Lavoro Bancario e Assicurativo news
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Lavoro Bancario e Assicurativo news
rivista mensile, numero 9 dicembre 2005 PER UN NUOVO MODELLO DI CRESCITA Al centro dei lavori del Consiglio Generale di Salsomaggiore (13-15 dicembre) i temi della democrazia economica, partecipazione dei lavoratori, responsabilità sociale e sviluppo socialmente responsabile dentro un quadro di riferimento di nuovi diritti e nuove tutele Una panoramica sulla situazione sindacale ma anche accenni, più in generale, alla situazione politico- economica nella relazione di Giuseppe Gallo, segretario generale della Fiba Cisl, al Consiglio Generale della federazione, riunito a Salsomaggiore dal 13 al 15 dicembre scorsi. “Quest’anno si conclude positivamente sotto il profilo contrattuale, - ha esordito Gallo - abbiamo chiuso il ccnl Abi, il ccnl Federcasse e il ccnl Ascotributi. Un anno che ha anche visto la concomitanza del Congresso, nel corso del quale sono state presentate proposte innovative sotto il profilo della linea strategica, della linea politica, dell’appartenenza, delle motivazioni.” Proprio il Consiglio generale diventa quindi l’occasione per effettuare una riflessione sullo stato dell’arte della strategia della Fiba. La responsabilità sociale, come modello di crescita e modello di fare impresa è al centro dell’azione della Fiba: l’attuale modello di crescita è insostenibile sotto il profilo economico, sociale ed ambientale. I numeri sono sotto gli occhi di tutti: gli investimenti finanziari prevalgono su quelli produttivi, il divario tra ricchi e poveri sta crescendo, se paesi come India e Cina adotteranno i ritmi di sviluppo dei paesi occidentali gli effetti sull’ambiente saranno devastanti. “Anche le recenti Opa bancarie – ha detto Gallo - sono da ricondurre a matrice di insostenibilità economica con forti ricadute sociali, poiché hanno obbedito a logiche di operazioni puramente finanziarie, senza requisiti patrimoniali né progetti industriali, organizzate da una consorterie di faccendieri e speculatori. “ La notizia dell’arresto dell’ex A.D. della Bpi, Giampiero Fiorani, giungeva durante i lavori e non poteva, dunque, mancare l’appello perché “si arrivi al più presto a definire un quadro certo di responsabilità…la Fiba ritiene che i nuovi vertici dell’azienda abbiano l’inderogabile dovere morale di dare segnali precisi di immediata inversione di tendenza nella gestione delle relazioni con tutti i portatori di interesse: i lavoratori, clienti, territori, istituzioni”. La line strategica e politica della Fiba è stata promossa e presidiata con determi- nazione dalla firma del Protocollo per lo sviluppo socialmente sostenibile e compatibile, fino alla firma dei contratti che sono seguiti (credito, credito cooperativo e riscossione, fino all’inserimento in alcuni contratti integrativi del settore assicurativo di specifici accordi sulla responsabilità sociale). Si tratta ora – prosegue Gallo – di condurre le relazioni sindacali nel settore ad una evoluzione verso un modello di democrazia economica che promuova la partecipazione dei lavoratori; favorisca un modello di sviluppo sociale sostenibile e socialmente responsabile, e sostenga nella Segue in seconda Direttore Giuseppe Gallo Redazione Via Modena 5 00184 Roma Tel 064746351 Fax 064746136 E mail [email protected] SOMMARIO: 1 Consiglio Generale Fiba di Angela Cappuccini 2 Il Natale caldo dei bancari (A.C.) 3 Accordo Bnl di Emilio Marino 4 Intesa Duetsche Bank di Maurizio Gemelli 5/6 Speciale Congresso Uni di Luciano Malvolti LAVORO BANCARIO E ASSICURATIVO NEWS Pagina 2 dimensione internazionale l’affermazione del modello organizzativo della società europea: Gallo ha quindi riportato il caso di Alliance, che ha intenzione di assumere il modello di società europea, mentre non sono arrivate risposte positive in merito da Unicredit- Hvb. Dopo aver esposto le critiche sia nel metodo che nel merito alla legge finanziaria e alla legge sulla devolution (“gravida di devastazioni sociali, un attentato alla