelta?
«Gli amici e consiglieri comunali Bradascio
e Di Franco, ritengo abbiano fatto la loro
scelta nell’ambito della dialettica costruttiva
che è presente all’interno di ogni maggioranza. Sono certo che con il nuovo gruppo
consiliare si continuerà a discutere ed a lavorare per migliorare l’attività amministrativa nell’esclusivo interesse della comunità.»
In questi giorni si discute tanto di
Mammografo… vuole dirci quali sono
le prospettive per i servizi socio-sanitari
per la nostra comunità?
«Sulla questione del Mammografo l’attenzione dell’Amministrazione comunale, anche grazie alle Associazioni presenti sul
territorio, è altissima. Vi sono stati degli
incontri con il Direttore Scattaglia durante i quali ci sono state illustrate le
ragioni della soppressione del servizio
di mammografia. Parrebbe di capire che
il servizio sia stato sospeso perché una
parte del macchinario che costituisce il
mammografo non stia funzionando con
precisione. Tale disservizio potrebbe essere risolto acquistando ex novo solo la
parte del mammografo che è fuori uso,
con una spesa che sarebbe certamente notevolmente inferiore rispetto al costo complessivo dell’intero macchinario
che, per la cronaca, venne acquistato
per essere destinato al Poliambulatorio
di Ginosa. Attendiamo ulteriori notizie
dalla ASL ed ove non vi fossero certezze sulla ripresa del servizio non esiteremo ad intraprendere, insieme alla
popolazione ed alle associazioni, ogni
utile iniziativa a tutela della salute. In
merito alle prospettive dei servizi socio
sanitari per la nostra comunità devo, con
estremo disappunto, constatare che i risultati ottenuti nel tempo dalla nostra comunità in materia di socio sanitaria, dal
Poliambulatorio con le prestazioni specialistiche, al Punto di primo intervento,
alle postazioni del 118 medicalizzate
di Ginosa e Marina di Ginosa etc, si
stanno nel tempo cancellando. Quella che
doveva essere la Puglia Migliore a livello
di sanità del Governatore Vendola si è trasformata nella Puglia peggiore. Il sistema è
quasi al collasso, le liste di attesa non sono
state abbattute, i pagamenti ai fornitori da
parte delle ASL languono ed in tutto questo
l’Ospedale di Castellaneta continua ad essere sistematicamente svuotato, rendendo
quella struttura una vuota cattedrale nel
deserto, con grandissimo danno per i cit
attualità
tadini e per i lavoratori impegnati in esso. E’
giunto il momento di intensificare le iniziative della società civile e della politica a tutela
dei servizi socio sanitari di Ginosa e Marina
di Ginosa e dell’Ospedale di Castellaneta,
che è il più importante presidio sanitario del
nostro territorio.»
Tra le sue competenze vi è anche quella di Delegato Sindaco per Marina di
Ginosa. Non le pare che nonostante una
forte presenza di marinesi in posti di comando… i risultati si stanno dimostrando inadeguati?
«Non credo che la chiave di lettura della
sua domanda sia corretta, in questo modo
si rischia di creare una profonda differenza
tra ginosini e marinesi.
La nostra comunità è costituita da un territorio estremamente vasto e che vede la
presenza di una borgata che nel tempo, oggettivamente, è divenuta un vero e proprio
comune che in teoria potrebbe essere autonomo. Non mi soffermo su quelle che sono
le ragioni di diritto e di fatto che non possono portare ad elevare Marina di Ginosa
a comune autonomo, ma vorrei sottolineare
che una divisione sic et simpliciter della nostra comunità in Ginosa e Marina di Ginosa
è concettualmente, a mio modesto modo di
vedere, errato. Dobbiamo ragionare e lavorare per migliorare la qualità dei servizi
e della vita in tutto il nostro territorio. Non
mi piace pensare a cittadini migliori degli altri a causa della loro residenza fisica. Tutti
gli amministratori eletti, di maggioranza e di
minoranza, residenti a Ginosa o a Marina
di Ginosa, sono stati eletti per contribuire
a migliorare i servizi e la qualità della vita
di tutti i cittadini che vivono nel nostro comune, composto da due bellissimi territori
che danno però vita ad una sola comunità. Quanto ai risultati ritengo che il lavoro
svolto dall’Amministrazione comunale in
questo periodo di profonda e prolungata crisi economica non siano proprio inadeguati.
Tutti i servizi per le fasce più deboli, anziani, minori e disabili, sono rimasti tali, anzi le
risorse sono state aumentate, dove è stato
possibile la pressione delle tasse locali è
stata alleggerita, le scuole ed i servizi legati
ad essa come servizio mensa e trasporto
scolastico gratuito continuano e sono qualitativamente alti, i lavori pubblici procedono,
n. 18- 14 settembre 2013
a giorni sarà realizzato il tappetino sulla circonvallazione sud che in questo modo potrà ufficialmente essere aperta al transito,
i lavori del P.I.P. II sono ripresi. Al ivello di
programmazione molti sono i progetti che
l’Amministrazione comunale ha candidato
a finanziamento. Tutto procede secondo il
programma amministrativo votato dai cittadini. Non abbiamo la presunzione di affermare che tutto è perfetto, ma abbiamo
l’umiltà, la determinazione, la voglia e la capacità di migliorarci e di continuare a lavorare per fare crescere la nostra comunità.»
Consigliere Notarangelo, dopo la sua
nomina a capogruppo consiliare del
PdL sembra che la componente ex An
sia stata messa da parte. Quali le ragioni
politiche di questa situazione?
«La mia nomina a capogruppo consiliare
del PDL è stata fatta all’unanimità. Sono
francamente stupito che un attento osservatore come Lei possa oggi pensare al
PDL con componenti tra loro divise e risalenti a Forza Italia ed Alleanza Nazionale.
Indubbiamente la storia di due partiti non
può e non deve essere cancellata, ma può
essere da esempio. Siamo stati impegnati
nel maggio del 2011 in una durissima campagna elettorale che ha portato alla elezione di Vito De Palma a sindaco di questa
città. In quella felice circostanza gli uomini e le donne di Forza Italia e di Alleanza
Nazionale hanno cementato una unione
che a Roma avevano fatto a tavolino. Noi
nel PDL ci abbiamo messo la passione e la
voglia di continuare ad essere prima che un
gruppo di politici un gruppo di persone che
si rispettano e che voglio continuare a fare crescere la nostra comunità. Nessuno è
stato messo da parte, nessuno verrà messo da parte, né ora né mai. La politica è
fatta per unire, non per dividere.»
A suo giudizio, anche in ragione della
situazione politica nazionale, quale sarà
il futuro della maggioranza di centro destra al Comune di Ginosa?
«La maggioranza di centro destra al
Comune di Ginosa è solidissima. Porteremo
a termine questo mandato elettorale e vinceremo anche le prossime elezioni amministrative.»
Stefano Giove - Liborio Patimisco
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Noi e il Fisco
Lo Spesometro
Con provvedimento del 02.08.2013 è
stato approvato il nuovo modello per
la comunicazione che i soggetti IVA
devono presentare per le operazioni
relative al 2012 (cosiddetto spesometro).
La comunicazione va inviata telematicamente entro il 12 novembre 2013
da parte dei soggetti che effettuano la
liquidazione IVA mensile ed entro il 21
novembre 2013 da parte dei soggetti
trimestrali.
Dal 2014 le scadenze sono state già
stabilite al 10 e 20 aprile per le operazioni dell’anno precedente.
A partire dal 2012 gli imprenditore, sia
individuali che collettivi, devono comunicare i dati anagrafici dei soci o dei
familiari che hanno ricevuto in godimento i beni dell’impresa o che hanno
concesso finanziamenti all’impresa p
effettuato capitalizzazioni alla stessa.
La comunicazione va effettuata solo
se nell’anno di riferimento l’ammontare complessivo dei versamenti è pari o
superiore a 3.600 euro.
Per il 2012, primo anno di applicazione, la comunicazione va presentata
entro il 12 dicembre 2013.
I dati contenuti nella predette comunicazioni saranno utilizzati dal fisco per i
controlli incrociati e per la verifica della
capacità contributiva dei contribuenti.
Dott. Mario D’Alconzo
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attualità
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attualità
n. 18- 14 settembre 2013
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Nicola Tuseo ci scrive
Carissimo Stefano,
da tempo non ricevo La Goccia, la cosa mi
lascia un po’ sorpreso, in quanto, credimi,
mio malgrado, mi sembra di conoscere già
i contenuti della rivista.
Eccoli: i risultati dei cento e più sport, praticati da cento e più ginosini; cento e più comandamenti che don Franco non si stanca
di ricordare, malgrado abbia promesso di
non scrivere più, l’eterno problema del traffico, tutte le soluzioni proposte compresa
quella di cambiare i fischietti al vigili urbani, una copertina che per essere a colori è
quanto di più confusionario possa esistere;
le foto inoltre senza dicitura sembrano l’incarto pubblicitario di una marca di cioccolatini.
Quanti anni sono trascorsi da quando un
pugno battuto sul tavolo fece traboccare
una goccia d’inchiostro dal calamaio, e
così nacque la rivista, comprata da pochi
letta da molti, oggi invece comprata da tutti
(pubblicità) ma letta da pochi.
Ed allora mi chiedo, dopo l’editoriale e la
pagina di Grim cosa leggere di nuovo, di
interessante, di propositivo, di politicamente valido, ricordo che su i banchi della
Regione e della Provincia siedono ben tre
rappresentanti locali, forse non bastano?
E allora mi chiedo come si fa ad ignorare
che a noi del XXI secolo è concesso quello
mai accaduto ad altri: avere due Papa, e
perché? Forse Ratzinger è veramente stano? Ma di cosa, non certo di anni, ma di
Curia, di cardinali, di banchieri?
E come non scrivere quello toccato a noi
dopo 70 anni di Repubblica, avere un governo formato da maggioranza e opposizione che di giorno litigano e di notte vanno
insieme a letto, e questo per il bene della
Nazione durerà ancora cinque anni.
Ed entrando in particolari il Corriere della
Sera invita a recarsi a Riva dei tessali, ma
se si è in camper lo stesso si consiglia di
lasciarlo sul lungomare di Marina di ginosa.
E come si fa a Ginosa avere un museo,
una biblioteca, un palazzo della cultura
sempre chiusi, mentre Taranto si candida a Capitale della cultura per il 2019.
Dottoressa Galeota mi spieghi come si fa
ad avere una provincia, destinata ad esse-
re soppressa senza alcun dibattito o chiarimento sulla città futura, alla quale aggregarci.
E perché la nostra gravina, proscenio naturale per l’ormai ripetuta “Passio Christi”,
non viene utilizzata per antiche rappresentazioni classiche, come gli antichi teatri di
Pompei e Taormina. Non è stanca la pro
Loco di essere ripetitiva?
Tempo addietro, incontrandoti, esternasti
motivi di stanchezza, ti comprendo benissimo, essendo anch’io avanti negli anni,
ed allora caro Stefano, o smetti di bere o
cambi vino, non esistono accomodamenti
alternativi.
Se chiedi a me io sono pronto ad urlarti:
Cambia vino, ma continua a bere.
Con tanta ma tanta cordialità
Nicola Tuseo
Carissimo Nicola,
pubblico adesso questa tua lettera del 27
luglio scorso perché volevo avere lo spazio
sufficiente per rispondere ad alcune questioni che tu sollevi alla tua maniera: con
intelligenza e sarcasmo, che , apprezzo
tantissimo.
Intanto vorrei dirti che il giornale cercheremo di spedirtelo sempre e mi scuso se ciò
non avviene con puntualità. Ormai i giornali non li spediamo più, li inviamo per posta
elettronica e in tanti possono scaricare con
quindici giorni di ritardo gratuitamente il
giornale dal sito arcipikkia.it.
Se permetti vorrei darti dei numeri (e non
perché abbia bevuto il vino) per permetterti
di valutare il nostro lavoro giornalistico.
