REPORT DI PROGETTO: RISULTATI CONSEGUITI NEL

Transcript

REPORT DI PROGETTO: RISULTATI CONSEGUITI NEL
PROTEZIONE
Sierra Leone: progetto “Proteggere le mamme bambine”
REPORT DI PROGETTO: RISULTATI CONSEGUITI NEL 2010-2011
Le mamme bambine in Sierra Leone
A dieci anni dalla fine della guerra civile, i bambini in Sierra Leone continuano a essere soggetti a diverse forme di violenza, sfruttamento e abuso; soprattutto le bambine sono particolarmente a rischio di esclusione e pratiche dannose; molto diffusi
risultano i casi di abusi sessuali. Il 31% delle donne che vivono nelle zone rurali si
sposano prima dei 15 anni e il 68% prima dei 18 anni; circa il 40% partorisce prima
di aver compiuto 18 anni. Il tasso di mortalità infantile è pari a 158 ogni 1.000 nati
vivi. Nell’Africa sub-sahariana, le complicanze durante la gravidanza o il parto sono
le principali cause di mortalità tra le ragazze tra 15 e 19 anni; il tasso di mortalità
materna in Sierra Leone è uno dei più alti al mondo: 1.300 decessi ogni 100.000
parti. La morte è solo una delle conseguenze delle gravidanze precoci: per ogni
donna che muore, altre 30 soffriranno di disabilità permanente, infezioni, dolori cronici, fistole, incontinenza, depressione.
Una ricerca condotta nel 2010 dall’UNICEF sulle dinamiche all’origine delle gravidanze precoci rivela che sia gli abusi sessuali sia le prestazioni a cui sono spesso
costrette per ricevere in cambio cibo, buoni voti scolastici o altri favori sono un aspetto comune della loro adolescenza, a causa della povertà e del degrado sociale.
Tuttavia, dalla ricerca emerge che la discussione di tali problemi tra genitori e figli
aiuta a ridurre sensibilmente il rischio di gravidanze precoci, così come il dialogo
© UNICEF/SRLA2011-0224/Asselin
intergenerazionale a livello comunitario su salute riproduttiva e diritti delle donne, e
l’adeguata formazione del personale socio-sanitario su come rapportarsi con le ado- Un’adolescente di 14 anni rimasta incinta
lescenti e le comunità locali. Inoltre, la ricerca UNICEF dimostra che solo il 20% del- dopo aver subito un abuso.
le famiglie con figlie vittime di abusi si rivolgono alle unità di polizia appositamente
create, un dato che dimostra la difficoltà d’accesso delle comunità a tali misure di risposta legale. Nella maggior parte
dei casi, le famiglie si rivolgono ai capi villaggio, che cercano una soluzione secondo le tradizioni locali, non sempre in
linea con le leggi nazionali e i diritti umani internazionalmente riconosciuti. Per tale motivo è fondamentale la formazione dei capi villaggio sulla gestione di tali situazioni, e un loro maggiore collegamento con le autorità di polizia, in modo
che gli interessi della vittima vengano tutelati.
Un ulteriore problema per le vittime di stupro è il pagamento della visita medica specialistica, necessaria come prova
del reato: l’UNICEF sta lavorando con il ministero della Sanità per rendere gratuite sia tali visite sia le cure per le vittime
di violenza.
L’azione dell’UNICEF: risultati e interventi (2010–2011)
Gli interventi del progetto “Proteggere le mamme bambine” hanno come obiettivo
contribuire alla creazione di un ambiente sicuro per i bambini e specialmente per le
bambine della Sierra Leone, in particolare rafforzando il sistema di protezione dell'infanzia e la sua risposta agli abusi sessuali, per la prevenzione delle gravidanze e dei matrimoni precoci.
Grazie al generoso contributo dei donatori italiani, l’UNICEF Italia ha trasferito tra il luglio del 2010 e il giugno del 2011 774.181 euro all’UNICEF Sierra Leone per il progetto
“Proteggere le mamme bambine”. Oltre che nei distretti di Kono e Pujehun, nel 20102011 gli interventi sono stati attuati ed estesi ad altri 5 distretti: Bombali, Koinadugu,
Kailahun, Bo e Kenema. Per potenziare la prevenzione e la risposta agli abusi sessuali
sui minori, l’UNICEF ha sostenuto diverse attività dirette a rafforzare le capacità del
sistema giuridico e delle unità di polizia addette alla protezione dei minori, delle comunità locali, dei servizi medici e sociali (in particolare del personale medico) e del personale del governo. Tra le attività sostenute, si è mirato a sviluppare e implementare la raccolta di dati e la condivisione di informazioni su abusi su minori, gravidanze e matrimoni
precoci; sensibilizzare 12 comunità sul fenomeno delle gravidanze e dei matrimoni precoci; attuare e monitorare leggi locali per sensibilizzare le comunità sul fenomeno; raf- © UNICEF/NYHQ2010-1019/Asselin
forzare le capacità del personale medico - soprattutto infermieri e operatori sanitari - ad
donna porta la sua bambina al
intervenire adeguatamente nei casi di gravidanze in età adolescenziale, formandoli su Una
centro sanitario di Kaniya, nel distretto
servizi ambulatoriali, attività di sensibilizzazione, rischi medici e rinvio dei casi più a
di Bo.
rischio a servizi specialistici, di supporto psicologico e ai consultori.