Co- stituzione”) ha ribadito l’importanza del ruolo che la Cisl può svolgere nel percorso verso un nuovo modello di crescita: “è’ necessario – ha sottolineato Gallo – definire un nuovo patto concertativo che potrebbe prendere forma nei prossimi mesi, a conclusione dell’appuntamento elettorale. “ Infine, tra i temi del dibattito e ripresi dal segretario generale della Fiba, la necessità di un rafforzamento del sindacato del primo tavolo, della sua identità strategica e del suo agire e l’apertura di una riflessione sulla svolta della Fabi: “Prendiamo atto con interesse – ha detto - della svolta politica che la Fabi sta realizzando, ma aspettiamo l’esito del loro Congresso straordinario per effettuare una valutazione di merito.” Angela Cappuccini NATALE CALDO PER I LAVORATORI BANCARI Mobilitazioni e scioperi in corso in varie aziende Lo stato di disagio dei lavoratori bancari, le insoddisfazioni dei rappresentanti sindacali che non ottengono risposte dai vertici aziendali sulle vertenze aperte sono alla base delle mobilitazioni dei lavoratori di diverse aziende bancarie. Un “Natale caldo” potremmo definirlo. Scioperi, presidi con volantinaggi, assemblee di lavoratori si svolgono in questi giorni in tutto il territorio nazionale. Vediamo in sintesi le azioni di lotta intraprese dalle oo.ss dei gruppi coinvolti Banca Intesa Le Segreterie di Coordinamento di Fiba, Fisac, Uilca, Falcri e Dircredito, hanno preso atto della non volontà da parte aziendale di trovare soluzioni condivise, a problemi che si trascinano da tempo. Tra questi, in particolare, le questioni legate alle pressioni commerciali nelle filiali, divenute in moltissimi casi intollerabili e vessatorie; il conseguente peggioramento del clima aziendale;la carenza strutturale di formazione professionale adeguata e qualificante; il problema sempre più palese della sicurezza fisica e psicologica dei lavoratori esposti al rischio di rapine; la carenza cronica di organici, solo in parte risolvibile con le annunciate assunzioni di apprendisti; i processi riorganizzativi attuati unilateralmente (poli back-office e nuovo lay-out di filiale). A questi problemi di portata nazionale va aggiunto il “sostanziale” deterioramento delle relazioni sindacali sfociato in episodi intollerabili, nei confronti di colleghi che avevano aderito nel luglio scorso ad uno sciopero locale. Ebbene, dopo anni in cui i lavoratori e le OO.SS. hanno dimostrato, attraverso tantissimi sacrifici, di voler costruire una Banca che potesse posizionarsi tra le maggiori banche europee, la risposta aziendale alle legittime richieste sui questi temi è stata lacunosa e deludente. Infatti, il tentativo di conciliazione, il 2 dicembre in Abi, ha dato esito negativo. Per questo è stato deciso di avviare un percorso vertenziale e di mobilitazione a livello nazionale, che si esprime con presidi nelle piazze principali, con volantinaggio alla clientela e comunicati stampa. Scioperi sono in corso in alcune realtà, tra cui Milano e Treviso. Contemporaneamente, e in osservanza con la legge di autoregolamentazione dello sciopero, che vieta azioni più incisive in determinati periodi dell’anno, verrà dichiarato lo sciopero dello straordinario (per le aree professionali) e delle prestazioni al di fuori del normale orario di lavoro (per i quadri), reperibilità e interventi programmati e non (per tutti i lavoratori interessati). Le azioni di lotta fin qui decise rappresentano un primo momento di mobilitazione all’interno di una fase vertenziale che porterà ad altre iniziative future, se la banca non dovesse evidenziare una reale modifica del proprio atteggiamento. Capitalia Questi i temi della vertenza, da tempo posti all’attenzione della controparte e su cui Fiba, Fisac, Uilca, Falcri e Dircredito hanno indetto l’immediata mobilitazione di tutti i lavoratori delle aziende del gruppo: Un aumento degli organici, al netto delle uscite, anticipando le previsioni del piano industriale, per migliorare ritmi e condizioni di lavo- ro; un riconoscimento economico adeguato all’impegno straordinario