Ecco perché sono crollati i prezzi dei cereali

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Ecco perché sono crollati i prezzi dei cereali
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AT T U A L I TÀ
• A N C O R A S C A R S A L A F L U I D I TÀ D E L M E R C AT O D I G R A N O E M A I S
Ecco perché sono crollati
i prezzi dei cereali
▪
Per molti agricoltori italiani, col senno di poi, aver venduto tutto
il raccolto di cereali ad agosto sarebbe stato meglio. I meccanismi
che regolano il mercato sono difficilmente prevedibili,
cambiare mentalità può essere di grande aiuto
▪
di Herbert Lavorano
N
ell’articolo «Capire e interpretare il mercato del grano
tenero» pubblicato sul Supplemento «Grano Tenero» a
L’Informatore Agrario (n. 32/2008) è stato
messo in rilievo come il fenomeno della
«agflation» (inflazione indotta dal rinca-
Previsione del Fapri dello scorso agosto
con il prezzo del petrolio superiore a 100 $/barile
350
300
250
200
Previsioni Usda e Ocse sono le più pessimistiche
Fapri 1-08
Previsioni:
Fapri con prezzo
petrolio 95 $/barile
entro fine 2008
Fapri con prezzo
petrolio 48 $/barile
Ocse-Fao
Usda
2017-18
2016-17
2015-16
2014-15
2013-14
2012-13
2011-12
2010-11
2009-10
2008-09
2007-08
2006-07
100
2005-06
150
2004-05
Prezzo dei cereali (dollari Usa/t)
400
ro dei prezzi delle materie prime agricole)
sia in realtà riconducibile a una più ampia
«comflation», ovvero all’inflazione indotta dal rincaro generale di tutte le materie
prime, in particolare del petrolio.
Le recenti tendenze, con un generale
ribasso (o addirittura crollo, come nel
caso del petrolio) del costo delle materie
prime agricole e non su tutti i mercati,
Fapri con prezzo
petrolio 67 $/barile
Fapri 8-08
Prezzo Hord re winter (Hrw); Fob = Free on beard.
GRAFICO 1 - Previsione del prezzo dei cereali secondo alcune
organizzazioni mondiali
Le organizzazioni mondiali Usda e Ocse fanno previsioni particolarmente pessimiste per
il prezzo dei cereali intorno a 230 $/t dal 2010 in poi, mentre il Fapri differenzia le proprie
stime in funzione del prezzo del petrolio. Infatti, secondo il Fapri, una ripresa delle
quotazioni del petrolio porterà quasi sicuramente a un incremento dei prezzi dei cereali
(rispettivamente dopoi il 2010 intorno a 260 $/t con il petrolio a 95 $/barile e a 320 $/t
con il petrolio a 100 $/barile. Resta da valutare l’effetto al netto del cambio euro/dollaro.
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supplemento a L’Informatore Agrario • 43/2008
e soprattutto con l’esplosione della crisi
finanziaria mondiale e le prospettive di
una recessione generalizzata, inducono
a rivedere in parte le stime di stabilizzazione fatte qualche mese fa.
Cos’è successo
nell’ultimo periodo
Riassumiamo in breve i principali avvenimenti degli ultimi mesi:
• raccolto abbondante nella campagna appena conclusasi (680 milioni di tonnellate
secondo l’Igc – International grain council
– a fronte dei circa 640 milioni di tonnellate stimati durante l’estate), con buone
prospettive anche per il prossimo raccolto
2009 (anche se parzialmente compromesse dall’aumento dei costi di produzione);
• prezzi in calo sia per il disinteresse da
parte dei mercati finanziari, rimasti senza liquidità per poter speculare sui futures, che per il calo della domanda reale;
• parziale ricostituzione degli stock, anche grazie a una domanda internazionale
momentaneamente in calo;
• la maggior parte dei Governi sono così impegnati a fronteggiare la crisi finanziaria che non vi saranno risorse
aggiuntive per l’intervento sui mercati
agricoli (riapertura dei mercati argentino e ucraino);
• la produzione di biocarburanti (bioetanolo in particolare) rallenterà, ma le
politiche di sostegno (soprattutto Usa)
restano;
• continua la forte interdipendenza delle
produzioni cerealicole con le quotazioni
del petrolio (effetto combinato: biocarburanti/costi di produzione);
• in generale, il mercato è e sarà caratterizzato anche nei prossimi mesi da maggiori incertezze (mercati finanziari, cambio euro/dollaro);
• infine la recessione globale, che per il
momento sembra colpire solo Usa e Europa, ma che comunque provocherà un
rallentamento anche delle economie cosiddette emergenti.
