news magazine della UILCA BNL

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news magazine della UILCA BNL
DIFENDI I TUOI
ANNO IV
N. 40
DIRITTI !!!
NUMERO
SPECIALE
9e
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DEDICATO AL
TERRITORIO BNL
UILCA
NORD EST
NEWS
MAGAZINE
della UILCA – BANCA NAZIONALE DEL LAVORO/Gruppo BNPP
BRUTTI TEMPI PER
CHI LAVORA
di Il Borghese Decaduto
Brutti tempi per noi lavoratori dipendenti! Brutti
tempi per chi deve rappresentarli, cioè il Sindacato! Di fronte alla crisi
economica e alla perdurante recessione la ricetta che vede d’accordo i
governi europei di destra
e di sinistra (?) è sempre
la stessa: colpire i lavoratori, togliere loro diritti
e dignità, ricacciarli in
una situazione di sudditanza psicologica e materiale verso il datore di
lavoro, che li renda incapaci di rivendicare i loro
legittimi diritti, nel mentre invece i doveri sono esigiti con puntualità svizzera. Molti datori di lavoro dicono ormai senza
troppo pudore: eliminiamo il sindacato, così finalmente potremo fare
quello che vogliamo. Molti capi del personale gongolano: cari colleghi col
Jobs Act adesso ve la faremo vedere noi! La recente vicenda del VAP è
un esempio lampante applicato proprio a casa nostra. Insomma i politicanti vogliono far pagare il
costo della crisi da loro
…segue a pag. 3
COMUNICAZIONE
Ketty Bardellini
(Coordinatrice) e
Claudio Barbieri
sono i Segretari
del Coord.to Terr.
UILCA BNL
Nord Est
di Mario Cogo
BNL è una realtà ormai sempre più commerciale, visto che la “gestione danaro” genera
ricavi sempre minori e la famosa “forbice dei tassi”, cara alle discussioni di un tempo, è
ormai finita in soffitta. BNL dunque azienda commerciale, oltre di credito, che “vende”
prodotti e servizi alla sua clientela. Molti capi pensano che la politica del bastone, delle
pressioni e delle minacce sia lo strumento adeguato per far evolvere in senso “commerciale”
la mentalità di tanti colleghi legati ad una visione della banca di tipo “burocratico” o
“amministrativo”; bisognerebbe invece svolgere tra i colleghi una condivisa e seria azione
informativa per far conoscere in maniera puntuale i processi di cambiamento in atto in BNL
e nel Gruppo, in modo da rimuovere falsi convincimenti, notizie errate e leggende
metropolitane (cosa difficile da realizzare essendo ignoti i piani a medio termine della Banca
su partite come dimensionamento rete agenzie, promotori finanziari, sviluppo canali
alternativi). Abbiamo certamente colleghi che non riescono a far evolvere la loro mentalità
in senso commerciale, questo è poco ma sicuro, ma anche superiori che non fanno nulla di
buono e di utile per favorire la revisione di un sentire comune tra il personale che, tutto
sommato, è ancora figlio di una banca del passato. Quelle di seguito elencate sono solo
alcune delle criticità che riscontriamo dal quotidiano contatto con i colleghi della filiera
commerciale: Rilevazioni di “Customer satisfation”: queste rilevazioni, che hanno un
peso considerevole per esempio nei meccanismi di incentivazione, presentano aspetti
fortemente viziati e deprecabili; infatti quando si chiede ai clienti interpellati
telefonicamente di esprimere un giudizio da uno a dieci ci si guarda bene dallo spiegare loro
che i voti fino ad 8 sono nell’area dell’insufficienza e solo il 9 e il 10 sono nel terreno della
sufficienza; in secondo luogo le telefoniste fanno di tutto per cercare di far esprimere ai
clienti voti più bassi possibile. Per un paese come l’Italia dove, al di la dell’applicazione
odierna nel sistema scolastico del voto decimale, la cultura della gran parte della
popolazione vede i voti fino al 5 insufficienti, quello del 6 sufficiente, il 7 buono, l’8 e il 9 di…segue a pag. 3
IL
PUNGIGLIONE
La meritocrazia: già la parola è difficile da pronunciare, quando va messa in pratica diventa
impossibile da praticare. Perché, si chiedono in molti, visto che siamo monitorati dal momento
in cui entriamo in ufficio fino a sera? Dovrebbe essere così semplice. Dovrebbero essere
premiate le persone che sanno coniugare e trasmettere al meglio le due anime che
costituiscono una azienda come la nostra, la produzione e il controllo del rischio, nell’ottica del
gioco di squadra e dell’etica professionale che correttamente la nostra azienda ritiene valori
imprescindibili per il gruppo. Dovrebbero quindi essere premiate le persone che producono,
quindi vendono, ai clienti giusti, secondo i fabbisogni manifestati. Quindi i fidi alle aziende che