profuso da tutto il Personale del Gruppo in questa fase di riorganizzazione; la definizione dei criteri per i nuovi Premi aziendali che dovrà prevedere una forte componente comune a tutto il Gruppo, unitamente alla necessaria valorizzazione dell’apporto aziendale. I nuovi Premi, inoltre, non potranno che registrare il netto miglioramento economico conseguito nei bilanci 2005; la costruzione di un protocollo di relazioni sindacali di Gruppo che consenta di conseguire a livello aziendale una reale autonomia ed esigibilità del confronto sindacale, anche al fine di una compiuta attuazione degli accordi finora stipulati e disattesi. Le iniziative si svilupperanno contemporaneamente con modalità diverse nelle singole aziende, in relazione al dissesto organizzativo ed al disagio sofferto dai lavoratori. LAVORO BANCARIO E ASSICURATIVO NEWS Pagina 3 Nel Banco di Sicilia, dove si registrano le maggiori criticità, è già indetto, in questo contesto, lo sciopero di tutta l’Azienda per il 12 Dicembre. Nelle altre Banche e Società sarà immediatamente avviata una tornata capillare di Assemblee del Personale al fine di pervenire ad una comune azione di lotta in tutto il Gruppo. Per i Lavoratori e per le Aziende interessati a nuovi processi societari (Capitalia Solutions, MCC, Capitalia L/ F, Fineco) le rispettive RSA hanno già in parte attivato e completeranno nei prossimi giorni le procedure finalizzate alla mobilitazione dei Lavoratori coinvolti. Le Segreterie Nazionali individueranno con le Strutture Aziendali un centro di Coordinamento che provvederà a valutare i comportamenti delle controparti ed a sviluppare iniziative, anche pubbliche, a supporto della vertenza. Banca d’Italia E’ stato proclamato dalle organizzazioni sindacali Cisl, Cgil, Uil, Cida, Falbi, Sibc uno sciopero del personale di ogni ordine e grado addetto a tutte le strutture centrali e periferiche della Banca d’Italia e dell’Uic per l’intera giornata di lunedì 12 dicembre e il blocco delle prestazioni straordinarie dal 12 al 16 dicembre. I lavoratori lamentano il mancato rinnovo del contratto “2002-2005 (la cui validità scadrebbe fra un mese) e il mancato accordo sulla previdenza complementare scaduto da quasi due anni. Inoltre la banca, dopo avere subito a febbraio e a giugno 2004, due condanne per attività antisindacale in relazione alla modifica unilaterale delle norme sul collocamento a riposo del personale direttivo, ed essere stata costretta dal Giudice del lavoro a ripristinare le regole sulla contrattazione, pretende di scambiare la riscrittura “dovuta” della cornice contrattuale con una modifica dell’art. 79/1 del regolamento del Personale (norme sul pensionamento). Banco di Sardegna Si apre una stagione di lotta per protestare contro una politica aziendale inconcludente, l’eterno rinvio delle soluzioni dei problemi dei lavoratori, le sistematiche violazioni del contratto. Sono ormai troppi i problemi che si sono accumulati sulle scrivanie dell’ufficio del personale e che per quanto urgenti non hanno trovato soluzione. A questa già grave situazione si aggiunge la forte e fondata preoccupazione circa la mancanza di un pensiero strategico aziendale che tracci la rotta da seguire e che conduca la Banca fuori dal ristagno degli affari in cui oggi si dibatte. Questo immobilismo, dovuto alla mancanza di progetti di largo respiro sembra non riuscire a produrre progetti limitandosi ad una navigazione a vista, attenta unicamente al contenimento dei costi che grava soprattutto sulle spalle dei dipendenti. L’unico pensiero strategico che ora trova terreno fertile sembra essere quello che porta alla conduzione di una miope politica che si guarda bene dall’investire in iniziative che portino nuova linfa, e nuovi affari, presso gli sportelli dell’azienda. Le oo.ss. Fiba, Fisac, Uilca, Dircredito e Falcri stanno quindi procedendo all’individuazione e articolazione delle iniziative di lotta, a partire dalla proclamazione di uno sciopero in tutte le realtà del Banco. (A.C.) LA PREVIDENZA COMPLEMENTARE PER LE FUTURE GENERAZIONI L’Accordo