asl obiettivo salute 1 - Azienda USL 1 di Massa e Carrara

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asl obiettivo salute 1 - Azienda USL 1 di Massa e Carrara
Periodico quadrimestrale di informazione sanitaria a cura dell’Azienda Usl 1 di Massa e Carrara Aut. Trib. di Massa n. 256 del 25/11/89 - n.2 OTTOBRE 2009
Chiuso in redazione il 20 ottobre 2009. Distribuzione gratuita.
~ NEWS ASL 1 ~
RUBRICHE ~
L’INTERVISTA ~ LE LETTERE ~
NUOVO OSPEDALE, IL FUTURO DELLA SANITA’ APUANA
CATARATTA, BOOM DI INTERVENTI A CARRARA
AVO, IN CORSIA DAGLI ANNI NOVANTA
OBIETTIVO SALUTE
Periodico quadrimestrale
di informazione sanitaria
a cura dell’Azienda Usl 1 di Massa e Carrara
Aut. Trib. di Massa n. 256 del 25/11/89
n.2 OTTOBRE 2009 ~ NEWS ASL 1 ~
RUBRICHE ~
L’INTERVISTA ~ LE LETTERE ~
Periodico quadrimestrale di informazione sanitaria a cura dell’Azienda Usl 1 di Massa e Carrara Aut. Trib. di Massa n. 256 del 25/11/89 - n.2 OTTOBRE 2009
Chiuso in redazione il 20 ottobre 2009. Distribuzione gratuita.
Chiuso in redazione il 20 ottobre 2009.
Distribuzione gratuita.
In copertina, rendering Nuovo Ospedale delle
Apuane, a cura di Astaldi-Techint-Pizzarotti
Direttore:
Antonio Delvino
Direttore responsabile:
Vincenzo Martini
Capo redattore:
Giovanna Mezzana
Segreteria e Coordinamento redazionale:
Roberta Valerio
NUOVO OSPEDALE, IL FUTURO DELLA SANITA’ APUANA
CATARATTA, BOOM DI INTERVENTI A CARRARA
AVO, IN CORSIA DAGLI ANNI NOVANTA
IL NUOVO OSPEDALE
APUANO
In redazione:
Giuseppe Battistini, Patrizia Mattei
E-mail:
[email protected]
Progetto grafico, impaginazione:
Unigraph Unimedia Carrara
Ricerca iconografica:
Sergio Tramontana
Pag 3
L’editoriale di Antonio Delvino
NEWS ASL
NEWS ASL 1
OSPEDALE UNICO ....................................................................................4
Pag 4
Nuovo Ospedale: conto alla rovescia per i cantieri
Pag 10
Assistenza domiciliare potenziata grazie al fondo regionale
RUBRICHE
RUBRICHE
CRESCE IL NUMERO DEI BAMBINI OVER-SIZE ........................................6
Pag 8
Comportamenti alimentari: se i bambini mangiano troppo
Pag
12
Cataratta, trenta minuti per recuperare la vista
L’INTERVISTA
MALATI DI DROGA, È UNA CORSA CONTRO IL TEMPO ............................8
L’INTERVISTA
Pag 14
L’Avo racconta due decenni di vita in corsia
LO SCOMPENSO CARDIACO ..................................................................10
FONDO PER LA NON AUTOSUFFICIENZA ................................................11
LETTERE
Pag 13
La parola al lettore
PROGETTO TUMORI ................................................................................12
LETTERE AL DIRETTORE
IL MIGLIOR RIMEDIO È LA CHIRURGIA ..................................................13
L’INTERVITA AVO ....................................................................................14
LETTERE AL DIRETTORE ........................................................................15
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Editore:
Azienda Usl 1 di Massa e Carrara
Via Don Minzoni, 3 54033 Carrara (MS)
tel. 0585-657511 / 0585-657722
Fax 0585-657585
Stampa:
Tipografia Ceccotti,
via Aurelia Sud, 4
54033 Massa (MS)
OBIETTIVO SALUTE: UNA SFIDA IMPEGNATIVA
Riteniamo che il livello di
trasparenza amministrativa, soprattutto in ambito
sanitario, debba essere
sempre più alto.
Antonio Delvino è direttore generale
dell’Azienda Usl 1 di Massa e Carrara
Viviamo in un’epoca caratterizzata da un tale eccesso di informazione da
rischiare di creare un rumore di fondo che determini
la
sostanziale
mancanza di informazione. Per tale motivo
una nuova pubblicazione
in ambito sanitario può
sembrare inutile, se non
dannosa.
È pertanto indispensabile
far conoscere le motivazioni che ci hanno indotto
ad avviare tale iniziativa
editoriale – che si concretizza in una veste completamente
nuova
di
”Obiettivo Salute” – e lo
stile che intendiamo seguire, per evitare di ripetere cose già dette, a
volte molto meglio, da
altri.
In Italia è stato fatto un lavoro eccellente con l’istituzione, lo sviluppo e la
difesa del Servizio sanitario nazionale a carattere
universalistico, finanziato
dalla fiscalità generale e
basato
sull’erogazione
dei livelli essenziali di assistenza; in altri termini il
nostro sistema fa sì che
ognuno contribuisca proporzionalmente al proprio
reddito, evitando che il
cittadino debba pagare
nel momento del bisogno; per comprendere il
valore di tale scelta basta
considerare a quale indegno linciaggio morale
viene sottoposto in questi
giorni il presidente degli
Stati Uniti da parte delle
potentissime lobby finanziarie che temono che il
virus del rispetto dei diritti
dei cittadini ammalati
contagi quella nazione, in
cui, a fronte di grandi risultati ottenuti in tanti
settori, l’equità sociale rimane un’utopia sempre
più irraggiungibile.
quello che accade all’interno del Palazzo, affinché possano giudicare
sull’uso delle risorse e
possano far pervenire le
proprie valutazioni. Su
tale assunto daremo vita
ad una rivista in cui vengono riportate solo le
cose importanti, e tutte,
con uno stile stringato e
comprensibile, ospitando
i commenti e le proposte,
spiegando con passione
le
motivazioni
delle
scelte, ricordando a noi e
a voi i principi su cui si
basa la nostra convivenza civile e la crescita
della intelligente capacità
di far convivere le diversità, valorizzandole perché nessuna idea vada
persa.
