Tipizzazione di massa per Marco

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Tipizzazione di massa per Marco
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GIOVEDÌ 27 MARZO 2003
il Cittadino
Centro Lodigiano
SAN COLOMBANO ■ L’ADMO LANCIA UNA CAMPAGNA DI SENSIBILIZZAZIONE E SCENDE IN PIAZZA SABATO E DOMENICA SAN MARTINO
In duecento pronti a dare il midollo al 36enne banino
«Diminuite
le tasse
tagliando
le spese»
SAN COLOMBANO Duecento persone pianto della vita a quello dei fiori
in coda per la tipizzazione all’ospe- che si seminano in primavera. I vodale Maggiore di Lodi. La campa- lontari dell’Admo saranno nelle
gna di sensibilizzazione per il caso piazze di Lodi, San Colombano, Spidi Marco Lodigiani, il 36enne di San no e Crema, dalle 10 in avanti, fino
Colombano in cerca di un donatore ad esaurimento della merce. L’Addi midollo osseo, sta dando i suoi ri- mo ha acquistato più di 600 colombe
sultati. Si sono già sottoposti alla ti- della vita e circa 300 garofani. Un
pizzazione un centinaio di persone, progetto questo che riapre l’attività
ma data la necessità del trapianto
annuale dell’associazione. L’Admo
per l’uomo colpito dalla leucemia, ha terminato l’ultimo numero del
l’attenzione resuo notiziario
sta alta. Le pergià disponibile
sone tra i 18 e i 40
sul sito www.aanni che non si
micidiserena.it
sono
ancora
Interessanti i damesse in lista
ti riportati negli
per la verifica di
articoli della
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pubblicazione,
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spedale ai numerelativi al centro
ri 0371/372387,
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0371/372068, opLodi. In oltre 5
pure all’Admo,
anni di esistenza
allo 0371/425001.
il centro ha eseChiamando i meguito la tipizzadici o presentanzione e l’iscriziodosi al centro
ne di 1.492 potentrasfusionale
ziali donatori di
dell’ospedale
midollo osseo ed
Maggiore è poseffettuato 279 vesibile anche averifiche di seconre tutte le infordo livello. 51 di
mazioni mediqueste sono state
che del caso. A
effettuate a favofavore di Lodire di pazienti regiani l’Admo,
sidenti all’estero
guidata da Natae 228 per pazienti
le Giandini, lan- Lodigiani con la moglie Simona
italiani. Solo in
cia una nuova
33 casi è stata ricampagna. Sabato e domenica i vo- chiesta l’esecuzione del terzo livello
lontari saranno in piazza a San Co- di compatibilità negli ospedali che
lombano con l’offerta delle colombe dispongono di un centro trapianti.
e dei garofani per la vita. «Mentre le Purtroppo non sempre queste strutcolombe - spiega il presidente - ver- ture specializzate comunicano il riranno vendute anche a Lodi, Spino sultato dell’esame di terzo livello
d’Adda e Crema, fino ad esaurimen- per cui non si riesce a quantificare
to - a San Colombano abbiamo quanti lodigiani abbiano effettivarafforzato l’iniziativa, distribuendo mente eseguito la procedura di eanche le piantine». L’idea è quella
spianto.
di associare simbolicamente il traCristina Vercellone
SAN MARTINO Dura "requisitoria"
del gruppo consiliare di opposizione Buon governo per San Martino
nei confronti del bilancio preventivo approvato dalla maggioranza del
sindaco Franco Boccalini: l’aumento dell’Ici sulle attività produttive,
che colpirà il Bennet così come le
piccole aziendine che a San Martino hanno trovato lo spazio per crescere, «è una mossa che colpisce ancora chi produce reddito da lavoro
autonomo, in un momento di recessione economica» annota il capo
gruppo Fabio Vitali, contestando
anche l’addizionale Irpef, che invece colpisce in primo luogo i dipendenti.
Per la minoranza di centro destra la
ricetta per far quadrare i conti sanmartinesi è un’altra: una diversa
gestione della spesa. E al proposito
Vitali cita il mutuo del cimitero, «i
cui costi non vengono ammortizzati con la vendita dei loculi, come invece qualcuno sosteneva», e gli impianti sportivi, «che sono una costante perdita per il bilancio comunale, e in particolare ci auguriamo
che la gestione del nuovo palazzetto
vada a coprire non solo le spese di
gestione correnti, ma anche gli interessi passivi sulle rate di mutuo».