Ebbene proprio dal sito che citavo prima
è possibile verificare che dal 25 aprile del
2009 (data dalla quale permettiamo che si
possa scaricare il giornale, gratuitamente,
senza pubblicità, in formato PDF), ad oggi,
ci sono stati la bellezza di 106542 download (traducendo) che sono state scaricate
oltre centoseimila copie in ogni parte del
mondo. Centoseimila copie significa che,
per ogni numero, vi è una media di circa
mille persone che hanno scaricato il giornale. Se consideriamo che nello stesso
periodo sono state vendute all’incirca circa
quarantamila copie il quadro è completo.
Quindi, questi numeri che ti ho fornito, pur
non avendo ancora bevuto, mi fanno pensare che l’interesse per il giornale non solo non
è scemato ma che, proprio grazie alle nuove
tecnologie, si è ulteriormente ampliato.
Quindi, dal momento che chi si scarica il giornale dal sito lo fa unicamente perché interessato alla letteura di qualche articolo, questo
dimostra l’attenzione nei nostri riguardi.
Fatto salvo l’interesse dei lettori, credo che
un altro aspetto sia giusto chiarire per quanto riguarda l’impostazione del giornale.
Caro Nicola, sono sempre stato convinto
che la storia di un Paese, di un Popolo, la
si possa scrivere in tanti modi e non solo
raccontando gli avvenimenti politici e quelli
di grande rilievo. La microstoria, ovvero, le
tante storie raccontate, anche quelle di un
avvenimento sportivo, ci permettono di aprire squarci sulla vita di una comunità in un
periodo come quello attuale, pregno di grandi avvenimenti che i libri di storia racconteranno ai nostri successori.
E veniamo alla critica che tu ci rivolgi di trascurare le grandi questioni. Mi chiedo: cosa
potremmo aggiungere noi de La Goccia ai
commenti di autorevoli opinionisti, riguardo
alle questioni del papa, del Governo, delle
grandi questioni Internazionali? Nulla, a mio
parere. Si corre il rischio di sciommiottare le
grandi firme senza aggiungere nulla al confronto.
Noi dobbiamo avere la consapevolezza che
nel mondo dell’informazione rappresentiamo
una nicchia, una nicchia importante che, se
me lo permetti, rappresenta ancora il vecchio e sano giornalismo, quello che racconta
di vicende vissute e seguite in prima persona. I grandi giornali, se li guardi bene, sono
fatti in fotocopia, cambia solo l’indirizzo politico. Le agenzie battono la notizia e tutti i
giornali la riprendono.
A me è piaciuto molto il libro di Umberto Eco
“La misteriosa fiamma della regina Luana”.
Con quel libro Eco ha cercato di raccontare
gli avvenimenti di un’epoca attraverso l’immersione del protagonista che aveva perso
la memoria, nel deposito di una soffitta dove erano depositati gli oggetti del periodo
dimenticato. Ecco allora che un disco, un
articolo, un fumetto, uno scialle contribuiva
no a ricostruire la storia dimenticata. Noi
dalle pagine del nostro giornale, nel corso
di questi anni abbiamo raccontato questi
avvenimenti che possono apparire meno
importanti della politica o della cronaca
nera… invece sono la vita vissuta che altri, in futuro avranno modo di leggere.
Non è un compito facile, in quanto noi,
dobbiamo raccontare quello che succede
in una piccola comunità dove, dopo aver
scritto, ti trovi faccia a faccia con le persone delle quali hai scritto!
Ecco perché sono convinto che il nostro
lavoro è prezioso, fermo restando che
può e deve essere migliorato e tutti i suggerimenti sono da tenere nella massima considerazione.
Volvevo, anche dirti, caro Nicola, che rispetto a 20 anni fa sono cambiate tante
cose. Pensa all’irrompere di internet e
dei social net work. Pensa che la pagina di Fb de La Goccia ha circa 5000
fan e ogni giorno è visitata da migliaia
di persone.
Alla nostra pagina devi aggiungere il
ruolo apprezzabilissimo ed efficace
svolto da altre testate giornalistiche che
mettono in rete non solo articoli ma anche immagini.
La Goccia, in questo cambiamento ha
avuto la forza (io direi anche la capacità) di sopravvivere e lo ha fatto senza
ricevere un centesimo di contributi pubblici, avvalendosi solo del lavoro gratuito di tanti collaboratori, della fiducia degli inserzionisti e dell’amore dei lettori.
Certamente, caro Nicola, quasi 22 anni di impegno per la pubblicazione del
giornale non sono poca cosa, il peso,
la fatica, gli anni si fanno sentire. Non
ti nascondo che se qualcuno fosse disponibile a proseguire questa attività io
cederei immediatamente il “testimone”.
Certo in altre poche realtà esperienze
simili sono state realizzate! Vedi, in
questi ventidue anni, anche con il tuo prezioso contributo, abbiamo raccontato gli
eventi (tutti gli eventi anche quelli sportivi),
abbiamo lavorato sul recupero della memoria storica e il tuo contributo proprio in questo campo è stato veramente straordinario.
Tu mi consigli di cambiare vino e di continuare a bere… cerco di fare tesoro del tuo
consiglio e, spero di essere sempre consigliato da persone come te… la cosa che ci
unisce è l’amore per questo nostro paese…
Infine, ti vorrei dire che la dottoressa
Galeota non è più consigliere Provinciale
così come non lo è anche Augusto Pardo,
le vicende Ilva che hanno travolto la Giunta
Florido hanno portato allo scioglimento del
Consiglio provinciale.
Dimenticavo che ai giornali on line che dispone Ginosa vi è da aggiungere anche il
ruolo di Radio RG Studio, dove, ogni settimana, viene trasmesso un programma
di approfondimento sulle questioni locali e
nazionali da me curato che arricchisce ulteriormente il panorama informativo ginosino.
Diciamo che adesso i bevitori sono tanti così
come le cantine. E più fonti ci sono meglio
è… non ti pare?
Ti saluto, con tanto affetto e stima.
Stefano Giove
Le poesie di Carmelo Monaco
L’onda
Sorrisi (A)
Adagiata su un lato la barca riposa
Non s’accorge dell’onda che avanza copiosa
È già là la circonda si ritira e poi torna
Porge in dono un’alga che adesso l’adorna
Fuori piove poco importa
Ad alzarmi lei mi esorta
Lentamente si avvicina
Come fa ogni mattina
Non desiste , si spinge più in su della riva
Vuole a sé la compagna che il suo moto ravviva
Manca poco, una spinta, lei che scivola lenta
Si dimena barcolla ma in fondo è contenta
E´raggiante quel sorriso
Che illumina il suo viso
Poi leggera una carezza
Che sprigiona tenerezza
Si arrende lasciva a quell’insistenza
Va con lei prende il largo non c’è più resistenza
Vanitosa lei cede e si lascia cullare
Sentiva e aspettava il richiamo del mare
Verso l´alto mi conduce
E´quell´astro che da luce
Non c´e´alba ne tramonto
Bello quanto il suo ritorno
Ora è sola infelice in quella distesa
Non c’è più vanità è sola, indifesa
Pensa allora al calore del suo pescatore
Ora solo impotente, sente solo dolore
il sorriso suo non finge
anche quando il cuore piange
al coraggio lei mi invita
siamo in lotta con la vita
22
argomenti
n. 18 - 14 settembre 2013
Si alzano venti di guerra sulla soppressione
delle Sezioni Distaccate dei Tribunali.
A Ginosa un corteo di protesta: “Ministro Cancellieri… dimettiti!
-La protesta contro la legge
sul riordino della geografia
giudiziaria si alza di tono.
Il disappunto è arrivato a
coinvolgere in modo diretto
Ordini e associazioni dell’Avvocatura, politici, sindaci e
cittadini. Parte di questi organismi e opinione pubblica
a Ginosa hanno sfilato in
corteo per esporre le ragioni di una riforma che creerà
solo disservizi e nessun miglioramento dell’efficienza
della macchina giudiziaria.
Sicuramente vi saranno aggravi di spesa di almeno 30
milioni di euro l’anno. Il che
smentisce categoricamente
le affermazioni ministeriali.
Per esempio, a Cuneo è prevista un spesa di circa sette
milioni di euro per ristrutturare una scuola da adibire ad
attività giudiziaria. A Ginosa,
per ristrutturare il Presidio
Giudiziario (soppresso) si
sono spesi 150 mila euro;
ad Acqui Terme (soppresso),
si sono impegnati cinque
milioni di euro per la ristrutturazione del Tribunale. A
Bassano del grappa l’importo per la costruzione del
Tribunale ammonta a dodici
milioni di euro ai quali vanno
aggiunti altri otto milioni di euro per il completamento della cittadella della giustizia.
A Chiavari, consegnato un mese fa, la costruzione di un edificio giudiziario ha comportato un costo per lo Stato di 14 milioni di
euro. Per non parlare di Bari il cui sindaco,
Michele Emiliano, denuncia la scottante
situazione degli attuali immobili che sono
già insufficienti ad accogliere finanche gli
attuali uffici giudiziari. Stesse doglianze da
parte del presidente del Tribunale di Lecce
che, per evitare una paralisi della giustizia,
chiede di mantenere in funzione almeno
tre delle sette Sezioni Distaccate. Perché,
allora, ‘demolire’ uffici giudiziari costati diverse decine di milioni di euro? Perché attrezzare sedi inidonee? E’ corretto vantare
risparmi e efficienze che non rispettano la
realtà? Ecco perché da Ginosa si chiede
a gran voce di fermare l’azione ministeriale che viene ritenuta
insensata e che non
risponde agli interessi dei cittadini e della
giustizia. La sollecitazione al parlamento è
per una moratoria di
un anno dell’entrata
in vigore della riforma, fissata alla mezzanotte del 13 settembre. Con il d-day,
come è noto, spariranno
formalmente
947 Uffici Giudiziari,
30
Tribunali,
30
Procure, 220 Sezioni
Distaccate e 667 sedi
di Giudice di Pace le
quali, però, avranno
un ‘bonus’ fino alla
prossima Primavera
per consentire ai sindaci di verificare se
potranno farsi carico
delle spese di mantenimento degli Uffici
(risorse che Ginosa
ha già garantito, ndr).
Le Sezioni Distaccate
destinate ad essere
tagliate in provincia
jonica sono quelle
di Ginosa, Martina
Franca, Grottaglie e Manduria. Di fronte
al decisionismo del ministro della Giustizia,
Annamaria Cancellieri, ostentato a qualcosa di simile a Margaret Thatcher, si alzano
i venti di guerra per cercare di stoppare
l’avvio della riforma giudiziaria. Sul cui tema, a dir il vero, sembra assistere ad una
sorta di ‘drôle de guerre’ (strana guerra)
che da oltre un anno vede contrapposti da
attualità
una parte Magistrati, Governo e Capo dello
Stato e dall’altra Parlamento, Commissione
Giustizia, Ordini, Avvocature, politici e sindaci. Di qui un ineludibile
interrogativo: sull’argomento è ancora vigente
l’altolà del vicepresidente del Senato, Maurizio
Gasparri? Questi, replicando nei giorni scorsi
al Ministro Cancellieri
sull’affermazione
che
“la riforma è epocale,
deve partire e partirà”,
richiamò il voto unanime
espresso dal Parlamento
per un rinvio della chiusura dei tribunali. “Se il
Ministro –disse il senatore Gasparri- procederà ugualmente farà una
scelta grave e in contrasto con la volontà delle
Camere. Sarebbe un atto gravissimo che renderebbe ancora più precaria la vita del Governo”.
Questo concetto è stato
ribadito anche dal responsabile Giustizia del
Pd, Danilo Leva, con
l’auspicio che vi sia il
recepimento degli ordini
del giorno sulla riforma
che hanno visto un’ampia convergenza tra tutte
le forze politiche. “Se la
riforma è necessaria –è il
pensiero di Leva- è altresì indispensabile correggere alcune criticità
legate alla specificità del bacino d’utenza,
alla dimensione territoriale, alla situazione
infrastrutturale e, soprattutto, alla presenza
di criminalità organizzata”. Non si tratta di
posizioni ostili o di “ciechi particolarismi”,
ma un fronte di contrarietà alla riforma della
geografia giudiziaria che così come presentata viene ritenuta “demolitoria” e “irrazionale”. La posizione dei primi cittadini Vito
De palma (Ginosa), Gianfranco Lopane
(Laterza) e Giovanni Gugliotti (Castellaneta)
è unanime sul mantenimento del Presidio di
Giustizia di Ginosa. “Continueremo a combattere per il suo mantenimento in vita –ha
n. 18- 14 settembre 2013
affermato il sindaco De Palma, anche per
bocca degli altri colleghi- senza escludere
nessuna possibilità: dall’azione legale alle
iniziative eclatanti che ci vedranno sempre in prima fila insieme a tutti coloro che
vogliono impedire che venga consumata
un’ingiustizia totale. E’ accertato che nessuno dei tribunali accorpanti è in grado di
assorbire i tribunali soppressi e le Sezioni
Distaccate abolite. La situazione è drammatica e lo si rileva anche dalla richiesta
del presidente dei Tribunale di Taranto,
Antonio Morelli, di utilizzare la struttura
di Ginosa per le udienze fino al prossimo
31 dicembre e ‘sine die’ come archivio”.
