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Osservatorio Territorio e Aree Urbane
Politiche territoriali Newsletter n. 3/2015
a cura di Alessandra Graziani1 e Giuliana Giovannelli2, Centro Studi Fillea Cgil
I commenti:
Legislazione - Le commissioni riunite Agricoltura e Ambiente della Camera hanno dato il via libera a larga
maggioranza al nuovo testo base sul disegno di legge per il contenimento del consumo di suolo. Entro il 10 febbraio
saranno presentati gli emendamenti per il miglioramento del testo.
Politiche territoriali – Consumo di suolo: il Consiglio nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e
Conservatori commenta la nuova formulazione del testo base del disegno di legge proposta dagli onorevoli Chiara
Braga e Massimo Fiorio e plaude al nuovo approccio al governo del territorio che lega la progressiva riduzione
dell'utilizzo del suolo non edificato e il riuso delle città. Legambiente ha annunciato che “porterà il proprio contributo di
proposte e emendamenti, come fatto in questi mesi, nella direzione di rendere più chiari e efficaci sia i meccanismi per
fermare e controllare il consumo di suolo, sia per dare priorità al riuso attraverso procedure e premialità che devono
aprire la strada a diffusi e incisivi interventi di rigenerazione delle città italiane.
- Città resilienti: 100 sindaci firmano il Protocollo Onu a Potenza. L'adesione formale al protocollo,avvenuta nel corso di
un meeting internazionale sulla resilienza, prevede lo sviluppo di un modello comune per prevenire il rischio da
calamità naturali
-Video manifesto presentato da Renzo Piano:“rammendo e rigenerazione urbana” come punto di partenza per la
rinascita delle periferia e di tutto il territorio anche grazie all'utilizzo di nuovi materiali e alle nuove tecnologie
Edilizia scolastica - Scuole sicure, nuove e belle: il punto sugli interventi: aperti oltre 500 cantieri per interventi di
messa in sicurezza, 200 di riqualificazione completa o per nuove costruzioni e oltre 7000 interventi di piccola
manutenzione, decoro e ripristino funzionale su altrettanti plessi scolastici
-Scuole con mutui Bei, firmato il decreto che sblocca 900 milioni. Dopo la firma dei ministri dell'Istruzione e
dell'Economia è arrivata anche la terza e ultima firma del ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, al decreto che
consentirà l'accensione di mutui per realizzare nuovi edifici scolastici con provvista Bei
Le notizie:
News nazionali:
Politiche territoriali:
Edilizia scolastica:
Eventi:
News dai territori:
Regione Emilia Romagna:
Regione Lazio:
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Regione Umbria:
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Città resilienti: 100 sindaci firmano il Protocollo Onu a Potenza;
Consumo di suolo, approvato il nuovo testo base. Priorità del riuso
Scuole sicure, nuove e belle: il punto sugli interventi;
Scuole con mutui Bei, firmato il decreto che sblocca 900 milioni
Video manifesto presentato da Renzo Piano per il recupero attraverso l'innovazione
dei materiali e delle tecnologie
Edilizia scolastica: Bologna: Un fondo da 30 milioni per 5 scuole
Urbanistica, primo via libera alla proroga del Ptpr
Normativa di salvaguardia della durata di 12 mesi che prevede la non edificabilità
nelle aree alluvionate
Gli obiettivi della legge in materia di consumo del suolo
In Puglia il primo Piano Paesaggistico d'Italia
Verso una nuova legge urbanistica;
Il Comune di Messina blocca le opere a rischio e punta sulla #prevenzione
2 mosse per la mitigazione del rischio idrogeologico
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News nazionali:
Politiche territoriali: Città resilienti: 100 sindaci firmano il Protocollo Onu a Potenza
26/01/2015. Un documento universale sulla resilienza, un modello comune e condivisibile per far fronte alla catastrofi
naturali. E' stato firmato stamattina, da 100 sindaci aderenti al programma
ONU guidato dalla Provincia di Potenza il
protocollo sulle “Città resilienti”. L'adesione formale è avvenuta in occasione del del meeting internazionale “Individui e
comunità resilienti fanno un mondo sicuro e sostenibile- Verso una Resilienza Integrale delle Comunità ai Rischi di
Disastri e ai Cambiamenti Climatici: Progressi e Prospettive Future dall’Esperienza nella Provincia di Potenza” che,
iniziato ieri, si concluderà nella giornata di domani, 27 gennaio nel capoluogo lucano.
I firmatari
Tra i firmatari, alla presenza dei rappresentanti Onu, guidati da Margareta Wahlstròm: Provincia di Gorizia, Provincia di
Avellino, Provincia BAT, Provincia di Bari, Provincia di Foggia, Provincia di Salerno, Provincia di Matera, Municipality of
Avrig (Romania), "Pays des Sorgues Monts de Vaucluse” Municipalities’ Association (France), Municipality of Matera,
Municipality of Rubi (Spain), Municipality of Šentrupert (Slovenia), Municipality of Graanica (Bosnia-Herzegovina),
Municipality of Podgorica (Montenegro), The European Regional Framework for CO-OPERATION (Greece), Regional
Energy Agency of Ribera (Spain), Canary Islands (Spain), The Great Manchester.
Oggi cento sindaci- ha commentato il presidente della Provincia di Potenza, Nicola Valluzzi- aderiscono alla campagna:
è un modello che le Nazioni Unite vogliono portare in tutte le aree interne, ed è un’esperienza unica per i nostri
sindaci, coordinati dalla Provincia in continuità con le azioni realizzate in questi anni, in materia di Protezione civile e di
pianificazione dei programmi e di difesa del suolo. Serve a creare i presupposti per una nuova consapevolezza della
cultura dei territori, e per prevenire catastrofi che oggi sembrano inarrestabili.
Il meeting, nato con l'obiettivo di creare le condizioni per diffondere la cultura della consapevolezza rispetto alla
dimensione del “rischio” e aumentare, con azioni concrete e partecipate, il livello di sicurezza del territorio, terminerà
domani con la conclusione, alla presenza di tutte le partnership aderenti, di Re-Mida, progetto europeo finalizzato a
sviluppare nuove soluzioni EE e FER in città mediterranee, attraverso il rafforzamento della politica energetica locale e
la strategia e la promozione di una gestione intelligente della domanda e dell'offerta di energia.