Il finanziamento, quote di capitale
comprese, costa al comune 57 mila
euro all’anno. In aumento, nota Vitali, anche le spese di difesa legale.
Un’intesa con la maggioranza però
il centro destra l’ha trovata, ed è sul
problema dell’acqua potabile colorata e che a volte sa troppo di cloro:
all’unanimità il consiglio ha approvato una dichiarazione nella quale
l’amministrazione si impegna a verificare se, con l’installazione dell’impianto di depurazione ("strippaggio") da parte del Cap, si risolveranno i problemi. Altrimenti questa volta sarà il comune a convocare il Cap e una (eventuale) assemblea pubblica.
Tipizzazione di massa per Marco
LASCIA GIANDINI
Cambio ai vertici
dell’associazione
dei donatori
■ Cambio ai vertici del direttivo regionale dell’Admo (donatori di midollo osseo). Natale
Giandini, consigliere lombardo da sei anni lascia il posto a
Rocco Devecchi, donatore attivista che ha costituito il gruppo Admo all’interno dell’Enel
e promosso iniziative a favore
dell’associazione anche nel
Melegnanese. Giandini resta,
invece, responsabile di zona
per la provincia di Lodi. Il Lodigiano, inoltre, candiderà nel
direttivo lombardo, Alberto
Degiuli, medico del centro
provinciale di tipizzazione. Le
votazioni si svolgeranno all’interno dell’assemblea annuale che si svolgerà a Milano
nei prossimi giorni. La Lombardia conta oltre 60 mila donatori. Nel Lodigiano gli iscritti sono 3.615, ma associati
ai donatori di San Colombano
e dei comuni limitrofi al capoluogo, che fanno riferimento a
Lodi, per la tipizzazione si arriva a 4.143. «La nostra zona commenta Giandini - ha una
percentuale di donatori al di
sopra della media lombarda,
ma anche di quella italiana.
La Lombardia è la quarta regione per numero di iscritti,
ma il Lodigiano con un indice
di 1.724 (rapporto tra donatori e popolazione) supera addirittura la Sardegna, prima in
Italia con un valore di 1.068.
Lodi città poi oltrepassa tutti:
3.229 il suo indice.
Caselle Lurani, nuovi aiuti
per il nido Maggie Simpson
CASELLE LURANI Aiuti all’infanzia: nuovi finanziamenti per il
micro nido Maggie Simpson Il micro nido per l’infanzia di Caselle
Lurani trova nuova conferma nel
supporto finanziario definito in
questi giorni dal Pirellone. L’avallo al progetto "Maggie Simpson:
la fatica di diventare grandi", nell’ambito della legge regionale 23
del 2000, premia per il terzo anno
consecutivo una realtà di
volontariato
sussidiario diretto a ricreare uno spazio
di accoglienza
giornaliera
per bambini
dai 18 ai 36
mesi, genitori, nonni o altre figure di
riferimento familiare.
Un momento di incontro e consulenza per famiglie e di formazione
per il personale, coinvolto con
l’intervento di una psicologa a
supporto delle capacità e difficoltà dei genitori, migliorandone
la relazione tra adulto e bambino.
Un supporto tangibile a tutte le
madri, prime ad apprezzarne i benefici, vere "Maggie Simpson" nel
districarsi tra baby sitter, carenti
asili nido, a costi elevati o privi di
strutture flessibili ai tempi lavorativi.
«Il progetto di micro nido rappresenta una intuizione per il nostro
paese - annota l’assessore ai servizi sociali del comune di Caselle
nonché vice sindaco Mariangela
Raffaglio - riportando la comunità a riappropriarsi della sua
funzione educativa». Il comune
dalla sua, principale finanziatore del progetto anche per il 2003,
ha messo a disposizione 124 metri quadrati di spazi per l’accoglienza, il gioco e l’incontro,
chiedendo in cambio a ciascun utente un contributo mensile di 25
euro per una
programmazio■ La regione
ne didattica e
ha confermato ludica del tempo dell’infanil sostegno
zia.
alla struttura
Due operatrici
che segue
socio assisteni bambini
ziali, una psicologa, volontari
fra i 16 e
della locale asi 36 mesi
sociazione Betania e alcuni
genitori operativi a turnazione
sono la squadra che accoglie dal
lunedì al venerdì per trenta ore
settimanali una utenza destinata
ad ampliarsi a fronte di una domanda in crescita esponenziale
dal territorio locale e dai comuni
limitrofi.