I consiglieri regionali Pietro Lospinuso e
Giuseppe Cristella, hanno dato ulteriore
impulso al dissenso sostenendo che “bi-
23
sogna bloccare a tutti i costi uno scempio
nato da un capriccio del ministro Cancellieri
e del Governo”. Chiara e ribadita la posizione degli avvocati del versante jonico occidentale
facenti parte del Comitato
‘Giustizia e Territorio’:
“Non siamo contro una rivisitazione giudiziaria, ma
questa deve avvenire attraverso il confronto. Il ministro Cancellieri ha il dovere di ascoltarci. Ci sono
tante soluzioni per ridisegnare le circoscrizioni come quello della istituzione
di un Polo Murgiano collegato a Matera. Taranto
non è in grado di sopportare il carico delle sezioni
soppresse; bisogna eliminare gli steccati e ragionare”. La dinamicità e
produttività del Tribunale
di Ginosa è racchiuso nei
dati resi noti dall’avvocato Antonietta Rizzi. “In un
anno –ha dettagliato- sono state prodotte 2500
pratiche di cause e 210
sentenze civili. Tutti questi
provvedimenti hanno movimentato 40 mila persone che adesso dovrebbero migrare a Taranto! Qual
è il senso della riforma?”.
Una pausa di riflessione
sulla nuova geografia giudiziaria viene sollecitata
anche dal Consiglio nazionale forenze, i cui
componenti la ritengono quanto mai opportuna in luogo della legittimità del decreto
legislativo 155/2012 (Nuova organizzazione
dei tribunali ordinari e degli uffici del pubblico
ministero) sollevata dal Tribunale di Pinerolo
davanti alla Consulta, che si esprimerà nel
merito il prossimo otto ottobre. Si tratta, peraltro, di una nutrita serie di pendenze in
specie presso la Corte Costituzionale, tra le
quali anche il ricorso del Comune di Ginosa
al Tribunale amministrativo del Lazio.
Canta Storie
foto Maria Olivari
24
attualità
n. 18 - 14 settembre 2013
Lettere ginosine
Sarzana
di Corrado Strada
Tra i numerosi Festival di questa estate,
uno dei più importanti è stato quello della
Mente, che so è tenuto a Sarzana.
Sarzana è una piccola città ligure di appena 20.000 abitanti. Nel secolo XII ebbe
una notevole importanza per la sua posizione strategica poiché è fra la Liguria e
la Toscana.
Sarzana è storicamente legata a Ginosa.
Nel 1571 i Doria nuovi feudatari arrivano a Ginosa con alcune famiglie liguri:
Cattaneo, Genovese, Sangiorgio, Strada.
Erano reduci dalla battaglia di Lepanto
dell’8 ottobre 1571. La flotta cristiana cui
facevano parte anche navi genovesi comandate da Andrea Doria, riuscì a sconfiggere la flotta ottomana grazie all’intervento miracoloso della Vergine Maria, che fu
allora proclamata Regina delle vittorie, in
seguito Madonna del Rosario.
Giambattista Doria, figlio di Andrea, per
devozione alla Vergine fece costruire a
Ginosa due conventi, uno fu per i Padri
Francescani, l’altro per i Padri Eremitani di
Sant’Agostino.
Ritornando a Sarzana ho qui un libro di
Edoardo Boncinelli il cui contenuto ha introdotto il Festival della Mente: Come nascono le idee.
Questo suo intervento al festival, dallo
stesso autore è stato definito fascinoso.
Il momento della produzione di una idea
è brevissimo, un fiat, un soffio. L’idea può
nascere balorda, un’altra rivelarsi geniale,
altre no. Quale la chiave di creatività?
La premessa è veramente affascinante.
Come nascono delle idee non lo sa nessuno. Certamente nella parte più nobile del
nostro cervello si sviluppa la memoria cioè
si depositano le idee vecchie e quelle nuove, si confrontano e si creano delle nuove.
Altra domanda che ci dobbiamo porre: cosa è il nostro pensiero? Forse non tutti lo
sanno o non lo sa nessuno. Boncinelli azzarda una ipotesi: il pensiero è tutto quello
che nasce da uno stimolo. Cioè è la nostra
risposta a uno stimolo.
Negli animali inferiori, vedi gli unicellulari la
risposta segue immediatamente lo stimolo,
mentre negli animali superiori il tempo fra
lo stimolo e la risposta si dilata ed inoltre
cresce il numero delle risposte possibili a
quello stimolo. Nell’uomo il numero delle
risposte possibili aumenta incredibilmente.
Altre volte si ha l’impressione che allo stimolo non ci sia risposta. Ma sotto c’è un
trucco. Se leggo una frase o ascolto una
musica è facile che non risponda ad alcuna
azione. Ma può darsi che ore dopo, o mesi
dopo, o a anche dopo anni io dia una risposta sia a quella frase o a quel particolare
ascoltato.
Sono le risposte “differite” che molte volte, senza esserne coscienti, consideriamo
spontanee. Quello che possiamo dire su
ciò e che le risposte consapevoli o inconsapevoli fanno parte della nostra mente.
Come siamo complicati? E cosa è la mente? E tutto ciò che noi pensiamo? A volte
ci va di rispondere agli stimoli, a volte non
rispondiamo. Questo è essere liberi!
Qualche volta si reagisce con un lungo discorso, altre volte con una sola frase.
Nella nostra testa abbiamo un mondo di parole, di percezioni, di elaborazioni, di rifiuti
e di assensi. Tutto è possibile con le parole,
non solo, ma a volte reagiamo con il silenzio, silenzi che a volte chiamiamo eloquenti, che in fondo fa parte di una strategia di
comportamenti.
Negli ultimi anni la nostra testa è stata esaminata con sofisticate attrezzature scientifiche: Tomografia a emissione di positroni
PET, Tomografia assiale computerizzata
TAC, Risonanza Magnetica e Funzionale
RMN e RMF.
Queste ci consentono di guardare dentro
la testa di un essere umano mentre sta
eseguendo un compito. Quando un’area
del nostro cervello è particolarmente impegnata nella esecuzione di un compito,
riceve un po’ più di sangue rispetto al resto
del cervello. Il primo ad accorgersene, non
con le attuali attrezzature, fu Angelo Mosso,
un neurochirurgo italiano. Mentre eseguiva
un intervento a cranio aperto, riscontrò toccando con le dita che certe parti del cervello
erano più calde di altre. Oggi sappiamo con
sicurezza mediante le sofisticate attrezzature dette prima, che l’area del cervello che è
particolarmente impegnata è più calda perché riceve una maggiore quantità di sangue, giacché la nostra testa, cioè la nostra
mente è rivolta a questa determinata azione
che probabilmente vorremmo compiere. Si
è accertato che quando il soggetto parla si
attiva (cioè affluisce più sangue) una regione temporale (cioè la nostra tempia) sinistra.Essa è stata chiamata “area di Broca”,
mentre il soggetto è in ascolto di quanto
dice un suo vicino che sta parlando, le regione impegnata, cioè che in quel momento
contiene più sangue, è leggermente posteriore all’“area di Broca” e viene chiamata
“area di Wernicke”.
Il progresso è appena iniziato. Nuove
aree per altre funzioni si sono scoperte.
Sappiamo che c’è un area specifica del nostro cervello in cui le cellule impegnate per
la prima lingua che abbiamo imparato, cioè
l’italiano, una seconda area per l’inglese e
cosi via per il tedesco.
Teniamo presente che per i primi 18-20 anni
della nostra vita il nostro cervello continua a
crescere. Le cellule che si sviluppano sono
dell’ordine di miliardi.
Come sempre accade l’euforia delle scoperte scientifiche porta i nostri studiosi ad
entusiasmarsi a volte in modo eccessivo.
Dimentichiamo spesso che quelle meravigliose scoperte sono da attribuire sì alla
scienza, ma non esiste una religione della
scienza. Gli studiosi dovrebbero essere più
umili, quello che essi scoprono è stato creato non da loro, ma da un altro, da un dio che
ha fatto tutte queste cose.
È un invito all’umiltà, Albert Einstein ce lo
insegna.
(Continua)
Corrado Strada
Bibliografia
Boncinelli E. : Come nascono le idee –
Milano RCS 2013
Tuseo D. : Storia di Ginosa – Pro manuscripto 1957
attualità
n. 18- 14 settembre 2013
25
DONARE UN GESTO NOBILE ADMO (ASS. DONATORI MIDOLLO OSSEO)
Come ogni anno con l’AIDO e AVIS con l’aiuto dei nostri volontari siamo presenti nelle
piazze e nelle scuole muniti di materiale informativo utile alla divulgazione del nostro
messaggio sulla donazione. ADMO AIDO e
AVIS insieme con un unico progetto “ DONO
ANCH’IO” che prevede la collaborazione
delle tre associazione con un unico scopo:
quello di informare alle persone soprattutto
ai giovani, di portare testimonianze, sensibilizzando verso la consapevolezza di poter
aiutare chi e gravemente malato senza possibilità di guarigione.
L’ADMO e un’ associazione estesa a livello
non solo locale ma nazionale, ha come fine
un fine nobile e semplice: aiutare il prossimo
salvandogli la vita.
Proprio questo e accaduto a Valentina Zicari
che il 2 luglio scorso a compiuto questo gesto molto nobile donando qualcosa di molto
speciale, le cellule staminali.
La prima donatrice da non consaguigna (da
estranea) a Ginosa.
Con questo ai fatto ai fatto sorridere e spe-
rare chi non aveva più speranza di
vivere perché affetta da leucemia
cronica, sei stata l’unica compatibile
in tutta Italia con quella persona che
aspettava con tanta speranza questo
momento.
Grazie Valentina da parte di chi sta
dall’altra parte della barricata, sai benissimo che la donazione anonima e
soprattutto gratuita.
Per tanti di noi che siamo arrivati al
traguardo senza che si accendesse
una luce.
Ma per tè si è accesa una luce prima
che raggiungessi il traguardo.
Grazie Valentina che hai ceduta fino
in fondo nelle nostre iniziative. “Il bene fatto segue i tuoi passi e quando lo
credi dimenticato ti ricade davanti in
pioggia di stelle”
Sez. ADMO di GINOSA .
IL RESPONSABILE
ANTONIO GUARINO
AVIS GINOSA: AD AGOSTO
NUMERI INCORAGGIANTI
Nonostante il clima estivo, il
giorno feriale, e molti ancora in
giro per gli ultimi giorni di ferie,
la donazione del 29 agosto
scorso, presso Piazza Plebiscito, ha visto la presenza di
oltre 70 donatori. L’autoemoteca ha però potuto far donare
soltanto 51 presenti.
Il numero è stato molto soddisfacente e incoraggiante
e permette all’Avis di poter
provvedere ad altre giornate
di donazione, sapendo di poter
puntare e ottenere un incoraggiante e rassicurante numero di donatori ogni
volta.
L’invito per tutti i volenterosi è per il prossimo 3 ottobre (nel prossimo numero saremo più esplicativi e precisi).
Baldassarre (Baldo) D’Angelo
Addetto Stampa Avis Ginosa
Auguri a Isabella
Auguri più sinceri dagli zii Carmela e
Vito alla nipotina Isabella Ardito che lo scorso
28 agosto ha compiuto 9 anni.
26
il racconto
n. 18 - 14 settembre 2013
10 sassi
Il cuore bolliva come in una pentola a pressione. Stava lì, ad aspettare il sibilo che
avrebbe svaporato la sua inquietudine.
