verifica comitato

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Relazione finale di verifica della Route Nazionale
Alla Route abbiamo incontrato il volto dei ragazzi di questo tempo, consapevoli del contesto carico di incertezze in cui vivono, impauriti e preoccupati per il proprio futuro, ma portatori
di una solidissima speranza, fondata sulla fiducia nel cambiamento, sull’assioma che il mondo
può diventare migliore di come è se ciascuno e dunque io, io non altri, scelgo di impegnarmi
per lasciarlo migliore di come l’ho trovato. I nostri ragazzi dicono: io lascerò il mondo migliore!
(Relazione dei presidenti del Comitato Nazionale 2014)
Il materiale qui esposto, così come indicato dal documento Orientamenti per la verifica
della Route Nazionale, ha il compito di assumere le verifiche realizzate, strutturando a partire
da queste una possibile pista di lettura complessiva e trasversale. La struttura e i contenuti di
queste righe sono essenzialmente tratti dalla verifica condotta dagli ICM e dalla branca R/S. È
possibile immaginare queste righe come il raccoglitore critico dei temi strategici dei diversi documenti di verifica che accompagna. Il percorso di verifica immaginato coinvolge contemporaneamente tutti i livelli dell’Associazione unitamente agli attori dell’organizzazione della Route,
ciascuno per la parte nella quale è stato coinvolto o per il proprio ruolo in Associazione.
Queste righe dunque non sostituiscono né sintetizzano gli altri contributi di verifica, anzi esattamente al contrario - sono “a servizio” di questi. Il dossier complessivo di verifica della
Route Nazionale è composto, oltre al presente documento che li accompagna, dai seguenti documenti:
- a. Relazione di verifica di Comitato Nazionale
- b. Relazione di verifica della Branca R/S
- c. Relazione tecnica “Organizzazione Route”
Come si legge in modo più esteso nella relazione di verifica del Comitato Nazionale, il
cammino di preparazione alla Route nazionale ha messo in luce la ricchezza che nasce dalla sinergia nel lavoro tra le Branche, che è poi uno dei doni preziosi che nascono dal nostro essere
associazione. Anche il supporto dato dai Settori è stato proficuo e talvolta decisivo, pur avendo
fatto riscontrare alcune criticità già riscontrate in altre occasioni e che sono ora oggetto di riflessione dell’Area Metodo.
Il Comitato ritiene , perciò, di avere sostanzialmente rispettato il mandato di “tenere insieme” i diversi livelli associativi (zone, regioni, nazionale), esperienza che si è rivelata complessa, da rileggere nell’ottica di costruire una nuova organizzazione tra livelli associativi.
Il percorso di verifica approvato dal Consiglio Nazionale ha dato incarico agli ICM regionali di raccogliere il confronto avvenuto a livello di Gruppo e Zona, favorendo una visione di sintesi ed evidenziando la portata educativa e metodologica delle esperienze fatte. In particolare,
si era chiesto di individuare la domanda educativa emergente e la correlata esigenza formativa. L’analisi che ne è scaturita a livello prima regionale e poi nazionale può essere sintetizzata
nella forma che segue, toccando per punti gli ambiti su cui si è concentrata l’attenzione del
Comitato Nazionale, alle cui verifiche ci si riferisce.
Il percorso complessivo ha preso le mosse dal documento Passi di Route che ha istruito i
lavori e sul quale occorre impostare adeguatamente il confronto, poiché indica le grandi direzioni e modalità ideali della Route stessa.
IL PUNTO DI PARTENZA: I ROVER E LE SCOLTE
La Route della Branca R/S è la Route dell’associazione perché è la route dei rover e
delle scolte, che sono il centro, il senso, i veri protagonisti (insieme ai lupetti, alle coccinelle, agli esploratori e alle guide) della nostra associazione.
Vorremmo maturare nuovamente la consapevolezza che come associazione non esistiamo attraverso le nostre strutture, ma esistiamo perché facciamo educazione, autoeducazione,
e per questo esistiamo attraverso le persone, i volti, le storie, le strade, le esperienze, le relazioni dei ragazzi e dei bambini. Questo significherà ragionare e sperimentare percorsi di coinvolgimento e protagonismo dei rover e delle scolte non artificiali, non precostituiti, non limitati
alla gestione dei processi. Significa affidare concretamente i contenuti veri, il senso, la ragione,
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le prospettive della route agli R/S. Vorremmo attuare percorsi che ci aiutino ad interrogarci.