Positiva esperienza acquisita nel
biennio, l’avvicinamento tra micro nido e scuola dell’infanzia avrà nuovo impulso, confermando
ormai una reale continuità educativa. Laboratori di manipolazione, feste e mercatini sono tra i
progetti comuni anticipati dagli
operatori di "Maggie Simpson"
per l’anno corrente.
C. V.
È IN ATTO LA SANGUINOSA GUERRA PREVENTIVA SCATENATA DA STATI UNITI E GRAN BRETAGNA CONTRO IL DITTATORE DELL’IRAQ,SADDAM HUSSEIN: È GIUSTO?
Lettori,siete d’accordo sulla guerra in atto? Scriveteci
Prosegue ininterrottamente dai primi di febbraio il dibattito avviato dal "Cittadino"
■ È in corso la guerra preventiva
scatenata dagli Stati Uniti - con l’appoggio della Gran Bretagna - contro
il regime sanguinario di Saddam
Hussein.
Cosa ne pensa la gente? Cosa ne dicono i nostri lettori?
«Il Cittadino», a questo scopo, ha aperto, da sabato 1 febbraio, un dibattito tra tutti i lettori.
Numerosi sono i messaggi e le lettere che ci sono pervenuti, e che abbiamo pubblicato di volta in volta
nel corso delle ultime settimane. Il
dibattito continua.
Quanti volessero intervenire con
lettere e messaggi potranno farlo in
modi diversi:
- o attraverso la posta, indirizzando
lo scritto alla direzione del «Cittadino», via Paolo Gorini 34, 26900 Lodi;
- o consegnando a mano la missiva
all’indirizzo sopracitato (oppure
nell’altra nostra sede di via Cavour
31 a Lodi);
- o utilizzando l’indirizzo di posta elettronica: [email protected].
Raccomandiamo di scrivere in calce
il nome, cognome, indirizzo e numero di telefono. Non saranno pubblicate le missive anonime.
Le medaglie
e l’onore
Domenica 23 marzo 2003, ore
17.00. Ho visto quei ragazzi morti,
l’assurdità e la viltà dell’uomo sul
suo simile.
Soldati che hanno giurato fedeltà
alla Patria, alla Bandiera, a Dio,
abbandonati in una squallida
stanza di uno sconosciuto paese.
Anche gli insetti si sono presi
gioco della morte, così come il
sorridente iracheno che mostra il
volto sfigurato nella morte del
soldato, come un trofeo di caccia.
Anche da morto, quel ragazzo, era
più rispettoso e dignitoso dell’aguzzino che gli stava acanto.
Picchiati, umiliati e finiti con un
colpo in testa, mostrati al mondo
come lezione d’onore e giustizia.
Morire per il proprio paese con
una divisa addosso, servirlo aldilà
di ogni dubbio ragionevole, aldilà
anche delle idee contrarie a quelle
dei politici che ti hanno mandato
laggiù a morire.
Miller, David o comunque vi chiamate, qualcuno per voi farà
giustizia.
Qualcuno per voi porrà fine al
martirio e alla crudeltà in quella
parte di mondo che nessuno conosceva e che nessuno vuole conoscere più.
Qualcuno piangerà sulle vostre
medaglie, qualcuno, come me,
piangerà sul vostro onore.
Antonio (Graffignana)
Digiuno contro
la guerra
I morti di guerra, a terra esanimi,
abbandonati dall’umanità tutta, ci
implorano, quasi ci ordinano, di
imporre la forza della ragione, del
diritto, del confronto, del negoziato alla ragione della forza.
La tragica testimonianza delle
vittime ci ricordano che viviamo,
operiamo, siamo parte di:
- una società violenta e ingiusta,
perché esaspera la competizione
economica, il brutale sfruttamento dei deboli, il disprezzo dei
valori etici, l’insensato sfruttamento delle risorse del pianeta;
- un sistema dove le spese militari
(le guerre in atto lo testimoniano)
occupano le risorse più importanti del pianeta;
- un mondo dove l’83% della popolazione mondiale vive sotto il
livello della povertà (per ogni
persona benestante, tra cui noi, ci
sono 73 persone povere);
- un sistema che inquina e
distrugge le risorse della natura
per mantenere alto il tenore di
vita del 17% della popolazione
mondiale, tra cui noi (se tutti
vivessero con il nostro tenore di
vita occorrerebbero 3,5 Terre);
- una società che soffre di una
profonda ingiustizia strutturale
che ci può rendere violenti.