possano ragionevolmente essere in grado di restituire i fondi ricevuti e mutui e prestiti alle
persone che sono in grado di reggere il pagamento delle rate mensili dei finanziamenti che
contraggono, così come le carte di credito mentre per i prodotti di investimento secondo il
profilo di rischio del cliente, che deve essere valutato secondo un questionario compilato con
serietà e ’professionalità' intervistando il cliente con domande specifiche. Abbiamo report che
controllano la produzione, abbiamo report che controllano il rischio, abbiamo report che
determinano le sofferenze e gli incagli abbiamo report che determinano le chiusure e gli
abbandoni. Abbiamo report che determinano la soddisfazione del cliente. Insomma abbiamo
tutto per giudicare. Vorremmo altresì poter dire che certi report possono essere influenzati, ma
questa è un’altra storia… Avremmo tutti gli strumenti per premiare chi sa coniugare quantità e
qualità nel rispetto dei principi che BNP Paribas ci ha insegnato. Basterebbe l’effetto
trascinamento. Perché chi apre conti a sfessati e poi se ne va, chi concede fidi a persone o ad
aziende e poi cambia agenzia, dovrebbe portarsi dietro il peso anche degli insuccessi non solo
dei successi, evitando di lasciarli a persone incolpevoli che devono poi subire il peso di tali
fallimenti professionali. Si, fallimenti professionali, perché non è un fenomeno chi vende e
punto. E’ un fenomeno chi vende bene alla persone giuste. Ma questo non lo abbiamo
mai letto nelle numerose mail di pressioni alla vendita che giornalmente riceviamo.
Tragiche dimenticanze?
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VITA DURA PER I DAG
Queste riflessioni sono dedicate al tema dei DAG, a quell’80-90% di colleghi che compongono la categoria e che
svolgono correttamente e con impegno questo ruolo, continuando a sentirsi dei lavoratori tra i lavoratori e non la
“longa manus” del datore di lavoro. Questa precisazione è preliminare e doverosa visto che molti colleghi di altre
categorie professionali, a fronte di quel 10-20% residuo di DAG che si sentono evidentemente “parte aziendale”,
potrebbero non capire a dovere questa nostra presa di posizione. Il mansionario della figura professionale in
questione (di cui si trova traccia in Echo’Net), spazia dal presidio del rischio, al distributivo, alla gestione delle risorse
assegnate, alla sicurezza e, poco ci manca, alla regolare fornitura della carta igienica; il tutto per un minimo salariale
pari alla RAL del QD1 e per un inquadramento iniziale all’interno delle Aree Professionali.
Negli ultimi tempi abbiamo parlato con vari DAG e questi sono gli umori registrati dalle nostre “interviste”: pressioni
commerciali, riduzione del salario discrezionale, difficoltà di conseguire l’incentivante, a fronte degli elevati obiettivi
che viene richiesto di raggiungere e la rigidità dei cancelletti, scarsità di organico, a seguito del modello di agenzia a
tre ormai invalso, delle croniche mancate sostituzioni delle maternità, della scarsità/assenza degli stagionali estivi,
controlli “fiscali” dei vari “monitoraggi” su ogni genere di pratica, rispetto anche a dettagli minori, col conseguente
rischio di “incontri ravvicinati” col nucleo repressione frodi (spesso seguite dall’intervento dell’Ufficio disciplina, con
l’avvio di eventuali procedimenti disciplinari), rischi ulteriori legati alla valutazione delle operazioni da segnalare ai fini
dell’antiriciclaggio e all’attività di prevenzione delle frodi, presenza di severi filtri a livello deliberativo rispetto alle
nuove pratiche proposte, mancanza di auto di servizio per svolgere lo sviluppo commerciale dell’agenzia, per andare
alle riunioni, per recarsi ai corsi ecc. (e se succede un incidente i danni alla vettura restano a carico del DAG),
necessità di svolgere opera di sollecito nei confronti degli Apac affinché espletino con sollecitudine gli adempimenti
sulle operazioni dell’agenzia appoggiate presso di loro, costante presenza della spada di Damocle della customer
satisfation, spesso indicatore fatale per l’erogazione del salario incentivante, dove basta l’intervista ad un cliente
sfessato o arrabbiato perché gli è stata rifiutata, magari legittimamente, una richiesta creditizia, per affossare il buon
lavoro fatto col restante 99,9% della clientela, altri ammennicoli (tipo riunioni che si protraggono ben oltre il termine
della giornata lavorativa, cellulari di servizio e simili da tenere accesi obbligatoriamente anche in ferie, diversamente
dal modello tedesco ecc).