Sentiva crescere la rabbia, come quando i
fagioli gonfi si staccano dalla buccia. La
pelle paonazza si era riempita di rossore e
prurito. “t’chiurn l’ man” così diceva. Ti
prudono le mani per le botte che vorresti
dare. Eppure mantieni un istinto vendicativo
nella corteccia. I piedi, radici interrate, non
si muovono. E il viso secca e s’ingiallisce,
nemmeno il vento o uno schiaffo lo scalfisce. È un morto il corpo che si aggrappa
alla rabbia per nasconderla.
Così era suo nonno mentre sua nonna urlava, si strappava i capelli, lo ingiuriava con
la lingua e le mani. Spingeva avanti il dito
come se fendesse un fioretto, lo infilzava
dritto nel suo sangue, nei figli, nel bene e
nel gene. Diceva che erano tutti uguali, dei
miserabili, dei traditori che la volevano pazza, sciagurata. Nessuno aveva saputo delle
bugie fino a quel momento.
Tutti quei soldi giocati nella speranza, senza azzardo.
Lo incalzava, t’chiurn l’man, ma tanto non
sei un uomo, perché non picchi, umili, spingi la tua rabbia fino alla violenza.
Come una statua di sale, suo nonno restava
nella scena di un dramma infinito.
Mentre sua nonna infieriva su tutto, le cose,
la casa, le foto, gli alberi genealogici. Tutto.
Adele guardava.
Passarono gli anni fino a quando si fece
donna. Quelle immagini sfumarono con il
tempo, si mescolarono ad altre memorie
che crescendo si erano accumulate. Adele
non ci aveva più pensato fino a quella mattina, quando tornò in quella strada, dove
anni prima era quella casa, la sua vita precedente, in cui si era fatta prima le ossa e poi
di
carne.
Era diventata poi donna in altri luoghi, più
distanti e freddi, che aveva imparato ad
amare, ma che le avevano raffreddato anche i ricordi e l’istinto. Come un orso in letargo.
Improvvisamente ricordò ogni cosa, la porta e le scale scivolose, la stufa e il pavimento tiepido dove si addormentava come
una lasagna messa a scaldare, le volte del
soffitto, gli armadi astronave e casa delle
bambole, la cucina sempre aperta e l’odore
dei peperoni fritti.
Affioravano svelte memorie sotto la pelle,
le sentiva scivolare dentro e sciogliere nodi
e resistenze. Per un attimo ebbe quasi la
sensazione di essere stata risucchiata da
un vortice e rimbalzata prima nel passato,
poi in un infinito presente. In un altro momento sicuramente avrebbe prevalso la
sua tendenza a ritrarsi, a chiudersi e lasciar fuori ogni cosa, eppure quella mattina
con un sole coperto, si abbandonò senza
timore.
Quella casa che non c’era invece era li, davanti ai suoi occhi, accessibile e solida. Le
sembrò miracoloso.
A interrompere quell’idillio, una voce improvvisa con forza alle sue spalle, scandì il
suo nome: “Adele Adele ma sei tu?”
Si voltò non riuscendo a nascondere il disappunto, come quando si viene svegliati
nel bel mezzo di un bel sogno, che
svanisce inesorabilmente con la veglia.
“Adele sei proprio tu. Si fatt’ bell...”
Quella voce proveniva da una piccola donna ricurva.
Quella voce era sua nonna.
Per un lunghissimo istante, fatto di sguardi
e respiri faticosi, le due donne si guardarono.
Quella donna era quella casa.
Le mani come una cucina le avevano preparato cibi per crescere, quegli occhi erano profondi come soffitti alti e tondi, il ventre, dove si addormentava, era una stufa
che tratteneva il calore per un sonno confortevole.
Adele non riuscì più a trattenersi e senza
esitare si lanciò in un abbraccio fuori dal
tempo, dai ricordi, dal passato separato da
ciò che si è oggi. Un abbraccio istintivo e
primordiale, quando ritrovi parte di te, che
riconcilia e rinsalda.
“Nonna nonna ti cercavo...”
Lei si strinse quella bambina al cuore, che
invece ruppe il silenzio e iniziò come consuetudine a riempirla di domande, senza
dare il tempo alle risposte di venire.
Mentre sua nonna l’accarezzava energicamente per calmarla, come faceva quando
Adele, da bambina, si disperava per qualcosa, la nipote si agitava e si strofinava gli
occhi ingrossati dalle lacrime trattenute.
“Adele vieni andiamo a casa. Che stiamo a
fare qui...”
S’incamminarono lentamente, si dileguarono come le immagini sbiadite delle foto antiche.
Si persero tra le chiacchiere. Mangiarono
insieme e alla fine di quella giornata di piena
emotiva, si salutarono con la promessa di
ritrovarsi presto.
Il giorno dopo rischiò di perdere il treno, lo
prese al volo e quasi non ebbe il tempo degli ultimi abbracci. Si lasciò andare frastornata al suo posto, di fianco al finestrino che
le serviva per agganciare gli ultimi scorci
della terra che cambia, del paesaggio che
dal mare e dal giallo vira verso una collina
scura e che trattiene lo iodio.
Solo dopo diverse ore si accorse di avere
ritrovato la forza di ricordare.
T’ chiurn l’man. Eppure l’amore è l’eternità.
Quella disperata guerriglia di tanti anni prima si era conclusa quello stesso giorno.
Sua nonna aveva asciugato gli occhi e arrotolato le maniche del camice, aveva mandato il dolore in una pressa fino a distenderlo come una coperta, aveva preparato la
cena per tutti e prima di mezzanotte aveva
riaperto il suo cuore a quell’uomo smarrito.
Le mani non prudevano più, ma rimanevano
agganciate in un intreccio privato e familiare. Quelle mani infaticabili mettevano a
posto ogni cosa, come potevano.
Adele si addormentò, mentre il treno si immergeva tra i monti. Si risvegliò ormai a
destinazione.
Ad aspettarla ritrovò quel vento freddo, pungente e inesorabile.
E come ogni volta si piegò e per scongiurare il pericolo di volare via, raccolse 10 sassi
e li mise in tasca, per restare agganciata
saldamente alla sua vita.
avvenimenti
n. 18- 14 settembre 2013
27
I lions sempre in prima linea nella
diffusione della cultura sul territorio.
Manuel De Sica presenta il suo libro” Di figlio in padre”
I lions di Ginosa sono sempre in prima linea
nella diffusione della cultura sul territorio e
non conoscono tregua neppure in estate:
dalla mini crociera nei due mari di Taranto
alla raccolta degli occhiali usati a Marina
di Ginosa, ecco un intermeeting di grande
spessore culturale .
Il primo settembre in una meravigliosa serata ammantata da un cielo blu intenso,
immersi nella bellezza della scorcio della
Gravina di Ginosa, sul sagrato della Chiesa
Madre, si è svolta la presentazione del libro
“Di Figlio in Padre” dello scrittore e compositore musicale Manuel De Sica, figlio
del noto attore e regista Vittorio De Sica,
libro dal titolo particolare in quanto volto al
racconto della vita del noto attore e regista
secondo una prospettiva “ascendente”, un
flusso di coscienza sul filo dei ricordi dello scrittore che sin da piccolo, insieme al
fratello Cristian. ha accompagnato il padre
sul set.
La presentazione del libro e l’incontro con
l’autore sono stati organizzati dai Club
Lions Ginosa “Le Gravine”, Massafra-Mottola “le Cripte”, Crispiano “Terra delle cento
masserie”, Noci “Dei Trulli e delle Grotte”,
Universitario-Casamassima Altamura, Matera “Host” e Matera “Citta’ dei Sassi”, con
l’intervento straordinario del Governatore
del Distretto 108 AB Gian Maria De Marini,
del vice Governatore Alessandro Mastrorilli,
del Delegato di Zona Marco Lafornara ,dei
Presidenti dei rispettivi Clubs e di un pubblico delle grandi occasioni. Impegnativo ma
gratificante il lavoro svolto dal Club trainer
“Ginosa le Gravine”, cui va il merito, con il
suo presidente Luigi Bozza e soci tutti, di
aver reso possibile che il nostro splendido
territorio fosse la sede di un evento di tale
importanza .
L’ iniziativa, infatti, non ha soltanto interpretato lo scopo lionistico che invita a “prendere parte attiva al bene civico e cultuale della
comunità “, ma ha dimostrato ancora una
volta, l’ attenzione dei lions alla valorizzazione del territorio proprio attraverso la scelta vincente della location. Moderatore dei
lavori è stato il noto giornalista Giuseppe
Mazzarino che con le sue domande fresche
e piccanti ha contribuito a rendere l’incontro
con Manuel De Sica particolarmente brioso.
La serata è stata entusiasmante per tutto
il pubblico presente…! Per alcuni istanti sembrava quasi di trovarsi in un circolo
bohemienne…e tutte le difficoltà del vivere
quotidiano sembravano essere lontane….!
Tutti erano persi nella magia del cinema di
cui, com’è noto, Vittorio de Sica continua
ad essere uno dei maggiori esponenti.
Dall’incontro con l’autore è emerso il de
Sica padre nella sua umanità, nella sua
simpatia e fare tranchant, negli insegnamenti dati ai figli, nel suo modo autentico
di vedere il cinema che doveva essere
espressione della realtà con i suoi problemi e uomini veri, nell’irripetibile situazione
storica dell’Italia degli anni cinquanta che
rinasce con tutta la sua forza dopo gli orrori
della guerra, simbolo di un’Italia che anche
oggi deve trovare la forza di poter rinascere
dalle sue ceneri!
Molti gli aneddoti degni di nota raccontati
da Manuel De Sica sul lavoro del padre, del
suo rapporto con gli attori e con le attici (la
preferita del padre era Anna Magnani, come confessato dallo stesso Manuel), della
falsità del mondo del cinema e delle piccole
beghe tra attori e registi, del suo desiderio
di realizzare un cinema italiano che fosse
autentico, diversamente dalla teatralità del
cinema americano lontano dalla vita reale
con i suoi effetti speciali. L’ispirazione per
Vittorio De Sica doveva provenire sempre
dal mondo reale di cui il cinema del secondo dopoguerra doveva essere la rappresentazione fedele, pur nella consapevolezza che nei rapporti tra gli esseri umani (e
specialmente tra attore e regista) la verità
non va detta…., perchè la verità dispiace,
per cui l’essere umano è costretto a mentire! Ma in fondo… che cos’è la verità se non
ciò che sentiamo dentro di noi?
Certamente le emozioni regalate dall’intermeeting culturale dei Lions con la presentazione del libro sono state intense, come
ha sottolineato lo stesso Governatore e
come autentico è stato tutto il cinema di
De Sica. Un grazie sentito da parte mia e di
tutti i presenti per la splendida serata, riuscita anche grazie al patrocinio dell’Amministrazione Comunale e alla collaborazione
di Angelo Inglese e dell’ Albergo Diffuso “
Il Casale”!
Margherita Zanelli
Addetto Stampa del Club
28
attualità
n. 18 - 14 settembre 2013
RICERCA & FORMAZIONE
L’uomo più ricco di
Babilonia
“La fortuna può sorriderci solo se approfittiamo
delle occasioni che si presentano.”
Nel corso dei secoli Babilonia ha conservato la fama di essere stata una delle città
più ricche e con favolosi tesori. Non sempre è stato così. Le ricchezze di Babilonia
sono il risultato della sapienza dei suoi abitanti che, innanzitutto, dovettero apprendere il modo di diventare ricchi. Quando il
re Sargon ritornò a Babilonia, dopo aver
sconfitto i suoi nemici, si trovò con una
grave situazione finanziaria. Il re, sorpreso, chiese spiegazioni al cancelliere reale
la cui risposta fu:
«Maestà, il popolo vi è riconoscente per gli
anni di grande prosperità, dovuti agli investimenti in grosse opere, come canali d’irrigazione e imponenti templi per gli Dei. Ora
che le opere sono finite, il popolo sembra
non poter soddisfare le proprie necessità:
gli operai non hanno un lavoro, i commercianti hanno pochi clienti, gli agricoltori non
possono vendere i loro prodotti, il popolo
non possiede oro sufficiente per acquistare il cibo».
«Ma dove è andato a finire tutto il denaro
che abbiamo speso per quelle opere?» domandò il re.