sottoscritto in BNL Fin dal febbraio 2005, all’indomani della sottoscrizione del nuovo CCNL, il sindacato della BNL si è posto l’obbiettivo di trovare una soluzione al problema della Previdenza per i Lavoratori e Lavoratrici che verranno assunti in Azienda con le regole previste per l’Apprendistato Professionalizzante. Il nuovo CCNL, ha fortemente limitato l’introduzione nel nostro settore delle figure professionali, cosiddette atipiche, previste dalla Legge 30, recependo esclusivamente il capitolo relativo all’Apprendistato Professionalizzante apportando peraltro significative e positive correzioni. E’ da evidenziare che, sotto l’aspetto previdenziale, per gli Apprendisti sono previste (art. 21 e 22 Legge n° 25/1955 e successive modifiche) aliquote contributive alla Previdenza Obbligatoria in misura ridotta nell’ordine di Euro 2,81 a settimana. Tale ridotta contribuzione obbligatoria, se non verranno apportati gli opportuni correttivi di Legge, comporterà notevoli ripercussioni negative sull’entità della futura Pensione di detti Lavoratori. Grazie alla reciproca sensibilità che da tempo caratterizza il modo di essere delle Rappresentanze Sindacali Aziendali (Fiba/Cisl, Fisac/ Cgil, Uilca e Discredito) e della Direzione Aziendale, in BNL è stato possibile raggiungere il seguente accordo: Viene prevista la possibilità di iscrizione al Fondo Pensioni BNL degli Apprendisti con un versamento complessivo del 12% della Retribuzione assunta a base TFR (massimo della deducibilità fiscale), di cui l’11% a carico dell’Azienda e l’1% a carico dell’Apprendista oltre al versamento dell’intero TFR. Importo che nel primo anno d’assunzione a tempo indeterminato passa al 10% a carico Azienda e 2% a carico Dipendente. “In BNL siamo convinti che l’accordo sottoscritto determini forme di garanzia, ricollocando i Lavoratori e le Lavoratrici nel contesto sociale di riferimento e all’interno di valori etici condivisi “ LAVORO BANCARIO E ASSICURATIVO NEWS Pagina 4 Successivamente, venendo meno la contribuzione figurativa ridotta all’INPS, il contributo a carico dell’Azienda e del Lavoratore sarà uguale a quello previsto per i Dipendenti iscritti alla Sezione B del Fondo Pensioni (dal 1° gennaio 2006 3,20% a carico Azienda e 2% a carico Lavoratore); possibilità d’iscrizione al Fondo Pensioni, a far data dell’assunzione, dei Lavoratori e delle Lavoratrici assunti con Contratto a Tempo Determina- to anche di durata inferiore ai 12 mesi; Per gli assunti dal marzo 2003 iscritti alla Sezione B del Fondo Pensioni BNL, in coerenza con il processo di allineamento del contributo al Fondo condiviso già da molto tempo con l’Azienda, il contributo aziendale, dal 1° gennaio 2006, passa dall’attuale 2,70% al 3,20% e dal 1° gennaio 2007 al 3,30%. In BNL siamo convinti che l’accordo sottoscritto, determini forme di garanzia, ricollocando i Lavoratori e le Lavoratrici nel contesto so- ciale di riferimento e all’interno di valori etici condivisi. E’ un accordo importante anche perché segna un’inversione di tendenza rispetto ad una sciagurata politica dell’esclusione e del precariato. Dai dati a nostra conoscenza, siamo una delle poche aziende che si sono mosse, prima ancora che iniziassero le assunzioni con i contratti di apprendistato, sul terreno della salvaguardia delle future generazioni sul piano previdenziale, continuando a coniugare quelle forme di solidarietà generazionale proprie delle confederazioni sindacali. Per tutte queste motivazioni, crediamo che l’Accordo sottoscritto possa rappresentare un positivo riferimento per il mondo del lavoro. Emilio Marinoe Segretario Responsabile Coordinamento Fiba Cisl BNL DEUTSCHE BANK: I MOTIVI DI UNA INTESA “STORICA” Protocollo Piano industriale di Gruppo Accordo Fondo esuberi Contratto integrativo aziendale Un paio di mesi fa avevamo già scritto su quello che stava succedendo nel Gruppo. D.B. Italia (Gruppo che fa capo al Colosso di Francoforte e quindi pienamente “inserito” in una logica multinazionale quasi unica nel nostro settore in Italia). E, in quella occasione, mi ero