A tutto ciò, aggiungiamo noi: il livello d’inquadramento piuttosto basso, prevedendosi come riconoscimento
d’ingresso nel ruolo la RAL del QD1 e non il relativo inquadramento, la situazione delle sostituzioni risulta equivoca,
dal momento che nel Territorio Nord Est la Circolare 6 del 17.01.2013 non viene applicata; capita infatti che l’incarico
di sostituto temporaneo del DAG sia attribuito a voce e non seguendo il dettato della Circolare (“la comunicazione
avviene a cura del DGA che invia una e-mail al dipendente, mettendo in copia il DA, Gestore Risorse Umane
competente, il DAG sostituito, il ROG e il Responsabile Pool di Supporto alla Gestione Risorse Umane Territoriale,
informandolo della sostituzione e indicando il periodo nel quale ricoprirà tale funzione”). In questo modo non viene
mai pagata l’indennità di sostituzione. Speriamo, con questo articolo, di aprire una discussione nella categoria, tra i
colleghi, e con l’azienda, per migliorare le cose; nell’attesa concludiamo con l’amaro sfogo di un DAG emiliano
“insomma, cari i nostri sindacalisti, dobbiamo correre sul Minter, sul distributivo, sulla Customer e che sia
tutto a posto perché qui altrimenti ti segano”.
IL CRSC DI BOLOGNA, L’ALTRA BANCA
A Bologna, come a Berlino, prima del 1989. Di qua Berlino Ovest, ricca, occidentale, libera; di la del “Muro” Berlino
Est, stagnante, chiusa nel blocco sovietico, non libera. Di qua la Banca che conosciamo, con le sue direzioni, le sue filiali, i suoi mercati e le sue filiere; di la un’altra banca, chiusa, blindata, inaccessibile per chiunque non ne faccia parte e con colleghi agli arresti domiciliari (per esempio non si può lasciare il palazzo, neppure per i dieci minuti del caffè, da sempre invalsi nella prassi del settore). Immaginiamo già la reazione di qualche esponente aziendale a queste
nostre considerazioni: ecco la solita polemica vetero contro i call center, considerati luoghi di abbruttimento ed alienazione, la riedizione delle vecchie ferriere. Il sindacato BNL rimanda queste accuse al mittente e invita qualche capo
emergente a studiarsi la storia delle relazioni sindacali BNL: scoprirà che il servizio di banca telefonica nacque in BNL
fin dal 1995 col pieno consenso del sindacato, sulla base di un progetto chiaro e sensato.
Un progetto che prevedeva un pacchetto iniziale di assunzioni di giovani e periodici avvicendamenti del personale addetto con uscite dopo 3 o 4 anni verso la rete contro ingresso di nuove leve. Ad oggi invece a Bologna si è proceduto
trasformando in addetti di call center non giovani di primo pelo, ma colleghi anziani che componevano in gran parte il
disciolto Apac locale, persone con una storia professionale amministrativa e un background di varia provenienza (anche da società del gruppo BNL) a cui, dalla sera alla mattina, sono cambiate regole, usi e costumi: si pensi solo al lavoro su turni, con orari fino alle dieci di sera più il sabato. Come UILCA abbiamo fatto pervenire all’azienda da tempo
alcune proposte costruttive per redimere almeno in parte questa situazione. Speriamo in uno dei prossimi numeri di
questa testata di potervi raccontare qualche miglioramento della situazione. Altrimenti……….