(Passi di Route)
Il protagonismo di rover e scolte è stato il fulcro su cui è stata costruita la proposta della
Route Nazionale. Essi hanno potuto esprimerlo anche nelle scelte operate nel Clan/Fuoco che
hanno fatto il volto e il risultato della Route, dai Capitoli nel loro percorso, ai blog con cui hanno condiviso il lavoro, dall’organizzazione delle Route fino alla Carta del Coraggio.
Fin dai primi passi, la Route ha reso i ragazzi protagonisti dell’esperienza. Ogni fase in cui
è stata articolata la Route ha permesso ai rover e alle scolte di scegliere se e come esserci, determinando via via la fisionomia complessiva dell’evento.
Il tema ampio e centrale del protagonismo dei ragazzi è stato in grado di interpretare anche una diffusa e dinamica molteplicità di esperienze locali, già in atto da tempo, di partecipazione dei rover e delle scolte ai processi decisionali.
STILE DELLA ROUTE E STILE IN ROUTE
a. Il bel volto dell’Associazione
Ci è stato riconosciuto da quanti ci hanno aiutato in questa avventura che l’esito è stato
vincente: abbiamo visto R/S capaci di rispettare profondamente l’ambiente, di adattarsi a regole, tempi, ritmi a volte faticosi per la portata dell’evento, lasciando alla fine un luogo migliore di come lo avevano trovato.
Abbiamo visto un volto che si è aperto alla fraternità grazie alla condivisione
dell’esperienza con rover e scolte provenienti da realtà geografiche differenti, anche
dall’estero. E’ un volto che ha espresso una carica notevole di entusiasmo, una gran voglia di
esserci ed una consapevolezza di doversi sempre confrontare con le realtà locali che giornalmente ci chiamano ad un discernimento affinché sia possibile “abitare le frontiere del nostro
tempo” in una società che sembra segnata da una crescente sfiducia nel futuro.
Il volto dell’Associazione è emerso anche dall’essere riusciti a raccogliere la sfida di vivere
fin dal primo momento i “luoghi virtuali” (la rete e le sue potenzialità sociali in tutte le sue
estensioni), mostrando così di saper conferire adeguato valore strumentale ai social media.
Osserviamo tuttavia che non sempre lo strumento del blog è stato ampiamente utilizzato e non
ha esaurito - com'è peraltro nella sua natura- tutte le dimensioni del dialogo, risultando di fatto
superato in significatività dall'incontro diretto e dalla condivisione personale avvenuta durante i
giorni di Route. Questo è stato particolarmente evidente nella stesura della Carta del Coraggio.
b. Differenze e problematicità
Il “bel volto dell’Associazione” è parso, ancora una volta, emergere dunque dall’incontro.
Dal ritrovarsi compagni di strade quotidiane sempre vicine benché lontane nello spazio.
L’incontro è dono e ricchezza anche grazie alla fatica delle differenze che lo sostanziano. Trovarsi a condividere il cammino ha chiesto di confrontarsi con stili di vivere la route di
Clan/Fuoco non sempre corrispondenti al vissuto della propria esperienza. Gli stili si sono rivelati talvolta non omogenei tanto da generare anche incomprensioni che hanno reso più complessa la gestione delle dinamiche relazionali.
L’esperienza dei gemellaggi, tuttavia, è risultata nel complesso arricchente e stimolante.
ll confronto con tradizioni, impostazioni e stili differenti e, in qualche caso discutibili, è stata
occasione per interrogarsi sul modo più autentico di vivere lo scautismo.
METODO R/S
Questo incontro (o scontro) tra diverse realtà, identità e prassi metodologiche ha evidenziato come la narrazione educativa della nostra branca necessiti da un lato di ricomprendere portando a sintesi tutte le esperienze e le storie che la compongono, dall'altro pone la necessità di riappropriarsi di un senso e di una identità autentica e unica a cui fare riferimento.