Fonte: sito internet casa e clima
Politiche territoriali: Consumo di suolo, approvato il nuovo testo base. Priorità del riuso
21/01/2015. Le commissioni riunite Agricoltura e Ambiente della Camera hanno dato il via libera a larga maggioranza
al nuovo testo base sul disegno di legge per il contenimento del consumo di suolo.
Entro il 10 febbraio saranno presentati gli emendamenti per il miglioramento del testo.
RIUSO, RIGENERAZIONE URBANA E LIMITAZIONE DEL CONSUMO DI SUOLO SONO PRINCIPI FONDAMENTALI DEL
GOVERNO DEL TERRITORIO. Il nuovo testo base – vedi in allegato - introduce, all'articolo 1 comma 2, il seguente
principio: “Il riuso e la rigenerazione urbana, oltre alla limitazione del consumo di suolo, costituiscono princìpi
fondamentali della materia del governo del territorio nonché norme fondamentali di riforma economico-sociale della
Repubblica nei confronti delle regioni a statuto speciale e delle province autonome di Trento e di Bolzano”.
Fatte salve le previsioni di maggiore tutela delle aree inedificate introdotte dalla legislazione regionale, il consumo di
suolo “è consentito esclusivamente nei casi in cui non esistono alternative consistenti nel riuso delle aree già
urbanizzate e nella rigenerazione delle stesse. Nell'ambito delle procedure di valutazione d'impatto ambientale, di
valutazione ambientale strategica e di verifica di assoggettabilità delle opere pubbliche diverse dalle infrastrutture e
dagli insediamenti produttivi strategici e di preminente interesse nazionale, ai sensi della normativa vigente, l'obbligo
della priorità del riuso comporta la necessità di una valutazione delle alternative di localizzazione che non determinino
consumo di suolo inedificato. Per le opere pubbliche non soggette alle procedure di valutazione d'impatto ambientale,
alla valutazione ambientale strategica e alla verifica di assoggettabilità, la medesima valutazione deve risultare
dall'atto di approvazione della progettazione definitiva degli interventi”.
PRIORITÀ DEL RIUSO. Il nuovo testo stabilisce che “Al fine di attuare il principio di cui all'articolo 1, comma 2, le
regioni, nell'ambito delle proprie competenze in materia di governo del territorio e nel termine di centottanta giorni
dalla data di entrata in vigore della presente legge, dettano disposizioni per orientare l'iniziativa dei comuni a strategie
di rigenerazione urbana anche mediante l'individuazione negli strumenti di pianificazione degli ambiti urbanistici da
sottoporre prioritariamente a interventi di ristrutturazione urbanistica e di rinnovo edilizio, prevedendo l'incremento e il
miglioramento della dotazione dei servizi, l'innalzamento del potenziale ecologico e ambientale, la realizzazione di
residenza sociale. A tal fine è promossa l'applicazione di strumenti di perequazione, compensazione e incentivazione
urbanistica purché non determinino consumo di suolo agricolo e siano attuati esclusivamente in ambiti definiti e
pianificati di territorio urbanizzato”.
“La nuova formulazione del testo base – spiegano i relatori Chiara Braga, responsabile Ambiente del Partito
Democratico e Massimo Fiorio, componente Pd in Commissione Agricoltura - raccoglie molti aspetti migliorativi emersi
dalla discussione svolta in questi mesi, sia da parte dei gruppi di maggioranza che di opposizione, e riparte dalla
condivisione delle finalità e dei contenuti della proposta di legge da parte dell'attuale Governo, ben espressa
nell'audizione dei Ministri Galletti e Martina”.
“Con questo testo di legge – continuano i due relatori - si introducono nella normativa vigente i principi fondamentali
di riuso, rigenerazione urbana e limitazione del consumo di suolo, attraverso la tutela e la valorizzazione dell'attività
agricola. Il meccanismo ereditato dalla proposta già condivisa con le Regioni permette di definire una riduzione
progressiva del consumo di suolo coerente con l'obiettivo europeo del consumo di suolo zero al 2050. Il nostro
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obiettivo non è avere una legge di bandiera e nemmeno una norma punitiva nei confronti dell'attività edilizia. Quello
che vogliamo garantire è un'effettiva salvaguardia del suolo dai rischi di un'edificazione sconsiderata, come purtroppo
è avvenuto in passato, e nello stesso tempo sostenere con misure positive le azioni di riuso e rigenerazione urbana che
devono rappresentare il futuro dell'edilizia”.
“Ora - concludono Braga e Fiorio - siamo pronti a lavorare sugli emendamenti che verranno presentati dai gruppi, per
verificare fino in fondo la possibilità di ulteriori modifiche migliorative. Sarebbe certamente motivo di soddisfazione per
il Parlamento riuscire a dare al nostro Paese una legge a tutela di un bene primario come il suolo proprio nell'anno di
Expo”.
CNAPPC: “EPOCALE CAMBIO DI PARADIGMA”. Il Consiglio nazionale degli architetti plaude al nuovo approccio al
governo del territorio che lega la progressiva riduzione dell'utilizzo del suolo non edificato e il riuso delle città:
“Finalmente un epocale cambio di paradigma ed un nuovo approccio al governo del territorio che lega in modo logico e
indissolubile la progressiva riduzione dell'utilizzo del suolo non edificato e la rigenerazione e il riuso delle città, e che è
in linea con quanto auspicano da tempo gli architetti italiani. Tutto ciò non rappresenta solo una sana politica
ambientale, ma anche l'unica possibilità, per Regioni e Comuni, di continuare a sostenere i costi dei servizi
infrastrutturali, senza aumentare ulteriormente le tasse ai cittadini”.
Il Cnappc apprezza inoltre che “il testo, come auspicato, preveda non solo un sistema di incentivi, ma anche
l'abrogazione dello scandaloso comma 8 dell'articolo 2 della legge 24 dicembre 2007, n. 244, che destinava i proventi
dei titoli abilitativi edilizi alla spesa corrente delle Amministrazioni locali, con i risultati di degenerazione delle aree
urbane che sono noti a tutti”.
“E’ fondamentale per rigenerare l'Italia aver riportato gli oneri alla realizzazione delle opere di urbanizzazione al
risanamento di complessi edilizi compresi nei centri storici, a interventi di qualificazione dell’ambiente e del paesaggio,
anche ai fini della messa in sicurezza delle aree esposte a rischio idrogeologico e sismico”.