UILCATTIVI – NEWS MAGAZINE della UILCA – BNL/Gruppo BNPP
sito: www.uilcabnl.com – mail: [email protected] – tel. +39.338.7361500
REDAZIONE: Giansalvatore Caparra, Giancarmine Caputo, Mario Cogo, Andrea D’Orazio, Ornella Pisano,
Michele Rasulo, Alessandro Roselli, Maurizio Sgarro, Ivan Tripodi (Responsabile)
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PRESSIONI COMMERCIALI: DI MALE IN PEGGIO
(segue da pag. 1)
stinto, il 10 ottimo, usare questo criterio nelle nostre rilevazioni di C.S. significa indurre scientemente in errore i nostri clienti
nel momento in cui vengono richiesti di un giudizio sui servizi della Banca; quanto sostengo è talmente vero che in alcune
zone i Gestori vengono invitati dai loro capi a istruire i clienti in merito ai voti da dare se contattati telefonicamente dalla
C.S.. Smantellamento delle centrali di raccolta dati: il monitoraggio dell’attività distributiva viene svolto dalle competenti funzioni centrali; in particolare quella per il mercato Retail e Private (Mongior) consente l’indomani mattina di disporre
dei dati aggiornati sull’andamento della produzione fino al giorno precedente; per quale ragione allora in ogni “Hub” e in
ogni Area ogni pomeriggio si scatena la caccia al dato, che vede impegnati capi e gregari vari, con perdita di tempo commerciale per raccogliere dati di cui si potrebbe disporre l’indomani mattina senza difficoltà? La Circolare 80, specialmente su
questo punto, è carta straccia proprio per mano di chi anzi dovrebbe applicarla e farla rispettare. Queste reti spionistiche locali devono essere smantellate, costituiscono solo una perdita di tempo inutile e servono esclusivamente per esercitare pressioni indebite sui collaboratori. Auto: si può per favore capire con quale logica gestionale l’Azienda gestisce il suo parco
auto?? Qual è la mission dell’auto aziendale?? E’ uno status symbol per le figure apicali o uno strumento di lavoro per chi deve operare all’esterno dei nostri uffici e sedi?? Perché molte figure a cui si chiede un’attività di sviluppo o comunque itinerante (DAG, GSB Cross, Addetti Controlli, ROG) devono provvedere con mezzi propri, con un rimborso di 0,21 al km. e in
carenza oltretutto di una sia pur minima copertura assicurativa kasko? Call conference orari assurdi: oltre alle rilevazioni
improprie di dati sulla produzione, in alcune zone, segnatamente nell’Area Emilia Romagna, c’era con l’ex DAR la mala
usanza di svolgere ogni martedì sera, una call conference di allineamento sulla produzione che iniziava alle 17.00/17.30 e si
concludeva spesso dopo le 21.00 e talvolta a ridosso delle 22.00. Formazione e-learning: tutta la formazione erogata con
modalità diverse da quella dell’aula è una solenne presa in giro, in quanto l’accordo di qualche anno fa per estendere almeno
nei maggiori centri i locali attrezzati per poter fare seriamente formazione e-learning è in gran parte inattuato. La
maggioranza dei colleghi rimane sul posto di lavoro e “fa andare avanti il corso” continuando normalmente a lavorare; molti
capi ostacolano in ogni modo la pianificazione della formazione anche dove i locali ci sarebbero per evitare “perdite di tempo
commerciale”: le agende devono scoppiare di appuntamenti (magari inventati) e la formazione è considerata una perdita di
tempo. Compliance: vendere dunque, vendere e ancora vendere; non importa con che modi e strategie, quello che conta è
il risultato: almeno così dicono certi capi della filiera commerciale ai gestori. Se però qualcosa va storto ecco che i capi
commerciali si fanno di nebbia e i colleghi vedono materializzarsi soggetti fino ad allora sconosciuti: il Nucleo repressione
frodi (in veste di inquisitore) e il relativo braccio secolare, cioè “Disciplina”; in questo secondo ambito le garanzie
teoricamente ci sono, anche se piuttosto attenuate, specialmente nel caso in cui l’inquisito abbia già reso ai suoi dotti
inquisitori ampia e totale confessione delle sue “malefatte”. Prevedo nel prossimo futuro un possibile incremento di tali
situazioni contenziose, in particolare con riferimento alle tecniche di vendita delle polizze assicurative alla clientela
“sconfinata”. Una risata per finire: il palmares dell’iniziativa di pressione commerciale più strana è quello di un Area del
nord dove il DAR, alla vigilia della partenza sua e dei DAG per il BNL Day del 5.3 u.s., si preoccupa di fornire disposizioni
commerciali ai gestori che resteranno a presenziare le agenzie destinate a rimanere sguarnite dei loro DAG; solo che dette
disposizioni non sono riferite ad una vacatio di un mese, ma di 24 ore! Solo che molti colleghi, invece di ridere, si sono
giustamente arrabbiati. Potremo continuare a lungo e scrivere nuove puntate, magari facciamolo assieme: scrivete le vostre
esperienze in materia di pressioni commerciali; indirizzate tutto a: [email protected] .Grazie!