La sfida è impegnativa,
ma siamo sicuri di avere
energia e voglia per affrontarla.
Antonio Delvino
Ora bisogna che veramente i cittadini, unici
azionisti
del
sistema,
siano ammessi a vedere
3
A luglio il Gruppo Astaldi ha consegnato il progetto esecutivo
NUOVO OSPEDALE DELLE APUANE, CANTIERI AL VIA
Saranno necessari poco più di tre anni e la struttura sarà pronta. L’assessore Rossi:
«È un progetto senza precedenti»
Enrico Rossi, assessore alla Salute della
Regione Toscana
A cura di Giovanna Mezzana
31 LUGLIO 2009, l’associazione
temporanea di impresa guidata
dal Gruppo romano Astaldi consegna il progetto esecutivo per la
costruzione del Nuovo Ospedale
delle Apuane (Noa): si chiude
così un ambizioso percorso, intrapreso negli anni ’90, con cui la
Regione Toscana ha posto le
fondamenta per un nuovo modello di sanità che punta alla razionalizzazione e all’innovazione
delle strutture ospedaliere. Il progetto esecutivo è al vaglio – e
l’attività di verifica si concluderà
entro ottobre – di una società individuata (mediante gara europea) dal Sior, il Sistema integrato
ospedali regionali costituito dalle
aziende sanitarie di Massa e Carrara, Lucca, Pistoia e Prato, coin-
4
volte in un progetto unitario che
prevede la realizzazione di quattro nuovi presidi ospedalieri per
un investimento complessivo di
422 milioni di euro. L’Ati AstaldiTechint-Pizzarotti – a cui il Sior
ha affidato la concessione per la
progettazione definitiva ed esecutiva, oltreché la gestione in
esclusiva dei servizi non sanitari
e di quelli commerciali delle
quattro strutture – ha 29 mesi di
tempo dall’inizio dei lavori per la
realizzazione di tutte le opere
previste da contratto; il collaudo
finale deve essere completato
entro i 6 mesi successivi, dopodiché l’Asl ha 4 mesi per portare
a termine l’allestimento e trasferire le attività. Saranno necessari, dunque, tre anni e tre mesi
dall’apertura dei cantieri, prevista entro la fine dell’anno. Intanto si va avanti con le
procedure che riguardano direttamente l’area, e che devono essere portate a termine prima
dell’inaugurazione del cantiere:
è in via di risoluzione la “questione bosco” di viale Mattei,
che ha richiesto il parere della
Soprintendenza ai beni ambientali nonché l’invio di ispettori ministeriali che hanno stabilito che
l’area su cui sorgerà l’ospedale
non è l’ultimo lembo della foresta planiziale originaria ma un
terreno agricolo; vanno avanti le
procedure di esproprio, con l’arrivo anche del parere della Com-
missione provinciale competente che ha fissato il valore dell’indennità di esproprio spettante
ai proprietari dei terreni (vedi box
pag. 7); nel frattempo si valutano
i risultati delle indagini ambientali già in parte eseguite sui terreni, per procedere a eventuali
operazioni di bonifica, o per
escluderne la necessità, con il
nulla osta del ministero dell’Ambiente: a tal fine è stato costituito
un
organismo
di
coordinamento tra Asl, Comune,
Provincia e Arpat. A fine 2005 è
stato inoltre sottoscritto un accordo di programma tra enti locali,
Regione
Toscana
e
soprintendenze; gli enti locali
sono impegnati a supportare
l’Azienda Usl negli iter autorizzativi, ma anche mediante la realizzazione di opere: sistemazione
idraulica dei torrenti Ricortola e
Brugiano e della viabilità della
zona, potenziamento dei servizi
di trasporto pubblico.
La realizzazione del Noa comporta un investimento cospicuo,
stimato intorno a quota 125 milioni di euro: 96 milioni circa è il
costo di realizzazione della struttura, il resto riguarda le opere
connesse e l’acquisto degli arredi e delle apparecchiature. La
formula scelta dalla Regione è
quella del project financing: il
contributo pubblico copre il 66%
dell’investimento, la quota restante è a carico del privato.
Perché un nuovo ospedale. Gli
ospedali di Massa e di Carrara,
sviluppatisi in un arco temporale
di diversi decenni, sono ritenuti
non idonei ad assicurare una
funzione ospedaliera moderna e
efficace. I due complessi presentano numerose carenze –
basti pensare alle nuove norme
in materia antisismica e per la
prevenzione degli incendi – e necessiterebbero di grandi interventi di ristrutturazione.
Rinnovarli entrambi richiederebbe di disporre di strutture libere, dove di volta in volta
trasferire le attività: operazione
irrealizzabile dal punto di vista
logistico, oltreché inefficiente in
termini di impiego di risorse economiche. La strada intrapresa
dalla Regione è stata dunque
un’altra. E cioè quella di prevedere una nuova struttura ad alta
tecnologia esclusivamente per
di rete di servizi territoriali per
assistenza, cura, prevenzione e,
interagendo, svolgeranno una
funzione di filtro e garanzia nell’intero processo diagnostico-terapeutico. «A Massa-Carrara –
sottolinea Enrico Rossi, assessore alla Salute della giunta toscana – stiamo lavorando per il
futuro senza trascurare il presente, come dimostrano il buon
esito e le prospettive dell’operazione pronto-soccorso. La realizzazione del nuovo monoblocco
costituirà una svolta decisiva per
la sanità locale e regionale, per il
tessuto produttivo e per gli operatori che intendono mettere la
loro competenza al servizio della
comunità. I quattro nuovi ospedali, tra cui quello delle Apuane
stanno per decollare: per la sanità toscana è una sfida senza
precedenti».