“La proposta Braga-Fiorio, alla quale proporremo ulteriori miglioramenti - sottolinea Leopoldo Freyrie, presidente degli
architetti italiani - pone le premesse di una prossima Legge di Governo del Territorio innovativa che ci auguriamo
sappia liberare le energie latenti nella rigenerazione urbana, salvaguardando i paesaggi italiani: sarebbe finalmente il
superamento dell'urbanistica "di parte", per rispondere non ideologicamente ai temi della tutela ambientale,
investendo nel rinnovo urbano e delle periferie”.
“Ora - conclude - ci aspettiamo un iter di approvazione rapido, indipendente dalle litigiosità della politica nazionale,
cosicché la legge giunga in porto prima dell'approvazione di quella sul Governo del Territorio, di cui è la premessa
logica. L’auspicio è che le Regioni evitino una sterile competizione con lo Stato e che, invece, contribuiscano a
migliorare il testo, emanando solo in seguito i provvedimenti di loro competenza: solo uscendo dalla logica della
concorrenza per passare, invece, a quella della cooperazione possiamo avere gli strumenti per ridisegnare le città
italiane e mettere in sicurezza uno dei territori più preziosi e belli del mondo”.
LEGAMBIENTE: “UNA BUONA NOTIZIA”. “La presentazione nelle Commissioni ambiente e agricoltura della Camera di
un testo base di Ddl in materia di consumo di suolo è una buona notizia, perché permette di accelerare finalmente
l'iter che dovrà portare all'approvazione di una legge ad hoc”, ha dichiarato Vittorio Cogliati Dezza, presidente
nazionale di Legambiente. “Chiederemo al Governo e ai gruppi parlamentari di impegnarsi per arrivare in questa
legislatura all’approvazione finale del testo. Dallo stop al consumo di suolo legato a una seria politica di rigenerazione
urbana può arrivare l'unica risposta oggi possibile per superare la crisi del settore edilizio, ma anche a una domanda di
qualità e sicurezza nelle nostre città”.
Legambiente ha annunciato che “porterà il proprio contributo di proposte e emendamenti, come fatto in questi mesi,
nella direzione di rendere più chiari e efficaci sia i meccanismi per fermare e controllare il consumo di suolo, sia per
dare priorità al riuso attraverso procedure e premialità che devono aprire la strada a diffusi e incisivi interventi di
rigenerazione delle città italiane. Interventi che permettano di portare innovazione e bellezza oltre che rispondere alla
domanda di accesso alla casa”.
Fonte: sito internet casa e clima
Edilizia scolastica: Scuole sicure, nuove e belle: il punto sugli interventi
26/01/2015 - Oltre 500 cantieri per la messa in sicurezza, con un investimento di 150 milioni di euro, e altri 400
milioni destinati a progetti che erano rimasti esclusi dalla graduatoria iniziale; 200 interventi conclusi e altri 254 in
corso per la realizzazione di nuovi edifici; interventi di piccola manutenzione, decoro e ripristino funzionale su oltre
7.000 plessi, per complessivi 150 milioni di euro.
Il Governo traccia un primo bilancio del Piano per l’edilizia scolastica, avviato nel luglio 2014, e composto da tre filoni #scuolesicure, #scuolenuove, #scuolebelle - che prevede oltre 21.000 interventi in una scuola italiana su due, per
oltre 1 miliardo di euro di investimenti.
#scuolesicure
Dal luglio 2014 ad oggi, sono stati avviati e conclusi oltre 500 cantieri, mettendo in campo i 150 milioni di euro previsti
dal Decreto del Fare. Altri 400 milioni di euro sono stati destinati a progetti che erano rimasti esclusi dalla graduatoria
iniziale.
Si stanno concludendo i cantieri, finanziati con 640 milioni di euro dai fondi FESR Istruzione, per opere di risparmio
energetico, sicurezza ed eliminazione delle barriere architettoniche, che dovranno essere rendicontati entro il 31
dicembre 2015. Altri 1.600 interventi - spiega il Governo - saranno appaltati entro il 28 febbraio 2015.
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#scuolenuove
In programma ci sono i 454 interventi segnalati dai Sindaci a seguito della lettera del Presidente del Consiglio del 3
marzo e 16 maggio 2014. A fine 2014 si sono conclusi i primi 200 interventi, gli altri 254 sono in corso. Sul piatto 244
milioni di euro, esclusi dal Patto di stabilità. Vedi la mappa
#scuolebelle
150 milioni sono stati destinati ad interventi di piccola manutenzione, decoro e ripristino funzionale su oltre 7.000
plessi scolastici nel 2014. La Legge di stabilità ha previsto ulteriori 130 milioni per il primo semestre 2015 e 150 milioni
di euro per il secondo semestre 2015 per intervenire su oltre 10.000 istituti.
Ma ci sono anche altre fonti di finanziamento. Il Governo annuncia che a breve sarà pubblicato il decreto
interministeriale che finanzierà con mutui a tasso agevolato per 350 milioni di euro l’efficientamento energetico delle
scuole, grazie alle risorse del Fondo Kyoto.
È appena stato firmato il decreto che dà alle Regioni il via libera per stipulare mutui trentennali con oneri di
ammortamento a totale carico dello Stato, per la ristrutturazione e le nuovi costruzioni di edifici scolastici. Secondo il
Governo, gli Enti locali potranno beneficiare di circa 850 milioni di euro, somme che saranno escluse dal Patto di
stabilità interno
L’8x1000 dell’Irpef devoluto allo Stato dal 2014 potrà finanziare anche progetti di edilizia scolastica, in favore degli
oltre 1.000 enti e associazioni che hanno presentato domanda. Si sta costituendo la commissione per l’esame delle
domande.
Infine, il Governo ricorda gli organismi di coordinamento dedicati all’edilizia scolastica. A 17 anni dalla sua istituzione,
si è da poco ricostituito l’Osservatorio per l’edilizia scolastica, strumento di coordinamento e dialogo che contribuirà al
monitoraggio e impulso ai lavori per l'edilizia scolastica.
Dal 1° dicembre 2014 è attivo il Sistema Nazionale delle Anagrafi dell’Edilizia Scolastica. Grazie ad un accordo siglato
durante la Conferenza Unificata Stato Regioni del 27 novembre 2014, le Regioni trasmetteranno in una piattaforma
informatica del MIUR tutti i dati relativi al patrimonio edilizio scolastico di competenza dei Comuni e delle Provincie.
L’obiettivo è procedere ad un vero e proprio censimento e acquisire informazioni relative alla situazione e alla
funzionalità degli edifici.