soffermato sulle pesanti implicazioni che sarebbero state originate dai Progetti aziendali che erano nell’aria e che riguarderanno circa 1.000 Colleghi: Cessione delle attività di gestione delle Carte di Credito; Cessione delle attività della SIM e dell’Investment Bank ad una branch italiana di D.B. AG; Creazione di un Consorzio che radunerà le attività di servizio oggetto di scorporo; Accesso alle prestazioni del Fondo di Solidarietà per 161 esuberi dichiarati. La priorità che ci siamo posti subito – come FIBA/CISL – è stata evidentemente quella di definire le regole e le nor- me per “governare” tutto il complesso delle ricadute derivanti da questi Progetti. E il risultato di questa scelta – condivisa da tutte le OO.SS. del tavolo unitario - è stato estremamente positivo ! L’impostazione del nostro Sindacato di “portare” la Banca a condividere la politica della gestione “contrattata” di tutti gli aspetti legati alle riorganizzazioni, ha avuto successo con una trattativa serrata che nel giro di un mese e mezzo ha condotto alla firma di un’Intesa complessiva che assicura garanzie di difesa dell’Area Contrattuale per tutto il Gruppo (anche per i Colleghi soggetti alle cessioni quindi…) e l’applicazione a tutti del CCNL , del C.I.A. – con un Premio Aziendale di Gruppo - e della Previdenza Complementare. Ho parlato di un’Intesa storica anche e soprattutto perché per la prima volta nel nostro Gruppo siamo riusciti a ottenere il Piano Industriale (cosa che sinora era stata sempre negata con la discutibile “giustificazione” di non essere in grado di definirne uno per l’Italia, autonomo da quello di Casa Madre). Nell’Intesa del 24 e 25 Novembre scorsi abbiamo ottenuto: un protocollo sulle relazioni industriali e sulle riorganizzazioni/cessioni nel gruppo che definisce le garanzie occupazionali e contrattuali (normative e salariali) sopra descritte; un accordo che regola l’accesso al fondo di solidarietà, con il quale abbiamo disciplinato le "uscite" volontarie dei Lavoratori, migliorando anche il già valido Accordo sottoscritto nel 2002 su un progetto simile; un’intesa di rinnovo del c.i.a. con un costo complessivo a carico della Banca di circa il 4,35% dell’attuale monte retribuzioni per il quadriennio (che, con l’effetto trascinamento sul quar- to anno di valenza contrattuale diventa il 6,10%), suddiviso in: incrementi economici una tantum; aumento di 100 € del contributo aziendale annuale per l’Assistenza Sanitaria; elevazione del contributo aziendale sul Fondo Pensione al 5,75% per i vecchi iscritti (che diventa il 6,25% per i nuovi iscritti post 28.4.93); incremento del Premio Aziendale (VAP) del 6% per il 2006 e nuovi indicatori per i rimanenti anni. Infine, siamo riusciti a raggiungere un obiettivo da sempre prioritario per la FIBA, con l’impegno della D.B. ad aprire entro il Marzo 2006 un confronto sui Percorsi Professionali legati agli Inquadramenti. Maurizio Gemelli Segretario Responsabile Fiba Cisl - Gruppo D.B. - FIBA CISL NUMERO 9 SPECIALE 2° CONGRESSO MONDIALE UNI Pagina 5 Chicago 22-26 agosto 2005 A cura di Luciano Malvolti resp. Ufficio Internazionale Fiba Cisl Più di 1000 delegati sindacali provenienti da oltre 100 paesi diversi si sono dati appuntamento a Chicago, la città americana con la più consolidata tradizione sindacale, per il 2° Congresso Mondiale di UNI, la Federazione Internazionale dei Sindacati dei servizi (banche, assicurazioni, poste, telecomunicazioni, commercio, media, grafici e spettacolo). Con i suoi 15 milioni di affiliati di più di 900 organizzazioni sindacali, UNI rappresenta una realtà forte e dinamica all’interno della CISL Internazionale, la Confederazione Mondiale Sindacale che rappresenta più di 150 milioni di lavoratori e lavoratrici. UNI nasce come sindacato globale per rispondere alle sfide della globalizzazione, con un’azione globale, quindi, che ha come interlocutori le grandi multinazionali, i governi e le istituzioni internazionali e come obiettivo finale il miglioramento concreto delle condizioni di lavoro e degli standard minimi delle