«Temo che tanto di quel denaro sia finito
nelle mani di pochi uomini molto ricchi della città - rispose il cancelliere. – Il denaro
è passato fra le dita della maggior parte
della nostra gente, così come il latte di capra passa attraverso un colino. Ora che la
fonte dell’oro si è prosciugata, la maggior
parte dei cittadini è tornata a non possedere niente».
«Perché pochi uomini hanno potuto accaparrarsi tutto l’oro?» replicò il re, dopo aver
riflettuto alcuni istanti.
«Perché sapevano come fare. Non è possibile condannare un uomo perché ha successo; e nemmeno è possibile prelevargli
il denaro che si è guadagnato onestamente, per darlo a coloro che non ne sono stati
capaci» ribatté il cancelliere.
«Ma perché tutti gli uomini non possono
imparare a fare fortuna e diventare ricchi?» chiese il re.
«La vostra domanda contiene già la risposta, Maestà.
Chi possiede la più grande fortuna della città di
Babilonia?» rispose e chiese il cancelliere.
«Certamente, mio fedele cancelliere, è Arkad
l’uomo più ricco di Babilonia. Portatelo qui
domani.»
Il giorno seguente, così come aveva ordinato
il re, si presentò Arkad, ritto e con la mente
sveglia, nonostante l’avanzare dell’età.
«Possedevi qualcosa quando hai iniziato?»
gli chiese il re.
«Solamente un enorme desiderio di ricchezze; a parte quello, niente.» rispose Arkad.
«Arkad, - proseguì il re – la nostra città si trova in una situazione molto delicata, perché
sono pochi gli uomini che conoscono il modo
di acquisire ricchezze. Solo pochi babilonesi si arricchiscono, mentre la massa dei cittadini non conosce il modo per conservare
una parte dell’oro che riceve in pagamento.
Voglio che Babilonia sia la città più ricca del
mondo, e ciò significa che deve fare ricchi
molti uomini. Dobbiamo insegnare a tutta la
popolazione come può ottenere la ricchezza.
Dimmi, Arkad, esiste un segreto per farlo?
Può essere trasmesso ad altri?»
«È una questione pratica, vostra Maestà.
Tutto ciò che l’uomo conosce, può essere
insegnato»
«Arkad, - gli occhi del re brillavano – hai detto esattamente le parole che volevo ascoltare. Ti offriresti per questa grande causa?
Insegneresti la tua scienza a un gruppo di
maestri? Ciascuno di loro potrebbe insegnare ad altri, fino a che ci sia un numero sufficiente d’insegnanti per istruire tutti i sudditi
del mio regno!»
«Sono vostro umile servitore - disse Arkad
con reverenza – e condividerò con piacere
tutto il mio sapere per il benessere dei miei
concittadini e la gloria del re.»
Due settimane dopo, di fronte a cento persone sedute su tappeti colorati a forma di semicerchio, Arkad iniziò a spiegare loro le cinque
regole d’oro:
1 L’oro arriva facilmente, in quantità sempre
crescente, all’uomo che riserva non meno di
un decimo dei suoi profitti per creare un bene
in previsione del suo futuro e di quello della
famiglia.
2 L’oro lavora diligentemente per il saggio che
lo impiega in modo redditizio, moltiplicandosi
come le greggi nei campi.
3 L’oro resta sotto la protezione del padrone
prudente, che lo investe secondo i consigli
degli uomini saggi e competenti.
4 L’oro fugge dall’uomo che lo investe in imprese a lui non famigliari, o che non sono approvate da chi conosce il modo di far lavorare
l’oro.
5 L’oro abbandona l’uomo che lo forza per
profitti impossibili, che segue il consiglio seduttore di truffatori, o che si fida della propria
inesperienza e delle sue improvvisate voglie
d’investimento.
Tutti gli uomini desiderano arricchirsi; e questo desiderio esisteva anche nel cuore degli
uomini di quattromila anni fa, come in quello
degli uomini d’oggi. A quei tempi non esistevano le scuole, tuttavia c’era un “centro di
apprendistato” molto pratico, nei pressi della
Torre di Babele e considerato più importante
dello stesso palazzo reale. Compare poco nei
libri di storia, nonostante esercitasse un’enorme influenza sulle idee di quell’epoca.
Ho preso a pretesto la piccola storia appena
narrata poiché credo abbia parecchia attinenza con ciò che la Matera Arredamenti sta
realizzando in questo periodo, con il prezioso sostegno dei Comuni di Laterza, Ginosa e
Castellaneta e l’eccellente collaborazione dei
Sindacati di categoria e di altre Aziende del
nostro territorio. Si tratta del progetto chiamato “Un’impresa che funzioni” e consiste di
un percorso di sei giornate formative (completamente gratuito) per imprenditori e privati
cittadini. Nel nostro piccolo vorremmo emulare il buon re Sargon e l’abile Arkad, poiché
siamo convinti che seminare il germe della
cultura imprenditoriale, possa restituire al nostro territorio la ricchezza e lo splendore che
merita.
Liberamente tratto da: “L’uomo più ricco di
Babilonia” di George S. Clason - Gribaudi
Edizioni
Per quanti fossero interessati, possono prendere contatto con i nostri uffici:
Tel. 099 8216774 – Cell. 333 7371894.
Giovanni Matera
Per consultare altri miei articoli:
www.materarredamenti.it > Blog
attualità
n. 18- 14 settembre 2013
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n. 18 - 14 settembre 2013
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n. 18- 14 settembre 2013
La ginosina
Luciana Lovecchio
ottine la nomina a
Dirigente Scolastico
a Oria. Complimenti!
Lo scorso mese di agosto, alla Dott.ssa Luciana Lovecchio, è stata conferita la nomina di Dirigente scolastico quale vincitrice del
concorso del 2011 e le è stato assegnato il primo I. C. “De Amicis”
di Oria.
Residente a Castellaneta è stata l’unica ginosina ad aver superato
il concorso da Dirigente Scolastico, per la verità un concorso molto
duro e selettivo, ottenendo un ottimo punteggio, tale da assicurarsi
la nomina nel secondo anno di validità della graduatoria, annoverandosi quindi tra le più giovani Dirigenti Scolastici d’Italia.
Che fosse molto determinata lo si può intuire dalla sua carriera
scolastica infatti, dopo aver frequentato le elementari alla scuola
“S. G. Bosco” e le medie alla “Carducci” di Ginosa, si è diplomata
all’Istituto Magistrale “T. Stigliani” di Matera. Appena conseguito
il diploma con voti eccellenti, partecipa al
concorso Magistrale nel 1995 superandolo.
Anche questa volta, nel secondo anno di validità della graduatoria ottiene la nomina in
ruolo all’età di 21 anni con sede 1° Circolo
“S. G. Bosco” Ginosa, contitolare della mamma, Giovanna Ruggieri, nonché sua tutor.
L’anno successivo chiede il trasferimento
alla scuola “Pascoli“ di Castellaneta, ormai
sposata. Si iscrive all’Università di Bari, perché non si sente pienamente realizzata, alla
facoltà di Scienze dell’Educazione, riprende
gli studi facendo un percorso brillante tanto
da laurearsi nel 2005 con il massimo dei voti,
110 con lode, con una tesi in Psicologia dello
sviluppo.
Con questi risultati e tanti anni di studi avrebbe potuto fermarsi (oramai aveva raggiunto
l’obiettivo della laurea). Consegue poi, col
massimo dei voti, il Master di secondo livello in Dirigenza scolastica e, appena bandito
il concorso, eccola pronta a ricominciare, a
rimettersi in gioco, con la sua voglia di imparare, con la curiosità di scoprire nuovi orizzonti, di anticipare i tempi, di partecipare attivamente all’evoluzione della società, dando
il suo contributo per una scuola più moderna
capace di cogliere e capire le difficoltà e le
speranze delle nuove generazioni.
Ora per lei comincia una nuova avventura,
piena di tante responsabilità e impegni, tra
cui ottemperare agli obblighi di legge, garantire il buon andamento della pubblica
amministrazione, fare in modo che gli alunni
conseguano le otto competenze chiave della
Strategia di Lisbona, garantire il benessere
organizzativo, ma soprattutto garantire un
ambiente di apprendimento, per gli alunni,
sereno e accogliente, conscia com’è del fatto
che un “insegnante, un bambino, una penna
e un libro possono cambiare il mondo”.
Tel. 099.8291183
MD
Cell. 347.9031268
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argomenti
n. 18 - 14 settembre 2013
I soci della Banca di
credito cooperativo di
Marina di Ginosa
visitano la city di Londra
“L’ istruzione riparte”, un decreto
per rianimare scuole e università
60 e Lode.
Tutti i
diplomati
sono uguali.
Abolito il bonus maturità. 60
vale 100…e 100 vale 60
Di Sarah Scorpati
Un decreto, quello sulla scuola, che pare finalmente voler dare e non prendere, stanziare
e non tagliare in favore della tanto vituperata
istruzione italiana.
Un nuovo piano triennale di assunzioni
da 69mila posti, con particolare attenzione
per gli insegnanti di sostegno. Interventi
sull’edilizia e il dimensionamento scolastico,
con 15 milioni di euro per la connettività wireless delle aule. E ancora: provvedimenti
sul carolibri, borse di studio, immediata
abolizione del bonus maturità e estensione del permesso di soggiorno per periodi
di studio. Sono questi alcuni dei punti contenuti dall’atteso decreto legge sulla scuola,
approvato lo scorso lunedì dal Consiglio dei
ministri e presentato in conferenza stampa dal
premier Enrico Letta. Un’operazione da 400
milioni di euro complessivi, come annunciato
dal ministro della Pubblica Istruzione, Maria
Chiara Carrozza, che ha anche spiegato che
la copertura verrà dall’accisa sugli alcolici.
Il comunicato stampa del Miur presenta, semplificandolo, il decreto “L’istruzione riparte” in
9 punti chiave tra i quali compaiono iniziative in tema di Welfare dello studente,Libri
di
testo,Potenziamento
dell’offerta
formativa,tutela della salute a scuola,
Semplificazione per il sistema universitario e della Ricerca. 100 milioni saranno usati per aumentare il
argomenti
Fondo per le borse di studio degli studenti universitari a partire dal 2014 e per
gli anni successivi. Lo stanziamento è
dunque consolidato e non temporaneo.
15 milioni vengono stanziati per il 2014
per garantire ai capaci e meritevoli ma
privi di mezzi il raggiungimento dei più
alti livelli di istruzione. 15 milioni saranno spendibili subito per la connettività wireless nelle scuole secondarie, con
priorità per quelle di secondo grado. Gli
studenti potranno accedere a materiali
didattici e contenuti digitali in modo
rapido e senza costi.
L’adozione dei
testi
scolastici
diventa facoltativa: i docenti potranno
decidere di sostituirli con altri materiali.
Per quest’anno scolastico gli studenti potranno utilizzare liberamente libri di testo
nelle edizioni precedenti, purché conformi alle Indicazioni nazionali.
8 milioni complessivi (2,7 per il 2013 e
5,3 per il 2014) vengono stanziati per
finanziare l’acquisto da parte di scuole
secondarie (o reti di scuole) di libri di
testo e e-book da dare in comodato d’uso agli alunni in situazioni economiche
disagiate.
Per quel che riguarda le università – oltre
al consolidamento delle borse di studio
(per cui sono stati stanziati 100 milioni
di euro) – spicca l’immediata abolizione del contestato bonus maturità. Nella
tornata di test d’ingresso alle facoltà a
numero chiuso in corso in questi giorni
non si terrà dunque conto del voto conseguito all’esame di Stato, come inizialmente
sarebbe dovuto essere. Secondo il decreto ministeriale firmato lo scorso giugno, un
100 e lode sarebbe valso fino a 10 punti di
chi è andato sotto l’80, ma il Ministero ha
deciso di fare marcia indietro e abolire
il bonus. “Una misura che aveva creato
solo sperequazioni”, ha detto il ministro
Carrozza. Un’ abolizione che punterebbe
all’equità nella valutazione per l’ingresso
nel mondo universitario, ma che certamente sarà più apprezzata dai maturati con 60
piuttosto che da quelli che hanno conseguito il massimo o addirittura la lode. Ponendo
dunque sullo stesso gradino di partenza
i due risultati, che per rigore di logica però non lo sono e in casi estremi potrebbe
svantaggiare i più meritevoli. Tutto nasce
dalle costanti contestazioni degli studenti
delle regioni settentrionali che si dicevano
svantaggiati a fronte dei troppi studenti meridionali maturati con il massimo dei voti, i
quali sarebbero stati assegnati con “estrema generosità”.