Il rendering mostra uno degli ingressi del Noa
l’assistenza in fase acuta – che
è il nodo più stretto del sistema
assistenziale, per la complessità
dei flussi e dei percorsi, le molteplici professionalità coinvolte,
la complessità e l’evoluzione
continua delle tecnologie e delle
apparecchiature utilizzate – ma
senza al contempo trascurare gli
altri presidi esistenti sul territorio. Questi ultimi si integreranno
con la nuova struttura in qualità
Il nuovo modello di cura. Una
nuova struttura, perché nuovo è
il modello di cura che verrà offerto. Diagnosi e cura sono concepite
come
processi
e
richiedono l’adiacenza e l’interrelazione funzionale delle strutture e dei percorsi che le
collegano: questo impone di superare il concetto tradizionale di
reparto. Il malato non viene più
affidato ad un reparto dove le
funzioni sono legate alle peculiarità delle singole discipline
specialistiche, ma seguito come
un caso specifico da team multiprofessionali. Pertanto degenze,
sale operatorie, laboratori, ambulatori, servizi speciali di diagnosi e cura sono centralizzati e
utilizzabili da molteplici professionalità.
La tipologia edilizia. Il nuovo
ospedale sarà costituito da due
corpi: un corpo principale che
contiene le funzioni sanitarie –
dove sono localizzati i servizi di
diagnosi e cura e i reparti di degenza – e un corpo-servizi, distaccato,
per
le
aree
tecnologiche, gli archivi, i magazzini e la cucina…
Il sistema dei percorsi. Uno
dei risultati più importanti della
progettazione, corrispondente
alla flessibilità strutturale o organizzativa richiesta ad un ospedale ad alta tecnologia che offre
assistenza in fase acuta, è la separazione dei percorsi. Un sistema di collegamento a tutti i
livelli evita il passaggio attraverso i reparti, a tutela della privacy del malato: sono previsti
gruppi di ascensori a sé stanti
per l’uso da parte dei visitatori,
e sono assegnati elevatori distinti ai degenti e alle merci: in
particolare, nell’area di degenza
vengono individuate due vie di
accesso, con entrate separate
tra visitatori e degenti, con punti
di risalita verticali dedicati. Un
doppio corridoio presente in
ogni “bretella” di collegamento
distingue i percorsi tra pazienti
interni ed esterni, e visitatori. Il
percorso sanitario usufruisce di
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un corridoio apposito, che evita
la commistione coi visitatori e
mette in comunicazioni le aree
sanitarie affini. Un sistema di trasporto meccanizzato, costituito
da due elevatori differenziati per
lo smaltimento e l’approvvigionamento, è svincolato da altri
percorsi. Un sistema di trasporto
leggero mette in comunicazione
i diversi reparti e consente una
comunicazione diretta con il laboratorio di analisi centralizzato.
Anche la posizione dell’elisuperficie è concepita per un diretto
collegamento con il dipartimento di emergenza.
L’ospedale: dimensioni e distribuzione su piani. La struttura ospedaliera è dimensionata
per 360 posti letto per la degenza ospedaliera, a cui si aggiungono 30 posti letto per
emodialisi, 12 per osservazione
breve, 24 culle. Il piano interrato è il cuore della circolazione
del trasporto automatizzato. Al
piano terra si trovano portineria, centro unificato di prenotazione, ufficio relazioni con il
pubblico; a destra dell’ingresso
c’è il servizio di dialisi, a sinistra
si sviluppa l’area ambulatoriale;
nelle aree più interne sono previsti il servizio trasfusionale e il
polo endoscopico; sulla sinistra
è localizzata l’area della diagnostica per immagini (medicina
nucleare, radiologia, radioterapia); sulla destra è prevista la
degenza di psichiatria (12 posti
letto), adiacente al pronto-soccorso che occupa la parte centrale dell’edificio e la cui
strutturazione/organizzazione
rappresenta uno degli aspetti
più innovativi per l’attenzione
6
posta ai processi di cura prevedibili per le urgenze-emergenze
in accesso. I casi di pazienti in
arrivo al pronto-soccorso vengono immediatamente suddivisi
al triage e indirizzati ad aree di
attività differenziate, sia a secondo del livello di emergenza
che del grado di intensità assistenziale richiesta. L’ingresso di
chi arriva al pronto-soccorso in
barella avviene dalla cosiddetta
“camera calda” su cui si affaccia il locale per la decontaminazione del paziente; chi è in
grado di camminare, invece, accede al pronto-soccorso da un
ingresso separato. Alle spalle
del triage, c’è un’ampia area di
cari e postale, farmacia, edicola,
palestra; sulla destra c’è l’area
dei servizi religiosi e gli uffici di
direzione sanitaria; sulla sinistra
si trovano il day-hospital con
un’area di degenza di 10 posti
letto, il Centro oncologico di riferimento dipartimentale e l’attività di day-service; completa la
dotazione il blocco parto, collegato alla degenza di ostetricia, e
l’area del pronto-soccorso pediatrico. A questo piano sono
previsti: 24 posti letto di ostetricia e 24 culle per il nido, 12 posti
di pediatria più 2 di sub intensiva
e 38 posti letto per post-acuti.
La degenza, in generale, è concepita come indifferenziata e
Il rendering mostra le principali facciate del Noa
attesa per i codici bianchi e
verdi e tre sale di visita a cui
possono accedere anche i pazienti in barella (codice giallo).
Sulla sinistra c’è l’area dell’emergenza per la stabilizzazione dei pazienti con codice
rosso (imminente pericolo di
vita), adiacente all’area della radiologia composta da tac, diagnostica tradizionale e sala per
ecografia. La degenza di osservazione breve, con 12 postiletto, è funzionalmente collegata
all’area di trattamento.
Al primo piano, nella zona centrale, si trovano bar, ristorante,
spazi commerciali, sportelli ban-
potrà essere occupata dalle singole specialità in funzione della
richiesta di assistenza. Al secondo piano sono concentrate
le funzioni ad alto impatto tecnologico: blocchi operatori (7 sale
di chirurgia generale, 3 sale di
day-surgery), terapie intensive,
servizio di emodinamica. La daysurgery è dotata di 14 posti letto,
altrettanti sono quelli per le degenze di terapia intensiva e 16
per la sub-intensiva. La degenza
a questo piano prevede: 100
posti letto in area chirurgica e 8
di riabilitazione. Il terzo piano
ospita l’area direzionale, con
studi medici e sale riunioni, fuori
dunque rispetto alle aree di degenza ma in posizione centrale
per consentire un collegamento
verticale rapido. A questo piano
98 sono i posti letto di area medica e 10 per le degenze protette
(Aids). Un corridoio di collegamento raccorda il corpo principale con l’edificio servizi.