Fonte: Rossella Calabrese, sito internet edilportale
Edilizia scolastica: Scuole con mutui Bei, firmato il decreto che sblocca 900 milioni
22/01/2015. Il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi ha firmato il decreto che consentirà di accendere mutui pe
complessivi 800-900 milioni per realizzare nuove scuole. La firma arriva dopo quelle, avvenute nei giorni scorsi, dei
ministri dell'Economia e dell'Istruzione.
Il provvedimento era molto atteso da istituti scolastici ed enti locali perché apre una possibilità di fare investimenti
seguendo il tradizionale e rodato strumento del mutuo immobiliare.
L'occasione è di quella da non perdere. I soldi infatti arrivano grazie a un maxi-prestito che, con ogni probabilità, sarà
concesso interamente dalla Bei e che viene ripagato dallo Stato su un orizzonte di lungo termine (fino a 40 milioni
l'anno per 30 anni). La misura consentirà di mettere a disposizione entro le prime settimane del nuovo anno una cifra
che, secondo le valutazioni della Bei, varia tra 800 e 900 milioni di euro; e per di più è esente dal patto di stabilità. Per
i fortunati enti che supereranno la selezione si apre la possibilità di realizzare l'opera gratis, con la sola condizione di
gestire l'appalto entro i tempi indicati.
Per essere pronti all'appuntamento è meglio attivarsi da subito. «Gli enti locali si devono muoversi già adesso perché
le Regioni cominceranno a chiedere i progetti già a partire dal 10-15 gennaio», prevedono i tecnici del ministero
dell'Istruzione.
Lo strumento
La misura è quella prevista dal decreto legge Istruzione, n. 104/2013, il cui articolo 10 consente l'accensione di mutui
trentennali, con Bei, Cdp e Banca di sviluppo del Consiglio d'Europa (o altri intermediari finanziari). Per attuare la
misura serve un decreto attuativo Istruzione-Infrastrutture-Economia.
La buona notizia è che questo decreto, molto atteso dagli enti locali, è pronto. Per meglio dire, il testo è stato
licenziato dal ministero dell'Istruzione e attende ora la firma del Mit e dell'Economia. I tecnici di Viale Trastevere – più
precisamente della neoistituita direzione di Edilizia scolastica (che si occupa anche di innovazione digitale e di fondi
strutturali) confidano di poter completare il giro di firme entro l'anno, in modo da rendere operativo il provvedimento
nei primi mesi del 2015.
Cosa prevede il decreto
I soldi possono essere spesi per realizzare nuove scuole oppure per finanziare interventi di ristrutturazione
straordinaria (con ampliamenti, adeguamenti antisismici, efficientamento energetico e messa in sicurezza). Possibile
chiedere fondi anche solo per realizzare nuove palestre a uso scolastico o per ristrutturarle o adeguarle. I fondi
possono essere spesi anche per realizzare o ristrutturare alloggi per studenti universitari.
La procedura
Il provvedimento in arrivo prevede che le Regioni raccolgano le richieste dei Comuni e poi mettano a punto dei piani
triennali di edilizia scolastica da trasmettere al ministero dell'Istruzione (oltre che al Mit e all'Economia). La
programmazione triennale 2015-2017 deve anche specificare gli interventi per ciascun anno del triennio. Il
finanziamento può essere destinato solo a interventi da realizzare: sono espressamente esclusi gli interventi già
appaltati.
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Non è necessariamente richiesto il progetto esecutivo. L'importante che l'ente appaltante riesca ad assegnare il lavoro
all'impresa entro il 30 settembre 2015, anche solo a titolo di aggiudicazione provvisoria. In caso di contenzioso, si
prevede una proroga del termine.
Mentre Comuni e Regioni lavorano sui piani triennali, il Miur quantifica il "montante" delle risorse a disposizione e le
ripartisce tra gli enti territoriali. Il riparto viene fatto applicando un criterio di calcolo che tiene conto del numero di
scuole presenti nella regione, della popolazione scolastica e, infine, dell'affollamento delle strutture.
Un successivo decreto dell'Economia (d'intesa con Miur e Mit) autorizza le Regioni a stipulare i mutui sulla base della
programmazione nazionale che risulta dalla composizione dei vari piani regionali.
La tabella di marcia
Il decreto attuativo alla firma del Mit e dell'Economia, indica tappe e scadenze. Entro il 15 febbraio 2015 il Miur
ripartisce le risorse tra le Regioni. Ogni Regione saprà in questo modo su quanti soldi può contare, ed eventualmente
deliberare confinanziamenti regionali. Entro il 31 marzo 2015 le Regioni devono inviare al Miur i piani triennali. Entro il
30 aprile 2015 il Miur approva (con decreto) la programmazione nazionale sulla base dei vari piani regionali. Sempre
entro il 30 aprile 2015, un Dm Economia-Istruzione-Infrastrutture autorizza la stipula dei mutui.
Gare entro il 15 maggio
L'autorizzazione alla stipula fa scattare il termine di 15 giorni entro il quale vanno bandite le gare. Se l'autorizzazione
arriva effettivamente il 30 aprile il termine diventa il 15 maggio. Infine, entro il 30 settembre 2015, i lavori dovranno
essere aggiudicati, almeno in via provvisoria.
Fonte: Massimo Frontera, Edilizia e territorio
Eventi: Video manifesto presentato da Renzo Piano per il recupero attraverso l'innovazione dei materiali e delle
tecnologie
27/01/2015 - “Rammendo e rigenerazione urbana” come punto di partenza per la rinascita delle periferia e di tutto il
territorio anche grazie all'utilizzo di nuovi materiali e alle nuove tecnologie.
Questi gli argomenti trattati nel corso del convegno annuale di Fondazione Italcementi svolto a Bergamo il 24 gennaio
2015 che ha preso spunto dalle iniziative sul rammendo urbano dell’architetto e senatore a vita Renzo Piano, in prima
linea su questo fronte. Per Renzo Piano infatti la rigenerazione urbana può produrre nel nostro Paese un nuovo
Rinascimento capace di ridefinire il tessuto delle città e di includere quelle classi sociali che attualmente vivono in
modo conflittuale il processo di urbanizzazione.
Piano ha realizzato un video manifesto, presentato in anteprima durante il convegno, focalizzato sul concetto di
rammendo e rigenerazione urbana attraverso interventi nelle periferie che sappiano essere inclusivi, coinvolgendo la
popolazione dei quartieri interessati.
Il manifesto si pone in continuità con la decisione dell’architetto di devolvere il suo stipendio di senatore a vita a favore
di un gruppo di lavoro, chiamato G124, incaricato di studiare e trovare soluzioni rigenerative di alcune periferie
italiane.