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a. Strada: relazioni e fatica.
Rover e scolte hanno riconosciuto nel fare strada insieme l’elemento che più favorisce
l’incontro e la costruzione di un “noi” comunitario ampio.
L’esperienza di strada condivisa nelle route è stata occasione di incontro, e talvolta scontro, delle comunità R/S. Pur consapevoli che l’esperienza fatta non può essere ritenuta
un’esperienza comparabile alla normalità delle route (per numeri di persone in cammino, tempi, caratteristiche richieste ai percorsi, vincoli imposti dall’organizzazione complessiva
dell’evento) ci pare che, anche dove questo ha portato a fatiche relazionali importanti, possiamo riaffermare che l’esperienza del fare strada porti a maturazione l’identità più profonda non
solo dei singoli, ma anche delle comunità e della storia a cui queste appartengono.
Il tema della strada e la sua centralità nell’esperienza di Clan/Fuoco è stato tra quelli ritenuti unanimemente meritevoli di considerazioni importanti. Sulla verifica dell’esperienza di
condivisione della strada si sono concentrate infatti attenzioni rilevantissime che meritano di
essere valutate quali generatrici di riflessioni urgenti.
La Route, in qualche caso, ha messo i ragazzi di fronte ad un impegno fisico mai affrontato prima e ha permesso così di provare il sacrificio del cammino, consentendo ai ragazzi di
comprenderne il valore. A volte però è stata vissuta con uno stile “trekking” e con ritmi che lasciavano poco spazio ad altre attività. Esistono strade di fatica, in cui ciò che conta è imparare
a misurarsi con i propri limiti, ma esistono anche strade di pazienza, di ascolto, in cui ciò che
vale è riuscire a misurare il proprio passo su quello del fratello.
b. La comunità
In generale è la dimensione comunitaria della comunità R/S ad aver acquisito maggiore
consapevolezza dall’esperienza della Route, poiché proprio le difficoltà affrontate e superate,
insieme alla realizzazione effettiva delle azioni collettive di coraggio, hanno maturato nei rover
e nelle scolte quel “noi” che può cambiare il mondo, oltre e più incisivamente di ogni azione del
singolo.
La comunità ha assunto un ruolo educante anche nella relazione tra Clan/Fuoco gemellati
e nella definizione delle priorità da indicare come contributo alla stesura degli impegni e delle
richieste redatte poi nella Carta del Coraggio. Si è potuto vivere la dimensione comunitaria
come un tutto che non si esaurisce nella semplice somma delle sue parti, ma si esprime e cresce nella relazione tra di esse.
c. Il Capitolo
Ci pare di poter dire che nell’insieme [i capitoli] siano il frutto più inatteso e significativo
di questo percorso, non tanto per la portata numerica di questo fenomeno, ma perché hanno
nella grande maggioranza dei casi rappresentato una autentica e bella esperienza di cittadinanza delle comunità R/S nei loro territori.
Il Capitolo è stato uno dei cardini della Route Nazionale e si conferma essere lo strumento più completo per implementare nei ragazzi il senso critico e maturare la coscienza di un agire politico. I ragazzi ne hanno apprezzato utilità e funzionalità in ordine agli obiettivi scelti da
ogni comunità R/S.
Il Capitolo nazionale ha rappresentato un momento decisivo per rivitalizzare il rapporto
con il territorio e ha rappresentato un arricchimento nel momento in cui è stato condiviso con
gli altri Clan/Fuoco.
Non di rado, una più attenta osservazione del territorio ha portato i rover e le scolte ad
interessarsi di argomenti inediti o inizialmente ritenuti non coinvolgenti, innescando una creatività contagiosa nel definire percorsi e sinergie con altre realtà.
