Comunicato post presentazione

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Comunicato post presentazione
COMUNICATO STAMPA
Milano, 30 gennaio 2007
Allarme pensioni: per il 40% dei lavoratori la previdenza statale sta per fallire
E quando si parla di pensione e pensionati, è tempo di superare i luoghi comuni.
Lo dice la III edizione di “AXA Ricerca sulla pensione” presentata questa mattina a Milano
Non è vero che gli italiani non conoscono i problemi della previdenza.
La percezione che il sistema previdenziale sia in crisi è molto diffusa: per il 32% dei lavoratori “è in
crisi”; per il 27% “ha problemi seri”; e “ha qualche problema” per il 29%. Solo per il 7% non ha
alcun problema. Addirittura, secondo il 40% degli attuali lavoratori il sistema pensionistico statale
non esisterà più quando compiranno 75 anni.
Leggermente più ottimisti i pensionati, con un 11% di persone che non riscontrano alcun problema
per la previdenza sociale, un 22% di “è in crisi”; un 22% di “ha problemi seri” e il 30% di “ha
qualche problema”.
L’86% di chi lavora si attende nei prossimi dieci anni una radicale riforma delle pensioni che, per il
66%, riguarderà l’allungamento del periodo lavorativo.
Gli italiani propongono però una soluzione alternativa, che fino ad oggi il Governo non ha
considerato: l’istituzione di un sistema previdenziale Europeo. Il 66% dei lavoratori e il 77% dei
pensionati ritengono infatti che i Paesi dell’Unione Europea dovrebbero avere un sistema
pensionistico comune.
Non è vero che gli italiani non siano disponibili a lavorare più a lungo
Il 64% dei lavoratori si dichiara contrario ad innalzare l’età della pensione e in media ritiene che
l’età ideale per andare in pensione sia 57 anni, ma se si chiede fino a che punto si possa alzare
l’età pensionabile, risponde 62 anni (i pensionati 63). Inoltre, il 26% degli attuali lavoratori
desidererebbe continuare ad avere un lavoro remunerato anche dopo essere andato in pensione.
Gli italiani sono disponili a lavorare più a lungo, ma vogliono essere loro a scegliere il quanto e il
come, e chiedono quindi più flessibilità.
E’ vero che i lavoratori sono preoccupati dell’importo delle loro pensioni, ma non fanno
nulla a riguardo.
Il 67% dei lavoratori dichiara di sapere che percepirà un assegno previdenziale inferiore rispetto
all’ultimo stipendio e il 49% ritiene che tale reddito sarà insufficiente.
Ma solo il 37% dei lavoratori italiani si sta preparando alla pensione rispetto al 66% dei tedeschi e ,
al 73% ei belgi o al 74% degli inglesi.
Questa apparente passività può essere spiegata anche con la mancanza di informazioni certe. Si
sa che la pensione sarà bassa, ma non se ne conosce l’ammontare. Solo il 26% degli italiani
conosce infatti il proprio reddito dopo il pensionamento, a fronte del 54% dei tedeschi. Gli italiani,
quindi, chiedono informazioni precise e certe.
E’ vero e non è vero che i pensionati italiani sono i meno attivi nel mondo…però vorrebbero
fare di più
I pensionati non si sentono vecchi. In media sono andati in pensione a 58 anni, ma ritengono che
avrebbero potuto lavorare fino a 68 anni, e che si diventa vecchi solo a 75 anni. E’ però vero che
I pensionati italiani sono poco attivi e molto concentrati sulla famiglia: il 21% si occupa infatti dei
figli, dei nipoti o della persona con la quale vive. Il 18% dei pensionati si dedica poi a un hobby; il
9% viaggia, l’8% fa attività di volontariato e il 10% pratica il giardinaggio. Solo l’11% ha trovato
un’altra occupazione remunerata. Il 12% dichiara addirittura di non fare nulla per trascorrere il
tempo.
La vita sociale non è molto sviluppata: unicamente il 3% di chi non lavora più trascorre il tempo
trovandosi con amici, così come solamente il 3% partecipa a gruppi o associazioni. Anche lo sport
ha un ruolo secondario nella vita di chi è andato in pensione: appena il 4% pratica qualche attività
sportiva e solamente cinque pensionati su 100 si cimentano in passeggiate o escursioni.
Assieme ai portoghesi, i pensionati italiani sono i meno attivi al mondo e praticano mediamente
appena 1,5 attività rispetto alle 2,9 di un australiano. Emerge il ritratto di una generazione di
persone che forse vorrebbero, ma che non fanno: una generazione di talenti sprecati.
Non è vero che i soldi sono tutto
Per il 42% dei pensionati la pensione è insufficiente e per il 15% è del tutto insufficiente; tuttavia,
solo il 32% ritiene che la qualità della sua vita sia peggiorata dopo l’uscita dal mondo del lavoro, il
48% la ritiene invariata e il 19% migliorata. Il 13% dei pensionati si dichiara molto felice, mentre il
63% abbastanza felice. I soldi, dunque, non sono tutto.
“AXA Ricerca sulla pensione 2007”, è un’indagine mondiale realizzata dal Gruppo AXA in 16 paesi del
mondo industrializzato (Cina Compresa) allo scopo di comprendere chi sono e come vivono i pensionati, e
cosa si attende dalla pensione chi ancora lavora. L’indagine, giunta alla terza edizione, ha coinvolto
globalmente11.590 persone. In Italia le interviste sono state realizzate da Gfk EurisKo.
La ricerca è stata presentata oggi a Milano all’Hotel Four Season. Ne hanno parlato Giuliano Cazzola,
docente di diritto della previdenza sociale nell'Università di Bologna e senior advisor del Centro Studi Marco
Biagi; Fabrizio Fornezza Vice President Gfk Eurisko; Désirée Faccio, Responsabile comunicazione e
immagine di AXA Assicurazioni. L’incontro è stato concluso da Massimo Michaud, Presidente e A.D. di AXA
Italia.
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