Il G124, che prende il nome dal numero dell’ufficio del senatore a Palazzo Giustiniani, trasformato in un laboratorio per
progettare la riqualificazione delle periferie delle città italiane, è suddiviso in sottogruppi, ognuno dei quali è guidato da
un “tutor”, allievo o collaboratore dell’architetto Piano.
Il tema posto dal “manifesto sul rammendo e sulla rigenerazione” è quello che sta alla base anche del progetto RIFO
promosso da Italcementi e realizzato dall’Università di Bergamo con il coordinamento dalla professoressa Emanuela
Casti, che in un video ha spiegato il percorso di ricerca che ha portato a individuare in diverse città lombarde, tra cui in
particolare Bergamo, gli spazi inutilizzati che potrebbero essere recuperati in un’ottica di “rigenerazione urbana”.
La strategia che si prevede di utilizzare è quella della demolizione – ricostruzione ovvero demolire caseggiati ormai non
più sostenibili dal punto di vista della sicurezza e delle qualità ambientali, architettoniche e urbanistiche e sostituirli
con edifici realizzati con nuovi materiali e tecnologie.
Tra gli esempi concreti oggetto di questo modo di operare c’è il caso del quartiere di Librino a Catania, spiegato
dall’architetto Mario Cucinella, tra i “tutor” del progetto G124, che ha dichiarato: “A volte per migliorare la vita di un
quartiere può bastare una nuova biblioteca, un giardino curato, un percorso pedonale tra una scuola e una palestra.
Non interventi dall’alto, da “archistar”, ma soluzioni che migliorano la vita quotidiana e favoriscono l’incontro tra le
persone”.
Sono stati messi in luce anche casi come Harlem, quartiere di New York in cui si è passati da una situazione di
immobili in affitto per categorie tradizionalmente in transizione (come studenti o immigrati) ad una politica a favore
delle case di proprietà che ha segnato anche la crescita del senso di appartenza, permettendo la rigenerazione dei
luoghi. Si è anche auspicato un sistema d’incentivi per spingere i migliori professori a lasciare i quartieri centrali per
quelli periferici.
Anche il presidente di Italcementi, Giampiero Pesenti, ha evidenziato i casi di alcune città europee come Marsiglia,
Berlino, Londra che hanno saputo riqualificare zone vecchie e degradate rendendole quartieri più sostenibili, più belli,
più vivibili, contribuendo alla rinascita economica e sociale di intere città.
Ha inoltre dichiarato: “Le nostre città e il nostro territorio hanno bisogno di grandi interventi di riqualificazione. Una
rinascita che cambi in meglio le realtà urbane, le periferie in particolare, e la vita stessa delle persone che le vivono”.
“È quello di cui anche il nostro Paese oggi ha grande bisogno: un’insieme di coraggiose operazioni di recupero di vaste
aree inutilizzate, o male utilizzate, che consentano di innescare un circolo virtuoso di sostituzione di quegli edifici che
non garantiscono più standard accettabili di sicurezza strutturale, di efficienza energetica e anche di vivibilità dal punto
di vista architettonico, urbanistico e sociale. Oggi l’innovazione nel campo dei materiali e delle tecnologie ci mette a
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disposizione soluzioni impensabili in passato ed è nostro dovere far sì che queste conquiste siano a disposizione di
tutti, anche, forse soprattutto, di chi vive nelle aree più marginali”.
Per il Consigliere delegato di Italcementi, Carlo Pesenti, la riqualificazione può cambiare la vita delle persone del
territorio e soprattutto può creare sviluppo economico. Ha dichiarato infatti: “Un’operazione dove gli interessi collettivi
si intrecciano con gli interessi dell’Impresa, verso un Rinascimento sociale ed economico del nostro Paese. Questa
operazione, però, può essere declinata solo attraverso una grande visione politico-istituzionale che incoraggi
l’innovazione sostenibile di prodotti e processi. Noi ci sentiamo in prima linea su questo fronte, insieme a molte altre
imprese italiane”.
Aldo Mazzocco, Presidente di Assoimmobiliare, ha ricordato come l’evoluzione del concetto di riuso, iniziata negli anni
ottanta con il recupero dei centri storici e giunta finalmente alla rigenerazione e ricucitura dei tessuti urbani periferici,
richieda la diffusione di nuovi strumenti operativi e gestionali, sia finanziari che urbanistici.
Il sindaco di Bergamo Giorgio Gori ha esaminato infine come la ricerca di nuove prospettive di sviluppo nel settore
della mobilità e del trasporto e il recupero e la restituzione di aree dismesse e periferiche risultino elementi centrali
anche nell'azione amministrativa di una media città storica italiana come Bergamo, scelta anche come "caso studio"
del progetto di ricerca Bergamo 2.035 condotto da Università di Bergamo e Harvard University con il supporto della
Fondazione Italcementi.
Il progettista del Padiglione italiano a Expo 2015, l’architetto Michele Molè, ha illustrato il progetto architettonico di
“Palazzo Italia” intesa come forza di attrazione che genera un ritrovato senso di comunità e di appartenenza (elemento
chiave di ogni progetto di rigenerazione urbana), fino alla concreta realizzazione, resa possibile da straordinari
elementi di innovazione tecnologica e sostenibilità, assieme al know-how e al saper fare delle imprese italiane
coinvolte, tra cui Italcementi che ha ideato per la struttura di Palazzo Italia un innovativo cemento biodinamico.
Le conclusioni sono state affidate al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Maurizio Lupi, che ha delineato
l’azione politico-istituzionale del Governo, volta a creare le condizioni necessarie per sostenere lo sviluppo del Paese.
Fonte: Alessandra Marra, sito internet edilportale
News dai territori:
Regione Emilia Romagna: Edilizia scolastica: Bologna: Un fondo da 30 milioni per 5 scuole
16/01/2015. Valorizzare il patrimonio pubblico contribuendo a riqualificare gli edifici scolastici nel territorio comunale:
è arrivato il via libera da parte della Giunta comunale di Bologna alla costituzione di un Fondo immobiliare per la
realizzazione di 5 nuovi complessi scolastici, dalle scuole d'infanzia alle scuole secondarie di primo grado, per un totale
di circa 1800 nuovi posti ed un investimento complessivo che si assesta sui 30 milioni di euro.