Questa però, potrebbe interpretarsi, a voler
essere maligni, una lettura di numeri oggettivi con parametri ispirati in qualche caso al
pregiudizio o comunque a motivazioni poco
solide, poco oggettive e spesso poco meritocratiche.
È bene, però, attendere, prima di fare
polemiche, la soluzione alternativa alla
quale pare si stia lavorando per poter
comunque dare un peso al curriculum
scolastico. Che piaccia o no ha un peso.
I soci della Banca di credito cooperativo di Marina di
Ginosa visitano la city di Londra e i gioielli della corona d’Inghilterra nei sotterranei del castello di Windsor.
Turismo culturale ma anche con una prospettiva economica, con un occhio al business in salsa british. Anche
quest’anno, a coronamento di un bilancio che vede triplicato l’utile netto dell’istituto di credito che si attesta su
1.306.155 euro, la Bcc jonica ha sorteggiato 30 soci per
il viaggio premio e la scelta della capitale britannica non
è stata certo casuale.
Secondo gli ultimi dati diffusi dall’Enat, l’Agenzia nazionale per il turismo, il flusso annuale di visitatori che
dal Regno unito si recano in Italia sfiora i 3 milioni di
presenze con un incremento nei mesi estivi che vede
soprattutto un trend in espansione che riguarda nuclei
familiari e giovani coppie. La Puglia è 5^ nella classifica
delle preferenze dei turisti britannici e il target fa pensare che Ginosa Marina, col suo litorale ampio e la sabbia
fine potrebbe diventare meta ideale per i tour operator
inglesi. In quest’ottica di incoming si inquadra il viaggio
a Londra degli operatori e imprenditori marinesi e non,
molti dei quali impegnati nel settore alberghiero e della ristorazione che è divenuta negli anni, anche grazie
all’apporto della Bcc, una delle voci trainanti dell’economia del borgo rivierasco di tutta la zona occidentale del
Tarantino.
“Andare a Londra - afferma il Direttore generale della
banca, Dott. Antonio Gallitelli, non è solo un viaggio di
piacere, ma un’opportunità di confronto e di crescita
delle nostre imprese e del nostro territorio che si iscrive esattamente nella mission nel nostro istituto e che
si basa sulla crescita morale sociale ed economica del
nostro tessuto connettivo”.
Le realtà economiche locali, come attestano anche alla
Bcc vantano già diverse partnership con il Regno unito,
soprattutto nelle esportazioni di uva e di prodotti alimentari. Il viaggio sociale tra una mini crociera sul Tamigi e
una visita alla torre di Londra potrebbe essere l’occasione per incrementarle, senza contare che in questo
periodo a Londra, alla National Gallery si possono ammirare i più bei reperti di Pompei, per i sudditi di Sua
maestà Elisabetta II un vero e proprio evento con cospicue entrate per il turismo inglese molto bravo a sfruttare
ogni pietra. Forse dovremmo imparare dai nostri cugini
d’oltremanica.
Michele Pacciana
n. 18- 14 settembre 2013
33
EVOLUZIONE DELLA SPECIE:
DAL CALESSE AL TAXI
Immaginiamo un turista che, proveniente da Bari (treno o aereo), giunga a
Ginosa con bus di linea e, poniamo, dal terminal debba recarsi al Aparthotel
(casa albergo), in zona orologio, con famiglia e bagagli: con quale mezzo si
sposta, escludendo il “servizio di cortesia” della struttura? Il primo impulso è
quello di chiedere un taxi. Una parola sconosciuta in una città di 22mila abitanti
ed estesa per 180 km/q. E allora, via con il cavallo di san Francesco o, con
espressione più forbita, “pedibus calcantibus” cioè a piedi. Una immagine non
certamente accattivante per chi è attratto dalla Passio Christi, dalla rinnovata
gravina, dai ritrovamenti archeologici, dagli eventi culturali proposti sul web,
dalla gastronomia o dal richiamo del mare. Spostarsi a Ginosa, all’interno della
città (uffici pubblici, strutture socio-sanitarie, mercato del giovedì, Casa
Famiglia in zona Dattoli e Villa Genusia, impellenze varie, pronto soccorso o
cimitero, magari proveniendo dal quartiere san Leonardo) è un problema non
da poco. Lo si lasci dire al sottoscritto, ginosino trapiantato al nord, che si reca
periodicamente nella terra d’origine senza l’auto privata. Credo sia giunta l’ora
che anche l’amministrazione cittadina affronti il problema. L’istituzione del
servizio di taxi a Ginosa spero non appaia come una assurdità. Ciò vale anche
per Marina di Ginosa, nonostante un recente bando di “bus navetta estivo”
(promulgato in piena estate, il 12 luglio 2013 con scadenza il 19 dello stesso
mese. Forse per farlo andare deserto?).Va, inoltre, evidenziata la differenza
“porta a porta” del taxi rispetto al servizio pubblico collettivo che impone le
“fermate”. Ginosa non è più quella dei tempi antichi, un paese in prevalenza
abitato da contadini in cui si girava a piedi, a dorso d’asino o, i più abbienti, in
carrozza o calesse. Nè si può contare più sul feticcio del dio auto. Una trentita
di anni fa Quattro Ruote citava Ginosa comune italiano con il maggior numero
di auto rispetto agli abitanti. Del resto è sufficiente notare (cosa che sfugge ai
residenti) la caotica circolazione tuttora esistente in vari punti della città. Un
giorno un amico mi chiese come mai dalla Lombardia tornavo in vacanza a
Ginosa senza auto “tu che sei un capostazione Fs” osò rimproverarmi. Tipico
esempio di stupida esaltazione dello status symbol. Ora, però, non c’è più
trippa per gatti. La crisi economica, la disoccupazione incalzante (Ilva, Natuzzi,
Miroglio, edilizia, vendite immobiliari), obtorto collo, sta riducendo in città
(come nel resto d’Italia ed Europa) il possesso e l’uso dell’auto. Emergono, di
contro, necessità inderogabili di spostamento anche all’interno del sempre più
esteso tessuto urbano. Un servizio taxi potrebbe dare una mano ad anziani,
disabili, famiglie e forestieri. Non è, poi, così difficile nè costoso per
l’amministrazione cittadina e neppure insopportabile per il portafoglio. La
circolazione dei taxi costituirebbe una boccata di ossigeno anche per
l’occupazione e ne guadagnerebbe l’immagine della città, frequentata sempre
più da visitatori di varie provenienze. Mi rendo conto che si tratta di una “nuova
cultura” ma se vogliamo stare al passo coi tempi occorre un salto di qualità.
Della serie “aiutati che Dio ti aiuta”. Nelle grandi città ed in quelle di provincia
prende sempre più piede il servizio di “car e bike sharing” che consente di
noleggiare auto e bici per il tempo necessario riducendo i costi e l’inquinamento.
Non mi sogno di vedere tanto a Ginosa ma credo che in una città di oltre
22mila abitanti un servizio di taxi non sarebbe sbagliato. A meno che cittadini
e pubblici amministratori non si rassegnino ad essere “figli di un dio minore”.
Nino Mele - Luino -
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attualità
n. 18 - 14 settembre 2013
VISITE GUIDATE NELLA GRAVINA DI GINOSA
La gravina di Ginosa, durate l’estate appena trascorsa, è stata conosciuta da tantissimi escursionisti di tutto il mondo grazie al
progetto dell’Associazione Culturale Ciak
Ginosa che è stato patrocinato dall’Amministrazione Comunale.
Il progetto prevede la pubblicizzazione e la realizzazione di visite guidate in
gravina nel periodo compreso tra aprile e settembre 2013. La pubblicizzazione è avvenuta grazie
a 4 video spot, locandine,
brochure, foto, siti web
come PugliaEvents.it, facebook, la partecipazioni
ed eventi e trasmissioni
televisive, inserzioni pubblicitarie, consegna del
materiale in tutte le strutture ricettive della zona...
Tutto ciò ha portato a numerose prenotazioni da
parte di forestieri, Ginosini e scuole, grazie
alle quali è stato possibile organizzare circa 40 visite guidate a cui hanno partecipato
quasi 700 persone. Le escursioni sono dunque su prenotazione e non hanno un numero
minimo di partecipanti che può variare da 2
a più di 50 persone ad uscita. Le escursioni
sono condotte dalle Guide Turistiche Antonio
Pizzulli e Adriana Pignataro e durano 2 ore e
mezza circa. Il percorso comprende: Centro
Storico, Villaggio Rupestre del Rione Casale,
Chiesa rupestre di S. Barbara, Chiesa Rupestre di S. Sofia, Villaggio Rupestre del Rione
Rivolta, Chiesa Matrice.
Alla fine di ogni escursione, è stato chiesto
ai partecipanti di rilasciare una breve intervista sull’esperienza appena vissuta. Quasi
tutti hanno accettato e questi video saranno
montati e pubblicati online, tra i filmati di Ciak
Ginosa. Inutile dire che sono rimasti tutti entusiasti della nostra gravina, della storia, della natura, dell’arte e di tutte le opere ingegnose che i nostri antenati hanno realizzato
per adattarsi alla roccia. Nessuno si aspettava di trovare un tale patrimonio ipogeo, sorprendentemente affascinante. Molti si sono
inoltre impegnati a promuovere la gravina di
Ginosa con le numerose foto scattate, attraverso i social network e il passaparola.
L’Associazione sta portando avanti anche
un altro progetto piuttosto ambizioso: il sito
web www.gravinemare.com . Invitiamo tutti a visitare il sito per visionare i 4 spot
dedicati alla gravina, e magari a collaborare per completarlo! Potete inviarci gratuitamente testi scritti, link, foto, video, banner
(inerenti agli argomenti presenti nel menu
del sito) a [email protected] .
Durante questa estate 2013, Ciak Ginosa,
ha avuto il piacere di collaborare in 4 importanti eventi ginosini: Trekking Avis (Escursione guidata in gravina del 30 giugno), le
3 Escursioni in Gravina organizzate dal
Comune (21 luglio, 7 e 18 agosto), Gi. Ri.
D’Arte (ci siamo occupati dell’accoglienza
con materiale informativo su Ginosa e la
Puglia e delle escursioni notturne a S. Sofia), Festival Terre de U’ Munachicchie (abbiamo guidato l’escursione dell’11 agosto).
ESCURSIONE NOTTURNA A S. SOFIA
Mercoledì 7 agosto 2013, per la prima
volta a Ginosa, si sono realizzate due
escursioni notturne in gravina, dedicate
alla Chiesa Rupestre di Santa Sofia, guidate dall’Esperto di Storia Locale, Guida
Turistica, Antonio Pizzulli. L’iniziativa, alla
quale hanno partecipato circa 100 persone
divise in due gruppi, si è svolta nell’ambito
della quarta edizione di Gi. Ri. D’arte.
Ogni visita è durata circa un’ora, durante
la quale, dopo un’introduzione sulla gravina abitata di Ginosa, è stata spiegata la
dimensione spirituale del Monachesimo
Bizantino che si è stanziato in gravina influenzando la cultura e il modo di vivere
di chi abitava nei Villaggi Rupestri e che
ha portato alla costruzione di Chiese
Rupestri come quella di S. Sofia. I partecipanti sono stati
forniti di torce grazie
alle quali hanno affrontato più agevolmente il percorso in
gravina che è stato
comunque illuminato
con alcune padelle
di citronella. Nella
Cripta, c’era una sorpresa ad attendere i
visitatori: i canti gregoriani! Ascoltati grazie all’ausilio di un
portatile con casse.
Le escursioni si sono
concluse con la lettura di alcuni scritti di autori del passato che
ci hanno lasciato le loro impressioni sulla
gravina di Ginosa.
Le persone che hanno partecipato all’escursione si sono emozionate tantissimo
e dati i complimenti ricevuti e le numerose
richieste, pensiamo proprio che questa sia
un’esperienza da ripetere...