Mario Cogo
BRUTTI TEMPI PER CHI LAVORA
(segue da pag. 1)
stessi propiziata a chi ha sempre pagato le sudate tasse e adempiuto al proprio dovere fiscale e civico. Annichilire il
ceto medio, alla cui fascia bassa anche noi bancari apparteniamo, almeno per ora, creando una società composta da
pochissimi milionari, da una stragrande maggioranza di miserabili e da una fascia non piccola di boiardi e papponi di
stato. Con queste politiche scellerate si stanno creando le premesse per gravi rischi di tenuta dei sistemi politici in
molti paesi europei: si guardi all’est europa dove sono al governo molti partiti estremisti e xenofobi, si veda l’avanzare in Francia del Front Nationale. Insomma, cari amici, laddove il disagio sociale c’è, tentare di comprimerlo e incoperchiarlo è operazione inutile, come pensare di sigillare la bocca di un vulcano con una gettata di cemento. Per uscire fuori da questa situazione occorre la duplice capacità di aziende e sindacati di buttare a mare la zavorra dell’estremismo che alberga in “pezzi” dei rispettivi gruppi dirigenti e di tornare a negoziare le soluzioni utili a preservare
i posti di lavoro. E bisogna combattere tutti assieme questa Unione Europea che non è più un alleanza di popoli liberi,
volta a perseguire pace e sviluppo, ma una dittatura tecnocratica; una camicia di forza per restringere la libertà dei
cittadini, come lo fu duecento anni orsono la “Santa Alleanza” partorita dal Congresso di Vienna e nel secolo scorso il
Patto di Varsavia. E meno male che nel 1954 non si è riusciti a mettere in piedi la CED (l’esercito europeo), altrimenti
avremmo le truppe dell’Unione in piazza Syntagma ad Atene. Il grande Presidente del Consiglio della ricostruzione,
Alcide De Gasperi, nel condensare in uno slogan il suo disegno politico, diceva di volere gli italiani “tutti proprietari”; i
governi di oggi invece ci vogliono “tutti proletari”.
Il Borghese Decaduto
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DIRITTI !!!
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L’ A F O R I S M A
L’Europa dei tecnici ha fallito,
sono persone incapaci di cambiare idea.
(Paul Krugman – Premio Nobel per l’Economia nel 2008)
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CONCORSO A PREMI
Riceviamo e, volentieri, pubblichiamo
Nel suo articolo di fondo in prima
pagina “il Borghese Decaduto” lamenta
la caduta di censo della categoria dei
bancari e la nostalgia del buon tempo
andato. Un tempo dove alcuni diritti e
valori che oggi vengono messi in forse
erano dati quasi come una prerogativa
legittima della persona del lavoratore.
Specchio di quei tempi queste rime,
che vi sottoponiamo di seguito.
Buon guadagno e cuor contento, vita
Cara redazione di UILCATTIVI, sono un Gestore Relazionale; alcune settimane fa, nel mentre nell’intervallo mi
mangiavo una mela in Banca, mi sono ascoltato su
Echonet l’intervista all’A.D. della Capogruppo J. L. Bonaffé
sui risultati del 2° trimestre; era la prima volta che lo facevo. Sono rimasto stupito e basito dal tono asciutto e
“normale” con cui l’AD ha esposto i risultati del Gruppo
nel periodo di riferimento, parlando apertamente del loro
ottimo livello, ringraziando il personale tutto per l’apporto fornito e affermando che adesso possiamo pensare, essendo arrivati ad agosto, alle meritate ferie. Stupito e basito in quanto sono abituato con i capi nostrani, che qualunque obiettivo si raggiunga non è mai abbastanza, che
qualunque sforzo si faccia la banca va sempre male, che
l’unica cosa che dobbiamo aspettarci per domani e di stare peggio di ieri; sbaglio cara UILCATTIVI? Infine ho apprezzato che qualcuno, finalmente, immagini una data di
arrivo per la progressiva evoluzione della banca in senso
digitale, passaggio complesso ma necessario per poter
reggere la sfida globale.