Un progetto innovativo
In una nota emessa dall'Amministrazione del capoluogo emiliano si delineano gli aspetti fondamentali di "un progetto
fortemente innovativo di partenariato pubblico-privato, il primo in Italia che coniuga gli obiettivi di valorizzazione del
patrimonio pubblico con quelli di ammodernamento e rigenerazione degli edifici scolastici. Un progetto che ha preso il
via nel 2012 con la sottoscrizione del primo protocollo tra Comune di Bologna e Miur".
I nuovi complessi scolastici
Con il via al Fondo immobiliare sono cinque nuovi complessi scolastici, interessati dal progetto: il nuovo polo scolastico
di scuola primaria e secondaria di primo grado nel Quartiere Saragozza, area in via Felice Battaglia in sostituzione della
scuola Carracci; il nuovo polo scolastico di scuole d'infanzia e primaria nel Quartiere Navile, già previsto nel Piano
urbanistico approvato per l'area ex mercato ortofrutticolo; il nuovo polo scolastico per la scuola dell'infanzia e scuola
primaria Tempesta nel Quartiere S. Vitale, via Martelli; la nuova scuola dell'infanzia nel Quartiere Savena, area Fossolo
tra viale Felsina e viale Lenin e il nuovo polo scolastico di scuola primaria e secondaria di primo grado nel Quartiere
Porto, all'interno dell'area demaniale ex militare Prati di Caprara est.
Le tempistiche
Per quello che riguarda le tempistiche, la pubblicazione dei bandi di gara sarà effettuata nei prossimi mesi, mentre per
i concorsi di progettazione delle nuove scuole, le procedure si concluderanno il prossimo autunno.
Fonte: sito internet edilizia e urbanistica
Regione Lazio: Urbanistica, primo via libera alla proroga del Ptpr
21/01/2015 - La commissione Urbanistica del Consiglio regionale del Lazio, presieduta da Enrico Panunzi, ha
approvato la proroga di un anno delle norme di salvaguardia previste dal Piano territoriale paesistico regionale (Ptpr).
Si tratta di quelle norme che disciplinano gli interventi urbanistici in attesa dell'approvazione definitiva del piano
stesso. "Insieme al Ministero per i beni culturali (Mibac) stiamo portando avanti l'esame delle oltre 22mila osservazioni
presentate al Ptpr - ha spiegato l'assessore Michele Civita - speriamo di portare il piano in Consiglio regionale entro il
2015". Il presidente Panunzi, su richiesta del consigliere Gianfranco Zambelli (Pd), ha deciso di programmare
un'audizione con il Mibac per fare il punto sulla situazione.
La proroga adesso dovrà essere esaminata dal Consiglio regionale.
Subito dopo, la commissione ha dato parere favorevole a una modifica della perimetrazione del monumento naturale
"Selva di Paliano", che si è resa necessaria per correggere un errore contenuto nel decreto di istituzione dell'area
protetta.
Fonte: www.regione.lazio.it
Centro Studi
Regione Liguria: Normativa di salvaguardia della durata di 12 mesi che prevede la non edificabilità nelle aree
alluvionate
29/01/2015. La Giunta regionale della Liguria, su proposta dell’assessore regionale alla protezione civile Raffaella
Paita, ha approvato ieri la mappatura delle aree di tutta la Liguria che sono state inondate nelle alluvioni di ottobre e
novembre dell’anno scorso e le relative norme di salvaguardia.
L’elaborazione della mappatura completa blocca tutte le edificazioni e impone la revisione dei piani di bacino, oltre a
prevedere il suo recepimento nei vari strumenti di pianificazione. Alla mappatura viene inoltre associata una normativa
di salvaguardia della durata di 12 mesi che prevede la non edificabilità nelle aree inondate. Il divieto potrà decadere,
anche prima dei 12 mesi, con il recepimento nei piani di bacino degli indirizzi di protezione civile.
“Così come avvenuto nel 2011 – spiega l’assessore Paita – abbiamo deciso di approvare una norma di salvaguardia
che blocchi l’edificabilità nelle aree inondate durante le alluvioni di ottobre e novembre 2014. Si tratta di un’area molto
estesa, perché di fatto riguarda tutta la regione Liguria. Pertanto, per il momento, viene messo un blocco sulla
possibilità di edificazione nelle aree a rischio e quindi ai progetti in corso. Solo dopo una rivalutazione del rischio
idraulico e degli elementi di garanzia che verranno adottati si potranno riprendere in considerazione le iniziative.
Questo significa che gli Enti verranno chiamati a realizzare interventi di riduzione del rischio per rimettere in sicurezza
quelle realtà”.
La norma di salvaguardia si va ad aggiungere alla variante al piano di bacino del Magra, approvata nei giorni scorsi,
per bloccare qualsiasi edificazione nelle aree ad elevato rischio di esondazione lungo il fiume Magra per una superficie
di circa 10 Km quadrati.
Fonte: sito internet casa e clima
Regione Lombardia: Gli obiettivi della legge in materia di consumo del suolo
29/01/2015. Il presidente Maroni definisce i nuovi limiti per salvaguardare il territorio lombardo: "Una grande legge di
civiltà che tutela l'ambiente"
Il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni definisce attraverso interessanti dichiarazioni sulla legge
regionale in materia di consumo del suolo: "La nostra legge sul consumo del suolo è un'ottima legge perché mira a
ridurne la perdita. La Lombardia è una grande regione con tante attività industriali, commerciali e artigianali ma è
anche la prima regione agricola d'Italia. Il consumo di suolo va fermato: prima di consumare nuovo suolo agricolo, i
Comuni dovranno ristrutturare i centri storici o le aree industriali dismesse".
"Non abbiamo voluto fare una legge che impone ai Comuni di modificare i loro Piani di Governo del Territorio - ha
spiegato Maroni - e per questo abbiamo dato due anni di tempo per l'applicazione della legge. Alcuni giornali ci hanno
attaccato, dicendo che è una legge che cementifica. È la solita falsificazione. Noi abbiamo rispettato i Comuni, dicendo
loro quali sono i nuovi limiti per salvaguardare il territorio lombardo, dando due anni di tempo".
“Si tratta di una legge di grande civiltà che tutela l'ambiente – ha concluso il governatore della Regione - senza
penalizzare gli insediamenti e dà responsabilità ai Comuni".
Fonte: sito internet edilizia e urbanistica
Regione Puglia: In Puglia il primo Piano Paesaggistico d'Italia
20/01/2015 - La Regione Puglia sarà la prima regione italiana ad avere il Piano Paesaggistico Territoriale Regionale
(PPTR) volto alla salvaguardia del territorio regionale sia dal punto di vista ambientale che dal punto di vista
paesaggistico e naturalistico.