Potenzialità di rinnovamento
tecnologico. Le scelte proget-
tuali sono pensate per produrre
un impianto organizzativo che
consenta in futuro delle successive modifiche senza compromettere la coerenza del modello.
Attenzione sarà riservata al
risparmio energetico con la realizzazione di un impianto fotovoltaico e di un impianto
termico/elettrico di cogenerazione, e con l’utilizzo di lampade
a basso consumo.
Accoglienza e assistenza. La
salvaguardia della dignità del
paziente impone di progettare il
nuovo ospedale come un luogo
accogliente. Arredi, finiture e colori sono scelti per ridurre
l’estraneità del luogo e la distribuzione degli spazi per consentire al paziente di incontrare
parenti e amici.
ESPROPRI, C’È IL PARERE DELLA COMMISSIONE PROVINCIALE
Misura circa 80mila metri quadrati la superficie dell’area su cui sorgerà il Nuovo Ospedale delle
Apuane: 7mila mq sono le zone edificabili o con edifici, mentre poco più di 56mila mq è l’estensione
delle zone agricole a cui si aggiunge una fascia di “rispetto” di circa 13mila mq. L’area si suddivide
in una settantina di particelle: 84 sono complessivamente i proprietari i cui lotti devono essere espropriati. A inizio 2009, l’occupazione d’urgenza dell’area ha consentito di consegnare i terreni al Concessionario.
Degli 84 proprietari, una quindicina ha accettato la cosiddetta indennità provvisoria di esproprio,
ottenendo l’80 per cento del quantum previsto; per questi terreni si sta procedendo ad effettuare il
decreto di esproprio vero e proprio, che traghetta la proprietà nelle disponibilità dell’Azienda e consente di erogare il restante 20% di indennizzo ai titolari.
Per la restante sessantina di proprietari, la situazione è la seguente: 3 di loro hanno nominato un perito di parte, l’Asl di conseguenza ha nominato i propri e la documentazione è al vaglio del Tribunale
di Massa. Per coloro che non si sono avvalsi dell’opzione di nomina di un perito, l’Asl ha trasmesso
la documentazione riguardante le procedure svolte sui terreni di proprietà di questi cittadini alla
Commissione provinciale competente, che deve determinare l’ammontare definitivo dell’indennità
di esproprio a loro spettante. A fine agosto, l’Asl ha ricevuto la relazione finale messa a punto dalla
Commissione provinciale, che si è pronunciata prevedendo un’indennità di esproprio unica per tutti
i terreni pari a 80 euro al mq. L’Asl sta valutando questa determinazione e provvederà all’adeguamento dell’indennità, anche per coloro che avevano accettato il quantum provvisorio. A tal fine verrà
richiesta alla Regione un’integrazione di risorse pari a qualche milione di euro.
Le ruspe sono al lavoro nell’area del Noa
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OBESITA’, CRESCE IL NUMERO DEI BAMBINI OVER-SIZE
È in sovrappeso quasi un piccolo apuano su quattro. Gonnelli (dietista): «I genitori devono capire cosa li spinga a mangiare troppo». Perché a rischio, oltre alla salute, c’è la
loro autostima
AUMENTA IL numero dei bambini apuani nutriti più del necessario. Da un’indagine condotta
in alcune regioni d’Italia tra cui la
Toscana, emerge che è in sovrappeso il 23 per cento dei
bambini, mentre il 13,6% è
obeso: i dati, pur con qualche
lieve differenza, sono sovrapponibili – secondo il Servizio Dietetico dell’Azienda Usl 1 di
Massa-Carrara – alla realtà della
provincia apuana. Ma a dover
imparare corrette abitudini alimentari non sono solo i piccoli:
in Italia dovrebbe perdere peso
il 34% degli adulti, percentualerecord tra i paesi europei.
QUANDO UN FIGLIO comincia
ad ingrassare un genitore deve
chiedersi il perché: che cosa
manca al bambino che lo spinge
a sopperire alla carenza con il
cibo? Trovare una risposta a
questa domanda (senza nel frattempo costringerlo a mangiare
meno, ed evitando di nascondere cibi a lui graditi) diventa
fondamentale «per non minare il
rapporto di fiducia e abbassare
conseguentemente l’autostima
del ragazzo - spiega Clara Gonnelli, coordinatrice del Servizio
Dietetico dell’Asl 1 e dietista
presso l’Ambulatorio Integrato
per i disturbi alimentari (Atidap)
di Carrara - Per fargli perdere
peso, inoltre, non è detto che si
debba ricorrere soltanto a restrizioni alimentari: spesso è sufficiente
un’attività
fisica
8
costante». Aiutare il proprio figlio
a scegliere uno sport che soddisfi le sue aspirazioni può permettere
di
raggiungere
contemporaneamente
due
obiettivi: l’ottenimento e/o il
mantenimento di un peso corporeo accettabile, e l’integrazione
(che spesso manca a chi ha un
cattivo rapporto con il cibo) con
i coetanei e il micro-cosmo entro
cui il bambino vive, dalla famiglia
alla scuola.
IN GENERALE, per dimagrire occorre consumare energia più di
quanto se ne introduca nel nostro organismo con il cibo. Ad
esempio: per perdere un chilo di
peso si devono consumare
7.000 chilocalorie (che corrispondono a circa 50 confezioni
di plumcake monodose). «Conoscendo quali sono i nostri consumi in termini di energia, e dato
che queste calorie non possono
essere consumate nel giro di
uno/due giorni, ne consegue che
non è attendibile e, anzi, può
procurare danni alla salute – sottolinea Gonnelli – qualsiasi programma di dimagrimento che
promette di perdere più di un
chilo la settimana».
PER ASSUMERE corretti stili di
alimentazione bisogna sgombrare il campo da percezioni errate. Ad esempio: l’alimento
completo, quello che da solo
contiene tutto ciò di cui il corpo
ha bisogno per mantenersi in
equilibrio, non esiste. E non esiste un cibo che fa specificatamente dimagrire. Piuttosto,
occorre mangiare un po’ di tutto,
ricorrere a prodotti stagionali,
meglio se non trattati chimicamente. Non solo. Si può assumere un’alimentazione corretta
senza necessariamente gravare
sul bilancio della famiglia: «Se si
vuole consumare pesce, non si
deve necessariamente ricorrere
a quello più costoso – spiega la
coordinatrice del servizio dietetico – Nutrirsi con pesce azzurro
assicura all’organismo gli stessi
principi nutritivi di un prodotto ittico a costi assai più elevati».
