Tantissime diete perché non esiste quella "ideale"

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Tantissime diete perché non esiste quella "ideale"
Introduzione
Tantissime diete
perché non esiste
quella "ideale"
S
e si pensa al mondo delle diete, viene facilmente in mente qualcosa che assomiglia a una giungla intricata e complessa. Le diete più
famose nel mondo sono almeno un centinaio. Si chiamano nei modi
più disparati, spesso legati al nome del loro ideatore (Atkins, Montignac, Chenot, Kousmine, fino alla recentissima Dukan) oppure al
nome del luogo dove sono state partorite (Beverly Hills, South Beach
e altri luoghi ameni) o alla filosofia che ne è alla base (macrobiotica,
vegetariana, cinese, ayurvedica, crudismo). Nomi talora curiosi, per
non dire bizzarri: dalla dieta a zona e quella a punti, alla dieta del
paleolitico (forse a causa di una nostalgia inconscia di chi l’ha ideata),
per non parlare della inquietante dieta del sondino.
Ma servono tutte queste diete? E perché continuano a uscirne sempre
di nuove? Periodicamente infatti una nuova dieta viene sfornata sulla tavola dell'attenzione mediatica, tanto più oggi con il sempre più
massiccio utilizzo di Internet, la globalizzazione e la rapida diffusione delle informazioni.
Tante nuove diete, tutte alla ricerca della novità, ma tutte che cadono
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Introduzione
e scadono nella banalità trita e ritrita. Quelle che vengono propinate
come assolute novità, come l’ultimo grido in campo dietetico, non sono
altro che la riproposizione sotto altre spoglie degli stessi concetti già
proposti da modelli dietetici precedenti (lo vedremo bene parlando
delle diete proteiche).
Insomma sembra di trovarsi di fronte a una geniale fabbrica che
produce schemi alimentari (non a caso oggi si parla di industria delle diete o diet industry) e i cui "fabbricanti" spesso sono personaggi
improvvisati, con una visione assai parziale del mondo del sovrappeso; essi a volte scadono nel banale: "Io sono dimagrito così: fate tutti
come me e dimagrirete anche voi". Un altro aspetto spiacevole è che
quasi tutte le diete sono "di importazione"; benché la cucina italiana
sia apprezzata in tutto il mondo, finiamo con l'importare non solo
cibi spazzatura, ma anche modelli dietetici che non hanno nulla a
che fare con le nostre tradizioni.
Un vero "bombardamento dietologico"
Tutto questo "bombardamento dietologico" rischia di aumentare la
confusione in un campo che già semplice non è, quello dell’alimentazione. Lo sanno bene coloro che, essendo sensibili al "tema dieta" e
alle varie "diete del momento", nella loro vita le hanno provate un
po’ tutte, ma alla fine si sentono disorientati e, nonostante i dietologi
e i centri frequentati, si ritrovano a non sapere più cosa e come mangiare. Ma fra tutti i modelli alimentari e dietetici, ce n’è uno più sano,
più indicato, migliore degli altri?
Proprio per rispondere a questa domanda viene pubblicato questo
volume, che si propone di portare un po’ di chiarezza e fungere da
guida per orientarsi nell’intricato mondo delle diete.
Il libro è suddiviso in tre parti. Nella prima parte introdurremo il
mondo delle diete, con alcuni cenni di storia della dietologia e concetti generali come la definizione di dieta e i rischi delle diete in generale. Nella seconda parte cercheremo di fornire alcuni elementi per
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Tantissime diete perché non esiste quella "ideale"
orientarsi nella scelta di una dieta, per decidere il momento migliore
in cui cimentarsi in una di esse e soprattutto per adottare l’atteggiamento mentale più idoneo per iniziare e proseguire un percorso dietetico dimagrante. Nella terza parte, che è anche la più ampia, analizzeremo una trentina di diete dimagranti e filosofie alimentari tra
quelle più famose e diffuse.
Di ciascuna presenteremo le caratteristiche fondamentali, i principi
che ne stanno alla base, descriveremo sinteticamente le modalità pratiche con cui si attua e aggiungeremo un breve commento che tenga
conto tanto degli aspetti vantaggiosi quanto di quelli critici e dei limiti di ogni programma alimentare. Sulla base di tutti questi elementi cercheremo anche di indicare quando e a chi quel particolare tipo
di dieta è maggiormente consigliato.
Perché sempre nuove diete?
Ma prima di addentrarci in questo mondo, ci sarebbe da chiedersi
cosa porta a inventare sempre nuove diete: non sarebbero già sufficienti quelle che sono state elaborate in passato?