L’ottima riuscita di questo evento la dobbiamo a tutti coloro che hanno collaborato per la realizzarlo: Ass. Ciak Ginosa,
in particolare Adriana Pignataro, Antonio
Pizzulli, Giovanni Mancino e Antonio Gatti;
Ass. Orizzonti 2001, in particolare Nicola
Mancini e Pino Di Lena; Nicola Calabrese,
Michele Cantore, Piero Di Canio, Nicola
Moretti e Piero Moro. Un grazie speciale a
chi ha pulito la strada per S. Sofia: Franco
Casarola, Domenico Montanaro e Francesco Pignalosa. Infine, un ringraziamento
indietro nel tempo ai volontari del Circolo
Giano di Legambiente di Ginosa che, dal
1994 al 1998 hanno ricostruito la strada
che collega il Villaggio Rupestre del Rione
Rivolta alle Chiese Rupestri di S. Barbara
e S. Sofia.
Associazione Culturale “CIAK GINOSA”
Pagina Facebook: Ciak Ginosa - info@
ciakginosa.com
avvenimenti
Nonno Donato
racconta
Cari Lettori de La Goccia, sono sempre nonno Donato che scrive
le sue esperienze di vita e questa volta voglio raccontarvi una storia
di boschi e di lupi.
Il fatto accadde nell’estate del
1928. All’epoca la nostra azienda
agricola era situata ai confini tra
Puglia e Basilicata ed era circondata da boschi, a due chilometri, sul
lato sinistro vi era il bosco chiamato “Fergoluso”, sul lato sinistro vi
erano i boschi Pantone, Labruna e
Distacco.
Quei boschi, furono in parte distrutti
e i terreni dissodati negli anni che
vanno dal 1929 al 1931. La loro distruzione era dovuto sia alla necessità di carbone per tutta la zona e
precisamente alle città di Matera e
Taranto e sia per avere terreni fertili
per coltivare il grano.
I boschi di cui parlavo erano considerati boschi vergini in quanto
la mano dell’uomo non aveva mai
Taglio tribunali:
Regione Puglia, rinviare
Introna: “nella nostra regione
protesta generalizzata”
Il presidente del Consiglio regionale pugliese ha scritto
al presidente del Consiglio Letta dichiarando che: ‘’Ho
fiducia che il Consiglio dei Ministri vorrà rinviare, sia pure
temporaneamente, l’entrata in vigore delle norme che
sopprimono i tribunali minori prevista per il 13 settembre’’.
È l’auspicio del presidente del Consiglio regionale della
Puglia Onofrio Introna che ha scritto al capo del Governo
Enrico Letta e al ministro della Giustizia Annamaria
Cancellieri chiedendo che venga riaperto un dialogo tra
il livello centrale e i territori.’’In Puglia - afferma - c’è una
protesta generalizzata’’. FG
n. 18- 14 settembre 2013
35
avuto modo di intervenire e proprio per questo erano il luogo ideale
per tanta selvaggina e per i lupi.
Proprio la presenza di lupi, costringeva le aziende agricole a proteggere gli ovili con alti muri e reti di protezione. Ogni tanto si sentiva gridare nei boschi si sentiva gridare al lupo al lupo erano i bambini che si infondevano coraggio e cercavano di entrare nei boschi.
La nostra storia avviene nell’estate del 1928. La nostra azienda
contava di un gregge di 400 pecore e proprio l’elevato numero di
pecore ci permetteva di realizzare una cospicua raccolta di letame che serviva per concimare i terreni. Questa
raccolta veniva fatta nei
campi attraverso gli “staturi” che erano delle reti
di canapa che proteggevano il gregge e che si
spostavano dopo tre giorni.
Bisogna dire che per la
difesa delle reti di canapa
dai lupi venivano accesi dei lampari a petrolio.
Una sera il capo pecoraio
trascurò di far rifornimento di petrolio al lamparo e
questo dopo poche ore si
spense e, l’oscurità permise a un lupo di divertirsi.
Devo dire che il lupo fu un
tantino sfortunato perché quando le pecore si videro minacciate si
spostarono tutte insieme e il loro spostamento fece cadere la staccionata dove era messa la rete di canapa. Il lupo e una cinquantina
di pecore rimasero imprigionate nella rete. Immaginate la confusione che si creò e a quella confusione si svegliarono sia i cani
che tutto il personale della masseria. L’immagine che si presentò
davanti a tutti era raccapricciante, una massa di 50 pecore e un
lupo avvolte nella rete di canapa che si dimenavano.
Proprio colui che aveva dimenticato di mettere il petrolio nel lamparo si armò di un grosso bastone e bastonò il lupo, mentre gli altri
cercavano con i coltelli di liberare le pecore intrappolate.
A conclusione della storia e vi ricordo che io all’epoca avevo otto
anni, devo dirvi che per me fu uno spettacolo indimenticabile e mi
rimase impresso il lupo con la testa fracassata. Il povero lupo morì
e il capo pecoraio della sua pelle se ne fece un gilet che era molto
elegante e, soprattutto caldissimo.
Questa storia che era accaduta durante il periodo di vacanze estive
io la raccontai quando ritornai a scuola e non immaginate quante
volte i miei compagni di scuola se la sono fatta raccontare. Io allora
decisi di mettere la storia sul mio diario, ricordo che il maestro era
Gennarino Viesti e la scuola era in via Cialdini al largo Ospedaletto.
Il maestro Gennarino lesse il diario ad alta voce dalla sua pedana
e ne fece un passaparola con le altre classi della scuola.
Vi ho raccontato come un predatore diventa preda e come una
vicenda vissuta diventa una storia degna di essere raccontata.
Vorrei, infine, ringraziare chi dà vita ai miei ricordi e ai miei racconti
permettendo a voi di leggerli.
Donato Cardinale
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avvenimenti
n. 18 - 14 settembre 2013
BELLE NOTIZIE PER L ‘ASD STEP TO DANCE
Questa Estate 2013
nell ‘asd Step to Dance
ci sono state attivita’che non sono andate in vacanza. Gli
allievi del corso intermedio e avanzato di
danza moderna e di
Pilates con l’insegnante Tina Antonucci e il
corso di Zumba con
l’insegnante Giacomo
Ranaldo,hanno proseguito sino a ferragosto.
GRAZIE all’ANT abbiamo partecipato con
coreografie di vari stili di danza. Per la prima volta partecipano piu’ scuole nello stesso
spettacolo e per una buona causa: beneficienza. Inoltre serate di festa come quella
della “Bruschetta” e una serata musicale
hanno dato vita a serate danzanti nelle quali la danza popolare Leccese della “PIZZICA
SALENTINA”ne e’stata la protagonista. Oltre
quello che ho appena scritto, un bellissimo
evento ha riempito a tutti il cuore di emozioni
e di gioia. Ilenia Simone supera un’audizione
in un accademia facoltosa di danza presso
Milano. Prima della sua partenza si allena il
mese di Agosto e partecipa a Stage col balle-
rino professionista Pierpaolo Ciacciulli.
Ilenia parte non prima di una festa a
sorpresa organizzata dalle sue amiche
e colleghe e dalla stessa insegnante.
La ragazza parte commossa per tutte
queste attenzioni,entra in quella sala
a Milano con allieve e insegnanti che
non aveva mai visto prima e dopo 3 ore
di lezione arriva il momemto in cui un
“SI”come risposta cambia la sua vita
d’ora in poi per se stessa e per tutti coloro che le vogliono bene. Al momento in
cui le dicono che e’stata ammessa,tutte
le altre parole dopo quella frase e con
tutto l’impegno per seguirle, si dissolvevano velocemente e non venivano
piu’ascoltate. Lacrime di gioia da
parte di tutti e abbracci interminabili volevano dire solo una cosa da parte sua...”che bello...ce l’
ho fatta!!!Grazie!!! Davvero i miei
sogni possono diventare realta’.”
Su facebook il giorno dopo l’insegnante pubblica un Post e fa i suoi
Auguri a Ilenia. A distanza di pochi
giorni ci sono 66 “mi piace” e ben
29 “commenti”di congratulazioni
tra cui uno checondivido e riscrivo
su questo articolo. Un augurio a te
Ilenia e un attestato di profonda stima per
i tuoi genitori perche per il tuo bene saranno disposti a vederti molto meno in futuro e
questo avendo visto quanto sono legati a te,
e’ l’esempio di vero amore. Tina Antonucci
e Ilenia Simone ringraziano per questo
EVENTO (che ha portato tensioni e ansie),il
sostegno di tutti e in particolare il corso intermedio e avanzato di danza classica e moderna. Sempre unite tra loro sia dentro che
fuori la sala hanno mostrato il loro affetto
piu’sincero. Per cui concludo mandando un
saluto Speciale alle singole persone di questi corsi...al gruppo simpaticamente chiamato in questa settimama “Vai col cornicchio”.
Tina Antonucci
avvenimenti
Le massime del VEGA
Auguri Leo
Al piccolo LEO ARDITO
che compie 5 anni il 17 settembre gli auguri più affettuosi
da mamma Rossella,
papà Luigi e dalle sorelline Isabella e Cosima.
37
in quanto formalmente morto. L’atto finale sta per compiersi ai danni della Siria, governata da Assad, uno dei capi di stato mediorientali più “occidentale” rispetto agli
sceicchi arabi e ai talebani afgani. L’accusa nei suoi confronti sarebbe un attacco nei confronti della popolazione
siriana utilizzando armi chimiche. La storia ci insegna per
evitare di compiere gli stessi errori in futuro, ma la storia
dell’utilizzazione delle armi chimiche ricorda molto quella di Saddam Hussein. Fu accusato di crimini contro l’umanità a causa di un attacco chimico
perpetuato ai danni dell’etnia curda. Fu impiccato in diretta mondiale con una
corda che dimostrava a tutti quanto può esser convincente una bugia se ripetuta tante volte. Ovviamente in Iraq non trovarono alcuna arma di distruzione
di massa, però, ciononostante l’accusato fu eliminato. La disinformazione di
massa è uno dei reati che dovrebbe esser punito più duramente. Quando nelle tv di tutto il mondo mandano servizi a lettere cubitali con annesse foto e clip
video sulle stragi di Assad, non pensano che qualcuno che guarda non sia
totalmente lobotomizzato? Mandando immagini risalenti all’Iraq di 10 anni
prima credendo di poter convincere anche i pacifisti più convinti? Le ragioni
per le quale Obama scaglierà tutta la spaventosa potenza militare americana
in Siria sono molteplici: dagli enormi interessi economici legati alle fonti energetiche, passando per una prova di forza al mondo, per far capire chi è che
comanda; fino ad arrivare come sempre alle multinazionali del piombo, parte
dominante di ogni governo americano e molto influente nelle decisioni di politica estera. Addirittura Papa Francesco ha denunciato durante l’angelus
questa motivazione come una delle vere ragioni per cui gli Stati Uniti vogliono
attaccare. Possiam dire fino alla noia che la pace non si fa con i carri armati,
che un Paese non cambia dopo un bombardamento, ma muore sotto le sue
macerie. L’unica cosa certa è che il mondo è nelle mani di pochi eletti, legati
a lobby spaventosamente potenti e che noi comuni mortali possiam solo vederli da lontano, fare i loro comodi indisturbati.
vincenzo d’angelo
www.lemassimedelblogvega.blogspot
Nobel per la guerra
Il premio Nobel è un titolo riconosciuto a livello mondiale
a coloro che hanno contribuito ad apportare considerevoli benefici all’umanità. Ricordiamo ad esempio Marie Curie, una delle donne più illuminate della storia dell’uomo,
che riuscì ad ottener addirittura due onorificenze prima
per la fisica, e alcuni anni dopo per la chimica; i Nobel
sono sempre stati considerati i migliori nel loro ambito,
dalla fisica, alla chimica, passando per l’economia, letteratura, fisiologia e medicina, e infine per la Pace. Quest’ultimo premio è quello legato indissolubilmente alla filantropia, all’amore verso il prossimo e al rispetto di tutti gli uomini. Negli anni le polemiche non sono mancate, in seguito alle assegnazioni discutibili di alcuni premi, ma l’anno 2009 ha superato di gran lunga tutte le storie grottesche che fino a oggi l’uomo avesse mai osato soltanto
immaginare. Il vincitore fu Barak Obama, Presidente degli Stati Uniti d’America. Suscitò fin da subito qualche
perplessità, ma non sapevano cosa potesse fare un glorioso Nobel per la Pace. Il primo atto fece subito scalpore: l’incredibile astuzia nell’abbindolare l’intero elettorato
statunitense con la falsa promessa di far tornare tutti i
soldati impegnati in guerra in Iraq e Afghanistan; il secondo, e molto più spettacolare, fu l’uccisione di Osama Bin
Laden grazie alla sua regia e al suo tasto rosso con su
scritto “KILL”. Però, molti affermano di aver visto un uomo con le sue sembianze passeggiare liberamente negli
USA, come se fosse un uomo qualunque, libero, spensierato e con la sicurezza di non poter esser più ricercato
n. 18- 14 settembre 2013
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n. 18 - 14 settembre 2013
La notte del brigante
il ritorno
di Coppolone
L’Associazione 9 Aprile ha organizzato una serata speciale,
lo scorso 31 agosto, nel centro storico di Ginosa. “La Notte
del Brigante”, questo il titolo della manifestazione che ha
rievocato la conclusione delle gesta del brigante montese
Coppolone, le vicende legate al fenomeno del brigantaggio
nel nostro territorio.