Il punto critico del Capitolo, tuttavia, rimane l’azione, e talvolta si è faticato per giungere
al termine delle azioni di coraggio, rendendo quanto mai preziosa la presenza dei capi nel testimoniare la fedeltà alla parola data e la perseveranza nel servizio. Quest’ultima fase del pro-
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getto, ancorché non scontata e impegnativa da realizzare, ha avuto un ritorno estremamente
stimolante non solo per l’impatto sul territorio, ma anche e soprattutto per i ragazzi, perché ha
fatto maturare in essi il senso del “possibile”. Inoltre, il Capitolo ha consentito a ciascuno singolarmente e alla comunità tutta nel suo insieme di verificare il percorso fatto, le scelte e il
modo di lavorare in Clan/Fuoco, mettendo in discussione in alcuni casi anche altri strumenti,
come il Punto della strada e la Carta di Clan. Anche dove non ha avuto un impatto costruttivo
sul territorio, il Capitolo ha avviato dei processi di riflessione che invitano a trovare modalità
adatte per utilizzare lo strumento con una sempre maggiore consapevolezza e incisività.
Visto il valore dell’esperienza e della concretezza, da più parti è stata sottolineata la necessità di dare continuità alle esperienze fatte, perché questa modalità di fare educazione non
assuma un carattere sporadico, perdendo il senso stesso di uno sguardo che sa guardare lontano.
Il materiale elaborato e messo a disposizione dalla branca R/S a sostegno delle Strade di
Coraggio è stato ritenuto valido e utile da molte comunità.
Non è senza utilità rilevare in questo punto che un ridottissimo numero di Clan/Fuoco ha
scelto di impegnarsi sulla strada del Coraggio di essere chiesa. In più, tra questi, alcuni hanno
realizzato un lavoro non particolarmente originale. Questo elemento appare essere meritevole
di considerazione adeguata.
d. Le Veglie
Le Veglie R/S presentate durante le serate del campo fisso hanno permesso ai ragazzi di
capire come usare questo strumento in modo maturo e come vero veicolo di comunicazione e
condivisione di un percorso di crescita quale quello vissuto durante un capitolo. Certamente bisogna sollecitare i rover e le scolte all’utilizzo della Veglia in modo sempre più maturo e costruttivo.
e. Il Noviziato
Nell’ambito metodologico vorremmo in particolare porre l’attenzione su come l’esperienza
della Route abbia fortemente posto l’accento su una necessità di una comunità che sappia essere educante e luogo della responsabilità maturata da ciascuno. All’interno di questo in particolare ci pare che valga la pena soffermarsi sul tempo del noviziato (collocato nel cammino
di progressione personale). Ci sembra infatti che, nonostante la chiarezza della scelta fatta nel
nuovo regolamento e conseguentemente nell’impostazione della Route, non si sia ancora sciolto il nodo tra un’esperienza di noviziato iniziatica alla vita della comunità (e quindi parte della
comunità) o un tempo iniziatico all’esperienza della branca (e quindi spesso scollegata dalla
comunità R/S). Non poniamo qui le motivazioni per scegliere l’una o l’altra direzione, osserviamo solo che queste interpretazioni convivono in associazione, con sfumature e accezioni varie e che una direzione chiara, laddove debba essere presa, non è ancora di fatto maturata.
Dalle analisi fatte, risulta che è il Noviziato ad aver vissuto con una certa difficoltà tempi
e modalità che sono state percepite talvolta come estrinseche rispetto alla proprio percorso naturale. Questo tema potrà essere oggetto di attente riflessioni ulteriori.
FORMAZIONE DEI CAPI R/S
a. Solidità dei capi e maturità personale
Ci pare importante porre in evidenza come un reale protagonismo degli R/S, proprio perché fortemente giocato in una dinamica di relazioni comunitarie e sociali, chieda come condizione necessaria la presenza di adulti che sappiano vivere pienamente e compiutamente il loro ruolo di educatori, non astenendosi dalla relazione educativa, ma con la sapienza di liberare spazio autentico perché i ragazzi portino a fioritura la loro esperienza. Capi
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ingombranti e capi apparentemente neutrali o assenti non sono in grado di promuovere protagonismo autentico.