Abbiamo già sottolineato che oggi dietro al mondo delle diete esiste una
vera e propria industria (diet industry) che deve escogitare strategie
adatte per catturare il pubblico e vendere nuovi prodotti. Ma il successo continuo dell’industria delle diete conferma senza dubbio che il sovrappeso e i gonfiori addominali sono disagi sempre molto diffusi e
particolarmente "sentiti" dalle persone.
Però la nascita di diete sempre nuove e diverse fra loro segnala implicitamente anche che la dieta perfetta non esiste e forse non esisterà
mai. Alla stessa conclusione giungono, del resto, anche coloro che riescono a dimagrire sottoponendosi a una determinata dieta, ma poi
quando la riprovano ancora la seconda o la terza volta, vedono che la
stessa dieta "non funziona". Così la pensano anche coloro che non perdono neanche un etto seguendo la stessa dieta che ha fatto dimagrire di
dieci chili l’amica. La continua "invenzione" di nuove diete indica
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Introduzione
chiaramente che il disagio collettivo del sovrappeso non ha una soluzione che vada bene per sempre e per tutti.
Non tengono conto del mondo interiore
Comunque non tutto è da "buttare via" nelle varie diete che sono
state elaborate nel corso degli anni e che spuntano continuamente.
Una nuova dieta, per definirsi tale, deve avere ovviamente un che di
innovativo e mettere in risalto qualche aspetto che nessuna delle precedenti aveva considerato o messo in evidenza.
Ogni nuova dieta, quindi, per quanto limitata e "imperfetta", pone
l’accento su un aspetto particolare del nostro rapporto col cibo o del
percorso di dimagrimento in generale, che quindi è importante conoscere e considerare (nella descrizione che faremo delle singole diete tali
aspetti verranno messi in luce).
Nella ricerca di soluzioni sempre diverse al sovrappeso, una nuova
teoria dietetica, un nuovo modello di dimagrimento porta l'attenzione su un aspetto che prima era nell’ombra.
Dall’altra parte, se non esiste la dieta perfetta e bisogna sempre inventarne una nuova, c’è un rischio, quello di scoraggiare il desiderio
di dimagrimento. L’analisi delle diete in circolazione diventa così
l’occasione per riparlare del senso del sovrappeso, del senso del dimagrimento, e di collocare nella giusta considerazione il metodo di dimagrimento concepito in seno all’Istituto Riza, che è stato battezzato
"metodo psicosomatico".
Questo metodo, infatti, cerca di portare l’attenzione sul fatto che le
diete si dimenticano spesso del fattore fondamentale su cui esse intendono agire: l’essere umano.
Le emozioni, i desideri, la maturazione di alcuni aspetti psicologici
individuali e la realizzazione personale nella vita sono aspetti tanto
trascurati dalle diete dimagranti quanto indiscutibilmente coinvolti
sia nell’aumentare sia nel perdere peso, come dimostrano fenomeni
come la fame nervosa o il fatto che molte persone dimagriscono sem10
Tantissime diete perché non esiste quella "ideale"
plicemente quando passano a un lavoro più soddisfacente oppure si
innamorano o vivono una passione.
Insomma, nel panorama delle diete il mondo interiore vuole la sua
parte. Occorre riscoprire che il migliore dietologo è già dentro ciascuno di noi, sotto forma di un sapere che sa cosa ci fa stare bene e cosa
non è sano per ciascuno di noi. Solo con la riscoperta del proprio
dietologo interiore una dieta può diventare quello che naturalmente
dovrebbe essere: uno strumento che favorisce il cambiamento profondo dell’individuo.
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Capitolo II
Come scegliere
la dieta
più giusta
Capitolo II
I criteri per decidere
L
e diete non sono tutte uguali: il fatto che ce ne siano decine,
se non centinaia, in circolazione ne è la conferma. D'altra
parte, non solo le diete sono diverse fra loro, ma lo sono anche le
persone che vogliono mettersi a dieta. Coloro che vogliono dimagrire sono accomunati ovviamente dal fatto di avere dei chili di
troppo; su questo aspetto punta la maggior parte delle diete dicendo loro: segui il nostro schema, ti farà dimagrire!
Ma non è così semplice, le differenze individuali contano e possono entrare in gioco anche nella scelta della dieta o del metodo
dimagrante. Schematizzando, possiamo dire che esistono due tipi
di criteri con i quali si può scegliere una dieta: passivi o attivi. Le
diete passive sono quelle in cui il modello o lo schema viene in
qualche modo "subìto" dalla persona che lo segue, mentre le diete attive sono quelle in cui si sceglie coscientemente un determinato modello alimentare e lo si segue partecipando attivamente
alla filosofia che ne sta alla base. Le diete prescritte da dietologi
sono diete passive e rischiano di non favorire un uso consapevole
del cibo e delle proprie scelte alimentari. Dall'altra parte, l'adesione a filosofie alimentari come il vegetarismo o la macrobiotica sono
solitamente diete attive (a meno che non vengano fatte per compiacenza nei confronti di familiari, amici, nutrizionisti): sono più
favorevoli allo sviluppo di una coscienza alimentare, anche se un
loro rischio a volte è quello di cadere in un fondamentalismo rigido, schematico e dogmatico che non ammette eccezioni. Pertanto, come sempre, la virtù sta nel mezzo.