Salvo condizioni particolari, inoltre, non c’è ragione per cui fare
uso di integratori alimentari, prodotti spesso inutili se non dannosi.
ECCO ALCUNE raccomandazioni di Iran, ente sottoposto alla
vigilanza del ministero delle Politiche alimentari, per mantenersi
in buona salute:
♦ Consuma quotidianamente più
porzioni di ortaggi e frutta fresca; ♦ Aumenta il consumo di legumi sia freschi che secchi,
limitando le aggiunte di oli e
grassi da sostituire con aromi e
spezie; ♦ Consuma regolarmente pane, pasta, riso e altri
cereali (meglio se integrali) , evitando di aggiungere troppi condimenti grassi. ♦ Quando puoi,
scegli prodotti ottenuti da farine
integrali.
SE IL CIBO DIVENTA UN’OSSESSIONE
Anoressia, bulimia, disturbi alimentari: quando è opportuno affidarsi al team degli esperti dell’Atidap
SONO STATE curate oltre 700 persone presso l’Ambulatorio integrato per i disturbi alimentari (Atidap) di Carrara, nato nel 1997. Psichiatra, psicologo, dietista ed altri esperti (come il ginecologo)
costituiscono un team multidisciplinare in grado di affrontare - con un approccio integrato - i disturbi del comportamento alimentare.
BASSA AUTOSTIMA, tendenza al perfezionismo, carenza di rapporti interpersonali soddisfacenti, difficoltà nel gestire i rapporti familiari possono aprire la strada ad anoressia e bulimia. Quando il pensiero del cibo e del proprio peso diventa un chiodo fisso, quando perdere o acquistare un etto
diventa una questione da cui dipende l’intera percezione di noi stessi, è bene rivolgersi a chi può
darci un aiuto competente. Nei casi più semplici (che spesso coincidono con l’inizio di un malessere)
possono bastare alcuni colloqui e delle indicazioni generali che aiutano la persona a modificare le
proprie abitudini alimentari: questo supporto può essere fornito da un dietista che opera presso il
servizio dietetico dell’Asl. Quando, invece, il problema è più importante, ci si può rivolgere all’Atidap,
centro dedicato ai disturbi alimentari.
SONO SOPRATTUTTO le donne a soffrire di anoressia, bulimia e disturbi del comportamento alimentare: è uomo solo il 5 per cento dei 700 pazienti curati presso l’Atidap, la cui più alta quota (35%)
risiede nei comuni di Massa e Montignoso (segue Carrara con il 30% delle persone prese in carico
dall’Ambulatorio). La fascia d’età con la maggiore incidenza di casi (35%) è quella tra 31 e 40 anni;
il 30% dei pazienti è sposato (con o senza figli).
♦ Ambulatorio integrato per i disturbi alimentari, Carrara, Via VII Luglio, 34 tel 0585-75444
Verdura e frutta non possono mancare in una dieta equilibrata
STILI DI VITA ERRATI, nel prossimo numero:
Droga, Alcool, Fumo, quando l’abuso diventa dipendenza, con la
collaborazione di Maurizio Varese, direttore dell’u.o Medicina delle
farmaco tossicodipendenze dell’Asl 1.
9
Sono circa 5mila i cittadini ultra-sessantacinquenni non autosufficienti
NUOVE RISORSE DALLA REGIONE,
L’ASSISTENZA DIVENTA PERSONALIZZATA
Grazie all’istituzione di un fondo regionale saranno potenziati i servizi domiciliari e abbattute le liste di attesa per le strutture residenziali
A cura di Giovanna Mezzana
AUMENTA
nella
provincia
apuana l’invecchiamento della
popolazione: per ogni 100 giovani, sono 207 gli anziani. Il fenomeno, che accomuna tutte le
regioni italiane – in Toscana vivono circa 840mila persone con
più di 65 anni – si riflette sulla
gestione dei processi di cura.
Cresce soprattutto la domanda
di servizi per gli anziani non autonomi. In questo quadro, la Regione Toscana ha dato vita a un
apposito fondo, istituito con la
legge regionale n.66/08, la cui
dotazione finanziaria (l’obiettivo
prevede il raggiungimento di
una soglia di 80 milioni di euro
annui) è finalizzata a sostenere
e estendere il sistema pubblico
dei servizi socio-sanitari integrati a favore delle persone non
autosufficienti, disabili e anziane. In base a indicatori di carattere demografico, all’incidenza
della popolazione destinataria
dei servizi (residente sul territorio e accolta nelle strutture residenziali e semiresidenziali), è
riservata al territorio una quota
di circa 3 milioni per il 2009: 2
milioni per la zona socio-sanitara “Apuana” (cioè i quattro
comuni di Montignoso, Massa,
Carrara, Fosdinovo) che vengono assegnati all’Azienda Usl
- e 900mila euro per la zona
10
socio-sanitaria “Lunigiana”, trasferiti alla Società della Salute.
L’AZIENDA USL 1 di Massa e
Carrara non parte da zero. La
legge regionale è il corollario di
un percorso iniziato a fine 2007,
quando è partito un progetto pilota per l’assistenza delle persone non autosufficienti, e per il
quale la Regione ha messo in
campo per il territorio locale risorse pari a 520mila euro, a cui
si aggiunge un’attribuzione di 1
milione e 180mila euro circa per
l’ultimo quadrimestre del 2008.
Il momento del pranzo nella Rsa di Fivizzano
A MASSA-CARRARA vivono
oltre 47mila anziani, con un’incidenza maggiore in Lunigiana,
dove l’indice di vecchiaia è pari
a 296 contro quello della zona
Apuana che si ferma a 182: si
stima che il 10 per cento (poco
meno di 5mila anziani) del totale della popolazione locale
over 65 anni non sia autosufficiente. Si tratta di una fascia
crescente di popolazione (nel
2015 gli over 65 toscani supereranno il totale di 900mila
unità) che necessita di assistenza continua e differenziata
a secondo del grado di non autosufficienza, della gravità delle
patologie tipiche dell’età avanzata, dell’esistenza o meno di
reti parentali.