tutele sindacali. Il Congresso di Chicago ha confermato gli obiettivi strategici di UNI, la lotta per la riduzione della povertà, la solidarietà con i lavoratori e le lavoratrici dei paesi meno sviluppati e la richiesta di una dimensione sociale della globalizzazione, rilanciando vecchi e nuovi strumenti di iniziativa sindacale come gli accordi quadro globali con le multinazionali, la collaborazione con l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL), l’azione di lobby sul Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale, la Carta sulle delocalizzazioni. Alla guida dell’UNI è stato confermato Philip Jennings, gallese, mentre Giuseppe Gallo, segretario generale Fiba-Cisl, è stato confermato nel comitato esecutivo mondiale UNI in rappresentanza dell’area del Mediterraneo. UN LAVORO DECENTE PER TUTTI Wal-mart e la Cina Il Congresso Mondiale di UNI ha rilanciato quello che a livello sindacale internazionale viene definito il 9° Obiettivo del Millennio: la creazione di impieghi decenti, ovvero di impieghi che incorporano il rispetto dei diritti umani fondamentali, protezione sociale, remunerazione e condizioni di lavoro adeguate. L’assunto del sindacato è che la crescita del PIL mondiale non si traduce automaticamente in una equa redistribuzione della ricchezza prodotta e quindi in una riduzione della povertà. Per perseguire in concreto tale obiettivo, è imprescindibile prevedere anche politiche per l’occupazione e il mercato del lavoro e in tal senso il contributo del sindacato è determinan- te per assicurare che una parte equa della crescita economica e della produttività venga destinata ai lavoratori. In questo contesto, le politiche del colosso mondiale del commercio Wal-Mart e lo sviluppo economico esplosivo della Cina possono avere effetti devastanti tanto nei paesi industrializzati quanto in quelli più poveri. Wal-Mart è al centro delle iniziative UNI per le sue politiche anti-sindacali, lo sfruttamento dei lavoratori e la discriminazione delle lavoratrici e nello stesso tempo è al vertice delle classifiche per Segue a pag.6 C A M PA G N A CONTRO LA POVERTA’ Il Congresso Mondiale di Chicago ha confermato l’impegno del sindacato internazionale nella lotta contro la povertà. UNI, insieme ad altre centinaia di organizzazioni sindacali, no profit e ONG è fra i promotori della campagna Global Call Against Poverty. Nonostante gli ambiziosi obiettivi del Millennio, fissati solo cinque anni fa, di dimezzare entro il 2015 la povertà e il numero di lavoratori che vivono con meno di un dollaro al giorno, i dati mondiali aggiornati sono in drammatico peggioramento: 54 paesi sono più poveri di 15 anni fa, in 34 paesi si è addirittura ridotta l’aspettativa di vita. Ciononostante, la percentuale effettiva della ricchezza dei paesi occidentali destinata ad aiuti per i paesi meno sviluppati è ben lontana dall’obiettivo fissato dello 0,7% del prodotto nazionale lordo (e l’Italia ha costantemente ridotto il suo impegno negli ultimi anni fino all’attuale 0,15% del PIL). Uno degli obiettivi strategici perseguiti anche da UNI continua, quindi, ad essere l’annullamento o la sensibile riduzione del debito estero dei paesi poveri per poter ridistribuire su base locale nuove disponibilità finanziarie concretizzandole in misure migliorative dei livelli di educazione, salute, infrastrutture, abitazioni e welfare sociale. Le misure adottate in tal senso nell’ultimo summit dei G8 (con il solenne impegno ad annullare 40 miliardi di dollaSegue a pag.6 LAVORO BANCARIO E ASSICURATIVO NEWS Pagina 6 Segue da pag.5 ri di debiti dei 18 paesi più poveri) sono un buon segnale, ma sicuramente non definitivo: la campagna mondiale dovrà continuare sia a livello internazionale sia a livello locale con l’o- pera di monitoraggio e controllo anche del sindacato affinché l’utilizzo di queste risorse finanziarie non venga distolto dalle finalità originarie. GLOBAL FRAMEWORK AGREEMENTS (accordi quadro globali) Segue da pag 5 quanto riguarda i guadagni (10 miliardi di dollari nel 2004). L’obiettivo è quello di