Quando è il momento migliore
Dal punto di vista medico, una dieta dimagrante in senso stretto
è indicata in caso di obesità e sovrappeso, ossia quando l'indice di
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Come scegliere la dieta più giusta
massa corporea (BMI) supera rispettivamente il valore di 30 e 25.
Si tratta di un calcolo aritmetico che però oggi è perfezionato
dall'introduzione di bilance impedenziometriche, che misurano
più precisamente la composizione corporea (massa grassa, massa
magra). Il semplice calcolo matematico del BMI, infatti, spesso
non rende giustizia alla reale composizione corporea, per cui è
possibile che, seppure il risultato del calcolo sia un BMI normale,
la misurazione dei grassi corporei rilevi invece una massa grassa
aumentata. Quindi, dal punto di vista medico, per stabilire se è il
caso di dimagrire (perdere grassi) occorre prima di tutto misurare
la massa grassa, meglio se con l'impedenziometro.
Deve però "scattare qualcosa": per mettersi a dieta non è sufficiente sapere di essere grassi o che la massa grassa è alta.
Alcune persone si mettono a dieta su consiglio del medico o perché hanno sintomi o malattie correlate al sovrappeso (infiammazioni articolari, ipertensione arteriosa, colesterolo alto e così via):
curando il sovrappeso, possono così stare meglio e magari anche
assumere meno farmaci.
Altre ancora lo fanno per motivi squisitamente estetici ("Mi guardo e non mi piaccio" oppure "Vorrei mettermi quel vestito, ma
non ci entro più"): il cambiamento dell'immagine corporea avvisa che ci si sta trascurando e accende il motore per attivare una
maggiore cura di sé.
Molte persone però si mettono a dieta troppo tardi, quando ormai
il danno più grosso è già stato fatto nel corso di anni di trascuratezza: in alcuni di questi casi il corpo può essersi modificato in
modo permanente e irreversibile e di ciò bisogna realisticamente
tenere conto.
Prevenire è meglio che curare: e curare la propria alimentazione è
il modo più naturale che abbiamo per non accumulare chili e
gonfiori e sviluppare malattie. Verrebbe da dire: ai primi sintomi
di sovrappeso, cerca una soluzione!
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Capitolo II
Quando non bisogna mettersi a dieta
Ci sono alcune situazioni in cui, anche se si desidererebbe mettersi a dieta, è meglio rimandare il progetto a un momento diverso
o "migliore". Ecco quali sono.
• Quando si attraversa un periodo di depressione o ansia.
• Quando altri problemi di salute stanno prendendo il sopravvento.
• Quando si è in una situazione di forte stress.
Ovviamente la dieta dimagrante non è indicata a chi è già magro
(in questi casi i temi da affrontare sono diversi: se una persona
vuol fare la dieta pur non avendone la necessità significa che ha
un'immagine corporea distorta, paura di ingrassare ecc.).
Infine, non bisognerebbe mettersi a dieta per fare piacere ad altri
(genitori, partner): la dieta è sempre qualcosa di estremamente
personale, è un percorso individuale sia nella scelta che nei potenziali benefici.
L'atteggiamento mentale più utile
Mettersi a dieta o intraprendere un percorso di dimagrimento
richiede a nostro avviso un certo atteggiamento mentale che può
essere maggiore garanzia di successo. Ecco che cosa occorre.
• Disponibilità a cambiare. Molte persone vogliono mettersi a dieta in modo "facile", senza cambiare minimamente il proprio stile
di vita attuale ("Non mi chieda di fare questo o di rinunciare a
quello"). Una dieta dimagrante richiede invece disponibilità a
cambiare. La dieta dimagrante va concepita come un percorso di
cambiamento, rinnovamento, in analogia con quanto accadeva
nell'antichità con i digiuni e i riti di purificazione.
• Mettersi a dieta è una cosa seria. Richiede tempo, pazienza e dedizione a se stessi. Le diete usa e getta, fai da te, passate dalle
amiche, scaricate da Internet lasciano tutte il tempo che trovano.
Dall'altra parte, mettersi a dieta non è però una cosa "troppo"
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