La combinazione di questi effetti lascia
intravedere una tendenza ribassista delle
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vista dello scadere di effetti finanziari),
per vendere poi tutti insieme e contemporaneamente, mentre magari in altri
mesi costoro non si presentano affatto
come venditori sul mercato, generando
così la famosa profezia che si avvera da
sé: il prezzo che cala.
Borsa di Foggia:
un esempio concreto
197 euro/t il prezzo del grano duro
con il petrolio a 67 $ il barile (*)
La riprova della validità di questo, magari severo e noioso, approccio teorico? Gli
accadimenti sul mercato nazionale, e in
particolare pugliese, negli ultimi mesi.
Mentre la piazza di Bologna registrava
negli
ultimi mesi sì prezzi in calo, ma con
In futuro sarà sempre più stretta l’interdipendenza tra i prezzi del petrolio e dei cereali.
un livello di transazioni realizzate basso
(*) Previsione Fapri di settembre 2008.
ma costante, a Foggia si è arrivati per il fruquotazioni di mercato per i cereali, tra i ta e uguale per tutti, le aspettative tendono mento duro addirittura a un blocco della
Borsa merci, la cui commissione prezzi non
a coincidere con la realtà dei mercati.
quali il frumento.
Eppure la revisione delle stime non
Ma i mercati agricoli sono notoriamente si riunisce più da tre settimane.
contrasta necessariamente con le previ- strutturati come «oligopsoni», ossia tanti
Seppure non si possa parlare di un «falsioni fatte prima dell’estate, ad esempio venditori e pochi compratori, e ciò vale a limento del mercato» (difatti le transazioda Akio Shibata, economista della Ma- maggior ragione per il nostro mercato ce- ni nel Foggiano continuano, anche se a rirubeni Foundation, che prevedevano una realicolo, dove l’offerta è notevolmente più lento e con notevoli incertezze), si tratta
stabilizzazione su livelli più bassi rispet- frammentata che altrove e dove la prassi sicuramente di un fallimento dei meccato alle punte della primavera 2008, ma corrente è quella del conto deposito, con la nismi istituzionali che tradizionalmente
sempre più alti rispetto alla caduta del quale le decisioni di vendita sono deman- regolavano quel mercato.
quindicennio 1990-2005.
date a centinaia di migliaia di imprese,
Alcuni antefatti: mentre la domanda
Nel grafico 1 sono riportate le stime di mentre ad acquistare
(l’industria semoliera
diverse organizzazioni mondiali, con un sono poche centinaia
e i grandi trader inLa cerealicoltura
Usda e un Ocse particolarmente pessimi- di operatori commerternazionali) si era coè un comparto agroindustriale
sti, mentre il Fapri (Food and agriculture ciali e industriali più o
perta precedentemente
redditizio, ma solo
policy reasearch institute, un consorzio meno in concorrenza
mediante acquisti ala determinate condizioni
americano di ricerca al qual partecipa an- tra di loro.
l’estero e con contratti
che il Governo) differenzia le proprie stia medio periodo (con
In questi casi si inme in funzione del prezzo del petrolio.
alcune innovazioni innesca quello che MorInfatti, una ripresa delle quotazioni decai Ezekiel chiamò negli anni 50 il ci- teressanti, quali i contratti a prezzo chiudel petrolio porterà quasi sicuramente clo del maiale (aveva sott’occhio il mer- so), l’offerta attendeva nei mesi estivi una
con sé, sempre secondo il Fapri, un in- cato della carne di maiale a Chicago nuova «bonanza» di prezzi alti, influencremento dei prezzi dei cereali, anche se - vedi riquadro).
zata anche da voci provenienti dal monper noi europei resta da valutare l’effetto
In sintesi, l’offerta non azzecca mai il do delle organizzazioni professionali che
al netto del cambio euro/dollaro.
prezzo giusto e off re la propria merce prevedevano il ritorno alle favolose quoIn buona sintesi la stabilizzazione dei sempre con aspettative «in ritardo» ri- tazioni di aprile (500 euro/t).