costringere la multinazionale, anche con azioni di lobby sugli investitori istituzionali e con la collaborazione delle associazioni dei consumatori, a garantire un lavoro decente per i propri dipendenti evitando, così, che Wal-Mart possa diventare un modello di successo imitabile a livello mondiale. La Cina, d’altra parte, rappresenta una sfida decisiva nella lotta per un modello di globalizzazione compatibile con i principi di solidarietà e protezione sociale dei lavoratori e delle lavoratrici. L’azione e il sostegno dell’UNI sono, quindi, indirizzati alla creazione di un sindacato libero e democratico in Cina per perseguire il rispetto dei diritti fondamentali del lavoro e per evitare il pericoloso assunto che sia possibile una crescita economica esponenziale a spese della classe lavoratrice. PER GLI ISCRITTI LA Fiba offre ai propri iscritti opportunità di risparmio, dalla spesa quotidiana agli acquisti straordinari. Come iscritto ti sono riservati vantaggi e servizi. Hai a tua disposizione servizi di consulenza gratuita che puoi richiedere per posta, fax o e-mail. Apri una casella di posta Fiba, così potrai richiedere ([email protected]) le newsletter sui servizi Fiba. Ricordati, in caso di cambio di indirizzo, di rettificare la tua iscrizione I Global Framework Agreements (accordi quadro globali) sono uno degli strumenti più concreti di intervento utilizzati anche da UNI nei confronti delle multinazionali. Sono già 9 gli accordi globali siglati su base mondiale con multinazionali del settore telefonico (Telefonica e OTE), del commercio (H&M, Carrefour) e di altri settori (Ikea, Danone, Iss, Volskwagen, Statoil). Ma cos’è in concreto un Global Framework Agreement? È un accordo che vincola la multinazionale ad osservare gli standard minimi internazionali stabiliti dalle Convenzioni OIL e dalle linee guida dell’OCSE e dell’ONU per le multinazionali: in particolare, il riferimento è al divieto di utilizzare il lavoro minorile o forzato, alla libertà di aderire al sindacato e di negoziare collettivamente, al rispetto dell’ambiente e dei minimi salariali. L’accordo impegna, inoltre, la multinazionale ad esigere il rispetto degli stessi standards anche da parte di eventuali subappaltatori. Come si inserisce la responsabilità sociale dell’impresa negli accordi quadro? Gli accordi quadro globali incorporano il principio fondamentale della responsabilità sociale dell’impresa per il quale il sindacato è conside- rato uno dei più importanti stakeholders nell’azienda e il dialogo sociale lo strumento principale di confronto con i rappresentanti dei lavoratori in un’ottica di ricerca di soluzioni condivise. La responsabilità sociale dell’impresa deve poi essere declinata in comportamenti e politiche aziendali coerenti nei confronti dei dipendenti (politiche di genere, equilibrio tra vita lavorativa e privata, ecc) e degli stakeholders esterni, per cui la multinazionale deve perseguire uno sviluppo economico sostenibile e compatibile in rapporto agli effetti sulle economie locali e il mercato del lavoro (incorporando, per esempio, previsioni simili a quelle contenute nelle direttive europee sui diritti di informativa e consultazione dei lavoratori). Chi controlla il rispetto effettivo dell’accordo? Il monitoraggio dei comportamenti effettivi della multinazionale è, ovviamente, di importanza strategica. Gli accordi prevedono sistemi di controllo sia interni che esterni: ogni anno sono previsti uno o più incontri di verifica e un sistema di reportistica periodica che viene pubblicizzata sui media. Il monitoraggio presuppone però anche l’intervento diretto delle strutture sindacali ai vari livelli e soprattutto a livello locale. Tale intervento e controllo diretto è fondamentale, tanto che l’iniziativa di UNI comincia con la creazione di un Comitato Aziendale Globale, ovvero una rete di cooperazione tra tutti i sindacati presenti all’interno della multinazionale nei vari paesi, per garantire il controllo in loco e dall’interno ed eventualmente organizzare iniziative congiunte su scala internazionale.