sintesi - Rapporto Giovani

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sintesi - Rapporto Giovani
INDAGINE A CURA DELL’ISTITUTO TONIOLO
L’Istituto Toniolo in collaborazione con la Fondazione Cariplo ha messo in
campo un osservatorio che si propone come uno dei principali punti di
riferimento in Italia su analisi, riflessioni, politiche utili a conoscere e migliorare
la condizione dei giovani.
Questo volume è il primo Rapporto pubblicato a partire dai dati dell’indagine e
tocca temi cruciali come quelli della famiglia e del rapporto con i genitori, del
lavoro e della conquista di una propria autonomia, della sfera della
partecipazione e dell’impegno sociale, oltre che dei valori e degli
atteggiamenti.
I dati sono ottenuti da un campione, rappresentativo su scala italiana, di 4500
giovani tra i 18 e i 29 anni.
GIOVANI E LAVORO
La crisi economica ha aggravato la condizione dei giovani italiani peggiorando le opportunità di trovare
un’occupazione, di stabilizzare il percorso lavorativo, di realizzare le condizioni per conquistare una
propria autonomia dalla famiglia di origine e di formare un proprio nucleo familiare.
La disoccupazione giovanile ha raggiunto negli ultimi mesi livelli record. Inoltre l’Italia è tra i Paesi
europei con più basso tasso di occupazione giovanile e più elevata quota di Neet, ovvero di under 30
che non studiano e non lavorano.
Nonostante gli alti tassi di disoccupazione, i giovani non sono rassegnati, cercano di reagire come
possono. Mettono in campo strategie per fronteggiare la crisi in attesa di tempi migliori. Sono molti
quelli che si adattano e accettano un lavoro anche non pienamente in linea con desideri e aspettative.
RISPOSTE ALLA DOMANDA: “IN GENERALE QUANTO È SODDISFATTO DEL SUO LAVORO?”
Altra strategia possibile è la fuga verso l’estero. Quasi il 50% dei giovani (48,9%) si dichiara pronto
ad andare all’estero per migliorare le proprie opportunità di lavoro. Solo meno del 20% non è
disposto a trasferirsi. I più propensi a muoversi oltre confini sono i giovani del Nord (si sale oltre il
52%) e di sesso maschile (oltre la metà dei maschi contro un terzo delle ragazze).
Inoltre i più disposti a trasferirsi per inseguire migliori opportunità di valorizzazione del proprio
capitale umano sono proprio i laureati.
GIOVANI E PAPA FRANCESCO
Oltre l’80 per cento dei giovani è convinto che con Papa Francesco può crescere la coerenza morale tra i
comportamenti e i valori affermati (il 21,2% è “abbastanza d’accordo”, il 29,1 lo è “molto”, il 30,7%
“moltissimo”).
Quello che è maggiormente apprezzato del Pontefice è il suo modo di essere più vicino alla gente che
alle gerarchie, l’attenzione ai meno fortunati e il richiamo continuo oltre che ai valori, alla concretezza
dei problemi sociali. Tutti aspetti che lo mettono direttamente in sintonia con i giovani, sia nel
merito dei temi toccati che nel modo di trattarli e comunicarli”.
GIOVANI E AUTONOMIA
I giovani continuano a voler guadagnare una propria autonomia e costruire un proprio percorso di
vita, ma molto spesso si trovano costretti a fare un passo indietro.
Sono i genitori a riaccoglierli in casa quando il posto di lavoro viene meno o non ce la fanno più a
mantenersi pur continuando a lavorare.
Dopo un periodo di autonomia, il 77 per cento dei maschi, usciti di casa dopo aver trovato un
lavoro o per studio, torna a vivere nella sua famiglia d’origine, percentuale del 70 per cento per le
femmine.
Per i maschi proprio la fine del periodo lavorativo (per 30.2% dei casi) e le difficoltà economiche
(11.7% dei casi) sono fra le cause principali del loro ritorno da mamma e papà.
GIOVANI E POLITICA
Sempre più stridente è il rapporto tra giovani e politica. Troppe le promesse mancate e le inadempienze
nel fornire risposte credibili e solide per migliorare il presente e il futuro delle nuove generazioni.
Sorge spontanea una domanda: dove sono più orientati i giovani, verso destra o sinistra? In base ai
risultati dell’indagine principale, tra la fine del 2012 e l’ inizio del 2013, è stato sottoposto a un
campione di 1200 giovani rappresentativo a livello nazionale un questionario di approfondimento
sui temi della politica e della partecipazione elettorale. Il 30% dei giovani si colloca nel
centrosinistra (C.S.), Il 17% nel centrodestra (C.D.), 14,5% si posiziona attorno al centro (C). Vince
però chi non vuole collocarsi rifiutando la logica destra/sinistra: pari al 38,5% (R.).
A collocarsi nel centrosinistra sono di più le femmine, ma anche chi vive nel centro Italia e chi
proviene da famiglia con status sociale medio-alto. Viceversa a posizionarsi nel centrodestra sono, in
senso relativo, di più i maschi, chi vive nel Nord e con origini sociali basse.