prezzi su livelli superiori rispetto al quin- spetto alla reale evoluzione del mercato,
Risultato: i prezzi ufficiali continuavano
dicennio 1990-2005 non sembra essere con il risultato di non massimizzare mai a scendere, del tutto in linea con le quomessa in dubbio da nessuno.
le proprie entrate (sottostima) oppure di tazioni nazionali e internazionali; i pochi
Resta ora da stabilire quali siano (o non vendere il prodotto (sovrastima), sal- silos idonei in Puglia (localizzati presso
meglio quali avrebbero potuto essere) i vo raggiungere prima o poi un equilibrio gli stessi utilizzatori) erano stracolmi di
comportamenti corretti per gli operatori per forza di cose, magari su livelli subot- merce in conto deposito, e così è esplosa la
nel breve e medio periodo.
reazione dei venditori, con problemi di ortimali per entrambi i contraenti.
dine pubblico a Manfredonia e botte e riI motivi per cui cala il prezzo sposte con le industrie semoliere, accusate
Cosa non fare
di speculare su ingenti partite provenienti
in una fase ribassista
Tanto per semplificare ulteriormente: dall’estero (fonte: Agi 13-11-2008).
Nel frattempo si sente parlare di trani produttori cerealicoli italiani (che conCome noto, a influire pesantemente sul segnano per il 70% circa la loro merce sazioni a 240 euro/t per il frumento duro
comportamento commerciale degli ope- in conto deposito) attendono collettiva- fino nella zona di Foggia, una quotaziomente un segnale di vendita (in genere ne oramai nettamente sotto il break-even
ratori sono le aspettative di prezzo.
In un mercato di concorrenza perfetta e legato alle esigenze di liquidità, ad esem- point (punto di pareggio: la quantità,
dotato di informazione trasparente, gratui- pio prima delle festività natalizie, o in espressa in volumi di produzione o fattu43/2008 • supplemento a L’Informatore Agrario
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PICCOLA LEZIONE DI ECONOMIA
Cos’è il ciclo del maiale
Il ciclo del maiale è un termine originariamente derivato dalle scienze agrarie, per descrivere una fluttuazione periodica del mercato dei maiali. L’uso si
è poi esteso anche nell’ambito dell’economia. Quando i prezzi tendono a raggiungere valori elevati, gli investimenti
tendono ad aumentare. Questo effetto è
però ritardato dal tempo necessario alla
riproduzione degli animali. Il mercato
diviene quindi saturo e ciò si traduce in
una diminuzione dei prezzi. Come conseguenza la produzione diminuisce ma
gli effetti vengono osservati solo dopo
un certo periodo di tempo, quindi si tornerà a una situazione di aumento sia
della domanda che dei prezzi. Questo
processo si ripete ciclicamente. Il grafico risultante offerta/domanda somiglia
a una ragnatela (grafico A).
•
P
Xs (offerta)
1
Prezzo
P0
P*
P1
4
3
2
Xd (domanda)
Quantità
Fonte: Felderer Homburg 1989 – esemplificazione
modello Cobweb.
GRAFICO A - Modello a ragnatela
del «ciclo del maiale»
Sul mercato è presente un certo
bene a un determinato prezzo P 0
(1). Dopo qualche tempo il mercato
si satura e il prezzo di quel bene
cala: P1 (2). Come conseguenza la
produzione diminuisce (3) ma gli
effetti vengono osservati solo dopo
un certo periodo di tempo. Si torna
quindi a una situazione di aumento
della domanda e a un aumento dei
prezzi (4).
rato, di prodotto venduto necessaria per
coprire i costi precedentemente sostenuti, per chiudere senza profitti né perdite)
delle imprese agricole pugliesi.
Chi scrive non può e non vuole entrare
nel merito delle recenti polemiche.
Come analisti di mercato, possiamo
solo dire che tutto ciò c’era da aspettarselo, viste le premesse, ma si sa che col
senno di poi siamo tutti più saggi.
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supplemento a L’Informatore Agrario • 43/2008
Impariamo dai nostri errori
Il mondo sta cambiando e forse non
tornerà più lo stesso di prima, ma possiamo tutti trarre beneficio da ciò che
è accaduto, traendo alcune conclusioni
su ciò che si sarebbe potuto fare (magari
l’anno prossimo, chi lo sa?).
