del 28 Giugno
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Del 28 Giugno 2015 Estratto da pag.5 Del 28 Giugno 2015 Estratto da pag.5 «Altro che speculatori dell’emergenza Facciamo assistenza alla luce del sole» VERONA Nella maggior parte dei casi hanno alle spalle anni di attività sul territorio. Non vogliono sentire pronunciare la parola business , né riferimenti agli scandali di «Mafia Capitale» e a chi le accusa di «speculare sull’emergenza» rispondono: «Venite a vedere con i vostri occhi quel che facciamo, è tutto alla luce del sole». Sono le associazioni e le cooperative impegnate nell’accoglienza dei richiedenti asilo ospitati tra città e provincia. Una quindicina di realtà in contatto costante con la prefettura. Alcune mettono a disposizione le proprie strutture, altre si appoggiano ai privati con apposite convenzioni (in base all’accordo sottoscritto, ogni profugo maggiorenne «costa» dai 30 ai 35 euro giornalieri che vengono ripartiti tra l’ente gestore e la struttura d’accoglienza). Tutte garantiscono percorsi di integrazione e di assistenza medica, burocratica e psicologica ai loro ospiti. Realtà storicheIn città la Caritas è impegnata tramite la sua cooperativa sociale Il Samaritano. Fondata nel 2006 come «opera segno» della Cei, la coop diretta da Michele Righetti è da sempre attiva nell’assistenza alle gravi marginalità, in special modo ai senzatetto. «Il nostro obiettivo è quello dell’inclusione sociale - spiega Righetti -. Attualmente ospitiamo 60 persone in tre strutture (oltre alla locanda in Zai, una casa dei padri stimmatini in via Mazza e il Cum di San Massimo)». All’Ostello della Gioventù, gestito dall’associazione Centro cooperazione Giovanile Internazionale (fondata nel 1975), gli ospiti sono 90. «Per statuto, i soci non possono trarre benefici dall’azione dell’associazione, i membri del consiglio non percepiscono emolumenti e non vengono perseguiti scopi di lucro - puntualizza il direttore Fiorenzo Scarsini -. La Prefettura in base alla convenzione ci riconosce trenta euro al giorno per ospite. Qualcosa sicuramente rimane all’associazione, ma come avvenuto al termine dell’emergenza del 2011, investiamo le somme nel ripristino della struttura». AccoglienzaSempre in città è attiva la cooperativa Milonga, l’unica ad aver partecipato ai bandi per l’accoglienza della prefettura. Nata nel 2005, la coop opera in vari settori quali la manutenzione del verde, degli spazi parcheggio, offrendo opportunità di lavoro a persone con disabilità fisiche e psichiche e ai disoccupati. Dall’agosto 2014, come ricorda il presidente Luis Allega, è stato attivato il progetto «Casa Milonga» che dà ospitalità a 22 uomini in quattro appartamenti della cooperativa in Borgo Roma. Si appoggia invece agli appartamenti dei privati la cooperativa Joy, fondata lo scorso anno e impegnata da aprile nella gestione del fenomeno: «Siamo nati per attività di badantato e assistenza sanitaria, poi siamo stati contattati dalla prefettura e ci siamo messi a disposizione - spiegano dalla direzione -. Attualmente ospitiamo 21 persone in 4 appartamenti: i privati che hanno messo a disposizione le abitazioni ritengono di avere più garanzie rispetto alle precedenti esperienze con inquilini privati». In provinciaNumeri contenuti anche per l’associazione Corallo che da settembre segue i 21 profughi ospiti dell’albergo Belvedere a Giazza. Nata venticinque anni fa per dare sostegno alle famiglie in difficoltà, l’associazione è impegnata nell’assistenza di persone con problemi di tossicodipendenza e alcolismo. Vantano invece un’esperienza «internazionale» in tema di richiedenti asilo i soci della cooperativa sociale Assistenza Serena, impegnata nella gestione di circa 170 persone tra il Veronese e il Mantovano. In provincia la coop diretta da Francesco Caso, ex maresciallo dell’Aeronautica con un passato nel settore dell’intermediazione commerciale, segue gli ospiti alloggiati a Nogara, Caprino e Salizzole. «Siamo otto soci, con un fatturato annuo che oscilla tra il milione e il milione e mezzo - spiega -. Ho incominciato a fare assistenza ai profughi del Ruanda nel 1994, a Ginevra con la Mission Mondiale des Bons Samaritains. A Verona abbiamo iniziato nel 2011 con l’idea di aprire residenze per anziani, poi è arrivata l’emergenza Nordafrica e siamo stati coinvolti sulla base dell’esperienza fatta in Svizzera». Sta invece gestendo una delle strutture più vaste tra quelle presenti nel Veronese la cooperativa sociale Spazio Aperto di Bussolengo. Dal 10 giugno, sotto il coordinamento di Nadia Gobbo, circa un centinaio di richiedenti asilo è ospitato nella struttura di Costagrande sopra Avesa, recentemente acquistata dall’imprenditore turistico Pietro Delaini. «Siamo impegnati nell’assistenza ai profughi ospitati a Bussolengo, Ferrara di Monte Baldo, Affi (fino allo scorso 9 giugno, ndr), Buttapietra e Isola della Scala - spiega Gobbo -. Riceviamo 5 euro per profugo e dobbiamo provvedere alla fornitura del vestiario e dei medicinali, all’accompagnamento alle visite mediche, ai corsi di alfabetizzazione, al supporto per chi si trova in condizioni di vulnerabilità. Abbiamo un’equipe di 9 persone, più la parte amministrativa centralizzata all’interno della cooperativa, dedicata a questo servizio; ma è fondamentale il supporto enorme della componente del volontariato che ci sta assistendo». La presidente Lucia Zanoni analizza il momento: «Siamo nati nel giugno del 1993, da una costola della cooperativa Prestatori d’Opera e siamo molto radicati nel territorio dell’Usl 22 con servizi socio sanitari ed educativi. Come coop aderiamo a consorzio Sol.Co. di Verona e a Federsolidarietà (Confcooperative). Attualmente abbiamo circa 200 soci lavoratori più altri 30 collaboratori a progetto e il fatturato si aggira sui 7 milioni di euro all’anno». Enrico Presazzi