Si tratta del primo Piano sottoscritto in Italia sulla base degli adempimenti previsti del Codice dei Beni culturali e del
paesaggio del 2004 (D.lgs. 42/2004) che manderà a casa il vecchio Putt, Piano urbanistico territoriale tematico.
L’accordo tra Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e la Regione Puglia è stato siglato venerdì 16
gennaio 2015 a Roma presso la sede del Ministero dei beni culturali alla presenza del Ministro Dario Franceschini e del
Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, insieme con la Vicepresidente e assessore alla Qualità del Territorio
Angela Barbanente.
Entro trenta giorni dalla firma d’intesa del 16 gennaio, con approvazione definitiva della giunta regionale, il Piano
diventerà operativo. La Regione Puglia già disponeva di un Piano per il paesaggio, il PUTT/P (Piano urbanistico
territoriale tematico per il Paesaggio), entrato in vigore nel 2000 ma redatto ai sensi della L.431/85 e quindi riferito
soltanto ad alcune aree del territorio regionale. Nel corso di questi anni la giunta si è resa conto dei limiti concettuali
del PUTT/P e si è messa al lavoro per produrre un nuovo Piano, anziché correggere e integrare quello precedente, per
adeguarlo al nuovo sistema di governo del territorio regionale e al nuovo Codice dei beni culturali e paesaggistici.
Tra i limiti rilevati nel precedente piano vi sono:
1) la carente e non adeguata rappresentazione cartografica degli elementi oggetto di tutela che ha reso di difficile
gestione il rilascio delle autorizzazioni;
2) l’esclusione dal piano dei “territori costruiti" e di gran parte del territorio rurale che aveva reso il quadro conoscitivo
molto frammentato e senza un’adeguata contestualizzazione degli elementi da tutelare;
3) il carattere strettamente vincolistico dell’impianto normativo, a volte complesso e di difficile interpretazione.
Nel nuovo PPTR si superano tali limiti e oltre alla tutela del territorio si cerca di garantire la gestione attiva dei
paesaggi, garantendo l’integrazione degli aspetti paesaggistici nelle diverse politiche territoriali e urbanistiche, ma
anche in quelle settoriali. Il Piano si configura quindi come uno strumento avente come finalità non solo il
Centro Studi
mantenimento dei valori paesistici esistenti ma altresì la valorizzazione di questi paesaggi, il recupero e la
riqualificazione dei paesaggi compromessi e la realizzazione di nuovi valori paesistici. Oltre alla Relazione Generale e
alle Norme Tecniche di Attuazione, il Piano si compone del: quadro conoscitivo, con la descrizione, interpretazione e
rappresentazione dei paesaggi della Puglia, relativi agli 11 ambiti paesaggistici nei quali esso è articolato, dello
scenario strategico e dei beni paesaggistici tutelati dal Codice e sottoposti a specifiche disposizioni. I beni paesaggistici
tutelati sono sottoposti a specifiche disposizioni che regolano il futuro del bene; gli indirizzi indicano ai soggetti
attuatori gli obiettivi generali da conseguire, le direttive che devono essere recepite dai piani settoriali e locali, le
prescrizioni che regolano usi ammissibili e trasformazioni consentite nelle aree interessate, misure di salvaguardia e
utilizzazione, volte ad assicurare la rispondenza di piani e infine le linee guida volte a orientare la redazione di
strumenti di pianificazione.
Nichi Vendola ha commentato: “Io sono molto orgoglioso di rappresentare quella parte di Sud che vuole essere un po’
più avanti, che vuole cimentarsi con le buone pratiche, che vuole ragionare sul proprio territorio, sul proprio
paesaggio, sul proprio deposito di bellezza e di cultura”. “Riqualificare i territori, difendere la buona economia che è
capace di tutelare valori fondamentali come quelli legati alla dimensione naturale, storica e culturale del nostro
territorio. Oggi noi siamo terra di avanguardia. Nell’Italia del fango e degli eventi estremi, della vulnerabilità di un
territorio ferito mille volte, noi proviamo a voltar pagina e diamo un buon esempio per tutta il Paese”. “L’Italia è il
paese dei due monumenti, ha aggiunto Vendola, da una parte vincoli anche eccessivi, vessatori, incomprensibili e
criptati. Dall’altra gli abusi, i condoni, le deroghe, le sanatorie. Questa è l’Italia dei paradossi. Noi abbiamo cercato di
andare oltre questa logica. Le regole non devono essere punizione nei confronti dei cittadini, ma devono essere
convenienza e devono essere condivise. E allora il Piano è uno strumento di approfondita conoscenza di tutto ciò che
c’è in un territorio, ed è l’agenda di buone pratiche per mettere a valore tutto quello che c’è in quel territorio. Facciamo
scuola. Oggi la Puglia prova ad essere una luce nell’Italia buia degli abusi”.
Per la Barbanente, il Piano “è una grande opportunità culturale” in quanto diffonde nella comunità regionale l’idea che
il territorio sia il patrimonio di tutti con un valore collettivo tale da non poter essere abusato per fini economici del
breve periodo. L’assessore Barbanente ha evidenziato come la redazione del Piano “ha coinvolto per alcuni anni non
solo le amministrazioni e i tecnici responsabili della elaborazione del Piano ma anche una molteplicità di attori sociali,
economici e culturali, pubblici e privati, individuali e collettivi, che hanno sostenuto, alimentato, discusso conoscenze,
obiettivi, visioni, strategie, progetti finalizzati ad elevare la qualità e fruibilità dei paesaggi di Puglia”.
Infine per il Ministro Franceschini il Piano “è uno strumento fondamentale che aiuta a salvaguardare il territorio e che
aiuterà anche a rendere più veloci e trasparenti le diverse autorizzazioni e i diversi atti amministrativi”.
“E’ importante – ha concluso Franceschini - che le altre Regioni prendano esempio dalla Puglia”.