L’ISTITUZIONE del fondo è funzionale a un potenziamento
degli interventi sociosanitari
domiciliari, di aiuto alla persona
(forniti in forma diretta dal servizio pubblico), dell’assistenza
in forma indiretta o per la vita
indipendente (tramite titoli per
l’acquisto di servizi e per il sostegno alle funzioni assistenziali, in coerenza con la
programmazione regionale). Si
stima che il 50% delle persone
assistite nella provincia apuana
mediante il servizio domiciliare,
istituito nel 2000, è affetta da
patologia oncologica (il dato è
coerente con i risultati epidemiologici che collocano MassaCarrara al primo posto tra le
province toscane con più alta
incidenza di neoplasie) e oltre il
60% è in fase di fine vita.
LE RISORSE del fondo sono finalizzate anche ad assicurare,
mediante una risposta personalizzata al bisogno della persona
non autosufficiente, inserimenti
in strutture semiresidenziali e inserimenti – permanenti, temporanei o di sollievo – in residenza.
L’Azienda Usl 1 dispone di 27
strutture: 25 residenze sanitarie
assistenziali (Rsa) di cui 16 in
Lunigiana, e 2 residenze sanitarie per disabili (Rsd) nella zona
di costa. L’offerta ammonta a
982 posti, di cui 582 per persone
non autonome. Entro il 2010 l’offerta raggiungerà la soglia di
1.113 posti a seguito dell’apertura di tre nuove Rsa aziendali,
a Bagnone, Massa e Carrara, e
di una Rsd a Licciana Nardi.
L’Usl 1, inoltre, è convenzionata
con 22 Rsa private, esistenti sul
territorio provinciale, che hanno
posti adatti all’assistenza delle
persone non autonome.
Per usufruire dei servizi assistenziali, la persona deve essere
sottoposta ad una valutazione
di non autosufficienza: questa
procedura può essere attivata
dall’interessato o da un familiare
mediante la segnalazione del bisogno presso i cosiddetti “punti
insieme”, cioè presìdi istituiti a
livello zonale secondo quanto
previsto dalla legge regionale. I
“punti insieme” forniscono informazioni ai familiari e alla persona che richiede la valutazione
di non autosufficienza, e la accolgono; assicurano inoltre l’arrivo, entro 30 giorni, di una
risposta assistenziale adeguata.
A mettere a punto la valutazione
di non autosufficienza e un progetto di assistenza personalizzato (Pap) è un’unità di
valutazione
multidisciplinare
(Uvm), articolazione operativa
della zona distretto – nel nostro
caso, una per ogni distretto composta da un medico di distretto, un assistente sociale, un
infermiere professionale. L’Uvm
condivide con l’assistito o i suoi
familiari il Pap, e fissa a 60 giorni
dall’elaborazione del progetto di
assistenza personalizzata il
lasso di tempo massimo entro
cui la prestazione deve essere
erogata. Nel caso in cui vi fossero ostacoli all’esecuzione del
progetto di assistenza personalizzato, la Uvm propone alla famiglia servizi di pari efficacia, ed
entro massimo 90 giorni assicura l’esecuzione del Pap. A
Massa-Carrara i “punti insieme”,
in totale 22, sono capillarmente
distribuiti sia nella zona sociosanitaria Apuana (in tutto 8), sia
in Lunigiana (14): le persone
possono rivolgersi direttamente
qui perché i propri bisogni siano
soddisfatti e per una presa in
carico multi-professionale dell’assistito.
GLI STANZIAMENTI regionali a
sostegno delle persone non autonome si sommano alle risorse
dei Comuni che però non afferiscono al fondo. Dal 2010, invece, le risorse regionali,
aziendali e comunali destinate
alle persone non autosufficienti
verranno riunite e costituiranno
effettivamente la dotazione del
Fondo.
Due sono le Residenze sanitarie assistenziali dell’Azienda Asl 1
di Massa e Carrara:
• la Rsa di Pontremoli, che offre 40 posti
via Porta Parma, Pontremoli (MS) tel. 0187-462316
Le animatrici intrattengono gli ospiti nella
Rsa di Pontremoli
UNA DELLE PRINCIPALI novità
introdotte dal dispositivo normativo riguarda il processo di
presa in carico dell’anziano o
del disabile non autosufficiente.
• la Rsa di Fivizzano, che può ospitare 28 anziani
Salita San Francesco, Fivizzano (MS) tel. 0585-940258
Due, invece, le strutture pubbliche attive ad oggi:
• Rsa Regina Elena,
via Don Minzoni 2, Carrara (MS) tel. 0585-776138, 0585-71460
• Rsa G. Ascoli Asp,
piazza Madonna dei Quercioli 1, Massa (MS) tel: 0585 254594
11
CATARATTA, IL MIGLIOR RIMEDIO È LA CHIRURGIA
Ne soffrono 3 settantenni su 4. Esperienza e nuove strumentazioni consentono di realizzare l’intervento da un minimo di 15 a un massimo di 30-40 minuti. Boom di richieste, anche da fuori provincia, per l’équipe del presidio ospedaliero carrarese
senz’altro legate al fatto che
l’apparato visivo è molto più
sollecitato di un tempo (basti
pensare all’uso che si fa della
televisione e del computer),
altre sono invece espressione
dell’avanzare dell’età e sono
destinate numericamente a crescere a causa dell’aumento
della durata della vita media.
Il primo passo, la diagnosi di
cataratta
di Vincenzo Martini
RADDOPPIANO presso l’ospedale di Carrara gli interventi ambulatoriali di cataratta: dal 2004
al 2008 sono aumentati del 100
per cento, sino a sfiorare la
quota annua di 1.500 (su un totale di circa 2.400 casi di chirurgia oculare). Se la tendenza
verrà confermata, il dato complessivo verrà nel 2009 superato. Molti sono i pazienti,
soprattutto dalla Lucchesia e
dallo Spezzino, che scelgono la
provincia apuana per sottoporsi
all’intervento.