Presenza sul mercato
ma con prudenza
Col famoso senno di poi, aver venduto
tutto il raccolto ad agosto sarebbe stato
meglio. Ma la verità è che in situazioni di
mercato molto incerte il comportamento più razionale è quello di diversificare i
rischi, sia temporali che spaziali.
• La diversificazione temporale non consiste solamente nel disporre di stoccaggi
sufficienti a trattenere la merce per momenti migliori, ma soprattutto nello «spalmare» le vendite sui 12 mesi dell’anno.
Nel medio periodo, profitti e perdite
tenderanno a equivalersi (almeno secondo lo scenario delineato all’inizio).
• Contratti a prezzo chiuso, futures,
medie lunghe, contratti in avanti su listini normalizzati, ecc.: tutte le innovazioni
contrattuali e di definizione del prezzo
non possono che aiutare a ridurre il rischio rispetto a listini «capricciosi». Certo, si tratta di soluzioni che andavano
predisposte prima della scorsa raccolta;
qualcuno l’ha anche fatto e da venditore
si è trovato bene. Nonostante le quotazioni in calo su Bologna, alcuni contratti di
filiera legati a quel listino stanno andando abbastanza bene (Sigrad).
Investire
guardando al futuro
La cerealicoltura è un comparto agroindustriale necessario e anche redditizio, ma
a determinate condizioni. A parte gli effetti della Health Check della pac (che restano ancora da valutare), il nostro resta un
Paese, per lo meno in certe aree, a elevata
vocazione cerealicola, ma con enormi problemi strutturali. Gran parte dei recenti
problemi in Puglia si sarebbero potuti evitare se vi fossero stati stoccaggi sufficienti
controllati dall’offerta agricola.
Invece l’infrastruttura di stoccaggio,
un tempo imponente, dà segni di fatiscenza, con il risultato che commercianti
e industriali si aiutano come possono e
gli agricoltori sono costretti a collocare
il prodotto presso di loro.
Il Psr 2007-2013 ha reintrodotto la possibilità per le aziende agricole di presentare domanda di fi nanziamento per la
realizzazione di stoccaggi, ma le incertezze sono tali che solo alcuni saranno in
grado di sfruttare questa opportunità.
Altri strumenti agevolativi (nuovi contratti di filiera e di distretto) dovrebbero –
il condizionale è d’obbligo visti i tempi –
essere messi in campo entro breve.
Serviranno
un po’ di immaginazione...
A proposito di diversificazione, quest’anno si è creata una situazione interessante; il buon raccolto ha infatti intensificato l’export di frumento duro dalla Sicilia verso i Paesi del Maghreb. Anche se il
grado proteico del grano siciliano non è
esaltante, è più che sufficiente per la produzione di cous cous, alimento base delle
popolazioni nordafricane. In ogni caso,
gli imbarchi si sono rivelati una boccata
d’ossigeno per gli operatori locali, oltre a
svuotare parte degli stoccaggi.
... e strategie politiche
Lo scorso 10 giugno a Londra, al margine della International Grain Conference, il Governo iracheno ha siglato con il
Canadian Wheat Board un accordo da
un milione di tonnellate di frumento,
innescando tra l’altro un contenzioso
tariffario con gli Usa.
Si tratta di operazioni che richiedono
una forza organizzativa e un coordinamento politico di cui in Europa forse solamente la Francia è capace, ma sta di fatto che il mercato politico internazionale
potrebbe tornare interessante anche per
il nostro Paese: basti pensare al nostro
vicino libico e agli accordi recentemente
stipulati tra i rispettivi Governi.
Ma vi sarebbero anche altri mercati da
esplorare: se è vero che i prezzi in Europa
centro-orientale sono crollati (il mais ungherese è andato all’intervento comunitario a 100 euro/t), bisogna anche considerare che gran parte del frumento in Centro
Europa è stato declassato a foraggero, causa l’elevato livello di contaminazione da
micotossine, con il risultato che vi sarebbe
potenzialmente spazio per del frumento
italiano di buona qualità sanitaria.
È vero che non siamo abituati a esportare, è anche vero che le problematiche
logistiche sono scoraggianti, ma partire
con la valigetta con i campioni potrebbe
valere la pena, o no?
•
Herbert Lavorano
AM Consulting
Bologna
[email protected]