La partecipazione dei capi nel corso del campo fisso è stata talvolta poco attiva, in parte
per una scarsa disponibilità ad assumere responsabilità specifiche nell’animazione della vita da
campo. La formazione metodologica dei capi R/S appare essere un tema non più rinviabile che
merita di essere affrontato con decisione e coraggio.
b. Lo stato di salute delle Comunità Capi
L’intero percorso di preparazione e realizzazione della route ha permesso alle Comunità
Capi, più e prima che nel dibattito associativo complessivo, di condividere con le Comunità R/S
il loro cammino. È parso tuttavia che non sempre le dinamiche di relazione tra gli staff abbiano
consentito sfruttare al meglio le opportunità che questo impegno straordinario forniva alle Comunità Capi, rivelando come purtroppo le scelte educative delle branche non siano sostenute e
accompagnate da un lavoro di discernimento comunitario. Ciò si è reso evidente anche nella
difficoltà riscontrata nel far sentire le Comunità Capi effettivamente protagoniste dell’intero
processo di verifica della Route, proprio in quanto custodi della proposta educativa nel suo insieme.
CATECHESI E FEDE
a. Complessità del tema
Il racconto dell’Apocalisse ha voluto rappresentare una bella opportunità, soprattutto per
la potenzialità intrinseca nell’attualizzazione dei messaggi. Tuttavia nel percorso di verifica è
emersa una difficoltà vissuta da tutti i livelli rispetto ad una proposta percepita come difficile.
Il percorso di fede sui temi dell’Apocalisse ha lasciato infatti impressioni parzialmente
contraddittorie. La complessità dei contenuti, impegnativi e poco conosciuti nell’esperienza dei
più, nonché la scarsa preparazione dei capi nel maneggiarli con perizia, ha generato alcune fatiche. Non sempre è parso sufficientemente valorizzato l’approfondimento dei temi della catechesi al campo fisso, soprattutto in relazione alla ricchezza di spunti invece proposti nel percorso di avvicinamento. Significativa la veglia dell’ultima sera di campo come momento di sintesi complessivo del percorso, benché non tutti siano stati in grado di cogliere l'opportunità.
b. Difficoltà dei capi
Abbiamo verificato la non sufficiente dimestichezza ed autonomia degli R/S
nell’approfondimento delle tracce proposte, imputata ad una dichiarata scarsa preparazione dei
capi sull’argomento.
La presenza degli assistenti è stata determinante nel rendere efficace la proposta. Questa
considerazione pressoché unanime determina due diverse considerazioni. Se infatti mostra
come impoverimento e motivo di sofferenza la diffusa assenza degli assistenti nelle comunità,
pone per altro verso con rinnovato vigore il tema della preparazione dei capi al ruolo di educatori alla fede.
STRUTTURE E RELAZIONI
a.
Sostegno dalle strutture e loro relazione
La Route è stata un’esperienza che ha consentito un dialogo più diretto con la struttura
nazionale; paradossalmente è stata avvertita da parte di qualche gruppo una difficoltà di comunicazione con il livello regionale. I grandi numeri hanno fatto soffrire i passaggi nelle comunicazioni, dando talvolta la sensazione che vi fossero canali paralleli e sovrapposizioni. In particolare, lo scarso coinvolgimento degli IABZ ha generato incomprensioni nella trasmissione del-
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le informazioni, in quanto destinatari di molte richieste di chiarimenti, ma non tempestivamente informati. Tale disagio si è poi manifestato anche al campo fisso.
Malgrado ciò, tutti i livelli dell’Associazione hanno interagito tra di loro con spirito di collaborazione, cercando di colmare le inevitabili lacune di un evento di questa portata. Generalmente positiva la valutazione relativa agli aspetti logistici e organizzativi dei campi mobili e dei
trasporti.
b. Implementazione delle relazioni esterne
La maggior parte delle azioni di coraggio hanno attivato relazioni con altre associazioni
presenti sul territorio o con esponenti delle Istituzioni. Elemento importante quest’ultimo che
ha consentito ai rover e alle scolte di uscire dal chiuso delle proprie sedi e da una logica di autosufficienza per aprirsi alla conoscenza del territorio e di soggetti sociali con cui collaborare.
Molte azioni di coraggio sono state un buon esercizio di cittadinanza attiva e partecipata.
L’impegno per il futuro è superare l’episodicità ed estemporaneità di iniziative e collaborazioni
intraprese in un’ottica progettuale di gruppo.