GIOVANI E MEDIA
In base ad alcuni dati statistici, la quota di chi vede i telegiornali più di una volta a settimana risulta pari
all’81,5%. I giornali online e i siti di informazione sono visitati dal 68% dei giovani. Più bassi i valori per la radio
(46%) e la carta stampata (31%; si sale al 36% nella fascia 25-29).L’uso di internet è elevato soprattutto nelle
giovani generazioni. La fruizione di informazione cresce con l’età stabilizzandosi dopo 25 anni. L’informazione
su web tocca i valori più elevati nella fascia 25-29, arrivando oltre l’80%. La lettura dei quotidiani su carta si
ferma a meno della metà rispetto all’online (solo circa uno su tre li legge più di una volta a settimana). Alta
rimane, invece, la fruizione dei telegiornali, favoriti dal fatto che la gran parte dei giovani vive con i genitori e
la visione dei tg ha spesso carattere familiare negli orari in cui la famiglia è riunita. Inoltre, maggiore risulta la
fruizione dei siti di informazione e dei giornali online per chi ha il padre laureato: dal 67% sull’intero
campione sale al 72% tra chi ha padre con titolo alto. Questo vale sia se l’accesso a tali canali di informazione
è effettuato attraverso pc che attraverso tecnologie più recenti come smartphone o tablet.
GIOVANI E FAMIGLIA
Nel nostro Paese il legame instauratosi tra giovani e famiglia è ben saldato. L’aumento delle difficoltà che
i giovani hanno trovato negli ultimi anni, in carenza di adeguate politiche, hanno ancor più accentuato la
necessità di affidarsi al sostegno della famiglia di origine. Non si tratta solo di aiuto economico ma anche
di supporto morale.
Oltre l’80% dei giovani afferma che l’esperienza familiare gli è di aiuto nel coltivare le sue passioni e
nell’affermarsi nella vita. Oltre l’85%, invece, afferma che la famiglia rappresenta un sostegno nel
perseguire i propri obiettivi.
Questa disponibilità all’aiuto può essere vista come le facce di una medesima medaglia, da un lato
positiva, mentre dall’altra negativa, in quanto può incidere sul giovane e sulle sue responsabilità. Il fatto
di continuare a vivere con i genitori, anche dopo i 25 anni, è considerato, a differenza di molti altri paesi
dell’Europa nord-occidentale, del tutto normale: a testimoniare che oltre alle difficoltà economiche di
conquista di una propria autonomia, vi sono anche motivi culturali che favoriscono una lunga
coabitazione tra genitori e figli. Infatti, solo poco più del 10% lo considera per i genitori un peso
economico o un problema relazionale.
COME VALUTANO I GIOVANI IL VIVERE ANCORA CON LA FAMIGLIA ?
GIOVANI E SCUOLA
La Scuola è tra le istituzioni quella che incontra maggior grado di fiducia tra le giovani generazioni. Secondo il
campione analizzato, la netta maggioranza (oltre il 55%) dà ad essa un voto positivo.
E’ quanto emerge da un campione, rappresentativo su scala italiana, di 4500 giovani tra i 18 e i 29 anni.
Il voto positivo supera infatti il 60% al Nord. I valori sono comunque positivi nella maggioranza dei casi anche
nel Centro e nel Sud. Valori sensibilmente più alti sono, inoltre, assegnati al sistema formativo dai giovani che
vivono in una famiglia con genitori più istruiti, dove il valore dello studio tende ad essere maggiormente
trasmesso. In particolare, se il padre è laureato la quota di voti positivi arriva vicina al 65%. La percentuale di
consensi rimane comunque sopra il 50% anche per chi proviene da classe socio-culturale più bassa.
Esiste anche la categoria formata da giovani che studiano e contemporaneamente lavorano. Un gruppo da
guardare con particolare interesse per vari motivi: in primis perché con la crisi economica questi giovani pur
avendo trovato un lavoro non rinunciano allo studio, in funzione di migliorare comunque le proprie
prospettive future. Poichè, pur studiando, hanno deciso di iniziare già a confrontarsi con il mercato del
lavoro. Una scelta meritoria, quella di cercare durante gli studi di mantenersi del tutto o parzialmente da soli.
GIOVANI E VOLONTARIATO
IL 64,7% DEI GIOVANI ITALIANI NON HA MAI AVUTO ESPERIENZE DI VOLONTARIATO, LE DONNE PIU'
IMPEGNATE DEGLI UOMINI.
Il mondo del volontariato deve ancora fare molto per conquistare l'attenzione dei giovani italiani. Circa due
terzi non hanno mai fatto esperienze di questo tipo e del terzo restante solo il 6% vi si dedica attualmente
e abitualmente. E' il risultato che emerge dalla specifica indagine sul Volontariato e impegno civile della
generazione 18-29 anni. Il dato è piuttosto sorprendente rispetto alla generale impressione di un universo
giovanile particolarmente impegnato in questo settore. Invece emerge che il 64,7 % "non ci ha mai
provato". E come rispondono gli altri, quel 35,3% che invece un coinvolgimento lo dichiarano? La
maggioranza ne parla come una cosa passata (il 15,8% con esperienze saltuarie, quasi il 6% con esperienze
continuative). E' una attività viva e presente per il 13%, che si divide tra impegno saltuario (7%) e
continuativo (quasi il 6%). Da notare che tra questi ultimi l'attività tende leggermente a diminuire con il
crescere dell'età: dal 6,7% dei ventenni al 5,7% dei quasi trentenni. L'indagine mostra una differenza di
sensibilità tra uomini, che si impegnano (tra saltuari e abituali) per il 12,6%, e donne che raggiungono il
14,6%.