DA ALCUNI ANNI si parla in Italia e nel mondo delle malattie
degli occhi come di una nuova
emergenza. Nel Belpaese sono,
infatti, oltre 20 milioni le persone che hanno problemi con la
vista. Alcune patologie sono
12
ratta senile, ci sono anche
quelle giovanili, post-traumatiche e congenite. Una particolare attenzione deve essere
riservata ai pazienti diabetici,
nei quali anche il metabolismo
del cristallino può risultare compromesso e favorire la sua opacizzazione. Per questa categoria
di pazienti sono necessari controlli della vista almeno una
volta l’anno, così come avviene
anche per la retinopatia diabetica.
TRA LE PATOLOGIE oculari più
diffuse e connesse all’invecchiamento della popolazione,
c’è la cataratta cosiddetta “senile”: ne soffrono almeno 3 settantenni su 4.
Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), la cataratta (non operata) rappresenta,
nei Paesi industrializzati, la principale causa di cecità. La cataratta è un processo di
progressiva opacizzazione del
cristallino (la lente naturale dell’occhio che serve per la messa
a fuoco) che perde la sua trasparenza: si opacizza, appunto.
Ciò comporta una graduale e
continua riduzione della vista,
senza che il paziente avverta
altri sintomi. Nell’antichità si
credeva che la cataratta fosse
provocata da un liquido che
scendeva dal cervello per oscurare la vista. In realtà essa è dovuta all’alterazione delle fibre
proteiche del cristallino.
LA DIAGNOSI di cataratta si effettua tramite lo strumento della
lampada-fessura: osservando il
cristallino, posto immediatamente dietro l’iride e apprezzandone, così, trasparenza e
opacità. Una volta diagnosticata, l’unica soluzione valida è
quella chirurgica: si sostituisce
il cristallino con una lente artificiale. «La decisione di operare spiega Franco Passani, primario dell’unità operativa di Oculistica dell’ospedale di Carrara –
avviene sulla base di un’attenta
valutazione del medico condivisa con il paziente, tenendo
conto delle sue esigenze. Non
esiste, in genere, un problema
di urgenza per la cataratta senile, per cui l’intervento si può
programmare con tutta tranquillità».
LA CATARATTA si manifesta solitamente intorno ai 60 anni.
Non esiste, però, solo la cata-
«L’INTERVENTO si realizza a livello ambulatoriale per il 95%
dei casi, come previsto dalle
linee guida regionali, e in day
surgery (una notte di ricovero)
per il restante 5% - osserva
Passani – fatti salvi casi eccezionali per i quali il ricovero può
durare due o tre giorni: quando
cioè si ha a che fare, per esempio, con cataratte di origine
traumatica. L’intervento è semplice, ma non banale. Grazie
alle tecnologie di cui dispone il
reparto, può essere eseguito rapidamente (dai 15 ai 30-40 minuti al massimo in caso di
cataratta molto “matura”) e in
totale sicurezza». Le apparecchiature che vengono usate
sono: il microscopio operatorio
e il facoemulsificatore, una specie di micro-martello ad ultrasuoni, con un’estremità del
diametro di circa 1 mm, che
frantuma il cristallino: «La strumentazione è al top – dice Passani – grazie all’impegno della
Direzione della Asl che ha dotato
il reparto delle apparecchiature
diagnostiche e chirurgiche più
avanzate».
SETTE I MEDICI oculisti del reparto carrarese che sono in
grado di intervenire efficacemente sulla cataratta, avvalendosi anche della preziosa
collaborazione degli specialisti
ambulatoriali che svolgono la
propria attività a livello distrettuale. All’ospedale di Carrara
sono previste cinque sedute
multioperatorie alla settimana,
dal lunedì al venerdì. Per le urgenze è assicurato un servizio
di reperibilità del medico oculista per tutto il fine settimana.
All’intervento si accede dopo
una visita approfondita presso
gli ambulatori del reparto ospedaliero o dei presidi distrettuali
della Asl.
• Per informazioni e prenotazione dell’intervento chirurgico
tel. 0585-657225 o 0585-657258.
LA PAROLA AL LETTORE
Obiettivo Salute dedica questo spazio alle vostre lettere. Se avete letto un servizio o una rubrica che ha destato il vostro interesse, se c’è un argomento che riguarda la salute e che vorreste fosse affrontato nel prossimo numero della rivista dell’Azienda Usl 1 di Massa e
Carrara, potete scrivere direttamente alla redazione di Obiettivo Salute.
I vostri contributi possono giungere via e-mail o tramite posta: a tutti verrà fornita una risposta in forma privata, e verranno pubblicati gli interventi giudicati più interessanti o di
pubblico interesse. Nel caso in cui preferiate che il vostro nome non venga pubblicato in
calce alla lettera, potete farne esplicita richiesta alla redazione. Agli interventi anonimi non
verrà riservata attenzione.
e-mail: [email protected]
indirizzo postale: Azienda Usl 1 di Massa e Carrara – Ufficio Relazioni esterne e marketing (redazione Obiettivo Salute) – via Don Minzoni n.3 – 54033 Carrara (MS)
IN BREVE. Si aprirà mercoledì 16 dicembre, ad Aulla, l’edizione 2009 della
Conferenza dei servizi sanitari e sociali dell’Azienda Usl 1 di Massa e Carrara
dedicata al tema: LA TECNOLOGIA AL SERVIZIO DELL’ASSISTENZA.
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AVO, DICIASSETTE ANNI
DI TERAPIA DELL’ACCOGLIENZA di Giovanna Mezzana
Macchinari all’avanguardia e alte professionalità non soddisfano l’umano bisogno di
una presenza amica all’interno dell’ospedale: per questo ci sono le donne e gli uomini
dell’associazione dei volontari ospedalieri. In corsia dagli anni ’90
Siamo nel 1992 quando - nella provincia apuana e per iniziativa del Centro italiano femminile (Cif) - nasce l’Associazione volontari ospedalieri (Avo), una delle più importanti realtà
del volontariato socio-ospedaliero: 217 sono le sedi in tutta Italia aderenti a FederAvo,
27mila i volontari operativi sul territorio nazionale. Capillare anche in Toscana è la presenza
dell’associazione. Era il 1975 quando Erminio Longhini – allora primario all’ospedale di
Sesto San Giovanni, in visita ad un collega per un consulto presso il Policlinico di Milano si accorse che all’interno di una struttura ospedaliera pur efficiente mancava una figura in
grado di alleviare il carico psicologico portato con fatica dal malato. Oggi l’Avo Massa-Carrara conta 142 soci. Da anni l’associazione è guidata da Rita Fregosi Bizzarri, che Obiettivo Salute ha intervistato.