(Gianni)
agiata, ma el risparmio che xe sempre
LA REDAZIONE: Sì, caro Gianni, hai ragione; siamo andati a
ù
“Scarpe bone, bel vestito, vito sano,
vin sincero, bele case, svaghi onesti, la
fameia, i tosi, i veci, fede in Dio, mutuo
rispeto, pace e bona volontà. Lavorar
con atension, con impegno, in dignità.
necessario per formar la proprietà.
Sempre usar moderasion, toleranti co
la zente, boni amissi solidali ne la gioia
e nel dolor. Andar drio per la so strada,
no far ciacole per niente, no badarghe
ai fanfaroni, ai busiari, ai mestatori.
Sempre pronti ai so doveri, far valere i
so diritti, e difender tuti uniti Patria,
Vita e Libertà”.
Ai primi cinque lettori che scopriranno
l’autore di questi versi regaleremo una
copia
del
volume
sui
primi
cinquant’anni di attività della UILCA
(non è un poeta operaio, non è un
socialista utopistico, non è nemmeno
uno di sinistra, chi mai sarà??).
LETTERE E COMMENTI
Chiunque potrà scrivere a UILCATTIVI
([email protected])
Le idee, le proposte, i suggerimenti e,
perché no, anche le critiche saranno di
buon grado pubblicate. Pertanto, inviate
alla nostra mail qualsiasi tipo di intervento
per trasformare questo news-magazine in
un luogo trasparente di confronto e di
discussione al servizio esclusivo delle
lavoratrici e dei lavoratori.
riascoltarci l’intervista dell’AD e le cose stanno come dici tu; il dr.
Bonaffé ha snocciolato prima una sintesi dei principali indicatori
della gestione, tutti positivi; ha precisato con leggerezza che non
tutti i “metiers” hanno ugualmente contribuito al risultato
complessivo (e qui l’Italia col suo costo del rischio ci cade a pennello
tra i contributori negativi); ci pare che invece tu sottovaluti la
questione digitale, soprattutto in relazione all’evoluzione dei sistemi
di pagamento: qui è da temere, se la questione non sarà governata,
un bagno di sangue, con la riduzione al lumicino del numero degli
addetti, vedi ODS; corriamo il rischio infatti che un numero
crescente di pagamenti transiti, per esempio, tramite i social
network.Tornando a Bonaffé e alle modalità spesso arruffone e
bizantine con cui si comunicano le cose in Italia e si gestiscono i
rapporti umani e di lavoro ci ritorna in mente quella frase, non
benevola verso noi italiani, del Gen. De Gaulle, che diceva: “L’Italia
non è un paese povero, ma un povero paese”; un povero paese per
l’imbroglio eretto a cifra dei rapporti sociali e la corrutela eretta a
sistema (mafia capitale docet).
INFORMAZIONE UTILE
Con riferimento a varie richieste di chiarimento sul tema
delle visite oculistiche disposte dalla Banca precisiamo che la
stessa invia a visita solo i colleghi che, ai sensi del Decr.
Leg.vo 81/2008, sono sottoposti a sorveglianza sanitaria in
quanto classificati come videoterminalisti, con almeno 20 ore
settimanali di adibizione. Gli altri colleghi tuttavia, nel caso
ritengano necessario essere sottoposti a visita, possono farne
richiesta al Medico Competente, corredando la domanda con
documentazione medica a supporto della richiesta stessa. Il
Medico Competente, nel caso in cui ritenga il motivo della
richiesta correlato ai rischi professionali o alle condizioni di
salute del lavoratore, suscettibili di peggioramento a causa
dell’attività lavorativa svolta, provvederà a convocarlo a
visita.
Il medico Competente Coordinatore di BNL è il prof. Andrea
Magrini ([email protected]).