L’esperienza di confronto franco e costruttivo con le istituzioni locali ha consolidato
l’autorevolezza dell’associazione come interlocutore credibile. Questo tipo di potenzialità potrà
utilmente essere messa a frutto in tutti i luoghi in cui le comunità sceglieranno di proseguire in
modo stabile e continuativo progetti ed esperienze di cambiamento sinergico dei territori.
CARTA DEL CORAGGIO
a. Novità ed efficacia
La Carta del Coraggio ha mostrato di essere stata preparate e vissuta in profonda coerenza con l’esperienza complessiva dell’intera proposta della Route, della quale è frutto ed
espressione privilegiata.
La Carta del Coraggio ha raccolto l’esperienza comunitaria di protagonismo dei rover e
delle scolte, collocandola in una dinamica di agire positivo verso i territori, dal quale far scaturire, attraverso le forme democratiche e istituzionali che ci siamo dati, un pensiero politico autentico. La partecipazione delle comunità R/S e il servizio degli alfieri (che da queste hanno ricevuto un mandato) è stato un momento di democrazia vera, di delega autentica, partecipata
e fiduciosa. Il percorso di elaborazione della Carta del coraggio, per come concepito e realizzato, ha consentito di vivere la dimensione dell’incontro e della partecipazione come dialogo,
esperienza autentica di confronto e ascolto, di allenamento alla democrazia e alla dialettica, di
espressione alta del valore della rappresentatività.
L’esperienza degli Alfieri R/S è servita a scoprire il valore e la forza della relazione democratica e di un confronto che ponga al suo centro il “rispetto delle parole”. La stesura della Carta del coraggio ha permesso la libera espressione dei ragazzi in una relazione di ascolto e di
collaborazione.
b. Prospettive
La Carta del Coraggio ha mostrato, fin nella sua genesi, la capacità di generare ulteriore
riflessione. Lo straordinario esercizio di formazione comunitaria delle scelte e la profondità dei
suoi contenuti sono elementi che chiedono di assumere forme organiche nella struttura associativa e nell’esperienza educativa. I capi, e con loro tutta l’associazione, sentono forte la spinta a supportare i rover e le scolte nel dare sostanza al pensiero espresso dalla Carta del Coraggio. La rilevanza dei temi con cui i ragazzi hanno avuto il coraggio di confrontarsi richiede
un impegno ulteriore nella qualità degli adulti che sono chiamati ad accompagnarli.
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STRADE DA PERCORRERE
a. La formazione dei capi R/S
Il percorso di verifica della Route ha messo in evidenza la necessità di ripensare ai percorsi di formazione metodologica dei capi, ponendo in particolare la questione della partecipazione ai CFM.
b. La Comunità Capi
Emerge in modo chiaro l’esigenza di confermare le Comunità Capi come luogo privilegiato
di formazione permanente degli adulti educatori.
Alcuni grandi temi di discussione hanno generato un dibattito vivo e a tratti impegnativo,
cosa che chiamerà l’associazione a nuovi approfondimenti. Tra questi, sono meritevoli di attenzione particolare i temi legati all’affettività, alle relazioni e all’essere adulti solidi.
c. Dualismo fede-vita
La Route ha mostrato come la fatica degli adulti di mostrare un percorso coerente di vita
cristiana, possa rappresentare uno dei punti deboli della testimonianza offerta dai capi. Questo
richiede un impegno straordinario da parte dell’Associazione, affinché si trovino i modi e i tempi per comporre una unità interiore che sappia narrare di “credenti credibili” .
d. Metodologia della branca
Gli elementi esaminati sopra nel corso della verifica, sembrano far emergere la necessità
di analizzare l’opportunità di un approfondimento ed un eventuale più dettagliata esplicitazione
di alcuni elementi della metodologia della branca RS. Questa considerazione ha valore ampio
ma assume maggior evidenza se si considera quanto esaminato nei punti sulla Strada e sul
Noviziato.
e. Educare al progetto, educare con progetti
L’esperienza del Capitolo Nazionale ha dimostrato che quello della progettualità è uno
stile di vedere il lavoro e un approccio alle esperienze sempre valido e ricco. Ne deriverebbe
l’opportunità di valorizzare gli strumenti che sostengono e potenziano la capacità di progettualità nel protagonismo dei ragazzi.
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