Negli anni è cambiato il vostro
modo di stare in corsia? «Se ci
sentissimo autorizzati a uscire
dalle linee-guida del nostro statuto diventeremmo in breve
tempo qualcosa di molto diverso
da ciò che siamo: l’Associazione
è invece molto legata ai principi
statutari, ai valori e allo spirito
delle origini. Siamo nati per prestare la nostra opera in corsia e
il nostro modo di stare in corsia
è rimasto identico».
Fedeli alla lezione di Longhini, ma al passo con l’evoluzione del modello della
sanità: è così? «Sì, nel senso
che noi esistiamo per umanizzare la degenza ospedaliera e
ogni volta che si presenta una
nuova necessità che risponde a
questo spirito, ci collochiamo in
quello spazio. Abbiamo cominciato con l’essere presenti nel
reparto di Medicina, poi Chirurgia, quindi Ortopedia e, a Car-
14
rara, Neurologia. Poi abbiamo
attivato il servizio di accoglienza
all’interno dei due ospedali di
costa. Nel frattempo abbiamo
formato una quarantina di volontari che operano tra Fivizzano e
Pontremoli: e pensiamo alla futura nascita di un’Avo Lunigiana,
proprio per rispondere a quelle
necessità territoriali di cui si rese
conto il professor Longhini
stando sul campo. Oggi il modello non è più quello della Geriatria ma delle Residenze
sanitarie assistenziali: così da
cinque anni ci siamo concentrati
sull’ex Regina Elena e sull’Ascoli. E abbiamo intenzione di
offrici in futuro per l’Hospice.
L’associazione è attenta alle modifiche che in questi anni sono
avvenute all’interno della struttura ospedaliera e vuole contribuire all’evoluzione dei modelli
assistenziali. Siamo nati per
stare accanto ai malati: ci rimarremo. Per questo aderiamo ai
comitati etici e al comitato ospedale senza dolore».
È mai accaduto che foste percepiti come una presenza intrusiva?
«C’è
la
salute
assicurata dalla diagnosi del
medico o dal bisturi del chirurgo,
e poi c’è la salute di cui possiamo godere acquisendo uno
stato di serenità. La nostra funzione è quella di aiutare il malato
ad allentare la tensione: con una
parola, un gesto; le cure hanno
maggior effetto su di un paziente
sereno. In questo senso i volontari sono un elemento della terapia: dal punto di vista
psicologico. E questo non è facile da capire. A volte siamo
fraintesi. Ad esempio: se un malato ha bisogno di un aiuto per
consumare il pasto, il volontario
lo sostiene volentieri, ma non è
in corsia con questo compito.
C’è chi pensa che dovremmo
adempiere a queste funzioni e
Rita Fregosi Bizzarri e le volontarie dell’Avo Massa-Carrara
chi ritiene che non sia nostra
competenza farlo. Per questo
nei percorsi di formazione universitaria per il personale ospedaliero si dovrebbe insegnare
anche qual è il ruolo del volontario in corsia».
Quali competenze e doti sono
richieste al volontario, tenuto
anche conto che non tutti i
reparti sono uguali? «I reparti
nei quali è più coinvolgente prestare servizio sono la Medicina e
la Neurologia. Ai nuovi volontari
proponiamo di iniziare con la
presenza in Ortopedia, dove solitamente non si verificano casi
di decessi, o Chirurgia, dove non
ci sono pazienti affetti da malattie rare o da patologie che possono rendere più difficile la
vicinanza con il malato. Le dinamiche che consentono di sviluppare una relazione positiva con
il paziente vengono insegnate
durante il tirocinio che precede
l’entrata in Avo: ad un corso teorico segue un anno di compresenza in ospedale a fianco di un
volontario esperto. Molto dipende poi dalla sensibilità di ciascuno di noi. L’importante è che
il servizio sia compreso nella sua
vera essenza, altrimenti si rischia che venga banalizzato».
Dal punto di vista dell’attività
da voi svolta, ci sono margini
per migliorare il modello
dell’accoglienza? «Vediamo
quotidianamente che ci sono
molti disagi. E ci sono aspetti
che potrebbero essere migliorati
con poche difficoltà. Essere
prontamente informati quando
un ambulatorio o un servizio
cambia sede o orario, ci permetterebbe di non correre il rischio
di fornire informazioni sbagliate.
L’accesso per disabili al “monoblocco” è di difficile utilizzo: potrebbe essere rivisto perché
diventi più agevole. Questi sono
degli esempi. Ma ciò che manca
è soprattutto una corretta comunicazione; seguendo la messa a
punto del percorso delle cure
palliative mi sono resa conto che
il cittadino usufruisce di un servizio senza rendersi conto del lavoro che c’è dietro: un lavoro
che viene fatto nella speranza di
raggiungere un optimum, che
sarà sempre in revisione».
Ai lettori. Ogni numero di Obiettivo Salute ospiterà un’intervista a personalità locali del Terzo Settore.
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NEL TERRITORIO
Sempre più vicina al cliente
con tutti i servizi bancari ed
assicurativi. Banca Apuana,
Banca del CreditoCooperativo,
con altre 450 banche, 4000
sportelli e 925.000 soci.
BANCA APUANA
CREDITO COOPERATIVO
DI MASSA CARRARA S.c.
DIREZIONE GENERALE
E SEDE CENTRALE MASSA
Viale Eugenio Chiesa, 4
54100 Massa (MS) Italia
Tel. 0585-89501
Fax. 0585-8950231
FILIALE DI CARRARA
Viale XX Settembre, 177
c/o Centro Tuscania
54033 Avenza Carrara (MS) Italia
Tel. 0585-89503
UFFICIO PROMOTORI
FINANZIARI LUNIGIANA
Via dei Mille, 36
54027 Pontremoli (MS) Italia
Tel. 0187-460019
Fax 0187-832970
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