Abbiamo forse perso la ragione?
È così grave quello che sta accadendo nel Mondo che continueremo a dire No alla guerra in
nome delle vittime. Continueremo
a dire il nostro No con "le pratiche
della non violenza attiva, della
testimonianza del digiuno, della
preghiera, della disobbedienza
civile e sociale, della resistenza e
dell’antagonismo sociale".
Per questo il digiuno prolungato a
staffetta proposto dal Nodo di Lodi
della Rete di Lilliput iniziato il 22
marzo da Ercole a cui è subentrato Paolo dal 26 marzo continua.
Nel frattempo crescono le adesioni
al digiuno giornaliero, le prime da
Piero, Anna, Valerio, Carlo,
Daniela, Luigi, Giusy, Elisabetta,
Luca, Martina e Andrea.
Invitiamo tutti a partecipare a
questa azione nonviolenta contro
la guerra: chi intende praticarla si
metta in contatto con il Gruppo
Azione Nonviolenta della rete di
Lilliput (Lele telefono 0371.51102)
o con la "Tenda della pace" in
piazza a Lodi.
Carlo Cavalli
a nome di Rete di Lilliput - nodo di Lodi
Usa contro
i tiranni
La paralisi delle Nazioni Unite
non è una novità.
Nel corso della loro storia, attraverso il diritto di veto, si è tollerato e permesso che venissero
perpetrati i peggiori crimini
contro l’umanità.
La Russia ha potuto invadere
l’Ungheria, la Cecoslovacchia,
l’Afghanistan e la Polonia, senza
per questo essere né espulsa né
sanzionata.
La Francia ha intrapreso la
famosa guerra d’Algeria e non
solo, guerre tipicamente coloniali.
L’Inghilterra mantiene la sovranità a tutt’oggi su Gibilterra e le
isole Malvine.
La Cina occupa da decenni militarmente il Tibet e fa scempio
quotidiano dei diritti civili ed
umani. Ricordo anche i tragici
fallimenti degli interventi Onu in
Somalia, Bosnia Erzegovina,
Ruanda ed Angola.
È evidente dunque che, finché non
verrà abolito il diritto di veto e
non verrà costituito un contingente multinazionale permanente
sotto l’egida delle Nazioni Unite
stesse, attualmente l’unica possibilità di fermare i tiranni, vista
anche, tra l’altro, la mancanza di
un esercito europeo, è che intervengano gli Stati Uniti.
Mi meraviglio e mi stupisco di
come nei cortei pacifisti possano
sventolare tranquillamente
accanto alle bandiere della pace
anche le bandiere rosse con il
simbolo della falce e del martello,
le stesse degli eserciti di Stalin, di
Mao e di Tito che hanno provocato
milioni di morti.
E ancora, mi meraviglio che gli
stessi che si indignano oggi per
l’inesistente ruolo delle Nazioni
Unite siano gli stessi che contestano regolarmente, in modo
anche violento e duro, le organizzazioni mondiali. Si sostiene da
una parte la sovranità dell’Onu e
dall’altra si contestano le organizzazioni mondiali di ogni settore (il
Wto, la Fao, il Fmi…) accusati di
essere espressione della globalizzazione.
Eppure, e questo credo sia un dato
inconfutabile, l’Onu stessa rappresenta la massima espressione di
questa tanto temuta globalizzazione.
Non comprendo neppure come gli
stessi sostenitori della pace ad
ogni costo - anche a costo di chiudere gli occhi per non vedere gli
assassini - possano essere gli stessi
che ideologicamente, sostengono
la guerriglia armata negli stati
sudamericani, nell’Irlanda del
Nord, in Medio Oriente e nei paesi
baschi.
Ricordo che secondo il diritto
internazionale e più specificatamente il diritto bellico coloro che
non portano apertamente le armi
né una divisa vengono considerati
combattenti illegittimi, che si
confondono appositamente tra la
popolazione civile mettendola
spesso a repentaglio.