Grazie al supporto dell’UNICEF è stato approvato e pubblicato un rapporto sulle gravidanze adolescenziali in Sierra Leone e a Freetown e Bo sono stati realizzati degli eventi per il lancio con il sostegno del
ministero degli Affari sociali.
Dettaglio degli interventi (2010 –2011)
L’UNICEF, insieme ai suoi partner, ha sostenuto i seguenti interventi tra luglio 2010 e giugno 2011:
Programmi di prevenzione e risposta alle gravidanze precoci e agli abusi sui minori
L’UNICEF ha identificato quattro programmi di intervento e sostenuto le Ong partner per lo sviluppo delle attività:
Programma nelle scuole per creare reti sanitarie comunitarie formate da adolescenti:
Nei distretti di Kenema e Pujehun, si sono realizzati interventi all'interno delle
scuole, sia primarie che secondarie, per creare reti sanitarie comunitarie formate
da adolescenti, capaci di fornire ai coetanei informazioni, consigli e sostegno sulla
salute riproduttiva.
Programma con attività incentrate su un approccio di devianza positiva:
© UNICEF/NYHQ2010-0988/Asselin
Nei distretti di Bo, Kailahun, Koinadugu, e Bombali, si è attuato un programma
con un approccio di “devianza positiva” sulle gravidanze in età adolescenziale. Si Un’operatrice di salute materno-infantile visita
punta a identificare e valorizzare ciò che famiglie o persone di una comunità fan- un’adolescente di 16 anni durante la sua prino in modo diverso e innovativo e che permette loro di superare difficoltà che co- ma gravidanza.
munemente non si riescono ad affrontare. Attraverso il dialogo e la condivisione, i
membri della comunità elaborano un piano su come integrare i diversi comportamenti e affrontare situazioni a rischio
come gli abusi su minori.
Programma per creare sinergie tra i centri a misura di adolescente e le cliniche comunitarie:
Nei distretti di Kailahun e Kono, l’attuazione di un programma volto a mettere in collegamento i centri a misura di adolescente e le cliniche comunitarie sostenute da UNICEF e Ong partner sui temi della protezione e dell’HIV, per coinvolgere gli adolescenti, ma anche gli adulti, sui temi della salute sessuale e riproduttiva.
Programma di protezione dei bambini incentrato sul rafforzamento del sistema giuridico:
Nel distretto di Pujehun, attività di advocacy per introdurre misure più efficaci all’interno del quadro giuridico e legale
per proteggere più efficacemente i bambini dalle violenze di genere, lo sfruttamento, l’abuso sessuale e le gravidanze
precoci.
Raccolta dati di base
Per raccogliere informazioni chiave in base a cui sviluppare i programmi, sono
stati elaborati questionari da somministrare a studenti delle scuole primarie e secondarie, rilevandone le conoscenze sulla salute riproduttiva (compreso l’HIV e
malattie sessualmente trasmissibili), la frequenza e l’età delle attività sessuali, il
coinvolgimento dei genitori nella scuola e nelle attività ricreative degli adolescenti.
Inoltre, sono stati realizzati colloqui individuali, discussioni di gruppo e altre inda© UNICEF/NYHQ2011-0774/Asselin
gini per misurare, oltre alle conoscenze di salute riproduttiva e il coinvolgimento
dei genitori, anche il livello di assistenza e l’accesso ai servizi per la salute riproUna sessione sostenuta dall’UNICEF su
duttiva a misura di adolescente. Tali attività hanno permesso di identificare le pratiche igienico-sanitarie svolta presso una
buone pratiche e i problemi affrontati dagli adolescenti, per creare una base dati scuola elementare nel distretto di Bombali.
cui attingere per la definizione dei i programmi di prevenzione per gli adolescenti.
Accordo tra autorità locali, unità di polizia e ministero degli Affari sociali
In risposta ai dati che mostrano che la maggior parte delle comunità non hanno accesso alle unità speciali di polizia
create per le vittime di abuso, l’UNICEF ha favorito un accordo tra le autorità locali, le unità di polizia e il ministero degli
Affari sociali diretto ad agevolare l’accesso dei minori a tali servizi di protezione. L’accordo è finalizzato a migliorare la
cooperazione tra capi villaggio, comitati per l’infanzia degli Affari sociali e unità di polizia nel rispondere ai casi di abusi
sessuali, migliorando l’accesso alla giustizia e riducendo l’impunità.
Sensibilizzazione scolastica tramite corsi teatrali
Nei distretti di Pujehun e Kono 30 scuole hanno messo in scena opere teatrali
sull’argomento delle gravidanze in età adolescenziale e sugli abusi sessuali. Quasi
600 bambini tra 8 e 18 anni e 20 insegnanti (sia maschi che femmine) hanno lavorato su questa attività. Inoltre, l’UNICEF ha coinvolto una famosa cantante locale
per produrre due canzoni su gravidanze in età adolescenziale, sfruttamento e abuso sessuale. Con il suo gruppo ha visitato 20 comunità nei distretti di Pujehun e
Kono in cui sono stati svolti i corsi teatrali. Le rappresentazioni teatrali e i concerti
hanno fornito l’occasione per dibattere sulle tematiche affrontate e migliorare la
comprensione degli argomenti tra gli adolescenti.
© UNICEF/NYHQ2011-0773/Asselin
Adolescenti durante una rappresentazione
teatrale sulle gravidanze adolescenziale in
una scuola nel distretto di Bombali.
http://www.unicef.it/progetti – [email protected] - ccp