D’altra parte, i boschi che circondavano l’agro ginosino sono
stati teatro di tante scorribande dei briganti e il centro storico
di Ginosa, molto spesso diveniva un rifugio per molti di loro.
«Vito Rocco Chirichigno detto Coppolone, brigante. Nasce il 7 febbraio 1834 da Giuseppe e Maria Rosa Dinuzzo. Nell’ottobre – novembre 1861 partecipa alle scorrerie di
Crocco e del Borjes nella zona del Vulture. Dopo il saccheggio di Bella, l’occupazione di Balvano e di Pescopagano, la
reazione delle forze piemontesi e della Guardia Nazionale costringe le bande di briganti a rifugiarsi nella foresta di
Monticchio, ove Carmine Crocco, contro il parere del Borjes,
scioglie le bande.» 
«Agli inizi del Febbraio 1865, la banda di Coppolone è intercettata ed attaccata dalla Cavalleria del Mennuni, nei pressi
di Girifalco, nell’agro di Ginosa. Coppolone è ferito gravemente ma riesce a sganciarsi. Muore qualche giorno dopo,
il 17 Febbraio 1865, nelle campagne di Bernalda. Qualche
settimana dopo, i luogotenenti di Coppolone, Angelo Serravalle e Vito Leonardo Scocuzza di Montescaglioso, che
aveva assunto il comando dei superstiti, si consegnano alle
autorità con il resto della banda, rivelando il luogo di sepoltura di Chirichigno.»
Una serata suggestiva che ha visto una nutrita presenza di
spettatori, molti dei quali forestieri. La serata si è conclusa
con l’esibizione del cantautore Mimmo Cavallo.
Redazionale
eventi
eventi sportivi
n. 18- 14 settembre 2013
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Benvenuto don Giuseppe!!!
Don Giuseppe Bernalda è il nuovo parroco della
Parrocchia “Cristo Risorto”, tale incarico gli è stato affidato dal Vescovo della Diocesi di castellaneta,
mons. Pietro Maria Fragnelli, durante la Celebrazione
Eucaristica del 6 settembre scoso.
La comunità ginosina saluta Padre Gilberto Magni e
dà il benvenuto a Don Giuseppe Bernalda, nuova guida spirituale della parrocchia “Gesù Risorto”. Una
cerimonia toccante quella che ha visto avvicendarsi i
due pastori, svoltasi venerdì 6 settembre nell ‘ampio
piazzale della chiesa, gremito per l’occasione da tanti fedeli giunti anche dalla vicina Palagianello, paese in cui Don Giuseppe è stato Vicario Parrocchiale,
presso la parrocchia San Paolo Apostolo. Ha celebrato la funzione religiosa, il Vescovo della diocesi di
Castellaneta, mons. Pietro Maria Fragnelli. Padre
Giuseppe Bernalda si è detto desideroso di cominciare
questo nuovo cammino, ed ha invitato tutti a pregare
per lui, affinché possa essere un pastore che sappia
profumare dell’odore delle proprie pecore, imparando
a conoscere il gregge affidatogli. Il nuovo parroco ha
poi concluso con il reciproco augurio, di camminare
insieme guardando a Cristo Risorto.
Massimiliano Doro
foto Maria Olivari
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attualità
n. 18 - 14 settembre 2013
PRIMA CATEGORIA / E’ iniziato ufficialmente il progetto Udinese Academy
ASD Ginosa e Udinese Academy:
parla il tecnico Pizzulli
E’ partito ufficialmente il progetto Udinese Academy, rivolto soprattutto a bambini e ragazzi
del territorio, grazie alla prestigiosa affiliazione che la società biancazzurra ha realizzato
con la società friulana. Un’opportunità non indifferente per tanti giovani che aspirano a
traguardi ambiziosi. Il tecnico ginosino Antonio Pizzulli, per alcuni giorni formativi a Udine,
ha conseguito la qualifica di osservatore dell’Udinese.
Il tecnico del Ginosa
Pizzulli insieme a quello
dell’Udinese Guidolin
Il tecnico del Ginosa
Antonio Pizzulli
Parte ufficialmente il progetto “Udinese
Academy” grazie alla prestigiosa affiliazione che l’A.S.D. Ginosa ha realizzato con
la società friulana. La presentazione del
progetto, che darà molte opportunità ai più
giovani, si è tenuta giovedì 12 settembre
presso l’Enoteca dell’azienda “Castria Vini”
di Ginosa, alla cui conferenza (parleremo
ampiamente nel prossimo numero) erano presenti Paolo Poggi (ex attaccante di
Udinese, Roma e Bari) in qualità di Coordinatore generale area tecnica dell’Udinese
Academy ed il tecnico Gianfranco Mancini
quale Coordinatore generale territoriale del
progetto per Puglia, Molise e Basilicata.
Poggi e Mancini hanno avuto il compito di
illustrare l’ambizioso progetto rivolto so-
prattutto a bambini e ragazzi del territorio,
che avranno l’opportunità di essere seguiti
da istruttori preparati e coordinati da uno staff
tecnico che ogni mese si recherà al “Teresa
Miani”, direttamente da Udine, per svolgere
allenamenti e stages. Anche il tecnico del
Ginosa, Antonio Pizzulli, è entrato a far parte
del progetto avendo svolto un corso di formazione, per alcuni giorni, a Udine nel quartier
generale della società friulana. “Ho vissuto
un’esperienza unica che ha arricchito molto
il mio bagaglio tecnico e professionale – afferma Pizzulli – perché essere a contatto con
uno staff tecnico di professionisti mi ha dato
conferma che quello è il calcio che conta. E’
stato emozionante, poi, avere un confronto
diretto con tutti gli allenatori dell’Udinese,
dal settore giovanile (pulcini, esordienti,
giovanissimi, allievi) fino a Guidolin, con
le loro esperienze professionali e di vita.”
Poi il tecnico ginosino si sofferma sul progetto, prossimo al suo avvio. “Il progetto
Academy è molto serio, in quanto oltre alla semplice affiliazione – spiega il mister
biancazzurro – l’Udinese ha creato un
progetto tecnico. Nel momento in cui una
società chiede l’affiliazione, l’Udinese, tenendo conto di alcune caratteristiche della
società affiliata, mette a disposizione uno
staff tecnico preparato, di cui il sottoscritto
ne fa parte, che mensilmente svolge delle
visite di valutazione nei confronti dell’allenatore e della società affiliata, con in più
lo scouting per i bambini. Lo staff tecnico
attualità
n. 18- 14 settembre 2013
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friulano, poi, consegnerà delle linee guida di allenamenti da
applicare nel settore giovanile, in modo tale che la differenza tra i ragazzi del settore giovanile dell’Udinese e quello
dell’Academy sia minima. Poi, nel momento in cui verranno individuati dei bambini – continua Pizzulli – sarà creata
una rappresentativa regionale in cui approderanno i migliori
bambini delle società affiliate e saranno svolte delle gare con
altre rappresentative regionali. In questi incontri, lo staff tecnico dell’Udinese farà un ulteriore scouting e sarà creata una
rappresentativa nazionale che, nel mese di Maggio, svolgerà uno stage con i settori giovanili del Watford, Granada e
Udinese. Infine verrà fatto un ultimo scouting nell’Udinese
Academy e saranno selezionati tre/quattro ragazzi, classe
99, delle società affiliate che resteranno a Udine.” Conseguire la qualifica di osservatore dell’Udinese, per il tecnico
biancazzurro, comporterà, in questa stagione, un’ulteriore
responsabilità non indifferente. “Avrò il compito – dichiara
Pizzulli – di gestire le società affiliate all’Udinese e di osservare sui campi di gioco alcuni ragazzi dal talento puro.
Essendo, poi, il tecnico del Ginosa, cercherò di far crescere,
secondo le linee guida dettate dall’Udinese, i miei ragazzi
con l’obiettivo di mandare a Udine, nell’arco dei cinque anni
previsti dal progetto Academy, qualche ragazzo ginosino.”
Intanto, la preparazione atletica del Ginosa che si avvicina
all’esordio in Coppa Puglia (22 settembre) ed al debutto in
campionato (29 settembre in Prima Categoria) continua a
ritmi sostenuti, con la disputa di alcune amichevoli, tra cui
l’ultima giocata giovedì 5 settembre al “Miani” contro la juniores del Matera terminata col punteggio di 3-0 in favore
dei biancazzurri (doppietta di Magno e rete di Lovecchio).
La presentazione ufficiale della squadra si è tenuta nel corso
della serata dedicata all’affiliazione con l’Udinese Academy,
con la società ginosina intenta a migliorare il settimo posto
della passata stagione.
Domenico Ranaldo
([email protected] www.asginosa.it)
Auguri Greta
Domenica 8 settembre 2013, nella Parrocchia Maria
S.S.ma Immacolata di Marina di Ginosa, con gran gioia di
mamma Mina, papà Francesco, dei nonni e degli zii,
la piccola
Greta Mongelli ha ricevuto il Battesimo!!!
Fieri di essere i tuoi padrini, ti auguriamo tutto il bene del
mondo.
Antonello e Serena
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n. 18 - 14 settembre 2013
avvenimenti sportivi
PARMA CLUB
GINOSA:
PRIMA
SETTIMANA DI
LAVORO
Dopo aver illustrato il progetto della fusione a livello giovanile fra Real Ginosa
e Parma Club e la nascita, sotto il nome
dell’ultima Società citata, di un team che
parteciperà al campionato di terza categoria pugliese, analizziamo i primi giorni
di lavoro del gruppo.
A fine agosto c’è stato grande entusiasmo
per i raduni indetti dalla prima squadra,
difatti, oltre 60 erano i presenti al primo
giorno di stage. Con questi numeri eclatanti, mister Francesco Russo e il supervisore
Vito Iacovino, hanno dovuto scegliere un
strada non semplice per la selezione dei 35
che continueranno gli allenamenti (di questi
35 solo 25 resteranno in rosa e firmeranno
per il tesseramento) sotto gli occhi attenti del
preparatore atletico Nico Di Franco.
La prima settimana ha visto tutti i ragazzi
sottoporsi a test fisico-atletici per capire lo
stato di forma generale e individuale, i primi
allenamenti di potenziamento muscolare (la
cosiddetta preparazione fisica prestagionale) e le prime attenzioni del preparatore dei
portieri (Giuliano Lenge) verso gli estremi
difensori.
Il lavoro proseguirà e nel corso delle settimane successive ci saranno i primi test amichevoli, intanto, anche i giovanissimi e gli
allievi hanno iniziato il lavoro atletico per la
stagione agonistica sotto gli occhi dei mister
Giovanni Ratti, Tommaso Contangelo e
Antonio Giancipoli.
Baldassarre (Baldo) D’Angelo
attualità
n. 18- 14 settembre 2013
Pubblicità pagina intera
Auguri
Vito
Il 15 settembre
l’amministratore de
La Goccia
Vito
Conte
festeggia il suo
compleanno,
la Redazione de
LA GOCCIA gli
formula i più
affettuosi auguri
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