Fonte: Alessandra Marra, sito internet edilportale
Regione Sicilia: Verso una nuova legge urbanistica
23/01/2015 - L’Assemblea Regionale Siciliana sta per varare una nuova legge urbanistica e sostituire quella vigente,
risalente a 37 anni fa. Nel nuovo testo si prevede l’utilizzo della Società di trasformazione urbana (STU) per realizzare
interventi misti pubblico-privato e si introduce il criterio della ‘perequazione urbanistica’ come principio generale da
applicare all’uso del suolo. “Con il disegno di legge”, ha affermato Anthony Barbagallo, parlamentare regionale del PD
e promotore del progetto di legge, “vengono inoltre introdotte delle procedure semplificate e più veloci in ordine
all’approvazione degli strumenti urbanistici, generali ed attuativi, da parte degli organi competenti. Il testo base,
inoltre, tiene conto anche della nuova architettura istituzionale e amministrativa dei Liberi consorzi. E’ poi previsto in
modo specifico un capo dedicato alla Valutazione ambientale strategica (Vas) ed al suo procedimento di approvazione”.
“Sono molto soddisfatto del lavoro portato avanti fino ad ora e del clima di collaborazione che si è creato in
commissione con tutte le forze politiche presenti”, ha continuato Anthony Barbagallo.
“Ringrazio il presidente della commissione Territorio e Ambiente Giampiero Trizzino e gli altri colleghi della
commissione per l’attenzione dimostrata fino ad oggi al ddl. Nelle prossime settimane ascolteremo gli organi
professionali e i rappresentanti dei settori interessati per una serie di interlocuzioni e approfondimenti: mi auguro che
il clima positivo riscontrato fino ad ora possa continuare anche nella sottocommissione dedicata alla trattazione del
testo, e che il ddl arrivi presto in aula per poter dare alla Sicilia una riforma attesa e necessaria”, ha concluso
Barbagallo.
Fonte: Alessandra Marra, sito internet edilportale
Regione Sicilia: Il Comune di Messina blocca le opere a rischio e punta sulla prevenzione
16/01/2015. “Il risultato più importante raggiunto oggi è la totale condivisione del principio che la prima e più
importante opera di prevenzione dal rischio di frane e alluvioni è una corretta pianificazione urbanistica, regola che
vale in generale ma che diventa fondamentale per una città esposta al rischio idrogeologico come Messina”
Questo il commento di Erasmo D’Angelis, Capo di #italiasicura, la Struttura di governo contro il dissesto idrogeologico
al termine dell’incontro a Palazzo Chigi cui hanno partecipato il Sindaco di Messina, Renato Accorinti, l’Assessore al
territorio della Regione Siciliana, Maurizio Croce, il Direttore di #italiasicura, Mauro Grassi, con i tecnici dei rispettivi
staff. La riunione aveva l’obiettivo di condividere le iniziative da realizzare con la prospettiva della definizione del piano
per la messa in sicurezza delle aree metropolitane.
“Mi sento di esprimere grande soddisfazione per la scelta del Sindaco Accorinti di bloccare quelle opere che erano
balzate agli onori della cronaca per la loro pericolosità, erano degli abusi e il Comune ha provveduto a fermare cantieri
che erano stati aperti nel letto di un torrente in totale spregio a qualsiasi norma di buonsenso, oltre che di legge. Un
Centro Studi
altro motivo di soddisfazione – ha proseguito D’Angelis – è la totale sintonia fra il lavoro che stiamo realizzando per la
realizzazione di opere strutturali capaci di ridurre il rischio frane e alluvioni e le scelte che l’amministrazione messinese
ha pianificato e che supporteremo, così come sta già facendo la Regione Siciliana”.
“L’incontro di oggi – ha concluso D’Angelis – è servito alle Istituzioni per definire politiche territoriali corrette, ma ancor
di più è servito ai cittadini di Messina, perché è loro la città che nei prossimi mesi potrà dirsi più sicura di quanto non
sia adesso, rispetto al rischio che frane o alluvioni colpiscano il loro territorio”
Fonte: sito internet edilio_it
Regione Umbria: 2 mosse per la mitigazione del rischio idrogeologico
26/01/2015. Due mosse di rilievo nel territorio della Regione Umbria nella pianificazione complessiva della lotta al
dissesto idrogeologico. Da un versante arriva la sollecitazione da parte dell'assessore regionale alla mitigazione del
rischio geologico, Stefano Vinti affinché siano messe al più presto a disposizione "le risorse necessarie per la messa in
sicurezza del centro di Deruta e delle località del territorio a rischio di frana".
Vinti ha rammentato che nel Piano Nazionale 2014-2020 contro il dissesto idrogeologico la Giunta regionale
dell'Umbria aveva evidenziato le situazioni a rischio frana elevato relative al centro abitato di Deruta e la località
Palazzone, situata nelle immediate vicinanze del centro storico, rappresentando una richiesta pari 3,35 milioni di euro.
"Negli ultimi anni in seguito agli eventi meteorologici che hanno accelerato i fenomeni erosivi sui terreni sabbiosi e
conglomeratici del colle di Deruta – sottolinea Vinti - si sono verificati sempre più spesso fenomeni di dissesto che
hanno compromesso sia la viabilità che la stabilità delle mura e di alcuni edifici del centro storico, mentre nella zona di
Palazzone i dissesti hanno coinvolto anche due capannoni di un allevamento zootecnico". L’intervento prevede opere di
regimazione idraulica, sistemazione e pulizia scarpate, modellazione morfologica del versante in dissesto, opere di
ingegneria strutturale e naturalistica.
Sull'altro versante Vinti ha menzionato anche l’opera di tutela del centro storico di Gualdo Cattaneo: "La salvaguardia
del centro storico di Gualdo Cattaneo dal rischio di dissesto geologico – ha affermato - rappresenta una priorità per la
quale abbiamo richiamato l’attenzione del Governo centrale. Per il consolidamento dell’abitato di Gualdo Cattaneo,
interessato da continui dissesti, la Giunta regionale dell’Umbria ha inoltrato al Governo la richiesta di 6,9 milioni di
euro nel Piano Nazionale 2014-2020".
L'assessore ha definito la situazione ricordando che "le strutture murarie che sostengono la strada di circonvallazione,
unica via di accesso al nucleo storico di Gualdo Cattaneo, negli ultimi anni sono state interessate da dissesti e
franamenti che hanno più volte interrotto la viabilità, causando non pochi disagi alla popolazione. In particolare l’ultimo
crollo – ha proseguito Vinti – ha causato il franamento di buona parte della carreggiata impedendone la circolazione e
distruggendo le opere a rete che insistevano sul territorio”.
"Ci auguriamo – ha concluso l’assessore Vinti – che il Governo metta a disposizione in breve tempo le risorse
necessarie per rendere di nuovo completamente fruibile il centro storico di Gualdo Cattaneo
Fonte. sito internet edilizia e urbanistica