6.12. La sala 9A : pittori piacentini

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6.12. La sala 9A : pittori piacentini
6.12. La sala 9A : pittori piacentini
Nell’allestimento del 1963 questa sala era dedicata, come abbiamo visto, agli artisti contemporanei,
ma il periodo considerato era molto vasto spaziando dai primi del ’900 fino al 1950 e difficilmente
comprensibile da parte del visitatore medio. Per questo motivo si decise di cambiare destinazione
alla sala, dedicandola ai pittori piacentini, di cui la galleria possedeva un nutrito gruppo di opere 1.
Inoltre questo cambiamento non lede all’organicità del percorso museale dato che la sala posta di
fronte a questa (numero 9B della tavola 6 a pag. 181) è dedicata al pittore piacentino Bruzzi.
La maggior parte delle opere presenti in sala erano poste, nell’allestimento del 1963, nella sala 1,
dedicata ai pittori emiliani ad eccezione dei due dipinti di Bot, posti uno nel corridoio
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Nella numerazione odierna questa sala è contraddistinta dal numero 10.
Fornisco qui l’elenco delle opere esposte:
1) Perinetti- Lavandaie al lavoro
2) Sidoli Pacifico- Ritratto di Luigi Fassi
3) Ghittoni- Giovane operaio che riposa
4) Ghittoni- Ritratto della madre
Sala 9A (I numeri del disegno corrispondono a quelli dell’elenco)
5) Ghittoni- La visita alla nonna
6) Ghittoni- Paesaggio sotto la neve
7) Ghittoni- La passerella
8) Bot- Nello studio
9) Bot- Costruire
10) Arrigoni- Testa di accattone
11) Arrigoni- Interno della chiesa di S. Sisto a Piacenza
12) Soressi- Partenza per l’aratura
13) Ricchetti- Madre e figlio
14) Ricchetti- Modelle in riposo
15) Cassinari- Ritratto di signora
16) Cassinari- Natura morta o finestra sul mare
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Si tratta di “Costruire”.
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e l’altro
temporaneamente ritirato dall’esposizione per ragioni di spazio 3, dei due Cassinari che, essendo del
1953- 1954, erano già in questa sala, di “Modelle a riposo” di Ricchetti, posto nella sala 12 , e di
“Partenza per l’aratura” di Soressi, posto nel corridoio centrale.
A destra della porta che conduce nel corridoio troviamo “Lavandaie” di Perinetti, una delle opere
migliori dell’artista, e “Ritratto di Luigi Fassi” di Pacifico Sidoli.
La parete corta adiacente è interamente dedicata alle cinque opere di Ghittoni, uno dei maggiori
artisti piacentini dell’’800. I dipinti sono presentati in ordine cronologico. Si parte dal giovanile
“Operaio che riposa” (1879), contraddistinto da una resa attenta e minuziosa amante del vero, poi
troviamo “Ritratto della madre” (1881), austero ma dotato di una forma morbida e di un impasto di
colore fluido, “Visita alla nonna” (1881), un dipinto aneddotico ma privo di maniera, umile e
verosimile. Chiudono la parete due dipinti più tardi, del 1895, “Paesaggio sotto la neve”, di grande
semplificazione formale, e “La passerella”, tutta giocata sul rapporto tra linee oblique e verticali e
su raffinate scelte cromatiche.
Sulla parete lunga [Tav. 31] di fronte alla porta che conduce nel corridoio sono posti i due quadretti
di Bot, “Costruire”, risalente al periodo in cui l’artista aveva aderito al futurismo ( è una variante
della “Città che sale” di Boccioni), e “Nello studio”, che testimonia un ritorno alla tradizione da
parte del piacentino. Seguono due opere di Arrigoni, il forte “Ritratto di Accattone” e “Interno di S.
Sisto a Piacenza”, e “Partenza per l’aratura” di Soressi, di cui colpisce il contrasto tra il realismo
puntiglioso del primo piano e l’astrattismo geometrico del fondo.
Sull’altra parete troviamo due grandi tele di Ricchetti, molto apprezzato dai contemporanei.
“Modelle a riposo” vinse il primo premio alla “Prima Mostra Interprovinciale sindacale emiliana”
(1934) e “Madre e figlio” è un frammento del dipinto “In ascolto” che ottenne il primo posto alla
prima edizione del “Premio Cremona” (1939), organizzato dal museo Civico di Cremona, in cui i
concorrenti dovevano esercitarsi sul tema “ascoltazione di un discorso di Mussolini alla radio”. Il
dipinto, rimasto a Cremona, venne fatto a pezzi dopo il 25 aprile del 1945 dato il suo contenuto
fascista; questo frammento fu donato alla galleria nel 1978.
Chiudono la sala due opere più recenti di Cassinari, “Finestra sul mare” e “Ritratto di signora” .
In questa sala notiamo la tendenza, già incontrata in altri spazi espositivi della galleria, a porre
vicine le opere dello stesso artista, a cui spesso si riserva un’intera parete o porzione di parete, come
accade per le opere di Ghittoni, Ricchetti e Cassinari.
L’allestimento si presenta ordinato ed elegante.
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Si tratta di “Studio”.