Il protagonismo degli RS
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Il protagonismo degli RS
I N ST R U CT IO N S / AV V E R T E N Z E P E R L ’ U S O Non si tratta di ricette precostituite e valide per ogni occasione, ma di spunti offerti dal vissuto di capi al fianco ai loro ragazzi! IL PROTAGONISMO DEI RAGAZZI IN BRANCA R/S ...ovvero il fondamento del metodo educativo Scout! L’AUTOEDUCAZIONE: “Il ragazzo è protagonista, anche se non l'unico responsabile, della propria crescita, secondo la sua maturazione psicologica e la sua età. Il Capo, con intenzionalità educativa, fornisce mezzi e occasioni di scelta in un clima di reciproca fiducia e di serena testimonianza che evita ogni imposizione.”(dal Patto Associativo AGESCI) Cari Capi, Non vogliamo usare fiumi di inchiostro per dirvi di ciò che già vivete nelle vostre Comunità RS con i vostri ragazzi, solo ci piaceva l’idea di appuntare con voi due parole sul “taccuino di strada” che accompagna i passi di tutti noi verso San Rossore: l’intera Route Nazionale è pensata proprio come occasione per i nostri ragazzi di essere pienamente e consapevolmente protagonisti della strada che percorreranno e che vorranno tracciare per gli anni a venire; l’idea di questo pieghevole di “istruzioni per l’uso” è di offrire l’occasione per sottolineare con chiarezza ciò che è veramente importante e per suggerirci delle buone prassi che possano supportare la nostra azione educativa. Proviamo dunque a guardare il nostro ruolo di educatori e i nostri ragazzi come dei funamboli, che con passo calmo ma sicuro si apprestano a camminare sul filo della vita. Non è una strada facile, è delicata, faticosa, richiede equilibrio ed impegno, ma se per tenere il filo ben teso fissiamo dei punti di sicurezza avremo più possibilità di arrivare alla meta, quindi avremo la gioia di vedere i nostri rover e le nostre scolte diventare Uomini e Donne della Partenza, adulti in grado di camminare con passo certo nelle strade del mondo. Siamo dei funamboli noi Capi, che nella relazione educativa dobbiamo imparare l’arte della “giusta dose” fra il guidare e l’accompagnare, fra il sostenere e il lasciar cadere, fra il controllo e la fiducia; sono dei funamboli i rover e le scolte, che nella relazione educativa con i loro Capi, e attraverso la vita in Comunità, imparano “da piccoli a diventare grandi”, fanno l’esperienza dello spingere nuovi passi con l’incertezza e l’incoscienza di chi crescendo impara e viceversa. Buona Strada dunque, che sia una camminata entusiasmante e avventurosa, la meta è alla fine del filo sottile, in tutte le albe che hanno visto i nostri RS “partire”! FACENDO STRADA VERSO SAN ROSSORE... testi e grafica a cura di: Palli&Gashino Pensando questa strada come un’occasione per raccontarci ancora del nostro essere educatori che credono che il principio dell’autoeducazione sia essenziale per la crescita dei ragazzi come persone significative e felici! I nostri R/S non muoiono se corrono il rischio dell’errore, anzi possono sperimentare occasioni nuove di autoapprendimento! Le route le organizzano loro, ed è probabile che abbiano delle carenze logistiche, che dimentichino a curare alcuni particolari, che ecc... Nessuno di questi problemi si risolve con l’intervento a priori del capo! Le esperienze educative devono avere un carattere di continuità e, necessariamente, un carattere di discontinuità In continuità con le esperienze vissute, significa che “non si apprende se non ciò che si è in grado di conoscere”. (Progettare una route alla conquista del Monte Bianco solo dopo che si è imparato a camminare in montagna, ad avere l’equipaggiamento giusto e a conoscere davvero le proprie forze) In discontinuità perché essa è un momento liberatorio nella vita, perché apre a mondi nuovi e modi nuovi di essere se stessi. (Proporre gli EPPPI ai nostri R/S significa dar loro l’occasione di uscire temporaneamente dalla propria Comunità per entrare in altre Comunità, per sperimentarsi in nuovi modi di stare con gli altri e poter tornare con nuova consapevolezza di sé stessi e delle proprie capacità) CLAN COMUNITÀ EDUCANTE La piccola Comunità di noviziato si innamora del roverismo se può godere di incontri significativi con il suo clan. Far strada o impegnarsi in occasioni di servizio con i fratelli maggiori che hanno già scritto sulla pelle l’entusiasmo e la Bellezza di questo agire è altro rispetto a sentirne parlare dal certamente-fantastico MdN! Dall’art. 14 del Regolamento Metodologico di Branca R/S: ”Questi momenti consentono al Clan/Fuoco di proporsi come comunità educante, i cui gesti sono più significativi e credibili di ogni proposta verbale” Il rover e la scolta, dal canto loro, imparano che vuol dire essere testimoni della gioia di servire e trasmettere tali emozioni a coloro con cui condividono tali esperienze. DIREZIONALITÀ VS DELEGA INTELLIGENTE Se il parroco chiede aiuto per organizzare l’animazione all’agape della parrocchia, chiediamo ai Partenti di “intestarsi” il coinvolgimento del clan: un impegno negoziato fra i pari della Comunità non è un “inchiummata” dei capi. CLIMA EDUCATIVO (ATTENZIONE AL DOVE E AL QUANDO) La correzione fraterna che si celebra durante un PdS fatto dopo la salita a Rocca Busambra (stanchi, puzzolenti e affamati) nasce in un clima di amore e condivisione, in cui la fatica ha reso il Clan una Comunità di fratelli e sorelle! al contrario una sera in sede seduti sulle panche può rendere tutti soltanto banali “maestrini”... Se Carletto non sa che servizio scegliere per la sua progressione personale, la possibilità di chiedere in Comunità di clan se qualcuno vuole fargli “assaggiare” il suo per un pomeriggio è una buona occasione per far nascere nei ragazzi la competenza nel “prendersi cura” del fratello e la voglia di trasmettersi vicendevolmente le emozioni! Occasioni di RILETTURA dell’esperienza con i Capi e la Comunità R/S INTERIORIZZAZIONE DEI VALORI Educazione come PROCESSO ATTIVO in cui il vero ed unico protagonista è colui che capisce, comprende e costruisce la sua storia! POSSIBILITÀ DEL FALLIMENTO (ossia UOMINI E DONNE ADULTI) PEDAGOGIA DELL’ESPERIENZA Educazione come Pratica di LIBERTA’ perché non siamo “fabbricanti” di persone, occorre creare occasioni ed esperienze in cui il ragazzo possa scoprire e scoprirsi