Finché non ci sarà una valida
alternativa europea o internazionale per abbattere i regimi tirannici evidentemente non potrò che
schierarmi sempre dalla parte
degli stati democratici che li
combattono, assumendosi fra
l’altro l’onere di compiere ciò che
spesso viene ritenuto troppo
scomodo o gravoso dagli altri.
Silvia Ferretto
presidente della Commissione Cultura
della Regione Lombardia
Un gioco
da educande?
Questa volta, forse ingenuamente,
ci avevamo sperato: "troppe ed
autorevoli le voci dissenzienti", ci
siamo detti, "non si possono ignorare".
Invece, ancora una volta, ci ha
colto il senso di impotenza e lo
sconforto: allora è tutto inutile;
allora anche le grandi democrazie
non tengono conto dell’opinione
dei più.
Noi pensiamo che sia valsa
comunque la pena scendere in
piazza, esporre le bandiere, farci
vedere, consapevoli che questi non
sono strumenti risolutivi ma solo
segni dietro i quali c’è un
pensiero. Il nostro passa quotidianamente per la fatica che richiedono l’integrazione, l’accoglienza,
la mediazione e forse proprio per
questo capiamo quanto grave sia il
danno prodotto dalle guerre.
Immaginiamo che in Iraq, come
negli altri 52 paesi dove sono in
atto guerre, organizzazioni
umanitarie lavorino per costruire
legami, tolleranza tra le parti in
conflitto.
Le guerre vanificano in un
momento anni di lavoro spesso
ignorato e silenzioso.
In questi ultimi anni ci siamo
trovati in piazza contro altre
guerre, eravamo in 60, 80 forse
100 persone ed era facile classificarci come utopisti, superficiali,
oggi è più difficile catalogare così
milioni di persone ed ecco che
altre obiezioni vengono mosse
tentano di farci passare per anti
americani e per filo Saddam. Non
è così. Pensiamo che la strada
diplomatica vada perseguita fino
in fondo coscienti che è più lunga
e faticosa; pensiamo che se si
desse forza e legittimità agli interventi delle organizzazioni umanitarie presenti sicuramente anche
in Iraq si potrebbero costruire
vere alternative pacifiche di
cambiamento.
Oggi, ad una settimana dall’inizio
dei bombardamenti, si sentono
commenti di pietà, di rincrescimento alle immagini trasmesse.
Ma cosa pensiamo sia la guerra?
Un gioco da educande? Veramente
pensiamo possa essere un intervento chirurgico che va a segno
senza colpire l’uomo? Abbiamo
visto le facce impaurite dei
marines, ma come crediamo siano
le facce delle donne, dei bambini,
dei soldati iracheni quando le loro
case, le loro città vengono
bombardate con la violenza che
abbiamo visto?
Forse vedere le facce di uomini,
donne e bambini può farci riflettere su quell’orrendo strumento
che è la guerra che non può che
essere definita barbarica,
violenta, ingiusta: "Se si vuole
davvero salvare la libertà e la
democrazia si potrà farlo solo
grazie alla resistenza non
violenta, che non è meno coraggiosa né meno gloriosa della resistenza violenta. Anzi, lo sarà infinitamente dì più, perché darà vita
senza toglierne alcuna" (Ghandi).
Mariarosa Devecchi
per le Cooperative del Consorzio Sociale
L’Arca (Lodi)
Sto con
George Bush
Gentile direttore, la ringrazio per
la possibilità che mi concede: ossia
quella di poter rispondere ad un
mio compaesano, il quale mi
chiede se sono ancora d’accordo
riguardo all’attacco all’Irak.
Ebbene: la mia risposta è si.
La guerra non solo è necessaria,
ma anche giusta. Fra l’altro, in
questi giorni ho girato in
Sant’Angelo con la bandiera degli
Usa, simbolo di democrazia e
libertà. Io sto con gli Usa e la Gran
Bretagna. Io sto con Bush. Senza
se e senza ma, al fine di democratizzare l’Iraq, che ne ha tanto
bisogno. Per dare un mondo
migliore e più sicuro a me, ai miei
futuri figli. Il mio pensiero di militare va ai tanti militari alleati che
là combattono per la libertà; non
certo per i pacifisti, i quali
sarebbe meglio s’andassero a
leggere la storia. Con rispetto.
Emanuele Maestri
(Sant’Angelo Lodigiano)